Addii
La
casa in cui abitava Rachel era
una bella villa monofamiliare, con un giardino molto curato, mentre sul
retro
aveva un accesso diretto a una spiaggia privata.
Quando i signori Queen avevano
visto per la prima volta quella casa, se ne erano innamorati a prima
vista e
avevano deciso di comprarla seduta stante.
Loro figlia adorava quella
spiaggia e, infatti, il suo passatempo preferito fin da bambina era
stato farvi
lunghe passeggiate alla ricerca di conchiglie, stare seduta sulla
sabbia
ascoltando il rumore delle onde che si infrangevano contro gli scogli
e, quando
il cupo clima britannico lo permetteva, fare delle nuotate piuttosto
temerarie,
dato che da quelle parti l’acqua del mare era sempre gelida.
In quel periodo, a maggior
ragione, fare un bagno sarebbe stata una follia. Gli ultimi numeri
della Gazzetta del Profeta avevano
accennato a
presunti avvistamenti di Dissennatori al di fuori dei confini di
Azkaban, e le
prove di ciò erano evidenti.
Rachel non vedeva il sole da
almeno cinque giorni: il cielo sopra casa sua era costantemente
nuvoloso e la
temperatura era molto più bassa del normale, tanto che,
nonostante fosse
estate, faceva davvero freddo.
All’alba, inoltre, una fitta
nebbia aleggiava intorno alla villa, dando un aspetto spettrale al
paesaggio
circostante.
Così, anche quella mattina
presto, quando Rachel si svegliò e guardò fuori
dalla finestra, l’unica cosa
che vide fu un’immensa cortina di nebbia che non le
permetteva di scorgere
neanche a un palmo dal naso.
Sbuffò a lungo, irritata,
guardando senza una precisa ragione ogni angolo della sua stanza. Era
arredata
con gusto e senza le tipiche decorazioni esagerate delle solite
famiglie
Purosangue. I mobili erano di legno chiaro, come anche il letto a
baldacchino
con le coperte blu notte, la cornice dello specchio di un argento
lucente e il
pavimento di parquet disposto a formare una serie di disegni astratti.
Ovviamente l’occupante della stanza vi aveva messo del suo,
attaccando un
grande stendardo di Serpeverde alla parete più libera.
Fu dopo aver riguardato
quest’ultimo che Rachel decise di darsi una mossa. Si
vestì e scese al piano di
sotto.
I suoi genitori erano già svegli
e al momento stavano facendo colazione nella sala da pranzo. Quando
Rachel
entrò, vide che suo padre stava leggendo attentamente
“Buongiorno, Rachel. Anche oggi
sembra che tu non abbia chiuso occhio per tutta la notte”.
“Colpa del tempo. Sono
meteoropatica” mentì lei.
“Roba da matti”
commentò suo
padre, senza staccare gli occhi dal giornale.
“C’è stato un altro omicidio”.
Rachel non parlò, ma era così tesa che la sua agitazione fece quasi tremare il tavolo.
“Nessuno che conosciamo” la
rassicurò
suo padre. “La famiglia Enders… sì, li
ho sentiti nominare. Erano Purosangue
con idee filo-babbane”. Abbassò la copia del
Profeta e rivolse uno sguardo
preoccupato a moglie e figlia. “Io non credo che dovremmo
rimanere qui. Siamo
troppo esposti. Potremmo essere i prossimi ad apparire in prima
pagina”.
“E dove dovremmo andare?”
chiese Diane,
sua moglie.
“Io non me ne vado” intervenne
Rachel, testarda. “Abbiamo un sacco d’incantesimi
di protezione, e solo chi
vogliamo può avvicinarsi a questa casa”.
“Appunto, ma chi ci assicura che
le persone di cui ci fidiamo non ci tradiranno, prima o poi?”
Rachel non rispose, perché sapeva bene che suo padre non avesse detto quella frase a caso.
