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Autore: Mnemosine__    30/12/2016    2 recensioni
Poseidone, l'unico che sembrasse avesse prestato fede al giuramento di non avevre figli, ne aveva aveva avuto uno da una mortale.
E aveva anche la faccia tosta di chiedere alla figlia maggiore di mantenere il segreto e di aiutarlo a nascondere il bambino?
"Cosa vuoi che faccia?" Chiese senza tanti convenevoli quando suo padre le aprì la porta.
"Vivere qui. Dovrai proteggerlo dagli occhi degli dei e dei mostri."
"Cioè vuoi che rinunci alla mia vita per fare da baby-sitter. Va bene, lo farò. Ma se Zeus lo scoprirà ti prenderai tutta la colpa.
"Grazie"
"Ringrazia di avermi fatto giurare." Ringhiò lei. "Allora? È un maschio o una femmina?"
Poseidone fece segno a Sally di avvicinarsi con il fagottino.
"Ti presento Perseus, tuo fratello." Elisabeth sbuffò imponendosi di odiare da subito il fagottino, lo avrebbe solo protetto come voleva suo padre e quando la pulce fosse stata abbastanza grande l'avrebbe lasciato e sarebbe tornata a fare i cavoli suoi.
Quando, però, gli occhi dei due si incontrarono tutti questi propositi andarono dritti dritti al Tartaro.
Quel bambino era speciale.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ade, Apollo, Nico/Will, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Blood Brothers'
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"Pronta?" Chiese Il figlio di Afrodite stringendo l'impugnatura della sua spada. 
"Solo se lo sei anche tu." Rispose la figlia di Poseidone prima di partire all'attacco. 
Era passato un mese dalla partenza dei tre Principi, tre settimane dal tradimento del marito da parte della ragazza. 
Entrambi sapevano che era sbagliato, ma nessuno dei due poteva fare a meno dell'altro.
Da quel momento, infatti, due amanti approfittavano di ogni momento libero per trovare un luogo appartato dove poter stare da soli.
Ovviamente non erano mancate le volte in cui avevano rischiato di farsi scoprire, ma ogni volta erano riusciti a scampare il pericolo. 
Solo una  sera erano stati colti in flagrante, dal figlio della dea dell'amore, mentre si tenevano per mano cercando un posto dove poter fare altro.
Fortunatamente Enea aveva promesso di mantenere il segreto, anche perché in qualità di figlio dell'Amore, era suo compito proteggere i due amanti. 
E poi ad Afrodite piacevano tanto queste storie al di fuori del matrimonio.  
Ora Troilo aveva preso parte ad una battuta di caccia insieme a suo padre e ad altri nobili, il gruppo sarebbe tornato solo verso l'ora di cena.  
Enea e la filia di Poseidone si stavano allenando nel campo di addestramento. 
Priamo aveva cancellato l'ordine di Pammone che vietava alla nuora di non combattere, visto che l'aveva scelta come suo generale.
Lissandra alzò entrambe le braccia per bloccare l'assalto dell'amico per poi obbligarlo a fare alcuni passi all'indietro. 
"Sei migliorato." Disse prima di piantare la punta della lama nella terra e prendere un piccolo pugnale. 
"Vediamo come va con il corpo a corpo." 
Il principe sorrise e seguì il suo esempio.  
Enea le si avvicinò e caricò il primo affondo, che la ragazza schivò velocemente per poi abbassarsi e ferirlo sulla gamba. 
Enea sussultò e fece un passo indietro, solo per vederla impallidire velocemente. 
"Stai bene?" Chiese il principe. 
"Non lo so..." Le ginocchia cedettero. Perse la presa sulla spada. 
Enea si sporse in avanti appena in tempo per non farle sbattere la testa a terra. 
La scosse leggermente, senza però ottenere risposta. 
Subito alcuni nobili gli si fecero attorno "Ma che cosa le hai fatto?" Chiese suo cugino Polidoro. 
"Niente! È svenuta." 
"Stendila su un fianco." Disse una melodiosa voce baritonale.
Un giovane dai biondi boccoli d'oro lo affiancò. 
Tutti lo riconobbero, era il ragazzo che si era trasformato in un corvo poche settimane prima. 
"Liz..." Guardò Enea.
Il principe abbassò lo sguardo "Mio signore io non..." 
"So che non sei stato tu, figlio di Afrodite. Non sono stupido. Dai ordine che un guaritore la raggiunga nelle sue stanze. " Disse imperioso. "Devo parlare con tua madre."

