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Autore: Signorina Granger    22/11/2016    9 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
1944: Gellert Grindelwald rappresenta più che mai una minaccia e la Camera dei Segreti è stata misteriosamente aperta da circa un anno; nemmeno Hogwarts è un luogo sicuro.
Nella speranza di preparare i suoi studenti a ciò che potrebbe aspettarli dopo il Diploma, il Preside Armando Dippet convoca alcuni tra i suoi più talentuosi ex studenti per far seguire delle lezioni nuove, creando così una classe speciale formata dai più capaci studenti dell’ultimo anno.
Queste nuove lezioni li aiuteranno ad affrontare la crudeltà della vita vera?
Oppure anche i loro nuovi insegnanti si ritroveranno ad imparare qualcosa da loro?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Magisterium '
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Capitolo 18: Passeggiatina al chiaro di luna
 

 
                                                                                                                                                      Sabato 13 Marzo


“Vogliono liberare la Grecia, ho idea...”
 
Lyanna inarcò un sopracciglio mentre teneva l'ultimo numero della Gazzetta del Profeta stretta in mano, stando al quale era appena stato costituito un Comitato Nazionale per la liberazione dello Stato.
 
“Beh, sarebbe anche ora.”  Charlotte rimase impassibile, continuando a tenere gli occhi fissi sulle carte che stava disponendo sul tavolo secondo lo schema di un solitario.
 
“E stanno facendo pressioni a Stalin per riconoscere Badoglio... spero che ci riescano, se non altro.” Lyanna sospirò, richiudendo il giornale e lanciando un’occhiata in direzione della collega, che se ne stava in silenzio e apparentemente assorta.
 
“Beh, credo che se non lo fa avrà qualche grattacapo in più a cui pensare...”
 
Lyanna annuì, guardando il camino finalmente spento: il gelo sembrava essersi ormai ritirato, tanto che negli ultimi due giorni le temperature si erano leggermente alzate in tutto il Regno Unito... ovviamente in Scozia faceva ancora piuttosto credo, trovandosi a Nord, ma il clima era comunque più tollerabile.
 
Dopo qualche istante di completo silenzio la donna si voltò di nuovo Charlotte, guardandola sistemare le carte con aria concentrata:
 
“Non ti va di fare una partita? Io mi annoio terribilmente con i solitari...”
 
“A me non dispiacciono... mi aiutano molto a riflettere.”
 
Charlotte si strinse nelle spalle senza alzare lo sguardo, proprio mentre la porta si apriva e sulla soglia della stanza compariva Will.
 
“Ah, ciao... Com’è andata la passeggiata? Hai incontrato qualche studentessa sbavante per te nascosta dietro un albero?”
 
Lyanna sfoggiò un sorrisetto divertito mentre Will invece roteò gli occhi, evitando accuratamente di rispondere mentre entrava nella stanza, chiudendosi subito dopo la porta alle spalle.
 
“Preferisco non rispondere... voi che fate qui tutte sole?”
 
“Lyanna è sedata su una poltrona con un giornale sulle ginocchia e io ho delle carte in mano... mi chiedo davvero che cosa staremmo mai facendo...”
 
“Voleva essere una domanda retorica Charlotte, ma vedo che sei leggermente acida... il Solitario procede forse male?”
 
Will andò a sedersi accanto a Lyanna, che appoggiò il giornale sul bracciolo della poltrona mentre il collega le rivolgeva un debole sorriso:
 
“Se le hai chiesto di giocare, non sprecare fiato Lyanna... ci ho provato anche io, ma non le piacciono le partite a carte.”
 
Charlotte si strinse nelle spalle alle parole del collega, limitandosi ad inarcare un sopracciglio senza comunque sollevare lo sguardo dal tavolo:
 
“Preferisco fare i solitari... non mi piace molto perdere.”
 
“Ma a volte anche quelli non finiscono bene...”
 
“Beh, allora si può dire che preferisco perdere contro me stessa, che contro il prossimo.”
 
Specialmente se si chiama William Cavendish
 
Will sorrise leggermente di fronte al tono piatto di Charlotte, cogliendo le ultime parole non dette dalla collega mentre Lyanna roteava gli occhi, trattenendosi dal sbuffare e dal sottolineare che i due si punzecchiavano a vicenda per gran parte delle giornate.
 
 
Probabilmente avrebbero anche continuato, ma la porta si aprì all’improvviso, permettendo anche a Regan di fare la sua comparsa nella stanza:
 
“Ciao Reg! Ti prego, dimmi che ti va di fare una partita a scacchi o qualcosa del genere... mi annoio!”   Lyanna rivolse al collega un sorriso quasi speranzoso, che però non venne ricambiato: Regan la guardò senza sorridere, con anzi un’espressione piuttosto seria dipinta in volto.
 
“Mi piacerebbe, ma temo che dovremo aspettare... Mi fa piacere di avervi trovato insieme, perché Dippet vuole vederci. Tutti e quattro.”
 
Charlotte alzò lo sguardo dalle carte per la prima volta dopo forse mezz'ora, guardando Regan con aria leggermente perplessa: l'ultima volta in cui il Preside li aveva convocati era stato per parlare delle lezioni in comune... cosa poteva volere ancora?
 
“Beh, se non altro rompiamo la noia... coraggio, gambe in spalla!”  Al contrario di Regan, che era piuttosto serio, e di Charlotte e Will che sembravano vagamente confusi, Lyanna sorrise quasi allegramente, alzandosi senza alcuna esitazione e dando anche una leggera pacca sulla spalla di William, come a volerlo esortare a sbrigarsi a seguirla.
 
“Che cosa vorrà Dippet? Magari aumentarci le ore di lezione...”
 
“Può darsi... o magari siamo totalmente fuori strada, chi lo sa.”
 
 
“Andiamo, non fate i drammatici... magari ci vuole solo offrire una tazza di thè, sarebbe anche l'ora giusta!”
 
Al contrario degli altri tre Lyanna sorrise, avviandosi con aria rilassata verso l'ufficio del Preside mentre Regan, Will e Charlotte la seguivano, tutti e tre silenziosi e apparentemente pensierosi.
 
Nessuno dei tre lo disse ad alta voce, me pensavano tutti la medesima cosa: era molto poco probabile che Dippet volesse bere il thè insieme a loro, di sabato pomeriggio per di più.
 
