Capitolo
21: Grifondoro - Serpeverde
Domenica
28 Marzo
“Per
la biancheria di Morgana, cosa vi siete messe?”
Isabella
sgranò gli occhi, in piedi nel suo Dormitorio con lo sguardo
puntato su due tra le sue compagne, che erano in piedi davanti a
lei.
Ingrid
soffocò una risata mentre s’infilava le scarpe,
seduta sul suo letto con tutta l'intenzione di stare fuori dalla
questione... intanto Imogen e Cassiopea erano una accanto all'altra,
ricambiando lo sgaurdo quasi accusatorio della Caposcuola:
“Io
sono scusata... Abraxas mi uccide se non tifo per lui
Bella!”
“E
io ho un fratello e un cugino in squadra... quindi sono scusata pure
io.” Cassiopea alzò una mano, parlando
quasi con tono solenne mentre Bella roteava gli occhi chiari,
borbottando qualcosa sul Quidditch di assolutamente incomprensibile.
“Coraggio
donzelle, la colazione ci aspetta... Bella, vieni alla
partita?”
“No,
devo studiare...”
La
rossa sfoggiò una smorfia mentre usciva dal Dormitorio
insieme alle tre compagne, lanciando un’occhiata incerta agli
identici berretti verdi che si erano infilate Imogen e Cassiopea... non
l'avrebbe mai capita, quella smania per quel gioco.
“Secondo
me Bella finge di studiare sempre... magari ha un segreto che non ci
vuole rivelare.”
“Vero,
magari ha un fidanzato segreto e non ce lo vuole dire!”
Imogen sorrise, strizzando l'occhio a Cassy con aria
cospiratoria, mentre Ingrid ridacchiava e Bella sbuffava,
borbottando di come il Quidditch stesse uccidendo i neuroni delle sue
amiche.
*
“Ok,
allora. Facciamo un breve riepilogo. Questo è
Maxi.”
"Scusa, perché io
devo essere una fetta biscottata?”
“Ok,
allora facciamo che Maxi è... quel toast. Invece
Dante è questo pezzo di bacon.”
“Ma
a me il bacon non piace!”
“NON
MI INTERESSA, FINITELA DI PENSARE AL CIBO E
ASCOLTATE!”
Oliver
sbuffò, roteando gli occhi con aria esasperata mentre Dante
e Maximilian invece sghignazzavano, lieti come sempre di averlo fatto
irritare mentre cercava di ripassare gli schemi di gioco.
“Ok
Olly, scusaci... ma sei troppo teso, rilassati!”
“Non
so come facciate VOI a stare tranquilli! Insomma, è la
Finale... e siamo contro Serpeverde, se perdiamo ci rimettiamo la
faccia!”
“Se
non altro siamo all'ultimo anno, quindi l'anno prossimo non dovremmo
farci vedere per i corridoi.”
“Certo
Shacklebolt, ma mancano tre
mesi al Diploma... e NON mi va di sorbirmi le beffe di
Malfoy per questo lasso di tempo, e nemmeno di
Black!”
“In
effetti non ha tutti i torti, Dan... insomma, io non reggerei le beffe
di quella simpaticona della Shafiq fino a fine
Giugno.”
Le
labbra di Maximilian si piegarono in una smorfia, lanciando
un’occhiata tetra in direzione della suddetta Serpeverde, che
era seduta al suo tavolo accanto ad Abraxas Malfoy, intenta a
chiacchierare insieme all'amico.
"Visto?
Perciò ora concentratevi, dobbiamo ripassare gli schemi... DANTE, SMETTILA DI GUARDARE
VERSO IL TAVOLO DEI TASSOROSSO, CI PARLI DOPO CON
JANE!”
*
"Mamma
mia, che musi lunghi... sembrate diretti al patibolo invece che ad una
partita.”
Antares
inarcò un sopracciglio mentre suo cugino Altair, seduto di
fronte a lui, sbuffava leggermente e dava una sonora pacca sulla
schiena di Abraxas Malfoy, intimandogli di togliersi quella faccia da
funerale:
“Ant
ha ragione... è una partita, e non è certo la
prima che giochiamo!”
“C'è
da dire che se perdiamo contro Grifondoro mi sotterrerò
sotto il pavimento della Sala Grande.”
“Come
siete allegri di primo mattino...” Antares
alzò gli occhi chiari al cielo mentre Altair invece
ridacchiava, immaginandosi chiaramente il suo migliore amico scavarsi
una fossa al centro della Sala per la vergogna... di certo perdere
contro Grifondoro non sarebbe stato un bel colpo, tantomeno per
l’orgogliosissimo biondino.