"Come volete." Disse il principe prendendo in braccio la ragazza. 
"Chiamate il migliore medico che abbiamo." Ordinò ad uno dei soldati.
Si girò verso Apollo per chiedergli cos'altro dovesse fare, ma il nume era già sparito. 

 Enea posò delicatamente la principessa sul suo letto. Senza muoverla troppo le sfilò l'armatura, lasciandole la sottile tunica di lino che indossava sotto. 
Le tolse la cintura a cui era appesa la spada e fece per riporla su un baule quando venne mandato fuori dalla stanza dalla regina Ecuba, che poi gli chiuse la porta in faccia. 
Poco dopo la donna uscì, chiudendosi la porta alle spalle. 
"Come sta?" Chiese il principe.
Lei sorrise. "Benissimo. È solo un po' stanca." 
"Quindi non era una cosa grave?" 
"Cosa? Oh certo che no." Disse Ecuba prima di dirigersi verso la sala del trono.

<•>

"Che cos'hai fatto, Afrodite?" 
Chiese il signore del Sole comparendo davanti alla splendida dea. 
Lei lo guardò con la coda dell'occhio, mentre tutta la sua attenzione era rivolta verso le sue unghie perfette. 
"Cosa dovrei aver fatto, esattamente?" 
Il dio dagli occhi d'ambra assottigliò lo sguardo. "Lo sai. Se Poseidone lo venisse a sapere..."
"Ma Poseidone non lo saprà. A differenza mia lui non presta molta attenzione a quello che fa sua figlia, o insieme a chi sta." Disse lei marcando le ultime parole. 
"Quindi ammetti di aver combinato un disastro?" 
"Disastro?" La dea rivolse gli occhi chiari verso di lui. 
"È un capolavoro." La dea riportò lo sguardo sulle sue mani "E poi, tu, che cosa centri con tutto questo?"
Già, cosa centrava lui con tutto quello? 

<•>

Troilo era appena tornato dalla battuta di caccia portando con sé un meraviglioso esemplare di cinghiale adulto. 
Si stupì quando ad attenderlo elle sue stanze trovò sua Madre. 
"Mamma?"
"Figlio mio com'è andata? So che sei stato tu ad uccidere il cinghiale." 
"È andata bene mamma." Si guardò intorno e adocchiò la vasca da bagno piena di acqua fumante. 
"Ehm... Mamma?" 
"Si tesoro?"
"Potresti uscire?" Chiese leggermente in imbarazzo. 
"E perché dovrei?" 
"Ecco... Mi dovrei lavare... Tu non puoi vedermi..."
"Nudo? Tesoro mio guarda che ti ho portato nel mio grembo e dato alla luce io. E, per tua informazione, i bambini nascono nudi. Sono la tua mamma, non ti preoccupare." 
Disse lei avvicinandoglisi e iniziando a togliergli la pesante corazza. 
"Ma mamma... Sono... Sono grande adesso..."
"Sciocchezze! Sei il mio bambino." 
"Mamma ti prego potresti uscire da qui?!" 
Gridò Troilo. 
"Ieri mentre tu e tuo padre eravate fuori abbiamo scoperto una cosa bellissima. " disse Ecuba mentre il figlio la conduceva verso la porta.
"Ho già mandato un messaggero a Pammone." Disse euforica imboccando la porta. "Sarà così felice!" 

