Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Signorina Granger    25/12/2016    7 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
1944: Gellert Grindelwald rappresenta più che mai una minaccia e la Camera dei Segreti è stata misteriosamente aperta da circa un anno; nemmeno Hogwarts è un luogo sicuro.
Nella speranza di preparare i suoi studenti a ciò che potrebbe aspettarli dopo il Diploma, il Preside Armando Dippet convoca alcuni tra i suoi più talentuosi ex studenti per far seguire delle lezioni nuove, creando così una classe speciale formata dai più capaci studenti dell’ultimo anno.
Queste nuove lezioni li aiuteranno ad affrontare la crudeltà della vita vera?
Oppure anche i loro nuovi insegnanti si ritroveranno ad imparare qualcosa da loro?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Magisterium '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 24: Pedinamenti e Appuntamenti 
 
 
Sabato 17 Aprile
 
 
 
Santa Priscilla… con tutto questo amore nell’aria mi sembra di essere di nuovo a San Valentino.”
 
 
Isabella fece vagare lo sguardo sulle sue compagne di Dormitorio, trovandole tutte e tre sorridenti e allegre come se fossero arrivate le vacanze estive mentre si sistemavano per scendere.
 
“Finiscila una buona volta, è da una settimana che mi prendi in giro!”   Ingrid rivolse un’occhiata torva in direzione della rossa, che invece sfoggiò un sorrisetto angelico:
 
“Che dici, io non ti prendo in giro… non è certo colpa mia se da diversi giorni sorridi come una scema.”
 
“Ti ringrazio.” 
 
Ingrid roteò gli occhi chiari mentre si spazzolava i capelli, con Cassiopea e Imogen che ridacchiavano alle sue spalle, entrambe in procinto di infilarsi le scarpe.
 
 
“Avete poco da ridere VOI DUE. Imogen, tu eri nella stessa situazione un anno fa con Abraxas, ti ricordo.”
 
“Su questo ha ragione…”
 
“Pensa per te Cassy, anche tu oggi hai un impegno, mi risulta.”
 
 
“Mentre voi discutete sui vostri romantici programmi per la giornata io vado di sotto… divertitevi, mi raccomando!”
 
Isabella sorrise angelicamente, scivolando giù dalla scrivania dove si era appollaiata per trotterellare verso la porta del Dormitorio, lasciando le altre tre Corvonero accigliate e in silenzio per qualche istante, finché Cassiopea non parlò:
 
 
“Siamo sicure che non abbia in mente qualcosa, vero?”
 
 
                                                                                         *
 
 
“Oh, ma guardalo… com’è carino!”
 
“EHY! Non dovresti dirlo a me?”
 
 
“Non essere gelosa Jane, anche se non te lo dico è scontato che sei bellissima!”
 
Dante abbassò lo sguardo sulla fidanzata, abbracciandola e rischiando come sempre di spezzarle una costola mentre Jane sorrideva di rimando, guardandolo quasi con aria intenerita:
 
“Non so se sei adorabile o un vero ruffiano… ma in ogni caso grazie. Piuttosto, mi dici PERCHE’ siamo fermi qui? Non dovremmo andare?”
 
 
Jane inarcò un sopracciglio, guardando il ragazzo con aria leggermente dubbiosa: era scesa nell’Ingresso già da qualche minuto, ma Dante stava insistendo per aspettare ad andare… teneva gli occhi fissi su Oliver con aria divertita, osservando l’amico aspettare nervosamente che Ingrid arrivasse.
 
“Andiamo piccola Jane… fammi godere lo spettacolo.”
 
La Tassorosso roteò gli occhi ma non osò ribattere, sapendo che non sarebbe mai riuscita a smuoverlo… quando però vide Bella scendere le scale e puntare dritta nella loro direzione sorrise a sua volta iniziò ad intuire che c’era qualcosa sotto.
 
 
“Buongiorno, piccioncini! Che fate ancora qui?”
 
“Dante si diverte a guardare Oliver mentre aspetta Ingrid. Poverino, scommetto che l’hai preso in giro di continuo durante l’ultima settimana!”
 
“IO? Prendere in giro Olly? Mi sento profondamente offeso per quest’accus- CHI DIAMINE E’ QUELLO?”
 