 
                                                                                *
 
 
“È un’ingiustizia.”
 
“Smettila di lamentarti... meno parli, più lavori: ergo, prima finisci.”
 
Oliver sbuffò, continuando a scarabocchiare sulla sua pergamena mentre, di fronte a lui, Isabella continuava a fare i compiti di Aritmanzia con aria impassibile, senza prestare molta attenzione alle lamentele del compagno:
 
“Ma non è giusto... è il mio compleanno...”
 
“Lo so bene, infatti ti ho fatto gli auguri a colazione... ma se non volevi fare i compiti al tuo compleanno, potevi prenderti avanti ieri.”
 
“Io non sono come te Bella, non muoio dalla voglia di studiare quando mi sveglio... e poi ieri avevo allenamento, che vuoi farci?”
 
Isabella si limitò a roteare gli occhi azzurri, quasi sperando che la partita tra Serpeverde e Grifondoro arrivasse in fretta: difficilmente sarebbe andata a vederla, ma almeno avrebbe smesso di sentir parlare di allenamenti per un po’... e poi in quel periodo sembrava che le due Casate rivali per eccellenza si disprezzassero anche più del solito.
 
 
“Si, beh... se vuoi posso farti copiare Storia della Magia.”
 
“Lo faresti?”
 
“Si... solo perché è il tuo compleanno però, non prendermi sottogamba.”
 
 
Oliver sorrise, guardando la ragazza quasi con gli occhi scintillanti: probabilmente si sarebbe anche alzato per abbracciarla, se non avesse saputo che lei lo avrebbe di certo affatturato.
 
“Grazie Bella, sei la mia salvezza! Prima o poi ti ricambierò i favori che mi fai... anche se mi fai sbagliare durante le interrogazioni.”
 
“Ancora una volta, non è stata colpa mia! Io ho detto “proscrizione”, se tu hai capito “prostituzione” è un problema tuo. E poi a cosa dovrebbero mai servire, quelle liste?”
 
“Non ne ho idea... in effetti mi sembrava strano, ma ormai lasciamo stare... è passata, e mia madre non ha nemmeno preso molto male il Troll!”
 
Oliver sorrise quasi con aria soddisfatta mentre sgraffignava gli appunti di Storia dell’amica, facendo per iniziare a copiare i suoi schemi quando una figura familiare dai capelli chiari spuntò infondo al settore, quasi correndo nella loro direzione.
 
“Ehy, c'è Ingrid!”
 
Oliver sorrise, alzando una mano per fare cenno alla ragazza di avvicinarsi... e la bionda non se lo fece ripetere due volte, puntando dritta nella loro direzione e fermandosi accanto al loro tavolo con l'aria di chi ha qualcosa d’importante da dire:
 
“HoincontratoCarsenmihadettochestaseraabbiamounaverifica!”
 
“Ingrid. Sai che ti apprezzo moltissimo e ti ammiro molto per il modo in cui riesci a parlare e capire bene l'inglese... ma non ho capito neanche una sillaba, e penso di parlare anche a nome di Olly. Anzi, a giudicare dalla sua incapacità di leggere il labiale, suppongo di averne la certezza.”
 
Oliver rivolse un’occhiata torva in direzione di Isabella, che però rimase perfettamente impassibile e lo ignorò, tenendo gli occhi chiari puntati tranquillamente sulla compagna di Casa quasi come se fosse in attesa.
 
Dal canto suo Ingrid sospirò, prendendo fiato per un attimo prima di ripetere con maggiore calma:
 
“Ok... ho incrociato Carsen, venendo qui. E qualcosa mi dice che oggi avremo una sorpresa. Pare che stasera abbiano organizzato qualcosa, ma non so bene di cosa si tratti... ma suppongo che dopo cena al massimo Silente ci chiamerà nel suo studio, o magari anche Dippet.”
 
“Aspetta un secondo.... Stasera? Sei sicura che abbia detto stasera?”
 
 
Isabella si sporse leggermente sul tavolo, avvicinandosi alla ragazza e guardandola quasi con una nota speranzosa negli occhi che fece accigliare Ingrid mentre annuiva, non capendo la reazione dell'amica:
 
“Si, direi di sì... perché?”
 
“Perché stasera la serata libera, ero anche riuscita a fare a cambio di turno con...”
 
Isabella si zittì di colpo, mentre tutti i fili finalmente si collegavano e una faccia decisamente familiare spuntava dal nulla nella sua testa, facendole contrarre la mascella quasi pericolosamente:
 
“Black...”
 
Il sussurro - quasi un ringhio, in realtà - di Isabella scaturì due espressioni perplesse in Oliver e in Ingrid, che si scambiarono un’occhiata incerta anche se nessuno dei due osò parlare e chiedere alla ragazza spiegazioni.
 
“Devo andare.” Di punto in bianco Bella si alzò, scostando rumorosamente la sedia sull’antico pavimento e lasciando tutte le sue cose sul tavolo, quasi come se si fosse momentaneamente dimenticata dei compiti.
 
‘Ma... dove?”
 
Ingrid inarcò un sopracciglio, guardando la rossa allontanarsi a passo di marcia e risponderle in tono deciso, senza nemmeno fermarsi o voltarsi:
 
“A creare un buco nero nell’albero genealogico della Nobile e Antichissima Casata dei Black, ecco dove!”
 
 
Quando la Caposcuola fu sparita dietro uno scaffale Ingrid sedette sul suo posto lasciato vuoto, rivolgendo un’occhiata incerta in direzione di Oliver:
 
“Secondo te è il caso di prenderla in parola? E poi cosa c'entra Black?”
 
“Non saprei, era troppo occupata a fare pensieri omicidi per spiegarcelo... e forse non mi voglio nemmeno immischiare nei loro affari, credo sia meglio starne fuori. Piuttosto...
 Spiegami per bene che cosa ti ha detto Carsen.”
 
 
                                                                              *
 
 
Jane versò un po' di latte nella tazza già parzialmente piena di thè nero, mescolando il tutto prima di bere un sorso della bevanda calda.
 
A volte non le dispiaceva stare in pace e in completa tranquillità... e per lei l'ora del thè aveva sempre rappresentato questo.
 
