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Autore: TotalEclipseOfTheHeart    18/11/2016    1 recensioni
Elayne O'Connel ha solo sedici anni quando la sua vita viene sconvolta, e scopre di essere stata scelta come Guardiana della Terza Dimensione, Astrapos, per combattere contro il male.
Perchè Yggdrasil, l'Albero del Mondo, sta morendo, e con lui, anche il sigillo che teneva prigionieri Nidhoggr, la Grande Viverna, sta svanendo.
Solo I Sette Guardiani possono combatterlo, ritrovando l'Aetherna, l'unica anima pura che possa sconfiggere il mostro.
E' però una lotta contro il tempo, perchè, se sarà lui a trovarla, per loro, per tutto il mondo, sarà la fine...
Tratto dal testo:
"Non ho scelto io il destino che mi è stato assegnato.
Mi sono svegliata un mattino, e booommm … la mia vita non era più come prima. Semplicemente, gli dei o chi per loro avevano altri programmi per me, e che mi piacesse o no, dovevo seguire la strada che avevano tracciato.
Seh … se pensavate davvero che gli dei fossero dei santarellini tutto amore e amicizia, mi spiace deludervi ma … non è affatto così. Prendete me, per esempio. Pensate davvero che volessi rischiare le penne per salvare il mondo? Io??? Tre denunce per rissa e sette sospensioni, tutte in scuole diverse … come no."
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Watchers Chronicles'
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Capitolo XXV
L’ombra del tradimento
 

(Ainuviel)

Sebbene ormai fosse trascorso quasi un mese, da quando io e Jakhaal avevamo iniziato a seguire le ricerche direttamente all’interno della Biblioteca di Atlantis, era sempre una meraviglia fare il proprio ingresso in quel posto unico al mondo.
Per quanto spesso ci fosse entrata, ancora non ci riusciva a proprio, ad abituarsi a quel posto mozzafiato. Se erano rimasti impressionati di fronte alla bellezza della Biblioteca di Flogon, non la si poteva comunque paragonare nemmeno remotamente a quella di Atlantis che, tra le biblioteche di tutte le dimensioni, era certamente la più completa e grande del mondo intero.
Quando entrammo, sorrisi di fronte alle espressioni stupefatte dei miei compagni, che la vedevano per la prima volta in vita loro.
Si trattava di una struttura immensa, interamente in cristallo, sebbene in una sua forma particolarmente impossibile da distruggere, rovinare o anche solo intaccare. Sotto il pavimento, così come all’interno delle pareti, scorrevano fiumi d’acqua perfettamente visibili dall’esterno, e che davano alla struttura un aspetto a dir poco mozzafiato. Per non parlare delle decorazioni in zaffiro e lapislazzuli, che coprivano il pavimento, così come gli scaffali in legno bianco, i tavoli e i leggii in marmo color avorio.
La struttura era costruita seguendo lo stile classico dei templi greci, con altissime colonne doriche e ioniche a sorreggere l’alto soffitto, mentre i corridoi si districavano attraverso oltre un centinaio di piani sovrapposti, e collegati tra loro da una profondissima scala a chiocciola che penetrava fin nelle profondità più remote del sottosuolo, con luminosi globi azzurri, i fuochi fatui, a illuminarne il percorso. Un intreccio complesso di corridoi, ognuno contrassegnato da un numero e da un genere letterario, di stanze e di sale di lettura, con le zone di ristoro e i laboratori, i banchi per lo studio e i leggii sparsi un po’ ovunque, e tutto perfettamente ordinato secondo una regola ben precisa.
Per farla breve, un vero e proprio spettacolo.
Chrystal si guardò attorno, apparentemente senza riuscire a credere ai propri occhi: “Wow. Avevo sentito parlare della bellezza di questo posto, ma vederlo dal vivo. Incredibile. Come fate a mantenerlo? Deve costare un fortuna! E non solo in termini di denaro: manodopera, studio e aggiornamento delle opere qui collezionate, rapporto con coloro che voglio usufruire del sapere di questo posto. Non posso nemmeno immaginare quanto personale qualificato, e quanto denaro e tempo, sia necessario per questo posto.”
