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Autore: b r i c i o l a    25/05/2009    1 recensioni
era partita come una one shot ... ma poi, grazie alle ostre recensioni ho deciso di continuarla... tutto parte dal momento in cui Rosalie trova Emmtt nel bosco, mentre sta per essere sbranato dall'orso... ho cercato di dare fondo ai loro lati dolci..spero vi piaccia...
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Emmett Cullen, Rosalie Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Con il solito ritardo ma ce l’ho fatta. Questo è il penultimo capitolo. Ok non so che altro dire, a parte che è dedicato a cougar con la speranza che si riprenda presto insieme ai suoi due bimbi.

Baci

Scimmietta

P.S. grazie agli 8 preferiti, all’1 seguito e a chi legge solamente. Solo una cosa, lasciate un commento, anche piccino.

 

 

Capitolo 6

Mi sembrava di essere diventata una Principessa, o meglio la regina che avevo sempre desiderato diventare. La differenza, però, era che io non ero regina di un regno magico, ma del cuore dell’uomo che amavo.

Dopo la sua proposta, i giorni mi parvero volare. Io ed Esme ci eravamo impegnate nell’organizzare il matrimonio, ed Emmett non faceva che starmi accanto quando avevo un minuto di pausa. Edward e i nostri genitori erano stati davvero felici alla notizia. Non mi era parso di vedere nulla negli occhi di mio fratello, se non una grande gioia per me e il mio scimmione.

“Rosalie, amore mio, mi manchi tanto!” mi girai stupita nel sentire il mio Emmett dire quelle parole.

“Cosa dici Emm? Guarda che io sono qui!”

“Lo so, però sei così occupata con il matrimonio che non stiamo insieme molto tempo!”

“Il mio scimmione! Prometto che cercherò di trascorrere più tempo con te!” dissi, avvicinandomi e scoccandoli un piccolo bacio sulla guancia.

“Promesso?” mi chiese, titubante.

“Certo! Ora però devo andare ad aiutare Esme con le decorazioni” cercai di sciogliere l’abbraccio me non me lo permise.

“Vedi? Hai appena promesso. Che se la cavi da sola! Tu ora stai con me!” urlò, e per un attimo ebbi davvero paura. Annuii spaventata, e lui ridacchio soddisfatto. Poi, mi prese in braccio e sfrecciammo nella sua camera. Il suo balcone era il più piccolo, ma dava sul fiume, e il panorama era stupendo.

Iniziò a farmi il solletico, e a mordermi ovunque. Io ridevo a più non posso e mi sentivo strana.

Mi piacevano quelle carezze, mi riscaldavano nel profondo. Completamente rilassata mi abbandonai al suo petto, accarezzando i suoi ricci ribelli.

Restammo così tutto il resto della giornata, coccolandoci, ma quel rompiscatole guastafeste di Edward venne a bussare verso la sera.

“Hey piccioncini! Un po’ di contegno!” esclamò ridacchiando, mentre entrava nella camera.

Non ti sopporto fratellino! Hai rovinato un momento stupendo! pensai, sapendo che poteva sentirmi.

“Oh mio Dio, ora siete uguali anche nei pensieri! Mi sa che vi abbiamo persi a tutti e due!” disse ancora, ridendo.

Anche il mio scimmione aveva pensato le mie stesse cose, forse lui con un linguaggio più colorito. Lo guardai, e gli accarezzai una guancia. Lui ricambiò, scompigliandomi però i capelli.

“Cosa accidenti vuoi Edward?” chiese poi, mettendosi a sedere e prendendomi in braccio.

“Da te proprio niente! Sono venuto a dire a Rose che nostra madre la cerca, per parlare del matrimonio”

Emmett gli lanciò un’occhiataccia, per poi tornare a guardarmi adorante.

“Ti dispiace se vado Emm?” gli chiesi io, cercando di fare i miei occhioni da cucciola.

“Va bene vai, però torna presto!” sbuffò, e mi lasciò scendere. Prima di uscire fuori dalla camera gli lanciai un bacetto volante, che lui fece finta di acchiappare, e se lo portò al cuore, facendo un’espressione tristissima.

Scesi giù in cucina da mia madre. Era seduta al tavolo della cucina, e stava sfogliando un catalogo di vestiti.

“Oh Rose! Credevo ti avessero rapita! Vieni qui, dobbiamo scegliere solo il vestito!” mi disse, invitandomi ad accomodarmi accanto a lei.

“Hai già fatto le altre cose?” le domandai incredula. È vero, eravamo vampiri superveloci, ma un matrimonio è comunque qualcosa di difficile da organizzare.

