I Will Always
Find You
4. Dice
il saggio: colui che sa ridere quando va tutto male, è perché ha già pensato a
chi dare la colpa.
Dunque, avete
presente quelle situazioni in cui ci si sente in pace con il mondo, talmente
felici e gioiosi che viene voglia di mettersi a ballare la conga?
Ecco, questa
di certo non è una di quelle occasioni.
Inuyasha,
Inucchan (li chiamerò così per comodità, d’ora in poi. Problemi?) e Jaken
stanno facendo gara a chi urla più alto e, parola d’onore, il rospetto ha una
vocina talmente squillante che sovrasta quella degli altri due.
Sospiro
l’ennesima volta e mi giro verso Kacchan che, sono sicura, stia per esplodere.
-Adesso
basta! Inuyasha, a cuccia!- grida la
Kagome del passato. In un secondo, il rosario che Inuyasha ha al collo si
illumina e lo trascina a terra, facendolo sprofondare nella terra per due
centimetri.
-Kagome,
dannata…- sussurra lui, mentre si rialza tutto dolorante.
Kacchan
guarda con occhi sbalorditi la sua gemella. -Wow, voglio anche io un rosario
così!- mi sussurra, facendomi ridacchiare.
-Sono
d’accordo.- le dico. -Deve essere mille volte meglio di un guinzaglio con la
scossa!-
-Piantatela:
li aiuteremo a recuperare i poteri demoniaci e a ritornare a casa! Non penso
che Naraku scappi se non lo inseguiamo per qualche settimana! E poi- aggiunge
Kagome, aggrottando le sopracciglia e ignorando allegramente i pesanti insulti
di Inuyasha -è come se stessi aiutando te stesso.-
Inuyasha si
zittisce di botto, probabilmente ponderando sul punto di vista di Kagome.
-D’accordo.
Basta che ci sbrighiamo: prima finisce questa seccatura, meglio sarà per tutti.-
dice scorbutico, alzandosi e tornando a camminare poco dietro Sesshomaru che,
nel frattempo, era andato parecchio più avanti.
Inucchan, mio
fratello, si imbroncia e incrocia le braccia. -Non capisco perché dobbiamo
viaggiare con loro! Ma hai visto che gruppo? Non resisteremo mezza giornata.-
-Preferisci
rimanere da solo con me, Maru e Kacchan?- chiedo retorica, mentre lui scuote
spaventato la testa. -Ecco, quindi non ti lamentare. Vedrai che con il loro
aiuto ce la caveremo in poco.- concludo, sebbene non ci creda più di tanto
nemmeno io.
Inucchan
sospira e incrocia le braccia e, se non fosse per i vestiti, i due mezzodemoni sarebbero identici in questo momento, con tanto
di espressioni imbronciate e orecchiette battuffolose.
Roteo gli
occhi: dopotutto, Inucchan ha ragione. Il nostro gruppo di certo non è ben
bilanciato e, tra i vari doppioni e i connubi Sesshomaru-Inuyasha delle varie
epoche, dubito che staremo tranquilli. Anzi:
vedo e prevedo una guerra mondiale!!!
…Beh, in ogni
caso, sono ragionevolmente convinta che con la forza di Fluffy
e Fluffy II il ritorno (ovvero, per chi sia
interessato a saperne di più, Sesshomaru e Inuyasha) elevata alla seconda,
riusciremo a ritrovare Kyosuke prima che il nostro tempo in quest’epoca
finisca.
-A che pensi,
Aya-chan?- mi domanda Rin,
tirandomi piano una ciocca di capelli. Scuoto la testa. -A nulla tesoro.- le
rispondo, avvicinandomi ad Ah-Uhn e facendola montare
in groppa.
Frugo per
qualche secondo nella mia borsa, sempre continuando a camminare, e tiro fuori
il mio IPod: se non ricordo male, a Rin-chan la
musica piace parecchio, così le do l’apparecchio e le poso un bacino sul nasino,
facendola ridacchiare.
