Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: simoSQ    06/11/2016    1 recensioni
Emma detesta gli ospedali, da quando ha avuto Mya non ha fatto altro che passare il suo tempo lì dentro. Era diventato quasi come una seconda casa. Una seconda casa orribile...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

To the bottom of the sea, I’d go to find you

Climb the highest peak to be right beside you

Every step I take, I’m keeping you in mine

 

[Double Rainbow, Katy Perry]

 

 

 

 

 

 

Erano trascorsi esattamente quindici minuti da quando Regina aveva poggiato la testa sul cuscino. Stesa su uno degli scomodi letti in una delle stanzette del suo reparto.

Ormai aveva perso la cognizione del tempo e non aveva neppure le forze per calcolare da quante ore era rinchiusa in ospedale, probabilmente più di un giorno, se non due o addirittura tre.

Si erano susseguite diverse emergenze e ogni volta che tentava di tornare a casa, il suo cercapersone ricominciava a suonare, facendola correre nella direzione opposta al suo appartamento.

Aveva appena chiuso gli occhi quando il bip del suo cercapersone risuonò nella stanza.

La donna sbuffò prima di controllare lo schermo.

 

-Ancora?! E’ troppo chiedere un momento di pausa?!- disse

 

Si raddrizzò la divisa e s’infilò il camice, lasciando mal volentieri la stanza.

Che diavolo volevano ancora da lei? Era come se in quell’ospedale non ci fossero altri medici.

Certo, lei era migliore, ma esistevano altri mille dottori in quel posto.

Nonostante la stanchezza, si diresse con disinvoltura alla reception, rivolgendosi all’infermiere di turno.

 

 -Qualcuno mi ha chiamata?- chiese seccata

 

-Si Dottoressa Mills…Una donna ha chiesto di lei, stanza 108- rispose il ragazzo

 

Regina sapeva benissimo chi la stava cercando, aveva memorizzato il numero di quella stanza.

 

Non appena arrivò davanti alla porta si fermò, si poggiò alla parete quasi come a voler prendere fiato. Si prese la testa tra le mani e si massaggiò le tempie.

Che diavolo le stava succedendo?

 

-Ehi, eccoti qui!-  

 

Regina sobbalzò dallo spavento.

 

-Tutto bene?- chiese la donna che, appoggiata allo stipite della porta, la osservava perplessa

 

-Emma…- rispose Regina con un filo di voce –si…tutto bene grazie! L’infermiere alla reception ha detto che mi cercavi. E’ successo qualcosa? Ho controllato Mya un’ora fa e stava benissimo. I parametri vitali sono tornati al loro posto, non ha febbre, lo sfogo sta passando ed ha ripreso a respirare da sola.- disse poi tutto d’un fiato

 

Emma sorrise prima di avvicinarsi alla bruna

 

-Regina…Mya sta bene, ma non posso dire altrettanto di te. Sei pallida e hai delle occhiaie da paura- rise

 Regina la fulminò con gli occhi

 

-Da quant’è che non dormi?- chiese poi la ragazza

 

-Un giorno, forse due…o tre. Non lo so. Non mi ricordo da quante ore sono chiusa qui dentro- disse la bruna

 

-Dai, vado a prenderti un caffè. Tu mettiti seduta e riposati- disse Emma

 

-Oh, lo faresti davvero?!-

La bionda annuì

-Grazie, grazie, grazie… non smetterò mai di ringraziarti!- rispose Regina entrando nella stanza

 

Dopo una decina di minuti Emma tornò con due tazze di caffè, entrò nella stanza e la scena che le si presentò davanti la lasciò immobile sulla porta.

La piccola Mya dormiva beatamente nel suo letto e Regina...beh...anche Regina si era addormentata. Seduta sulla piccola poltroncina accanto al letto della bambina.

Emma mosse qualche passo verso il comodino e dopo averci posato sopra le due tazze, quasi a rallentatore per paura di fare rumore, prese la coperta dall’armadio e la adagiò delicatamente su Regina. Poi si sdraiò accanto a Mya.

 

Qualche ora più tardi Regina si svegliò.

Lentamente aprì prima un occhio e poi l’altro, cercando di mettere a fuoco il luogo in cui si trovava, si stiracchiò un poco poi guardò l’ora

 

-Le 5?!?! Non è possibile! Non posso essermi addormentata!?- disse sotto voce, poi lentamente si alzò, piegò la coperta, la ripose nell’armadio e si diresse verso la porta.

Si voltò prima di uscire, Mya dormiva ancora e accanto a lei, distesa sul bordo del letto, Emma era persa nei suoi sogni.