 
Dante sgranò improvvisamente gli occhi, contraendo la mascella mentre una ragazza molto familiare gli passava davanti… peccato solo che non fosse ne sola né in compagnia di qualche amica. No, Coraline Julius, la sua sorellina, era con un ragazzo.
 
“Chi? Quello con tua sorella? Non ne ho idea.”
 
“IO SI. Quell’imbecille mi prende sempre in giro perché sono bassa… Dannato, spocchioso Serpeverde.”
 
Isabella piegò le labbra in una smorfia quasi schifata, chiedendosi PERCHE’ Coraline stesse sorridendo a quel deficiente… ormai però aveva capito che a volte i sentimenti facevano brutti scherzi, ne aveva avuto la conferma quando una sua amica si era fidanzata con nientemeno che Abraxas Malfoy.
 
“E perché io non ne sapevo niente? CORA!”   Il Grifondoro fece per partire a passo di marcia verso la sorella minore, ma Jane ebbe la prontezza di riflessi di acchiapparlo per la camicia, cercando di trattenerlo:
 
“Danny, non ti permettere! Tua sorella sa badare a se stessa, ha cinque fratelli maggiori… non c’è addestramento migliore, probabilmente.”
 
Jane sospirò, guardando il ragazzo con sguardo quasi implorante… Dante fortunatamente si era fermato, più che altro perché se avesse continuato a camminare avrebbe rischiato di trascinare Jane sul pavimento.
 
“Ma… Ma è la mia sorellina. DOBBIAMO SEGUIRLI. BELLA, VIENI.”     Lo sguardo malinconico di Dante venne sostituito da un’espressione seria e determinata prima di scattare in avanti, sgusciando dalla presa di Jane per uscire dal castello.
 
“Cosa sono, un Labrador? … Ok, arrivo.”
 
Bella seguì il Grifondoro quasi senza esitazione, effettivamente divertita dalla situazione anche se non lo dava a vedere… Jane invece gemette, chiedendosi perché avesse scelto quei due tra le persone a cui teneva di più.
 
 
“EHY! Ma dove state andando? Ragazzi! Oh, al diavolo!”
 
 
Alla Tassorosso non restò che seguirli, intuendo che quella non sarebbe affatto stata una normalissima e tranquilla gita ad Hogsmeade.


                                                                                    *


“Ciao, scusa il ritardo!”  Sentendo la voce di Ingrid tirò quasi un sospiro di sollievo, ben lieto di aver finito di aspettare: era sceso nell’Ingresso persino in anticipo e non aveva fatto altro che blaterare nervosamente per tutto il giorno precedente, con Dante e Maximilian che a stento lo sopportavano mentre diventata più nervoso ogni ora che passava. 

“Ciao... tranquilla, non sei in ritardo. Vogliamo andare?”  Oliver sorrise, cercando di risultare il più rilassato possibile mentre Ingrid annuiva, prendendolo sottobraccio e avviandosi insieme a lui verso le porte aperte:

“Con piacere... Sai, non vedevo l'ora che arrivasse oggi!” 

Ironico... io quasi non ho dormito per l'ansia
 
 
                                                                              *
 
 
Antares Black camminava a passo di marcia, gli occhi azzurri fissi su suo cugino senza degnare di uno sguardo chiunque altro.
 
Altair era in piedi nel cortile, gli occhi molto simili a quelli del cugino puntati su un paio di persone… e non aveva affatto l’aria allegra.
 
“Eccoti qui. Ora mi vuoi spiegare perché hai insistito tanto?”
 
“Ciao anche a te.”   Altair si voltò sentendo la voce del cugino, rivolgendogli un lieve sorriso rilassato come se non ci fosse niente che non andasse:
 
 
“Possibile che tu sia così sospettoso nei miei confronti? Insomma, siamo cresciuti insieme, mi conosci.”
 
“Per l’appunto Altair, se non ti conoscessi sarei molto più tranquillo… coraggio, cosa c’è?”
 
 
Altair non rispose, limitandosi a spostare per una frazione di secondo lo sguardo dal cugino, puntando gli occhi su qualcosa alle sue spalle.
 
