Tony
si sedette sul divano, porse un bicchierone di starbucks a Steve e
sogghignò socchiudendo gli occhi.
"Questo
cura tutti i mali e non è alcolico" disse.
Steve
si sporse, premendo lo sterno contro il bordo del tavolo e prese il
bicchiere. Le sue dita sfiorarono quelle di Tony e sentì la
carta bollente.
"Convincerti
ad andare a quell'evento è stato praticamente impossibile. E
sei anche arrivato in ritardo" sussurrò. Si
avvicinò il bicchiere al petto e inspirò l'odore
del caffellatte.
<
E' strano > pensò.
"Però
non mi aspettavo che saresti tornato qui alle prime luci dell'alba"
sussurrò roco.
Assaggiò
il caffellatte e sgranò gli occhi.
"E'
al caramello!" esclamò.
Tony
allargò le gambe, si passò l'indice nel nodo
della cravatta sciogliendolo e sogghignò piegando il capo
all'indietro.
"Credimi,
era uno dei gusti più normali".
Scrollò
le spalle, prese un altro bicchiere e bevve qualche sorso scottandosi
le labbra, sospirò.
"Beh,
l'importante è averti portato con me alla cerimonia. Non
potevo lasciarti piangere, o peggio fare un ricevimento normale".
Steve
gli mise una mano sulla spalla e deglutì rumorosamente.
"In
realtà è... molto buono" ammise.
Incassò il capo tra le spalle e abbassò lo
sguardo, gli occhi gli pizzicavano.
"Non
ero mai stato in una festa di quel tipo" mormorò.
Tony
sorrise leggermente arricciando il labbro, scosse il capo a destra e
sinistra e alzò il proprio bicchiere.
"Basta
abituarsi" disse.
Accavallò
le gambe, sospirò alzando il capo al soffitto.
"Sia
alla bevanda, che alle feste".
Steve
si grattò un sopracciglio e continuò a
sorseggiare la propria bevanda.
"Tony...".
Iniziò con tono grave.
Tony
si piegò verso di lui e socchiuse le iridi, che brillarono
di riflessi caffè.
"Stai
finalmente per rivelarmi il segreto che ti grava sulle patriottiche
spalle da quando sono arrivato?".
Steve
nascose il proprio viso dietro il bicchiere e deglutì
rumorosamente.
"Ti
ricordi di tua madre?" domandò con voce tremante.
Tony
finì di bere il proprio, annuì e
lanciò il bicchiere vuoto sul tavolo, lo osservò
rotolare e sbuffò.
"Certo.
Bella, dolce, sempre pronta a far viaggi di beneficenza e mai dalla mia
parte".
Steve
bloccò il bicchiere di Tony e lo raddrizzò.
"Peggy
nel suo ultimo periodo era malata. Lo sapevi?"chiese.
Tony
inarcò un sopracciglio, annuì passandosi la mano
tra i capelli e arricciò le labbra.
"Certo.
Alzheimer, giusto?".
Steve
annuì e allungò le gambe sotto il tavolo.
"Quindi
non era così assurdo potesse delirare, verso la fine"
mormorò con voce rauca.
Tony
agitò il capo a destra e sinistra, mugolò un
assenso e sospirò piegandosi verso Steve.
"Ascolta,
il mio migliore amico è un intelligenza artificiale che ho
creato io. Non puoi dirmi nulla che mi faccia pensare sia pazza".
Steve
incrociò le braccia sul petto muscoloso e abbassò
il capo, facendo ondeggiare il ciuffo biondo davanti al viso.
"Credeva
di essere tua madre" ammise con voce rauca.
Tony
schioccò le labbra, sogghignò appoggiandosi
contro lo schienale del divano e roteò gli occhi.
"Sono
già il figlio del tuo vecchio amico. Essere anche il figlio
della tua ex non dovrebbe causarti scompensi".
Steve
rialzò il capo di scatto e lo guardò in viso, le
sue iridi si specchiarono in quelle color caffè di Tony.
"E
a te cosa causa?" domandò.
Tony
lo guardò fisso, accennò un sorriso e
scrollò le spalle. Poggiò la mano sul tavolo, si
sporse completamente verso Steve e socchiuse gli occhi dai riflessi oro.
"Onestamente?"
chiese, con tono basso.
Steve
scostò il proprio bicchiere e annuì, continuando
a fissare l'altro.
"Onestamente"
rispose con voce bassa.
Tony
sogghignò ampiamente, allargò le braccia e si
tirò indietro.
"Non
capisco proprio perché non abbiano fatto una cosa a tre con
te!".
Steve
scattò in piedi facendo cadere la sedia.
"S...
S-Stark!" strillò.
Tony
rise, buttò indietro la testa e si gettò contro
lo schienale del divano a gambe e braccia aperte.
"Peggy,
Maria... che importa? Ciò che conta è quello che
farò io della loro eredità, non chi erano loro".
Steve
si sporse e gli mise una mano sulla spalla e sospirò.
"Lei
era una delle persone più importanti della mia vita. E sono
felice che proprio tu possa avere qualcosa di lei" ammise.
Tony
diede qualche pacca sulla spalla a Steve, annuì e strinse le
labbra.
"Onorerò
la sua memoria" promise.