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Autore: Vale11    01/12/2016    1 recensioni
Jesus non era d'accordo, affatto. Non era così che si risolvevano le cose. L'aveva fatto presente con tutto il tatto che aveva a disposizione prima e con tutta la rabbia che aveva in corpo poi, ma niente: Gregory continuava a vedere Sasha e Maggie come un pericolo per Hilltop, e niente di tutto quello che gli aveva detto gli aveva fatto cambiare idea. Era sicuro che quel vigliacco avrebbe cercato di venderle la settimana successiva, quando Negan sarebbe tornato per prendersi metà della loro roba, ma era anche certo che sarebbe riuscito a proteggerle, e che il regno di Gregory fosse ormai alla fine. Sottovalutò il suo attaccamento al potere. Fece l'errore di dirglielo.
Genere: Angst, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Daryl Dixon, Maggie Greeneunn, Negan, Paul 'Jesus' Rovia, Sasha
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Maggie era furiosa. Furiosa. Gregory aveva ordinato a Alex e Harlan di portare Jesus in infermeria e poi ci si era chiuso dentro, ancora prima che il dottore e il suo aiutante potessero dare un'occhiata alle ferite. Fosse stato per lei, Gregory sarebbe morto. Era una variabile pericolosa per tutta Hilltop, convinto di fare il bene di tutti mentre copriva solo le sue spalle. Jesus ne aveva pagato il conto, e sarebbe stato stretto a continuare a farlo per proteggere Sasha, lei e suo figlio. E poi c'era Daryl : vederlo in quello stato e non poterlo nemmeno toccare l'aveva fatta stare male. Vedere Negan portarselo via come un cane al guinzaglio, poi, le aveva lasciato addosso la sensazione di un'occasione persa: le era sembrato di averlo riavuto in famiglia, solo per sentirselo scivolare via fra le dita.
Il suo viso, poi.
Quando Negan gli aveva addossato la colpa della morte di Glenn l'aveva visto diventare terreo, aveva temuto che reagisse e picchiassero anche lui, invece Daryl si era limitato a fissare il prato come se fosse la cosa più interessante del mondo. L'aveva spaventata, aveva temuto di averlo perso, ma si era sentita un po' meglio quando aveva visto in che modo aveva stretto a sé Jesus per proteggerlo. Daryl c'era ancora, la dentro.
E adesso Gregory si era chiuso in infermeria con Paul, da solo, e non aveva ancora permesso a un medico di vederlo. Poteva avere una concussione, un osso rotto, un'emorragia interna, e lui stava li a far perdere tempo a tutti quando invece il suo posto avrebbe dovuto essere almeno sei metri sotto terra. Alex e Harlan stavano dando in escandescenze, avevano picchiato contro la porta più di una volta, ma Gregory non aveva aperto. Poi, dopo quasi trentacinque minuti, si era degnato di alzare il culo e lasciare che Harlan facesse il suo mestiere, e aveva anche avuto il coraggio di lamentarsi perchè Jesus si era rifiutato di capire che tutto ciò che aveva fatto era per il bene di Hilltop: “Ci ho provato a parlare, ma lui non si è nemmeno voltato – aveva detto a Sasha – deve accettare che quello che è successo è per il bene comune, e che Negan è un male necessario”.
“Tu hai paura di lui” Aveva risposto Sasha. Poi gli aveva dato un pugno.


Harlan non si vergognava ad ammettere di aver avuto un attimo di panico appena data un'occhiata a Jesus ma poi, per fortuna, la sua parte razionale aveva preso il sopravvento e si era rimboccato le maniche. Jesus non aveva mai perso conoscenza e questo, unito a una certa lucidità, facevaben sperare per la testa del suo paziente.
Peccato che il resto fosse un totale disastro.
Jesus aveva il setto nasale fratturato insieme a un paio di costole, altre due erano incrinate, il dito indice destro era rotto, la caviglia destra gonfia come un pallone, la mandibola lussata. E poi una collezione di lividi, tagli ed escoriazioni davvero poco invidiabile. E un molare saltato. Avrebbe dovuto improvvisarsi dentista e mettergli i punti anche in bocca, non voleva rischiare una setticemia. Aveva spedito Alex a prendere tutti gli antibiotici disponibili e aveva cercato di convincere Maggie a uscire. Inutilmente. Si era piantata nella stanza con la testardaggine di un mulo. Per lo meno aveva accettato di starsene seduta: la sua placenta non aveva bisogno di andarsene troppo in giro, per quanto fondamentalmente splatter fosse l'idea.
“Paul, ci sei?”
Lo chiese senza aspettarsi una vera e propria risposta, si parla male con la mandibola lussata. Jesus gli picchiettò il polso con un dito per dirgli che sì, c'era. Sorrise.
“Ascoltami, sto facendo preparare una flebo ad Alex, ti addormento e cerco di rimetterti a posto. Hai mal di testa?”
Jesus annuì. Si.
“Nausea?”
Scosse la testa, per quel poco che ci riusciva.
“Bene. Vertigini?”
No, di nuovo.
“Ti controllo le pupille per l'ultima volta, ok?”