“Se desiderate, posso occuparmi io di rispondere alle vostre domande …”, ci voltammo, mentre un uomo decisamente anziano, diciamo, forse, con qualche centinaio di anni, si avvicinava a noi, sorridendo appena.
Vidi Castiel alzare un sopracciglio, mentre Lyemliir, Fondatore della Biblioteca di Atlantis, si fermava a guardarci, sorridendo sereno.
Era impossibile capire quanti anni avesse realmente (anche perché è abbastanza noto come quelli della sua specie possano arrivare persino ai 200 e passa anni). Sia i capelli che la barba, perfettamente candidi e soffici come zucchero filato, erano veramente molto lunghi, e gli arrivavano fin quasi alla vita. Vestiva di una lunga tunica, blu lapislazzuli con una pioggia di lucciole gialle e arancio a decorarne il fine tessuto dall’aria quasi lucida, mentre lungo le maniche, che arrivavano quasi al pavimento, una serie infinita di fasce color tramonto sventolava tutto attorno. Un abito decisamente eccentrico, a dire il vero, e addosso a quello strano vecchietto era persino più insolito.
Il Governatore annuì, presentadoci il nuovo arrivato: “Lui è il proprietario della biblioteca, come forse avrete capito voi stessi.  Ed è anche il tutore legale, nonché padre adottivo, della Guardiana che state cercando.”
Alzammo un sopracciglio, mentre quello sorrideva, aggiungendo: “Trovai Shyral di fronte alla mia biblioteca  che era solo una neonata, circa diciotto anni orsono …”
“Scommetto che all’epoca era molto più giovane, eh?”, fece Castiel.
Lo guardammo, e alzò le mani, cercando di giustificarsi: “Eddai! Sono sicuro che anche voi vi starete chiedendo quanti anni ha!!!”
Sorprendentemente, quello non se la prese nemmeno troppo, e anzi scoppiò a ridere: “Ahahah! Voi giovincelli siete proprio spassosi! Tranquillo, risponderò senza problemi alle vostre domande: io ho 3579 anni. Sono un alchimista, e anche se normalmente noi Atlasiani non superiamo i 200 anni, la mia vita è indissolubilmente legata a questo posto da un incantesimo. Finchè rimarrà in piedi, io non potrò morire.”
Lo fissammo, decisamente increduli, poi quello proseguì: “Comunque, mi spiace dirvelo, ma purtroppo mia figlia non si fa vedere da giorni ormai. Solitamente, non si allontana mai troppo da casa sua, eppure sono settimane che non la vedo e inizio seriamente a preoccuparmi. Anche se sa badare a sé stessa, è sempre stata molto protettiva, e se andava da qualche parte prima era solita comunicarmelo.”
Ci oscurammo, guardandoci perplessi.
Il vecchio abbassò il capo, affranto: “Se le informazioni su di lei sono vere, ed è la Guardiana della nostra dimensione, allora non mi stupirei se Nidhoggr fosse riuscito a rapirla. Non sa ancora come controllare il suo elemento, e anche se è una grandissima alchimista e una maga di non indifferente calibro, dubito che potrebbe qualcosa contro i suoi seguaci.”
Vidi Castiel stringere i pugni.
Era comprensibile. Dopotutto, quando eravamo a Flogon, anche sua madre era stata rapita da Lilith.
Elayne gli posò la mano sul braccio, cercando di rassicurarlo, e quello disse: “Le prometto che la ritroveremo. Non lasceremo che sua figlia venga uccisa da quei mostri, la rintracceremo e la riporteremo a casa: costi quel che costi.”