La Sala Grande non era molto affollata, anche se molto di più rispetto alla settimana: in genere gli studenti a quell'ora studiavano, anzi spesso lei era ancora a lezione... fortunatamente, nel weekend poteva rilassarsi almeno un po’.
 
Lo sguardo della ragazza, seduta al tavolo dei Tassorosso come al solito, cadde sul tavolo dei Grifondoro, infondo alla Sala... e le sue labbra si inclinarono quasi istintivamente in un sorrisetto, ricordando l'episodio della sera prima che sul momento le aveva fatto venire voglia di sprofondare e di sparire dal castello, ma ripensandoci era quasi divertente... anzi, se non avesse riguardato lei probabilmente l'avrebbe trovato persino molto tenero.
 
Peccato che era stata proprio lei, l'oggetto dell’episodio... e se da un lato le faceva piacere, dall'altro poteva sentire chiaramente il forte imbarazzo della sera prima, quando Dan aveva avuto la magnifica idea di tenere fede alla sua promessa e aveva allegramente annunciato a tutta la Sala Grande che Jane Prewett era la sua fidanzata.
 
In effetti forse in quel momento gli avrebbe volentieri lanciato dietro una zuppiera, anche se conoscendolo avrebbe dovuto aspettassero: Dante manteneva sempre le sue promesse, dopotutto.
 
Inutile dire che se Isabella si era messa a sghignazzare senza ritegno dal tavolo dei Corvonero, Aerin ed Elizabeth anche dai posti accanto al suo e Coraline aveva allegramente applaudito con aria divertita, lei aveva fulminato Dante con lo sguardo, promettendogli una bella chiacchierata una volta terminata la cena. Persino sua cugina Connie se l'era risa, infinitamente divertita e sollevata di come le cose si fossero risolte tra lei e Dante.
 
"Ciao... Rimembravi il mio meraviglioso annuncio di ieri?”
 
“Già... in effetti penso che resterà impresso in questi muri per un bel po’. E la tua voce non ha certo aiutato, credo che non ci sia stato nessun abitante di Hogsmeade che non ti abbia sentito.”
 
Jane non si voltò, ma non le servì farlo per sapere che Dante stava sorridendo dopo essersi seduto accanto a lei, guardandola con aria divertita:
 
“Si, beh... i miei toni soavi non avranno lasciato indifferente nessuno, credo.”
 
“Su questo siamo d'accordo... il bello è che la tua voce è già baritonale normalmente, alzando persino il tono...”
 
Jane roteò gli occhi prima di bere un sorso di thè, mentre Dante invece si stampava in faccia un sorriso divertito:
 
“Povera Jane... l'ho messa in imbarazzo. Poco male, così almeno ora il messaggio è chiaro.”
 
“Lo spero, se dovessi rifarlo mi scaverò un buca e ci metterò la testa dentro, come gli struzzi!”
 
Dante ridacchiò mentre invece Jane sbuffava, conscia che il ragazzo l'avesse fatto più per mettere in imbarazzo lei che per altri motivi.
“Mi piacerebbe vederti farlo... Dai Jane, non prenderla male... A volte ti preoccupi troppo di quello che pensano gli altri, e credo che nessuno sia rimasto scandalizzato... anzi, mia sorella stava per mettersi a lanciare i coriandoli.”
 
"La sua faccia era molto allegra, in effetti... ma mai quanto tuo fratello, povero Francies: ha dovuto fare da mediatore per due settimane, per lui sarà stato un sollievo!”    Jane sorrise, pensando con affetto al fratellino del fidanzato, che per due settimane aveva fatto di tutto per tenere il piede ben fisso in due scale, non potendo dire a Jane tutta la verità ma non volendo al contempo separare lei e il fratello.
 
Dante annuì, accarezzandole distrattamente la schiena prima di parlare con un tono quasi vago:
 
“Si... in effetti penso che tutta la mia famiglia sia contenta.”
 
“Aspetta... come sarebbe tutta? L'hai detto a TUTTI?”
 
“No, è stata Cora... e mia madre ora si sente realizzata, sostiene che lei lo pensava già da anni... ad ogni modo non preoccuparti, ti vogliono tutti bene... e se non ti porto a cena da noi non appena finita la scuola mi uccideranno, ma ne riparleremo. Vado a fare i compiti, ci vediamo a cena.”
 
Dante si sporse per darle un fugace bacio sulla guancia prima di alzarsi, quasi correndo fuori dalla Sala  Grande senza neanche darle il tempo di metabolizzare quello che aveva sentito, figuriamoci per replicare.
Dal canto suo Jane sospirò, scuotendo leggermente il capo prima di bere un sorso di thè: adorava la famiglia di Dante, certo... sperava solo che per essere accettati dal clan dei Julius non ci fosse qualche sottospecie di prova di iniziazione da superare.
 
 
                                                                                *
 
 
Si passò nervosamente una mano tra i capelli, sbuffando debolmente e cercando di scacciare la fastidiosa vocetta beffarda che lo stava tormentando da ormai diversi minuti: aveva come la sensazione di sentire ancora Rod prenderlo in giro, mentre cercava di portare a termine gli – a sua detta – inutili compiti di Divinazione.
 
Si era chiesto tante volte del perché avesse scelto di frequentare quella materia... E per altrettante si era praticamente dato dell’idiota per essersi dato la zappa sui piedi in quel modo.
 
Antares Black si stava scervellando sul cosa potersi inventare da presentare a lezione il lunedì successivo quando qualcuno gli si avvicinò senza preavviso, spuntandogli davanti quasi dal nulla.
La comparsa di Isabella e la sua faccia decisamente poco allegra non gli fecero comunque battere ciglio e il ragazzo si limitò ad inarcare un sopracciglio con aria scettica, quasi a volerle chiedere che cosa volesse:
 
 
“Qual buon vento, Isabella?”
 
“Nessun buon vento, Black. Dimmi, per caso hai sentito di qualcosa che hanno organizzato per stasera?”
 
“Non saprei... perché me lo chiedi?”
 