Non so se sia
perché so di essere la sua reincarnazione, ma mi sento legata tantissimo a
quella bambina. D’altronde, io sono lei e lei è me. Ugh,
che discorso incasinato!
Però, chissà
quanti anni aveva quando è morta… non gliel’ho mai chiesto a Sesshomaru e, in
effetti, credo sia una delle domande tabù che non mi devono assolutamente scappare nel remoto caso
in cui un giorno mi dovessi ubriacare. Non che abbia come proposito quello di
ubriacarmi, anche se un goccetto di rum con Jack Sparrow
me lo farei volentieri… O con Johnny Depp, non sono mica così schizzinosa, io!
Ma sto
divagando.
Vedo con
piacere che tra le due Kagome si è rotto il ghiaccio, sicuramente grazie
all’argomento “Miroku depravato” che sta ampiamente coinvolgendo anche Sango,
così non me la sento di andarle a disturbare; di andare da Inucchan non se ne
parla: non vorrei essere coinvolta dalle sue lamentele petulanti -alla faccia
dei suoi cinquecento anni e passa- dato che il mio equilibrio mentale, per oggi,
è già stato abbastanza squilibrato,
quindi l’unica valida opzione è sicuramente Sesshomaru.
Quanto mi dispiace!
Trotterello
vicino a Sesshomaru -ovviamente il mio-
e gli sorrido. -Come stai?- gli domando, giusto per iniziare un discorso.
-Bene.- dice,
anche se ho come la sensazione che non sia realmente così: la sua postura è
molto tesa e mi rendo conto che è troppo rigido per essere rilassato. Beh,
d’altronde posso capirlo: avere i sensi da umani, per chi come noi è abituato
alla super-vista, super-udito, super-tutto, è un vero strazio e si è costretti
a stare sull’attenti il più possibile, per cercare di compensare a quella
mancanza.
-Posso farti
una domanda?- gli chiedo, senza pensarci.
-Non ti
aspettare una risposta.- mi dice lui, sulla difensiva.
Sbuffo.
-Volevo solo domandarti per quale ragione sei così sicuro- indico Sesshomaru di
questo tempo, che in questo momento sta guidando la spedizione -che dobbiamo
andare da quella parte.-
-Naraku è
troppo potente: uno come Kyosuke di certo non si getterebbe nelle sue grinfie
con il rischio di essere assorbito.-
Rimango in
silenzio qualche secondo. In effetti, il ragionamento non fa una piega.
-Chiaro?- mi
domanda, girandosi leggermente verso di me.
-Limpido. A
meno che non abbia fatto il nostro stesso ragionamento, convinto che anche noi
avremmo ragionato così e quindi non sia andato proprio dall’altra parte dato
che, visto che anche noi avremmo ragionato così, saremmo andati da questa parte
e così lui sarebbe stato sicuro di averci preso per i fondelli con questo
ragionamento e avesse pensato che…-
-Ayame. Basta.-
Mi zittisco
di botto, riuscendo finalmente a prendere una boccata d’aria.
-Però il mio
ragionamento ha un senso.- sussurro piccata, attirando l’attenzione di Jaken
che, data la nostra vicinanza con lui e il suo padrone, ha sentito fino
all’ultima sillaba del mio sproloquio.
-Osi supporre
che il Grande Signor Sesshomaru si sia sbagliato?- mi chiede con la sua vocina
acuta, facendo girare leggermente anche il suddetto Grande Signore verso di
noi.
-Per carità!
Lungi da me la sola idea di aver insinuato una scempiaggine come questa.- gli
rispondo, alzando le mani verso l’alto e guardandolo con gli occhi spalancati.
Spero che il Grande Signore non abbia notato l’ironia nella mia voce,
altrimenti temo in una sua rappresaglia.
