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Autore: Sophie Robin Kendrick    10/11/2016    1 recensioni
Parto dal presupposto che non mi è piaciuto per niente il finale di Artemis Fowl. Quindi ho deciso di elaborarne uno alternativo. Sarà composto da molti capitoli ma non so con precisione quando.
Trama:
Artemis Fowl continua a sentire una voce che cerca disperatamente di portarlo a sé. Non ha nessun ricordo delle avventura con la sua migliore amica. E non si ricorda per niente di averla. Sogna ogni notte quella voce, mentre Holly (Spinella) aspetta disperatamente che lui si ricordi di lei.
P.S: non sono molto brava a scrivere le trame. Buona lettura.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Artemis Fowl Senior, Domovoi Leale, Juliet Leale, Spinella Tappo, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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I file gentilmente prestati dal comune di Dublino, venivano esaminati, a poco a poco dal computer di Artemis, che impaziente aveva cominciato a mettere in dubbio la propria sanità mentale.
- Perché sto facendo tutto questo? Per una ragazza? -
Si mise seduto su una poltroncina dietro la scrivania. - Io non lo so, ed è strano. Lo faccio solo per levarmi questa seccatura tra la mente. - lanciò uno sguardo al computer. - Almeno spero. -
Si lasciò andare contro lo schienale. Era esausto. Dopo essere tornato a casa era subito corso nel suo studio per fare le sue ricerche. Non poteva dirlo a nessuno, neanche a Leale. Stava facendo tutto per una ragazza. -Non lo sto facendo per lei, ma per me. -
Queste parole lo consolavano, almeno in parte o così credeva lui.
Un suono lo distolse dai suoi pensieri. Il computer aveva finito. Si avvicinò ad esso titubante. Aveva timore di apprendere la notizia. Forse il computer non aveva trovato niente, forse aveva trovato qualcosa oppure aveva scoperto almeno alcune persone che rispondevano ai requisiti richiesti.
Girò lo schermo del computer e vide un elenco di moltissime ragazze che rispondevano ai requisiti che lui aveva inserito nel computer. Erano sistemate per cognome e c'era anche l'indirizzo tra le informazioni delle ragazze.

Requisiti:

- Capelli: Rossi.
- Occhi: Castani.
- Altezza: 1,70 circa.
- Età: 16 anni in su.
- Segni Particolari:

Stampo' le informazioni. Non c'erano le foto, quindi sperava di trovarla subito.
Chiamò Leale nel suo studio.
L'uomo entrò senza bussare, quando lo chiamava poteva anche essere urgente. E a giudicare dalla faccia di Artemis era più che urgente.
– Domani preparati. Dobbiamo cercare una persona. E di vitale importanza. –
Da quando per lui era di vitale importanza cercare qualcosa che non rappresentasse ricchezza o potere?
Si accasciò contro la poltroncina. Stava impazzendo lentamente e inesorabilmente. Gli importava solo di trovarla e poi non sapeva cosa fare. Era sicuro che vedendola negli occhi si sarebbe ricordato tutto.
O almeno questa era la convinzione, quando la mattina successiva si avviava con Leale al volante, con cui setacciava le strade di Dublino con un elenco molto esteso.
Perché a Dublino c'erano molte rosse? Doveva immaginarselo.
La prima che andava a visitare si chiamava Katie Alambert.
Quando la macchina si fermò lui era indeciso se scendere oppure no.
- Artemis, siamo arrivati. -
Il ragazzo, ormai pieno di dubbi si accinse a scendere dalla macchina. Si avvicinò alla porta di casa della ragazza sempre sotto lo sguardo attento di Leale.
Alzò la mano e bussò.
Si aggiustò la cravatta già perfetta ed aspetto.
Ad aprirgli fu una ragazza sui sedici anni, con i capelli raccolti in due Odango. Gli occhi erano celati dietro occhiali scuri.
- Sì? Chi è? -
Rimase un secondo a guardarla e capì.
- Salve, sono Artemis e sto facendo un sondaggio. - Era l'unica cosa che gli venne in mente e continuò con la sua falsa. - Il sondaggio riguarda gli animali. Ha per caso un cane o un altro animale domestico? - Sperava seriamente che la ragazza lo avrebbe mandato a quel paese perché ormai non sapeva come uscire da quella situazione e si doveva sbrigare.
- Mi dispiace, ho solo il mio cane guida ma attualmente è dal veterinario. Non so se il tuo sondaggio riguarda anche gli animali guida ma se vuoi passare domani o nella prossima settimana sarebbe perfette. -
– Certo. Scusi il disturbo. Le auguro una buona giornata. – Sorrise e si allontanò.
– Spero che tu trovi quello che stai cercando. – Annunciò la ragazza.
Lui si fermò spiazzato e incrociò lo sguardo di Leale. Si voltò lentamente ma trovò solo la porta ad attenderlo. Si allontanò camminando all'indietro per continuare ad osservare la casa con sospetto.
– Cosa ti ha detto? – Chiese Leale una volta che furono dentro l'auto.
– Che il suo cane è dal veterinario. –
Leale rimase leggermente sorpreso, ma lasciò correre il discorso quando Artemis gli passò un altro indirizzo, e accendendo l'auto partì.

