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Autore: _Pulse_    14/05/2009    6 recensioni
- Sei odioso. Sicuro che ti ho immaginato io così?   
- Beh, penso di sì.
- Allora ho sbagliato.
Soffocò una risata e mi sfiorò il collo con le labbra.
- Perché non ti sfoghi su di me? Sono sempre frutto della tua immaginazione, no? Non puoi annoiarmi, a meno che tu non lo immagini.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota: Ciaociao, eccomi di nuovo qui! Questo è il penultimo capitolo purtroppo X°(  e spero che vi piaccia tanto quanto gli altri, anche di più, perchè io mi sono davvero divertita tanto a scriverlo! Eheheh ^^ Per capire cosa intendo dovete leggere! Grazie a tutti! Ciao, baci!
(Ringraziamenti ufficiali alla fine!!)

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- Non sono d’accordo, sappilo!

- Sì, lo so, me l’hai detto almeno cento volte in un quarto d’ora.

- In verità centododici.

- Oh, ma come siamo precisi…

- Già, la precisione non è mai troppa.

Ci guardammo negli occhi e trattenni una risata.

- Sai, è brutto parlare con qualcuno che sussurra per non farsi credere pazzo.

- È brutto anche per me. Ma vedrai che da oggi pomeriggio sarà tutto diverso.

- Ma perché dobbiamo…

- Devo.

- Perché devi vedere Matteo, prima? Giuro, non lo sopporto!

- La gelosia è una brutta rogna -, sghignazzai.

- Divertente!

- Sì, lo so.

- No, davvero, perché devi vederlo?

- Perché non voglio che pensi che lo stia solo prendendo in giro. Almeno, che non era il mio intento!

- Secondo me se l’è meritato, quella volta. E poi dovevi vedere me, eh! Ma ti importa così tanto dell’opinione della gente? Non potresti semplicemente fregartene?

- No, non è un fatto di opinioni, ma di sentirmi me stessa: se io venissi presa per una persona che non sono… mi darebbe fastidio.

- Devi ignorarli.

- È più complicato di quanto sembra.

- Vorrei abbracciarti.

- Già, io finirei per abbracciare il vuoto.

- Già. Uff… non vedo l’ora di diventare reale! Com’è?

- Essere reale?

- Sì.

- Beh… non saprei. Sicuramente non ci sono tutti i problemi che hai tu con me.

- Si può morire, vero?

- Ovviamente. Voi non morite?

- Solo se una persona ci cancella dalla sua testa.

- Capisco. Ma… questo tipo di relazione… insomma, l’ha fatto altra gente prima? Stare insieme ad un ragazzo immaginario, intendo.

- Boh, io conosco solo te.

- Sai che quando si è reali si soffre di gelosia?

- Sì, la soffro anch’io se è per questo.

- E si è attratti anche da altre persone?

- Già, come te e Matteo.

- Esatto. Si creeranno dei problemi da umani.

- Non mi preoccupano i litigi, tanto lo facciamo continuamente.

- Sì, su questo non ci piove.

- Oh, arriva Matteo.

- Eccolo, si comincia.

Matteo mi raggiunse al tavolo del solito bar e io mi alzai per baciarlo sulla guancia a mo’ di saluto, mentre l’idiota continuava a ringhiare di rabbia e io non lo consideravo.

- Ciao Ary.

- Ciao Matteo. Come va?

- Tutto bene, tu?

- Sì, va. Allora, che mi racconti?

Ci mettemmo seduti l’uno di fronte all’altro e per poco l’idiota non venne schiacciato da Matteo. Gli bestemmiò contro facendomi sorridere e si sistemò al mio fianco con le braccia strette al petto.

- Nulla di particolare. Tu, piuttosto, perché mi hai fatto venire qui?

- Volevo scusarmi per l’altro giorno.

- Oh, quando sei scappata via!

- Guarda che tu hai fatto la stessa cosa, ora sai come ci si sente.

- Ma io non avevo fatto niente! Tu parlavi da sola, porca miseria!

- Io lo odio, con tutto il mio cuore irreale -, sussurrò l’idiota.

- Io avevo un vero impegno, al contrario di te.