Annuii, decisa: “Ormai, è una nostra compagna. Anche se non la conosciamo ancora, i nostri destini sono indissolubilmente legati e quindi non possiamo certo chiudere gli occhi. Mobiliteremo tutte le nostre forze, e la salveremo.”
Gli altri sorrisero, decisi.
Sarebbe stata dura, ma ce l’avremmo fatta, anche quella volta.
Ormai, dopotutto, eravamo un team. Non ci saremmo certo fatti abbattere per così poco!
 

(Elayne)
Venimmo quindi condotti, almeno temporaneamente, presso quelli che sarebbero stati i nostri alloggi fintanto che saremmo rimasti alla capitale.
Per l’occasione, il Governatore aveva fatto sgomberare l’Ala Nord, solitamente adibita agli ospiti di un certo calibro, e ristrutturato le stanze affinchè fossero il più confortevoli possibile per i suoi illustri ospiti.
Ora, sarà anche perché, comunque, a Flogon eravamo stati subito spediti in gattabuia, ma confesso che tutte quelle attenzioni non mi dispiacevano affatto. Certo, eravamo in missione, ma finchè non fossimo riusciti a scoprire dove era stata condotta Shyral, o non fossimo stati nuovamente attaccati, la nostra permanenza sarebbe stata anche abbastanza tranquilla.
Io e Ainu fummo fatte accomodare presso un’ampissima camera, fornita di due comodi letti a una piazza e mezza, con tanto di baldacchino blu e una scorta di cuscini di tutto rispetto a farci da compagnia. La stanza era letteralmente divisa in due parti, quasi fosse stata progettata appositamente per noi: una, quella di Anuviel, era decorata da un’infinità di piante esotiche e rampicanti che decoravano la parete con le loro ampie foglie e i frutti accoglienti, l’altra, la mia, era invece affrescata con immagini mozzafiato, raffiguranti mari in tempesta, con le folgori violette a illuminare le acque in tumulto. Ovviamente, oltre ai letti, c’erano anche due ampie cabine armadio (che certamente io non avrei manco usato, ma facevano di sicuro una bella figura) fornite di un assortimento di abiti per tutte le occasioni che, udite udite, guarda caso erano proprio della nostra taglia. Vi era poi una piccola zona ristoro, nel terrazzo a cui si affacciava la nostra camera, fornita di qualche divanetto in seta blu lapislazzuli e dei tavolini da the, oltre che un piccolo frighetto e un angolo bar. Per finire, la camera dava accesso anche alle terme in stile giapponese, che connettevano la nostra stanza a quella degli uomini. Motivo per cui mai ci sarei entrata, come di solito si fa, completamente nuda.
Come ci fermammo sulla soglia, un giovane ragazzetto, che doveva avere si e no una quindicina di anni, terminò di rassettare i cuscini, correndoci incontro e stringendoci la mano entusiasta.
“O Divino Atlante!!! È un immenso onore fare la vostra conoscenza! Onorato, veramente molto onorato! E pensare che tutti credono che la vita qui alla biblioteca sia una noia!!! Ahahah, quando racconterò ai miei amici di aver stretto la mano alle DIVINE GUARDIANE moriranno di invidia!”, ci guardammo, interdette, poi Ainu chiese: “Ehm, e tu sei?”
Quello si battè la mano sul capo, sbadato: “O cielo, giusto, giusto! Mi chiamo Finrel, e come potete vedere non sono un Atlasiano. I Mezzisiren sono pochi, ma io faccio un’eccezione, visto che discendo da una famiglia di sangue misto!”, lo osservammo.
Effettivamente, non assomigliava affatto agli abitanti che avevamo incontrato fino ad allora. Il fisico era estremamente gracilino e incredibilmente esile, la carnagione dalle sfumature quasi smeraldine, intervallati a tratti da chiazzette di un verde più scuro, come quello degli aghi di pino. I capelli, apparentemente fradici, erano neri come la pece e coperti di alghe e foglie umidicce, mentre gli allegri occhietti gialli avevano ben poco di umano in sé.
