Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Signorina Granger    08/12/2016    7 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
1944: Gellert Grindelwald rappresenta più che mai una minaccia e la Camera dei Segreti è stata misteriosamente aperta da circa un anno; nemmeno Hogwarts è un luogo sicuro.
Nella speranza di preparare i suoi studenti a ciò che potrebbe aspettarli dopo il Diploma, il Preside Armando Dippet convoca alcuni tra i suoi più talentuosi ex studenti per far seguire delle lezioni nuove, creando così una classe speciale formata dai più capaci studenti dell’ultimo anno.
Queste nuove lezioni li aiuteranno ad affrontare la crudeltà della vita vera?
Oppure anche i loro nuovi insegnanti si ritroveranno ad imparare qualcosa da loro?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Magisterium '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 21: Grifondoro - Serpeverde 
 
 
Domenica 28 Marzo 

 
“Per la biancheria di Morgana, cosa vi siete messe?” 
 
 
Isabella sgranò gli occhi, in piedi nel suo Dormitorio con lo sguardo puntato su due tra le sue compagne, che erano in piedi davanti a lei. 
 
Ingrid soffocò una risata mentre s’infilava le scarpe, seduta sul suo letto con tutta l'intenzione di stare fuori dalla questione... intanto Imogen e Cassiopea erano una accanto all'altra, ricambiando lo sgaurdo quasi accusatorio della Caposcuola:
 
“Io sono scusata... Abraxas mi uccide se non tifo per lui Bella!” 
 
 
“E io ho un fratello e un cugino in squadra... quindi sono scusata pure io.”  Cassiopea alzò una mano, parlando quasi con tono solenne mentre Bella roteava gli occhi chiari, borbottando qualcosa sul Quidditch di assolutamente incomprensibile.
 
“Coraggio donzelle, la colazione ci aspetta... Bella, vieni alla partita?” 
 
“No, devo studiare...”
 
La rossa sfoggiò una smorfia mentre usciva dal Dormitorio insieme alle tre compagne, lanciando un’occhiata incerta agli identici berretti verdi che si erano infilate Imogen e Cassiopea... non l'avrebbe mai capita, quella smania per quel gioco. 
 
“Secondo me Bella finge di studiare sempre... magari ha un segreto che non ci vuole rivelare.” 
 
“Vero, magari ha un fidanzato segreto e non ce lo vuole dire!”  Imogen sorrise, strizzando l'occhio a Cassy con aria cospiratoria, mentre  Ingrid ridacchiava e Bella sbuffava, borbottando di come il Quidditch stesse uccidendo i neuroni delle sue amiche.
 
 
                                                                                 *
 
 
“Ok, allora. Facciamo un breve riepilogo. Questo è Maxi.”
 
"Scusa, perché io devo essere una fetta biscottata?” 
 
“Ok, allora facciamo che Maxi è... quel toast. Invece Dante è questo pezzo di bacon.” 
 
“Ma a me il bacon non piace!” 
 
“NON MI INTERESSA, FINITELA DI PENSARE AL CIBO E ASCOLTATE!” 
 
Oliver sbuffò, roteando gli occhi con aria esasperata mentre Dante e Maximilian invece sghignazzavano, lieti come sempre di averlo fatto irritare mentre cercava di ripassare gli schemi di gioco. 
 
“Ok Olly, scusaci... ma sei troppo teso, rilassati!” 
 
“Non so come facciate VOI a stare tranquilli! Insomma, è la Finale... e siamo contro Serpeverde, se perdiamo ci rimettiamo la faccia!” 
 
“Se non altro siamo all'ultimo anno, quindi l'anno prossimo non dovremmo farci vedere per i corridoi.” 
 
“Certo Shacklebolt, ma mancano tre mesi al Diploma... e NON mi va di sorbirmi le beffe di Malfoy per questo lasso di tempo, e nemmeno di Black!” 
 
“In effetti non ha tutti i torti, Dan... insomma, io non reggerei le beffe di quella simpaticona della Shafiq fino a fine Giugno.” 
 
Le labbra di Maximilian si piegarono in una smorfia, lanciando un’occhiata tetra in direzione della suddetta Serpeverde, che era seduta al suo tavolo accanto ad Abraxas Malfoy, intenta a chiacchierare insieme all'amico. 
 
"Visto? Perciò ora concentratevi, dobbiamo ripassare gli schemi... DANTE, SMETTILA DI GUARDARE VERSO IL TAVOLO DEI TASSOROSSO, CI PARLI DOPO CON JANE!” 
 
 
                                                                               *
 
 
"Mamma mia, che musi lunghi... sembrate diretti al patibolo invece che ad una partita.” 
 