- E quale sarebbe, scusa?

- Un… un mio amico. Dovevo andare da un mio amico.

- Oh, bene! Uscivi con me quando avevi un altro!

- Nessuno ti ha spiegato la differenza tra amico e fidanzato?

- Va bè, non ho voglia di discutere. Posso andare, ora?

- Ok, per me puoi andare. Se non accetti le mie scuse sei tu che ci perdi.

- Oh, meglio perderla una come te che trovarla.

- Oh, non credo proprio.

- Convinta tu.

- L’importante è crederci.

- Addio, psicopatica!

- Addio, stronzo!

Si alzò sbattendo le mani sul tavolo e uscì fuori a passo spedito, il viso rosso dalla rabbia.

- Wow, che spettacolo! Questa sì che si chiama rivincita! -, esultò l’idiota mettendomi le braccia al collo e baciandomi la guancia.

- Sì, sono stata brava, ne?

- Gli hai tenuto testa alla grande!

- Ary! Mi devi spiegare tutto quello che è successo! Certo, ho seguito molto attentamente tutto quello che vi siete detti, ma mi sa che mi sono persa qualche passaggio!

Diana si era messa di fronte a me e aveva incominciato a parlare a raffica, eccitata e curiosa per la nostra litigata pubblica. Era proprio forte, la mia amica. Eh già, eravamo diventate amiche dalla nostra prima chiacchierata. Era facile parlare con lei, mi ci trovavo bene.

- Ah, questa è la cameriera carina! -, disse l’idiota al mio fianco.

Gli tirai una gomitata nel fianco con fare distratto, sorridendo a Diana che continuava a parlare e a fare supposizioni e a complimentarsi per le mie frasi d’effetto.

- Ary, ma mi stai ascoltando? Perché guardi fuori dal vetro?

In realtà non stavo guardando fuori, stavo guardando l’idiota al mio fianco che mi accarezzava i capelli con un sorriso dolce sulle labbra.

- Che cosa? -, chiesi ancora persa nei suoi occhi.

- Senti, non è giornata, eh? Me lo racconterai un’altra volta -, si alzò e se ne andò.

- Quanto sei idiota -, sussurrai a lui.

- Ehi! Smettila con questi insulti gratuiti! A proposito, dovremo cercarmi un nome!

- Sai che non hai tutti i torti? Andiamo.

Uscii fuori dalla panca e insieme ci dirigemmo verso il supermercato più vicino, in cerca di un libro contente tutti i nomi che di solito consultavano i genitori quando doveva nascere il proprio bambino.

Dopo averlo trovato ci appoggiammo ad una scaletta abbandonata lì dopo l’utilizzo e lo sfogliammo assieme, in silenzio per non farci scoprire dalla gente che andava e veniva. Io gli indicavo il nome e lui mi diceva «può andare», «no» o «boh».

- Qui non finiremo mai -, sussurrai sconfortata.

- Ne mancano ancora tanti?

- Vedi te!

Una donna entrò nella corsia e sfogliò qualche rivista, mentre il suo bambino, di cinque o sei anni, se andava in giro trotterellando.

- Diamond, dai, andiamo -, lo richiamò.

Un segno del destino!

- Che te ne pare di Diamond? -, gli sussurrai.

- A te piace?

- Sì, a te? Sai che in inglese vuol dire diamante?

- Davvero?

- Già, tu sei bello e prezioso come un diamante, è perfetto per te -, arrossii dicendoglielo.

- Sei davvero bella quando arrossisci, sai?

- Grazie -, la voce era andata a farsi fottere.

Rise soffocato e mi baciò sulla testa, poi mi fece alzare e scendere dalla scaletta.

- Dai, andiamo, è quasi ora -, disse.

- Hai paura?

- Cosa te lo fa credere?

- Come mi tieni forte la mano, forse.

Guardammo entrambi le nostre mani unite e lui sorrise imbarazzato portandosi l’altra sul collo.

- Ah ah, beccato!

- Ok, hai vinto tu. Sono un po’ agitato, lo ammetto.

- Ci sarò io al tuo fianco.

- Bene.