Antares abbassò lo sguardo con noncuranza, ritornando a concentrarsi sui compiti mentre, ne era perfettamente cosciente, la Corvonero si tratteneva dal prendere la borsa piena di libri e colpirlo con quella: la rossa sbuffò con impazienza, fulminandolo con lo sguardo come a volerlo ammonire di non fare lo gnorri:
 
“Perché, casualmente, questa sera il turno ce l'hai tu... com’è che l'altro ieri ti sei gentilmente offerto di fare a cambio?”
 
“Un momento di pietà nei tuoi confronti, immagino.”
 
“Non mi prendere per scema Black, lo so che in qualche modo lo sapevi, ecco perché hai instituito per invertire i turni... avrei dovuto aspettarmelo, si tratta di TE dopotutto.”
 
Isabella contrasse la mascella, guardando il compagno con irritazione mentre invece lui sfoggiò un debole sorrisetto, come a volerla prendere in giro:
 
“Se ne sei tanto sicura... pensa quello che vuoi Burton, ma intanto domani sera tu passerai tre magnifiche ore a gironzolare per il castello a perdere tempo... E io non lo dovrò fare. Ora scusa, ma temo di dover finire Divinazione prima di cena, non ne avrò il tempo dopo... a meno che tu non voglia passarmi i tuoi per poter godere oltre della mia compagnia, ovviamente.”
 
Antares sorrise e Isabella si trattenne dall’informarlo sul dove gli avrebbe messo i compiti se non avesse finito di parlare... la Corvonero si limitò a fulminarlo con lo sguardo, giurandogli vendetta prima di defilarsi:
 
“Chi sono io per impedirti di istruirti, Black? Ma a proposito di Divinazione, ho una perla per te... di qualunque cosa si tratti, stasera non farti mettere a lavorare accanto a me, potresti non uscirne bene.”
 
Isabella girò sui tacchi, allontanandosi quasi a passo di marcia mentre chiunque le passasse accanto si spostava per farla passare: nessuno aveva molta voglia di mettersi sulla rotta di un’Isabella Burton nervosa.
 
Nessuno, tranne forse il Serpeverde che sorrise appena, scuotendo il capo prima di tornare a concentrarsi sui compiti: non avrebbe mai ammesso di aver sentito Silente e Dippet discutere sull’argomento due giorni prima, quando era arrivato in anticipo a lezione di Trasfigurazione… Ma di sicuro Isabella l’aveva comunque intuito, e non avrebbe mai cambiato idea.
 
                                                                          
 
                                                                                   *
 
Tre ore dopo
 
 
“A te sembravano sorpresi, quando sono entrati nell’ufficio di Dippet?”
 
“Non molto... o almeno, non tutti. Isabella non ha battuto ciglio, e nemmeno Ingrid o Antares...” Lyanna si accigliò mentre, in piedi accanto a Charlotte sul limitare della Foresta Proibita, ripensava a quando gli studenti avevano messo piede nell'ufficio del Preside, subito dopo cena: diversi non erano sembrati affatto sorpresi dalla notizia... quasi come se già sapessero tutto.
 
“Hai ragione... dici che forse sapevano?”
 
“Può essere, ma come...” Lyanna s’interruppe bruscamente, smettendo di parlare prima di voltarsi di scatto in contemporanea con Charlotte, rivolgendo a Regan un’occhiata omicida:
 
“Ma perché avete pensato subito a me? Potrebbe anche essere stato Will!”
 
“Non osare mettermi in mezzo Carsen, veditela tu!”  Will sbuffò, incrociando le braccia al petto e spaccando un’occhiata sinceramente seccata in direzione del collega, che borbottò di rimando qualcosa di poco comprensibile:
 
“Per una volta sono d'accordo con Cavendish, Reg... io non sono stata, e neanche Lyanna. Noi sappiamo tenere la bocca chiusa.”
 
Charlotte alzò gli occhi al cielo, rimpiangendo mentalmente di non essersi portata dietro una sciarpa, dei guanti... insomma, un intero kit invernale.
 
"Ma perché proprio nella Foresta? Fa freddo... Vorrei tanto sapere a quale genio è venuta l'idea.”
 
La donna sbuffò, affondando il viso nella sciarpa blu notte che indossava mentre Will si voltava verso di lei, sorridendo con aria quasi divertita prima di risponderle:
 
“Se non altro riconosci finalmente la mia intelligenza superiore... grazie Selwyn.”
 
“Ah, certo. È venuta a te, la grande idea... c'era da aspettarselo.”
 
 
Sia Regan che Lyanna erano perfettamente consapevoli che i due sarebbero stati in grado di continuare fino all’alba, così la donna si affrettò ad interrompere la discussione sul nascere, sorridendo e accennando alle figure che stavano attraversa do il parco buio:
 
“Credo che stiano arrivando i ragazzi... voi due, vedete di non litigare davanti a loro!”
 
“Sembri proprio mia madre a volte, Lyanna...”
 
 
"Non la conosco, ma so che non hai una grande opinione di lei... quindi mi ritengo sinceramente offesa Charlotte, ritengo che tu debba saperlo.”
 
 
                                                                           *
 
 
“Bene, ora che ci siete finalmente tutti vi possiamo spiegare chiaramente perché siete qui... temo che stasera andrete a dormire più tardi del solito, perché vi aspetta una specie di verifica.”
 
Regan sorrise amabilmente, mentre un borbottio di leggere proteste si diffondeva tra gli studenti. Lyanna e Charlotte rimasero in silenzio ma si scambiarono un’occhiata, provando quasi empatia con quei poveretti: nemmeno loro erano entusiaste, in effetti.
 
“Come avrete intuito, dovrete addentrarvi nella Foresta Proibita... ma non preoccupatevi, noi quattro vi seguiremo e vi aiuteremo in caso di necessità. Non dovrete vagare da soli nella Foresta, non vogliamo ritrovare frammenti di studenti in giro, perciò potete scegliervi un compagno.”
 
“Jane, tu stai con me.”   Il tono di Dante non ammetteva repliche, esattamente come la sua faccia mentre metteva un braccio sulle spalle della ragazza, come a volersi assicurare che non finisse nei guai. Jane aprì la bocca per dire qualcosa ma lo sguardo fermò del ragazzo le fece morire le parole in gola, portandola a richiudere le labbra senza dire nulla.
 
“Ingrid, se stai in coppia con me ti vorrò bene per sempre.”
 
“Perché ci tieni tanto?”
 