Cogliendolo Antares si voltò, cercando qualcosa che avrebbe potuto attirare l’attenzione di Altair… e quando posò gli occhi su un paio di ragazzi sfoggiò una mezza smorfia di orrore prima di voltarsi nuovamente verso il cugino:
 
“TE LO PUOI SCORDARE.”
 
 
“Mh? Che vai blaterando?”
 
“Non provare a prendermi in giro Altair Black, ti conosco. So a cosa stai pensando, e ripeto che te lo puoi scordare.”
 
“Siamo in famiglia Ant, e io sono la cosa più vicina ad un fratello che tu abbia mai avuto… quindi devi aiutarmi per forza, non hai scuse. Ora muoviti e cerca di passare inosservato.”
 
Altair agguantò il cugino e se lo trascinò dietro, evitando di ascoltare le sue proteste e obiezioni: Antares provò a fargli notare che per loro era molto dura passare inosservati visto che erano alti 1.90 ciascuno, ma Altair Black non volle sentire scuse… infondo, quando si metteva in testa qualcosa smuoverlo era impossibile, pochi lo sapevano meglio di suo cugino.
 
 
“Ok, COME TI PARE. Ma quando tua sorella vorrà ucciderci, sappi che le farò sapere che l’idea è stata tua!”
 
 
                                                                                         *
 
 
“E’ una pessima, pessima, pessima idea.”
 
“Jane, non fare l’uccellaccio del malaugurio!”
 
“Non faccio l’uccellaccio, dico solo quello che penso! E poi mi spieghi perché tu hai tutta l’aria di una che si sta divertendo un mondo?”
 
 
Jane sbuffò, fulminando una delle sue migliori amiche con lo sguardo: mentre Dante se ne stava in silenzio e serioso e lei era esasperata Bella non riusciva a non ridere sotto i baffi, seguendo i due con le mani in tasca e i lunghi capelli rossi raccolti in una coda alta.
 
“Ma dai, è troppo divertente! Insomma, guarda Dante… non l’ho mai visto così serio!”
 
 
“Già, nemmeno io. E non è un buon segno.”
 
 
La Tassorosso rivolse un’occhiata quasi apprensiva al suo fidanzato, mentre lei e Isabella cercavano di stargli dietro senza farsi notare da Coraline Julius, che di certo entro la fine della gita avrebbe beccato il fratello maggiore a pedinarla e lo avrebbe preso a maledizioni.
 
“Immagino che sia l’istinto da fratello-orso che si risveglia. Infondo è una cosa tenera, non credi? Preoccuparsi tanto per i propri fratelli.”
 
 
Jane si voltò verso l’amica, restando in silenzio per un attimo mentre osservava Bella tenere gli occhi azzurri puntati su Dante come se al posto del Grifondoro stesse vedendo qualcun altro.
Incapace di contraddirla su quell’argomento Jane sorrise appena, annuendo prima di prendere l’amica a braccetto:
 
“Si, lo è. Non ne so molto, ma a sentir Dante è un legame molto speciale… indistruttibile, se ci si vuole bene davvero.”
 
Isabella sorrise debolmente prima di annuire con un lieve cenno del capo: aveva già sentito molte volte un discorso simile… quando si era ammalato Nicholas non aveva fatto che ripeterlo, tanto che alla fine aveva dovuto crederci per forza.
 
“So a cosa stai pensando Bella… e sì, sono assolutamente sicura che anche lui l’avrebbe fatto, per te.”
 
 
                                                                                               *
 
 
“Oh, ma guardalo… che carino, è triste.”
 
“FATELA FINITA.”
 
“Hai visto, è persino scorbutico!”
 
 
William Cavendish sbuffò, rivolgendo un’occhiata quasi omicida in direzione dei sue due colleghi preferiti, che sghignazzarono allegramente mentre percorrevano la strada principale del paese per raggiungere i Tre Manici di Scopa.
 
Lyanna e Regan sembrarono non dare molto peso all’espressione decisamente seccata del collega, continuando a prenderlo poco sottilmente in giro.
 
“Ridete pure, prima o poi ve la faccio pagare.”
 
 
“Dai Will, non fare il permaloso… E’ carino che tu sia così musone perché Charlotte non c’è!”
 