***

Era davvero strano. Ma cosa mi potevo aspettare? Era un posto un po’ spettrale, ma c’era lui accanto a me e non dovevo avere paura. Quello era l’unico modo per far diventare un mio sogno la realtà.

- Il prossimo! -, gridò una vocina stridula dietro la porta da cui era appena uscito un uomo strambo, un sorriso tirato e le mani strette nervosamente davanti al petto. E poi dicevano che ero io la pazza!

Io e l’id… Diamond, ci guardammo e respirammo profondamente prima di entrare.

La stanza era piccola e circolare, con una poltrona imbottita e un grande tavolo al centro, ricoperto da due lenzuoli di colore diverso: azzurro sotto e violetto sopra. In mezzo ad esso c’era la famosa palla di vetro che utilizzavano di solito le veggenti per prevedere il futuro. Il luogo era poco illuminato, con luci che andavano dall’azzurro al viola ad intermittenza. Era irritante dopo un po’, ma non ci pensai.

Un venticello gelido mi scompigliò i capelli e vidi una ragazzina dai capelli neri e dagli inquietanti occhi gialli fissarmi incuriosita il viso in punta di piedi.

- Ehm… ciao -, dissi.

- E tu… che cosa vorresti? Il futuro a volte non è così bello.

- Tabita! Quante volte ti ho detto di non importunare i miei clienti?! -, disse ancora la vocina stridula.

Mi guardai in giro, ma non c’era nessuno nella stanza, a meno che non fosse invisibile. Guardai Diamond spaventata, stringendogli di più la mano. Ora capivo perché quell’uomo si era ritrovato in quelle condizioni dopo essere stato lì dentro.

- Uffa mamma, mi stavo solo divertendo un pochino! -, ridacchiò la bambina.

- Lo sai che non devi divertirti con i clienti!

- Scusate se interrompo, ma… dov’è la tua mamma, Tabita? -, balbettai.

Lei fece un sorrisino e si avvicinò al tavolo. Alzò un angolo di lenzuolo e rivelò la madre sotto di esso, rannicchiata e con un’ampolla che emanava un gas rosato in mano.

- Salve! -, disse per niente imbarazzata.

- Scusi, ma… posso sapere perché sta sotto al tavolo?

- Oh, niente cara! Controllavo se la pozione dell’amore era pronta! Hihihi!

Aveva una risata da vera pazza, come la sua pettinatura. Bill Kaulitz dei Tokio Hotel non poteva competere! Aveva i capelli neri come la figlia, però perfettamente a punta sulla testa, lucidi e rigidi. Sembrava che avesse appena preso la scossa.

- Oh, wow. Non credevo esistessero cose del genere.

- Ma certo che esistono! Hihihi!

Uscì gattonando da sotto al tavolo e mi si piazzò davanti, mostrandomi l’ampolla a pochi millimetri dal viso. Emanava un profumo davvero dolce, ma poteva essere benissimo apparenza.

- Una sola goccia e l’amore è assicurato! Vuoi provare?

- Ehm… no, grazie.

- Come vuoi -, scrollò le spalle e si avviò verso l’armadio a scaffale.

- Brava, mamma finisce sempre per fare qualche guaio -, mi sussurrò la ragazzina.

- Guarda che ti ho sentita, Tabita!

- Scusa, mamma.

La veggente, o qualsiasi cosa fosse, si avvicinò alla sua sfera e la sfiorò con un’unghia laccata di giallo. (Giallo, dico!)

- Oh, che cosa abbiamo qui? -, sollevò lo sguardo, ma non guardò me, bensì al mio fianco.

- Che… cosa? -, chiesi stringendomi di più a Diamond.

- Mamma, cos’è?

- Oh, piccola, tu sei troppo piccola ed inesperta per vedere gli irreali.

- Un irreale?! Wow, mamma posso vederlo?! Ti prego, ti prego, ti prego! È al prima volta che ne incontro uno! -, saltellò la ragazzina.

- Ma queste due fulminate parlano tranquillamente di me? Come fanno a vedermi? -, mi chiese lui.