Quando il principe arrivò davanti alla porta degli appartamenti di Pammone si fermò sulla porta a riprendere fiato. 
Si appoggiò al pesante portone, accorgendosi che era socchiuso. 
Fece per entrare, ma si fermò brusco quando sentì dei singhiozzi.
"Allora?" Sentì la voce della principessa. All'inizio Troilo non capì con chi stesse parlando, ma decise che era meglio aspettare fuori dalla porta. 
Seguì del silenzio.
"Tesoro..." Disse piano il dio del sole. "Entra Troilo." Disse a voce più alta conscio che il ragazzo li stava ascoltando. 
Il principe aprì la porta con espressione colpevole.  
Apollo era seduto sul grande letto e teneva Lissandra, in lacrime, tra le braccia. 
Il dio gli fece segno di chiudere la porta ed avvicinarsi. 
"Cos'è successo?" Chiese il principe, anche se un sospetto lo aveva.
"Da un po' di tempo ho giramenti di testa." Disse la ragazza passandosi una mano tra i capelli. "E ieri sono svenuta." 
"Enea ha fatto chiamare uno dei miei sacerdoti." Continuò Apollo. 
"È tanto grave?" 
"Dipende dal punto di vista." Scherzò il dio.
"Sono incinta." Sputò fuori lei. 
"Oh." Disse il principe. "Sono felice per te e Pammone." Un peso gli si formò nel cuore, rendendosi conto che la ragazza che amava era la moglie di suo fratello.
Lui non avrebbe mai avuto una vera famiglia con la donna che amava.
"Ma non dovresti essere felice?" Chiese prendendole una mano tra le sue. 
Infondo era una cosa bella no? Dare un erede a suo fratello. 
Lei scosse la testa e abbassò lo sguardo.
"Il bambino non è di tuo fratello." Disse Apollo con voce lugubre prima di trasformarsi in un corvo e volare via dalla finestra.
"No?" Chiese stupito Troilo. "E allora di... No." Il principe si alzò di scatto dal letto su cui era seduto e si avvicinò alla finestra. 
"Non è possibile. Non... Non doveva succedere. Io non ho mai voluto avere figli." 
Lissandra si lasciò scappare un'altro singhiozzo. 
Troilo si rese conto di quello che aveva appena detto. Velocemente fece il giro del letto e abbracciò la ragazza. "Non volevo dire questo. È che non sono... Non ero pronto. Non so come mi devo comportare e non..." Fece un lungo respiro. 
"No hai ragione." Disse lei con voce tremante mentre si alzava in piedi.
"Questo è stato uno sbaglio. Non dovevo lasciarmi andare a passioni mortali. Non dovevo familiarizzare con te. Avrei dovuto trattenermi quella sera invece no! Mi sono lasciata andare e guarda cos'è successo!" Si indicò il ventre.
"Non posso nascondere a mio padre un bambino figuriamoci una gravidanza intera! E poi c'è tuo fratello!" 
La figlia di Poseidone continuò a parlare è gridare agitando le mani e toccandosi la pancia.
Troilo si fermò a guardare la ragazza che aveva di fronte. Per la prima volta la vide senza la sua abituale corazza, completamente inerme. Per la prima volta, mentre la guardava, vide quanto era fragile. L'occhio gli cadde sulla sua pancia coperta dalla tunica e si rese conto che lì dentro ormai c'era una piccola vita, un cuore che batteva, lì c'era suo figlio. Una piccola parte di lui cresceva lì dentro.
Immediatamente provò un senso di protezione per quella creatura a non ancora nata.
"Cosa dovrei andargli a dire? Ben tornato Pammone com'è andato il viaggio? Aspetta, sai che sono incinta di tuo fratello?" 
Continuò lei ormai in preda ad una crisi di panico. "Sai cosa succede se una donna tradisce il marito? Muore! E nel caso degli immortali è ancora peggio!" 
"Liz calmati adesso." Sussurrò il principe prendendola per le spalle. 
"No che non mi calmo! Mio padre mi farà a pezzi, se verrà a saper che gli ho disubbidito, mi manderà sull'isola di Circe oppure mi segregherà come Calypso... " 
Troilo la baciò. Assaporò le sue labbra guatandosi il loro sapore salmastro accentuato dalle lacrime salate.
"Non ti succederà niente di tutto questo. Vi proteggerò entrambi." Sussurrò a fior di labbra." Troverò un modo."

Angolo autrice: ciao! Ringrazio Zeref per le sue puntuali recensioni che mi ormai sono diventate una cosa abitudinaria, a cui non rispondo solo perché sono pigra. 
Questo capitolo è incentrato sul passato, perché mi sto seriamente stufando di scriverlo e devo arrivare ad un punto preciso della storia perché possiate capire tutto. Quindi niente... ciao 
   
 
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