Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: GiuliaComix    22/12/2016    4 recensioni
Questa storia è la continuazione della mia precedente " Un Dono Inaspettato " e finalmente i fratelli Potter si godranno la loro prima, vera vacanza estiva!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                                                                                             Fotografie Rivelatrici


Il sole era sorto ormai da un pezzo quando il professor Piton cominciò a svegliarsi, nella maniera più scomoda e dolorosa possibile, e il cinguettio degli uccellini fuori in giardino non erano per niente d'aiuto alla sua attuale emicrania, dovuto alla posizione angusta in cui si era ritrovato a dormire la notte precedente, costretto sul divano a causa della piccola Serena che si era addormentata su di lui dopo la piacevole visione di un film insieme.

<< Arrgh.. per Salazar.. >> grugnì dolorante, massaggiandosi il collo e facendolo scrocchiare energicamente, sospirando pesantemente. Sì sollevò piano, mettendosi seduto sul divano, passandosi una mano sul viso, strofinandoselo per provare a svegliarsi un minimo.

<< Buongiorno bel addormentato! >> esclamò allegra una voce dalla cucina; era Serena che stava venendo incontro a Piton con in mano un vassoio con la colazione.

<< Buongiorno... >> biascicò il burbero professore.

<< Hai dormito bene vedo >> disse ironicamente la bambina, che gli si era seduta accanto.

<< Già, una favola >> disse sarcastico, facendosi scrocchiare la spina dorsale; Serena ridacchiò divertita.

<< Però, devi ammetterlo, è stato bello vedere un film insieme ieri sera. Spero di farlo più spesso in futuro >> gli disse sorridente.

<< Sì, tutto sommato è stata una piacevole serata >> ammise Severus, massaggiandosi le spalle.

<< Come sei esagerato! Questo divano non è poi così scomodo! >> Piton la fulminò con lo sguardo.

<< Ti ricordo, signorina, che TU non hai dormito tutta la notte nella stessa posizione su di un bracciolo bitorzoluto! >> la rimproverò, e Serena ridacchiò.

<< Sì, forse hai ragione. Il mio “cuscino” in effetti era molto comodo! >> disse scherzosa indicando il petto del povero professore tutto accartocciato.

<< Spiritosa >> rispose con un ghigno.

<< Be', a parte il brusco risveglio, spero che questo ti possa migliorare l'umore >> gli disse, porgendogli un piatto di waffles ricoperti da un sottile strato di miele e zucchero a velo, accompagnato da una fumante tazza di caffè forte. Piton non seppe come reagire a quel gesto così premuroso, l'unica persona che avesse mai visto portargli la colazione “a letto” era sua madre quando era piccolo, nei rari momenti in cui l'ambiente in casa era tranquillo senza discussioni o litigi fra i genitori. Nemmeno Lily quando erano giovani gli aveva mai cucinato qualcosa; e per fortuna, dal momento che aveva sempre saputo che non era un asso in cucina.

<< Serena... non era necessario >> riuscì a dire solamente, rimanendo ad osservare quel piatto così invitante.

<< Figurati, è stata una passeggiata >> gli rispose sorridente << Dai, assaggia! >> lo incitò.
Piton tagliò un pezzo di waffle, lo intinse meglio nel miele e se lo portò alla bocca, mangiandolo. Lo assaporò lentamente per qualche secondo, lasciando Serena in tensione, in attesa di sapere del verdetto.

<< Allora? Com'è?! >> chiese impaziente. Piton ingoiò, si voltò verso di lei, sorridendole.

<< Non sei solo una giovane brillante strega >> disse soltanto il professore.

<< Vuoi dire... ?! >>

<< Era squisito >> Serena a quelle parole iniziarono a brillare gli occhi di felicità e aveva un sorriso che le andava da un orecchio all'altro. Piton sapeva che la bambina se la cavava abbastanza bene in cucina, di sicuro più di lui, ma quella colazione aveva qualcosa di speciale, non era chiaro cosa fosse, Piton sapeva solo che quel giorno avrebbe solo voluto passare l'intera giornata ad assaporare ogni singolo piatto che la piccola gli avrebbe proposto, anche al costo di morire d'indigestione.

<< Sono felice che ti sia piaciuto! Sai... i dolci non sono proprio il mio forte. Per la tua torta di compleanno di qualche mese fa mi sono addirittura fatta aiutare da un'amica >> disse, ripensando all'aiuto che le aveva dato la piccola elfa domestica Jenny.

<< Come è iniziato questo tuo.. interesse per l'arte culinaria? >> le chiese sorseggiando il caffè.

<< Non lo so in realtà, penso sia nato per caso, durante tutti questi anni di prigionia dai Dursley. Petunia mi ha sempre messo all'angolo cottura e pian piano mi è nato questo piccolo hobby >>

<< Capisco >>

<< La parte divertente è stata che ogni tanto per vendetta, nella loro colazione, nel pranzo e nella cena sputavo dentro le pietanze! >> esclamò eccitata. Piton sgranò gli occhi incredulo.

<< E-e loro.. se ne sono mai accorti?! >>

<< Certo che no! Sono talmente sottosviluppati di mente e di palato che non si sono mai accorti di nulla, divorano il cibo come dei maiali! >> esclamò ridendo, con aria vittoriosa.

<< Oh santo cielo... >> disse Piton, coprendosi il viso con una mano, soffocando una risata.