“Perché piuttosto che addentrarmi nella foresta in compagnia di Black, ci vado con un Lupo Mannaro!”
 
Ingrid stava per accettare la proposta della compagna quando Will spuntò accanto alle due Corvonero, con un sorrisetto che non prometteva niente di buono stampato in faccia:
 
“No, Ingrid tu stai con Miller.”
 
“Davvero? Grande, avevo paura di finire con Yaxley!”
 
Dal canto suo Oliver sorrise allegramente, ignorando l’occhiata torva che gli lanciò il suddetto Serpeverde.
Ingrid invece  inarcò un sopracciglio con aria perplessa, non capendo l’intervento dell’insegnante mentre invece Isabella stava progettando mentalmente il suo suicidio.
 
“Professore, la prego... non mi faccia questo!”
 
“Non CI faccia, semmai! Non è che io muoia dalla voglia di stare con te!”   Antares sbuffò con aria contrariata, mentre invece sia Regan che Will sghignazzavano allegramente. Charlotte lanciò un'occhiata ai due colleghi e sospirò, scuotendo il capo e borbottando al contempo qualcosa che suonò come “bambini” mentre Lyanna invece osservava Antares e Isabella con un’espressione accigliata dipinta in volto, come se stesse cercando di afferrare qualcosa che le stava sfuggendo:
 
“Sai, quei due mi ricordano qualcuno...”
 
“Beh, avrai tempo di rifletterci dopo, quando vagheremo per la Foresta in compagnia di qualche mostro...”
“Tranquilla Charlotte, la tua acidità terrà le creature a distanza…”
 
 
Charlotte sbuffò, fulminando William con lo sguardo al sentire il suo commento e solo in quel momento una lampadina si accese nel cervello di Lyanna, che sorrise spostando lo sguardo sui due colleghi: ecco chi gli ricordavano Isabella e Antares...
 
“Siete dispari, quindi temo che dovrà esserci un gruppo da tre...”
 
“BENE, io sto con Ingrid e Olly... o con Dante e Jane, tutto ma non con quei due!”
 
Isabella piegò le labbra in una smorfia, accennando con il capo ad Antares e Starkey; il primo la fulminò con lo sguardo, seccato dalle sue parole:
 
“Guarda che abbiamo dei nomi, Burton...”
 
“Isabella... stai con Black e Yaxley, questione chiusa.”    Will sorrise amabilmente, già pregustando il divertimento di dover seguire il percorso di quei tre insieme: se proprio doveva passare la serata così, tanto valeva divertirsi.
 
Isabella fece per replicare ma Regan glielo impedì, riprendendo a parlare per evitare di trascinare oltre la questione:
 
“Coppie fatte, questione chiusa... Isabella, ti chiediamo solo di non uccidere i tuoi compagni. Tornando alla verifica, come vi ho detto non ci va di raccogliere brandelli di studenti, o di aspettarvi fino a domani... perciò eccovi delle cartine della Foresta, sperando che non vi perdiate. Avrete un percorso preciso da seguire fino a tornare qui, quindi non dovrebbe succedervi... meno ci mettete a completare il percorso più alto sarà il voto... e prima potrete andare a dormire, quindi siamo certi che vi impegnerete al massimo.”
 
Il sorriso di Regan non venne ricambiato da nessuno, tantomeno da Antares che anzi inarcò un sopracciglio con aria scettica:
 
“Mi faccia capire... devo andarmene in giro per la Foresta Proibita con Isabella Burton, al freddo e a quest’ora... e non c'è niente in palio?”
 
“Temo che non ci siano premi Black, mi dispiace... parlatene con il Preside se avete obiezioni, l'idea non è stata nostra ma sono stati Silente e Dippet a pensarci.” Il tono cupo di Will non fece dubitare delle sue parole nessuno tra gli studenti, che si limitarono a sbuffare sommessamente mentre Lyanna consegnava ad ogni gruppo una cartina.
 
“Io ho un pessimo senso dell'orientamento... Black, fai tu da navigatore.”
 
“L'avrei fatto comunque... senza offesa, ovviamente.”
 
“Tranquillo, nessuna offesa... sappi che avrei preferito stare in coppia con Pix, comunque... senza offesa, ovviamente.”
 
 
                                                                          *
 
 
“Questa situazione non mi piace neanche un po’... Ma almeno sarà un compleanno impossibile da dimenticare.”
 
“Non vorrei essere antipatica, ma tecnicamente non siete voi quelli coraggiosi?”   Ingrid inarcò un sopracciglio, continuando a camminare al buio accanto ad Oliver, tenendo la bacchetta sollevata in modo da fare un po’ di luce intorno a loro.
 
“In teoria si, ma non è che ho paura... credimi, se fossi qui da anni nemmeno tu saresti tranquilla, girano un sacco di voci su questo posto. Voci molto poco promettenti, se devo passarci la serata.”
 
“Non ci metterebbero in serio pericolo Olly, rilassati... al limite ti difendo io!”
 
Ingrid sfoggiò un sorriso e Oliver sbuffò, rivolgendole un'occhiata in tralice e chiedendosi come facesse ad essere così allegra, vista la situazione in cui si trovavano:
 
“Mi spieghi perché sorridi praticamente sempre?”
 
“A volte è più facile felici che affrontare la realtà, Olly... a te non capita mai, di voler scappare da quello che stai vivendo?”
 
“Forse, ma preferisco essere sincero con me stesso... non ha senso evitare di affrontare le cose, secondo me.”
 
Oliver si strinse nelle spalle, continuando a camminare tenendo la mappa in mano e lanciando un’occhiata in tralice alla compagna, chiedendosi che cosa avesse voluto intendere con le sue parole. Ingrid però non disse altro e il ragazzo intuí che non aveva una gran voglia di parlarne... così decise di lasciar perdere, sapendo di dover rispettare la sua privacy.
 
“Beh, visto che siamo qui e non c'è molto da fare... posso chiederti perché ti sei trasferita qui insieme a tua sorella?”
 
“Credo che non ci sia bisogno che ti dica che le cose in Germania non vanno molto bene, Oliver... e a casa non eravamo più al sicuro.”
 
“E qui lo siete?”
 