Lyanna gli sorrise quasi teneramente, guardandolo incupirsi leggermente nel sentire quella frase mentre continuava a camminare a passo spedito con le mani in tasca.
 
William avrebbe voluto replicare, dire che non era affatto di cattivo umore perché non poteva passare la giornata con Charlotte… ma non lo fece, perché in cuor suo sapeva che Lyanna e Regan avevano ragione, per quanto lo stessero irritando.
 
 
Pensò a Charlotte, chiedendosi come stesse e cosa stesse facendo… non vedeva l’ora di chiederle come fosse andata, quella mattina non gli era sembrata particolarmente allegra, quando l’aveva salutata.
 
 
                                                                             *
 
 
 
“Pensi davvero che mi aiuterebbe?”
 
“Si, ne sono certa. Se si attiva il meccanismo dell’evitamento s’innesterà la paura della paura, e allora dovremmo parlare di disturbo vero e proprio: ti sarà molto più difficile uscirne… Devi tornare lì, Charlotte.”
 
 
“Se ne sei convinta… Immagino che dovrò farlo, prima o poi. In ogni caso, se il mio non è un disturbo, che cos’è?”
 
“Nevrosi, Charlotte… Ma non devi farne un dramma, ci sono molte più persone che soffrono di attacchi di panico di quanto tu non creda. Quanto alla mania di contare tutto, passerà col tempo, è solo un modo che la tua mente ha trovato per cercare di placare il panico.”
 
“Fantastico, sono nevrotica… Quando entro qui ricevo sempre ottime notizie, non c’è che dire.”
 
 
 
Alzò lo sguardo dall’orologio d’oro che teneva stretto in mano, la catenella arrotolata intorno alle sue dita.
Charlotte puntò lo sguardo sull’edificio che stavano ancora ricostruendo, dopo il bombardamento di fine Dicembre… le sembrava impossibile che fossero passati solo quattro mesi: le sembrava di non vedere, parlare o stare insieme a suo fratello da anni, quelle immagini apparivano sfuocate nella sua testa come se si trattasse di ricordi lontanissimi, appartenenti ad un mondo che ormai non esisteva più.
 
Ci aveva messo parecchio, ma alla fine si era decisa a tornare lì per la prima volta… Non si sentiva particolarmente meglio in realtà, ma sperava che Luisa avesse ragione.
 
 
Si trovava dall’altra parte della strada, e accanto a lei passavano Babbani che si godevano il sabato insieme ad amici e familiari, mentre delle auto sfrecciavano davanti a lei.
 
 
Sorrise leggermente mentre seguiva una macchina con lo sguardo: una volta, proprio su quella strada, Sean l’aveva infilata a forza dentro uno di quei marchingegni infernali per andare a controllare la zona senza dare nell’occhio, prima della fatidica missione del 21 Dicembre… e ricordava benissimo le risate che l’Auror pluripremiato si era fatto mentre lei invece si dava già per morta, urlandogli di farla scendere da quella “cosa”.
 
 
In effetti, ricordava anche qualcosa che le aveva detto… ci aveva ripensato milioni di volte, trovando il “tempismo” del fratello quasi ironico:
 
 
“Ok, grazie a Merlino ci siamo fermati… Mi hai fatto perdere 20 anni di vita, imbecille!”
 
 
Charlotte sbuffò, fulminando il fratello maggiore con lo sguardo mentre cercava quella stupida maniglia per scendere dall’auto dopo che si era presa un mezzo infarto, certa che si sarebbero schiantati da qualche parte da un momento all’altro… l’unica cosa divertente sarebbe stata la faccia di sua madre se li avesse visti dentro un’auto Babbana.
Sean invece rimase in silenzio per un attimo, senza più ridere e gli occhi fissi su delle persone a loro conosciute, che stavano discutendo solo a qualche metro di distanza.
 
 
“Non fare come la mamma Charlie, non disprezzare tutto ciò che è Babbano…”
 
“Non provare nemmeno a paragonarmi a lei, Sean! Io non disprezzo i Babbani, ma questa cosa più che essere utile ammazza le persone, ho idea… ma come diamine si fa a scendere?”
 
 
“Mentre cerchi un modo per filartela, ascoltami Charlie… Li vedi?”
 
