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Autore: salamandergirl    30/12/2016    3 recensioni
Immaginate un mondo dove i maghi si mescolano con persone normali, senza alcuna dote speciale quanto la loro, ognuno di loro si comporta normalmente e ha un lavoro, una famiglia.
Una vita normalissima vissuta in anonimato insieme al resto della massa.
L’unica cosa, o meglio luogo, che fa ricordare ai maghi di essere tali sono le gilde: luoghi dove i maghi si riuniscono e nei quali possono manifestare la loro vera natura e utilizzare le loro doti senza alcuna paura di essere scoperti.
Ma al di fuori delle Gilde è severamente vietato usare la magia ed è anche vietato far venire a conoscenza a qualche non mago di questo mondo incantato e magico.
La nostra storia è ambientata a New York, corre l’anno 1955 quando un’avvenente ragazza di vent’anni rimane orfana di madre e padre e con la loro scomparsa sulle spalle le ricade la responsabilità dell’azienda famigliare che ormai stava in piedi dal 1851.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden, Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 2

Kana aprì gli occhi con fatica, la testa era incastrata tra il finestrino e il sedile del passeggiero.
Un mal di testa atroce la stava uccidendo, era come avere in testa qualcuno che le colpiva il cervello con un martello incessantemente, dalla fronte le colava un liquido che scendeva sulla parte destra del viso, mosse il braccio per toccarsi la fronte e una scarica di dolore le attraversò il corpo.
Si pulì il taglio costatando che era sangue il misterioso liquido.
“Ma che cavolo è stato.” Si chiese la Bruna, si riguardò un attimo le sue braccia, la pelle olivastra era tagliata in vari punti e solo in quel momento notò che tutto il parabrezza era rotto.
-Lucy.-
Sussurrò preoccupata ricordandosi della sua amica, si girò verso di lei credendo di trovarla sveglia e disse “Lucy stai bene?”.
Ma per poco non lanciò un urlo a vederla in quello stato, la bionda stava accasciata sul volante incosciente le braccia distese piene di tagli con qualche pezzo di vetro incastrato ancora tra le carni.
Vedeva il suo torace alzarsi e abbassarsi, grazie a Dio era ancora viva.
Non aveva il coraggio di guardarle il viso, però prese coraggio e cercò di metterla in posizione eretta.
Per fortuna non aveva gravi lesioni se non per un taglio sul collo abbastanza profondo a prima vista, subito Kana si precipitò a cercare di chiudere quella ferita col suo Foulard, per tentare di tenere la situazione sotto controllo.
-Devo andare a vedere chi era quel mago.-
Disse per poi uscire dall’auto, mise una mano sotto il suo cappotto di velluto trovandovi una tasca nascosta dalla quale prese delle carte.
Erano carte da tarocchi, di un celeste brillante, in tutto erano 30 e le teneva in una mano aperte a ventaglio.
-Ehilà! C’è qualcuno?!-
Urlò avanzando in strada non trovando nessuno, dove era finito quel ragazzo?
Continuò ad avanzare e si accorse solo allora di non avere le scarpe ai piedi, tornò sull’umida erba che costeggiava la strada e estrasse dal mazzo una carta.
“Non dovrei usare i miei poteri, ma è veramente troppo buio per poter vedere qualcosa.”
Alzo in alto la carta e sibilò “Solis” e dalla carta fuori uscì una luce accecante che illuminò tutto il luogo circostante, si era allontanata di un decina di metri dalla macchina e non c’era traccia di nessuno.
Continuò a camminare per qualche altro minuto per essere sicura di essere sola.
Ma nell’oscurità si nascondeva colui che aveva provocato l’incidente, insieme a qualche altro compagno.
-Principe E.N.D non è soddisfatto? Oltre ad aver fatto un giro turistico per New York ha pure fatto avere un incidente a queste due maghe. -
Sibilò un ragazzo dai lunghi capelli corvini per poi appoggiarsi all’auto, un altro dai capelli biondi a spazzola guardò dentro al finestrino del guidatore guardando in faccia la maga svenuta.
-Tutta questa magia che non può essere sfruttata in questo mondo. Mi sembra uno spreco. -
Disse per poi guardare il ragazzo dagli occhi di giada seduto al posto del passeggero, quello che spettava a Kana, aveva aperto il cassetto porta oggetti e stava guardando tutte le scartoffie che riguardavano l’auto, Finché non arrivò a un punto dove trovò i dati della persona alla quale era attestata l’auto.
-Nome: Lucy, Cognome: Heartfilia, Anni: 22. Quindi i maghi qui si mescolano con gli esseri umani, e vivono una vita piatta e monotona come dei comuni mortali. Deve essere una vera noia. -
Disse per poi mettere via a caso i documenti, si passò una mano tra i capelli rosa ribelli e poi riprese a guardare la bionda seduta accanto a lui.
