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Autore: Vivy_chan    05/11/2016    3 recensioni
Due anime legate dal folle destino. Due anime destinate ad innamorarsi. Ma sarà così facile portare avanti la loro relazione? Dovranno superare tradizioni antiche e pregiudizi. Riusciranno a scavalcare tutti questi ostacoli? (spero di avervi incuriosito :3)
[Nalu] Con accenni di altre coppie.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Un lieve tepore stava riscaldando la mano fredda di Lucy. La mano di Natsu era intrecciata alla sua. La ragazza sentiva il cuore accellerare, diminuire la sua corsa per poi riprenderla più velocemente. Girò il volto alla sua destra: Natsu aveva un'espressione seria, una che non gli aveva mai visto in volto. Era abituata ai suoi sorrisi smaglianti, quelli che la facevano arrossire. Era strano per lei vederlo così serio. I passi suoi e dello sceicco rimbombavano per il corridoio semi-deserto, accompagnati da quelli di Levy e Gajeel qualche metro più indietro. Riposizionò lo sguardo davanti a se. Si erano appena fermati davanti una porta che Natsu spalancò: davanti ai loro occhi si profilava un salottino accogliente, immerso nella penombra. Il rosato entrò per primo trascinando Lucy, poi entrarono Levy e Gajeel.
"Allora Natsu? Cos'hanno detto questa volta?" chiese il corvino accomodandosi sul divanetto. Levy si sedette accanto a lui.
"Lo dirò quando sarete presenti tutti" rispose Natsu, secco.
Il rosato e Lucy rimasero in piedi. Natsu la teneva ancora per mano. Per la bionda era una situazione imbarazzante: era in piedi, Levy e Gajeel la osservavano con aria confusa, lo sceicco sembrava su un altro mondo e lei non aveva il coraggio di disturbarlo. Poi ebbe un'idea. Iniziò, lentamente e con delicatezza, a strattonare la mano di Natsu.
-Fai piano... lentamente...- si ripeteva Lucy. Poi un pensiero la colse improvvisamente. Una frase, una supposizione: - Voglio davvero allontanarmi da lui?-
Questa frase riecheggiava nella sua mente. Si riavvolgeva e si ripeteva, come un nastro rotto. Con la coda dell'occhio osservò Natsu. Era ancora in piedi e l'espressione seria e contratta indicava che non si era accorto di nulla.
-Cosa devo fare? Voglio davvero lasciare la presa?-
"Oh, Lucy?"
La bionda trasalì. Si volto di scatto verso lo sceicco.
"S-si?" balbettò con un fil di voce.
"Perchè non ti vai a sedere?" chiese Natsu.
Con una tosse pacata e finta e un' occhiata alle mani intrecciate, Lucy gli indicò il problema.
"Oh...scusa" mormorò il rosato, leggermente rosso in viso.
-Non lasciarla, non lasciarla, non lasciarla, non lasc-
Natsu sciolse lentamente la presa.
Lucy si accomodò accanto a Levy. Si guardò la mano: nell'attimo in cui si era separata da Natsu, la mano le era sembrata fredda, vuota, priva di qualcosa.
Passarono minuti che sembrarono interminabili, scanditi solo dal ticchettio dell'orologio appeso alla parete. La tensione era palpabile.
"Che succede?" urlò una voce, preceduta da un fragoroso rumore. Quattro teste si voltarono nella direzione della porta dove sostava un ansimante Gray seguito da un' imbarazzata Juvia.
"Siediti" intimò lo sceicco.
"Non darmi ordini, fiammifero" sbraitò Fullbuster afferrando la collottola della camicia di Natsu. Lo sceicco non ribadì ma si limitò a squadrare l'amico con aria gelida. I suoi occhi verdi si oscurarono. Divennero vuoti, freddi, come se ci fosse un muro a bloccare il passaggio di emozioni. L'espressione infuriata di Gray si acquietò. Con un cenno del capo si andò a sedere tallonato da Juvia. La stanza ripiombò nel silenzio.
La tensione era palpabile.