 
Charlotte si era voltata quasi senza capire, osservando la strada e il marciapiede davanti a loro… cosa doveva vedere, esattamente?
 
“A cosa ti stai riferendo? C’è qualcuno?”
 
“Rilassati, non parlo dei tedeschi… John, Stephanie, Jude e Michael.”   L’uomo fece un cenno in direzione dei quattro colleghi, riuniti sul piazzale.
 
“Beh, certo. Perché?” 
 
Charlotte inarcò un sopracciglio, voltandosi verso Sean e guardandolo quasi senza capire… ma il fratello non batté ciglio, continuando a tenere gli occhi fissi davanti a sé e le mani ancora strette sul volante:
 
“Hanno bisogno di un leader, Charlie… e io potrei non esserci per sempre. Dovrai occupartene tu.”
 
“Dovresti, non dovrai.”
 
La puntualizzazione le venne spontanea, non volendo neanche pensare all’eventualità di perdere il fratello maggiore… Charlotte osservò attentamente suo fratello, cercando di capire perché se ne fosse uscito con una frase del genere. Ma lui dopo una lieve esitazione sorrise appena, voltandosi verso di lei:
 
“Certo, dovresti. E comunque… la maniglia è in basso a destra, geniale Corvonero.”
 
 
 
 
 Charlotte sfregò leggermente le dita sull’orologio da taschino che il padre aveva regalato a Sean per il suo diciottesimo compleanno… lo indossava sempre, anche al lavoro, e quando era morto glie l’aveva sfilato dal gilet, prima che i Medimaghi lo portassero via.
 
 
“Sai, non credo di poter prendere il tuo posto Seannie… però grazie per la fiducia.”
 
 
                                                                            *


“Se si rende conto che la stiamo seguendo ci ucciderà, lo sai vero?” 

“Certo che lo so, la conosco meglio di chiunque altro!” 

Antares sospirò, bevendo un sorso di Burrobirra e trattenendosi dal chiedere al cugino PERCHÉ stessero pedinando spudoratamente sua cugina, se lo sapeva... dal canto suo, lui stava già pensando a qualche scusa da rifilare a Cassiopea, se se ne fosse accorta.


Altair invece non aveva ancora toccato la bevanda, tenendo lo sgaurdo fisso quasi con insistenza su sua sorella, che era seduta a qualche tavolo di istanza... e con sommo dispiacere del ragazzo non era sola.

“Mi dici come hai fatto a sapere che oggi Cassy aveva un appuntamento? Di certo non te l'ha detto lei, sapendo che l'avresti presa male.” 

“Lo sai, se voglio scoprire una cosa prima o poi ci riesco... A me non sfugge niente.”   Altair contrasse la mascella, fulminando con lo sgaurdo il ragazzo seduto davanti a Cassiopea, desiderando quasi di poterlo uccidere con la forza della mente. 

“Oh, non ne ho mai dubitato. Ma non capisco perché te la prendi tanto!” 

“Vorrei proprio sapere perché non me l'ha detto! Mi dice sempre tutto.”   Altair si voltò, distogliendo finalmente lo sgaurdo da sua sorella per podere gli occhi azzurri sul tavolo quasi con aria malinconica, facendo alzare gli occhi al cielo al cugino:

“Certo che non te l'ha detto Altair, non per niente la stiamo pedinando! Smettila di preoccuparti, Cassy sa badare a se stessa perfettamente.” 

“Beh, io li tengo d'occhio lo stesso, per precauzione... ASPETTA, SI STANNO ALZANDO! Andiamo!”   Altair sgranò gli occhi e in men che non si dica si era già alzato, pronto a non perdere di vista sua sorella neanche per un istante... Antares invece sbuffò, guardando il cugino con aria torva:

“Ma io devo ancora finire di bere! ... ok arrivo, ma paghi tu!” 

Al Serpeverde non restò che seguirlo, arrendendosi al fatto che non avrebbe avuto una normale e tranquilla giornata ad Hogsmeade... ma chissà, forse dieci anni dopo avrebbe riso ricordando quei momenti. 


                                                                            *


“Non so perché, ma ho la sensazione che stia succedendo qualcosa di strano...” 

“Perché?” 

“Non lo so, ma prima mi è sembrato di vedere Dante seguire sua sorella, con Bella e Jane al seguito...”

