Personaggi: Severus Piton e Lucius Malfoy
Contesto: generale, vago
Genere: erotico
Titolo: Bella addormentata
Mi ritrovo seduto sulla poltrona nera del mio ufficio.
E' comoda, molto. Rilasso e distendo le membra affaticate da una dura giornata di lavoro (i miei studenti sono risultati ancora più incompetenti e svogliati del solito).
Tra le dite tengo lo stelo del calice di vetro. La mia immagine si riflette distorta su di esso.
Il mio profilo pallido , noto, appare a dir poco bizzarro e grottesco sulla superficie trasparente.
In esso il liquido giace tranquillo. Vino rosso che macchia le mie labbra sottili, rendendole più scure.
Il sapore mi invade il palato, deliziandomi con il suo retrogusto dolciastro.
Odo, quasi fosse un eco lontano, la voce di Lucius. Strascicata e dal tono altezzoso come sempre, le sue parole mi giungono a malapena.
Sta parlando da quasi un'ora, lamentandosi di Silente. Niente di nuovo, lo fa sempre, e d'altronde io mi lamento sempre di Potter, quindi siamo pari.
Ma oggi sono stanco, vorrei che finisse, che mi lasciasse andare a riposare, ma non sembra intenzionato ad abbandonare la stanza. I suoi passi risuonano sordi sul pavimento, va avanti e indietro, su e giù, come se fosse intenzionato a lasciare un solco circolare sul marmo.
-Certo che potresti almeno fingere di ascoltarmi, Severus - a quanto pare si è accorto del mio disinteresse.
- Chiedo venia Lucius, non volevo mancarti di rispetto, ma come puoi notare anche tu sono esausto -
-Giornata faticosa? -
-Non hai idea di quanto lo sia stata-
-E se facessi qualcosa per rilassarti?-
Adesso sono confuso. Cosa diamine ha in mente ora. E perché si sta muovendo con passo, che oserei dire, felino?
Il suo ghigno furbo spicca sul suo viso affilato, devo ammettere che mi sta facendo un poco preoccupare.
-Lucius, ma cosa...- non faccio in tempo a finire la frase che me lo ritrovo sulle ginocchia.
Si è accomodato su di me, sento il peso del suo corpo magro ma robusto, lo definirei tonico, in contrasto con il mio, magro ma quasi fino all'osso.
La pelle del suo viso è a stretto contatto con la mia. Le nostre guance non si sfiorano solo per qualche misero millimetro.
-Lucius spostati! Non sto scherzando-
-Perché? Sto così comodo. Posso?- non mi da nemmeno il tempo di rispondere che subito mi strappa dalle mani il bicchiere, bevendo un generoso sorso di vino.
L'apprezza, sento lo schiocco della lingua all'interno della sua bocca.
Bocca con cui mi bacia un istante dopo, riscuotendomi dal torpore rimasto. Mi sento sveglio, e sento anche qualcos'altro risvegliarsi , e non sono il solo.
- La bella addormentata è tornata fra noi- lo sento mormorare divertito al mio orecchio. Morde il mio lobo, lo succhia e io spero vivamente che non mi lasci dei segni permanenti, visto che domani lavoro.
Tuttavia non mi ritraggo, anzi. Se vuole giocare con il sottoscritto ben venga.
Afferro il colletto della sua camicia e lo stringo a me con possessività. Sbottono la sua veste con forza, tanto da minacciare di far saltare i bottoni dalle asole.
E' sempre così con lui, non riesco mai a controllarmi veramente. L'autocontrollo viene messo da parte in un angolo della mente e la lussuria prende le redini della situazione.
Non capiamo più nulla. Le nostre mani corrono su di noi, esplorandoci e scoprendoci di nuovo. Accarezzo la sua coscia mentre Lucius mi abbassa rapido la zip dei pantaloni, liberandomi da questa morsa di stoffa. Successivamente si slaccia i calzoni, liberandosi e toccandosi freneticamente,seguendo lo stesso ritmo che dona a me.
Tutto è come allora, quando eravamo ragazzi. Era un nostro gioco, un modo tutto nostro di capirci, fatto di maliziosi sguardi e passioni consumate in fretta.
E in fretta raggiungo l'orgasmo, che mi annulla, che annebbia la vista e i sensi. Lucius viene poco dopo, raggiungendomi.
Restiamo così per qualche minuto, il tempo necessario per riprendere a respirare, poi con un tocco fulmineo della sua bacchetta ci ripulisce e ci riveste entrambi. Si alza, scostandosi da me con la naturale eleganza che lo caratterizza e guardandomi sornione.
-Buono a sapersi. Ho appena trovato il modo, quando non mi ascolti, di attirare la tua attenzione. Meno male che qualcos'altro è più recettivo delle tue orecchie. Ti auguro dolci sogni, mia bella addormentata-
E sparisce nel mio camino, tra le fiamme smeraldine della Metropolvere, lasciandomi solo nella camera che ora risulta di un silenzio quasi opprimente. Già un po' mi manca.
E soprattutto... adesso chi dorme più?