- Queste due fulminate ti vedono eccome, ragazzo mio, e ti sentono pure! Hihihi! -, gettò il capo all’indietro per concedersi ad una risata più ampia.

- Oh, che sbadata, io sono Adalgisa, la vostra maga fattucchiera ed esperta di magia ultraterrena preferita ed unica sul mercato! -, fece un giro su se stessa a braccia aperte, ridacchiando, lasciando che il vestito arancione a pezze verdi la rincorresse.

- Io sono Arianna, è un vero… ehm… piacere… conoscerla.

- E il ragazzuolo al tuo fianco? Uhm?

- Diamond… penso.

- Oh, che cosa tenera, non avete ancora scelto il nome? -, unì le mani sul petto.

- Ahm, in verità lo abbiamo concordato prima -, disse lui.

- Uh, come sei dolce. Da quanto vi conoscete?

- Mamma, io voglio vederlo!

- Tabita, non sai portare pazienza!

Ma la madre l’accontentò e andò a cercare qualcosa fra un mucchio di cianfrusaglie, borbottando che prima o poi avrebbe dovuto mettere in ordine. Quando la ricerca finalmente finì, dopo uno sguardo poco tranquillo tra me e Diamond, le porse una lente d’ingrandimento e lei saltellò contenta portandosela al viso.

- Non credevo di essere così piccolo -, disse lui alzando le sopracciglia di fronte alla ragazzina stupita, mentre lo osservava in lungo e in largo.

- Oh, no, no, no! Non è una lente d’ingrandimento, in realtà! È solo una lente visualizzatrice di irrealtà! Hihihi!

- Oh, bello.

- Mamma, ma non ha né tentacoli né bava verde che esce dalla bocca! -, si lamentò delusa.

- Che?! -, dissimo contemporaneamente io e Diamond.

- Piccolina, gli irreali prendono forme diverse, dipende dalla mente che li crea! Anzi, complimenti...

- Arianna.

- Oh, giusto, Arianna. Hihihi!

Ok, quella tizia era strana forte, ma in fondo era simpatica. Molto in fondo.

- Qual buon vento vi ha portati qui? -, chiese assumendo un’aria professionale, per quanto potesse realmente sembrare professionale.

- Oh, noi… noi ci… ci chiedevamo se era possibile…

- Farmi diventare reale -, mi aiutò lui.

- Oh, capisco! Hihihi!

- Crede che si potrebbe fare?

- Sì, lo credo!

- Bene! Che stiamo aspettando?

- Ma sei sicuro della tua scelta?

- Sì, ormai ho preso la mia decisione.

- Allora è perfetto! Da quanto tempo sognavo questo momento! Finalmente farò ripartire i miei adorati bambini! Hihihi.

Tabita ci guardò e si indicò la tempia, sussurrando:
- I suoi bambini sono i suoi macchinari. Io sono figlia unica.

- Oh, capisco.

- Seguitemi, seguitemi, forza! -, ci invogliò Adalgisa agitando la mano.

Aprì una porticina nascosta e sia io che Diamond dovettimo abbassare la testa per non farci male, visto che il cunicolo buio che stavamo attraversando era alto su misura per la veggente e sua figlia.

Si sentivano i nostri passi come se camminassimo su una superficie di metallo, era l’esperienza più inquietante che avessi mai vissuto. In più Adalgisa ogni tanto parlottava da sola dicendo cose assurde in una lingua assurda. Menomale che c’era Diamond con me.

- Eccoci qui, eccoci qui -, canticchiò estasiata aprendo un’altra porta.

Ci ritrovammo in un’altra stanza, molto più tecnologica, sembrava quasi un laboratorio, con strumenti per analizzare le sostanze e un grande schermo a cristalli liquidi alla parete, seguito da altri monitor più piccoli collegati a diverse tastiere. Da quello che vedevo sembravano dei computer molto tecnologici. Ma del bizzarro doveva esserci pure lì, no? Non a caso c’era una scimmietta con un camice bianco e gli occhiali con in mano una provetta chiusa, che agitava con insistenza.

- E quella… quella? -, chiesi ad occhi sgranati, indicandola con il dito.

- Ho un nome io, signorina.

- Cosa? Ma parla! -, gridai.