Eppure, emanava vitalità da tutti i pori. Era impossibile non sorridere, con quel tipetto nei paraggi.
Lui annuì, come compiaciuto della sua stessa presentazione, poi andò avanti: “Sarò il vostro inserviente, potete chiedermi tutto quello che preferite. Qualora abbiate bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, suonate pure il campanello, e io sarò qui in un battito di ciglia! A proposito …”, i suoi occhi da cucciolo supplicante ci costrinsero a indietreggiare mentre, spiazzate, ci guardavamo senza sapere cosa dire, “… mi fareste un autografo. PER FAVOOORE!!!”
Ainu mi guardò, poi sorrise: “Certo, sono sicurissima che Elayne sarà veramente felice di accontentare la tua richiesta!”, la fissai, basita.
Sporca traditrice, e che fine ha fatto il supporto morale. Non cercare di battere in ritirata, Ok?!?
Ovviamente, mi diede retta, perché un secondo dopo si era già eclissata.
Sospirai, osservando il cucciolo in adorazione e sospirando: “Va bene, cerco della carta e ti faccio questo autografo. Intanto, sta seduto e fermo.”
Quello annuì, obbediente, mentre io iniziavo a guardarmi intorno, alla ricerca di una penna e di un foglio di pergamena.
Il silenzio iniziò a mettermi a disagio, per cui proseguii, poco dopo: “Quindi, tu lavori nei dormitori della biblioteca?”, chiesi, per cambiare argomento.
Annuì: “Si. Confesso che vado parecchio fiero del mio lavoro, solitamente è parecchio difficile poter trovare di che vivere proprio nel più grande centro culturale del mondo intero. Anche tra i servi più umili, gli standard sono veramente molto alti e i requisiti richiesti innumerevoli. Spesso è necessario fare un tirocinio lunghissimo ma io sono abbastanza fortunato perché la mia famiglia fa questo lavoro da generazioni: diciamo che è un po’ come una nostra tradizione. Quindi veniamo addestrati sin da piccoli per questo incarico e siamo molto ben considerati tra la servitù e il personale.”
Accennai a un si col capo, mentre estraevo un foglio di pergamena e iniziavo a scrivere: “Quindi, forse conoscevi anche Shyral, la Guardiana dell’Acqua.”
Quello parve oscurarsi, e sospirò: “Io e lei siamo praticamente cresciuti assieme. Ero il suo assistente personale, ma il nostro rapporto non si fermava a questo. Lei aveva veramente un animo gentile, e anche se avrei dovuto essere solo un servo ai suoi occhi, non mi trattava mai come tale e teneva veramente di gran conto il mio parere. Eravamo amici, e … non posso ancora credere che sia scomparsa. E che sia scomparso anche suo fratello, poi. Era un guerriero incredibile, non mi sorprende che all’Accademia Militare avesse fatto tanta strada in così breve tempo.”
Alzai lo sguardo da ciò che stavo facendo, un sopracciglio innalzato: “Suo fratello, di cosa stai parlando? Pensavo fosse figlia unica, e adottata.”
Lui scosse il capo: “Non ve ne hanno parlato?”
Feci cenno di no e lui sospirò: “Beh … non mi sorprende. Anche se era un allievo eccezionale da quel che so si era preso un periodo di pausa dall’addestramento, quindi è normale che nessuno si sia ancora accorto della sua scomparsa. Era venuto in città, per vedere la sorella. Ha affittato un appartamento in centro e solitamente io gli portavo la spesa, perché mi pagava veramente bene, e poi era sempre un piacere parlargli. Tuttavia, qualche settimana fa non mi ha aperto, e da allora non ho avuto più sue notizie. È accaduto poco prima che anche Shyral sparisse.”
Alzò gli occhi, lucidi di lacrime: “Pensa che le cose possano essere collegate? Sono in pericolo?”
