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Autore: MairTonks    27/12/2016    1 recensioni
"-Per coloro che non lo sanno, questa sera e' tra noi Charity Burbage, che fino a poco tempo fa insegnava alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarst-
...
-Si..la professoressa Burbage insegnava tutto sui babbani ai figli di maghi e streghe..spiegava che non sono poi tanto diversi da noi...-
...
-Non contenta di corrompere e inquinare le menti dei bambini maghi, la settimana scorsa la professoressa Burbage ha pubblicato una commossa difesa dei babbani sulla Gazzetta del profera. I maghie, ha dichiarato, devono accettare questi ladri della loro conoscenza e della loro magia.-" (Harry Potter e i doni della morte, capitolo 1)
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Charity Burbage, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Contesto generale/vago
Capitoli:
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13. 12 dicembre 1969

Quella era una delle partite più violente a cui Charity avesse mai assistito. Certo, il quidditch non poteva definirsi uno sport tranquillo ma raramente si vedevano colpi micidiali diretti contro una sola persona. La squadra dei Corvonero, oltre a condurre la partita con un vantaggio di almeno cento punti, sembrava accanirsi contro il portiere dei Serpeverde. Poteva sembrare uno schema ma, anche ad un occhio poco esperto come quello di Charity, sembrava altamente impossibile che un cacciatore preciso come Lud, arrivato davanti agli anelli, sbagliasse un tiro facile e centrasse in piena pancia il portiere dei Serpeverde. L’intero stadio aveva trattenuto il fiato quando Evander si era piegato in due sulla scopa.

Charity non aveva mai visto la squadra della sua casa giocare in modo così violento. Anche Cris, seduto al suo fianco, scuoteva la testa incredulo ma aveva dovuto ammettere che, nonostante il gioco violento, Corvonero non stava infrangendo nessuna regola. E questo rendeva ancora peggiore la situazione visto che nessuno avrebbe potuto fermare il gioco e dare un po’ di tregua ai Serpeverde. Solitamente Charity non era incline a provare compassione per la squadra verde-argento ma anche lei condivideva la stessa preoccupazione di Ophelia, saldamente attanagliata al suo braccio, ogni volta che Evander veniva colpito dalla pluffa. Potevano tutti sembrare tiri sbagliati ma Charity sospettava che l’obbiettivo di Lud non fosse fare punti ma, piuttosto, colpire Evander. Suo cugino non reagiva, altri Serpeverde lo avevano fatto al posto suo e commesso numerosi falli, e Charity ebbe la spiacevole sensazione di essere ritornata ad inizio settembre.

-Perché?- chiese Ophelia con gli occhi azzurri spalancati per la preoccupazione e lo sguardo fisso sul fratello, in quel momento impegnato a parare un tiro ed a evitare un bolide. Charity si limitò ad alzare le spalle senza rispondere ma lei sapeva benissimo il perché di quel comportamento.

Da quando Martha aveva smesso di essere vittima dei numerosi incidenti, questi avevano iniziato a colpire Lud. Libri che cadevano dagli scaffali, bicchieri che si rompevano improvvisamente o scope che non potevano essere controllate. Camdem, sempre al fianco del suo migliore amico, aveva notato che, ogni volta che questi accadevano, Evander era sempre nelle vicinanze con la bacchetta in mano e un ghigno in volto. Charity stentava a crederci, aveva ripetuto fino alla nausea che suo cugino non si sarebbe mai abbassato a quegli atteggiamenti da bullo, ma sia Camdem che Lud l’avevano ignorata. Lei aveva smesso di convincerli del contrario ma non poteva fare a meno di non pensarci.

Erano mesi che Evander si comportava in maniera strana, era molto più solitario, non parlava più con Ethalyn ma passava un sacco di tempo con Ophelia ed era diventato molto più scontroso con i suoi compagni. C’erano state diverse occasioni in cui Charity lo aveva visto staccarsi dal suo gruppo e isolarsi in qualche angolo del castello. Non ci aveva dato molto peso e aveva attribuito la cosa al matrimonio combinato con Imogen Yaxley e al litigio con la sorella. Charity aveva anche smesso di chiedersi chi fosse la misteriosa ragazza di cui Evander sembrava essersi innamorato ma, dopo aver visto Martha in lacrime seguita da suo cugino un dubbio l’aveva sfiorata. Aveva pensato per un istante che si trattasse proprio della sua amica e ne aveva anche parlato con Samantha che aveva messo a tacere il tutto dicendo che, se fosse stato così, Martha ne avrebbe parlato con loro.

E poi, se Evander fosse stato innamorato di Martha, avrebbe avuto senso farle accadere tutte quelle cose? Ma avrebbe senso farle accadere a Lud, rispose un’altra vocina nella sua testa.