Si udì un lieve bussare. Subito dopo la porta si aprì e Loki entrò con passo suadente. Dopo un mezzo inchino e una parola mormorata, si andò a sedere accanto a Lucy schiacciando le altre due persone accanto a loro.
"Non potevi andarti a sedere sull'altro divano, occhialetti blu?" sussurrò Gajeel con voce strozzata. Aveva Levy spalmata su di se e non è che quel gamberetto fosse proprio leggero.
"Non mi andava" rispose Loki, sistemandosi gli occhiali. Natsu gli lanciò un'occhiataccia; poi si schiarì la voce.
"Bene, ora che siamo presenti tutti posso cominciare ad esporre il problema."
Tutti trattennero il respiro.
"Domani ci sarà una riunione di tutti i maggiori esponenti della Fairy Tail e-"
"Ci sarà anche Erza!?" urlarono all'unisono Gray e Gajeel.
Natsu li osservò qualche istante. "Si" mormorò infine.
Grida concitate ed esultazioni varie risuonarono per la sala.
"Questa volta la batto!" urlò Gray alzando i pugni al cielo.
"Le farò mangiare la polvere!" esclamò Gajeel.
"Che hai detto, testa di ferro?! Sono io quello che la batterà" disse il moro, avvicinandosi all'altro con aria minacciosa.
"Ah ah tu finirai spiaccicato al suolo come sempre" ribadì il corvino senza lasciarsi intimidire.
"Cosa hai detto?!" strillò Gray.
"Ehi vuoi fare a botte?!" gridò Gajeel.
Fronte contro fronte si lanciavano occhiatacce intimidatorie.
"Ora basta" una voce inaspettatamente calma rimbombò per la sala. I due litiganti si voltarono lentamente verso il possessore della voce.
"Cosa hai detto, cervello bruciato?!" esclamarono all'unisono i due corvini. Natsu rimase impassibie.
Gray e Gajeel si portarono subito accanto allo sceicco.
"Prova a ripeterlo" mormorò Gajeel.
Lucy, Levy e Loki trattennero il respiro. L' idea dello scoppio di una nuova rissa era molto vicina.
Invece Natsu si limitò a sorridere. Le sue labbra si piegarono in un sorriso inquietante.
"Ho detto ora basta" ripetè il rosato tranquillo, scandendo bene ogni sillaba. Gli occhi erano di nuovo freddi e vuoti. Erano gli occhi che non sembrava gli appartenessero. Tutti i presenti rabbrividirono. Gray e Gajeel, dopo un attimo di esitazione, presero posto.
Natsu si schiarì la voce.
"Stavo dicendo che domani ci sarà una riunione di tutti i maggiori esponenti della Fairy Tail e verrà anche il supervisore supremo."
"Cosa?! Il supervisore supremo?!" intervenne Gray seguito a ruota da tutti. Anche Levy e Loki assunsero un'aria preoccupata. Lucy e Juvia restavano confuse. Non avevano idea di chi fosse questo supervisore supremo.
"Levy-chan" mormorò Lucy sperando di farsi sentire dall'amica. Gli schiamazzi di Gray, Gajeel e Loki rendevano difficoltosa la comunicazione.
Levy si voltò verso la bionda "Dimmi"
"Ehm..." bisbigliò Lucy guardandosi intorno "Chi è il supervisore supremo?"
Calò il silenzio.
-Come diavolo hanno fatto a sentirmi?!-
"Il supervisore supremo è un vecchio barbagianni che non ha di meglio da fare nella sua misera esistenza" sbottò Gajeel incrociando le braccia al petto.
"Ehm, ehm" tossicchiò Loki.
"Quello che sta cercando di dire, halawa*, è che il supervisore supremo è un uomo incaricato di controllare la tenuta e gli affari delle compagnie più famose in Arabia. Di solito non viene spesso e quando lo fa... la maggior parte delle volte..."
"E quando lo fa, la maggior parte delle volte si finisce sul lastrico" finì Natsu con tono duro.
"Si finisce sul lastrico?!" ripetè Lucy sconcertata.
