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Autore: Caron01    29/11/2016    0 recensioni
Il fulmine li colpí, i due ragazzi si accasciarono a terra, le mani quasi a sfiorarsi, gli occhi chiusi.
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 3.
Rose non capiva come la sua vita potesse cambiare nel giro di una giornata. Dopo quella dichiarazione di guerra ricevuta da Malfoy, Rose non riusciva più a rilassarsi, era sempre attenta a quello che le succedeva intorno, sempre tesa e non ascoltava molto di quello che le diceva Cassidy. Quando Malfoy entrava nel suo campo visivo non poteva evitare di trattenere il respiro, abbassare lo sguardo e contare dieci secondi prima di rialzarlo, sperando che il ragazzo non fosse più davanti a lei. Erano passate solamente poche ore, ma non poteva fare a meno di architettare qualcosa per vendicarsi di quello che lui le avrebbe fatto perciò quando sentì il rumore della campanella, che segnava la fine delle lezioni per quella giornata, poté essere solamente felice, finalmente l’ansia l’abbandonò e ritornò ad essere molto più tranquilla. Marcus le aveva promesso di uscire quella sera ma solamente dopo le selezioni di calcio, ovviamente non le dispiacque, più che altro l’annoiava il fatto di dover studiare sugli spalti del campo che erano sempre pieni di ragazze che parlavano e lanciavano gridolini ogni volta che un ragazzo segnava.
Lentamente la ragazza si stava dirigendo verso gli spalti del campo da calcio. Faceva piuttosto freddo e la rossa si strinse nel suo cappotto e cercò di riscaldarsi le mani con il calore del suo respiro. Finalmente arrivò congelata dalla testa ai piedi sui gradoni, lanciò la sua cartella il più lontano possibile da un gruppo di ragazzine urlanti, ed iniziò a tirar fuori i libri delle materie che le servivano. Non riusciva proprio a capire secondo quale logica quelle ragazzine potessero pensare che uno dei ragazzi le avrebbe prese in considerazione come possibile ragazza, dato che non facevano altro che restargli con il fiato sul collo. Rose alzò gli occhi al cielo divertita dal comportamento di quelle ragazze. Rose non aveva proprio niente in comune a loro, infatti quello che per più di un mese l’aveva perseguitata per un appuntamento era Marcus. Effettivamente Marcus era un bravo ragazzo, intelligente e molto divertente, Rose gli voleva bene. Ecco il più grande limite della rossa, non riusciva ad amare. Marcus le aveva detto di amarla milioni di volte, ma lei non riusciva a dire niente, faceva solo un piccolo sorrisino imbarazzato e gli dava un bacio. Il ragazzo associava il comportamento della rossa ad un’innata timidezza, non dubitava dei sentimenti che la ragazza provava per lui. Marcus diceva che Rose era la ragazza più bella della scuola, non aveva nessun dubbio. La portava in giro a mo’ di trofeo, era possessivo nei suoi confronti, ma allo stesso tempo molto distratto. Non si accorgeva minimamente che Rose in certe situazioni si trovava a disagio, o che certi suoi atteggiamenti le davano fastidio, pensava che il cuore della rossa gli appartenesse non capendo che in realtà Rose Weasley era riuscita a proteggere il suo cuore, e lo costudiva gelosamente. D’altra parte la ragazza, certe volte, si rimproverava per questa sua mancanza, la teneva nascosta, certe volte non lo ammetteva neanche a se stessa , faceva finta che il modo in cui trattava Marcus fosse esattamente il modo con cui avrebbe trattato il ragazzo che amava, ma poi si dava della scema. Lo sapeva che amare non era quello che faceva, che oltre a della semplice simpatia non provava nient’altro. Lo sapeva perché ogni giorno vedeva come si comportava l’amore vero, lo vedeva quando suo padre osservava, con sguardo perso e con un timido sorriso, Hermione piegata su un foglio di una causa qualsiasi, o quando sua madre non faceva altro che abbracciare il marito quando era distrutto  sul divano dopo una dura giornata di lavoro. Per lei quello era l’amore. Dopo aver passato un anno con Marcus, e dopo aver perso i suoi poteri, capì che non era adatta a tutto quello. Decise di scappare da lì e trasferirsi a Londra, nessun legame in quel posto. Neanche Marcus.
La rossa aveva le gambe incrociate ed un libro poggiato su di esse, fu distratta da un forte gridolino lanciato da una delle ragazze.
