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Autore: Signorina Granger    28/12/2016    8 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
1944: Gellert Grindelwald rappresenta più che mai una minaccia e la Camera dei Segreti è stata misteriosamente aperta da circa un anno; nemmeno Hogwarts è un luogo sicuro.
Nella speranza di preparare i suoi studenti a ciò che potrebbe aspettarli dopo il Diploma, il Preside Armando Dippet convoca alcuni tra i suoi più talentuosi ex studenti per far seguire delle lezioni nuove, creando così una classe speciale formata dai più capaci studenti dell’ultimo anno.
Queste nuove lezioni li aiuteranno ad affrontare la crudeltà della vita vera?
Oppure anche i loro nuovi insegnanti si ritroveranno ad imparare qualcosa da loro?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Magisterium '
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Capitolo 25: Di chi dorme fino a tardi e di chi gioca a tennis 
 
 
Lunedì 26 Aprile
 
 
 
“Fate silenzio per favore… vi ricordo che è lunedì mattina per tutti, non solo per voi!”
 
 
Le parole dell’Insegnante di Incantesimi, nonché Direttrice di Corvonero, suscitarono qualche borbottio sommesso nell’aula, mentre praticamente tutti gli allievi del settimo anno desideravano di scappare e tornare a letto.
 
“Mamma mia, che umore pessimo… per lei sì che è lunedì mattina!”    Jane Prewett inarcò un sopracciglio, osservando la donna con lieve scetticismo mentre, nel banco dietro al suo, la sua compagna di Casa Aerin Ollivander si sporgeva leggermente, parlando a bassa voce:
 
“Secondo voi cos’ha?”
 
“Non è una domanda difficile… probabilmente si è alzata, si è guardata allo specchio e si è spaventata.”
 
“Facciamo l’appello… Ho sentito borbottare Abbott, quindi presumo che sia presente...”
 
Elizabeth sfoggiò un sorriso angelico, mentre Aerin e Jane si trattenevano dal ridere e la Hobskin faceva scorrere lo sguardo sul registro:
 
“Black?”
 
“Presente.”
 
“L’altro Black?”
 
Il silenzio calò nell’aula, mentre metà dei presenti si guardava intorno per cercare Antares con lo sguardo… l’altra metà invece rimase pressoché impassibile, non provando neanche a chiedersi perché il Caposcuola fosse assente.
 
Altair sorrise appena, alzando la mano mentre cercava di non ridere:
 
“Emh… Professoressa? E’ il 26 Aprile.”
 
“Si Black, grazie per la precisazione, lo so.”
 
“Intendo… è il compleanno di mio cugino.”
 
 
Il silenzio calò di nuovo nell’aula mentre l’insegnante scrutava il Serpeverde, ma la sua espressione accigliata durò solo per un attimo, poi sembrò capire e roteò gli occhi:
 
“Ah, certo… me n’ero scordata. Beh, lasciamo perdere allora… Continuiamo. Boulstrode?”
 
“Presente.”
 
“Braun?”
 
“Presente…”   Ingrid appoggiò la testa sulla mano con aria annoiata, accorgendosi solo dopo qualche istante che Oliver si era girato verso di lei, sorridendole. Per tutta risposta la bionda gli sorrise, salutandolo con un lieve cenno della mano.
 
“Burton?”
 
“Sì…”    Isabella smise una specie di sbuffo, desiderando di essere assente come un suo certo compagno di classe.
 
Beato te che dormi, Black
 
 
Ingrid si voltò verso l’amica, guardandola con espressione vagamente perplessa:
 
“Scusa, cosa c’entra che sia il suo compleanno? E perché la strega non ha battuto ciglio?”
 
 
“Diciamo che ormai ci è abituata, come tutti gli insegnanti… e anche noi. Sua Eccellenza ha una tradizione tutta sua, quando arriva il suo compleanno…”
 
 
                                                                               *
 
 
Antares Black sorrideva, mentre percorreva il corridoio buio con lunghe falcate: per una volta era lunedì e non aveva né sonno né voglia di trascinarsi nella sua camera… vista l’ora i suoi compagni dovevano aver appena terminato la pausa pranzo, e la prima lezione pomeridiana del lunedì era proprio nei Sotterranei, in compagnia di Lumacorno.
 