"Vedi, saghir**" iniziò Loki passando un braccio attorno alle spalle della bionda. Lo sceicco si fece scuro in volto. Con uno scatto fulmineo tiro a sè Lucy e proferì con tono fintamente gentile e con una vena pulsante sulla fronte:"Preferirei spiegarlo io se non ti dispiace"
Il maestro sfoggiando un sorriso plastico, fece un cenno d'assenso.
"Allora Lucy, il supervisore supremo ha il potere di prendere possesso delle compagnie che lui ritiene "non idonee". Arriva nelle residenze e fa un giro di ispezione per controllare la pulizia, l'efficienza e l'educazione del personale. Poi parla con il capo della compagnia e da questo reputa se il capo è adatto o no a sostenere una ditta come quella. Qui l'estetica è molto importante. Sono molte le ditte a cui ha fatto visita il supervisore supremo e nessuna di essa si è mai salvata. Dopo l'ispezione sono tutte fallite. Nessuna esclusa." concluse Natsu.
"E perchè deve venire qui?!" chiese la bionda.
"Evidentemente qualcuno con un grande potere deve aver richiesto una visita alla Fairy Tail" intervenne Gray.
"Quindi" inziò il rosato ad alta voce.
"Loki sei incaricato di insegnare alle nostre ballerine una danza degna di nota entro domani. Gray, Gajeel... questa è la prima volta che ve lo chiedo, ma... per favore aiutatemi" mormorò lo sceicco.
I due corvini si guardarono per qualche istante.
"Scusami non ti ho sentito. Potresti ripeterlo?" lo prese in giro Gajeel.
Natsu gli lanciò un'occhiataccia. Poi prese un grande respiro. Era essenziale il loro aiuto.
"Per favore aiutatemi" bisbigliò.
Il suo orgoglio gli bloccava le parole in gola.
"Come!?" sghignazzò Gray.
"Aiutatemi!" urlò lo sceicco accompagnando le parole con un piccolo inchino.
Ci fu una pausa.
"Ovvio che puoi contare su di noi, amico" ridacchiò Gray dando un pacca sulla schiena del rosato. Sui volti di tutti si dipinse un largo sorriso.
"Bene, diamoci da fare!" esclamò Natsu.
Urla di assenso si levarono dalla sala.
- Si! Ce la faremo- pensò Lucy.

"Uffi!"sbuffò una donna.
"Aadil hai finito?"
Un ometto calvo, collo tozzo e dita grassocce alzò il capo.
"Si mia signora" asserì. Poi schiarendosi la voce "Le è piaciuto?" chiese suadente.
Sul volto della donna si dipinse un'espressione disgustata "Come al solito. Piuttosto l'hai vista?"
"Si. Ecco la foto."
L'ometto le porse una foto raffigurante una ragazza bionda.
"E così è lei..." mormorò fra sè e sè. Accavallò le gambe facendo scivolare la stoffa della gonna per terra. Si porto un dito sulle labbra.
"Lucy Heartphilia..." Le labbra della donna si piegarono in un sorrisetto sghembo.
"Mi divertirò con te" ghignò, lanciando la foto nel focolare acceso. La diapositiva prese fuoco. La carta si accartocciò lentamente mentre i bordi candidi si coloravano di un nero corvino.
"Aadil. Domani fa' un buon lavoro." intimò la donna.
L'ometto si inchinò.
"Si, mia signora!"
 
 Lucy aveva il fiatone. Il suo petto andava su e giù velocemente.
"Lu...Lu-chan" la chiamò Levy aggrappandosi al vestito dell'amica.
"Lu-chan da quanto tempo stiamo provando?"
La biondina diede un' occhiata fugace al quadrante dell'orologio.
"Sei ore" rispose. Inspirò profondamente. Il cuore le batteva forte e sentiva i muscoli fremere. Si stropicciò la faccia.
-Che giornata stancante- pensò con dispiacere.
Fissò la mano che aveva appena passato sul viso. La sensazione di freddo c'era ancora nonostante fosse così accaldata. Non se n'era mai andato quel senso di vuoto. Le mancava qualcosa. Esaminò con cura la mano non trovando niente degno di nota.