“Sono arrivate lettere per
me?”
chiese, rivolta a sua madre, cercando di cambiare discorso.
“No, cara…” rispose
Diane,
lanciando un’occhiata esitante a suo marito Perseus, il quale
parve chiaramente
irritato.
“Ascoltami bene, signorina” esordì lui, “Vedi di farla finita con questa storia. Sei tornata da scuola dicendo che stai insieme a quel Black, e fin qui non ho avuto niente da obiettare, se non per il fatto che quella famiglia è rinomata per le sue idee sul sangue puro, identiche a quelle di Tu-Sai-Chi. Quando ti ho chiesto se ti fosse mai venuto il minimo dubbio che lui potesse essere un Mangiamorte non ti sei nemmeno degnata di rispondere. Ora, è una settimana che non si fa sentire e tu passi il tempo ad aspettare che ti scriva. Ti vuoi rendere conto che se i miei sospetti sono reali, stai mettendo in pericolo di vita tutti noi?”
“Invece ti sbagli” rispose
Rachel, avvampando.
“Io credo di no. Te lo dico io.
Quel Black è un Mangiamorte tale e quale a sua cugina e
presto vedrai che
grazie a lui riceveremo una visita di Tu-Sai-Chi in persona”.
“Se neanche lo conosci, come fai
a dire una cosa del genere? Ma lasciamo perdere, tanto come al solito
rimarrai
della tua idea! Se proprio volete andarvene, fate pure, ma io
resterò qui.
Ormai sono maggiorenne, posso anche vivere per conto mio!”
ribatté lei,
infuriata.
Poi si alzò da tavola senza aver
neanche toccato cibo, e uscì dalla porta
d’ingresso, sbattendola con violenza e
ignorando il freddo e la nebbia che la circondava.
Era troppo arrabbiata per
accorgersi di quello che succedeva intorno. Non solo non riusciva a
dormire da
almeno sette giorni perché non aveva notizie di Regulus, ora
ci si erano messi
anche i suoi genitori a fare il diavolo a quattro.
Di solito erano sempre andati
d’accordo ma in quel periodo c’erano state
parecchie discussioni. A Perseus
Queen i Black non piacevano, non gli erano e non gli sarebbero mai
piaciuti. E
Rachel non poteva indurlo a cambiare idea su Regulus, altrimenti
avrebbe dovuto
spiegargli tutto quello che lui stava facendo per colpire Voldemort.
L’unico pensiero che la consolava
e le permetteva di andare avanti era che, se il suo nome non compariva
sul
giornale, questo significava che fosse ancora vivo.
La sua ultima lettera la aveva
ricevuta il giorno dopo la visita a villa Malfoy, ed era stata molto
vaga e
misteriosa. Dopo di che non si era fatto più sentire.
Lei gli aveva promesso di starne
fuori, ma ora aveva deciso che, se non avesse ricevuto sue notizie
entro
ventiquattro ore, si sarebbe presentata direttamente a Grimmauld Place.
Ma non ce ne fu bisogno.
Per tutta la mattinata Rachel cercò riparo dal malumore camminando in riva al mare percosso da violente raffiche di vento, allontanandosi parecchio dalla sua casa. Gli incantesimi di protezione la circondavano si estendevano nel raggio di due chilometri, quindi non correva nessun rischio. Si era da poco fermata al limite dei confini protetti quando, guardando in direzione della villa, vide una figura a metà strada che si avvicinava, con il chiaro intento di raggiungerla.
Il cuore le batté forte ancora prima che la sua mente capisse di chi si trattava: era come se lo sapesse già.
In un attimo si Smaterializzò e riapparve davanti a Regulus, abbracciandolo, sollevata.
“Finalmente, Reg, ma che fine hai
fatto? Stavo entrando nel panico. Non avrai mica bussato a casa? I miei
non ti
vedono di buon occhio…”
“No, immaginavo di trovarti
qui”
rispose lui. Sapeva dai suoi discorsi quanto tempo trascorresse sulla
spiaggia.