Antares inarcò un sopracciglio mentre suo cugino Altair, seduto di fronte a lui, sbuffava leggermente e dava una sonora pacca sulla schiena di Abraxas Malfoy, intimandogli di togliersi quella faccia da funerale:
 
“Ant ha ragione... è una partita, e non è certo la prima che giochiamo!” 
 
“C'è da dire che se perdiamo contro Grifondoro mi sotterrerò sotto il pavimento della Sala Grande.” 
 
 “Come siete allegri di primo mattino...”   Antares alzò gli occhi chiari al cielo mentre Altair invece ridacchiava, immaginandosi chiaramente il suo migliore amico scavarsi una fossa al centro della Sala per la vergogna... di certo perdere contro Grifondoro non sarebbe stato un bel colpo, tantomeno per l’orgogliosissimo biondino. 
 
“Abraxas ha solo paura di sfigurare davanti ad Imogen, vero blondy?” 
 
“Altair, chiamami ancora così è quella faccia di cui vai tanti fiero farà una pessima fine, chiaro?” 
 
Altair rise alle parole dell’amico, mentre invece Antares tamburellava le dita sul tavolo senza dire niente, lo sgaurdo fisso sulla finestra alle spalle del cugino mentre pensava alla partita imminente... e alla persona più assurda che avesse mai incontrato:
 
“Lo sai che detesto il Quidditch... ma so che senza di me saresti perso Black, quindi verrò a vedere la partita... Non ti aspettare che io faccia platealmente il tifo però, sai bene che non mi abbasso a certe cose.” 
 
Anche se non c'era, riusciva quasi a sentire le parole che Rodericus Lestrange avrebbe detto in quella circostanza: se lo vedeva chiaramente, circondato dai suoi compagni Grifondoro che facevano il tifo mentre lui se ne stava buono ed in silenzio, seguendo semplicemente la partita. Antares una volta gli aveva chiesto se non facesse apertamente il tifo perché non gli andava o se per caso temeva di ritrovarsi contro i suoi compagni di Casa, che l'avrebbero probabilmente ucciso nel vederlo tifare proprio per Serpeverde... ovviamente però, il ragazzo aveva deliberatamente glissato:
 
“Pensa alla partita invece di fare domande che non sono neanche degne di una risposta Black! Poi non venire a brontolare quando avrai perso, però!” 
 
 
Decisamente, un elemento simile non l'avrebbe più incontrato. 
 
 
                                                                                 *
 
 
“Ciao Francies! Contento per la partita?” 
 
“No, neanche un po’.”    Francies Julius sospirò, abbassando con aria cupa lo sgaurdo sulla sua colazione: era cresciuto con una quantità indefinita di cugini e sei fratelli più grandi... aveva uno spirito di sopravvivenza sviluppatissimo, ed ecco perché avrebbe preferito sparire per l'arco di tutta quella giornata.
 
Jane gli rivolse un debole sorriso, guardando il ragazzino quasi con aria comprensiva:
 
“Capisco, in effetti non deve essere facile essere nel mezzo, con un fratello di una Casa e la sorella nell'altra.” 
 
“Lascia stare, odio queste partite... non so mai per chi tifare. Se tifo per i Serpeverde Dante mi uccide e viceversa.” 
 
“Non essere tragico, Dante ti vuole molto bene... sei il suo fratellino, dopotutto.”  Jane gli sorrise dolcemente, consapevole di quanto il fidanzato volesse bene a quel ragazzino, auto-dichiarandosi il suo angelo custode e cercando sempre di aiutarlo in tutto e per tutto. 
 
“Lo so Jane, ma credimi... non hai idea di cosa sia capace di fare quando è offeso o arrabbiato. A te non torcerebbe un capello neanche se sotto tortura, per me è diverso. Anzi... posso usarti come scudo umano?” 
 
Jane fece per rispondere ma non ne ebbe il tempo, interrogata dalla voce profonda e decisamente familiare di Dante:
 
“Fran, non importunare il mio zuccherino... Buongiorno.” 
 
Dante sorrise alla ragazza, sedendosi accanto a lei e baciandola dolcemente su una guancia prima di rivolgersi di nuovo al fratellino, sorridendogli:
 
“Allora piccoletto... tifi per me oggi, spero.” 
 
AIUTAMI! 
 
Gli occhi del Tassorosso saettarono sul viso di Jane, inviandole una chiara richiesta di aiuto che la ragazza colse, avvicinandosi al Grifondoro e facendolo voltare verso di lei con una mano prima di baciarlo, facendogli improvvisamente dimenticare dei suoi fratelli minori e anche della partita. 
 
Quando si staccò, di malavoglia, dalle labbra della ragazza e si voltò verso la panca oltre al tavolo Dante Julius sgranò gli occhi, incredulo:
 
“Ma dove accidenti... Jane, eravate per caso d'accordo per distrarmi?” 
 