Mi oscurai, facendo mente locale.
Il fratello era scomparso, e poco dopo anche di lei si erano perse le tracce.
Era più che evidente come non potesse essere un caso, e se quei due erano veramente legati, come sospettavo, era abbastanza probabile che le forze del nemico avessero fatto leva su tale rapporto per portare la Guardiana dell’Acqua dalla loro. Se così fosse stato, eravamo nei guai fino al collo: era la sua dimensione, li l’acqua era ovunque, in uno scontro diretto, saremmo stati spacciati in partenza.
Sorrisi, mascherando il mio disagio e cercando di tranquillizzarlo: “Sono certa che non sia accaduto nulla di grave. Probabilmente, visto il brutto periodo in cui si trova il vostro paese, sarà stato richiamato all’Accademia per proseguire l’addestramento, e non ha avuto il tempo di avvisare nessuno.”, mi sedetti al suo fianco, porgendogli l’autografo e osservandolo mentre tirava su col naso, come un bambino fa quando cerca di rassicurarsi, ma ancora non ci riesce.
Sospirai.
Miseriaccia.
Dovevo calmarlo.
Gli scompigliai i capelli, sorridendo: “Comunque, sono certa che le cose si rimetteranno a posto. Io e i miei compagni siamo qui per questo, no? E  ti posso assicurare che faremo tutto il possibile per liberare la tua amica. Meglio però che questa discussione rimanga tra noi due, non vogliamo certo far preoccupare gli altri, no?”
Perché, certamente, se qualcuno dovesse sospettare un tradimento da parte di Shyral, il popolo andrebbe nel panico. Non posso permetter che questa storia finisce nelle orecchie sbagliate. Poi, ci penserò io stessa a parlarne con gli altri: devono sapere cosa ci attende d’ora in avanti.
Quello sorrise, annuendo convinto, poi si alzò: “Ora devo andare, tra poco ci sarà la cena e la mia presenza è richiesta nelle cucine. Grazie per l’autografo, gentile SIGNORA!”, e in un attimo mi abbracciò, lasciandomi letteralmente paralizzata dalla sorpresa.
Ovviamente, prima che potessi dirgliene quattro, quello si era già volatilizzato. Mi grattai il capo, borbottando: “Signora a chi, piccolo impertinente!”.
Poi sorrisi, voltando lo sguardo verso la terrazza, e poi, lontano, all’immensità dell’oceano oltre la Cupola.
Shyral, io non so nulla di te, o della tua famiglia. Non so che persona sei, o che passato hai alle spalle, non ho idea di quali siano i tuoi valori o i tuoi sogni. Ma qui ti sei costruita una famiglia meravigliosa, che a dispetto dei legami di sangue inesistenti, ti ama e ti vuole proteggere. Io stessa avrei dato la vita per delle persone come loro al mio fianco, quindi … ti prego … non deluderle, Ok?
Sospirai, alzandomi.
Sapevo bene che era troppo lontana per sentirmi, eppure, in fondo al cuore, una parte di me ancora sperava che le mie  preoccupazioni fossero infondate.
Diedi le spalle alla finestra che dava all’area esterna, e mi immobilizzai, mentre due ombre estranee si proiettavano di fronte a me, in contro luce.
Nessun rumore, nessuna aura negativa, niente di niente. Chi aveva un motivo per cercare di nascondere così la sua presenza?
Strinsi i pugni, la risposta già la conoscevo mentre mi voltavo appena, osservando le due figure si fronte a me.
Una, fin troppo famigliare, osservava annoiata un orologio da taschino: Lilith. Fu l’altra però ad attirare veramente la mia attenzione. Mi oscurai, mentre gli occhi di lei si immergevano nei miei e, per un istante, mi parve di scorgervi all’interno una disperata richiesta di scuse.