- Ma che diavolo mi prende oggi?-
"Lu-chan ti stai ancora fissando la mano? Sarà la quinta volta che lo fai" disse Levy improvvisamente.
Lucy sobbalzò.
"S-s-scusami. Hai ragione Levy- chan, mi sto distraendo troppo"
"Bene bene ragazze!" La voce possente di Loki risuonò per la sala da ballo.
"Ricominciamo. In posizione!"
"Su andiamo Levy-chan" la incitò Lucy prendendola per mano e trascinandola al centro della stanza. Niente. La sensazione di vuoto c'era ancora. Lasciò andare la piccola manina di Levy e si mise sull'attenti.
- Sarà meglio non pensarci troppo-


"Bene ragazze abbiamo finito! Domani alle sette vi voglio vedere tutte qui" urlò Loki battendo le mani.
Parole d'assenso si levarono dalla sala.
"Ah Levy-chan finalmente" sospirò la bionda.
"Già. Ora ci vuole proprio un bagno caldo" disse Levy stiracchiandosi.
"Si andia-"
"Ah Lucy!" la chiamò il maestro di danza.
Lucy si voltò verso la figura dell'uomo che al momento era circondato da un capannello di ragazze adoranti. Solo la mano che le faceva segno di avvicinarsi si scorgeva dall'ammasso di teste.
"Aspettami qui Levy-chan" disse Lucy allontanandosi dall'amica che rispose con un cenno del capo.
"Ragazze, ragazze per favore"
Finalmente Loki riuscì a farsi spazio tra le ragazze in piena crisi ormonale.
"Ragazze voglio che ritorniate nelle vostre stanze" intimò loro.
"Si Loki-sama" sbiascicarono le ballerine allontanandosi dal ragazzo. Lucy si sentì vagamente in soggezione quando le arrivarono una ventina di occhiatacce addosso, da parte del capannello di ragazze.
"Bene Lucy, non le pensare. Comunque visto che tu sei la ballerina principale vorrei che ti intrattenessi di più delle altre cosicché possa insegnarti qualche passo in più" le spiegò frettolosamente il maestro.
Benché lo stomaco della ragazza stesse reclamando già da molto tempo del cibo e i muscoli del corpo stessero implorando pietà, la bionda accettò.
"Certamente. Fatemi solo avvisare la mia amica"
Loki annuì e Lucy si avvicinò a Levy che la aspettava impaziente. Appena la vide gli occhi nocciola dell'azzurrina si illuminarono. La bionda si sentì un po' in colpa a deludere le sue aspettative.
"Allora Lu-chan, che voleva?" Le chiese con fervore.
"Ecco Levy-chan, il maestro vuole insegnarmi dei nuovi passi quindi è meglio se ti avvii tu da sola. Dopo ti raggiungo"
"Ah va bene" annuì leggermente Levy. Poi caricandosi la sacca in spalla si allontanò a passo lento.
"Bene inziamo. Vieni qui davanti a me" le ordinò Loki una volta che la chioma azzurrina della ragazza fosse sparita.
Lucy si posizionò di fronte a lui.
"Ora muovi i fianchi lentamente...si così" disse mettendosi dietro di lei.
"Si bene... Cerca di essere più morbida nei movimenti"
Loki collocò le mani sui fianchi di lei e inziò a pilotarla nei gesti. Il tocco caldo scaturito dai suoi palmi fece rabbrividire la ragazza.
"Si cosi..." le sussurrò dolcemente all'orecchio. Lucy non colse l'accennata punta di malizia nella voce del maestro.
"Okay ora alza il braccio" bisbigliò Loki passando la mano sul braccio della bionda. Le lasciò una calda carezza.
"Ora anche l'altro" mormorò suadente. Il fiato bollente si infrangeva sul collo sudato della ragazza che non fermava la sua danza.
"Adesso..." Loki le percorse i fianchi con le mani fino ad arrivare all'altezza dell'addome. Sfregò più volte le palme delle mani sulla pelle accaldata di lei. Poi queste salirono lentamente, lentamente, lentamente...