“Può essere. Ci sono riuscita, però.” 
 
Jane sorrise con aria divertita, facendolo annuire e sorridere a sua volta prima di avvicinarlesi nuovamente:
 
“Forse... meglio se riprovi, però..” 
 
 
                                                                                    *
 
 
"Non per fare la saccente, ma io l'avevo detto dall'inizio.” 
 
“A che ti riferisci, Lyanna?” 
 
“Ma come a cosa, a Dante e a Jane! Sono proprio carini...”   Lyanna sorrise, guardando i due sorridersi e parlare a bassa voce con le teste vicine quasi con una nota malinconica negli occhi scuri... in fin dei conti anche lei si era innamorata ad Hogwarts, anni prima. 
 
“Si, è vero. Anche io e mia moglie ci siamo messi insieme all'ultimo anno.” 
 
Regan sfoggiò un sorriso allegro, pensando con affetto a Stephanie e morendo dalla voglia di abbracciarla di nuovo. Quel giorno lui ovviamente avrebbe tifato per Serpeverde... ironico, visto che al contrario la moglie avrebbe di sicuro tifato per i Leoni: l'argomento era stato oggetto di diverse discussioni già ai tempi della scuola. 
 
“Hogwarts forse più che formare gli studenti sforna coppiette, direi...” 
 
 
Lyanna sorrise con aria divertita, abbassando lo sgaurdo sulla sua tazza di caffè prima di berne un sorso, mentre anche Charlotte li raggiungeva al tavolo. 
 
“Buongiorno a tutti... Voi due spettegolavate?” 
 
“Noi? Ma che dici... siamo persone molto riservate.” 
 
Regan scoccò una finta occhiata stizzita all'amica prima di bere un sorso di caffè in perfetta coordinazione con Lyanna... e Charlotte si trattenne dal far notare che mai come in quel momento gli erano sembrati due perfetti comari, rivolgendosi invece ad un William silenzioso e pensieroso. 
 
“Come mai non ti ho ancora sentito parlare? Sicuro di stare bene?” 
 
“Sicurissimo... sono solo indeciso, non so per chi tifare oggi.’ 
 
“Beh, gioca la tua vecchia Casa... non dovresti tifare per Serpeverde? Tu giocavi anche in squadra, se non ricordo male!” 
 
“È vero, ma... non se lo ricordi, ma il Cappello ci mise molto a smistarmi. Era indeciso tra Serpeverde e Grifondoro. In parte mi sento anche di appartenere a quella Casa, non mi sarebbe dispiaciuto finire lì.” 
 
Si strinse nelle spalle prima di realizzare di non aver forse mai detto a nessuno quel particolare sul suo Smistamento... l'aveva sempre ritenuto piuttosto personale, eppure l'aveva appena detto ad alta voce.
 
“Non farti sentire da Reg, potrebbe prenderla male. Anche se mi chiedo che cosa possa aver visto di cavalleresco in te, il Cappello...”.  Charlotte inarcò un sopracciglio, trattenendosi dal sorridere mentre William invece sbuffava debolmente, rivolgendole un’occhiata leggermente torva:
 
“Carina come sempre. Forse TU saresti stata una serpe favolosa, sai?” 
 
“Per carità, ti immagini io e te nella stessa Sala Comune? L'avremmo rasa al suolo!” 
 
Charlotte scosse il capo, immaginandosi chiaramente lei e il collega più giovani di dieci anni che si prendevano a maledizioni per tutta la Sala comune dei Serpeverde... a quel tempo non si stavano molto simpatici, in effetti. 
 
“Beh, visto come tu eri prevenuta nei miei confronti, non mi avrebbe stupito.” 
 
“Io NON ERO prevenuta Cavendish, TU eri insopportabile! Non che ora tu sia molto gradevole, ma a quel tempo eri ancora più irritante ed egocentrico.” 
 
“Grazie Selwyn, anche io ti trovavo tremendamente simpatica. E comunque, hai esitato.” 
 
“Ma quando?” 
 
“Prima di dire che nemmeno ora mi trovi molto... come hai detto? Gradevole.” 
 
“Cavendish, secondo me vaneggi... forse a furia di guardarti allo specchio qualcosa sta andando a farsi benedire nella tua testa.” 
 
 
Charlotte sbuffò appena prima concentrarsi sulla sua colazione, anche se nella sua mente tornarono le parole di Luisa, a proposito delle esitazioni e sul mentire... 
 
Ma si affrettò a scuotere il capo leggermente, eliminando quelle parole dalla propria testa con la stessa velocità con cui erano arrivate. 
 