- Che bella scoperta, complimenti.

Quella scimmia, incanalato il fatto che parlasse, aveva il tono di voce molto simile a quello di mio padre. Lo ricordai e pensai che erano anni ormai che non lo sentivo, eppure riconoscevo ancora così bene la sua voce.

- Noto con piacere che riesci a vedere anche gli altri irreali, complimenti! Hihihi! -, disse con gli occhi brillanti Adalgisa.

- Ah, davvero?

- Sì, questo è Mr. Huge.

- Piacere Mr. Huge! -, lo salutò Diamond quasi danzando verso di lui.

- Gli irreali si trovano molto simpatici a vicenda -, mi sussurrò Tabita.

- Chissà come mai l’avevo notato.

Lui e Mr. Huge parlavano fitti fitti, sorridendo e dandosi pacche amichevoli sulle spalle, mentre Adalgisa sistemava con un cacciavite un cerchio di metallo robusto alto come una persona. Mi chiesi a cosa servisse, ma poi Diamond mi distrasse e mi fece avvicinare.

- Com’è simpatico Mr. Huge! -, disse.

- Mi fa piacere.

Lui mi controllò da capo a piedi e poi fece un’espressione di sufficienza, mettendo a posto la provetta contente un liquido bluastro e prenderne un’altra da agitare.

Sentii uno strano ronzio alle mie spalle ed ebbi seriamente paura di girarmi, ma poi venimmo tutti accecati da una luce azzurra intensa proveniente dall’interno del cerchio metallico.

- Ecco, ce l’ho fatta! -, esultò Adalgisa.

Mi coprii il viso con un braccio, tentando di vedere qualcosa.

- E quella roba cos’è? -, chiese Diamond.

- Nome tecnico troppo lungo da dire, tanto non te lo ricorderesti comunque -, disse tranquilla Tabita.

- Viva la sincerità… -, mormorai.

- È ciò che ti permetterà di diventare reale, un umano a tutti gli effetti -, rispose infine Mr. Huge.

- Oh, capisco. Mi chiedevo una cosa.

- Esponimi ogni tuo dubbio, amico mio.

- Mi chiedevo: quante probabilite ci sono che io cambi, da questo stadio a quello reale?

- Uhm… -, si grattò il mento. - Un trenta per cento minimo.

- Oh, beh, credevo peggio -, dissi.

Diamond si girò verso di me e aprì le braccia. Mi ci fiondai senza pensarci due volte e affondai il viso nel suo petto accarezzandogli i capelli e piangendo.

- Shhh, Ary, stai tranquilla, andrà tutto bene.

- E se davvero cambiassi? Se non fossi più tu?

- Ary…

- Ho paura.

- Non devi averne, perché io…

- Cosa?

- Beh, io…

Alzai gli occhi e mi asciugai le lacrime con il dorso della mano, tirando su col naso.

- Io ti amo, piccola.

- Davvero? -, mi sentivo bruciare, ma non potevo non sorridere.

- Sì, davvero -, sussurrò con la fronte appoggiata alla mia.

- Ma è… non può essere un pensiero tuo!

Diamond sbuffò innervosito e poi sfregò il suo naso contro il mio.

- Sei così stupida… Allora te lo dirò quando uscirò da lì.

Sorrise e mi sistemò i capelli dietro le orecchie. Stava per baciarmi, ma Mr. Huge si mise in mezzo saltandogli sulla maglia. Non gli stavo proprio simpatica.

- Basta con queste smancerie! È ora di andare, Diamond.

- Ok.

Fece un lungo respiro e mi guardò per un’ultima volta, avviandosi verso la luce.

- Buona fortuna -, gli disse Adalgisa.

- Che cosa? Che vuol dire Buona fortuna?! Ci sono probabilità che la cosa non vada a buon fine?! -, gridai disperata.

- No, cara, no! -, negò con le mani. - Era solo per dire! Hihihi!

Se ride così un’altra volta giuro che la rado a zero!

Diamond mi sorrise ed entrò nella luce, io non facevo altro che mangiucchiarmi le unghie nervosamente.