<< Harry ha sempre cercato di dissuadermi dal farlo, ma quando ha visto che la cosa funzionava senza alcun problema mi disse “ Da oggi in poi contribuirò anch'io alla sputacchiata” ! >> esclamò con le lacrime agli occhi dal ridere. Nemmeno Piton riuscì a trattenersi stavolta, quell'immagine nella sua mente era troppo esilarante, e alla fine anche lui si mise a ridere di gusto, facendo fermare Serena ad osservarlo stupita. Non lo aveva mai visto ridere così prima d'ora, al massimo lo aveva sempre visto ghignare beffardo, o sorridere a volte in maniera maligna e a volte dolcemente, o ridacchiare sarcasticamente, ma MAI ridere di gusto in quel modo. Serena non avrebbe mai pensato che un uomo del suo stampo, sempre così serio, molto spesso arrabbiato, con una gran sofferenza nel cuore, un uomo che trovava insulso ed insignificante qualsiasi cosa, potesse finalmente essere in grado di ridere, soprattutto per una cosa così.. stupida, neanche fosse stata una barzelletta studiata apposta per far ridere. Serena si riprese dallo stupore e, per quel poco che stava durando, rimase ad ascoltare la risata di suo padre; era musica per le sue orecchie, le dava enorme gioia vederlo sotto quella bellissima nuova luce: era solare, pieno di leggerezza e di felicità, anche se probabilmente sarebbe stata una situazione temporanea. La bambina lo stava conoscendo meglio e a fondo e sapeva in cuor suo che quel momento non sarebbe più capitato così spesso, anche a causa del carattere serio ed orgoglioso dell'uomo, che non avrebbe più permesso a se stesso di rivelarsi per la persona che era in realtà, una persona in grado anche di divertirsi e ridere come ogni essere umano, oltre che al temibile e spietato professore di Pozioni. Quando Piton si accorse che Serena lo stava fissando, cercò di stroncare la risata all'istante, nascondendola dietro ad una finta tosse, come per schiarirsi la gola, ridandosi un contegno davanti alla bambina. Serena ridacchiò, scorgendo un velo di imbarazzo sulle guance dell'uomo.

Sei così buffo – pensò Serena, intenerita.

Una volta che Piton si ricompose del tutto, riprese a consumare la sua colazione.
<< Comunque sia... sei davvero notevole anche in questo campo, nonostante la tua giovane età >> Serena gli sorrise.

<< Grazie, papà >> Piton fece un impercettibile sussulto; accidenti, non era ancora abituato a sentirsi chiamare in quel modo! Forse avrebbe imparato ad abituarcisi solo una volta che Serena si fosse diplomata e avesse già trovato un lavoro. Però era sempre molto gradito il calore della sensazione che quella parola gli procurava al cuore. Severus le fece un cenno di approvazione col capo; poi gli sorse un dubbio: la bambina non aveva ancora toccato cibo.

<< Tu non mangi? >> le chiese curioso.

<< Ah no tranquillo, ho già fatto colazione prima, quando ancora dormivi bello beato >>

<< Avresti potuto svegliarmi, così non saresti da sola >> la frase gli uscì di bocca all'improvviso senza neanche rendersene conto; Serena gli sorrise.

<< Non preoccuparti, non ero da sola. Qualcuno mi ha fatto compagnia! >> Piton alzò un sopracciglio con fare interrogativo, ma anche preoccupato.

<< Chi.... ?! >> ma prima che potesse finire, Albus Silente sbucò da dietro il divano, proprio alle spalle di Piton.

<< Buongiorno ragazzo mio !!! >> esclamò solare il preside, con la stessa energia quando si urla “ SORPRESA” ad un festeggiato che rientra a casa senza aspettarsi la festa di compleanno che lo attende.

<< OH PORCA....!!! >> sbottò Severus, sobbalzando dalla sorpresa e dallo spavento, facendo volare via pure il caffè rimasto nella tazza. Serena scoppiò a ridere: Piton era quasi cascato giù dal divano.

<< MA CHE DIAVOLO TI SALTA IN TESTA, SILENTE ?!?!” urlò furioso Severus.

<< Oh cielo, perdonami Severus, non ho potuto resistere >> si giustificò imbarazzato Silente, uscendo da dietro il divano.

<< Certo, non hai potuto resistere alla tentazione di intrufolarti in casa d'altri senza preavviso né con invito, mi sembra giusto! >> disse sarcastico, alzandosi dal divano e aggiustandosi la casacca.

<< Sì, forse hai ragione tu, non avrei dovuto piombare qui senza avvisarti prima, ma ormai mi conosci: a volte agisco ancor prima di pensare >>

<< Tsk.. poco ma sicuro >> grugnì Piton seccato. Serena si nascose la bocca con le mani per cercare di trattenere le tante risate che premevano per uscire fuori, ma Piton la fulminò con lo sguardo, come se avesse un laser al posto delle iridi.

<< Taci tu! >> esclamò furioso.

<< Sìsignore >> rispose velocemente la piccola, zittendosi immediatamente, assumendo quasi la posa di un soldato cadetto in attesa di ordini.

<< Allora, che ci fai qui? >> chiese Piton al preside.

<< Oh, in realtà è stata pura coincidenza che passassi proprio da queste parti e la tua piccolina, vedendomi passeggiare qui fuori nel prato tutto solo, mi ha cortesemente invitato a fare colazione con lei >> disse sorridente, scompigliando i capelli a Serena << Ragazza vispa e mattiniera da quel che ho potuto constatare >>

<< Eh già, professore, ieri notte ho dormito su un letto particolarmente comodo >> disse Serena, tirando una frecciatina ironica a Piton, il quale rispose con un grugnito seccato.

<< Una buona notte di sonno giova sempre al corpo e alla mente >> concordò il preside.