 
                                                                                *
 
 
“Buongiorno... venite alla partita, spero!” 
 
“Naturalmente.”  Ingrid sorrise allegramente in risposta alle parole di Oliver, che si rivolse a Bella con aria interrogativa, ottenendo come risposta una debole scrollata di spalle:
 
“Veramente, dovrei studiare...” 
 
“Basta studiare, fa male! Devi venire Bella, dovete fare il tifo per me... perché tiferete per noi, SPERO.” 
 
“Ti pare che IO possa tifare per i Serpeverde Olly? Ok, vengo... al limite andrò via prima.” 
 
Isabella sospirò, acconsentendo e facendo così sorridere Oliver, che le diede una pacca sulla spalla con aria soddisfatta:
 
“Fantastico... ora scusate fanciulle ma devo andare, il Capitano non può fare tardi.” 
 
“Naturale. Buona fortuna, sono proprio curiosa di vedervi giocare.”   Ingrid gli sorrise prima di avvicinarsi al ragazzo di un passo, dandogli un bacio su una guancia e facendolo così diventare di un colore abbastanza simile alla sua divisa da Quidditch, mentre Bella assisteva alla scena con aria quasi divertita.
 
“Grazie...” 
“Figurati. Andiamo Bella? Altrimenti ci fregheranno i posti...”  Ingrid si rivolse alla ragazza con noncuranza, quasi come se non si fosse accorta dell’imbarazzo di Oliver. 
 
“Va bene, dobbiamo anche trovare Cassy e Imogen... ci vediamo dopo Olly, fai a fette i Serpeverde, mi raccomando!” 
 
“Strano, e io che pensavo avresti tifato per il tuo amico Black!” 
 
 
                                                                               *
 
 
“Mi sento quasi... in colpa. Ogni giorno di più.” 
 
“A cosa ti riferisci?” 
 
“A Charlotte. Mi hai raccontato di suo fratello due mesi fa, e lei non lo sa... non lo so, non mi sembra corretto. Non dovrebbe saperlo? Forse l’aiuterebbe e ne parlerebbe, finalmente!” 
 
“Potrebbe essere un’ipotesi, ovviamente... ma potrebbe anche reagire male, Will. La conosco, è tremendamente orgogliosa e se c'è una cosa che odia é mostrarsi fragile, o far capire quali sono le sue debolezze... si sentirebbe vulnerabile, e non so quanto le gioverebbe.” 
 
Will sbuffò debolmente mentre, seduto accanto a Regan, seguiva la partita quasi distrattamente. Tornare sugli spalti gli aveva fatto ricordare di quando, proprio in quel punto, Regan aveva raccontato brevemente a lui e a Lyanna di Sean Selwyn e del perché Charlotte fosse ad Hogwarts.
 
 
Non sapeva nemmeno perché, ma si sentiva quasi in colpa a sapere qualcosa che Charlotte preferiva tenere per sé... Forse lei avrebbe dovuto saperlo. 
 
“Lyanna che ne pensa?” 
 
“Lei sostiene di non volerla mettere in difficoltà facendole capire che sa cosa è successo... sai Will, credo che uno dei timori di CeCe sia semplicemente che le persone la trattino diversamente. Odia chi la guarda con compassione.” 
 
 
Will sbuffò debolmente alle parole del collega, guardando la Pluffa passare di mano in mano dei Cacciatori quasi con aria torva: forse Regan aveva ragione, ma era sicuro che fosse sbagliato fare finta di non sapere niente... e conoscendosi, prima o poi avrebbe parlato con la diretta interessata. 
 
“Ti posso chiedere perché ti interessa, comunque? Da te, è un po’ insolito.” 
 
“Sono solo curioso, nient’altro... infondo sono venuto qui per spezzare la “routine”, giusto perché mi succedesse qualcosa di diverso dall’ordinario.”
 
Will si strinse nelle spalle con noncuranza, anche se a giudicare dall’occhiata che gli rivolse Regan, non aveva convinto più di tanto il suo interlocutore... d'altra parte, non aveva convinto del tutto neanche se stesso.
 
 
                                                                              *
 
 
Alzando lo sgaurdo la luce quasi l’accecò, ma non poteva farne a meno... aveva sentito parlare molte volte di quella sala, di quel lampadario. 
 
Osservò quell’enorme e sfavillante insieme di luci per qualche istante, rimanendo immobile mentre il lampadario scintillava, restando pigramente immobile diversi metri sopra la sua testa. 
 
 
“Andiamo Sean, mettimi giù!” 
 
Ridendo si sentì sbilanciare, scivolando sul pavimento liscio e freddo accanto a suo fratello, che rise a sua volta mentre la sorella sorrideva, alzando lo sgaurdo dritto sul soffitto dell’enorme Sala che ormai conosceva tanto bene... gli occhi verdi della ragazza si posarono sul lampadario che dondolava sopra di lei, immaginandolo illuminato solo poche ore più tardi, per la festa. 
 