Certamente era una bella ragazza, dalle labbra carnose e dalle guance coperte da un velo di rosa.
-E’ un peccato che un bel viso del genere sia rovinato. -
-Per colpa tua Natsu.“ E’ davvero buio qui no?! Accendiamo un po' la serata!” -
Provo ad imitarlo il corvino, mentre gli occhi rossi stavano puntati verso il principe così come il biondo.
-Si ho capito che è colpa mia, ma adesso basta.-
Si avvicinò al viso di Lucy e spostandole il collo per guardare il taglio la sentì gemere dal dolore, le tolse dolcemente il foulard scoprendo il taglio sanguinante allora, si piegò sulla ferita e passò la lingua in quel piccolo squarcio.
Quando si rialzò lentamente il sangue iniziò a fermarsi, mentre nella bocca di Natsu era vivido e si stupì che persino il suo sangue era dolce come il suo odore, la ferità iniziava lentamente a cicatrizzarsi.
-Ora mi sento meno in colpa.-
Il biondo alzò lo sguardo vedendo l’altra ragazza bruna che stava tornando e incitò di andarsene, il rosato dopo aver accarezzato il viso della ragazza e inebriato del suo profumo alla vaniglia se ne andò con il suo nome sulle labbra.
“Lucy”

Quella voce non voleva lasciargli la testa, chi poteva aver pronunciato il suo nome in quel modo?
Quella notte Kana aveva portato Lucy a casa sua, essendo li vicina e, aveva avvertito Fairy Tail dello strano avvistamento.
Lei si era risvegliata solo l’indomani mattina verso le cinque, nel letto di Kana e si meravigliò dal non sentire alcun dolore dato dall’incidente l’unica cosa era una fasciatura al collo.
Ora si ritrovava nella piccola cucina di Kana, dove c’era solo un fornello, un frigo e due banconi blu.
Il tavolo era un po' traballante con una gamba più corta dell’altra ma con un enciclopedia si risolveva tutto.
La bionda aveva preso in prestito un vestito bianco con scollo a barca, oggi avrebbe saltato il lavoro e sarebbe tornata alla sua villa, e doveva chiamare il meccanico poi l’assicurazione … quante cose da fare.
-Ho chiamato la Gilda.-
Disse Kana servendo a Lucy un caffè e per lei un Margarita.
-Come fai a bere quella roba di mattina?-
Kana la ignorò per bere un sorso del suo bicchiere.
-Per il momento non allarmeremo le altre gilde e il consiglio. Ma dobbiamo tenere gli occhi aperti. -
Lucy annuì e guardò dentro la tazza, si rese conto che aveva bisogno di una damigiana di caffè per riprendersi da tutto e per affrontare quella giornata.
Ma chi era quel ragazzo in mezzo alla strada, non aveva mai sentito qualcuno che poteva utilizzare una magia per far sviluppare nella propria mano del vero fuoco, anche Macao poteva utilizzare una magia simile ma il suo fuoco era viola e non era vero proprio fuoco.
Nessuno poteva controllare quell’elemento puro, gli altri tre elementi si ma mai nessuno era riuscito a controllare il fuoco nella sua vera forma per impossibile, il fuoco avrebbe disintegrato ogni particella magica facendo carbonizzare la persona che osava controllarlo.

Quel dilemma le ronzò in mente tutta la mattinata, camminava per la West 42nd Street, l’inizio di Time Square, e cercava in ogni modo di chiamare un Taxy ma sembrava che nessuno la vedesse.
Uno si fermò davanti a lei ma appena provo ad aprire la portiera questo le disse che era in pausa.
-Come in pausa? Se per tutto il tempo mangiate e fumate mentre guidate!-
Urlò addosso al povero uomo che per tutta risposta alzò i finestrini e se ne andò.
Provò a sbracciarsi chiamandone altri 4 ma nessuno che si fermava.
-Ma oggi tutti hanno bisogno di occhiali?-
La ragazza si lasciò sfuggire un’imprecazione ma nessuno, per fortuna, la sentì; tranne una persona.
-Già oggi i Taxy sono chiamati dappertutto. Non ne ho trovato una libero da trenta minuti.-
Lucy si voltò trovando un ragazzo in impermeabile grigio che la fissava sorridendo, i capelli rosati coperti da un cappello grigio e gli occhi … le ricordavano quelli visti di sfuggita del sconosciuto … anche la voce sembrava fosse la stessa che aveva in mente da quella mattina.
Però era senza la sciarpa bianca, il dubbio si era insinuato in lei in quei pochi secondi ma da lui non sentiva nessuna aurea particolare, di solito chi aveva poteri magici o comunque che era stato a contatto con la magia aveva qualcosa di diverso, si percepiva subito la magia galoppargli in vena ma lui niente.