<< Sì, indubbiamente >> rispose aspro Piton, massaggiandosi nuovamente il retro del collo; il preside e la bambina ridacchiarono complici: era ovvio che il preside, quando fece colazione con Serena, vide Severus ancora addormentato sul divano, in una posizione alquanto scomoda.

<< Comunque sia... >> riprese Piton, serio <<... da un certo punto di vista, è un bene che tu oggi sia passato, ti devo parlare di una cosa, Albus >> questa frase fece nascere una discreta dose di curiosità.

<< Di che si tratta? >> Piton però non rispose, fece solo un cenno con gli occhi per fargli capire che era meglio discuterne in privato, lontano dalla presenza della bambina. Il preside acconsentì e si spostarono nell'ufficio del pozionista. Serena rimase lì da sola in sala, ferma come una pianta grassa, a pensare a cosa poteva fare per ammazzare il tempo.

<< Ok.. mi hanno lasciato qui sola soletta. E adesso che faccio? Di compiti non ne voglio fare, anche perchè li ho finiti tutti, quindi... boh >> rimase un po' spaesata mentre i due professori conversavano privatamente nella stanza. Alla fine decise di andare in camera sua, a rivedersi gli appunti che le diede la professoressa McGranitt per come imparare a diventare un Animagus, era da un po' che non li consultava, ne' aveva ripreso gli allenamenti per iniziare a trasfigurare almeno una parte del suo corpo.

<< Cavolo, ci metterò una vita ad imparare! >> disse un po' demoralizzata, sprofondando sul letto e lasciandosi cadere il libro in piena faccia.

<< Basta, oggi non mi sento concentrata, me ne vado un po' fuori a giocare!>> e così la bambina andò a prendere il pallone di gomma e andò a fare qualche palleggio fuori in giardino.

Nel frattempo, nell'ufficio di Piton, il quale insonorizzò la stanza con un incantesimo, Silente rimase in attesa di sapere cosa il suo collega dovesse dirgli: durante il corso dell'estate e dell'anno scolastico aveva passato numerose informazioni sui seguaci di Voldemort e il suo possibile ritorno, perciò gli sembrava strano che in coso poco tempo, fra la costante presenza di Serena e le riunioni occasionali con gli altri colleghi di Hogwarts, avesse potuto indagare ulteriormente.

<< Allora, Severus, di che cosa si tratta? C'entra per caso Serena? >>

<< No, quell'altro >>

<< Harry? Cosa è successo ? >> chiese un po' preoccupato.

<< Non ne sono pienamente sicuro, Albus, ma la bambina mi ha raccontato una cosa che è capitata dai Weasley ieri pomeriggio >>

<< Per Merlino, ragazzo mio, non girarci intorno! >>

<< Ha parlato con un serpente! >> sbottò infine Piton, con voce estremamente seria. Per un attimo il preside sembrava essere stato colpito dall'incantesimo Petrificus Totalus, per come ne rimase sconvolto.

<< C-come.. come è accaduto? >>

<< Potter e Serena, a causa di uno stupido scherzo dei Gemelli Weasley, sono caduti in un fossato, nella radura che circonda la casa, e un piccolo serpente che stava strisciando nei paraggi, secondo quello che mi ha riferito Serena, sembrava la stesse per attaccare, ma per quello che ha sentito Potter, in realtà si era fermato per chiederle indicazioni >> disse Piton camminando nervoso avanti e indietro per l'ufficio, grattandosi la nuca, mentre Silente si strofinò il mento pensieroso.

<< Sei sicuro che Serena non se lo sia inventato o.. >> a quella frase Piton lanciò un'occhiataccia al Preside.

<< Perchè pensi una cosa del genere? Perchè credi che mia figlia possa avermi detto una menzogna?! A quale scopo poi.. me lo spieghi!? >> senza rendersene conto, Severus si era davvero alterato a quella accusa infondata nei confronti della bambina e aveva alzato la voce. Silente si mise subito sulla difensiva: era sì il mago più potente del mondo, ma il suo ex allievo quando si dimostrava seriamente arrabbiato gli incuteva sempre un minimo di timore.

<< Severus, calmati ti prego, non sto accusando nessuno! Ho solo fatto una supposizione, in fondo Serena è ancora piccola e a volte i bambini si inventano certe cose per attirare l'attenzione nel migliore dei casi, non raccontano sempre i fatti per come sono realmente accaduti >> disse mettendo subito le mani avanti.

<< Concordo con te sul fatto che lei sia ancora piccola, e che i bambini sono geneticamente predisposti alle bugie, ma... per Salazar, Albus! L'hai conosciuta meglio tu in un intero anno scolastico stando rinchiuso in quel pulcioso ufficio, che io in questi pochi mesi che ho passato a stretto contatto con lei e io sono suo padre!! Hai visto che tipo di persona è! Come puoi solo pensare che una come lei possa mentire per una cosa del genere e per quale dannato secondo fine secondo te??!! >> sbottò sempre più infuriato, ma comunque contenuto.

<< Hai perfettamente ragione, Severus >> disse all'improvviso Silente, a voce bassa a contrita. Piton frenò per un momento la sua furia.

<< Perdonami, non so cosa mi abbia fatto dubitare della sua parola. L'esperienza mi ha insegnato che devo elaborare attentamente certe informazioni e non dare subito per veritiera la prima ipotesi >> disse lentamente, profondamente rammaricato.

