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Autore: MairTonks    10/11/2016    1 recensioni
"-Per coloro che non lo sanno, questa sera e' tra noi Charity Burbage, che fino a poco tempo fa insegnava alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarst-
...
-Si..la professoressa Burbage insegnava tutto sui babbani ai figli di maghi e streghe..spiegava che non sono poi tanto diversi da noi...-
...
-Non contenta di corrompere e inquinare le menti dei bambini maghi, la settimana scorsa la professoressa Burbage ha pubblicato una commossa difesa dei babbani sulla Gazzetta del profera. I maghie, ha dichiarato, devono accettare questi ladri della loro conoscenza e della loro magia.-" (Harry Potter e i doni della morte, capitolo 1)
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Charity Burbage, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Contesto generale/vago
Capitoli:
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11. Hogwarst, 2 dicembre 1969

Quella mattina Charity si svegliò così presto che le sue compagne di stanza erano immerse nel mondo dei sogni e, fuori dalla finestra, il cielo era ancora scuro. Pensò che sarebbe rimasto così per tutta la giornata visto che grandi nuvole grigie venivano trasportate dal forte vento che aveva preso a soffiare. Rabbrividendo sotto i pesanti vestiti che aveva indossato uscì dal dormitorio con la borsa piena di libri, con l’intenzione di sfruttare il fatto di non riuscire a dormire per continuare la ricerca di zia Persephone. Mentre chiudeva la porta alle sue spalle scorse la figura di Penelope alzarsi dal letto e rivolgerle un breve saluto assonnato. 

Come aveva immaginato la Sala Comune non era vuota e l’unico occupante stava seduto su una poltrona vicino al fuoco intento a scrivere qualcosa su un foglio di pergamena. Charity si avvicinò a passo incerto e si sedette su una poltrona accanto al ragazzo. Cris alzò lo sguardo dal foglio e si aggiustò gli occhiali che gli erano caduti sulla punta del naso prima di rivolgerle un piccolo sorriso. I suoi intelligenti occhi color ambra la scrutarono per qualche attimo prima di parlarle. 

-Litigano anche a quest’ora?- le chiese inarcando un sopracciglio e lanciando uno sguardo all’orologio che aveva al polso. Charity guardò sorpresa l’ora che segnava, incredula di essersi svegliata così presto. Era sempre stata piuttosto pigra e di certo non poteva definirsi mattiniera ma, ultimamente, non riusciva più a dormire. 

-Non riuscivo a dormire- rispose alzando con noncuranza le spalle ed estraendo uno dei volumi che aveva messo nella borsa.   

Lo sguardo di Cris indugiò per un po’ su di lei prima di ritornare alla sua pergamena e Charity iniziò a sfogliare il grosso tomo alla ricerca del segno che vi aveva lasciato. Ricordava di aver trovato un capitolo interessante e si chiese quanto potesse essere utile per le sue ricerche. 

Rimasero in silenzio, ognuno immerso nelle proprie faccende fino a quando la Sala Comune non iniziò ad animarsi. Visto che mancava ancora un po’ di tempo prima che la colazione in Sala Grande fosse pronta, parecchi Corvonero piuttosto mattinieri si fermarono nella Sala Comune chi leggendo, chi parlando e chi attendendo semplicemente un compagno che si era attardato nel dormitorio. Diversamente dalle altre case, quando si trattava di cominciare una giornata piena di studio, i Corvonero erano i primi ad alzarsi e prepararsi per affrontare le lezioni. Questa era una delle tante cose che la facevano sentire una Corvonero atipica: avrebbe preferito sfruttare tutto il tempo a sua disposizione nel dormire piuttosto che trascorrerlo ad indugiare in sui divanetti della sua Sala Comune per essere la prima ad arrivare a lezione. 

-Buongiorno Cris- esclamò una voce fastidiosamente allegra. Penelope, ormai perfettamente sveglia, sembrava essersi materializzata accanto alla poltrona di Cris e aspettava una sua risposta con un ampio sorriso. Dietro di lei, meno pimpante e sveglia, Kate stava scendendo le scale per raggiungere l’amica. Dopo sette anni in cui si erano trovate costrette a condividere il dormitorio, Charity era diventata brava a leggere le varie espressioni sul viso della sua compagna e poteva affermare con sicurezza che, anche quella mattina Kate aveva discusso con l’ultima occupante delle loro stanza. Si ritenne fortunata ad aver scampato l’ennesima discussione e fu abbastanza di buon umore da rivolgere a Kate un piccolo saluto. 

-Oh, ciao Penelope- rispose Cris, preso alla sprovvista dal saluto della ragazza. Non si poteva dire che i due fossero amici intimi ma, piuttosto, buoni compagni di Casa che, ogni tanto, studiavano insieme e si scambiavano gli appunti. 
Penelope indugiò per qualche secondo, in attesa che Cris aggiungesse altro. Charity notò che stringeva la copertina del suo libro e, nonostante i suoi morbidi capelli castani le nascondessero il viso, un leggero rossore copriva le sue guance. 