Ingrid inarcò un sopracciglio, ripensando con lieve scetticismo alla scena a cui aveva precedentemente assistito: possibile che quei tre stessero combinando qualcosa?

“Beh, se anche fosse preferisco NON sapere cosa stanno facendo... con Dante e Bella non si può mai sapere, mentre la povera Jane si sarà trovata invischiata.” 

Oliver sorrise, scuotendo appena il capo con aria divertita mentre, appoggiato ad uno scaffale di caramelle, osservava Ingrid esaminare con lieve stupire i dolci assurdi in esposizione da Mielandia:

“Si, può essere... stasera indagherò con Bella. Ma che razza di dolci ci sono qui? Non ho mai visto niente del genere...” 

“Per questo tutti adorano Mielandia. Ehi, c'è tua sorella.”  Oliver sfoggiò un sorriso, sollevando una mano per rivolgere un cenno di saluto alla ragazzina, che era effettivamente comparsa sulla soglia del negozio. Astrid ricambiò, guardando i due con aria quasi divertita prima di dire qualcosa ad alta voce in tedesco rivolgendosi alla sorella maggiore, ridendo prima di filarsela, cogliendo lo sgaurdo omicida che le aveva rivolto Ingrid.

“Che ha detto?” 

“Niente... dai andiamo, ho finalmente scelto.”  Ingrid sbuffò, prendendo il Grifondoro sottobraccio per trascinarlo verso la cassa, facendolo sorridere con curiosità:

“Andiamo, dimmelo! Parlava di me?” 

“Non te lo dico Olly, rassegnati.” 


                                                                                *


“Dan davvero, non voglio fare la rompiscatole... ma se tua sorella se ne accorge, non la prenderà tanto bene!” 

Jane sospirò, pregando mentalmente il ragazzo di ascoltarla, per una volta... ma il Grifondoro proprio non ne voleva sapere, mentre se ne stava appollaiato su una panchina accanto alla ragazza, seguendo sua sorella con lo sgaurdo camminare lungo la strada. 

“Con un po’ di fortuna Jane, non si accorgerà di niente... Figuriamoci, è troppo presa a ridere per quello che le sta dicendo quell’imbecille.” 

“Ma se neanche lo conosci!” 

“BEH, LA FACCIA NON MI PIACE!” 

La Tassorosso sospirò, alzando gli occhi chiari al cielo e decidendo ufficialmente di lasciar perdere: 

Scusa Coraline, io ci ho provato 


Nel frattempo una certa Corvonero stava trotterellando allegramente sul marciapiede, diretta verso i due con tre bottiglie di Burrobirra in mano... Isabella sorrideva, divertendosi come non le succedeva da un po’: e lei che aveva pensato che si sarebbe persino annoiata, quel giorno! 

Gli occhi della ragazza, ai quali di rado sfuggiva qualcosa, andarono a posarsi su due persone e lei familiari che stavano parlottando animatamente... inarcando un sopracciglio Bella spostò lo sgaurdo da Altair e Antares Black ad una persona che stava camminando a solo qualche metro di distanza, infondo alla strada. 

Trattenendosi dal ridere e stentando quasi a crederci Bella sorrise, scuotendo appena il capo mentre riprendeva a camminare: sembrava che quella fosse la giornata dei pedinamenti. 

“Vi date allo spionaggio? Chissà come la prenderebbe Cassy...” 

“Si Burton, mio cugino ha preso così seriamente l’idea di diventare Auror che ha deciso di iniziare già da ora a fare pratica...” Antares roteò gli occhi mentre Altair invece lo fulminava con lo sgaurdo, sfoggiando subito dopo un gran sorriso in direzione di Bella, che si fermata accanto all’improbabile duo e cercava di non ridere di fronte a quella scena:

“Isabella, non...” 

“Rilassati Black, non le dirò niente... ma è sveglia, probabilmente se ne accorgerà da sè... in ogni caso buona fortuna, siete un’adorabile versione di Sherlock e Watson.” 

Sfoggiando un ultimo sorrisetto la rossa si allontanò, improvvisamente ancora più allegra rispetto a poco prima: a quanto pare lei, Dante e Jane non erano gli unici a darsi allo spionaggio...