“Abraxas
ha solo paura di sfigurare davanti ad Imogen, vero blondy?”
“Altair,
chiamami ancora così è quella faccia di cui vai
tanti fiero farà una pessima fine,
chiaro?”
Altair
rise alle parole dell’amico, mentre invece Antares
tamburellava le dita sul tavolo senza dire niente, lo sgaurdo fisso
sulla finestra alle spalle del cugino mentre pensava alla partita
imminente... e alla persona più assurda che avesse mai
incontrato:
“Lo
sai che detesto il Quidditch... ma so che senza di me saresti perso
Black, quindi verrò a vedere la partita... Non ti aspettare
che io faccia platealmente il tifo però, sai bene che non mi
abbasso a certe cose.”
Anche
se non c'era, riusciva quasi a sentire le parole che Rodericus
Lestrange avrebbe detto in quella circostanza: se lo vedeva
chiaramente, circondato dai suoi compagni Grifondoro che facevano il
tifo mentre lui se ne stava buono ed in silenzio, seguendo
semplicemente la partita. Antares una volta gli aveva chiesto se non
facesse apertamente il tifo perché non gli andava o se per
caso temeva di ritrovarsi contro i suoi compagni di Casa, che
l'avrebbero probabilmente ucciso nel vederlo tifare proprio per
Serpeverde... ovviamente però, il ragazzo aveva
deliberatamente glissato:
“Pensa
alla partita invece di fare domande che non sono neanche degne di una
risposta Black! Poi non venire a brontolare quando avrai perso,
però!”
Decisamente,
un elemento simile non l'avrebbe più incontrato.
*
“Ciao
Francies! Contento per la partita?”
“No,
neanche un po’.” Francies
Julius sospirò, abbassando con aria cupa lo sgaurdo sulla
sua colazione: era cresciuto con una quantità indefinita di
cugini e sei fratelli più grandi... aveva uno spirito di
sopravvivenza sviluppatissimo, ed ecco perché avrebbe
preferito sparire per l'arco di tutta quella giornata.
Jane
gli rivolse un debole sorriso, guardando il ragazzino quasi con aria
comprensiva:
“Capisco,
in effetti non deve essere facile essere nel mezzo, con un fratello di
una Casa e la sorella nell'altra.”
“Lascia
stare, odio queste partite... non so mai per chi tifare. Se tifo per i
Serpeverde Dante mi uccide e viceversa.”
“Non
essere tragico, Dante ti vuole molto bene... sei il suo fratellino,
dopotutto.” Jane gli sorrise dolcemente,
consapevole di quanto il fidanzato volesse bene a quel ragazzino,
auto-dichiarandosi il suo angelo custode e cercando sempre di aiutarlo
in tutto e per tutto.
“Lo
so Jane, ma credimi... non hai idea di cosa sia capace di fare quando
è offeso o arrabbiato. A te non torcerebbe un capello
neanche se sotto tortura, per me è diverso. Anzi... posso
usarti come scudo umano?”
Jane
fece per rispondere ma non ne ebbe il tempo, interrogata dalla voce
profonda e decisamente familiare di Dante:
“Fran,
non importunare il mio zuccherino... Buongiorno.”
Dante
sorrise alla ragazza, sedendosi accanto a lei e baciandola dolcemente
su una guancia prima di rivolgersi di nuovo al fratellino,
sorridendogli:
“Allora
piccoletto... tifi per me oggi, spero.”
AIUTAMI!
Gli
occhi del Tassorosso saettarono sul viso di Jane, inviandole una chiara
richiesta di aiuto che la ragazza colse, avvicinandosi al Grifondoro e
facendolo voltare verso di lei con una mano prima di baciarlo,
facendogli improvvisamente dimenticare dei suoi fratelli minori e anche
della partita.
Quando
si staccò, di malavoglia, dalle labbra della ragazza e si
voltò verso la panca oltre al tavolo Dante Julius
sgranò gli occhi, incredulo:
“Ma
dove accidenti... Jane, eravate per caso d'accordo per
distrarmi?”
“Può
essere. Ci sono riuscita, però.”
Jane
sorrise con aria divertita, facendolo annuire e sorridere a sua volta
prima di avvicinarlesi nuovamente:
“Forse...
meglio se riprovi, però..”
*
"Non
per fare la saccente, ma io l'avevo detto
dall'inizio.”
“A
che ti riferisci, Lyanna?”
“Ma
come a cosa, a Dante e a Jane! Sono proprio carini...”