Rachel si staccò da lui e lo osservò in viso. Non sembrava in gran forma. Per caso, si accorse che gli stessero tremando le mani.
“Che cos’hai? Hai scoperto
qualcosa in questi giorni?”
“Può darsi.
Devo… devo fare una
cosa, oggi…” disse lui, quasi bisbigliando, come
se non avesse nemmeno la forza
di parlare ad alta voce.
“Di cosa si tratta? Vengo con
te”
disse Rachel, ma lui scosse la testa.
“Non puoi. Devo farlo da solo”.
“E naturalmente non mi dirai cosa
devi fare, giusto?”
“Lo saprai. Sono venuto
per… salutarti”
disse Regulus, nello sforzo evidente di nascondere qualcosa di
fondamentale.
Lei ancora non capiva. Credeva che fosse solo agitato per quella missione. Soltanto una piccola parte di sé aveva una bruttissima sensazione, e fu quella che lo indusse a baciarlo come non aveva mai fatto prima.
Regulus non riuscì a non
abbandonarsi a quel tripudio di sensazioni che gli scorrevano come
fiamme sotto
la pelle, pur sapendo che più si lasciava andare,
più sarebbe stato difficile e
straziante separarsi da lei.
Quello, nonostante tutto, era il
momento più complicato dell’impresa, darle
l’ultimo addio, perché sarebbe stato
perennemente sul filo del rasoio, e in ogni momento avrebbe potuto
cedere alla
tentazione lancinante di mollare tutto e fuggire via con lei. Non era
nemmeno
sicuro di riuscire a mascherare il terrore che lo attanagliava e gli
causava
brividi gelidi lungo la schiena.
Inoltre il solo pensiero di farla
soffrire lo affliggeva. In quel momento avrebbe preferito che Rachel
non avesse
mai provato niente per lui.
Ogni minuto che passava, lei si rendeva conto sempre di più che qualcosa non andasse. Regulus non si era mai comportato in quel modo tanto istintivo. Sembrava che avesse bisogno dei suoi baci e delle sue carezze come dell’aria che respirava.
“Non sei normale, oggi” disse,
allontanandosi quanto bastava per guardarlo dritto negli occhi.
“Che cosa ti
sta succedendo? Devi fare una cosa pericolosa, vero?”
“No… insomma, potrebbe essere
pericoloso, ma non troppo” mentì lui con un enorme
sforzo.
“Allora prometti, anzi, giurami
che domani mi farai avere tue notizie”.
“Certo. Domani mattina avrai mie
notizie” ripeté lui, sentendosi veramente crudele
a fare una promessa che, sì,
avrebbe mantenuto, ma in un modo che lei non si sarebbe aspettata.
“Scommetto che non sei neanche
andato da Sirius, come ti avevo suggerito”.
“L’ho fatto, invece”
rispose
Regulus, suscitando in lei un’espressione di meraviglia.
“Davvero?”
“Sì, ma ho deciso di non
coinvolgerlo in questa storia”.
Rachel lo guardò con un sorriso soddisfatto, come se gli avesse letto nel pensiero com’era andata esattamente.
“Sappi che sono fiera di te” gli disse. “Te l’avevo detto, tempo fa, che vi volevate bene”.
Regulus preferì non commentare l’ultima affermazione: sarebbe stata la goccia che lo avrebbe fatto cedere. Poi, accortosi dello sguardo che lei gli rivolgeva, chiese:
“Che cosa
c’è?”
“Stavo pensando… ti ricordi
com’eri al primo anno? Eri un bambino pauroso e piagnucolone,
tuo fratello te
lo rinfacciava sempre. Diceva che avresti continuato a frignare per il
resto
dei tuoi giorni, e invece si sbagliava di grosso. Sei diventato
più coraggioso
di quanto io stessa abbia mai creduto”.
“Ma se sto tremando come una
foglia…” osservò lui, scettico.
