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Autore: salamandergirl    27/12/2016    3 recensioni
Immaginate un mondo dove i maghi si mescolano con persone normali, senza alcuna dote speciale quanto la loro, ognuno di loro si comporta normalmente e ha un lavoro, una famiglia.
Una vita normalissima vissuta in anonimato insieme al resto della massa.
L’unica cosa, o meglio luogo, che fa ricordare ai maghi di essere tali sono le gilde: luoghi dove i maghi si riuniscono e nei quali possono manifestare la loro vera natura e utilizzare le loro doti senza alcuna paura di essere scoperti.
Ma al di fuori delle Gilde è severamente vietato usare la magia ed è anche vietato far venire a conoscenza a qualche non mago di questo mondo incantato e magico.
La nostra storia è ambientata a New York, corre l’anno 1955 quando un’avvenente ragazza di vent’anni rimane orfana di madre e padre e con la loro scomparsa sulle spalle le ricade la responsabilità dell’azienda famigliare che ormai stava in piedi dal 1851.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden, Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

Immaginate un mondo dove i maghi si mescolano con persone normali, senza alcuna dote speciale quanto la loro, ognuno di loro si comportano normalmente e ha un lavoro, una casa e una famiglia.
Una vita normalissima vissuta in anonimato insieme al resto della massa.
L’unica cosa, o meglio luogo, che fa ricordare ai maghi di essere tali sono le gilde: luoghi dove i maghi si riuniscono e nei quali possono manifestare la loro vera natura e utilizzare le loro doti senza alcuna paura di essere scoperti.
Ma al di fuori delle Gilde è severamente vietato usare la magia ed è anche vietato far venire a conoscenza a qualche non mago di questo mondo incantato e magico.

La nostra storia è ambientata a New York, corre l’anno 1955 quando un’avvenente ragazza di vent’anni rimane orfana di madre e padre e con la loro scomparsa sulle spalle le ricade la responsabilità dell’azienda famigliare che ormai stava in piedi dal 1851.
1957
 