“Ma di chi parlava?” 

“Non ne ho idea, ma ora possiamo smetterla di seguire Cassy, per favore? Questa situazione mi mette un po' di ansia, e se Lyra ci vede mi prenderà in giro per l'eternità...” 

“Aspetta... Come si permette di abbracciare mia sorella? Adesso lo sistemo per le feste, quel Corvonero da strapazzo.” 

Altair sbuffò e fece per raggiungere i due a passo di marcia, con un Antares esasperato alle sue spalle che tentava invano di farlo demordere:  ma perché non si era dato malato e non era rimasto al castello?  Ora avrebbe passato il resto della giornata ad impedire a suo cugino di uccidere un loro coetaneo...


“Altair, respira profondamente... e non fare cavolate, non voglio dover sistemare i tuoi guai!” 


                                                                                  *


“Sai, sono davvero felice che tu mi abbia chiesto di venire qui con te.” 

“Davvero?”  Le labbra di Oliver Miller si piegarono improvvisamente in un sorriso, voltandosi verso Ingrid e guardandola quasi con stupore. Il tono meravigliato del ragazzo sembrò stupirla leggermente, guardandolo con aria divertita:

“Ti sorprende tanto Olly?” 

“No, beh... mi fa piacere, naturalmente.”   Oliver sorrise, prendendole la mano e baciandone delicatamente il palmo, facendola arrossire leggermente prima di parlare di nuovo:

“E io sono felice che tu abbia accettato. In effetti avevo qualche dubbio a riguardo.” 

“Sul serio? Perché avrei dovuto rifiutare, scusa?” 

“Beh, non saprei... ma sono molto sollevato che tu non mi abbia rifilato un bel due di Picche, Ingrid.” 


Oliver sorrise e Ingrid ricambiò, trattenendosi dal fargli notare che avrebbe dovuto essere matta o aver sbattuto la testa da qualche parte per rifiutare il suo invito... 
Il Grifondoro intanto, seduto accanto a lei sulla panchina, si era voltato di nuovo verso la collina deserta:

“Lì non ci hanno mai costruito nulla...” 

“Magari prima o poi lo faranno.” 

“Si, certo... chi lo sa, magari tra qualche decennio ci sarà una casa infestata da qualche fantasma, chi può dirlo.” 


                                                                                      *


“Dante Julius, lasciatelo dire... sei veramente un idiota! Mi spieghi perché diamine mi hai seguita per tutto il giorno?”  Coraline Julius sbuffò, mettendosi le mani sui fianchi mentre guardava il fratello maggiore con irritazione, seduto davanti a lei: quando lo rimproverava voleva non doverlo guardare dal basso.  Si era accorta di essere seguita dal fratello maggiore circa a metà del pomeriggio, ma aveva preferito aspettare ed evitare di esplodere in mezzo al paese per poi placcare Dante dentro il castello, costringendolo a seguirla in un'aula vuota prima di andare a cena. 

“Lo so, mi dispiace... ma sei la mia sorellina, e non sapevo chi fosse quel ragazzo. Lucas o Anthony avrebbero fatto lo stesso!” 

“Non ne dubito, l’idiozia è una caratterista tipica dei maschi Julius! Anche se forse Francies si salva, in effetti. In ogni caso, razza di cretino, non devi chiedere scusa a me!” 

“Ah no?”   Dante alzò lo sgaurdo, guardando la sorella con un cipiglio interrogativo che la face sospirare, esasperata:

“No! Devi chiedere a scusa a quel pezzo di burro che ti sopporta e sostiene costantemente... avresti dovuto passare la giornata con lei, non pedinando me!” 

Dante sembrò pensarci per un attimo ma poi annuì, quasi saltando in piedi prima di parlare:

“Hai ragione... vado a cercarla!” 

“Certo che ho ragione, non dovresti neanche porti il dubbio!” 


                                                                               *


Scorgendo la sua figura familiare scendere le scale Will sorrise forse per la prima volta da quando si era svegliato, affrettandosi a chiamarla ad alta voce per attirare la sua attenzione:

“Charlotte!”  

Sentendosi chiamare la donna si fermò, voltandosi verso di lui e sorridendogli leggermente mentre aspettava che la raggiungesse:

“Ciao... com’è andata la giornata?” 