<< Ma qui non stiamo parlando di una bambina qualunque....>> disse Piton, recuperato la calma <<... o di una prossima maga oscura in stadio precoce, pronta ad abbindolare chiunque col suo bel faccino per raggiungere i suoi scopi >> aggiunse, lanciando verso il Preside una piccola frecciata che riguardava un vecchio studente di Albus: quest'ultimo si confidava spesso con Severus, e il giovane insegnante di Pozioni sapeva già da qualche anno che Voldemort, conosciuto come Tom Riddle quando era ancora studente, in adolescenza, grazie al suo aspetto fisico ammaliante e alla sua mente brillante, agli occhi degli insegnati di Hogwarts era considerato quasi un idolo, l'esempio dello studente perfetto senza alcun tipo di difetto, almeno in apparenza, e questo all'epoca giocò molto suo favore nell'ottenere tutto ciò che desiderava, incantesimi oscuri e altri varie informazioni che contribuirono a renderlo il più pericoloso e potente mago oscuro della sua epoca. A quella frecciata, il volto di Silente si rabbuiò, ancora tormentato dai sensi di colpa per aver avuto fede nell'idea che il giovane Tom Riddle potesse trovare la giusta strada per diventare un mago al servizio della luce alla fine, senza cedere alle tentazioni del potere oscuro come aveva già dimostrato sin dalla tenera infanzia quando lo conobbe la prima volta.

<< Non c'è bisogno che me lo rammenti, Severus >> disse con tono leggermente seccato << Però.. sì, hai ragione, e ti chiedo nuovamente scusa per aver dubito della tua piccola >> Piton fece solo un lieve cenno col capo.

<< Oh Merlino, sto proprio diventando un vecchio rimbambito! >> esclamò Silente, buttandola sullo scherzoso; Piton non ci fece caso, mantenne comunque la suo espressione infastidita.

<< Ritornando al discorso di prima... >> continuò Silente <<... quindi Harry ha la capacità di parlare con i serpenti >>

<< E' ciò che ho detto >> rispose Piton serio.

<< Questa è una notizia alquanto preoccupante >> disse Silente con voce grave.

<< L'ho pensato subito anch'io. Avere quella particolare dote, la stessa del Signore Oscuro in persona... >>

<< Può darsi che il Signore Oscuro.. quella notte.. gli abbia passato una parte dei suoi poteri quando gli ha inferto quella cicatrice >>

<< Certo non volontariamente >> aggiunse Piton.

<< Comunque credo non sia il caso di preoccuparsi eccessivamente >> disse Silente convinto.

<< Che cosa te lo fa credere? >> chiese Piton dubbioso.

<< Harry è buono di natura, ha un cuore puro e generoso ed ha un animo gentile >> Piton a quelle parole sdolcinate fece una smorfia disgustata

<< Perciò non credo che avere questa particolare dote, anche se oscura, possa essere un campanello d'allarme sul futuro del ragazzo. Solo perché è un rettilofono, non vuol dire che diventerà automaticamente un mago oscuro, non lo pensi anche tu? Dopotutto lo so parlare anch'io il Serpentese e non sono un mago oscuro, o sbaglio? >> Piton, non sapeva cosa rispondere, aveva un'espressione alquanto dubbiosa e riluttante.

<< Mmm.. sì, il ragazzo per quanto odioso sia, ammetto che non mi è mai sembrato uno che potesse tendere al lato oscuro >> Silente sorrise dolcemente << Ma è ancora molto giovane, crescendo potrebbe cambiare obbiettivi >> si affrettò ad aggiungere Piton, già imbarazzato nell'aver ammesso, se pur in maniera sottile, che l'insopportabile Harry Potter era in fondo un bravo ragazzo.

<< Sì, esiste questa remota possibilità, ma sono fortemente convinto che non cambierà strada >> disse serio Silente. Piton non ne era del tutto certo, però provò a sforzarsi a fidarsi del giudizio del Preside.

<< Vedremo come si svolgerà il prossimo anno scolastico e allora avremo ben più chiara la situazione >> aggiunse Silente, Piton si limitò a fare un cenno di assenso col capo. In un secondo momento, lo sguardo di Silente si spostò verso la finestra, si avvicinò e guardò fuori in giardino, dove vide Serena giocare per conto suo a pallavolo contro il tronco dell'albero lì accanto: dopo qualche palleggio, Serena si era distratta un piccolo istante tanto beccarsi una pallonata di rimbalzo in pieno viso, che la fece cadere a terra in maniera comica.

<< Ohpf.. >> Silente soffocò una risata mettendosi una mano davanti alla bocca, scatenando la curiosità in Piton.

<< Che hai da sghignazzare tanto? >> disse avvicinandosi ai vetri della finestra e vide la figlia seduta nell'erba a massaggiarsi la fronte.

<< Avresti dovuto vedere la scena, ragazzo mio. Si è beccata una pallonata di rimbalzo in piena faccia, povera cara >> Piton, anche se non la vide, fece un piccolo ghigno divertito, immaginandosi perfettamente la scena.

<< Perchè non vai a fare due tiri con lei anche tu, eh? >>

<< Cosa!? >>

<< Sì, dai, vai a divertirti un po' con tua figlia! >> esclamò dandogli una pacca sulla schiena.

<< Tsk, che sciocchezza, neanche per sogno >> rispose burbero, incrociando le braccia.

<< Coraggio, ragazzo >>

<< Non so più un ragazzo, Silente >>

<< Be' tu sei più giovane di me, perciò ti considero ancora il ragazzo serio e studioso che ho avuto come allievo tanto tempo fa! >> disse strizzandogli scherzoso la guancia, in modo quasi paterno oppure come faceva un nonno col suo nipotino.

<< E piantala, vecchio pazzo! >> sbottò seccato, divincolandosi dalla presa del Preside, massaggiandosi la guancia.