-Corvonero prende il boccino e stravince la partita!- urlò lo studente addetto alla cronaca della partita e un boato si alzò dagli studenti Corvonero. Charity ritornò a concentrarsi sul campo, giusto in tempo per vedere Lud e Camdem stretti in un abbraccio con il resto della squadra e i Serpeverde atterrare mesti e tornare negli spogliatoio, non senza evitare di lanciare occhiatacce ad Evander, loro capitano e portiere.
                                                                                                            ~~~~

Charity non riusciva a godersi la festa che avevano organizzato nella Sala Comune. Camdem non la mollava un secondo e, anche se avrebbe voluto parlare con il suo ragazzo, tutta la casa di Cosetta Corvonero aveva deciso di congratularsi con lui per la partita. Certo, era contenta che la sua casa avesse vinto la partita e che lui fosse felice, ma lei non riusciva a sorridere dopo quello che aveva visto. Anche se Corvonero aveva rispettato alla lettera tutte le regole, aveva la sensazione che Lud avesse allenato la sua squadra con l’obbiettivo di umiliare Evander. Aveva tutte le ragioni visto che, a quanto sembrava, era lui a far capitare tutte quegli strani incidenti a Lud ma era pur sempre suo cugino e lei non riusciva a non pensare che Evander aveva incassato i colpi senza lamentarsi. Sembrava quasi che si fosse sentito in colpa e Charity non riusciva a togliersi la strana sensazione che Lud se la fosse presa con una persona indifesa.

Anche Lud era indifeso quando veniva colpito alle spalle, ribatte’ la solita voce nella sua testa. Ma c’era qualcosa in Evander che non la convinceva e doveva assolutamente scoprire cosa prima di impazzire. Sarebbe stato più facile risolvere il mistero di “zia Persephone”, pensò, mentre cercava di comunicare a Camdem che aveva bisogno di allontanarsi un attimo. Ma il ragazzo era impegnato a descrivere, per la decima volta in meno di un’ora, la partita ad un paio di ragazzine del quarto anno.

Riuscita finalmente a farsi strada verso l’uscita della Sala Comune, impresa non facile visto che un paio di suoi compagni volevano sapere dalla “ragazza del battitore” dove si trovava il loro idolo, si fermò un attimo indecisa su cosa fare. Lo sapeva, aveva rimandato troppo, ma aveva bisogno di qualche minuto per riflettere prima di prendere un’altra decisione affrettata e rischiare di partire alla carica come aveva fatto con Gabe.

Quando Evander aveva rifiutato il matrimonio combinato con Imogene Yaxley quel primo settembre, Ethalyn aveva rivelato, davanti a tutta la famiglia, che il ragazzo si era innamorato di una nata babbana. Charity non avrebbe mai potuto dimenticare l’espressione di suo cugino quando la sua gemella aveva rivelato il suo segreto e, soprattutto, le condizioni in cui lo aveva rivisto sul treno. Aveva pensato che questa ragazza doveva davvero essere importante per lui visto che lo aveva portato ad affrontare l’intera famiglia e, soprattutto, litigare pesantemente con la sorella. Ethalyn aveva minacciato il fratello che, se non l’avesse lasciata, ci avrebbe pensato lei.

Ethalyn sapeva chi era questa misteriosa ragazza, pensò Charity mentre si sedeva sul freddo pavimento del corridoio e si passava distrattamente una mano tra i capelli. E aveva davvero mantenuto fede alla minaccia? Si, ribatte’ e l’immagine di Martha tra le braccia di Gabe che osservava con occhi spalancati un enorme pietra che si era staccata dal soffitto comparve nella sua mente.

Come se una luce si fosse accesa nella sua testa, Charity rivide mentalmente tutti gli incidenti di Martha. Ethalyn non era mai stata presente nei dintorni e non poteva essere certa che si trattasse di lei. Ma sua cugina non si sarebbe mai abbassata a quei livelli, probabilmente aveva convinto qualcuno a farlo al posto suo. Si, la cosa aveva senso.

Aveva perso il conto delle volte in cui avevano chiesto a Martha se aveva dei sospetti e lei aveva sempre risposto di no. Non lo sapeva veramente o non aveva mai denunciato Ethalyn per non rischiare di aggravare la posizione di Evander?
Charity aveva raccontato a Martha di quello che era successo a suo cugino e lei lo aveva visto sul treno.

Più ci pensava e più notava dettagli a cui non aveva fatto caso. L’espressione terrorizzata di Martha davanti alle ferite di Evander, il suo isolarsi quando parlavano di lui e tutte le volte che aveva rifiutato gli appuntamenti con Lud. Lei, Agatha e Sam non si erano mai spiegate perché la loro amica continuasse a rifiutare gli inviti di Lud anche se con lui trascorreva molto tempo. Sarà semplicemente troppo timida, l’aveva giustificata Agatha.