 
Il ragazzo si fermò davanti alla porta chiusa, bussando prima di aprirla e pregustandosi le facce cariche di invidia dei suoi compagni. Lumacorno smise improvvisamente di parlare e puntò gli occhi dritti su di lui, esitando per un’attimo prima di parlare mentre tutta la classe si voltava nella sua direzione:
 
“Ah, eccoti Black… coraggio, siediti.”
 
 
Il Serpeverde non se lo fece ripetere due volte, scivolando sul posto libero più vicino e rivolgendo al contempo un sorrisetto in direzione di suo cugino, che si era voltato verso di lui guardandolo a metà tra il divertito e l’esasperato.
 
 
“Allora, come stavo dicendo… Maledizione, ho perso il filo. Miller, cosa stavo dicendo?”
 
“EMH…”
 
“Ripeteva le proprietà curative dei bezoar, elencando i veleni a cui fanno da antidoto!”
 
“Stava riepilogando le proprietà curative dei bezoar, signore.”
 
 
Oliver sfoggiò un sorriso angelico e Lumacorno annuì, riprendendo a parlare con il suo solito tono e modo di gesticolare teatrale mentre Oliver si voltava verso la sua salvatrice, sorridendo all’amica e mandandole un bacio con la mano:
 
“Grazie Bella… ti adoro.”
 
“Prego… ma ora stai attento Olly.”     
 
Isabella sorrise appena, guardando l’amico con aria divertita: spesso le era passato per la testa di suggerirgli apposta una cavolata per scherzo… ma non ci era mai riuscita, affezionata com’era a quella testa di rapa.
 
 
                                                                                        *
 
 
“Prima di iniziare la parte pratica della lezione, credo di dover smistare i posti…”
 
“Che ci provi.”  
 
Oliver guardò l’insegnante quasi con sfida, rifiutandosi categoricamente di allontanarsi dalla sua ancora di salvezza, ovvero la ragazza seduta nel banco dietro al suo…
 
Gli occhi di Lumacorno però non indugiarono sul Grifondoro, andando invece a finire con aria divertita sull’ultimo banco infondo all’aula:
 
“Ah, eccola lì, la coppia del cuore. Nott, vieni qui davanti per favore.”
“Ma signore, perché mi sposta sempre?”
 
“Perché voi due non potete stare vicini, semplice.”
 
 
“Ma allora sposti LEI!”
 
“Giusto… Abbott, vieni qui davanti.”
 
L’uomo sorrise dolcemente mentre tamburellava con le dita sul banco vuoto davanti a lui, osservando la Tassorosso lanciare uno sguardo omicida al suo migliore amico, mentre invece Ian Nott sorrideva con aria vittoriosa, soddisfatto di essere sfuggito al primo banco, per una volta.
 
 
“Scommetto cinque Galeoni che ora sposta uno di noi due…”
 
“Ci sto.”

Quasi come se li avesse sentiti l'insegnante si voltò verso i due Grifondoro, osservandoli per un attimo prima di parlare: 
 
“Julius o Miller, qui davanti.”
 
“Ho vinto! Miller non vedeva l’ora di stare davanti a lei, signore!”  
 
 
Dante sorrise a trentadue denti alle parole dell’insegnante, assestando anche una pacca sulla spalla del compagno che invece sfoggiò una faccia da funerale, mandando un’occhiata malinconica a Bella prima di alzarsi:
 
“Questa me la paghi Julius…”
 
 
Controvoglia il Grifondoro si trascinò in primo banco, guadagnandosi un’occhiata carica di compassione da parte di Elizabeth, destinata alla sua stessa sorte:
 
“Ehy Liz… tu sei brava, vero?”
 
“Beh, abbastanza…”
 
“Perfetto, vedremo di arrivare sani e salvi alla fine delle due ore.”
 
 
                                             
 
Mezz’ora dopo l’aula dei Sotterranei si era già riempita di vapore e tutti avevano iniziato a soffrire il caldo: in inverno era quasi piacevole quella situazione, ma non a fine Aprile. 