Sembra una giornata come tante per Lucy Heartfilia, ricca ereditiera, quando alle 7:35 sale sulla sua “Ferrari tour de France” salutando il suo autista dicendogli di portarla nel suo ufficio.
Lucy accavallò le gambe tenendo in mano un libro, vogliosa di leggere quelle ultime cinque pagine prima di iniziare a lavorare.
-Signorina Lucy, oggi dovrò lasciarla un po' più lontano dall’entrata del suo ufficio. Poiché oggi “Long Acre Squar” non è praticabile. -
-Non preoccuparti, camminare un poco non mi farà male.-
Rispose allegra la ragazza tornando alla sua lettura, mentalmente stava ringraziando il cielo di aver messo quelle scarpe nere lucide col tacco largo così non sarebbe arrivata in ufficio con i piedi doloranti.
Dopo una quindicina di minuti l’auto bianca si fermò e Lucy Scese con grazia senza farsi agitare dal ticchettio del tempo che scorreva veloce e ,con passo leggero, si avviò per il marciapiede con il libro sotto il naso agguerrita a finire quelle due maledettissime pagine.
Indossava un vestito rosso dalle spalle strette e un’ampia gonna che finiva al polpaccio, un look elegante per quella mattinata primaverile che avrebbe passato seduta nel suo ufficio a completare scartoffie burocratiche e a leggere ogni articolo prima che andasse in stampa.
La famosa “industria” che i suoi genitori le avevano lasciato era il “New-York Times” famosissimo giornale, comprato da tutti (o almeno quasi) gli americani poiché, uno dei migliori giornali in circolazione.
E grazie a suo padre nel 1942 furono aggiunte le parole crociate, cosa banale ma che alzò incredibilmente la vendita del giornale.
Ora il passaparola era passato a lei e doveva portare ancora di più alla grandezza questo giornale, ormai era da qualche mese sotto la sua responsabilità e le vendite erano rimaste stabili ma doveva trovare un’idea per alzare ancora di più le vendite, ma cosa?
Lucy si era posta quella domanda così tante volte e, non aveva ancora trovato una risposta a questo quesito.
La giovane alzò lo sguardo dal suo libro terminato per notare, con piacere, di trovarsi davanti all’entrata del suo giornale.
Accanto alla porta di ingresso vide il portiere: Wakaba Mine, un uomo sui 40 anni con la stessa capigliatura di Elvis (si ostentava a dire che era stato proprio il re del rock a copiare la sua capigliatura dopo una partita a poker finita), dal viso lungo e rasato con gli occhi perennemente socchiusi, un suo tratto distintivo era la pipa che aveva sempre in bocca regalatagli dalla sua moglie.
-Buongiorno Signorina Heartfilia. Quest’oggi ha terminato il libro? -
-Buongiorno Wakaba, esatto terminato giusto ora. Sono già arrivati tutti? -
Wakaba annuì sorridendo e aprì la porta in vetro, Lucy lo ringraziò con un cenno del capo e entrò nell’enorme edificio grigio.
La hall era un via e vai di gente, persone che vestite di tutto punto stavano salendo e scendendo le scale mentre altri aspettavano l’ascensore con la loro 24h in mano, e ognuno di queste persone appena notava Lucy la salutavano calorosamente come una amica di vecchia data ma quanti effettivamente la conoscevano?
Veniva salutata solo perché era il capo e poteva decidere sulla vita lavorativa di ognuno di loro, meglio tenersi stretti i nemici o le persone con un patrimonio da far girare la testa.
Macao Convault, uno dei postini del giornale, le passò accanto sorridendo e le diede una busta senza parlare per poi proseguire la propria strada verso l’uscita.
Molto probabilmente per litigare nuovamente con il suo amico/rivale Wakaba.
Lucy infilò nel libro la busta violacea e velocemente, senza mancare di salutare tutti, si fece largo per le scale per arrivare al secondo piano dove milione di persone stavano sedute su vecchie scrivanie in legno a battere con la macchina da scrivere nuovi articoli, guardò per un attimo la stanza brulicante di persone per osservare che tutti facevano il loro lavoro e poi soddisfatta andò al secondo piano, completamente vuoto se non per una scrivania dove stava seduta una donna in tailleur giallo canarino, che appena vide Lucy si alzò di scatto correndole in contro con dei fascicoli in mano.
-Signorina Lucy, Buongiorno. Abbiamo una mattinata piena di appuntamenti e di assegni da firmare. Abbiamo anche dei articoli sensazionali sensazionali che deve leggere prima che sia mandato in stampa.-
 -Levy tranquilla, ci sarà tempo per tutto. Ora devo leggere questo telegramma urgente.-
Disse e la ragazza dai boccoli celesti annuì seria e tornò alla sua scrivania mentre la bionda aprì il suo ufficio.
Il suo ufficio, certamente non era piccolo anzi era spazioso con un enorme tappeto persiano posizionato al centro con la scrivania in noce posizionata sopra mentre un enorme quadro raffigurante Jude e Layla Heartfilia (i genitori di Lucy) stava sul muro dietro essa.
Arazzi decoravano le pareti bianche mentre le finestre erano coperte da pesanti tende rosse; la prima cosa che Lucy fece fu aprire ogni finestra in modo che la luce filtrasse per illuminare l’ufficio, poi si sedette alla scrivania aggiustò la foto di sua madre sulla scrivania mentre prese dal cassetto un tagliacarte in argento per aprire la busta viola.
Lo strappo fu veloce, talmente forte che Lucy temette di aver rotto la lettera ma per fortuna il contenuto era intatto.
Tirò fuori la lettera e iniziò a leggerla:

Cara Lucy


Devo chiedere il tuo aiuto per tirare fuori dai guai Kana Alberona, poiché è stata arrestata poiché a fatto qualcosa, e Dio solo sa cosa, in pubblico ed è stata arrestata per ciò.
Tu conosci molto bene l’agente che ha la giurisdizione nella tua zona potresti aiutare Kana ad uscire da questa situazione?
Lo so che ti chiedo molto piccola Lucy e che hai molto a cui badare ma la famiglia chiama, quando tornerai a Fairy tail? Ci manchi da morire.