Lyanna sorrise, guardando i due sorridersi e parlare a bassa
voce con le teste vicine quasi con una nota malinconica negli occhi
scuri... in fin dei conti anche lei si era innamorata ad Hogwarts, anni
prima.
“Si,
è vero. Anche io e mia moglie ci siamo messi insieme
all'ultimo anno.”
Regan
sfoggiò un sorriso allegro, pensando con affetto a Stephanie
e morendo dalla voglia di abbracciarla di nuovo. Quel giorno lui
ovviamente avrebbe tifato per Serpeverde... ironico, visto che al
contrario la moglie avrebbe di sicuro tifato per i Leoni: l'argomento
era stato oggetto di diverse discussioni già ai tempi della
scuola.
“Hogwarts
forse più che formare gli studenti sforna coppiette,
direi...”
Lyanna
sorrise con aria divertita, abbassando lo sgaurdo sulla sua tazza di
caffè prima di berne un sorso, mentre anche Charlotte li
raggiungeva al tavolo.
“Buongiorno
a tutti... Voi due spettegolavate?”
“Noi?
Ma che dici... siamo persone molto riservate.”
Regan
scoccò una finta occhiata stizzita all'amica prima di bere
un sorso di caffè in perfetta coordinazione con Lyanna... e
Charlotte si trattenne dal far notare che mai come in quel momento gli
erano sembrati due perfetti comari, rivolgendosi invece ad un William
silenzioso e pensieroso.
“Come
mai non ti ho ancora sentito parlare? Sicuro di stare
bene?”
“Sicurissimo...
sono solo indeciso, non so per chi tifare oggi.’
“Beh,
gioca la tua vecchia Casa... non dovresti tifare per Serpeverde? Tu
giocavi anche in squadra, se non ricordo male!”
“È
vero, ma... non se lo ricordi, ma il Cappello ci mise molto a
smistarmi. Era indeciso tra Serpeverde e Grifondoro. In parte mi sento
anche di appartenere a quella Casa, non mi sarebbe dispiaciuto finire
lì.”
Si
strinse nelle spalle prima di realizzare di non aver forse mai detto a
nessuno quel particolare sul suo Smistamento... l'aveva sempre ritenuto
piuttosto personale, eppure l'aveva appena detto ad alta voce.
“Non
farti sentire da Reg, potrebbe prenderla male. Anche se mi chiedo che
cosa possa aver visto di cavalleresco in te, il
Cappello...”. Charlotte inarcò un
sopracciglio, trattenendosi dal sorridere mentre William invece
sbuffava debolmente, rivolgendole un’occhiata leggermente
torva:
“Carina
come sempre. Forse TU saresti stata una serpe favolosa,
sai?”
“Per
carità, ti immagini io e te nella stessa Sala Comune?
L'avremmo rasa al suolo!”
Charlotte
scosse il capo, immaginandosi chiaramente lei e il collega
più giovani di dieci anni che si prendevano a maledizioni
per tutta la Sala comune dei Serpeverde... a quel tempo non si stavano
molto simpatici, in effetti.
“Beh,
visto come tu eri prevenuta nei miei confronti, non mi avrebbe
stupito.”
“Io
NON ERO prevenuta Cavendish, TU eri insopportabile! Non che ora tu sia
molto gradevole, ma a quel tempo eri ancora più irritante ed
egocentrico.”
“Grazie
Selwyn, anche io ti trovavo tremendamente simpatica. E comunque, hai
esitato.”
“Ma
quando?”
“Prima
di dire che nemmeno ora mi trovi molto... come hai detto? Gradevole.”
“Cavendish,
secondo me vaneggi... forse a furia di guardarti allo specchio qualcosa
sta andando a farsi benedire nella tua testa.”
Charlotte
sbuffò appena prima concentrarsi sulla sua colazione, anche
se nella sua mente tornarono le parole di Luisa, a proposito delle
esitazioni e sul mentire...
Ma
si affrettò a scuotere il capo leggermente, eliminando
quelle parole dalla propria testa con la stessa velocità con
cui erano arrivate.
*
“Buongiorno...
venite alla partita, spero!”
“Naturalmente.”
Ingrid sorrise allegramente in risposta alle parole di
Oliver, che si rivolse a Bella con aria interrogativa, ottenendo come
risposta una debole scrollata di spalle:
“Veramente,
dovrei studiare...”
“Basta
studiare, fa male! Devi venire Bella, dovete fare il tifo per me...
perché tiferete per noi, SPERO.”
“Ti
pare che IO possa tifare per i Serpeverde Olly? Ok, vengo... al limite
andrò via prima.”