Ingrid sbuffò, sventolandosi energicamente con il libro di Pozioni con le maniche della camicia bianca arrotolate fin sopra i gomiti. 

“Che caldo... Quanto manca alla fine della lezione?” 

"Più di un'ora Ingrid... mettiamocela via.” 

La bionda sospirò mentre Bella incantava il suo mestolo affinché mescolasse da solo, legandosi frettolosamente i capelli lunghi per cercare di alleviare leggermente il caldo. 

“Prima o poi dovremmo proporre a Lumacorno di fare lezione all’aperto... Secondo te come se la sta cavando Olly? Poverino, in prima fila...” 


Isabella sorrise leggermente, guardando l'amico quasi con compassione mentre Ingrid annuiva, guardandolo a sua volta:

“Già... povero. Non lo invidio neanche un po'.” 

Quasi come se le avesse sentite il Grifondoro si voltò nella direzione delle due Corvonero, sfoggiando una smorfia mentre accennava all’insegnante e congiungendo le mani come a volerle pregare di aiutarlo.

“Scusa Olly, non ti posso sempre aiutare... Ma sai una cosa Ingrid? Qualcosa mi dice che sarebbe molto più felice di essere in prima fila se ci fossi tu a tenergli compagnia... non farti pregare!” 

Isabella sorrise, mettendo le mani sulle spalle dell'amica e quasi spingendola verso la prima fila, ridendo sotto i baffi mentre la bionda la guardava con gli occhi sgranati:

“Bella, che cavolo fai?” 

“Ti do letteralmente una spinta, visto che siete lenti come lumache! Tra voi due e Dante e Jane non si chi sia peggio...” 

Prima di avere il tempo di replicare Ingrid si ritrovò accanto ad Oliver, con Bella che se l'era già squagliata tornando in fretta e furia al suo posto, riprendendo ad occuparsi della Pozione che stava preparando come se niente fosse. 

Dopo facciamo i conti, piccolo demonio...

Ingrid si stampò un sorriso in faccia mentre Oliver alzava lo sgaurdo su di lei, guardandola per un attimo con aria confusa:

“Ciao... come mai qui?” 

“Beh, ecco, io... non è che per caso hai un coltello da prestarmi?” 

Probabilmente alle sue spalle Bella stava sbattendo ripetutamente la testa sul suo banco, ma Ingrid cercò di non pensarci mentre Olly, accigliato, annuiva, porgendole l'utensile:

“Certo, tieni.” 



“Perché sono circondata da scemi, perché?” 

“Sei sicura di sentirti bene? Oggi sei più strana del solito.” 

Isabella sospirò, togliendosi le mani dal viso e lanciando un’occhiata grave in direzione del ragazzo che si era fermato accanto al suo banco mentre tornava dalla dispensa, guardandola a metà tra il divertito e il curioso:

“No Black, non sto bene! Sono circondata da un branco di lumache ottuse... buon compleanno, comunque. Dimmi, il piccolo principe ha dormito bene?”  Bella inarcò un sopracciglio, facendolo sogghignare leggermente:

“Oh si, benissimo... ancor meglio pensando a voi che facevate lezione.” 

Senza aggiungere altro il ragazzo la superò, tornando al suo posto e riportando così l'attenzione della rossa sul banco in prima fila, dove Ingrid e Olly si sorridevano mentre Lizzy se la filava elegantemente, sostenendo di “aver perso qualcosa da qualche parte e di doverlo andare a cercare” prima di squagliarsela, raggiungendo la Corvonero:

“Ciao Bella! Ti spiace se mi metto qui?” 

“Neanche un po’, lasciamoli tubare in pace...” 

Bella sfoggiò un sorriso mentre, in prima fila, Ingrid sospirò, chiedendosi perché fosse finita in mezzo ad una specie di complotto con Oliver che intanto si era voltato e guardava Bella e Lizzy confabulare:

“Sai, quelle due che cospirano insieme è davvero una pessima idea. Ma perché tutti sono strani di recente?” 

“Non saprei. Beh, se non ti dispiace, credo che rimarrò qui per davvero.” 