Era un comune essere umano.
Portava con se un ombrello Nero come le sue scarpe lucide, si chiese come con quel sole uno potesse andare in giro con l’ombrello, magari era un pazzo.
-I taxy purtroppo sono così tutto l’anno. Ma oggi sembrano che non mi vedano.-
Un altro si fermò poco più avanti per far salire un uomo in giacca e cravatta.
-Ma andiamo!-
Disse la ragazza sbuffando, allora lo sconosciuto sorrise ancora di più rivelando un paio di fossette agli angoli della bocca e dei canini appuntiti.
Ma il suo sorriso fece perdere due battiti al cuore di Lucy.
-Beh dal momento che non riesce a trovare un taxy potrei offrirle un caffè? Sta anche per piovere.-
Lucy lo guardò stranita, quando mai uno sconosciuto su due piedi gli chiedeva un caffè? E per giunta che sarebbe venuto a piovere se c’era il sole?
Forse era un malintenzionato, aveva letto abbastanza gialli per far si che la sua mente galoppasse verso un finale tragico dove la polizia ritrovava il suo corpo in una stradina buia e piena di immondizia.
-La ringrazio ma ho fretta e poi, non sta per piovere.-
Ma un tuono squarciò l’aria e densi nuvoloni coprirono il cielo.
Tutto ciò in pochi secondi, cosa che lasciò Lucy basita, pochi secondi dopo iniziò a cadere una lieve pioggia e lo sconosciuto aprì l’ombrello che aveva con se.
-Non ho cattive intenzioni, almeno per me offrire riparo e una bevanda calda a una bella ragazza non sia catalogato per lei come “Cattiva intenzione”.-
Allora Lucy si mise sotto il suo ombrello, se avebbe provato ad allungare troppo le mani sarebbe ricorsa ad altri metodi per metterlo al tappeto.
-Okay va bene. La ringrazio signor … -
-Natsu Dragneel, ma mi può solo chiamare Natsu. E lei?-
-Lucy Heartfilia. -
Natsu si avviò porgendo a Lucy il braccio che accettò volentieri quel gesto di galanteria, soprattutto perché le scarpe iniziavano a far male.
-Lucy … solitamente una persona che ha questo nome è piena di vitalità, luminosa e lucente. Cosa che mi sembra ben evidente in lei.-
La ragazza arrosì quel complimento e sussurrò un grazie, però si costrinse a tornare in se.
Non era più una ragazzina e stava dando troppo confidenza a questo ragazzo dal sorriso bambinesco.
Mentre i due passeggiavano due ombre li seguivano, silenziose e veloci vestiti di semplici abiti neri come la notte.
Si erano appartati in un bar dove nell’aria galleggiava il suono di un saxofono, il posto si trovava in un sottoscala rivestito di fiori con il cartello col nome del posto scritto in corsivo su un lampione.
Il posto era ampio dalle luci soffuse, ogni tavolo in noce era coperto da una tovaglia bordeaux con un centrotavola che consisteva in una pallina di cristallo con all’interno una candela che rilasciava un profumo di cannella.
In fondo alla scala c’era un palco dove una Jazz-band stava suonando note drammatiche e una ragazza stava cantando.
-“Lamia Scale” bel posto.-
Disse Lucy sorridendo, era il nome di una “ambasciata” della gilda francese appunto Lamia Scale, camuffata in un bar Jazz per infiltrarsi meglio nella zona.
-Beh se lo dice qualcuno del posto allora ho avuto fiuto.-
-Signor Natsu quello che vede è uno dei migliori Bar della Zona, servono un caffè spettacolare e anche una compagnia degna di questo nome. Sa anche il ristorante che sta si sopra è loro. E’ un luogo raffinato da 5 stelle e anche oltre secondo la critica culinaria, essendo che va a gonfie vele questa attività hanno deciso di aprire anche questo Bar Jazz, che richiama un po' Amsterdam se nota.-
Finì Lucy accavallando le gambe e salutando uno dei camerieri di nome Hibiki, un ragazzo attraente dalla corporatura slanciata e dai capelli biondi perennemente in ordine.
Era uscita per un mesetto con lui ma era un maniaco della perfezione, così era finita con un “Rimaniamo amici”.
-Signorina Heartfilia, quale piacere avervi qui con … un suo amico?-
Natsu squadrò bene il nuovo arrivato dalla pelle Ambrata e vestito da uno smoking nero, gli occhi castani di lui erano tutti per Lucy anzi, per la sua scollatura.
-Ren i miei occhi sono qui.-
Disse Lucy facendogli spostare lo sguardo.
-Vorremmo due caffè grazie.-
Si limitò a dire per poi congedarlo.