Isabella
sospirò, acconsentendo e facendo così sorridere
Oliver, che le diede una pacca sulla spalla con aria soddisfatta:
“Fantastico...
ora scusate fanciulle ma devo andare, il Capitano non può
fare tardi.”
“Naturale.
Buona fortuna, sono proprio curiosa di vedervi giocare.”
Ingrid gli sorrise prima di avvicinarsi al ragazzo di un
passo, dandogli un bacio su una guancia e facendolo così
diventare di un colore abbastanza simile alla sua divisa da Quidditch,
mentre Bella assisteva alla scena con aria quasi divertita.
“Grazie...”
“Figurati.
Andiamo Bella? Altrimenti ci fregheranno i posti...”
Ingrid si rivolse alla ragazza con noncuranza, quasi come se
non si fosse accorta dell’imbarazzo di Oliver.
“Va
bene, dobbiamo anche trovare Cassy e Imogen... ci vediamo dopo Olly,
fai a fette i Serpeverde, mi raccomando!”
“Strano,
e io che pensavo avresti tifato per il tuo amico
Black!”
*
“Mi
sento quasi... in colpa. Ogni giorno di
più.”
“A
cosa ti riferisci?”
“A
Charlotte. Mi hai raccontato di suo fratello due mesi fa, e lei non lo
sa... non lo so, non mi sembra corretto. Non dovrebbe saperlo? Forse
l’aiuterebbe e ne parlerebbe, finalmente!”
“Potrebbe
essere un’ipotesi, ovviamente... ma potrebbe anche reagire
male, Will. La conosco, è tremendamente orgogliosa e se
c'è una cosa che odia é mostrarsi fragile, o far
capire quali sono le sue debolezze... si sentirebbe vulnerabile, e non
so quanto le gioverebbe.”
Will
sbuffò debolmente mentre, seduto accanto a Regan, seguiva la
partita quasi distrattamente. Tornare sugli spalti gli aveva fatto
ricordare di quando, proprio in quel punto, Regan aveva raccontato
brevemente a lui e a Lyanna di Sean Selwyn e del perché
Charlotte fosse ad Hogwarts.
Non
sapeva nemmeno perché, ma si sentiva quasi in colpa a sapere
qualcosa che Charlotte preferiva tenere per sé... Forse lei
avrebbe dovuto saperlo.
“Lyanna
che ne pensa?”
“Lei
sostiene di non volerla mettere in difficoltà facendole
capire che sa cosa è successo... sai Will, credo che uno dei
timori di CeCe sia semplicemente che le persone la trattino
diversamente. Odia chi la guarda con compassione.”
Will
sbuffò debolmente alle parole del collega, guardando la
Pluffa passare di mano in mano dei Cacciatori quasi con aria torva:
forse Regan aveva ragione, ma era sicuro che fosse sbagliato fare finta
di non sapere niente... e conoscendosi, prima o poi avrebbe parlato con
la diretta interessata.
“Ti
posso chiedere perché ti interessa, comunque? Da te,
è un po’ insolito.”
“Sono
solo curioso, nient’altro... infondo sono venuto qui per
spezzare la “routine”, giusto perché mi
succedesse qualcosa di diverso dall’ordinario.”
Will
si strinse nelle spalle con noncuranza, anche se a giudicare
dall’occhiata che gli rivolse Regan, non aveva convinto
più di tanto il suo interlocutore... d'altra parte, non
aveva convinto del tutto neanche se stesso.
*
Alzando
lo sgaurdo la luce quasi l’accecò, ma non poteva
farne a meno... aveva sentito parlare molte volte di quella sala, di
quel lampadario.
Osservò
quell’enorme e sfavillante insieme di luci per qualche
istante, rimanendo immobile mentre il lampadario scintillava, restando
pigramente immobile diversi metri sopra la sua testa.
“Andiamo
Sean, mettimi giù!”
Ridendo
si sentì sbilanciare, scivolando sul pavimento liscio e
freddo accanto a suo fratello, che rise a sua volta mentre la sorella
sorrideva, alzando lo sgaurdo dritto sul soffitto dell’enorme
Sala che ormai conosceva tanto bene... gli occhi verdi della ragazza si
posarono sul lampadario che dondolava sopra di lei, immaginandolo
illuminato solo poche ore più tardi, per la festa.
“Mi
scusi signorina, può darmi il suo nome per
favore?” Una voce femminile, pacata e sconosciuta
la fece come risvegliare da un sogno, portandola a rivolgersi alla
fonte della voce prima di parlare di nuovo, osservando la donna bionda
che restituiva il suo sgaurdo, tenendo in mano una specie di cartellina
in netto contrasto con il vestito elegante che indossava.