“Beh, dicono che Hogwarts sia davvero sicura... e anche se non lo fosse, credo che nessuno sia davvero in una botte di ferro di questi tempi. Ma almeno qui avete Silente, è un bel vantaggio! E ora occhi aperti Olly, cerchiamo di non farci affettare da chiunque abiti questa Foresta... per dove bisogna andare?”
 
“Destra, secondo quest’affare... ma ho la sensazione che non ci porterà a nulla di buono.”
 
 
                                                                           *
 
 
“Ma dove accidenti è il nord?”
 
“Non è verso le montagne?”
 
“Grazie tante Burton, tu per caso le vedi con questo buio?”
 
Antares sbuffò, agitando la mappa che teneva in mano con aria spazientita mentre Isabella borbottava a mezza voce che non c'era bisogno di scaldarsi, prendendogli la cartina dalle mani prima di parlare ad alta voce, assumendo un tono solenne:
 
“Bene, ascoltate la mia idea... non mi va di finire da dessert a qualche Acromantula, quindi direi di spostarci in ogni caso... andiamo a sinistra.”
 
“Perché proprio a sinistra? ... e poi che c'entrano le Acromantule?”
 
“Non lo so, è la prima creatura pericolosa che mi è venuta in mente... anche se, ora che ci penso, ad uccidere Mirtilla era stata proprio una... ok, cambiamo argomento. In ogni caso muovete i regali posteriori, non voglio stare qui fino a domani mattina!”
 
Isabella sbuffò, partendo quasi a passo di marcia verso la direzione che più l’aggradava, con due perplessi Serpeverde alle calcagna.
 
“Te lo ripeto, Isabella... perché stiamo andando proprio di qua?”
 
“A destra la via sembrava più facile.”
 
“E allora?!”
 
“Non hai mai letto un romanzo. Black? Le strade più comode portano sempre a qualche pericolo mortale, quindi noi andiamo a sinistra.”
 
 
Antares sbuffò, non avendo altra scelta se non seguirla, anche se di malavoglia: nonostante si trattasse di lei non aveva nessuna intenzione di perdersi e restare da solo nella Foresta... in effetti era quasi grato, per un certo verso, di essere finito con lei: i capelli di Isabella la rendevano decisamente facile da individuare, anche al buio.
“Mi spieghi perché non controbatti? In genere detesti che qualcuno decida al posto tuo.”
 
“Non mi va di tirare su polemiche, Starkey... conoscendo il soggetto, sarebbe capace di discutere per ore e preferisco finire questa storia in fretta.”
 
Antares alzò gli occhi al cielo, limitandosi a seguire Isabella senza protestare: in effetti nessuno dei tre seppe mai che andando a destra si sarebbero effettivamente scontrati con una vera Acromantula...
 
                                                                                     *
 
“Dante, rilassati.”
“Sono rilassato… rilassatissimo, non vedi?”
“Stai tranquillo, non spunterà un serial killer armato di scure da dietro quell’albero! O almeno lo spero… anche se prima mi era sembrato di vedere qualcosa muoversi…” 
“Jane, così non mi aiuti!”
 
Il Grifondoro sbuffò, guardandosi nervosamente intorno come se temesse di finire affettato da un Centauro da un momento all’altro. Al contrario Jane sembrava decisamente rilassata, camminando accanto a lui con la bacchetta che illuminava il sentiero.
 
“Come fai ad essere così tranquilla? Siamo pur sempre nella Foresta Proibita!”
 
“Tranquillo Dan, se dovesse comparire qualche mostro ti difenderò io!”
 
Jane rise, guadagnandosi un’occhiata torva dal ragazzo: dopo essersi imbattuti in un Molliccio che aveva assunto la forma di un inquietante clown alla vista di Jane Dante non si sentiva per niente tranquillo: sperava che non ce ne fossero altri nei dintorni, non moriva dalla voglia di dover affrontare il suo davanti a lei.
 
“Ridi pure Prewett… ma prima eri terrorizzata a morte, quando ti è comparso davanti quel… coso.”
 
“Si chiama clown, Dan… e comunque tutti hanno paura di qualcosa, anche gli impavidi Grifondoro.”
Jane gli sorrise, chiedendosi di che cosa avesse paura il ragazzo: lo conosceva molto bene, ma non glie l’aveva mai chiesto… e non aveva nemmeno mai visto che forma assumesse il suo Molliccio.
 
“Forse… Ma non significa che si debba affrontarla.”
 
                                                                                *
 
“Dici che avranno già incontrato i Mollicci a quest’ora?”
 
“Penso di sì... sono ragazzi svegli, dubito che si siano persi.”
 
Lyanna si strinse nelle spalle, continuando a camminare accanto a Regan con aria rilassata, come se stessero facendo una normalissima passeggiata e non fossero nel bel mezzo della Foresta Proibita.
 
“Sai, non ero mai stato qui quando studiavo ad Hogwarts…”
 
“Neanche io, non finivo molto spesso in punizione… Per fortuna, penso che a quindici anni sarei scappata da qui dopo due minuti.”
 
“Mi ripeti perché CeCe è andata a cercare William?”
 
“Non l’ha specificato, ma credo voglia fargliela pagare per lo scherzo dei mantelli che le ha fatto il mese scorso… Ma non ci metterei la mano sul fuoco, ovviamente.”
 
                                                                                    *
 
UN SERPENTE! Black, fallo sparire!”
 
“Ma perché devo farlo io?”
 
“Perché… perché si, muoviti!”    Isabella, improvvisamente più pallida più del solito mentre teneva gli occhi puntati sul serpente a sonagli che era praticamente spuntato dal nulla e che aveva ovviamente puntato lei, ignorando i due Serpeverde.
 
“Strano… che ci fa QUI un serpente a sonagli?”    Antares inarcò un sopracciglio, prendendosela comoda mentre osservava il rettile con aria scettica e la Corvonero si era praticamente attaccata come un koala a Starkey, usandolo a mo’ di scudo umano.
 
“HAI FINITO DI MEDITARE?”
 
“Rilassati Bella, sarà un Molliccio… prima è comparsa una vespa gigantesca che ha puntato Antares, ora immagino sia il tuo turno.”
 
“Tranquillo Yaxley, non ho dimenticato quando il tuo amico ha tentato di usarmi come scudo umano per difendersi da quell’insetto.”
 