“Ma certo che non mi dispiace, tutt’altro.”  Oliver sfoggiò un sorriso allegro, passandosi una mano sul ciuffo di capelli biondi cenere e spettinandoli ancora più del solito, visibilmente contento nell’averla accanto. 

Il tutto, ovviamente, mentre Lumacorno si era perso in chiacchiere con Abraxas Malfoy e Altair Black, senza accorgersi di nulla. 


                                                                                *

"RAGAZZI! Eccovi finalmente... guardate qua!”  Dante sfoggiò un sorriso allegro, brandendo degli “oggetti strani” che teneva in mano. 
Ingrid e Jane alzarono lo sgaurdo dai libri e guardarono il Grifondoro con aria accigliata, chiedendosi che cosa avesse portato:

“Dan, che accidenti sono quelle... cose?” 

“Mi sembra che si chiamino racchette... i Babbani le usano per giocare! Olly, tu sai a cosa servono?” 

Dante si voltò, rivolgendosi al compagno di Casa che era appena spuntato da dietro uno scaffale, con un libro in mano. Il Grifondoro guardò l'amico con aria accigliata per un attimo prima di annuire, vagamente confuso:

“Si... Dante, dove diamine hai preso delle racchette da tennis?” 

“A Babbanologia! Mi spieghi bene come si gioca, sembra divertente!” 

Per un attimo Oliver esitò, ma il sorriso di Dante era piuttosto chiaro: non aveva alcuna intenzione di lasciar perdere. 

“Ok, va bene... perché ho la sensazione che è una pessima idea?” 



Isabella Burton camminava a passo svelto, i capelli rossi che le ondeggiavano sulle spalle e che quasi scintillavano quando passava davanti ad una finestra. 
Era in procinto di rilassarsi, sgattaiolando nella Stanza delle Necessità per stare fuori dal mondo e in pace... ma il fato aveva deciso che quel lunedì proprio non era giornata da riposo, perché prima che potesse sparire per un'ora, prima della lezione con Charlotte, le era giunta voce che qualcuno stava facendo un gran baccano in Biblioteca... e le avevano praticamente ordinato di andare a controllare. 

Appuntandosi mentalmente di maledire chiunque fosse l'artefice della confusione e chiedendosi al contempo di quale imbecille si trattasse, la Corvonero stava attraversando la Biblioteca a passo di marcia... e quando svoltò l'angolo la sua mascella sfiorò il pavimento. 

Per un attimo, mentre guardava i suoi migliori amici giocare con delle cose strane a rete in mano, Isabella si chiese come reagire: ridere? Sprofondare? Sbattere la testa contro uno scaffale? Mettersi le mani nei capelli? 

Alla fine optò per qualcos’altro, schiarendosi rumorosamente la voce per attirare l'attenzione di Dante, Olly, Ingrid e Jane, che stavano giocando ad una versione di tennis che somigliava più che altro al ping-pong da tavolo, usando due tavoli uniti come “campo”.

“PUNTO! Ah, ciao Bella! Come mai da queste parti?” 

Oliver le sorrise come se le stesse chiedendo del tempo, facendola sospirare leggermente:

“Mi è giunta voce che qualcuno sta facendo una gran confusione in Biblioteca... voi non ne sapete nulla, suppongo.” 

“Chi, noi? No... mostravo solo a Dan, Ingrid e Jane come si gioca. Perché hai quella faccia?” 

“MILLER, MA TI SEMBRA IL POSTO DOVE SI GIOCA A... QUESTA COSA?” 

“Dai Bella, non ti scaldare...”  Olly le sorrise quasi nervosamente, mentre Ingrid cercava di non ridere e Dante faceva finta di niente, astenendosi dal far notare che l'idea era stata sua.

“E soprattutto... GIOCATE E NON MI HAI NEANCHE INVITATO, SCREANZATO! Jane spostati, ora gioco IO contro Miller.” 

Il tono della Corvonero era così fermo che la Tassorosso non ebbe il coraggio di obbiettare, cedendole la racchetta e affrettandosi a spostarsi per evitare di finire in Infermeria: qualcosa le diceva che se le sarebbero date di santa ragione pur di vincere.