 
“Mi scusi signorina, può darmi il suo nome per favore?”   Una voce femminile, pacata e sconosciuta la fece come risvegliare da un sogno, portandola a rivolgersi alla fonte della voce prima di parlare di nuovo, osservando la donna bionda che restituiva il suo sgaurdo, tenendo in mano una specie di cartellina in netto contrasto con il vestito elegante che indossava. 
 
“Charlotte. Charlotte Selwyn.” 
 
 
“A che cosa stai pensando Charlie?” 
 
“Stavo solo immaginando le luci di domani sera... immagino che sarà bellissimo, come sempre.” 
 
“Nostra madre non se lo perdonerebbe mai, se così non fosse. Lei dice che una festa non è una festa, senza le luci ad illuminarla.” 
 
 
“Mi dispiace, non...” 
Charlotte rimase impassibile, osservando la donna che le stava davanti sbattere le palpebre un paio di volte, gli occhi scuri improvvisamente vacui. Dopo un attimo però tornò a sorriderle cortesemente, annuendo:
 
“Prego, entri pure.” 
 
“Grazie.”   Charlotte le sorrise di rimando prima di spostarsi, iniziando a camminare sul pavimento a mosaico della sala gremita di persone... i tacchi risuonavano sul pavimento mentre la donna si guardava intorno con attenzione, alla ricerca di un preciso volto.
 
Una mano le afferrò il braccio e quasi sussultò, voltandosi di scatto. Era quasi pronta a tirare fuori ed usare la bacchetta quando si rilassò, scorgendo i familiari occhi chiari di suo fratello... peccato che Sean non sembrasse molto felice di vederla:
 
“Non dovresti essere qui, Charlotte.”     Sean fulminò la sorella con lo sgaurdo, maledicendola per non dargli mai retta... ovviamente si era aspettato di vederla comparire, ma aveva sperato fino all’ultima che rispettasse i patti e restasse al Dipartimento. 
Di rimando Charlotte sbuffò appena, divincolandosi dalla presa prima di parlare con tono neutro e a bassa voce, evitando di farsi sentire dalla moltitudine di Babbani che li circondavano. 
 
“Se pensavi di tagliarmi fuori solo perché sono tua sorella, ti sbagliavi Seannie... posso stare qui anche io.” 
 
“CeCe, è pericoloso. Perché non mi ascolti mai? Devi andartene.” 
 
“No.” Charlotte si scostò, allontanandosi dalla stretta del fratello maggiore prima di riprendere a camminare con calma, con lui ancora alle calcagna. 
 
L'uomo sospirò, guardandola quasi con esasperazione: era più testarda di un mulo, a volte.
 
“Charlotte, lo dico per te... può succedere di tutto stasera.” 
 
“Lo so... ecco perché sono qui. Ti posso aiutare, no? Andiamo Sean, sii serio... se non fossi tua sorella non avresti cercato di farmi restare al Dipartimento, stanotte.” 
 
“Poi non dire che non ti avevo avvisata, però.” 
 
 
Si, lui l'aveva avvisata... ma come sempre Charlotte aveva preferito fare di testa sua, non ascoltando suo fratello.
 
E mezz'ora dopo, quando scivolò sul pavimento della sala quasi senza fiato a causa del fumo e alzò di nuovo lo sgaurdo sul soffitto, Charlotte Selwyn non vide più alcuna traccia della luce del lampadario, che era crollato sul pavimento a soli pochi metri da lei. 
 
 
Aprì gli occhi di scatto, svegliandosi di soprassalto e mettendosi a sedere di colpo sul divano dove si era addormentata. Charlotte deglutì nervosamente, sospirando nel rendersi conto di aver solo sognato... nel male, sì, ma quella serata ormai era passata e non avrebbe più dovuto riviverla, se non mentalmente.
 
La donna sbuffò, passandosi una mano tra i capelli castani e chiedendosi perché non riuscisse a dormire di notte ma si appisolasse nei luoghi più improbabili, compresa la Sala Insegnanti dove una volta Will aveva dovuto scrollarla con ben poca delicatezza per svegliarla. 
 
Gli occhi della donna andarono a finire sulla finestra, osservando per qualche istante la partita, anche se da lontano. Aveva preferito evitare di andare a vederla, almeno non dopo quello che era successo un paio di mesi prima... non le andava per niente di avere l’ennesimo attacco di panico.
 