Un bacio
Makarov

Lucy sospirò, sembrava un compito da due soldi ma aveva chiesto troppi piaceri a tutti i poliziotti di New York per Kana, sarebbe stata dura tirarla fuori dai pasticci.
Rilesse la lettera, quanto gli mancava il master e tutta la combricola di fairy tail.
Tutta la sua famiglia.
Si era allontanata molto dalla morte dei genitori, non voleva essere compatita e nemmeno consolata da nessuno voleva stare sola, immersa nel suo dolore.
Era già molto che aveva continuato a lavorare, tenendosi il dolore per se chiuso in una piccola parte del suo cuore, le uniche due persone che aveva lasciato che la consolassero erano Levy e Kana.
Le sole che potevano capire e comprendere il suo dolore.
-Levy! Entra subito!-
Urlò Lucy e la piccola segretaria, che era rimasta accanto alla porta pronta a intervenire per ogni suo richiamo, entrò e si avvicinò a lei.
-Si Signorina Lucy?-
-Non chiamarmi così, almeno non quando siamo sole.-
Levy sciolse la sua postura rigida e si sedette sulla scrivania prendendo in mano la lettera.
-certo che Kana si è messa in un bel pasticcio, si è messa a girare in strada in intimo insieme a Bacchus, ma mentre lui è riuscito a sfuggire dai poliziotti lei è cascata a terra come una pera cotta.-
-Peccato che ora tocchi a me, tirarla fuori dai pasticci e non quel fanfarone di Bacchus.-
Commento la bionda guardando la sua migliore amica, Levy era di certo piccolina, sembrava quasi una bambolina come quelle che di solito ti donavano le nonne.
-Dai Lucy. Sarà il lavoro meno faticoso di oggi. -
Disse semplicemente Levy per poi consegnarle il programma di quel giorno e Lucy prego che la sera arrivasse presto perché solo a leggere quel foglio l’emicrania le saliva a manetta.

Le diciannove arrivarono lentamente, troppo lentamente per Lucy.
Era appena tornata a casa quando salì sulla sua seconda auto nera per guidare verso la stazione di polizia.
Doveva andare senza autista perché il discorso che lei e Kana avrebbero affrontato non poteva esser udito da altre persone oltre a loro.
Con non poca fatica riuscì a far uscire l’amica dalla cella, lasciando al posto della bruna una promessa di una cena con il sergente, e sospirando risalì in macchina con l’amica sul lato del passeggero.
-Non hai niente da dire?-
Chiese Lucy esasperata accendendo il motore.
-Quei guanti sono nuovi? Sono gli stessi che indossa la modella bionda di Channel nella sua ultima sfilata. -
-Non la scampi signorinella. Quest’ultimo mese sono già 3 volte.-
-meno dello scorso mese.-
-Non è questo il punto Kana!-
Lucy imboccò una curva sulla destra, una vecchia scorciatoia per evitare il traffico.
-Non ci sarò sempre io a tirarti fuori dai guai. E stavolta mi hanno chiesto una cena e la promessa che tu non combinerai guai. Ma la prossima volta non saranno così clementi. -
Kana annuì, tanto sapeva che tra poco sarebbero andate a casa di Lucya finire una bottiglia di vino e a mangiare pasticcini.
La perdonava sempre alla fine.
Ma qualcosa quella sera avrebbe stravolto i loro piani, come una figura in mezzo alla strada.
In piedi stava un ragazzo con in mano una fiamma dagli stessi colori del tramonto, l’ultima cosa che Lucy vide prima di ruotare velocemente il volante facendo andare fuori strada la macchina e finire contro un albero, furono una sciarpa bianca e dei occhi verdi che le ricordavano gli orecchini di Giada della madre.
 
   
 
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