“Charlotte.
Charlotte Selwyn.”
“A
che cosa stai pensando Charlie?”
“Stavo
solo immaginando le luci di domani sera... immagino che sarà
bellissimo, come sempre.”
“Nostra
madre non se lo perdonerebbe mai, se così non fosse. Lei
dice che una festa non è una festa, senza le luci ad
illuminarla.”
“Mi
dispiace, non...”
Charlotte
rimase impassibile, osservando la donna che le stava davanti sbattere
le palpebre un paio di volte, gli occhi scuri improvvisamente vacui.
Dopo un attimo però tornò a sorriderle
cortesemente, annuendo:
“Prego,
entri pure.”
“Grazie.”
Charlotte le sorrise di rimando prima di spostarsi,
iniziando a camminare sul pavimento a mosaico della sala gremita di
persone... i tacchi risuonavano sul pavimento mentre la donna si
guardava intorno con attenzione, alla ricerca di un preciso volto.
Una
mano le afferrò il braccio e quasi sussultò,
voltandosi di scatto. Era quasi pronta a tirare fuori ed usare la
bacchetta quando si rilassò, scorgendo i familiari occhi
chiari di suo fratello... peccato che Sean non sembrasse molto felice
di vederla:
“Non
dovresti essere qui, Charlotte.” Sean
fulminò la sorella con lo sgaurdo, maledicendola per non
dargli mai retta... ovviamente si era aspettato di vederla comparire,
ma aveva sperato fino all’ultima che rispettasse i patti e
restasse al Dipartimento.
Di
rimando Charlotte sbuffò appena, divincolandosi dalla presa
prima di parlare con tono neutro e a bassa voce, evitando di farsi
sentire dalla moltitudine di Babbani che li circondavano.
“Se
pensavi di tagliarmi fuori solo perché sono tua sorella, ti
sbagliavi Seannie... posso stare qui anche io.”
“CeCe,
è pericoloso. Perché non mi ascolti mai? Devi
andartene.”
“No.”
Charlotte si scostò, allontanandosi dalla stretta del
fratello maggiore prima di riprendere a camminare con calma, con lui
ancora alle calcagna.
L'uomo
sospirò, guardandola quasi con esasperazione: era
più testarda di un mulo, a volte.
“Charlotte,
lo dico per te... può succedere di tutto
stasera.”
“Lo
so... ecco perché sono qui. Ti posso aiutare, no? Andiamo
Sean, sii serio... se non fossi tua sorella non avresti cercato di
farmi restare al Dipartimento, stanotte.”
“Poi
non dire che non ti avevo avvisata,
però.”
Si,
lui l'aveva avvisata... ma come sempre Charlotte aveva preferito fare
di testa sua, non ascoltando suo fratello.
E
mezz'ora dopo, quando scivolò sul pavimento della sala quasi
senza fiato a causa del fumo e alzò di nuovo lo sgaurdo sul
soffitto, Charlotte Selwyn non vide più alcuna traccia della
luce del lampadario, che era crollato sul pavimento a soli pochi metri
da lei.
Aprì
gli occhi di scatto, svegliandosi di soprassalto e mettendosi a sedere
di colpo sul divano dove si era addormentata. Charlotte
deglutì nervosamente, sospirando nel rendersi conto di aver
solo sognato... nel male, sì, ma quella serata ormai era
passata e non avrebbe più dovuto riviverla, se non
mentalmente.
La
donna sbuffò, passandosi una mano tra i capelli castani e
chiedendosi perché non riuscisse a dormire di notte ma si
appisolasse nei luoghi più improbabili, compresa la Sala
Insegnanti dove una volta Will aveva dovuto scrollarla con ben poca
delicatezza per svegliarla.
Gli
occhi della donna andarono a finire sulla finestra, osservando per
qualche istante la partita, anche se da lontano. Aveva preferito
evitare di andare a vederla, almeno non dopo quello che era successo un
paio di mesi prima... non le andava per niente di avere
l’ennesimo attacco di panico.
Dopo
qualche istante si alzò, quasi trascinandosi verso la
scrivania per combinare qualcosa: Stephanie non si era più
fatta sentire da qualche giorno prima, quando si era intrufolata
nell’Ufficio di Silente per parlarle... evidentemente non
aveva novità, ma a Charlotte non andava per niente di
starsene con le mani in mano, aspettando che le notizie piovessero dal
cielo: lo stava facendo già da troppe settimane.