"Ehi!"
Lucy si girò di scatto e Loki fece un passo indietro, repentino.
"Che state facendo?" ringhiò rabbioso il rosato, puntando le iridi smeraldo sulla figura del maestro di danza.
"L-lui mi stava insegnando dei nuovi passi" balbettò Lucy.
Lo sceicco le scoccò un' occhiata obliqua e penetrante. La bionda si sentì morire dentro: era la prima volta che Natsu si comportava così freddamente con lei.
"Lucy puoi venire un attimo con me, per cortesia?" la invitò lo sceicco a braccia conserte.
La bionda lo seguì fuori.
"Cosa stavate facendo?"
"Mi stava insegnando dei nuovi passi" rispose Lucy non accennando ad alzare il capo.
Natsu inarcò un sopracciglio.
"Ah si? A me, piuttosto, sembrava che ti stesse per violentare o qualcosa di simile"
Quelle parole colpirono profondamente Lucy. Furono come una doccia gelata.
"Cosa?!"
"Hai sentito bene" sibilò il rosato guardandola a metà fra il disprezzo e la delusione.
"Non pensavo fossi quel tipo di persona" continuò.
La biondina sentì un fuoco ardente divampare dentro di sè.
"Io non sono quel tipo di persona" rettificò ferma e tagliente la bionda.
"Ti stava per palpare" disse Natsu con un sorrisetto nervoso.
"Mi stava solo insegnando dei nuovi passi" mormorò Lucy.
La sua voce era rotta. La rabbia che aveva sentito dentro di sè fino ad allora si era trasformata in umiliazione. Il cuore le faceva male: era sull'orlo delle lacrime.
"Ah come sei ingenua!" esclamò lo sceicco con un fare eloquente.
Lucy non resistette più.
"C-c-c-con permesso" si congedò con un piccolo inchino.
Con la mano cercò di nascondere le lacrime che le solcavano il viso. Si allontanò con passi frettolosi e stentati. I suoi singhiozzi risuonarono per il corridoio.
Come colpito da un' illuminazione Natsu si rese conto di ciò che aveva detto.
"Lucy! Lucy aspetta!" la chiamò inutilmente, allungando il braccio nella direzione dove si scorgeva a malapena la figura sempre più piccola della ballerina. Lucy non si girò. Non ritornò.
Lo sceicco si sentì stupido in quel momento. Stupido come non lo era mai stato.
"Che diavolo mi è preso?!" borbottò scompigliandosi i capelli ciliegio.
"Sceicco! Non dovrebbe trattare così le fanciulle. Soprattutto delle fanciulle come Lucy"
Quella voce perforò i timpani del rosato. Gli suonarono come il sibilo di un serpente soddisfatto di aver appena catturato una preda tanto agognata.
"Loki." La voce gli uscì con un basso ringhio. Un ringhio intriso di rabbia.
"Mi dici che intenzioni hai?"
Loki assunse un'espressione stranita ma il rosato, osservandolo con la coda dell'occhio, poté scorgere una leggera nota divertita.
"Non capisco di cosa state parlando" disse Loki.
"Stai sorridendo. Non sei credibile. Parla"
Il sorriso sul volto del maestro si allargò.
"Okay okay. Mi avete scoperto! Comunque sto solo facendo il mio lavoro" ridacchiò.
"Come?" chiese Natsu abbastanza confuso.
Improvvisamente il rosato trovò il volto di Loki a pochi centimetri dal suo: un’ espressione sardonica si faceva largo su di esso.
"Sapete bene che non potete amarla" sibilò.
 Per Natsu fu come essere investito da una cascata di acqua fredda.
"Quindi semplicemente me la prendo io" spiegò.
“Non…Non osare toccarla!” sbraitò il rosato all’indirizzo del maestro.
“E cosa me lo vieta? Tanto non è di vostra proprietà”
Sconfitto dalla forza della verità, Natsu abbassò il capo. In quel momento si dimostrò debole. Debole di fronte al suo nemico. Cominciò a mordere convulsamente il labbro inferiore.