“Ma scusa Bella, tu non eri venuta qui per farci smettere?” 

“In teoria si, ma mi voglio sfogare un po’... dammi la palla Olly, coraggio.” 


                                                                             *


Mentre attraversava l’Ingresso per tornare nei Sotterranei, Antares Black era decisamente di ottimo umore, come sempre al suo compleanno: aveva passato la mattinata a dormire placidamente, e quando si era svegliato uno dei numerosissimi elfi di Hogwarts gli aveva portato la colazione, come ogni anno. 

Altair aveva provato a svegliarlo prendendolo a cuscinate, ma nessuno era in grado di buttarlo giù dal letto quel giorno... E il cugino di era beccato qualche parolaccia prima di decidere saggiamente di lasciar perdere: non aveva nessuna voglia di sorbirsi la vendetta di Antares per averlo svegliato il giorno del suo compleanno. 

“Ant!”  

Sentendosi chiamare il ragazzo si fermò, e il suo buonumore non poté che aumentare quando vide Lyra andargli incontro, sorridendogli:

“È da un secolo che ti cerco... dove ti eri nascosto?” 

“Stamattina dormivo, ma questo già lo sai.” 

‘Si, conosco la tua “tradizione”... in ogni caso, buon compleanno!”  

Lyra gli sorrise prima di alzarsi in punta di piedi per dargli un bacio su una guancia, facendolo sorridere con aria divertita:

“Potevi venire a farmeli stamattina, gli auguri!” 

“Col cavolo, l'anno scorso l'ho fatto e prima mi hai quasi lanciato contro una maledizione...” 

“In mia difesa posso dire che non mi ero reso conto fossi tu, ero assonnato...” 

“... e poi, quando ti sei accorto che ero IO e non Rod travestito per farti uno scherzo, mi hai impedito di andare a lezione in orario perché “ti sentivi trascurato e volevi le coccole”.”  

Lyra roteò gli occhi castani, ricordando la ramanzina che si era beccata da Lumacorno per colpa del ragazzo, che le si era incollato appresso a mo’ di koala, impedendole di andare a lezione perché “necessitava di affetto e di abbracci”. 
Antares invece sorrise, ricordando le sonore proteste della ragazza con gran divertimento:

“Beh, ma alla fine io ottengo sempre quello che voglio, no? Ora scusa, ma se non vado farò tardi io... e qualcosa mi dice che a differenza degli altri insegnanti Charlotte NON lo accetterebbe.” 

“Vai, o ti ritroverai senza qualche arto...” 

Lyra rise, immaginandosi la donna che inseguiva il ragazzo brandendo la bacchetta per tutti i Sotterranei. 

“No grazie, voglio arrivare intero almeno al Diploma... ci vediamo dopo!” 

Antares le sorrise prima di darle le spalle, affrettandosi a scendere nei Sotterranei per andare a lezione con tutta l'intenzione di essere puntuale: chi avrebbe placato le risate di Rod o Altair, se fosse finito in cucina a lavare i piatti per volere dell’Auror?

Stava per sparire sulle scale quando una voce attirò la sua attenzione, facendolo sbuffare leggermente:

“Che c'è ancora? Ah, ciao Cassy.” 

“Ciao Ant... Mi hanno detto di dirti di andare in Biblioteca, credo che sia urgente.” 

Il ragazzo esitò alle parole della cugina, sbuffando prima di fare dietro front e superarla, borbottando che se fosse arrivato in ritardo l'avrebbe fatta pagare a qualcuno. 
Cassiopea invece si affrettò a seguirlo, trotterellandogli dietro senza riuscire a non sorridere: voleva proprio vedere cosa stesse succedendo, un paio di piani più in alto.


                                                                              *


"Ma dai, quello non era punto... non hai visto che era andata fuori?” 

“Non dire cretinate, ti dico che era dentro!” 

La discussione su chi avesse fatto punto o meno ebbe vita breve, perché qualcuno era appena spuntato nella piccola saletta. 
Jane, seduta su una sedia mentre assisteva alla partita, se ne accorse per prima e sgranò gli occhi azzurri, guardando Antares Black assistere alla scena con impassibilità mentre, alle sue spalle, sua cugina e loro coetanea Cassiopea quasi si rotolava dal ridere sul pavimento.