L’Auror
prese un foglio di pergamena, accingendosi a scrivere un paio di
lettere mentre nella sua testa vorticavano un nome e un volto, dandole
quasi il tormento: non aveva idea di quanto ci avrebbe messo, ma prima
o poi l'avrebbe trovato. E a quel punto, di certo David Schmidt avrebbe
rimpianto di aver scelto la parte sbagliata in cui schierarsi...
soprattutto, avrebbe rimpianto di aver fatto sganciare una bomba su
Londra, la notte del Solstizio d’Inverno.
*
“Ehi!
Allora... a che punto siamo?”
Lyanna
spuntò dal nulla tra Regan e William, facendoli quasi
sussultare mentre la donna cercava con lo sgaurdo il tabellone del
punteggio, oltre la testa di Lumacorno che le bloccava la visuale.
“40
a 30 per Serpeverde. A proposito, tu per chi tifi?”
“Che
razza di domande fai Reg, io sono un’insegnante... devo
essere imparziale.”
“Ma
se l'altra volta ti eri persino messa la sciarpa di
Corvonero!”
“Faceva
freddo Will... mi serviva una sciarpa!”
Lyanna
fece un semplice gesto con la mano, quasi a voler liquidare il discorso
mentre invece i due colleghi alzavano gli occhi al cielo, trattenendosi
però dal replicare.
I
tre rimasero in silenzio a seguire la partita per qualche minuto,
finché Grifondoro non fece una rete... e a quel punto a
nessuno sfuggirono l’applauso di Silente e la sua visibile
allegria mentre quasi saltellava sul posto, agitando anche una
bandierina rossa e oro.
“Non
ci credo... ma non dovrebbe essere imparziale?!”
William
sgranò gli occhi, guardando il Vicepreside con aria
accigliata mentre invece Lyanna e Regan quasi si rotolavano dalle
risate sugli spalti, specialmente quando Silente assestò
all’amico e collega Horace Lumacorno una bella e buona
gomitata, come a volergli rinfacciare la parità appena
ritrovata.
Alle
loro spalle Dippet assisteva alla scena con cipiglio leggermente
esasperato, scuotendo il capo ma senza dire nulla: infondo, ormai ci
aveva fatto l’abitudine.
*
“Che
nervi, non vedo un accidente... ecco perché non vengo alle
partite, è come se non ci fossi!”
“Rilassati
Bella, non sei l'unica... io ormai me ne sono fatta una
ragione.”
Isabella
sbuffò con lieve stizza, quasi invidiando la nonchalance di
Lizzy Abbott mentre la Tassorosso si guardava le unghie perfettamente
curate, rinunciando a cercare di vedere qualcosa della partita in
corso.
“Povera
piccola Bella... dai vieni qui, ti faccio un po’ di
posto.” Ingrid rise, prendendo l'amica per un
braccio e trascinandola accanto a sé, proprio davanti alla
ringhiera delle tribune... ringhiera che una loro compagna di Casa
stava deliberatamente ignorando, sporgendosi ben oltre il bordo e
intimando ad un preciso giocatore di darsi una mossa:
“ALTAIR,
MUOVI IL CULO!”
Cassiopea
Black sbuffò, intimando al fratello di muoversi mentre
Imogen sghignazzava, trattenendosi dal fare il tifo mentre Jane era
forse l'unica del gruppo a starsene buona ed in silenzio, in piedi tra
Aerin Ollivander e sua cugina Connie.
“Merda, Malfoy ha
segnato... senza offesa, Imogen.”
“Tranquilla
Aerin, nessuna offesa... Quindi Serpeverde sta vincendo? Io lo spero,
altrimenti poi Abraxas chi lo sente...” Imogen
sospirò, alzando gli occhi chiarissimi al cielo mentre
invece Connie sbuffava, saltellando nervosamente sul posto:
“Jane,
devi dire al tuo ragazzo di farsi passare meno
reti...”
“Devi
capirlo poverino, la presenza del suo tesorino lo
distrae.”
Aerin
sorrise con aria divertita, ridacchiando all’unisono con
Bella mentre la Tassorosso fulminava le amiche con lo sgaurdo,
intimando loro di piantarla mentre alle loro spalle Lizzy si
interessava improvvisamente all’incontro, sporgendosi per
vedere:
“CHE?
Serpeverde sta vincendo?
COL CAVOLO, SE NO POI CHI LO SENTE
BLACK?”
“Sono
d'accordo con Lizzy, anche se penso che ci riferiamo a Black
diversi...”
“Per
l’amor del cielo, già dopo la partita contro
Corvonero era impossibile, figuriamoci se vincessero contro
Grifondoro... se non si danno una mossa con quel Boccino, scendo in campo io!”