Sapeva che ciò che stava facendo era sbagliato, o quello che avevo visto nei suoi occhi era stato solo frutto della mia immaginazione?
Sospirai, voltandomi e osservando le due nuove arrivate di fronte a me.
Shyral era diversa dalla maggior parte degli Atlasiani. I capelli, infatti, erano una cascata di ciocche lisce come l’olio, color blu lapislazzuli, che sotto tutto quel mare d’acqua parevano tingersi a tratti dei colori del mare in tempesta. Gli occhi erano due zaffiri lucenti e vivi, mentre la carnagione, tipica dei membri della sua specie, era intervallata a più tratti da un intricato sistema di vene simili a fiumi in corso. Il fisico era slanciato e atletico, ma anche dai tratti femminili e sensuali.
Sospirai, osservandole: “Cosa volete? Siete penetrate nel fulcro della resistenza, e siete entrambe disarmate, cosa state pianificando?”
Lilith sorrise: “Molto bene, vedo che sei cresciuta, dal nostro ultimo incontro. Tuttavia, se credi che la semplice mancanza di armi dalla nostra parte ci metta in svantaggio, ti sbagli di grosso.”
Scossi il capo: “No, so benissimo che, ora come ora, non potrei affrontarvi. Tuttavia i miei compagni risiedono in quest’area del castello, e non mi ci vorrebbe certo molto per chiamarli e farli accorrere. Forse, Sarai anche una delle sue figlie, ma contro cinque Guardiani, di cui tre veterani, dubito che avresti molte possibilità.”, spostai il mio sguardo a Shyral, proseguendo, “E per lei, se ha scoperto i suoi poteri da poco, allora dubito seriamente che possa essere un problema. Anche per me.”
Shyral si ottenebrò: “Non metterti in testa strane idee. Tra me e te non c'è nemmeno paragone. Io sono un genio, ho imparato ad accedere alla mia fonte di potere quando avevo solo cinque anni, e sono diventata Custode delle Chiavi e dei Tesori di Atlantis prima di ogni altro al mio posto, pensi veramente di avere qualche speranza? Sei un’umana, la vostra razza è forse una delle più deboli e sciocche dell’interno universo, e le vostre capacità fisiche e mentali sono ridicole se paragonata a quelle delle altre specie. Quindi, non osare nemmeno a parlarmi in questo modo!”
Improvvisamente, una schiera di bolle di acqua bollente mi circondò, impedendomi anche solo di muore un muscolo.
Sussultai.
Io, dopo i mesi di addestramento che avevo passato con i miei compagni, riuscivo appena a evocare grosse quantità di volt, o a velocizzare i miei movimenti coprendomi di folgori. In nessun caso ero ancora riuscita a controllare a livelli simili la mia elettricità, al punto da manipolarla a piacimento, regolandone persino la forma.
E lei, in soli pochi giorni da quando aveva scoperto i suoi poteri, sapeva già non solo stabilire la temperatura dell’acqua, ma anche creare oltre un centinaio di bolle, tutte di dimensioni diverse, e muoverle senza battere ciglio.
Era evidente come fosse su un piano del tutto superiore al mio, e forse anche a quello di alcuni miei compagni.
Strinsi i denti: “Ok, ve bene, posso sapere cosa volete?”
Lilith fece cenno alla ragazza di lasciarmi andare, avanzando lentamente e dicendo, calma: “Attualmente, il controllo della situazione bellica in questa dimensione è stato affidato a me e ai miei uomini.”, si sedette, sorridendo appena nell’assaporare la morbidezza del materasso, poi riprese, “Quindi, ho il controllo totale su ciò che accade qui. E sebbene possa non sembrare, la Dimensione di Thalass è entrata nel nostro mirino più a causa della sua Guardiana che per altro. Per farla breve, anche se ora come ora la conquista di Atlantis non sia che questione di tempo, noi non abbiamo nessun reale interesse nel mantenere il controllo di questa zona.”