 

 
 

 

***

 
 

 

-Dottoressa Mills- la salutò Alex

 

-Buongiorno Dottor Karev- rispose Regina

 

Le porte dell’ascensore si aprirono

 

-Dopo di lei- disse Karev

 

Regina entrò in ascensore senza neppure degnarlo di uno sguardo

 

-Silenziosa stamattina Regina!?- Chiese Alex

 

Regina si girò di scatto

 

-Per lei sono la dottoressa Mills.- ribattè seccata

 

-Silenziosa e pure acida- disse Karev punzecchiandola

 

Il Dottor Karev era uno di quegli uomini che Regina aveva sempre cercato di evitare nella sua vita. Rozzo, arrogante, e pure maschilista. Uno sciupa femmine, un Casanova.

Uno di quegli uomini da “ No grazie”.

E quella mattina, oltre alla dottoressa Wilson, le era stato affidato proprio lui.

Come medico era bravo, davvero, ma come persona era proprio pessimo. Non si sapeva rapportare. Qualche mese prima dell’arrivo di Regina aveva addirittura preso a pugni un collega ed ora era stato declassato.

 

I due uscirono dall’ascensore e si incamminarono lungo il corridoio, la Dottoressa Wilson li raggiunse e prima di entrare in reparto Regina si fermò

 

-Okey, statemi a sentire, so che è la prima volta che siete di turno in pediatria con me e voglio che capiate che gestisco la mia unità di pediatria in modo un po’ diverso dal solito. Voglio che vi sia chiaro che questa non è chirurgia generale in miniatura, questi sono i piccoli umani. Questi sono bambini. Loro credono nella magia, giocano a fare finta, nelle sacche di soluzione salina c’è la polvere di stelle. Loro sperano, incrociano le dita ed esprimono desideri. E questo li rende più forti degli adulti. Guariscono prima, sopravvivono al peggio. Loro credono.

In pediatria ci sono i miracoli e la magia. In pediatria tutto è possibile.- disse prima di aprire le porte ed iniziare il giro di visite.

 

Entrarono nella prima stanza, ad aspettarli c’era una ragazzina con i suoi genitori.

 

-Buongiorno Signori Pollock- disse Regina

 

-Buongiorno Dottoressa Mills- risposero i genitori della ragazzina

 

-Dottor Karev, sarebbe così gentile da esporre il caso?-

 

-Stacy Pollock, 11 anni, soffre di ipertensione polmonare dovuta ad un difetto congenito del setto interventricolare- disse

 

-Stacy ha una malformazione cardiaca che è peggiorata con il tempo ed ha provocato un’ipertensione polmonare- Specificò la Dottoressa Mills

 

-Quindi deve essere operata?- chiese il padre della piccola

 

-Avrà bisogno di un piccolo intervento per riparare il difetto, ma non lo effettueremo oggi, nei prossimi giorni le infermiere vi porteranno tutta la documentazione necessaria e solo allora interverremo-  rispose Regina

 

L’uomo annuì e sorrise –Grazie Dottoressa Mills-

 

Regina ricambiò il sorriso ed uscì dalla stanza, seguita dai due medici.

 

Si avvicinarono alla stanza successiva, Regina si accostò alla porta e bussò

 

-Buongiorno Reg…ehm Dottoressa Mills- disse Emma vedendo altri due medici entrare

 

-Buongiorno Miss Swan…buongiorno anche a te Mya-

 

La bambina la salutò con la mano

 

Toccò alla dottoressa Wilson esporre il caso

 

-Mya Swan, 3 anni, ricoverata tre giorni fa per una reazione allergica con conseguente crisi respiratoria. Parametri vitali stabili e capacità di respirare in autonomia- disse la giovane dottoressa

 

-Bene dottoressa Wilson. Questo cosa vuol dire?- chiese Regina

 

-Che non c’è alcun motivo per tenerla ancora qui- rispose la ragazza

 

-Quindi possiamo tornare a casa?- chiese Emma

 

-Direi proprio di sì.. Che ne dici Mya? Sei contenta di tornare a casa?- chiese Regina rivolgendosi alla bambina che, con la testa, fece segno di “sì” e poi le sorrise.

 

-Beh…allora non mi resta che ringraziarla dottoressa Mills. Grazie davvero- disse Emma

 

-Faccio solo il mio lavoro- rispose Regina

 

Le due donne si guardarono per qualche secondo. Non avevano bisogno di altre parole.

Quello sguardo parlò per loro.

 

-Arrivederci- disse Emma

 

-Arrivederci Miss Swan- rispose Regina e uscì dalla stanza.

 

Proseguirono il giro delle visite e fu solo quando ebbero finito che Regina si rese conto di quello che stava succedendo.

Emma Swan stava lasciando l’ospedale. Se ne stava andando e probabilmente non l’avrebbe più rivista.

 

Corse lungo il corridoio, spiò nella stanza dove era stata qualche istante prima, Emma non c’era. Si precipitò al banco della reception e chiese all’infermiera di turno se avesse visto passare una giovane donna bionda con una bambina piccola.

 

-Si, è passata qualche minuto fa, andava verso l’ascensore- rispose l’infermiera

 

-Grazie mille!- rispose Regina e si precipitò giù per le scale e fu in quel preciso istante che la vide. La donna era ferma vicino l'ascensore e aspettava che le porte si aprissero.