“Ah
si, vorrei proprio vederti Elizabeth... Abbott Vs Black, Round 2...
chissà chi l'avrebbe vinta.”
Aerin
rise, ricordando con estrema gioia l'episodio di poco tempo prima,
quando fuori dall’aula di Trasfigurazione Lizzy si era
stufata e aveva assestato al ragazzo un bel pugno sul naso,
intimandogli di lasciarla in pace e smetterla di fare la ruota come un
pavone.
“Lascia
stare, avrò per tutta la vita il rimpianto di non aver
assistito alla scena...” Bella sospirò quasi con
sincero rammarico mentre Cassiopea inarcava un sopracciglio, voltandosi
verso la Tassorosso:
“Posso
chiederti una cosa Elizabeth? Come accidenti hai fatto a colpire mio
fratello in faccia se sei alta quasi 30 cm in meno?”
“Ma
perché me lo chiedono tutti...”
*
Aveva
appena sciolto l’abbraccio spezza-costole con Oliver quando
si voltò, sorridendo quasi a trentadue denti mentre Jane gli
si avvicinava, correndo sull'erba verso di lui e sorridendogli a sua
volta.
Il
ragazzo dimezzò la distanza che li separava con due sole
falcate, sorridendo quando la Tassorosso gli saltò
praticamente in braccio, allacciandogli le gambe intorno alla vita e
stringendogli le braccia intorno al collo:
“Ciao,
campione... contento di aver vinto?”
“Ovviamente...
me lo dai un bacio premio?”
Jane
gli sorrise allegramente prima di accontentarlo, baciandolo con
inusuale facilità visto che per una volta erano alla stessa
altezza... il tutto mentre, alle loro spalle, i compagni di squadra del
ragazzo quasi si rotolavano sull’erba per la gioia.
“E
voi che non volevate neanche ripassare gli schemi... a volte torna
utile darmi ascolto, no?”
Oliver
sfoggiò un sorriso che andava da un orecchio
all’altro, mentre Bella e Ingrid gli si avvicinavano,
facendolo quasi trotterellare nella loro direzione:
“Mi
fa piacere che tu sia rimasta Bella... non hai studiato per me? Mi
sento onorato!”
“Sciocchezze,
non ho studiato per poter vedere la faccia delusa di Black post
sconfitta. Però sono contenta per voi, bravo
Capitano.”
Isabella
sorrise all'amico, silenziosamente lieta che Grifondoro avesse vinto:
non tanto perché il Quidditch le interessasse troppo, ma
perché odiava quando Oliver perdeva... il ragazzo tendeva
sempre a demoralizzarsi più del necessario e ad addossarsi
completamente la responsabilità, essendo il
Capitano.
“Ha
tentato di scappare ad un certo punto, ma sono riuscita a bloccarla...
So quanto ci tenevi Olly, sono felice per te.”
Bella
inarcò un sopracciglio, spostando brevemente lo sgaurdo da
Ingrid ad Oliver prima di sorridere e girare sui tacchi, facendo per
allontanarsi:
“Bene...
io devo andare, vi
lascio soli.”
“Andare?
A fare cosa?”
“Ho
promesso a Brianna che l'avrei tenuta aggiornata
sull’esito... se non le scrivo mi farà arrivare
una Strillettera, con ogni probabilità. Ci vediamo
dopo!”
Senza
neanche voltarsi indietro la rossa alzò una mano, rivolgendo
un saluto ai due prima di dileguarsi, sparendo tra la calca di studenti
che erano scesi sul campo per complimentarsi con i vincitori o
consolare i Serpeverde.
Ingrid
e Oliver rimasero interdetti per un attimo dall’improvvisa
scomparsa della Caposcuola, finché la bionda non si
voltò verso il ragazzo:
“Sbaglio
o se l’è filata?”
“No,
non sbagli. Chissà cosa le passa per la testa... ma ora
andiamo, ho una Coppa da ritirare!” Oliver sorrise,
prendendo la ragazza sottobraccio per poi trascinarsela dietro per
raggiungere Dippet e gli altri insegnanti insieme a lei, imitato da
tutti i compagni di squadra.
“Che
facce da funerale... mi dispiace! Ho incrociato Antares prima, non
sembrava molto allegro... Vuoi un abbraccio?”
Altair
annuì senza dire niente alle parole della sorella, che lo
abbracciò quasi a volerlo consolare, mentre Imogen si
tratteneva e cercava con tutta se stessa di non ridere: per quanto le
dispiacesse che Abraxas avesse perso, non riusciva a non trovarlo
divertente con quell’espressione sconsolata stampata in
faccia, infinitamente diversa dal suo solito cipiglio
impassibile.