-Conosce tutti qui dentro signorina Lucy?-
-Alla fine New York non è così grande, se giri nei posti giusti. È normale conoscere tutti, alla fine, signor Dragneel e in questo aiuta anche la mia loquacità. Sono una gran chiaccherona riuscirei a far amicizia anche con un lampione.-
A quelle parole Natsu rise e insieme a lui anche Lucy, aveva una risata contagiosa il ragazzo che sprizzava allegria a destra e a manca.
Lucy aveva un debole per le risate sincere, quelle che solo a sentirle ti riscaldano il cuore e ti mettono addosso, come un secondo vestito, una grande allegria.
-Forse è per questo che ha permesso a uno sconosciuto di trascinarla a bere un caffè.
-Beh come si può dire di no quando te lo si chiede in modo così gentile e ben educato poi… non si incontrano tutti i giorni gentleman dai capelli rosa e l’ombrello a portata di mano.-
Natsu rise e si tolse il cappello, rivelando una massa informa di capelli rosa che andavano in ogni direzione, si accese una sigaretta e subito Hibiki portò un posa cenere, insieme ai due caffè.
-Signor Natsu, ha un nome così insolito. Posso osare a chiederle da dove viene e come mai è venuto a New York?-
Natsu si tolse la sigaretta dalle labbra e le tolse la cenere, per poi risponderle.
-Il mio nome per lei sarò insolito ma vede nel mio paese è un nome abbastanza comune. Vengo da un paese oltre l’oceano di cui lei non può sapere l’esistenza.-
-Come siamo misteriosi.-
-Magari se continuo di questo passo mi concederà una cena.-
-Può darsi signor Dragneel, gli do per buona questa risposta ma non ha ancora risposto alla mia seconda domanda.-
Lui ghignò per poi rimettersi la sigaretta in bocca.
-Touche signorina, mi permetta di lodarle la sua perspicacia. Sono a New York per affari, dove ci sono soldi ci sono io.-
Lucy bevette un sorso del suo caffè e poi sorrise.
-La mia perspicacia è un’eredità di famiglia. Altrimenti non sarei una giornalista.-
Natsu si stupì di quell’affermazione, la bionda non ne capì il motivo, ma poi lui sembro illuminato da una risposta e annuì.
-Per chi scrive?-
-Per il giornale della mia famiglia, il New York Times. Saprà di certo che è il migliore giornale della nazione a parer di molti. Scriviamo solo il meglio per il meglio.-
Dettò ciò finì il caffè e Natsu la sua sigaretta.
-Molto umile la ragazza, se mi permettete.-
-Non sono solo io ad affermarlo, ogni Americano può sostenerlo.-
Lucy chiuse gli occhi per bearsi della voce roca della cantante, adorava il jazz ne andava matta.
Poteva ascoltarlo per ore senza mai annoiarsi, Natsu dovette intuirlo perché rimase zitto e la imitò, quella musica non era mai giunta alle sue orecchie e la trovava splendida se la sarebbe portata via con se.
Finita la canzone terminò anche il silenzio tra i due e Lucy riaprì gli occhi vedendo Natsu osservarla.
-Vedo che le piace molto questa tipologia di musica.-
-Oh, il Jazz mi ha accompagnato nella crescita. Mia mamma ne andava matta e per i silenziosi corridoi della mia casa alleggiava sempre il suono di un saxofono. Al contrario mio padre lo detestava e quando gli chiesi il perché, all’età di 11 anni, lui mi rispose “Il jazz è sempre stato come il tipo d'uomo con cui non vorreste far uscire mia figlia.” Frase che capì solamente negli anni seguenti. Lui era più un tipo da Chopin e Mozart, non li disprezzo certo ma il Jazz … non so è qualcosa che si è legato nel mio cuore e non se ne vuole più andare. -
Natsu la lasciò parlare a ruota libera e ne approfittò per osservarla meglio, gli occhi gli ricordavano quelli dei cerbiatti: grandi e limpidi senza segreti, ma con una punta di tristezza dentro essi che era desideroso di scoprire e di cacciar via.
I capelli erano cotonati e raccolti in una crocchia alta con dei ciuffi che gli ricadevano ai lati del viso, gli facevano da cornice a quel splendido volto fine e delicato dove le labbra si mettevano in bella mostra con un rossetto rosso.
Il naso era piccolo e all’insù e le donava un’aria tenera, Natsu riusciva solo a trovare pregi in quel viso di fronte al suo ma poi notò la fasciatura al collo e il suo sguardo si intristì.
Lucy lo noto perché gli chiese subito se qualcosa lo turbava, lui sorrise e dicendo che il sole era di nuovo padrone nel cielo se ne andò lasciando solo il suo odore pungente di tabacco accanto a Lucy e i soldi sul tavolino.
   
 
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