-Alyssa, è lui. Non posso crederci.- Rose sentendo quelle parole scosse leggermente la testa. Quelle ragazzine non aveva nemmeno un po’ di buon senso. Si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e poi riornò a leggere.
 
Scorpius Malfoy era più che convinto che il suo piano sarebbe riuscito al 100%. Si era iscritto alla selezioni di calcio solamente per diventare amico di Marcus, così la rossa sarebbe stata costretta a passare del tempo con lui, e poi le avrebbe distrutto la vita. Quest’ultima parte ancora non era molto chiara, ma si ripeteva che Rose Weasley era capace di rovinarsi con le sue stesse mani, bastava darle una spinta.
Dopo aver parlato con la rossa agli armadietti continuò ad osservarla. Vedeva come quella dichiarazione di guerra l’avesse cambiata, era rigida e attenta a quello che le succedeva intorno e non aveva mai guardato nella direzione del biondo quando lui entrava nel suo campo visivo. Non poté essere che felice, il suo piano già stava portando i suoi risultati.
Prese il suo cellulare ed osservò l’orario fino a quando lo schermo non si spense di nuovo. Erano le 16:58 ed era l’ora di entrare, si rifece per la terza volta i lacci delle scarpe e poi con disinvoltura si diresse verso il campo.
Doveva ammettere che faceva freddo per essere inizio Novembre, si guardò intorno ed adocchiò subito Marcus e gli altri candidati. Sempre andando con calma si diresse verso il gruppetto, quando ad un tratto sentì dei gridolini venire dagli spalti, si girò verso chi aveva prodotto quei suoni così fastidiosi e notò un gruppo di ragazze che gli rivolgevano sorrisi languidi. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e poi la notò, anche lei aveva lo sguardo rivolto a quel gruppo di ragazzine, la vide alzare gli occhi al cielo e portarsi una ciocca di capelli rossi dietro l’orecchio per poi rivolgere di nuovo gli occhi al quaderno che aveva poggiato sulle gambe.
-Malfoy, vieni qui stiamo per iniziare.- gli urlò Flint. Scorpius rivolse un ultimo sguardo alla rossa, pensando che si fosse accorta di lui, ma non era così. Affrettò il passo e raggiunse i compagni.
-Allora, ci divideremo in due squadre. La mia sarà composta da: Cook, Miller, Stevens, Mitchell, Bennet e Wright.- il gruppetto dei ragazzi che sentirono il loro nome si mosse lentamente per posizionarsi alle spalle del capitano. –Quindi l’altra sarà formata da: Matthews, Campell, Collins, Edward, Evans, Lynch e Malfoy.- il biondo si guardò intorno. Tutti  ragazzi della sua squadra avevano un fisico ben piazzato, sicuramente avevano giocato gli anni precedenti ma sicuramente nessuno di loro aveva il suo talento.
-Che gran pezzo di merda.- Scorpius non sapeva a cosa il ragazzo si riferisse, rivolse lo sguardo a quello che doveva essere Lynch e aggrottò le sopracciglia. Il ragazzo capendo che il biondo stesse aspettando una risposta continuò a parlare. –Quel grande idiota si è preso in squadra tutti i ragazzi titolari dell’anno scorso, e perché? Perché vuole fare bella figura agli occhi della ragazza misteriosa che dice di avere una relazione con lui. Non si rende conto che è solo ridicolo.- il ragazzo tacque resosi conto che anche gli altri componenti della sua squadra si erano radunati intorno a lui per ascoltare.
-Bene, allora sapete cosa vi dico? Andiamo a prenderci questa vittoria.- Malfoy decise di prendere le redini della squadra in mano ed aumentò la collera che si dipingeva sul viso di ogni ragazzo. Dopo pochi secondi tutti erano nella loro area di campo, ma Lynch prima del calciò di inizio si diresse verso il biondo.
-Senti, non so cosa ti abbia fatto quell’idiota, ma se vuoi una mano io sono a tua disposizione.- il ragazzo poi corse verso l’altra metà campo. Marcus diede via la gioco. Malfoy e Lynch si scambiarono un’occhiata e si capirono al volo. Malfoy dovette ammettere che era piacevole avere qualcuno con cui condividere un obbiettivo.
 
Dopo poco più di 90 minuti di gioco, uno stanco Scorpius Malfoy e un altrettanto distrutto Caleb Lynch si accasciarono sulle panche dello spogliatoio, un perfido sorriso era dipinto sui loro volti. Lentamente si stavano slacciando le scarpe, quando un seccato Marcus Flint spalancò la porta dello spogliatoio.