<< Oh andiamo, Severus, finiscila una buona volta di indossare la maschera dello scorfano brontolone per una volta! Tu non puoi ingannarmi, lo so che nel tuo profondo desideri essere lì con lei a spassartela. In fondo... >> Piton lo fulminò con lo sguardo furioso <<.... la piccola domani dovrà fare ritorno dalla famiglia Babbana >> a quelle parole il volto di Piton si rabbuiò; erano già passate due settimane?! Ma come diamine era possibile? Gli sembrava che fosse stato solo ieri che si era recato al numero 4 di Privet Drive a prelevare i due fratelli e adesso doveva riportarla in quel buco infernale dopo tutto quello che le avevano fatto. Non avrebbe voluto lasciarla così presto, ma in cuor suo sapeva che doveva tornare da quegli orribili esseri. Piton la osservò giocare, con sguardo malinconico.

<< Vai >> lo incitò dolcemente Silente << Goditi il resto della giornata con lei, liberati per una volta di questa tua corazza, con lei non hai motivo di difenderti >> Piton non disse nulla.

<< Penso proprio che ora dovrò andare, Severus. Ti ringrazio per questa preziosa informazione, tienimi aggiornato per qualsiasi altra cosa dovesse succedere, ok? >> Piton annuì.

<< Comunque... vedo proprio che il tuo istinto paterno sta pian piano avendo un notevole controllo su di te, ne sono davvero lieto >>

<< E cosa te lo fa pensare? >> chiese irritato.

<< Sono convinto che non ti serva sentirlo da me, conosci già la risposta >> Piton non rispose, in effetti il vecchiardo aveva colto nel segno: pochi minuti fa Piton aveva difeso a spada tratta Serena, dopo che era stata accusata ingiustamente di essere una bugiarda solo perchè ancora in giovane età; in effetti non si era del tutto accorto della sua reazione istintiva avvenuto in quel preciso momento. Infine, Silente uscì dalla stanza e si avviò verso la porta d'ingresso e la aprì, fermandosi poi fuori dalla soglia della casa.

<< Serena, cara, puoi venire un attimo qui, per favore? >> la chiamò il Preside, incitandola ad avvicinarsi.

<< Sì, signore, eccomi! >> gli rispose, lasciando il pallone a terra e correndo verso di lui.

<< Se ne sta andando, signore? >> chiese Serena, intanto che Piton li stava raggiungendo sull'uscio dell'entrata.

<< Eh sì, purtroppo tuo padre non mi vuole troppo a lungo qui, rischio di fargli venire il buon umore altrimenti >> disse beffardo facendole l'occhiolino.

<< Esilarante >> disse in tono annoiato Piton, facendo ridacchiare la bambina: ero troppo divertente vedere quei due punzecchiarsi in quel modo. Visto che i due sembravano avessero intenzione di prendersi gioco di lui, Piton decise di rientrare in casa.

<< Permalosetto il ragazzo, non trovi? >> chiese ironicamente Silente.

<< Eh eh già >>

<< Oh bene, ora devo andare, ma prima... >> Silente fece apparire dal nulla una macchina fotografica istantanea <<... vorrei ringraziarti per la piacevole accoglienza di stamattina >>

<< Wow! E'.. davvero per me, signore?! >> chiese entusiasta.

<< Certamente, mia cara. Desidero che tu riesca ad immortalare ogni singolo istante piacevole con quel burbero di tuo padre >>

<< E' un pensiero davvero splendido, professore! Ma... ma come faccio a scattarle? Lui di sicuro non acconsentirebbe mai a farsi fotografare >> chiese dubbiosa. Non ne era sicura, ma Serena, dopo aver visto le foto della giovinezza di Severus insieme a Lily qualche giorno fa, immaginava che un uomo del genere dopo la perdita della persona amata, non sarebbe più stato in grado di fare cose come divertirsi con qualcuno, fare foto carine in un momento di euforia e scemenza o anche di momenti intimi e privati, come un abbraccio o un bacio.

<< Non ti preoccupare, guarda qui >> e con un colpo di bacchetta la macchina fotografica divenne invisibile.

<< Wow che figata! >> si lasciò sfuggire piacevolmente sorpresa.

<< Ecco, con questo trucchetto Severus non saprà mai di essere stato fotografato >>

<< E ora come dovrebbe funzionare? >>

<< Niente di più semplice, mia cara. Tocca con un dito dove ti sto indicando ora con la bacchetta >> e così Serena fece; toccò quello che sembrava la superficie invisibile della fotocamera e la punta della bacchetta di Silente emanò un piccolo bagliore di luce.

<< Ecco fatto! In questo modo la macchina fotografica ti ha riconosciuta come sua legittima proprietaria e ti seguirà ovunque andrai. E quando vorrai che ritorni visibile per poterla maneggiare tranquillamente senza magia oppure per spegnerla, basta che sporgi le mani e lei vi si poserà subito sopra >>

<< E le foto come faccio a recuperarle? >>

<< Ah sì, me ne stavo quasi dimenticando! Dal momento che questa macchina fotografica è un oggetto magico molto particolare, è dotata di un rullino speciale che memorizzerà automaticamente tutti i momenti della giornata scattati. Per farglieli stampare in fotografie basta che tu dica “print” >>

<< E.. saranno animate come le altre che ho visto? >>

<< Certamente e le potrai aggiungere all'album che ti ha regalato Hagrid. Potresti già incominciare ad aggiungere.... questa >> disse Silente, mentre tirava fuori da una tasca una foto animata molto particolare. Serena la prese in mano e non poté fare a meno di sorridere, con un pizzico di commozione negli occhi: la fotografia raffigurava lei e Piton dormire insieme sul divano.