“Si tesoro! Ho ordinato la torta, il servizio di piatti, il reverendo e ho spedito gli inviti. Te l’ho detto, manca solo il vestito da scegliere!” sorrise.

Passammo ore a sfogliare cataloghi. Esme quando ci si metteva era davvero pesante. Oltre al catalogo che aveva lei in mano, ne aveva nascosti altri cento. Stava annotando tutto ciò che mi piaceva, perché se alla fine non avessimo trovato niente me ne avrebbe cucito uno lei.

Arrivò Carlisle da lavoro, ed eravamo ancora sedute al tavolo. Ero annoiata.

“Oh Carl! Finalmente. Ecco, Esme è tutta per te ora!” li salutai con la mano e mi fiondai nella mia camera.

Entrai, ma il mio scimmione non c’era. Mi rattristai. Vicino al letto c’era una busta. La presi in mano e l’aprii.

Mia piccola stella,

Edward mi ha convinto ad andare a caccia, non ho saputo resistere. Spero ti sia divertita con Esme, ma prometto che domani mattina, allo spuntar del sole sono di nuovo lì ad abbracciarti.

Ti amo mia dolce stellina

Tuo Scimmione.

Sorrisi. Quel soprannome gli piaceva davvero.

Non ero stanca, per noi vampiri era impossibile stancarsi, ma decisi di sdraiarmi sul letto. Chiusi gli occhi, pensando che un umano, fosse stato in quella posizione, si sarebbe addormentato, iniziando a sognare. Io non potevo più sognare, ma avrei tanto voluto poterlo fare.

Della mia vita da umana, ricordavo che i sognare mi piaceva. Avevo l’impressione di vedere il mondo con colori diversi che mi facevano felice. Poi la mia mamma naturale, quando ero ormai addormentata mi veniva vicino e mi baciava la fronte sussurrandomi che ero la più bella del mondo. Ed ero felice. Mi piaceva essere coccolata da lei e da papà.

Riaprii gli occhi, scacciando dalla mente quelle immagini dolorose, e mi accorsi che si era già fatta l’alba. Girai la testa e lui era lì. Aveva mantenuto la sua promessa.

“Buongiorno angelo mio! Cercavi di dormire? Guarda che mi hai fatto prendere uno spavento!” disse, ridacchiando e accarezzandomi la guancia.

“Scemo! Ricordavo come è sognare. Quando ero un’umana adoravo farlo” sorrisi tristemente, e dopo averli dato un leggero bacio sulle guancie, mi alzai da letto.

“Dove vai? Non avrai intenzione di scappare da me?” mi riacchiappò e mi buttò sopra di lui. Iniziò a farmi il solletico e scoppiai a ridere come una matta.

“No … no … Basta, Basta Emm … aiuto!” urlavo ma lui non si fermava. Alla fine, riuscii a ribellarmi e scappai dalla sua morsa. Corsi in balcone e saltai giù. Dopodiché presi a correre ancora più veloce, senza dar conto a dove stessi andando.

Lo sentivo che mi seguiva, cercando di essere silenzioso, in vano. Perfino un mammut aveva più grazia di lui!

Mi fermai, per permettergli di raggiungermi, e solo in quel momento mi resi conto di dove mi trovavo. Era la radura in cui l’avevo trovato.

Mi fu accanto in un secondo e prendendomi per la vita mi attirò a se.

“Me lo ricordo questo posto. Non bene, però mi sa di esserci già stato!” esclamò sedendosi sulla terra.

“Si … è qui che ti ho trovato …” dissi, sedendomi sulle sue ginocchia.

“Davvero? Beh allora è un posto magico!” lo guardai scettica.

“Posto magico? Amore mio stavi per essere sbranato da un orso!”

“Lo so … ma se non fosse stato per quell’orso non ti avrei mai incontrata!”

Sospirai, frustrata. Era inutile, lui era contenta di essere un vampiro e non avrebbe cambiato idea per nulla al mondo. Beato lui.

“Perché sei scappata?” mi chiese poi, guardandomi con la fronte aggrottata.

“Non ce la facevo più con tutto quel solletico!”

Rimase in silenzio, e mi girai per vedere se c’era ancora.

Anche lui mi guardava, dolce, sorridente.

“Sai che giorno è domani?” mi chiese, ridacchiando.

“Certo! Domani ci sposiamo!” esclamai, abbracciandolo.

“Già … saremo marito e moglie … non vedo l’ora!” sorrise, alzandosi in piedi e prendendomi in braccio.

“Si, ma noi non dovremmo stare insieme!” scesi dalle sue braccia e ricominciai a correre verso la villa.

Le tradizioni andavano rispettate.

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