-Ti conviene,
ragazzina!- esclama, sventolandomi senza alcun riguardo il suo raccapricciante
bastone sotto il naso. -Altrimenti Padron Sesshomaru potrebbe…- e qui si lancia
in una serie infinita di tutte le cose che Padron Sesshomaru potrebbe o non
potrebbe farmi, ma che non ho la forza di ascoltare interamente. Spero possiate
perdonarmi.
-… con la sua
potentissima frusta di luce!- esclama ad un tratto il rospetto e io esco dal
mio stato catatonico.
-Ah, ma
davvero?- dico a mezza voce, disinteressata, iniziando ad armeggiare con il mio
cellulare: chissà che riesca a trovare una canzone abbastanza alta da coprire
le insulse chiacchiere di sto demonietto.
Dopo un paio
di minuti mi arrendo e spengo l’apparecchio demoralizzata: non c’è modo al
mondo per far cessare la fiumana di complimenti verso Sesshomaru, così mi
limito a sospirare e a continuare a camminare, concentrandomi solo sulla
presenza del mio Maru al mio fianco.
Ci fermiamo
in una piccola radura solo al tramonto e, come è logico, quasi tutti ci
accasciamo al suolo, sfiniti. Guardo con la coda dell’occhio Maru e lo vedo
alquanto contrariato a causa della sua stanchezza. Quasi mi faccio scappare un
risolino: dopotutto, Sesshomaru alla scoperta della scomodità di avere un corpo
umano è piuttosto divertente.
-Non ne posso
più.- sussurra il piccolo demone volpe -che mi pare si chiami Shippo- a Kagome,
che era stata usata dal suddetto come mezzo di trasporto per tutto il tempo.
-Si, in
effetti viaggiare con Sesshomaru è piuttosto faticoso…- gli risponde la
ragazza, subito seguita da uno sbuffo di Kacchan, che si è distesa nel prato
con le braccia spalancate.
-Ma se non
hai mosso un muscolo per tutto il tempo, moscerino!- lo rimbecca Inuyasha,
avvicinandosi con fare minaccioso.
Il cucciolo
si nasconde dietro le spalle di Kagome. -Kagomeee,
Inuyasha mi tratta maleeee!-
-Inuyasha! A cuccia!-
E come è
prevedibile Inuyasha si schianta fragorosamente a terra.
Però… ha
parecchi assi nella manica quel bambino.
Riesce a infinocchiare Inuyasha come se niente fosse… dovrei farmi insegnare
qualche trucchetto!
Scoppio a
ridere, guadagnandomi qualche occhiata divertita da Kagome e da Sango, mentre
Miroku, gambe e braccia incrociate, si limita a scuotere la testa.
-Non ridere
tu, dannata!- mi sbraita Inuyasha, alzandosi e guardandomi minaccioso. Oh,
proprio non sa con chi ha a che fare.
-Senti un
po’, tu, in futuro diventerò pure tua
sorella, ma vedi di trattarmi con un po’ di rispetto, hai capito?-
-Come osi
tu…-
-…parlare
così a me?!?- termino io, riconoscendo in quella frase il marchio di fabbrica
di Inucchan. Ogni tanto lui e il fratello si assomigliano in modo tremendamente
irritante.
-Tu lo sai
chi sono io?- esclama l’altro tutto incazzato, tirando fuori Tessaiga che, immediatamente, si trasforma nello spadone
inquietante di quella mattina.
-Sfortunatamente:
si.- dico io, ignorando Inucchan che spalanca pollice e indice di entrambe le
mani, nel gesto universalmente noto come “mi state rompendo i coglioni”. -Ti ho
in casa ventiquattro ore al giorno.-
-Ehi! Non
mettere di mezzo me, adesso!- dice il suddetto dalla sua posizione a gambe
penzoloni sopra il ramo di un albero. Io alzo la testa e lo guardo ironica.
-Ti faccio
vedere io…- attira la mia attenzione Inuyasha che, a quanto pare, ha
assolutamente bisogno di un capro espiatorio per il suo nervoso di non poter
più seguire Naraku e di dover viaggiare con suo fratello moltiplicato per due.