“Non la toccare…per favore” disse in un fil di voce.
Loki scoppiò in una grande risata divertita.
“Siete ridicolo! Un uomo potente ridotto a pregare un misero maestro di danza come me. Patetico.” Quell’ultima parola fu sussurrata, intrisa di disprezzo.
“Non vi fate pena? Siete così…così…egoista” disse infine.
Egoista. Egoista. Quel termine risuonò nella mente dello sceicco più e più volte.
Egoista…

“Siete solo un’egoista!” sbraitò la donna davanti a sé. Era china su un fagotto, le lacrime cadevano copiose dai suo occhi.
“Avete tante ricchezze, tanto di quel cibo e ora non volete ospitare per una sola notte me e mio figlio! Mi avevano detto che eravate magnanimo, ma a quanto pare si sbagliavano. Siete solo un bambino viziato ed egoista. Lo dirò in giro! Tutti sapranno che tipo di uomo siete! Non avete compassione per nulla!”
Le pieghe della pelle e le rughe sul volto della donna erano profonde. Il suo volto era accartocciato in un’ espressione di profondo disprezzo. Fiotti di saliva zampillavano qua e là ad ogni suo movimento labiale. Doveva avere all’incirca una quarantina d’anni. Probabilmente era stata abbandonata dal marito e ora si trovava ad allevare da sola un pargoletto che invece di amare, odiava e usava solo per trarne profitto.
“Sparite” Una voce un po’ infantile, ma dura e ferma si levò in quella fredda nottata invernale.
La donna, in un ultimo scatto di rabbia, scaraventò il fagotto sulla figura che si stagliava di fronte a sé.
“Riferirò tutto! Tutto!” E con un movimento impacciato scese le scalinate di marmo, percorrendo frettolosamente il viottolo principale.
“Fratellone” Un bambino dalla folta capigliatura rosa fece capolino dallo stipite della porta.
“Natsu! Che ci fai qui? A quest’ora dovresti già essere a letto” lo rimbrottò l’altro, che era decisamente più grande del bambino dalla capigliatura rosata.
“Lo so fratellone, ma ho sentito delle urla e così sono sceso a vedere” spiegò Natsu.
“E Makarov?”
“Non lo-“
“Eccovi qui finalmente” una voce roca e pastosa, per via del catarro, interruppe il piccolo Natsu.Un uomo anziano piuttosto basso e dalla barba e capelli grigi si fiondò accanto al bambino rosato.
“Makarov”
“Zeref” sussurrò con un inchino l’anziano.
“Dov’eri?”
“Mi dispiace, ma Natsu è riuscito a sfuggirmi mentre facevo un bagnetto alla piccola Wendy.” Spiegò ansimante Makarov. Zeref si passò una mano sulla fronte.
“Makarov puoi provvedere tu a… quella questione?” chiese Zeref, indicando con un cenno del capo le scalinate dove qualche minuto prima era sparita la donna.
“Certamente” acconsentì l’anziano percorrendo la veranda.
“Ah e… per favore dopo pulisci qui” ordinò candido Zeref, alludendo all’ enorme chiazza rossa che si era estesa attorno al fagotto. Con un ultimo cenno del capo, Makarov si dileguò, sparendo nel buio della notte.
“Su andiamo Natsu” disse il ragazzo appoggiando la mano sulla spalla del fratello minore. Lo pilotò all’interno della residenza e quando si ritrovarono a percorrere le scale che portavano al piano superiore, la stessa voce infantile di qualche attimo prima lo fermò:“Fratellone cosa vuol dire egoista?”
Una domanda innocente era provenuta da un bambino ancor più innocente.
“Egoista vuol dire una persona che pensa solo a sé stessa” spiegò Zeref.
Il fratellino assunse un’espressione teneramente confusa.
“Quindi anche io sono egoista con Gray? Non gli presto mai i miei giocattoli” disse Natsu.
Zeref scoppiò a ridere. “Lo capirai meglio quando sarai più grande”
Ripresero il loro cammino su per le scale.