<< Ma allora lei....!!!! >> esclamò sconvolta verso il preside, lui le rispose facendole l'occhiolino.

<< Sarà meglio che tu questa la nasconda e la aggiunga nel tuo album in privato. Se Severus dovesse vederla mi farebbe sicuramente esplodere con un incantesimo Bombarda! >> Serena ridacchiò, un po' imbarazzata, ma infondo divertita da quel soggetto del preside.
Ritornò a guardare la macchina fotografica.

<< Accidenti, è una cosa pazzesca! Grazie mille, signore! >> esclamò felice, saltandogli al collo e abbracciandolo forte, facendolo un po' barcollare.

<< Ehi, vacci piano, giovanotta! Le mie povere e stanche ossa non possono reggere tutto questo entusiasmo! >> disse scherzoso, rimettendola a terra e regalandole un buffetto affettuoso sulla testa. All'improvviso Piton ritornò da loro.

<< Che cosa state combinando voi due? E tu.. non dovevi andare via? >> chiese a Silente, facendo il finto seccato.

<< Sto andando proprio adesso, Severus. Volevo solo fare un ultimo saluto alla piccola Serena qui >> Piton fece solo uno strano grugnito annoiato.

<< Be', vi saluto, ragazzi miei! Ci rivediamo a scuola! >>

<< Arrivederci professor Silente e grazie ancora per la visita ! >> lo salutò a sua volta Serena; Silente infine si smaterializzò. Piton fece poi un pesante sospiro, come se si fosse levato un peso dal petto.

<< Coraggio, rientriamo in casa, è quasi ora di pranzo ormai >> disse appoggiandole una mano sulle spalle, spingendola dolcemente verso la soglia dell'entrata.

Si stavano facendo le 14.30, e i due Serpeverde stavano per finire di consumare il loro pasto; Severus, con un colpo di bacchetta, si preparò una fumante tazza di caffè forte, mentre per Serena creò una piccola coppa di gelato alla frutta: durante quelle due settimane aveva scoperto che i gusti preferiti della bambina erano frutti di bosco, melone e cocco e ogni tanto le concedeva questa piccola leccornia dopo i pasti, anche per rinfrescarsi dal forte caldo di Agosto, cosa che stava davvero incominciando a sentire anche lui; infatti, invece del solito completo nero che lo aveva reso noto ad Hogwarts come il terribile pipistrello dei sotterranei, molto più frequentemente indossava soltanto una camicia bianca leggera anche se a maniche lunghe, accoppiata a volte da un gilè nero a giromanica e un paio di pantaloni lunghi neri, anch'essi leggeri.

<< Allora... >> iniziò a dire Piton, sorseggiando il caffè. Serena alzò lo sguardo verso di lui con aria interrogativa <<... che cosa avevate tanto da sghignazzare prima voi due? >>

<< Non stavamo sghignazzando! Ero entusiasta per un regalo che mi ha fatto Silente >>

<< Un altro?! Si sta intromettendo troppo, viziarti dovrebbe essere compito mio, non suo >>

<< Davvero.. vuoi viziarmi!? >> chiese speranzosa.

<< Certo che no, scordatelo! >> Serena ridacchiò e Piton accennò un lieve sorriso da dietro la tazza.

<< Comunque... >> proseguì <<... che cosa ti ha regalato? >> A quella domanda, Serena tirò fuori la macchina fotografica, in forma normale. Piton posò la tazza e l'osservò curioso.

<< Ecco qui! >>

<< Dono singolare >> riuscì solo a dire.

<< Già, il preside desidera che io riempia l'album di foto che mi ha dato Hagrid con tutti i momenti più belli che vivrò >> in quel momento, Serena scattò un'improvvisa foto al padre, cogliendolo di sorpresa e facendolo sobbalzare dal flash.

<< Beccato! Questo è il primo momento più bello ihihi! >> Piton fece un grugnito irritato.

<< Questa volta lascio correre, ma non ti azzardare mai più a farmi fotografie senza il mio permesso, chiaro!? >> disse burbero come suo solito.

<< Sì va bene, promesso >> gli rispose annoiata, alzando gli occhi al cielo; intanto dietro alla schiena aveva incrociato le dita, segno che avrebbe infranto molto volentieri la finta promessa data. Finito il suo gelato, a Serena scappò un grosso sbadiglio.

<< Credevo avessi dormito bene stanotte >> disse beffardo Piton, notando il sonoro sbadiglio.

<< Sì, ho dormito bene... dopo il mio solito incubo >> disse strofinandosi gli occhi.

<< Ti da ancora il tormento? >> Serena annuì.

<< Ogni tanto >>

<< Va bene, allora stasera ti preparerò una pozione per conciliare il sonno e che impedisca il nascere di possibili incubi >>

<< Grazie >> Piton le rispose con un lieve cenno del capo. Serena in quel momento fece un altro enorme sbadiglio.

<< Perchè non vai di sopra a riposarti un po'? Mi pare ovvio che se stai crollando così dal sonno, oggi pomeriggio non sarai molto produttiva >>

<< Mi dispiace, papà, ma tutto d'un tratto non riesco più a tenere aperte le palpebre >> disse strofinandosi nuovamente gli occhi.

<< Dai, fila. Ti verrò a svegliare fra un'ora >>

<< Grazie, papi. Ci vediamo dopo >> gli disse, dandogli un dolce bacetto sulla guancia per salutarlo; Piton a quel gesto affettuoso poté solo sorridere, ormai non si sorprendeva più dalle dimostrazioni d'affetto della bambina, ci si stava pian piano abituando e li accoglievi decisamente volentieri, avrebbe dovuto solo imparare a ricambiare quei bellissimi gesti più spesso e con meno vergogna: come gli diceva Silente, doveva liberarsi da quella spessissima scorza che si era venuto a creare con gli anni, di sicuro ci sarebbe voluto del tempo, ma ce l'avrebbe fatta.