Dopo qualche istante si alzò, quasi trascinandosi verso la scrivania per combinare qualcosa: Stephanie non si era più fatta sentire da qualche giorno prima, quando si era intrufolata nell’Ufficio di Silente per parlarle... evidentemente non aveva novità, ma a Charlotte non andava per niente di starsene con le mani in mano, aspettando che le notizie piovessero dal cielo: lo stava facendo già da troppe settimane. 
 
L’Auror prese un foglio di pergamena, accingendosi a scrivere un paio di lettere mentre nella sua testa vorticavano un nome e un volto, dandole quasi il tormento: non aveva idea di quanto ci avrebbe messo, ma prima o poi l'avrebbe trovato. E a quel punto, di certo David Schmidt avrebbe rimpianto di aver scelto la parte sbagliata in cui schierarsi... soprattutto, avrebbe rimpianto di aver fatto sganciare una bomba su Londra, la notte del Solstizio d’Inverno. 
 
 
                                                                                *
 
 
“Ehi! Allora... a che punto siamo?”  
 
Lyanna spuntò dal nulla tra Regan e William, facendoli quasi sussultare mentre la donna cercava con lo sgaurdo il tabellone del punteggio, oltre la testa di Lumacorno che le bloccava la visuale.
 
“40 a 30 per Serpeverde. A proposito, tu per chi tifi?” 
 
“Che razza di domande fai Reg, io sono un’insegnante... devo essere imparziale.” 
 
“Ma se l'altra volta ti eri persino messa la sciarpa di Corvonero!”
 
“Faceva freddo Will... mi serviva una sciarpa!” 
 
Lyanna fece un semplice gesto con la mano, quasi a voler liquidare il discorso mentre invece i due colleghi alzavano gli occhi al cielo, trattenendosi però dal replicare. 
 
I tre rimasero in silenzio a seguire la partita per qualche minuto, finché Grifondoro non fece una rete... e a quel punto a nessuno sfuggirono l’applauso di Silente e la sua visibile allegria mentre quasi saltellava sul posto, agitando anche una bandierina rossa e oro.
 
“Non ci credo... ma non dovrebbe essere imparziale?!” 
 
William sgranò gli occhi, guardando il Vicepreside con aria accigliata mentre invece Lyanna e Regan quasi si rotolavano dalle risate sugli spalti, specialmente quando Silente assestò all’amico e collega Horace Lumacorno una bella e buona gomitata, come a volergli rinfacciare la parità appena ritrovata. 
 
Alle loro spalle Dippet assisteva alla scena con cipiglio leggermente esasperato, scuotendo il capo ma senza dire nulla: infondo, ormai ci aveva fatto l’abitudine.
 
 
                                                                                   *
 
 
“Che nervi, non vedo un accidente... ecco perché non vengo alle partite, è come se non ci fossi!” 
 
“Rilassati Bella, non sei l'unica... io ormai me ne sono fatta una ragione.” 
 
Isabella sbuffò con lieve stizza, quasi invidiando la nonchalance di Lizzy Abbott mentre la Tassorosso si guardava le unghie perfettamente curate, rinunciando a cercare di vedere qualcosa della partita in corso. 
 
“Povera piccola Bella... dai vieni qui, ti faccio un po’ di posto.”  Ingrid rise, prendendo l'amica per un braccio e trascinandola accanto a sé, proprio davanti alla ringhiera delle tribune... ringhiera che una loro compagna di Casa stava deliberatamente ignorando, sporgendosi ben oltre il bordo e intimando ad un preciso giocatore di darsi una mossa:
 
“ALTAIR, MUOVI IL CULO!” 
 
Cassiopea Black sbuffò, intimando al fratello di muoversi mentre Imogen sghignazzava, trattenendosi dal fare il tifo mentre Jane era forse l'unica del gruppo a starsene buona ed in silenzio, in piedi tra Aerin Ollivander e sua cugina Connie. 
 
Merda, Malfoy ha segnato... senza offesa, Imogen.” 
 
“Tranquilla Aerin, nessuna offesa... Quindi Serpeverde sta vincendo? Io lo spero, altrimenti poi Abraxas chi lo sente...” Imogen sospirò, alzando gli occhi chiarissimi al cielo mentre invece Connie sbuffava, saltellando nervosamente sul posto:
 
“Jane, devi dire al tuo ragazzo di farsi passare meno reti...” 
 
“Devi capirlo poverino, la presenza del suo tesorino lo distrae.” 
 
Aerin sorrise con aria divertita, ridacchiando all’unisono con Bella mentre la Tassorosso fulminava le amiche con lo sgaurdo, intimando loro di piantarla mentre alle loro spalle Lizzy si interessava improvvisamente all’incontro, sporgendosi per vedere:
 
“CHE? Serpeverde sta vincendo? COL CAVOLO, SE NO POI CHI LO SENTE BLACK?” 
 