“In mia difesa posso dire che era spuntata dal nulla e che mi ha colto di sorpresa… ma ora pensa a farlo sparire Isabella, non abbiamo tutta la notte a disposizione.”
 
Starkey sospirò, sperando che per una volta la ragazza ascoltasse il compagno: stare a stretto contatto con quei due contemporaneamente sarebbe anche potuto essere divertente se non fosse stato buio, con il freddo e nella Foresta proibita.
 
“Bene, lo vediamo subito se è un Molliccio…. Riddikulus.”
 
In men che non si dica il serpente si gonfiò, prendendo la forma di un semplice palloncino che planò nelle mani della ragazza, che sorrise con aria sollevata prima di avvicinarsi ad Antares:
 
“Meno male… tieni Black, te lo regalo…. Tra voi simili vi capite.”
 
“Tante grazie…. Se hai finito di farmi complimenti, direi di andare avanti… ho la sensazione che ci sia molto altro ad attenderci.”
 
                                                                          *
 
“Facciamo un breve riepilogo: abbiamo dovuto affrontare quella sottospecie di gnomo sghignazzante che voleva prendermi per i capelli e uccidermi con ogni probabilità, Berlinga o come si chiamava, poi sono inciampata nel fango e dulcis in fundo ecco un Fire Crab che spunta dietro una angolo e ci abbrustolisce per bene!”
 
Ingrid sbuffò, togliendosi la cenere lasciata dalla Salamandra che avevano appena incontrato dal braccio.  Al sentire quelle parole un sorriso colpevole spuntò sul volto di Oliver, guardando la ragazza con aria di scuse:
 
“Mi dispiace, forse avrei dovuto prestare più attenzione durante la lezione di Cura delle Creature Magiche legata a quei piccoli stronzi…”
 
“Tranquillo, non siamo carbonizzati e questo è l’importante… anche se credo di essermi mezza ustionata l’avambraccio.”
 
Ingrid sbuffò, continuando a camminare e guardandosi intorno con maggiore attenzione rispetto a pochi minuti prima: l’ultima cosa di cui aveva bisogno era di passare a miglior vita durante una verifica.
 
“Dopo ti accompagno in Infermeria… speriamo solo che non ci abbiano messo una Chimera in giro o simili.”
 
“Nella mia vecchia scuola l’avrebbero senz’altro fatto… speriamo che qui siano più indulgenti.”
 
“Credo di sì… o almeno lo spero. E’ vero che a Durmstrang puntano molto di più sulle Arti Oscure?”
 
“Si… diciamo che le cose che voi fate in sette anni, noi le presentiamo già ai G.U.F.O…. Ma non mi dispiace il programma che avete qui, il clima generale è molto più rilassato.”
 
Ingrid sorrise come suo solito, e per un attimo Oliver si chiese perché quella ragazza tanto riservata sorridesse sempre e sembrasse perennemente di buon umore… anche lui era spesso allegro, ma non aveva mai creduto molto alle persone che si dimostravano di buon umore costantemente.
 
Voleva forse convincere qualcuno o se stessa in primis, con quei sorrisi?
 
“Ingrid…”
 
“Aspetta.”   La ragazza alzò una mano zittendolo all’istante e facendo piombare il silenzio nella radura in cui si trovavano. Oliver inarcò un sopracciglio e stava per chiederle spiegazioni quando si sentì spingere violentemente verso il suolo dalla stessa ragazza:
 
“Stai giù, Olly.”
 
                                                                                            *
 
“Charlotte… ti odio. E smettila di ridere.”   Will buffò, passandosi nervosamente una mano tra i capelli e cercando di ignorare le risate di Charlotte, che si stava quasi rotolando sul fogliame mentre sghignazzava allegramente:
 
“Non ci penso neanche, avresti dovuto vedere la tua faccia!”   
 
Sbuffò, fulminando la collega con lo sguardo e sibilandole di smetterla di ridere, sena però ottenere grandi risultati.  Sbuffando Will riprese a camminare, infilandosi le mani in tasca e stampandosi un’espressione offesa in faccia mentre Charlotte lo seguiva ridacchiando:
 
“Non prendertela Will, ti ho finalmente reso pan per focaccia! Non pensavo avessi paura del buio.”
 
“Non ho paura del buio, infatti… ma sai, quando qualcuno spunta dal nulla e ti balza sulle spalle all’improvviso non è molto piacevole. Come accidenti hai fatto tra l’altro, ti sei arrampicata su un albero per caso?”
 
“Sono piena di risorse Cavendish, l’Addestramento è servito a qualcosa… Secondo te siamo stati troppo cattivi? Forse il Quintaped è stato un po’ esagerato…”
 
“Se la caveranno, in caso contrario interverremo noi… Ma sono sicuro che sono in grado di farcela.”
 
Will si strinse nelle spalle con nonchalance, in netto contrasto con l’espressione incerta e forse leggermente preoccupata di Charlotte: non ne era altrettanto sicura, anche se ci sperava…
 
“Spero che tu abbia ragione, per una volta… Non vorrei avere sulla coscienza anche uno studente morto.”
 
                                                                                   *
 
“Che accidenti è quell’affare?”
 
“Non lo so, ma parla piano o ci sentirà! Credo che sia un Tebo, ma è così buio che non ne sono sicura.”
 
Jane sbuffò sommessamente, mordendosi il labbro con nervosismo crescente mentre osservava l’animale da dietro un albero, seminascosta dietro il fusto della pianta: l’ultima cosa di cui aveva bisogno era di una sottospecie di cinghiale che aveva la capacità dio diventare invisibile da affrontare.
 
“Un Tebo? Mai sentito… è pericoloso? … Ok, dalla tua faccia credo che la risposta sia sì… quanto?”
 
“Newt Scamander l’ha classificato XXXX.”
 
Siamo fregati. Cosa fa?”
 
“Sia mai che tu stia attento a Cura delle Creature Magiche… può diventare invisibile, e credo che se la prenderà con noi quando ci vedrà, visto che è stato portato via dal suo habitat naturale per finire in un posto sconosciuto.”
 
Jane sbuffò, imprecando mentalmente contro chiunque avesse avuto quell’idea mentre cercava un modo per aggirare la creatura senza scontrarcisi contro direttamente… potè quasi giurare di sentire Dante borbottare che non avrebbe dovuto presentarsi per quella verifica.
 