“Abbastanza noiosa senza di te, in effetti... ma dimmi, com’è andata la tua?” 

Charlotte esitò ma poi annuì appena, stringendosi nelle spalle:

“Non c'è male.” 


Intuendo che non le andava molto di parlarne Will le sorrise, mettendole un braccio sulle spalle prima di riprendere a scendere le scale insieme a lei:

“Dai, andiamo a cena... In ogni caso, l'importante è che tu abbia fatto quello che dovevi fare: un passo alla volta, ne uscirai del tutto.” 
        

                                                                           *


Sentendo la porta aprirsi e chiudersi alle sue spalle Isabella non si voltò, continuando a leggere:

“Ciao... l’appuntamento com’è andato?” 

Non aveva idea di quale tra le sue compagne fosse appena entrata nel Dormitorio, ma quella domanda poteva benissimo andar bene per tutte e tre. Sentendo un sospiro però la rossa intuì di chi si trattasse, sorridendo istintivamente mentre si voltava:

“Lasciamo stare... sappi solo che sono stata a tanto così dall’eliminare un paio di parenti stretti.” 

Cassiopea Black sbuffò, lasciandosi cadere sul suo letto e parlando con un tono decisamente seccato... Isabella ebbe l’accortezza di non dire niente, cercando di non ridere mentre moriva dalla voglia di sapere COME l'amica avesse beccato fratello e cugino a pedinarla... di sicuro era stata una scenetta molto divertente.

“Ma non mi dire... Cosa avranno mai combinato?” 

“Stendiamo un velo pietoso Bella,  stendiamo un velo pietoso...” 

Di opinione diversa sembrò invece essere Ingrid, che entrò nella stanza con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia:

“Ecco invece Miss Allegria... ciao crucca, com’è andata la tua giornata?” 

“Sei fortunata Bella, sono così di buonumore che non ti maledirò per quell’appellativo...”

Ingrid sorrise amabilmente alla rossa, sedendosi sul suo letto mentre anche Isabella sorrideva, divertita: evidentemente, era andata bene. 

“Tu piuttosto Bella... si può sapere che cosa hai fatto per tutto il giorno?” 

“Io? Oh, niente di che...” 


                                                                                *


“Fammi sapere quando avrai finito di ridere, mi raccomando.” 

“S-scusa, ma...” Per quanto si sforzasse Lyra Blackthorne non riusciva a smettere di ridere sotto lo sgaurdo torvo di Antares Black, immaginandomi chiaramente lui e il cugino che pedinavano Cassiopea in giro per Hogsmeade... finché la ragazza non li coglieva in fragrante e li minacciava di morte.

“Andiamo, devi ammettere che è divertente! E Altair cosa le ha detto?” 

“Lo sai, lui e la sua parlantina se la cavano sempre... è riuscito a convincerla a non affettarlo, ma io dopo questa ho chiuso con i pedinamenti, grazie.” 

“Vi ci vedo proprio tu e Altair, a fare gli agenti sotto copertura...” 

“Mi sono pentito di avertelo raccontato, sai? E smettila di ridere, non è affatto divertente!” 


Lyra non sembrò dargli retta perché continuò a ridacchiare, facendogli alzare gli occhi al cielo... ma per quanto avesse provato a restare serio alla fine sorrise, convenendo con la Corvonero:

“Ok... forse è leggermente divertente, te ne do atto. Ma solo leggermente!” 

   















................................................................................................
Angolo Autrice:

Visto che è l’1:30, esordisco direttamente facendovi gli auguri, Buon Natale!! 
Speravo di finire il capitolo per mezzanotte, ma alla fine ho sforato un po’... pazienza. 

Non mi dilungo molto perché ho sonno e devo prepararmi psicologicamente alla giornata che mi aspetta... dovrei aggiornare il 27 o il 28, se mi sarò ripresa dalla mega-abbuffata. 

Ho però, una domanda per voi... pure curiosità personale: qual è il duo che preferite? Attenzione ho detto duo, non coppia... può essere una coppia ovviamente, come può non esserlo.

Grazie come sempre per le recensioni... ci sentiamo presto, auguri ancora! <3


Signorina Granger 

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Signorina Granger