-Ci…ci vediamo più tardi a lezione- disse infine. 

-Oh certo, a dopo- la salutò Cris, ancora perplesso da quello scambio di battute. Non appena Penelope e Kate si furono allontanate, gli occhi coloro ambra del suo amico cercarono i suoi, in attesa di spiegazioni per quello strano comportamento. Charity si limitò ad sorridere davanti all’espressione confusa del suo amico e a scuotere la testa in risposta alla sua tacita domanda.

 -Vabbè, andiamo a far colazione?- le propose mentre si alzava e arrotolava la pergamena che aveva finito di scrivere. 

-Io aspetto Cam- rispose Charity abbassando lo sguardo sul libro che aveva in grembo per evitare gli occhi ambrati del suo amico. Cris non disse nulla, finì di sistemare le sue cose nella borsa prima di dirigersi verso l’uscita. 

-Char- la chiamò girandosi verso di lei. -Provate a parlare- le consigliò prima di uscire. 

Charity aspettò qualche secondo prima di ritornare al capitolo che stava leggendo ma senza capire realmente le parole scritte sulla pagina. La decisione di voler aspettare Cam l’aveva presa quella notte mentre continuava a rigirarsi nel letto in attesa di cadere tra le braccia di Morfeo. Voleva fargli capire che le dispiaceva averlo fatto soffrire in quel modo, soprattutto dopo che lui voleva buttarsi alle spalle l’ultimo mese e ricominciare. Quella notte si era chiesta più volte se anche lei voleva ricominciare ad essere felice con Camdem o se quella scelta fosse semplicemente la soluzione più semplice ai suoi problemi. Ci aveva riflettuto parecchio e, quando si era svegliata quella mattina, era giunta alla conclusione che era giusto farsi perdonare per l’atteggiamento che aveva avuto nei suoi confronti. 

-Charity- disse incredulo l’oggetto dei suoi pensieri avvicinandosi alla poltrona dove era seduta, con un libro nella mano destra e la sinistra in tasca.

Charity si alzò per andargli incontro ma, dimenticandosi del libro che aveva in grembo, lo fece cadere con un tonfo che attirò parecchie occhiate curiose da parte dei suoi compagni di casa e inciampandovi. Per la seconda volta in meno di ventiquattro ore si trovò tra le braccia del ragazzo che le evitò un incontro particolarmente doloroso con il pavimento. 

-Attenta- la avvertì Camdem mentre cercava di rimettersi in piedi. Stava sorridendo e Charity non poté evitare di fare altrettanto mentre si toglieva con il suo solito gesto i capelli che le erano finiti sul viso. 

-Mi stavi aspettando?- le chiese senza spostare la mano che aveva usato per cingerle la vita evitandole di cadere.
Charity annuì e vide il sorriso sul volto del ragazzo allargarsi. Cogliendola alla sprovvista, Cam le diede un piccolo e veloce bacio sulla guancia prima di allontanarsi per permetterle di prendere la sua borsa. Quel rapido contatto ebbe il potere di farle sentire, allo stesso tempo, felice e triste. Dopo averlo evitato per giorni, non si aspettava che con quel semplice gesto tutto potesse tornare come prima ma le rese ancora più evidente la frattura che si era creata tra loro. 

Camdem le prese la mano e camminarono in silenzio fino alla Sala Grande che, man mano, si riempiva di studenti. Charity scorse i suoi amici seduti, come ogni mattina, ai loro soliti posti al tavolo dei Corvonero. Cris e Sam, che avevano finalmente fatto pace, stava parlando tranquillamente uno difronte all’altro. Sam aveva lasciato perdere la sua colazione e gesticolava mentre raccontava qualcosa al ragazzo davanti a lei che sorseggiava il suo the e le sorrideva. Accanto a lei era seduta la piccola Ophelia, che nell’ultimo periodo non si staccava mai da loro, che parlava con Martha. 

Con tutto quello che aveva in testa, si era completamente dimenticata della scena a cui aveva assistito la sera precedente. Anche la sua amica non sembrava ricordarsene, parlava e sorrideva come sempre, e Charity non riuscì a pensare a quanto tutta questa situazione fosse strana. Il suo sguardo non poté fare a meno di cercare la figura di suo cugino tra gli studenti di Serpeverde. Non poteva credere che fosse Evander l’artefice di tutti gli incidenti che erano capitati a Martha e che, ultimamente, accadevano a Lud. Era stato Cam a dirglielo e le risultava davvero difficile credergli, soprattutto perché non riusciva a trovare niente che potesse spingerlo a comportarsi così nei confronti della ragazza. Anche se molti dei suoi compagni si divertivano a prendere di mira i nati babbani, Evander non aveva mai manifestato interesse nel lanciare incantesimi contro poveri studenti innocenti. Preferiva fingere che non esistessero. 