Mr. Huge mi tirò un coppino ridacchiando e gli lanciai un’occhiata fulminante. Se Diamond fosse uscito tutto intero da lì lo avrei corrotto per litigare con quell’essere spregevole.

- Quanto ci vorrà? -, chiesi in ansia.

- A far cosa?

Mi girai verso la porta luminosa e vidi Diamond, bello e perfetto come sempre, che mi sorrideva in quel modo… da far impazzire.

- Diamond! -, gridai in lacrime di gioia.

- Piccola!

Mi lanciai fra le sue braccia, lui mi strinse e mi sollevò da terra facendomi girare. La sua presa era così… reale! O era solo una mia impressione?

- Stai bene!

- Sì, sto bene, perché?

- Ma ha funzionato? Adesso è… reale? -, guardai Adalgisa.

Lei annuì e sua figlia pure, togliendosi la lente dall’occhio. Riusciva a vederlo pure lei, senza usare quell’affare, quindi voleva dire che era andato tutto bene! E che era rimasto perfettamente se stesso!

- Oh, sono così felice che tu stia bene!

- Anch’io! Com’è bello poterti abbracciare davvero!

- Non vuoi provare cosa vuol dire baciare da essere reale? -, sorrisi maliziosa.

- Dovrei?

- Credo proprio di sì!

- Allora credo proprio che proverò. Però aspetta, devo dirti una cosa prima.

Iniziai a tremare, ma feci lo stesso un sorriso, abbastanza imbarazzato.

- Ti amo, Ary -, sussurrò con le mani sulle mie guance.

- Oh, anch’io idiota!

- Ehi!

Si avvicinò e sta volta tenni lontano Mr. Huge con una mano, mentre mi baciava come mai aveva fatto: con passione.

- Che belle le storie d’amore, non trovi tesoro? -, chiese Adalgisa a sua figlia Tabita.

- Mmh, a me sarebbe piaciuto di più vedere un irreale con i tentacoli e la bava verde.

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Nota: La scelta del nome è stata davvero ardua! Mi sono scervellata fino a che non mi è uscito il fumo dalle orecchie, ma ne è valsa la pena! A me personalmente Diamond (si legge Daiamond - Credo... XD -) mi piace molto come nome e credo anche che gli stia a pennello! Comunque fatemi sapere cosa ne pensate!

Ringraziamenti:

ElisabethXD: Grazie mille per tutti i complimenti, ma per colpa tua mi sono montata un sacco la testa! Na, scherzo!! Mi fanno sempre tanto piacere! Baci anche a te, continua a seguire! E grazie per tutte le altre recensioni alle altre mie storie!! ^^

hikary: Eheh, hai visto? L'ho continuata e sono contenta di averlo fatto, perchè vi piace davvero tanto! Sono felicissima anch'io. Spero che il nome che ho dato al nostro Lui sia di tuo gradimento XD. Grazie mille, anche per l'imbocca al lupo con il tedesco. Ti farò sapere in qualche modo com'è andata!

Alebluerose91: Grazie mille! Un abbraccio!

Lally_the best: Grazie Lally! (Posso chiamarti Lally? XD) Sono molto contenta che ti piaccia e non importa per gli altri capitoli, so che sono troppo veloce e non tutti fanno in tempo, ma che ci posso fare? La tastiera chiama e io rispondo!! Eheh, grazie mille.

ilachan89yamapi: Grazie, semplicemente.

billy_72: Bella, mi è piaciuta un casino la tua recensione!! Sì, la penso come te: almeno una volta nella vita sarà capitato e capiterà a tutti di sognare il proprio principe azzurro... e magari anche di trovarlo!! Grazie mille, mi hanno fatto davvero molto piacere le tue parole!!

ChasingTheSun: Grazie mille, e ringrazio anche questa storia perchè riesce ad emozionare te e anche molte altre persone!! Grazie, un abbraccio.

Grazie di cuore anche a tutti quelli che leggono, mi fa felice vedere che vi piaccia così tanto! Ci vediamo con il prossimo ed ultimo capitolo, l'epilogo. A presto, baci! _Ary_

E recensite in tanti, mi raccomando!! XD

   
 
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