                                                                                           *
 
“Aspettate… è LUCE quella che vedo? La luce blu che indica la fine del percorso! Merlino, ti ringrazio!”
 
Isabella quasi iniziò a correre verso il limitare degli alberi, tirando un sospiro di sollievo quando fu finalmente fuori dalla Foresta Proibita, ignorando i brividi di freddo e lasciandosi cadere sull’erba gelata:
 
“Sono pronta a giurarlo… io lì dentro non ci metterò mai più piede.”
 
“Nemmeno io.”   Antares sbuffò, andandosi a sedere accanto a lei e trattenendosi dal sentirsi sull’erba e mettersi a dormire lì: non vedeva l’ora di poter andare a letto… e di sicuro l’indomani neanche le cannonate lo avrebbero buttato giù dal letto prima delle 10.
 
“Ma tu non eri quello super rilassato?”
 
“Non cominciare Burton, ti ricordo che quando stavamo per essere divorati vivi da un Quintaped mi hai detto che infondo mi trovi simpatico.”
 
“Ho detto quasi simpatico Black, non dimenticarlo.”    Isabella sbuffò, passandosi una mano tra i capelli rossi mentre Regan e Lyanna sbucavano dagli alberi, entrambi sorridendo con aria rilassata:
 
“Ah, eccovi qui… per fortuna state bene. E siete anche stati i primi, sono stupita.”
 
“Per un pelo non facevamo da cena ad un Quintaped, ma siamo vivi e vegeti…”
 
“Tranquilli, vi abbiamo osservato per tutto il tempo… vi avremmo aiutati, ma siete stati davvero bravi.”
 
Lyanna sorrise con sincera soddisfazione, tanto che nessuno dei tre studenti riuscì ad avercela davvero con lei… Regan rivolse alla collega invece un’occhiata di sbieco, chiedendosi improvvisamente se Lyanna fosse consapevole del potere dei suoi sorrisi e lo usasse a proprio vantaggio.
 
“Siamo persino stati i primi… abbiamo fatto progressi, pensavo ci saremmo scannati per tuto il tempo.”
 
“Merito del mio senso dell’orientamento, Burton.”
 
“Non diciamo cretinate, ora esageri!”        
 
                                                                        *
 
Dante si lasciò cadere sul letto, deciso a dormire con la divisa ancora addosso: non aveva nessuna intenzione di perdere tempo per mettersi il pigiama, voleva solo addormentarsi in fretta.
 
Aveva lasciato Jane davanti alla porta della sua Sala Comune prima di salire alla Torre di Grifondoro, mentre invece Oliver aveva insistito per accompagnare Ingrid in Infermeria e far vedere il suo braccio a Madama Chips… Bella invece si defilata in fretta, sostenendo che se non fosse corsa a dormire si sarebbe addormentata in piedi.
 
Dal canto suo, Dante era sollevato che anche quella serata fosse finita… certo, per poco non si era fatto ammazzare da una sottospecie di cinghiale con il dono di diventare invisibile, ma di sicuro gli altri non se l’erano cavata molto meglio con i Quintaped.
 
E poi non aveva dovuto affrontare il suo Molliccio, cosa di cui era decisamente sollevato e grato al destino: non gli andava di doverlo fare davanti alla sua Jane.
 
Un lieve sorriso incurvò le labbra del ragazzo nel ricordare l’espressione terrorizzata che era comparsa sul viso di Jane alla vista del clown… e anche se avevano completato il percorso per ultimi, almeno aveva passato un po’ di tempo con lei, e doveva ammettere che era più brava di lui a mantenere la calma e il sangue freddo.
Chissà come avrebbe reagito di fronte al suo Molliccio… perché era sicuro di sapere che forma avrebbe assunto.
 
Il Grifondoro sbuffò, rigirandosi sul materasso per far sprofondare il viso nel cuscino: forse era il caso di smetterla di pensare e di mettersi a dormire, altrimenti il giorno dopo si sarebbe addormentato nel bel mezzo degli allenamenti.
 
                                                                                 *
 
“Non ci credo… stai ancora giocando?”     Will sgranò gli occhi, guardando con sincero stupore Charlotte seduta al suo solito posto al tavolo rettangolare, intenta a sistemare le carte sul ripiano di legno come se non avesse mai smesso di farlo dal pomeriggio.
 
“Non ho sonno, non dormo molto… Gli altri?”
 
“Lyanna ha detto che andava a dormire e anche Regan… Dippet domani mattina ci vorrà vedere per parlare di come sono andati i ragazzi, non dovresti andare a riposarti?”
 
Charlotte si limitò a stringersi nelle spalle mentre William le si avvicinava, restando in piedi accanto al tavolo e guardandola con sincera curiosità, chiedendosi che cosa le frullasse nella testa.
 
“Ci andrò quando avrò sonno… ma non devi certo farmi da badante, vai pure.”
 
“In realtà credo che resterò un po’ a darti fastidio. Mi sembra il minimo, dopo l’infarto che mi hai fatto prendere.”   Will sorrise, sedendosi di fronte alla collega mentre Charlotte rideva sotto i baffi, ricordando con gran soddisfazione il suo spavento.
 
“Come vuoi…”   Per un po’ restarono in silenzio, finché Charlotte non alzò lo sguardo dalle carte che teneva in mano per posare gli occhi chiari su di lui, esitando per un attimo prima di parlare:
 
“Giochi?”
 
“Si… vediamo se riesco a batterti al tuo amato gioco.” 
 
Will annuì, leggermente stupito dalla sua proposta mentre la donna smistava il mazzo: era la prima volta in cui accettava di fare una partita.
 
Forse stavano davvero facendo passi avanti, infondo.
 












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Angolo Autrice:

Buonasera! Scusate se ci ho messo più del solito ad aggiornare, avrei voluto scrivere domenica ma ieri ho avuto un test importante e alla fine non avevo la testa per scrivere nulla... Mi rendo inoltre conto che il capitolo sembra più una Cantica di Dante che altro, non odiatemi ma ultimamente mi vengono fuori papiri.

Prometto che il prossimo sarà più corto e che arriverà più in fretta... buona serata e a presto :)

Signorina Granger
   
 
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