E con Jaken, che secondo me è il trauma peggiore.
Io guardo con
un sopracciglio alzato la punta della spada che è a due centimetri dal mio naso
e, a quel punto, iniziano a scoppiarmi i nervi. Così prendo la lama della spada
in mano e faccio forza per spostarla dalla sua attuale posizione.
-Ma fammi il
piace…- mi interrompo perché la tale spada inizia a sfrigolare sotto le mie
mani, prima di ritornare un semplice pezzo di ferraglia arrugginito.
-Oh, oh…-
sussurro, mentre tutti intorno a me si zittiscono dalle chiacchiere. Ho come la
sensazione che Miroku e Inucchan abbiano addirittura scommesso su chi dei due
ce l’avrebbe avuta vinta.
-Cosa… cosa
hai fatto a Tessaiga?!?- grida Inuyasha, guardando
scioccato il suo ex-spadone.
-Eheh… ops…- borbotto,
stringendomi le mani dietro la schiena e facendo un paio di passi indietro.
Miroku si
avvicina lentamente e sfiora Tessaiga. -L’ha
purificata!-
-Ha fatto
cosa?!?- chiede Inuyasha scioccato a Miroku. -Hai fatto cosa?!?- dice poi verso
di me, non lasciando tempo al monaco di ripetere.
-Non… non
l’ho fatto apposta. E’ che quando provo emozioni forti i poteri spirituali
vanno fuori controllo e…-
-Poteri
spirituali?- mi interrompe Miroku. -Se sei una mezzodemone?-
-Mia madre
era una sacerdotessa abbastanza potente e quindi…-
-Tu! Falla
ritornare come prima!-
Sbuffo,
interrotta per la seconda volta, e mi rigiro verso Inuyasha. Wow: se gli sguardi
potessero uccidere sarei già decrepita in questo momento.
-Non posso.
Non sono un Kami, non faccio miracoli: altrimenti di
certo non sarei qui con te, ma in una villa con piscina o a bermi un cocktail in
riva al mare…- con Sesshomaru. In costume, ovviamente. O anche senza. Oh, ma
sto divagando di nuovo.
-Non mi
prendere in giro, ragazzina!- sbraita Inuyasha, minacciandomi, questa volta,
con il suo adorabile ditino demoniaco.
-Come se tu
dimostrassi chissà che età!-
E’ che
proprio non ce la faccio a trattenermi! Solo i Kami
-e mamma e papà- sanno quanto ci abbiamo messo io e Inuyasha ad andare
d’accordo quando sono andata ad abitare con loro.
Inuyasha,
come d’altronde mi aspettavo, ringhia e mi salta addosso. Faccio un volo di un
paio di metri e l’impatto con il terreno mi toglie il respiro per qualche
secondo, tuttavia ciò che mi preoccupa di più è sicuramente il mezzodemone
incazzato che mi sta inchiodando sull’erba.
Sento a mala
pena il grido di Kagome, che intima ad Inuyasha di lasciarmi stare e lo sbuffo
di Maru, ormai abituato a scene del genere.
-Oh, per
cortesia Inuyasha…- sussurro, dandogli una ginocchiata pericolosamente vicina
alle parti basse e togliendomelo di dosso. Immediatamente, arriva
tempestivamente l’A cuccia di
Kagome. E’ ogni volta uno spettacolo vedere questa macchia rossa schiantarsi a
terra.
-A cuccia, a cuccia, a cuccia, a cuccia, a
cuccia, a cuccia, a cuccia, a cuccia, a cuccia, a cuccia, a cuccia, a cuccia, a
cuccia, a cuccia, a cuccia, a cuccia, a cuccia, a cuccia, a
cuccia, a cuccia, a cuccia, a cuccia,
a cuccia, a cuccia, a cuccia, a cuccia, a cuccia, a cuccia, a cuccia, a cuccia,
a cuccia, a cuccia, a cuccia, a cuccia, a cuccia, a cuccia, a cuccia…-
Mi alzo
lentamente, guardando allibita Inuyasha sprofondare sempre di più nella terra.