Si fermò, osservandomi seria. Mi oscurai: “Quindi? Volete che mi consegni a voi?”, chiesi, seria.
Lei sorrise: “Sei intelligente. Si, se ti consegnerai a noi, ritireremo le nostre truppe da Thalass, e andremo altrove. Dopotutto, non c’è assolutamente paragone, tra il valore tuo e quello di, quanto? Qualche migliaio di popolani?”
Mi alzai di scatto, raggiungendola prima che Shyral potesse intervenire in suo aiuto, e lasciandole un bel segno rosso sul viso.
Quella voltò il capo di lato, alzando un sopracciglio sorpresa. Poi sorrise, pulendosi un rivolo di sangue scuro dal labbro e proseguendo: “Wow, suscettibile.”
Strinsi i denti: “Credi veramente che potrei mai fidarmi delle vostre parole?!?”
Lei sospirò: “Si, non credere che io non abbia pensato a questo dettaglio. Tuttavia, te ne darò una garanzia.”, accennò a Zeus, infoderato e appoggiato alla parete, la osservai, interrogativa, “Io non sono come i miei fratelli, e preferirei che anche tu te ne rendessi conto. Ho un mio codice d’onore, e ti assicuro che mantengo sempre la parola data, anche se non per questo scopro tutte le mie carte. Quindi, anche se ora come ora potrei anche entrare in possesso del tuo Frutto, in segno di fiducia, farò un’eccezione, e lo lascerò qui, con i tuoi compagni.
E tu verrai con noi.”, si fermò, osservandomi seria.
Sospirai, guardando Zeus, mentre la sua voce rimbombava, contraria, nella mia mente.
No, no, no! Non puoi assolutamente farlo! Sei l’Eletta! Si fosse trattato di un normale Guardiano, forse sarebbe stato anche un accordo accettabile, ma così?!? Non se ne parla nemmeno!
Senti, hai gestito benissimo la cosa di Finrel, quindi vedi di non farmi ricredere sulla tua intelligenza da strapazzo, Ok?
Sorrisi.
Mi dispiace, ma qui ci sono moltissime persone meravigliose. E io … io voglio proteggerle.
Ti tortureranno, lo sai?
Non importa, io sono una Guardiana, sono qui per questo. E … non ho paura.
Lo sentii zittirsi, forse ammirato per il mio coraggio, o indignato per la mia cocciutaggine. Comunque gliene fui grata. Se avesse continuato, probabilmente avrei perso tutta la mia determinazione.
Guardai Lilith, annuendo e porgendole la mano: “Affare fatto.”


Note dell'Autrice:
Come promesso, eccomi di ritorno!
Beh, cosa dire? Questo capitolo ha visto introdotti molti personaggi interessanti, e anche un bella svolta in termini di trama.
Ehhh ... si, Elayne ora è in mano al nemico, e i nostri compagni dovranno sgobbare non poco per riuscire a salvarla, e non solo lei! Ormai, anche se Shyral si è unita a Nidhoggr, resta comunque una Guardiana, e quindi dovranno fare tutto il possibile per portarla dalla loro parte, anche se, vista la sua situazione, non sarà certo semplice!!!
Spero di essermi rifatta dall'assenza di oltre una settimana, visto che come avevo promesso entro sera avrei inserito un nuovo capitolo della storia, ed ora eccolo qui! Confido di riuscire a scriverne un altro almeno almeno prima di mercoledì prossimo, ma non ne sono troppo sicura. Comunque continuate a tenere d'occhio la mia pagina, che in caso di aggiornamenti ve ne accorgerete di certo!
Ringrazio come sempre tutti coloro che continuano a seguirmi, sia i recensori che i non, perchè è solo grazie a voi se questa entusiasmante avventura sta andando avanti e sono veramente felice di portare questo progetto con voi. Siete fantastici e io non so proprio come ripagarvi!
Alla prossima!
Teoth
 
   
 
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