Serena, una volta entrata in camera, notò che ai piedi del letto erano stese a terra diverse bestioline morte stecchite: un uccellino, un piccolo roditore e una lucertola.

- Oh cavolo, Bast ha fatto caccia grossa oggi – pensò leggermente nauseata. La gatta, secondo quello che Serena aveva letto in un libro, non avendo avuto cuccioli a cui portare prede, durante la caccia per istinto le portava sempre qualche trofeo della sua avventura selvaggia e li regalava volentieri alla sua padroncina. Di certo Serena non poteva sgridarla: come poteva sgridare quel dolce esserino, che la stava guardando con quegli occhi viola pieni di soddisfazione.

<< Brava la mia cucciola! >> esclamò quindi Serena, accarezzandola e dandole un piccolo premio in croccantini. La micetta sembrava alquanto soddisfatta della sua ricompensa. Infine, Serena si mise sotto le coperte, invitando la sua amata gattina ad unirsi a lei. Quest'ultima le si avvicinò volentieri, le diede un paio di dolci testate e le si accovacciò accanto, vicino al cuscino e la sue profonde fusa conciliarono presto il sonno della giovane streghetta, che si assopì immediatamente.

Erano quasi le 15.45 e ormai l'ora del pisolino era terminata, perciò Piton andò a svegliare la bambina. Salite le scale, si diresse verso la camera di Serena e notò che la porta era socchiusa. Non bussò, ma entrò molto piano, non sarebbe stato piacevole se fosse entrato con la grazia di un elefante per destarla dal suo sonno, si sarebbe innervosito anche lui se qualcuno avesse solo osato pensare di fargli la stessa cosa.

<< Ehi, bella addormentata, è ora di alzarsi su >> le disse bisbigliando dolcemente, ma la bambina non sembrava voler dar proprio segni di vita. Anzi, in realtà qualcosa stava facendo: ricominciò a farfugliare nel sonno quelle strane parole in lingua Celtica.

<< Mmm.. curioso, è già la seconda volta che succede >> disse pensieroso strofinandosi il mento. Le si avvicinò lentamente per non svegliarla di soprassalto, si sedette sul letto accanto a lei.

- Devo andare in fondo a questa storia – pensò fra sé e sé, e...

<< Legilimens >>

Piton entrò nella mente di Serena e si ritrovò in una piccola stanza buia, illuminata solo dai tuoni del temporale che si stava scatenando in quel momento fuori dalla finestra, ma i tuoni furono interrotti da un suono ben più forte. Piton si voltò di scatto e vide che quel suono era in realtà il pianto di una bambina che si trovava nel lettino a sbarre lì accanto.
- Serena – pensò e d'istinto si avvicinò, come se volesse darle conforto, ma venne preso alla sprovvista dall'entrata di un'altra persona, una donna, estremamente familiare.

<< Lily... >> disse con voce strozzata. Lily entrò nella stanza di corsa, accendendo subito la luce e corse verso il lettino della bambina, prendendola in braccio.

<< Ma... mamy. C'è.. c-cielo cattivo.. ho paura! >> disse la piccolina, spaventata e tremante come una foglia.

<< No, tesoro, non piangere. La mamma è qui >> le disse dolcemente cullandola. Piton per un istante si era dimenticato che quello era sola una proiezione del sogno di Serena, e tentò di toccare la donna che aveva amato da tutta la vita, ma lei, come un fantasma, gli passò attraverso, sfuggendo al suo tocco.
Lily afferrò una sedia a dondolo che era collocata in un angolo della stanza vicino ad una piccola libreria; si mise seduta, stringendo a sé la bambina, che aveva circa 2 anni ed iniziò a dondolarsi lentamente. La piccola Serena poco dopo sembrò calmarsi e il pianto disperato divenne solo un leggero singhiozzo. Lily intanto le stava accarezzando la testolina, giocherellando con i suoi splendidi capelli corvini, che le riportavano alla mente tanti meravigliosi ricordi di quella persona con la quale aveva condiviso tanto e che aveva contribuito a creare quel piccolo dono che stava tenendo fra le braccia.
Piton continuò a rimanere in disparte ad osservare la scena che, più che un sogno, sembrava un altro ricordo sepolto e riportato alla luce dal subconscio di Serena. Come poteva all'epoca una bambina di 2 anni immagazzinare un così nitido ricordo del suo passato? Per lui il cervello umano sarebbe rimasto per sempre uno dei più grandi misteri del mondo.

<< Mi canti la canzone? >> chiese la piccola Serena, succhiandosi il pollice per coccolarsi.

<< Certo, amore, la canti con me? Così scacciamo via il cielo cattivo insieme >> disse scherzosa, la bimba annuì energicamente. E così, in duetto, cominciarono a cantare:


“ A naoidhean bhig, cluinn mo ghuth
Mise ri d' thaobh, O mhaighdean bhan
Ar righinn oig, fas as faic
Do thir, dileas fhein
A ghrian a's a ghealaich, stuir sinn
Gu uair ar cliu s ar gloire
Naoidhean bhig, ar righinn og
Mhaighdean uashaill bhan “



Piton, vedendo quella scena, finalmente capì cosa Serena ogni tanto farfugliava nel sonno, era quella ninna nanna che Lily le cantava quando aveva paura, e fu proprio in quell'istante che anch'egli ricordò, non aveva ben capito il testo finché lo farfugliava, ma ora lo aveva riconosciuto!
- E'.. è la stessa canzone che mi cantava quando eravamo piccoli – pensò fra sé e sé, nella sua mente in quel momento gli balenarono centinaia di ricordi meravigliosi, ma altrettanto dolorosi. Intanto, Lily e la piccola Serena avevano ripetuto il ritornello per 2 volte e Lily osservava intensamente sua figlia, con un pizzico di commozione negli occhi. La bambina non tardò a notarlo.