“Isabella. Che. Cosa. Stai. Facendo?” 

“Ah... Black, ciao! Io... stavo sequestrando le racchette.” 

“Ma davvero?” 

La ragazza non batté ciglio di fronte al tono decisamente sarcastico del compagno, voltandosi verso Oliver con aria risoluta prima di prendergli la racchetta dalle mani:

“Certo! Insomma... Vergognati Oliver, giocare in Biblioteca!” 

“Ma perché sono sempre io a prendere parole? Non è giusto.”   Il Grifondoro sospirò con aria sconsolata, mentre Dante, incredulo e felice visto che per una volta nessuno se l'era presa con lui, cercava di non ridere di fronte alla faccia di Altair e alla reazione di Bella, che si voltò verso l'amico e gli disse “scusa, ti voglio bene” in labiale mentre Antares non guardava.

Ingrid sorrise al ragazzo quasi con aria consolatoria, prendendolo sottobraccio mentre cercava di non ridacchiare:

“Dai, non fare quella faccia...” 

“Lasciamo perdere... ma ora diamoci una mossa, abbiamo lezione con Charlotte tra cinque minuti e io non voglio lavare i piatti il giorno del mio compleanno!” 

Antares sbuffò, roteando gli occhi chiari mentre non pensava neanche ad eventuali punti da togliere a qualcuno: voleva solo muoversi e arrivare nei Sotterranei in fretta. 

“Quando hai ragione hai ragione... parleremo del tennis più tardi, ora tutti nei Sotterranei!” 

Prima di dare al tempo a qualcuno di dire qualcosa Bella se la svignò, intimando con lo sgaurdo a Cassiopea di smettere di ridere prima di sparire dietro uno scaffale, con un Antares accigliato alle calcagna:

“Scusa Burton, com’è che tu sai come si chiama quel gioco Babbano?” 

“Io... me l'ha detto Olly credo. Ma non hai detto di volerti sbrigare, Black? Su, andiamo!” 


“A me non la dai a bere Burton... lo so che stavi giocando anche tu, cosa credi!” 

“Non so proprio di che parli... sono una studentessa seria e diligente, io!” 


                                                                                *
                                                                     

Mentre, seduta sulla cattedra, aspettava che i ragazzi arrivassero, si era messa a pensare al suo Addestramento... ricordando come a volte fosse quasi arrivata a detestare suo fratello, per il modo particolarmente severo con cui l'aveva trattata per praticamente tutto il tempo. 

Gli aveva chiesto diverse volte perché fosse così duro con lei, e lui non le aveva mai risposto chiaramente... ma l'aveva capito lo stesso, con il tempo: non lo faceva perché non voleva che diventasse un Auror come lui, ma perché voleva che si preparasse al meglio per la strada che si era scelta. 


Il flusso di pensieri e di ricordi della donna venne interrotto dal rumore della porta che si apriva, permettendo a Jane, Dante, Oliver, Ingrid, Bella e Antares di entrare in aula quasi rotolando prima di correre ai rispettivi posti. 

“Buon pomeriggio ragazzi.”     Charlotte rivolse al gruppetto un lieve sorriso, chiedendosi perché diamine fossero entrati correndo come se ne andasse della loro vita. 

“Ok, abbiamo tardato di due minuti... non dovrò lavare i piatti!”  Antares sorrise con aria vittoriosa mentre Charlotte scivolava giù dalla cattedra, parlando a voce alta:

“Coraggio, facciamo sparire i banchi come sempre... e oggi le coppie non le formate voi... faremo in base all’altezza questa volta.” 

“Quindi...?” 

“Quindi Dante sta con Black, Jane con Ingrid e Oliver con Starkey...” 

Isabella, manco a dirlo, sfoggiò una smorfia, intuendo che avrebbe passato le due ore a fare il cactus/spettatore... ma Charlotte la sorprese, rivolgendole un lieve sorrisetto prima di continuare a parlare:

“Tranquilla Bella, non mi sono dimenticata di te! Tu puoi stare con me.” 