“E allora? Non è questo il
punto.
Tutti hanno paura. La vera differenza sta tra quelli che la ignorano e
quelli
che invece se ne fanno impadronire. Non m’importa cosa
pensano gli altri. Tu
per me rimarrai sempre un eroe”.
“Aspetta a dirlo” fece
Regulus,
ma dentro di sé non potè che esserle grato. Aveva
temuto che rivederla l’avrebbe
distolto dal suo obiettivo, e invece come al solito Rachel era riuscita
a
stupirlo, infondendogli il coraggio necessario a proseguire fino in
fondo. Era
veramente straordinaria, e non poteva credere che gli fosse stato
concesso di stare
con lei, anche se per poco tempo.
“Ti amerò per sempre” disse, “qualunque cosa accada”.
Rachel era sia felice, perché lui non l’aveva mai detto per primo, sia preoccupata per l’ultima affermazione.
“Che cosa deve accadere?”
chiese.
“Niente, non farci caso”.
Lei obbedì. Avrebbe tanto voluto impedirgli di andarsene, ma sapeva di non potere. Stavolta doveva lasciarlo fare.
*Angolo
autrice*
Oh no, ci siamo. Non voglio aggiornare il prossimo capitolo… Devo proprio farlo? ç_ç Sono immensamente depressa quindi passo a ringraziarvi senza fare troppe storie…
Alohomora
(ma certo che saluta Rachel, ti pare che la lascia
così? Anche se lei non sa cosa deve fare veramente e
soprattutto che Regulus è
consapevole di cosa lo aspetta)
MEISSA_S
(è vero, se solo fossero riusciti ad andare
d’accordo prima, magari Regulus ci avrebbe pensato due volte
prima di diventare
un Mangiamorte. Che rabbia!)
dirkfelpy89
(eh già, l’hai proprio definita benissimo. Anche
io mi sono presa un colpo quando l’ho vista… )
Pervinca Potter
97 (a chi lo dici: io avevo le lacrime che
inondavano la tastiera mentre scrivevo lo scorso
capitolo..ç_ç)
LMP
(non ho voluto far morire Regulus senza averlo fatto
almeno riappacificare con Sirius, insomma sarebbe stata una
crudeltà! Almeno
Sirius non avrà un ultimo ricordo negativo di suo fratello)
Hermione Jean
Granger (abbiamo pianto insieme, allora!
Aspetta solo il prossimo capitolo e vedrai che pianti che ci
faremo… Per
fortuna l’epilogo sarà un po’
più -come dire?- consolante, anche se ancora non
ho esattamente deciso come fare. Ma lo farò, stanne certa)
Basta_MarySue
(io li adoro tutti e due –però Reg di
più =P-
e più scrivo su di loro più li amo! Purtroppo
sì, la ff sta per finire.
Dovrebbero mancare circa 3 capitoli più l’epilogo)
_Mary
(è stato Regulus a fare in modo che Sirius lo
ritenesse un codardo, soprattutto perché sa che suo fratello
è in contatto con
Minus, e quindi non voleva che quel topo di fogna facesse sospettare
Voldemort…
anche secondo me Sirius nell’Ordine della Fenice non crede a
quello che dice: è
solo amareggiato, proprio come dici tu)
lyrapotter
(anche io ho provato a sperare che l'attrice che interpreta Narcissa
potesse essere un po' meglio nel film -il trucco a volte fa miracoli-
ma evidentemente per lei è impossibile. Io ho sempre
ammirato Regulus, proprio come te: magari esistessero ragazzi come lui
nella realtà...)
Pepesale
(bentornata! Mi ha fatto molto piacere che ti sia
piaciuto il confronto tra i due fratelli e anche la reazione di Rachel
quando è
venuta a sapere la verità. Grazie delle recensioni
dettagliate, come sempre!)
Visto che ormai sono costretta ad andare fino in fondo, aggiornerò il prima possibile, almeno mi toglierò il problema al più presto.