-Scorpius Malfoy e Caleb Lynch, uscite. Ora.- il ragazzo poi uscì sbattendo la porta dietro di se. I ragazzi seduti sulla panchina si scambiarono un cinque per poi scoppiare a ridere.
-Qualcuno odia perdere.- disse Lynch per poi dirigersi fuori dallo spogliatoio seguito dal biondo. Marcus li stava aspettando in corridoio, indossava un jeans ed una maglietta bianca con un giubbetto di pelle, aveva ancora i capelli bagnati ed uno sguardo pieno di rancore.
-Il Mister mi ha detto di darvi il benvenuto in squadra. Complimenti siete dentro.- Flint diede poi una pacca sulla spalla dei ragazzi che a stento riuscivano a restare seri. -Tutta la squadra sta andando in un pub al centro. Venite con noi?-
-Certo.- rispose Scorpius anche a nome del ragazzo accanto a lui che intanto lo guardava sorpreso. D’un tratto una figura comparve alla fine del corridoio, proprio dalle spalle di Marcus. Nessuno poteva riconoscere chi fosse, ma il biondo ci riuscì vedendo quei capelli inconfondibilmente rossi.
-Marcus, allora andiamo?- Scorpius aprì velocemente la porta dello spogliatoio, sperando che Rose non l’avesse visto. Si continuò a spogliare e mentre lo faceva sentì Caleb entrare. Nessuno proferì parola, troppo occupati a prepararsi il più in fretta possibile, ma proprio quando Scorpius si stava dirigendo verso la porta, Caleb decise di parlare.
-Senti, non siamo di certo amici per la pelle o cose del genere, ma certamente posso darti una mano con la faccenda di Flint.- il biondo si girò verso il suo interlocutore.
-E quindi?-
-Quindi ti conviene dirmi cosa hai in mente, non posso di certo improvvisare.- Scorpius ghignò.
-Vedi, il punto debole di quell’idiota è la ragazza dai capelli rossi. La sua fama cadrebbe in picchiata se per caso la Weasley fosse costretta a lasciarlo in seguito a qualche suo stupido comportamento, non pensi?-
-Sei a conoscenza del fatto che non basterà solo questo.- Caleb raggiunse il biondo alla porta ed insieme di diressero verso un gruppetto di ragazzi alla fine del corridoio. Gli occhi di Scorpius furono subito alla ricerca di quelli della rossa.
-Amico mio, basta dare una spintarella a certe persone e saranno capaci di rovinarsi da sole.- il ghigno alla Malfoy comparve sul suo volto ed  suoi occhi trovarono quelli della ragazza che, sconvolta, ebbe un leggero sussulto.
 
Hermione Granger e Ron Weasley decisero che quella sera avrebbero mangiato nel Mondo Magico. Rose non voleva mai andare in quei posti, diceva che non le piacevano e che quindi non dovevano contare sulla sua presenza; per questo i coniugi approfittarono della sua assenza per passare un po’ di tempo da soli. La figlia quella sera sarebbe andata a cena con il suo ragazzo babbano, e quindi i genitori della ragazza poterono approfittare del momento.
Ron Weasley aveva stranamente deciso di lasciar vivere serenamente la relazione a sua figlia. Dopo una lunga notte passata a parlare con sua moglie capì che, dopo quello che aveva passato, Rose aveva bisogno di essere libera, senza divieti. I due non si pentirono mai della scelta che avevano fatto.
Erano seduti in disparte nascosi dalla folla stretti in un abbraccio quando sentirono qualcuno parlare.
-E adesso cosa farai, dove andrai a vivere?- la voce di una donna disperata sull’orlo del pianto era chiara alle orecchie dei due.
-Dovrò rifugiarmi nel mondo dei babbani.- una voce maschile rispose.
-Oh David, ma come può essere possibile? Conosco altre persone che hanno avuto incidenti simile al tuo, ma non hanno questo problema.-
-Meredith, è quello che mi hanno detto al San Mungo. I miei poteri sono stati…- un cameriere portò la loro ordinazione al tavolo, i due coniugi non poterono finire di ascoltare la conversazione dei due innamorati.
Un’ora e mezzo dopo Ron e Hermione uscirono dal ristorante, entrambi dimenticarono quello stralcio di conversazione che avevano origliato.
  
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