“Sono d'accordo con Lizzy, anche se penso che ci riferiamo a Black diversi...” 
 
“Per l’amor del cielo, già dopo la partita contro Corvonero era impossibile, figuriamoci se vincessero contro Grifondoro... se non si danno una mossa con quel Boccino, scendo in campo io!” 
 
“Ah si, vorrei proprio vederti Elizabeth... Abbott Vs Black, Round 2... chissà chi l'avrebbe vinta.” 
 
Aerin rise, ricordando con estrema gioia l'episodio di poco tempo prima, quando fuori dall’aula di Trasfigurazione Lizzy si era stufata e aveva assestato al ragazzo un bel pugno sul naso, intimandogli di lasciarla in pace e smetterla di fare la ruota come un pavone. 
 
“Lascia stare, avrò per tutta la vita il rimpianto di non aver assistito alla scena...” Bella sospirò quasi con sincero rammarico mentre Cassiopea inarcava un sopracciglio, voltandosi verso la Tassorosso:
 
“Posso chiederti una cosa Elizabeth? Come accidenti hai fatto a colpire mio fratello in faccia se sei alta quasi 30 cm in meno?” 
 
“Ma perché me lo chiedono tutti...” 
 
 
                                                                         *
 
 
Aveva appena sciolto l’abbraccio spezza-costole con Oliver quando si voltò, sorridendo quasi a trentadue denti mentre Jane gli si avvicinava, correndo sull'erba verso di lui e sorridendogli a sua volta. 
 
Il ragazzo dimezzò la distanza che li separava con due sole falcate, sorridendo quando la Tassorosso gli saltò praticamente in braccio, allacciandogli le gambe intorno alla vita e stringendogli le braccia intorno al collo:
 
“Ciao, campione... contento di aver vinto?” 
 
“Ovviamente... me lo dai un bacio premio?” 
 
Jane gli sorrise allegramente prima di accontentarlo, baciandolo con inusuale facilità visto che per una volta erano alla stessa altezza... il tutto mentre, alle loro spalle, i compagni di squadra del ragazzo quasi si rotolavano sull’erba per la gioia.
 
“E voi che non volevate neanche ripassare gli schemi... a volte torna utile darmi ascolto, no?” 
 
Oliver sfoggiò un sorriso che andava da un orecchio all’altro, mentre Bella e Ingrid gli si avvicinavano, facendolo quasi trotterellare nella loro direzione:
 
“Mi fa piacere che tu sia rimasta Bella... non hai studiato per me? Mi sento onorato!” 
 
“Sciocchezze, non ho studiato per poter vedere la faccia delusa di Black post sconfitta. Però sono contenta per voi, bravo Capitano.” 
 
Isabella sorrise all'amico, silenziosamente lieta che Grifondoro avesse vinto: non tanto perché il Quidditch le interessasse troppo, ma perché odiava quando Oliver perdeva... il ragazzo tendeva sempre a demoralizzarsi più del necessario e ad addossarsi completamente la responsabilità, essendo il Capitano. 
 
“Ha tentato di scappare ad un certo punto, ma sono riuscita a bloccarla... So quanto ci tenevi Olly, sono felice per te.” 
 
 
Bella inarcò un sopracciglio, spostando brevemente lo sgaurdo da Ingrid ad Oliver prima di sorridere e girare sui tacchi, facendo per allontanarsi:
 
“Bene... io devo andare, vi lascio soli.” 
 
“Andare? A fare cosa?” 
 
“Ho promesso a Brianna che l'avrei tenuta aggiornata sull’esito... se non le scrivo mi farà arrivare una Strillettera, con ogni probabilità. Ci vediamo dopo!” 
 
Senza neanche voltarsi indietro la rossa alzò una mano, rivolgendo un saluto ai due prima di dileguarsi, sparendo tra la calca di studenti che erano scesi sul campo per complimentarsi con i vincitori o consolare i Serpeverde. 
 
Ingrid e Oliver rimasero interdetti per un attimo dall’improvvisa scomparsa della Caposcuola, finché la bionda non si voltò verso il ragazzo:
 
“Sbaglio o se l’è filata?” 
 
“No, non sbagli. Chissà cosa le passa per la testa... ma ora andiamo, ho una Coppa da ritirare!”  Oliver sorrise, prendendo la ragazza sottobraccio per poi trascinarsela dietro per raggiungere Dippet e gli altri insegnanti insieme a lei, imitato da tutti i compagni di squadra. 
 
 
 
“Che facce da funerale... mi dispiace! Ho incrociato Antares prima, non sembrava molto allegro... Vuoi un abbraccio?” 
 