Jesus si sforzò di seguire il facio di luce che Harlan gli puntava negli occhi, poi lo vide concentrarlo prima in un occhio, poi nell'altro. Il mal di testa raggiunse livelli biblici, iniziarono a lacrimargli gli occhi, sentiva dolore ovunque e voleva solo dormire. Possibilmente parecchio. E magari svegliarsi già a posto.
Certo, come no.


“Va bene, Paul – Harlan spense la pila e se la mise in tasca – non hai una concussione, quindi credo di poter rischiare una totale. Maggie, se te la senti la roba per dargli una ripulita è li accanto a te.”


Jesus vide Maggie alzarsi con la coda dell'occhio, mentre Harlan gli tagliava la camicia e gli faceva scivolare via i pantaloni, poi disinfettava tutto quello che doveva disinfettare con una strana cosa arancione.
Sentì odore di sapone e disinfettante. Da ultima arrivò la sensazione di qualcosa di freddo e bagnato che gli passava sul viso.
“La tua barba è un disastro”
Mise a fuoco Maggie china su di lui, con un sorriso tremolante e gli occhi gonfi. Avrebbe voluto sorriderle, ma non credeva che ci sarebbe riuscito: si era accontentato di seguirla con gli occhi, stringendo le palpebre ogni volta che sfiorava un punto particolarmente dolorante. Non voleva che si sentisse in colpa, lui non la riteneva responsabile: era il futuro di Hilltop, era lei che avrebbe dovuto guidarli. Appena fosse riuscito a rimettersi in piedi e avesse strozzato Gregory con le sue mani, certo. Quello stronzo viscido l'avrebbe pagata, se ne sarebbe assicurato personalmente.
“Jesus, calmati. Calmati”
La voce di Maggie lo distrasse dai suoi rosei propositi di vendetta, tossì girando la testa di lato e lasciò che gli togliesse i capelli dalla fronte.
“Respira, Jesus – gli disse passandogli una mano sulla spalla meno pesta – Alex è tornato con la flebo. Devi calmarti ora.”
Vide Harlan avvicinarsi, bardato di tutto punto, sentì una puntura in un braccio e, dopo nemmeno un minuto più niente. Finalmente buio.


Daryl non riusciva ancora a togliersi dalla testa le immagini di poche ore prima. Rovia che si lasciava pestare in quel modo per proteggere Sasha e Maggie e quel Gregory, il capo di Hilltop, che vendeva a Negan uno dei suoi per pararsi il culo. Premette la schiena contro il muro della cella, un'abitudine sviluppata da prima dell'apocalisse: aveva dovuto imparare a stare a spalle coperte fin troppo presto, e quelle cose ti restano addosso. Si torse le mani, pensando a ciò che gli aveva detto Maggie. Che non era colpa sua. Non sapeva cosa pensare, il fatto che lei non lo ritenesse responsabile lo confondeva. Cristo, lui si sentiva responsabile, sapeva di esserlo, e Maggie invece gli diceva che non era colpa sua.
Non ne era convinto, affatto, ma il fatto che lei non lo odiasse lo faceva sentire un po' meglio.
Avrebbe dovuto farlo, però. Avrebbe dovuto odiarlo. Beth era morta per colpa sua. Glenn era morto per colpa sua. Non era riuscito a proteggere suo padre dal governatore, e proteggere la sua nuova famiglia era tutto ciò che sapeva fare. Aiutarli, provvedere per loro con cibo e tutto ciò di cui potevano aver bisogno.
Gli tornò in mente Jesus, quello sguardo azzurro diventato quasi blu nella maschera rossa in cui si era trasformato il suo viso. Jesus sera famiglia? Forse. Non lo sapeva. Certo era che quel ninja tascabile riusciva a dargli ai nervi e a suscitargli un'ammirazione sconfinata, sopratutto dopo averlo visto resistere a Negan in quel modo. L'avevano devastato, e l'unica cosa che gli era uscita di bocca era stata una preghiera: aveva pregato che lasciassero in pace Sasha e Maggie. Aveva rinunciato al suo orgoglio per loro e, da quello che gli era parso di capire, non l'aveva fatto alla leggera. Se lui c'era riuscito, se l'aveva fatto per proteggerle, l'avrebbe fatto pure lui.
Quando Dwight venne a lasciargli il suo solito panino, Daryl lo guardò negli occhi per la prima volta da giorni.
E gli sorrise.  
  
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