Lud, arrivato poco prima di loro, era seduto difronte a Martha e, ogni tanto, interrompeva la sua colazione per guardare non visto la ragazza. Charity, che ancora stava fissando suo cugino, notò che anche lui stava osservando Martha ignorando completamente Imogen Yaxley che tentava di parlargli. La povera Imogen ce la stava mettendo tutta per catturare l’attenzione del ragazzo che, completamente indifferente, scattò in piedi non appena Martha scoppiò a ridere per qualcosa detto da Lud. 

Seguì Camdem e si sedette accanto lui. Rivolse un rapido saluto ai suoi amici e stava per iniziare una conversazione con loro quando le sue parole vennero coperte da una voce squillante e una zazzera di capelli rossi irruppe nel suo campo visivo. Sam smise di parlare, Cris posò la tazza che aveva tra le mani mentre Martha, senza smettere si ascoltare Ophelia, aveva preso a guardare alternativamente lei e la nuova arrivata. Camdem, che aveva iniziato una conversazione con Lud, non sembrava essersi accorto della tensione che era appena scesa tra loro.        

L’unica reazione di Agatha fu quella di irrigidirsi leggermente senza perdere il buonumore che la accompagnava quella mattina. Non si sedette con loro ma si limitò a prendere alcuni biscotti e panini imburrati mentre continuava a parlare tranquillamente. I suoi occhi azzurri, però, continuavano a saettare verso di lei e il sorriso si era trasformato in un piccolo ghigno. 

Nessuno di loro disse una parola per paura di far precipitare la situazione. La violenta litigata avvenuta tra Agatha e Charity era impossibile da dimenticare e nessuno desiderava rivivere quell’esperienza. Dopo quello che era accaduto tra lei e Gabe, Charity aveva apprezzato il fatto che nessuno dei suoi amici si fosse schiarato: passavano il tempo con entrambi ed evitavano qualsiasi accenno alla situazione che si era creata. O almeno, tutti tranne Agatha che, con il suo comportamento, non faceva altro che farla sentire in colpa. 

Charity avrebbe tanto voluto rintanarsi nel suo angolo preferito della biblioteca e trascorrere li’ il resto dell’anno ma era un sogno irrealizzabile. Quella mattina, poi, aveva lezione di babbanologia e si sarebbe trovata a passare la mattina nella stessa stanza insieme a Gabe. 

-Io vado a lezione- annunciò lasciando a metà la sua colazione. Charity non riusciva più a reggere le gelide occhiate che Agatha le lanciava mentre continuava a mettere insieme la colazione da portare via. Non ci voleva molto a capire a chi fosse destinata e Charity sentì il peso sullo stomaco aumentare fino a diventare insopportabile. Le mancava l’aria e dovette allontanarsi il più velocemente possibile da Agatha per evitare un’altra scenata nel bel mezzo della Sala Grande. 

-Ti accompagno a lezione- disse Cam non appena la raggiunse porgendole la borsa che si era dimenticata nella fretta. Charity si accorse che il tono del ragazzo era diventato più freddo e non le prese la mano come aveva fatto poco prima. Rimasero in silenzio, camminando l’uno accanto all’altra facendo attenzione a non sfiorarsi.

-Ci vediamo a pranzo?- propose Charity a pochi passi dall’aula di babbanologia.

-Ok- si limitò a rispondere Camdem affondando ancora di più le mani nelle tasche. 

Rimasero a fissarsi per parecchi secondi prima che Camdem si allontanasse senza aggiungere altro. Charity lo vide allontanarsi lungo il corridoio, perdendo definitivamente tutti i buoni propositi che si era prefissata per quella giornata. Era inutile cercare di ricucire il suo rapporto con Camdem se prima non sistemava le cose con Gabe, pensò mentre si sedeva al posto che occupava solitamente. L’entrata in aula del professor Figg la distrasse dai suoi pensieri e a tenerli lontani dalla sedia vuota accanto a lei.                      

Charity era completamente assorbita dalla lezione quando la porta dell’aula si aprì. Il professor Figg, che aveva l’abitudine di camminare mentre spiegava, si fermò per osservare il nuovo arrivato che era rimasto immobile sulla soglia. 

-Signor Fawley, lo sa che e’ in ritardo di venti minuti vero?- lo accolse il professore indicandogli con un gesto seccato l’orologio che portava al polso. -Per questa volta entra ma dovrai consegnare quindici centimetri in più di pergamena per il tema della prossima settimana- terminò prima di ritornare sui suoi passi e riprendere la lezione da dove si era interrotto. 
Dopo aver annuito, Gabe chiuse la porta alle sue spalle e si sedette nel posto vuoto accanto a lei. Charity non riuscì a distogliere lo sguardo dalla figura del ragazzo che, tenendo gli occhi passi, si sistemava e cercava la pagina dell’argomento del giorno.         
  
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