Ma la sua relazione con Evander stava continuando? Charity aveva visto suo cugino con Imogene Yaxley qualche volta ma, in ogni occasione, era presente anche Ethalyn. Non aveva mai visto Martha ed Evander incontrarsi o parlare, tranne quella volta in corridoio. Evander le chiedeva scusa, Martha piangeva e si allontanava dai lui. Charity non ci aveva più dato peso, era stata distratta da tutto quello che era appena successo nella sua vita e, dopo aver confidato a Sam del suo sospetto, aveva smesso di pensarci.

Tutto tornava ma c’era una cosa a cui Charity non riusciva a darsi una risposta. Perché Martha non aveva raccontato a loro tutto questo? Perché aveva continuato a mantenere il segreto anche mentre subiva quegli attacchi e loro non facevano altro che preoccuparsi per lei? Più ci pensava, più si sentiva tradita da quella che considerava una delle sue migliori amiche. Non si sarebbe mai aspettata un comportamento del genere da Martha.

Non aveva senso continuare ad indugiare. Si alzò e andò alla ricerca della sua amica senza sapere da che parte cominciare. Camminare non la aiutava, anzi, continuava a rivedere tutti i dettegli che gli erano sfuggiti in quei mesi e, soprattutto, non riusciva a non pensare a tutto quello che aveva passato Evander.

Trovò Martha che usciva dalla biblioteca con Ophelia e un paio di altre ragazzine di Tassorosso. Aspettò che la raggiungesse e, senza dire niente, entrò nella prima aula vuota.

-Char, dovresti essere alla festa nella tua Sala Comune?- le chiese Martha con un tono leggermente preoccupato nascosto dal suo solito sorriso dolce.

-Char, mi stai spaventando. Tutto bene?- continuò Martha mentre Charity non sapeva come iniziare il discorso. Non aveva senso girarci intorno, lo sapeva.

-Da quanto tempo va avanti la tua storia con Evander?- sapeva che non era la domanda giusta ma una parte di lei voleva sapere da quanto tempo la sua amica le mentisse. Vide Martha spalancare i suoi grandi occhi neri e aprire e chiudere la bocca un paio di volte.

-Cosa?- fu tutto quello che riuscì a dire ma a Charity era bastata quella reazione.

-Da quanto tempo?- ripete’ Charity usando un tono più arrabbiato di quanto pensasse. Non era sicura di voler conoscere la risposta, non sapeva se sarebbe stato meglio sapere che la sua amica le mentiva da un anno o solo da qualche mese. Le aveva nascosto la verità ed era questo che la faceva infuriare.

-Dall’anno scorso.- fu la risposta sincera di Martha. -Volevo dirvelo ma era complicato. Non sapevo come avreste reagito, come tu avresti reagito, ma Evander mi ha chiesto di non dire nulla. Non voleva che Ethalyn o qualcuno della famiglia lo sapesse. Char, davvero, mi dispiace-

Le parole di Martha non servivano a farla stare meglio, anzi, erano ancora peggio. Non avrebbe voluto ascoltarle ma non riusciva ad andarsene.

-Perché?- chiese interrompendo le sue scuse.

-Cosa?-

-Perché Evander? Con tanti ragazzi perché proprio lui? Sarebbe finita male in ogni caso e non avete fatto altro che stare male-

Charity vide Martha bloccarsi e fissarla incredula, gli occhi spalancati al massimo e alcune ciocche le ricadevano disordinate sul volto.

-Cosa vuol dire? Che io ed Evander non possiamo stare insieme?-

-Si! Insomma lui e’ un purosangue, tu…tu sei una sanguesporco. Cosa ti aspettavi…-

Charity non riuscì a finire la frase che una macchia rossa comparve improvvisamente davanti a lei e si ritrovò scagliata contro il muro.

-Non ci provare- esclamò Gabe mettendosi davanti a lei e puntando la bacchetta contro Agatha che teneva la sua ancora in mano.

-Hai sentito quello che ha detto! Come fai a difenderla?- urlò Agatha scuotendo la testa per spostare i capelli che le erano finiti sul volto.

-Ok, calmiamoci un attimo- si intromise Oliver mettendosi tra Agatha e Gabe per dividerli.

Charity vide con la coda dell’occhio altre due figure muoversi dall’altro lato dell’aula e non ebbe bisogno di sentire l’urlo di Sam per sapere che Martha era appena uscita di corsa.


Note:
So che e’ passato un sacco di tempo dall’ultima volta in cui ho aggiornato quindi inizio con chiedervi scusa. Finalmente si chiarisce la situazione tra Evander e Martha che, molto probabilmente, in molti avranno intuito negli scorsi capitoli. E’ la prima volta che scrivo una storia così lunga e spero che gli indizi lasciati negli scorsi capitoli siano stati chiari ma non troppo.
Riguardo al comportamento di Charity…non e’ perfetta e viene da una famiglia un po’ complicata e, anche se il suo comportamento non e’ giustificabile, non e’ neanche da condannare.
Spero di avervi incuriosito!
Grazie per aver letto anche questo capitolo e spero di aggiornare presto (esami permettendo)!
MairTonks
  
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