Un'altra sera si stava avvicinando. Holly si accinse ad andare in bagno. Era ancora difficile abituarsi ad avere il bagno direttamente in casa sua, ma non le risultava un dramma. Il punto era andare nel bagno delle donne nel luogo in cui lavorava. Non era schifoso, era peggio. Un termine che non riusciva neanche a trovare. Era sudicio, sporco e c'era un allevamento di scarafaggi.
Si ci infilò con malavoglia e cercò un gabinetto pulito. Non ne trovò e ne uscì sconfitta.
Poteva ancora trattenerla, poteva farcela.
– Signorina Holly, non è il tuo momento di pausa, ritorna a lavorare. Altrimenti ti riduco lo stipendio. –
– Sì signor, Startman. Riprendo subito. –
– Oggi avremo una festa di compleanno. Cerca di trattare bene i clienti e di offrirgli sempre un bel sorriso. Hai un bel faccio, cerca di sfruttarlo prima che qualcuno te lo sfregi o peggio. –
Lo vide mentre andava nel suo studio e sbatteva la porta. Quell'uomo la inquietava e anche tanto.
Certe volte non lo capiva proprio, non aveva ancora inquadrato il suo carattere. Passava dal menefreghismo alla rabbia e viceversa.
Alcuni ragazzi entrarono nel locale. Erano cinque e facevano più baccano del resto dei clienti.
Holly gli andò incontro con dei menù tra le mani.
– Buonasera, benvenuti. Siete in cinque oppure altri devono arrivare? –
– Ehi, bella. Siamo solo questi ma se vuoi ti puoi unire a noi. Sono Dylan e oggi compio diciassette anni. –
Holly gli fece un sorriso falso e li portò al suo tavolo.
– Allora, sei fidanzata? –
Ignorò la domanda e una volta che gli mostrò il tavolo, lascio sopra i menù, per poi correre verso la cucina.
– Balbettante bambocciosa banda di babbuini a ore dodici. – disse la rossa un volta entrata in cucina.
– Ehi, vedo che questo termine ti è entrato in mente. E' bello che tu sia entrata nel mio mondo. – Lucy le diede una piccola spinta con il sedere per farla spostare e uscì dalla cucina, per servire il caffè.
– Holly-Lolly, ti serve una mano? Posso pensarci io. – La ragazza che stava cucinando le rivolse uno sguardo, mentre rigirava gli Hambuger.
– Non ti preoccupare Sally, ci penso io. Saprò cavarmela. – Prese un bicchiere di acqua e lo bevve subito. Uscì dalla cucina e si diresse verso quel gruppo di ragazzi.
– Avete scelto? – Prese il taccuino e li guardò.
– Sì. Vorremmo 5 Hamburger con salsa piccante – le ammiccò. – con quella birra. –
– Ragazzi non posso vendervi alcolici, siete ancora piccoli. –
– Oh andiamo bella. Noi siamo grandi e maturi, e se ti unisci a noi potrai anche spassartela. –
– Vi porto la coca-cola. – Prima che potessero ribattere si girò e andò a consegnare il bigliettino a Sally.