Altair annuì senza dire niente alle parole della sorella, che lo abbracciò quasi a volerlo consolare, mentre Imogen si tratteneva e cercava con tutta se stessa di non ridere: per quanto le dispiacesse che Abraxas avesse perso, non riusciva a non trovarlo divertente con quell’espressione sconsolata stampata in faccia, infinitamente diversa dal suo solito cipiglio impassibile. 
 
“Andiamo Abraxas, non è la fine del mondo... è solo una partita!” 
 
“Parla per TE Imogen... tu non ti dovrai sorbire le prese in giro da parte dei Grifondoro fino alla fine dell'anno... come accidenti farò a sopportare Maximilian Shacklebolt ora? Malfoy, ti devi vergognare!” 
 
Imogen si voltò verso la fonte della voce, sospirando nel trovarsi davanti Ariadne Shafiq, che osservava il suo amico d’infanzia con aria decisamente contrariata.
 
“Ariadne, non cominciare e lasciami in pace! Imogen, dille qualcosa!” 
 
“Cosa vuoi che le dica, sei tu che la conosci da quando portavate il pannolino!” 
 
 
La Corvonero roteò gli occhi chiari, preferendo come sempre stare fuori dai battibecchi dei due Serpeverde. Cassiopea invece rise, facendo cenno all’amica di seguirla e di lasciare i verde-argento a crogiolarsi nel dolore della sconfitta... o in alternativa lasciare che Ariadne e Abraxas si scannassero sotto la supervisione di Altair.
                                                                               

                                                                            *


“Eccovi qui... allora, chi ha vinto?”   Charlotte si voltò, sorridendo mentre Lyanna, Regan e William entravano in Aula Insegnanti. La prima sorrideva, mentre invece Regan non sembrava particolarmente allegro mentre si lasciava scivolare su una sedia, sbuffando:

“Indovina...” 

“Beh, dopo che Serpeverde ha battuto Corvonero non posso esserne dispiaciuta... povero Reg però. Immagino che anche Lumacorno abbia il cuore a pezzi.” 

Charlotte sorrise con aria divertita, immaginandosi l’insegnante di umore nero per aver perso l'opportunità di tenere la Coppa nel suo ufficio per un anno intero. Lyanna annuì alle parole della collega, sorridendo leggermente:

“In effetti non era molto felice... invece avresti dovuto vedere Silente, ti sei persa un tifoso accanito!” 

“In effetti sembrava più convinto lui di molti studenti... ma è sempre stato così o è una cosa recente?” 

“Non saprei Will, non ci ho mai fatto caso... ma recentemente mi sono resa conto che quell'uomo è assolutamente imprevedibile.” 


                                                                              *


“Non ti ho visto per tutto il pomeriggio... dove ti eri cacciato?” 

“Non avevo molta voglia di chiacchierare, tutto qui.” 

Antares si strinse nelle spalle, continuando a scrivere il suo tema per Pozioni mentre Altair si sedeva accanto a lui, intuendo che al cugino non andasse per niente di parlare di partite, Coppe o Grifondoro. 

“Scusami se te lo chiedo Ant, ma che ci fai qui? È domenica sera... non dovresti essere a zonzo per i corridoi adesso?” 

Altair inarcò un sopracciglio, guardando il cugino smettere di scrivere e sfoggiare un lieve sorrisetto, alzando lo sgaurdo su di lui:

“Si... in teoria si. Ma potrei aver... relegato qualcuno al mio posto.” 

“E come avresti fatto?” 

“Diciamo che potrei aver richiesto a Silente un cambio in virtù della mia influenza appena passata...” 

Antares sorrise con leggera soddisfazione mentre Altair rideva, perfettamente consapevole che il cugino stesse benissimo già da un paio di giorni... e probabilmente in quello stesso momento una rossa lo stava maledicendo in tutte le lingue del mondo, oltre a pianificare un modo per ucciderlo. 

Poteva anche aver perso contro Grifondoro... ma l'aver vinto contro Bella Burton era comunque una bella soddisfazione. 
















..........................................................................................................
Angolo Autrice:

Buon pomeriggio! Inizio col fare gli auguri ad una matta che mi sopporta già da un po’, partecipando a più di una mia storia...
BUON COMPLEANNO BEA!!!
*lancia coriandoli*

Spero davvero che il capitolo ti sia piaciuto, auguri ancora! <3

Detto ciò, grazie per i voti per la partita... Mi spiace per chi tifava per Serpeverde, ma temo che Silente si terrà la Coppa stretta nel suo ufficio per un bel po’. 


Non so di preciso quando aggiornerò, ma nei prossimi giorni non avrò molto da fare quindi potrei spuntarmene fuori domenica, molto probabilmente... si vedrà, un bacio e a presto! 

Signorina Granger 
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Signorina Granger