“EH? Ma veramente io sarei ben lieta di fare il cactus in un angolo, se devo essere sincera...” 

Di fronte al sorriso di Charlotte però la ragazza sospirò, dovendosi arrendere per forza: non avrebbe mai cambiato idea, lo sapevano tutti i presenti.


                                                                              *


Le facevano male praticamente tutti i muscoli, ma piuttosto che darlo a vedere in sua presenza probabilmente avrebbe digiunato per un giorno intero.

Si limitò così a stringere i denti, trattenendosi dal perdere la pazienza mentre la voce familiare e in genere rassicurante del fratello le penetrava nella testa... possibile che in certe occasioni quella voce suonasse tanto diversa?

“Così sei morta, Charlotte. Più rapida, concentrati.” 

“Lo sto facendo, se non te ne fossi accorto... siamo qui da ore.” 

“Evidentemente non lo stai facendo abbastanza, allora. Resteremo qui finché non mi andrà bene quello che farai, lo sai benissimo... e ora riprova.” 


La voce ferma di suo fratello non le era mai sembrata così irritante e simile a quella di suo padre... sollevò lo sgaurdo, puntando gli occhi sull’Auror che la stava osservando quasi pigramente, in piedi davanti a lei. Ancora una volta non riuscì a colpirlo e Sean parò l'incantesimo senza quasi battere ciglio, osservandola restando pressoché impassibile:

“Arriverà il giorno in cui mi ringrazierai sorellina... ma prima di quel momento, hai molto da imparare. E ora, di nuovo.” 

“Non puoi lasciarmi respirare un attimo?” 

“Io potrei... ma fuori da queste mura nessuno lo farà Charlotte, tanto vale abituarcisi subito. Mi sembrava di averti detto di ripetere, comunque.” 

Sean inarcò un sopracciglio, lanciandole contro uno Schiantesimo che la sorella evitò per un pelo, sbuffando sommessamente: mai come in quel momento aveva voluto prendere la faccia del fratello a sberle, probabilmente. 

“D'accordo, signore... eccoti accontentato.” 




“Lo so che siete stanchi di sentirmelo dire ragazzi... ma dovete fare più in fretta. Non dargli il tempo di capire cosa vuoi fare, neanche di pensare a come reagire.”  

Passando accanto ad Antares Charlotte mosse pigramente la bacchetta in direzione di Dante, facendogli volare seduta stante la bacchetta dalle mani. 
Cogliendo la stanchezza e la frustrazione generale quasi le veniva da sorridere, ripensando a quando si era trovata in una posizione simile.


“Siete davanti a qualcuno che vuole uccidervi, cosa fate? Non vi fermate a riflettere, giusto? Agite istintivamente... a volte bisogna solo smettere di pensare, toglietevi dalla testa uno schema preciso: state duellando, non giocando a scacchi. Più in alto, sul petto.” 

Senza smettere di parlare la donna sistemò il braccio di Jane, perché la ragazza puntasse la bacchetta sul petto di Ingrid mentre Olly sbuffava leggermente, voltandosi verso l’Auror:

“Ma uccidere non è sbagliato?” 

“Certo che lo è, io stessa non lo faccio se posso evitarlo. Ma guardatevi intorno signori, sapete in che periodo vivete, no? A volte non abbiamo molta scelta, tra l'uccidere o il farci ammazzare... e per quanto brutto possa essere l'uomo sceglierà sempre la prima di fronte a questo bivio, fa parte della nostra natura.” 


















............................................................................................................
Angolo Autrice che entra in scena rotolando:


Salve! 
Avete passato un bel Natale, avete preso 10 kg in due giorni e siete sopravvissute ai parenti? Spero di sì, io mi sono ripresa stranamente in fretta e mi sono messa a scrivere...

Quante vorrebbero avere la stessa fortuna di Antares e passare il compleanno come fa lui? Beato il nostro Black... che fortunello.
In questo capitolo i prof praticamente non li ho messi... chiedo venia, ma nel prossimo vi assicuro che li avrete u.u


Ci sentiamo entro Capodanno con il seguito, buonanotte! 

Signorina Granger 

   
 
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