-Ugh…- sussurro, mentre mi tolgo la polvere dai vestiti.
-Kagome,
Kagome, basta!- esclama Inucchan, avvicinandosi a lei e prendendola per le
spalle iniziando a scuoterla lentamente, preoccupato per il suo doppione
maleducato. Io spalanco gli occhi, alla vista di Kacchan: sguardo più furioso
non credo di averlo mai visto sul suo viso. Fortunatamente -o sfortunatamente-
nemmeno Inucchan se ne accorge sicché, mentre l’imbecille si rialza dopo tutti
gli A cuccia di Kagome, quello viene
verso di me, guardandomi con rimprovero.
-Hai
purificato Tessaiga!- dice, sottolineando l’ovvio,
come per spiegarmi il gesto del suo gemello.
-Noooo! Giura!- esclamo io ironica, incrociando le braccia
sotto il seno e facendo ridacchiare Sango, Kagome e Rin-chan.
-Non fare la
spiritosa con me, Ayame.-
-Scusami sai
se il tuo clone imbecille mi stava puntando addosso una spada che uccide cento
demoni con un solo fendente! Scusami, eh!- grido, imitando maldestramente
l’occhiataccia rivoltagli poco prima da Kacchan. Inucchan fa un paio di passi
indietro.
-E comunque,
giusto perché tu lo sappia anche se sono sicura che lo sai già, sei un grande
imbecille.- decreto, prima di prendere Tessaiga
arrugginita da terra -che non mi si venga a dire poi che Inuyasha ha cura delle
sue cose!- e passarla ad Inuyasha, che si sta massaggiando dolorante la fronte.
Il
mezzodemone mi strappa di mano la spada e la infila nuovamente nel fodero,
mormorando un “Tsk” e andandosene con il nasino per
aria, offeso. Io alzo gli occhi al cielo e, quando incontro lo sguardo di Maru,
gli faccio l’occhiolino; poi mi vado a sedere tra Miroku e Kacchan e mentre il
monaco mi passa il ramen istantaneo -portato da
Kagome in quest’epoca- la mia amica mi si avvicina.
-Aya-chan…ma Inuyasha recupererà i ricordi di questi momenti
quando torneremo a casa?- chiede, minacciando un tic all’occhio dovuto
probabilmente all’atteggiamento intimo che poco fa ha avuto Inucchan nei
confronti di Kagome.
Io annuisco,
con la bocca piena di ramen: non ci crederete, ma litigare
con Inuyasha mi fa sempre venire una gran fame! -Certo, come Sesshomaru.-
Kacchan si
imbroncia. -Quanto mi piacerebbe poterlo mandare A cuccia…- sussurra, mescolando avvilitala sua cena.
-Beh, basta
chiedere!- esclama la Kagome di questo tempo, dando una pacca sulla spalla a
Kacchan. Lei la guarda un po’ di sbieco.
-Dici
davvero?-
-Certo!
Guarda: Inuyasha?-
Entrambi si
girano nella sua direzione, curiosi.
-A cuccia!-
Angolino
dell’autrice: Buon
pomeriggio! Come avete trovato questo capitolo? Io, devo ammettere, sono un po’
perplessa: non mi convince moltissimo, ma a voi il giudizio!
In ogni caso,
mi sono divertita tantissimo a descrivere Kacchan gelosa del suo Inuyasha,
tanto che ho deciso di prolungare per qualche altro capitolo questo “litigio”.
Vi invito a
lasciarmi il vostro parere e ringrazio tantissimo chi ha recensito lo scorso
capitolo e chi ha inserito questa storia in una delle liste. Grazie infinite!
Alla prossima,
Sami