“Fratellone” lo chiamò Natsu dopo che furono arrivati davanti alla stanzetta del fratello.
“Dimmi” lo invitò Zeref, la mano sul pomello della porta.
“Anche tu sei egoista?”
Zeref ci pensò un po’ su. Guardò più volte gli occhi verdi e speranzosi del fratellino.
“No…direi di no”
“Ma quella signora ha detto che lo sei”
“Quella è una persona cattiva” disse il ragazzo accarezzando la testolina di Natsu.
“E papà lo era?”
“No nemmeno lui” Zeref gli sorrise.
“Su ora vai a dormire”
“D’accordo” confermò Natsu. Poi scoccò un bacio sulla guancia del fratello e entrò nella camera.
Zeref rimase lì davanti, con la coscienza di aver raccontato al fratello minore un mucchio di balle.

Più tardi Zeref si trovava in una stanza dall’aspetto molto bambinesco, munita di culla e cicogne svolazzanti disegnate sulle pareti.
“Ah Wendy” sospirò, mentre cullava dolcemente la neonata in grembo, prossima al sonno.
“Spero che non diventerai egoista come tuo padre e me” le disse.
“Zeref”
Il ragazzo si girò verso Makarov che era appena entrato nella stanza. Le mani dell’anziano era sporche di sangue e, infatti, questo si accingeva a cercare un fazzolettino all’interno del pastrano che indossava.
“È morta?”
“Si. Ho già nascosto il corpo”
“E il bambino?”
“Purtroppo era morto anche lui” disse gravemente. “Gli ho scavato una piccola fossa e ho improvvisato una tomba.”
“Bene” Zeref adagiò la piccola Wendy nella culla. “Prima Natsu mi ha chiesto se io e Igneel fossimo egoisti”
“Le ha risposto?” chiese Makarov.
“Si. Gli ho detto che non lo siamo. Quando ho visto i suoi occhi speranzosi ho preferito mentire.”
L’anziano sospirò. “Quel ragazzino conoscerà presto quanto può essere crudele il mondo. Per ora è meglio lasciarlo all’interno delle mura di speranza che abbiamo costruito”
“Già” mormorò Zeref. I suoi occhi erano vuoti e spenti.
“Andiamo” disse infine. Accompagnato da Makarov, uscì dalla stanza ora immersa nel buio.


“Egoista…” ripetè Natsu.
Loki si fece attento.
“Sarò anche egoista…” disse il rosato alzando lentamente il capo.
“Sarò anche egoista ma non ti lascerò Lucy. Lei è l’unica persona che mi rimane. La voglio amare, anche se è contro le regole. Potrai anche reputarmi un’egoista ma a me basta sentirla vicina”
Loki ridacchiò.
“Sei sicuro che rimarrà accanto a te quando scoprirà quello che fai? Quando scoprirà il segreto di questa residenza?” chiese il maestro.
Natsu digrignò i denti.
“Lo so” mormorò gravemente.
“Ora avrei qualcosa da fare. Arrivederci” si congedò lo sceicco.
 –Sono stato un’idiota- pensò mentre si incamminava verso la stanza di Lucy.
Loki fissò la schiena di Natsu fino a che non sparì dietro l’angolo.
“Puoi aggrapparti a qualunque cosa Natsu, ma non riuscirai a scappare dalla situazione in cui ti trovi” disse fra sé e sé, il maestro. Poi si allontanò fischiettando tranquillo.


*halawa= dolcezza
**saghir= piccola





Angolo autrice
Salve a tutti ragazzi! Oggi sono puntuale! Spero che questo mese sia trascorso bene per voi. Devo dire che questo capitolo l'ho sudato un po': inizialmente non avevo idea di come continuarlo e per questo mi sono ridotta a scriverlo ieri e oggi -.-" Parlando del capitolo... i misteri si infittiscono e devo ammettere che la storia ha preso una piega davvero inaspettata! Comunque spero che questo capitolo vi sia piaciuto ! Al prossimo mese ^-^
   
 
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