“Andiamo
Abraxas, non è la fine del mondo... è solo una
partita!”
“Parla
per TE Imogen... tu non ti dovrai sorbire le prese in giro da parte dei
Grifondoro fino alla fine dell'anno... come accidenti farò a
sopportare Maximilian Shacklebolt ora? Malfoy, ti devi
vergognare!”
Imogen
si voltò verso la fonte della voce, sospirando nel trovarsi
davanti Ariadne Shafiq, che osservava il suo amico d’infanzia
con aria decisamente contrariata.
“Ariadne,
non cominciare e lasciami in pace!
Imogen, dille qualcosa!”
“Cosa
vuoi che le dica, sei tu che la conosci da quando portavate il
pannolino!”
La
Corvonero roteò gli occhi chiari, preferendo come sempre
stare fuori dai battibecchi dei due Serpeverde. Cassiopea invece rise,
facendo cenno all’amica di seguirla e di lasciare i
verde-argento a crogiolarsi nel dolore della sconfitta... o in
alternativa lasciare che Ariadne e Abraxas si scannassero sotto la
supervisione di Altair.
*
“Eccovi
qui... allora, chi ha vinto?” Charlotte si
voltò, sorridendo mentre Lyanna, Regan e William entravano
in Aula Insegnanti. La prima sorrideva, mentre invece Regan non
sembrava particolarmente allegro mentre si lasciava scivolare su una
sedia, sbuffando:
“Indovina...”
“Beh,
dopo che Serpeverde ha battuto Corvonero non posso esserne
dispiaciuta... povero Reg però. Immagino che anche Lumacorno
abbia il cuore a pezzi.”
Charlotte
sorrise con aria divertita, immaginandosi l’insegnante di
umore nero per aver perso l'opportunità di tenere la Coppa
nel suo ufficio per un anno intero. Lyanna annuì alle parole
della collega, sorridendo leggermente:
“In
effetti non era molto felice... invece avresti dovuto vedere Silente,
ti sei persa un tifoso accanito!”
“In
effetti sembrava più convinto lui di molti studenti... ma
è sempre stato così o è una cosa
recente?”
“Non
saprei Will, non ci ho mai fatto caso... ma recentemente mi sono resa
conto che quell'uomo è assolutamente
imprevedibile.”
*
“Non
ti ho visto per tutto il pomeriggio... dove ti eri
cacciato?”
“Non
avevo molta voglia di chiacchierare, tutto qui.”
Antares
si strinse nelle spalle, continuando a scrivere il suo tema per Pozioni
mentre Altair si sedeva accanto a lui, intuendo che al cugino non
andasse per niente di parlare di partite, Coppe o Grifondoro.
“Scusami
se te lo chiedo Ant, ma che ci fai qui? È domenica sera...
non dovresti essere a zonzo per i corridoi adesso?”
Altair
inarcò un sopracciglio, guardando il cugino smettere di
scrivere e sfoggiare un lieve sorrisetto, alzando lo sgaurdo su di lui:
“Si...
in teoria si. Ma potrei aver... relegato qualcuno al mio
posto.”
“E
come avresti fatto?”
“Diciamo
che potrei aver richiesto a Silente un cambio in virtù della
mia influenza appena passata...”
Antares
sorrise con leggera soddisfazione mentre Altair rideva, perfettamente
consapevole che il cugino stesse benissimo già da un paio di
giorni... e probabilmente in quello stesso momento una rossa lo stava
maledicendo in tutte le lingue del mondo, oltre a pianificare un modo
per ucciderlo.
Poteva
anche aver perso contro Grifondoro... ma l'aver vinto contro Bella
Burton era comunque una bella soddisfazione.
..........................................................................................................
Angolo
Autrice:
Buon
pomeriggio! Inizio col fare gli auguri ad una matta che mi sopporta
già da un po’, partecipando a più di
una mia storia...
BUON COMPLEANNO BEA!!! *lancia coriandoli*
BUON COMPLEANNO BEA!!! *lancia coriandoli*
Spero
davvero che il capitolo ti sia piaciuto, auguri ancora! <3
Detto
ciò, grazie per i voti per la partita... Mi spiace per chi
tifava per Serpeverde, ma temo che Silente si terrà la Coppa
stretta nel suo ufficio per un bel po’.
Non
so di preciso quando aggiornerò, ma nei prossimi giorni non
avrò molto da fare quindi potrei spuntarmene fuori domenica,
molto probabilmente... si vedrà, un bacio e a
presto!
Signorina
Granger