Tornò qualche minuto dopo con i loro Hamburger e glieli servì. Precedentemente aveva fatto portare la coca-cola a Lucy, così li aveva evitato per un bel po'.
Una volta che l'ultimo piatto con un panino bello caldo toccò il tavolo, augurò una buona cena e cercò di allontanarsi in fretta, ma qualcosa le raggiunse la natica.
Uno dei ragazzi le aveva appena sferrato una pacca sul sedere...
Rimase ferma per qualche secondo e poi il suo carattere uscì fuori.
– Ma come ti permetti? – Non le importava di urlare, non le importava se l'avrebbe presa per pazza. Nessuno doveva azzardarsi a fare una cosa del genere, bambino, uomo o ragazzino.
– Calmati bellezza, io non ho fatto niente,e poi non sei tutto questo granché. –
– Mocciosetto. Io ti.... – Alzò la mano per dargli uno schiaffo ma qualcuno la fermò afferrandole il polso.
– Si può sapere cosa stai facendo? – Il signor Startman la guardava con uno sguardo infuocato.
Si scusò con i ragazzi e gli offrì il pranzo. Sempre tenendole il polso la trascinò nel suo ufficio.
La spinse dentro e chiuse la porta, sbattendola.
– SI può sapere cosa stavi facendo? Vuoi farti denunciare oppure vuoi farci perdere i clienti. Parla signorina Short. –
Holly aprì la bocca. – Mi ha toccata il sedere. Non posso accettare un comportamento del genere. –
– Invece sì. Quelli sono clienti e il cliente ha sempre ragione. Cerca di fare il tuo lavoro come si deve altrimenti... – Le indicò la porta. – Adesso vai a scusarti subito con quelle persone. E se ricapita un'altra volta ti licenzierò all'istante. –
Holly non trovò più la forza per ribattere. – Si Signore. – Bisbigliò a voce bassa e fece per uscire dalla porta.
– Un'altra cosa Holly. Sei congedata. Vai a casa, non farti vedere fino a domani sera. Non riceverai la paga né oggi, né domani. Buona serata signorina. –
Holly trattenne un singhiozzo. Andò verso i camerini e si cambiò. Non salutò nessuno e uscì nella sala. Il gruppo dei ragazzi era ancora lì, che schiamazzava ad alta voce manco fossero in un pollaio.
– Mi dispiace per il mio comportamento. Mi scuso e vi auguro una buona serata. –
– Avrai modo per rimediare, non ti preoccupare. – Il sorriso che quel ragazzo aveva in volto la rese irrequieta. Voleva solo scappare a casa sua.
Uscì all'aria aperta e si mise a correre, non prese neanche l'autobus. Non si fermò un attimo per respirare. Le sue gambe cedettero solo quando si ritrovò davanti al portone del suo appartamento.
Entrò e salì velocemente le scale.
Riprese fiato a bocca larga quando si ritrovò nella sua casa. Poggiando la schiena alla porta, rigorosamente chiusa a chiave, si lasciò scivolare contro di essa. Le prime lacrime premevano per uscire dai suoi occhi. Non le represse e si sfogò. Umiliata e derisa.

Scusate il ritardo ma non aveva molta ispirazione e il 31 ottobre ho subito una perdita. Il mio cagnolino di 14 anni è morto e non sono riuscita ad andare oltre.
Buona lettura..

   
 
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