<< Mamy... piangi? >> le chiese un po' preoccupata; lungo la guancia di Lily infatti stava scendendo una lacrima, piena di dolore e nostalgia.

<< No, cucciola. La mamma sta bene, è che.. mi ricordi tanto una persona che ho amato e che forse amo ancora adesso >> a quelle parole, Piton, che nel frattempo si era affiancato alla sedia a dondolo, perse un battito.

<< Papà?! >> chiese entusiasta, alzando le braccia al cielo. Lily per un momento sgranò gli occhi, come se la bambina sapesse la verità. No, non poteva saperla, la piccolina ovviamente si stava riferendo al papà che l'aveva vista nascere e che la stava crescendo insieme al fratellino Harry.

<< Eh eh sì, tesoro mio, in te rivedo tantissimo del tuo papà! >> disse, ridendo dolcemente, stringendola fortissimo a sé.
Piton, sentendo quelle parole, si sentì quasi mancare. Non poteva credere a ciò che aveva appena sentito: Lily, dopo quell'orribile giorno in cui si erano allontanati per sempre tanto tempo fa, dopo tutto quel tempo, lei provava ancora qualcosa per lui, anche se era sposata con James Potter. Senza che se ne rendesse conto, una marea di silenziose lacrime stava rigando le sue guance, diventate ancora più pallide per lo shock.
In quel preciso istante, decise di interrompere il contatto ed uscì velocemente dalla mente di Serena, che stava ancora dormendo beatamente. Si accasciò momentaneamente allo schienale della sedia lì accanto al letto, per far luce so ciò che aveva appena scoperto. Severus aveva il respiro pesante, sentiva come un macigno sul petto, all'altezza del cuore, che batteva all'impazzata. La sensazione era molto simile a quella che provò quando scoprì il suo legame di sangue con Serena, ma stavolta c'era qualcosa di diverso, non sapeva esattamente cosa fosse, ma era certo che stesse provando un'infinità di sentimenti contrastanti, uno più potente dell'altro.
Appena ricompostosi un minimo, Piton uscì velocemente dalla camera della bambina e corse in camera sua, serrando la serratura e insonorizzando l'ambiente circostante con un incantesimo. Ci fu un attimo di silenzio, poi Severus liberò tutto il suo dolore in un unico, potentissimo e straziante urlo, seguito dalla conseguente manifestazione involontaria del suo potere magico che distrusse la maggior parte dei mobili della stanza. Poco tempo dopo, Severus si rese conto di ciò che aveva fatto, ma non glie ne importava più di tanto, però si incamminò velocemente verso il comodino, al quale si staccarono solo tutti i cassetti, rivelandone il contenuto; uno di questi conteneva l'unico oggetto a cui tenesse veramente: il raccoglitore dei suoi ricordi più preziosi. Prese in mano l'album di pelle nera, pulendolo dalla polvere depositatasi sopra, lo aprì e lo sfogliò lentamente e, sfiorando ogni singola foto di lui e Lily insieme, riviveva quel esatto momento della sua vita precedente; quando la sua esistenza aveva uno scopo, quando tutto aveva ancora un senso, quando la vita valeva sul serio la pena di essere vissuta.

<< Lily... perdonami >> disse con voce strozzata e gli occhi ricominciarono a pizzicargli terribilmente. Di solito non faceva mai trapelare il suo lato sentimentale, ma quel pomeriggio erano accadute troppe cose, troppe emozioni tutte in una volta sola erano impossibili da sostenere. Non ce la fece più e si accasciò in ginocchio a terra, tenendosi stretto al petto i suoi tesori passati, abbandonandosi completamente ad un pianto che rifletteva anni e anni di sofferenza, un pianto.. che non sarebbe cessato tanto presto.




Angolo Autrice:
Ciao ragazzi!
Chiedo a tutti voi perdono per l'immenso ritardo! Cavolo... quasi 2 anni di assenza su questo progetto, sono successe tante cose, belle e brutte, e la mancanza di ispirazione mista a vari blocchi ha contribuito a questo assurdo ritardo -___-” spero di riprendere il buon ritmo che avevo un tempo, ma non ci giurerei troppo, comunque vedete che non l'ho affatto abbandonata e finché ne avrò la possibilità la continuerò, però credo proprio che gli spin-off estivi li eliminerò o li accorcerò notevolmente, sennò a riscrivere l'intera saga ci metterò minimo 80 anni XD
Avrei voluto finire questo spin-off col qui presente capitolo, ma per quello che voglio scrivere me ne servirà un altro nuovo e spero ultimo, altrimenti questo capitolo 8 sarebbe venuto eccessivamente lungo.
Secondo una recente intervista, la Rowling ha rivelato che Silente, tra tutte le lingue che sa parlare tra cui quella delle Meridi, sapesse pure il Serpentese, quindi mi sembrava una buona aggiunta. La ninna nanna di Lily e Serena l'ho presa dal film Disney "Brave", il titolo è "Noble Maiden Fair" ^_^
Alla prossima, sperando sia presto! ;)
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: GiuliaComix