Un istante prima che le porte si aprissero si voltò, il sorriso che le si formò sul viso fece quasi mancare un battito al cuore di Regina.

 

-Emma!- la chiamò la bruna

 

-Dottoressa Mills- disse -Tutto bene

 

-Si, certo...volevo...volevo solo ringraziarti per il caffè.- 

 

-Il caffè?! Regina…il caffè non l’hai nemmeno bevuto.- ribattè Emma

 

-Ti ringrazio comunque per il pensiero- rispose Regina

 

-Aaaaaah...il pensiero certo.-

 

-Bhe si…poi...volevo...ecco..- a Regina iniziarono a sudare le mani – volevo darti questo! Sai nel caso avessi bisogno. Nel caso Mya avesse bisogno. Sai…sono un medico- e dalla tasca del camice estrasse quello che sembrò un biglietto da visita.

 

-oh…sei molto gentile. Grazie!- rispose la bionda

 

-allora…ora vado, ho un intervento che mi attende. Buona giornata Emma-

 

-Buona giornata anche a te Regina-

 

 

Emma e Mya entrarono in ascensore dopo pochi istanti e Regina si incamminò verso il pronto soccorso.

 

 
 

 

 

***

 

 

 
 

 

Regina aveva appena concluso l'ennesimo intervento della giornata.

Era l'ultimo e già si stava pregustando il meritato riposo che l'attendeva, non vedeva l’ora di ritornare a casa e farsi un bel bagno caldo.

Ne aveva proprio bisogno dopo tutte quelle ore passate in ospedale.

Dopo aver salutato alcuni colleghi uscì dall’ospedale e salì in auto.

Qualche istante più tardi entrò nel suo appartamento.

 

-Finalmente a casa!- si disse

 

Non aveva nemmeno voglia di mangiare. Si tolse le scarpe e il cappotto, lasciò la borsa sul mobile all’ingresso, accese un po’ di musica e si diresse in bagno.

Non aveva alcuna intenzione di uscire da quella vasca, si stava godendo il suo più che meritato momento di relax, quando sentì il telefono suonare.

Uscì dalla vasca e si infilò l’accappatoio

 

-Signore, fa che non sia un’emergenza- disse alzando gli occhi al cielo

 

Prese il telefono e guardò lo schermo. C’era un messaggio da un numero sconosciuto.

Lo aprì e restò a bocca aperta.

 

 

Non so se sia la cosa giusta da fare, ma è tutto il giorno che ci penso. O meglio, è tutto il giorno che ti penso. Volevo fartelo sapere.

 

E.”

 

Emma Swan le aveva scritto. Le aveva scritto che l’aveva pensata, tutto il giorno.

Regina si sedette sul divano, rilesse quel messaggio diverse volte prima di rispondere.

 

Miss Swan?!”

 

Questa fu l’unica cosa che riuscì a dire. Non poteva dirle che anche lei l’aveva pensata. Non poteva esporsi in quel modo.

 

Ehy…Credevo non volessi rispondere.

 Com’è andata la tua giornata?

 

Perché non dovrei rispondere? E’ stata una giornata pesante.

Sono appena rientrata a casa, mi stavo facendo un bel bagno rilassante quando il telefono ha squillato. Ho pensato fosse un’emergenza così mi sono precipitata fuori dalla vasca e ho visto che eri tu.

 

R.”

 

Ops...chiedo scusa allora. Non volevo disturbare il tuo momento di relax!

 

Un secondo dopo il telefono suonò dinuovo

 

Vorrei chiederti una cosa”

 

“Cosa?” rispose Regina

 

Mi chiedevo se ti andrebbe di vederci…un giorno.

Magari per pranzare insieme.

Che ne dici?

 

Regina esitò un momento, sprofondò nel divano e trattenne il fiato per qualche secondo

Poi digitò la risposta

 

Dico che...si. Certo. Anche se con il mio lavoro non sarà semplice organizzarci.”

 

Quello non è un problema, troveremo un giorno.

Sai…credevo avresti risposto di no

 

Non avrei motivi per dirti di no…Emma!”

 

Ok...allora cercherò un posto carino e poi aspetterò tue notizie.

 

P.S. Mya ha ancora il tuo peluche e non ha nessuna intenzione di restituirlo.”

 

Regina sorrise al pensiero della bambina

 

Non c’è problema…lo può tenere.

Per quanto riguarda il nostro incontro, ti farò sapere quando sono libera.

Ora vado a letto o rischierò di addormentarmi sul divano.

Quell’ospedale mi distrugge.

Buonanotte Miss Swan.

 

R.”

 

Non vedo l’ora di avere tue notizie.

Buonanotte Regina.

 

E.”

 

 

Regina guardò l’orologio e notò che era passata la mezzanotte.

Dopo aver puntato la sveglia si mise a letto. Ma tutta la stanchezza sembrava essere sparita.

Come aveva fatto? Come aveva Emma Swan ad entrarle in testa così velocemente?

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: simoSQ