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Autore: TotalEclipseOfTheHeart    01/01/2017    1 recensioni
Elayne O'Connel ha solo sedici anni quando la sua vita viene sconvolta, e scopre di essere stata scelta come Guardiana della Terza Dimensione, Astrapos, per combattere contro il male.
Perchè Yggdrasil, l'Albero del Mondo, sta morendo, e con lui, anche il sigillo che teneva prigionieri Nidhoggr, la Grande Viverna, sta svanendo.
Solo I Sette Guardiani possono combatterlo, ritrovando l'Aetherna, l'unica anima pura che possa sconfiggere il mostro.
E' però una lotta contro il tempo, perchè, se sarà lui a trovarla, per loro, per tutto il mondo, sarà la fine...
Tratto dal testo:
"Non ho scelto io il destino che mi è stato assegnato.
Mi sono svegliata un mattino, e booommm … la mia vita non era più come prima. Semplicemente, gli dei o chi per loro avevano altri programmi per me, e che mi piacesse o no, dovevo seguire la strada che avevano tracciato.
Seh … se pensavate davvero che gli dei fossero dei santarellini tutto amore e amicizia, mi spiace deludervi ma … non è affatto così. Prendete me, per esempio. Pensate davvero che volessi rischiare le penne per salvare il mondo? Io??? Tre denunce per rissa e sette sospensioni, tutte in scuole diverse … come no."
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Watchers Chronicles'
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Capitolo XXX
Senso di debolezza
 
 
(Elayne)

“Toglietevi di torno, mezze calzette, entra in scena in grandissimo e alquanto venerabile JAKHAAL DI VRACH!”
Fu con quel grido di battaglia a dir poco originale, e decisamente modesto, che la mattina del mio terzo giorno nelle segrete mi svegliai, guardandomi intorno e notando non senza un certo stupore come quel posto fosse ormai niente più che un ammasso di macerie fumanti.
Alzai un sopracciglio, sbadigliando sfinita, mentre con un boato difficile da ignorare la porta della mia cella veniva letteralmente fatta saltare in aria, e quello che per poco faticai a riconoscere come il mio compagno mi comparve di fronte, un sorriso a trentasei denti stampato in faccia e tutta l’aria di uno che, invece che trovarsi a combattere contro orde di mostri, si sta godendo una festa sulla spiaggia.
“Ehilà, bellezza! Siamo venuti a prenderti!!! Alza le chiappe che dobbiamo muoverci, gli altri stanno tenendo impegnato il demone, e dobbiamo riunirci coi nostri compagni per dare man forte alle truppe!”, fece, mentre Ainu gli scendeva dalla spalla, portandosi una mano sullo stomaco e scoccandogli un’occhiataccia.
Mi guardai intorno ma, sorprendentemente, di Leonice non vi era traccia. Le catene che lo avevano tenuto legato al muro della mia stessa segreta giacevano a terra, abbandonate, come se non fosse mai stato lì.
Ainu si avvicinò, guardando nella mia stessa direzione: “C’era qualcuno con te?”
Annuii: “Si, il fratello di Shyral. A quanto pare, lo avevano preso per ricattarla e costringerla a lavorare per loro. Era qui, ma non so perché pare che lo abbiano spostato.”, dissi, osservando le catene, mentre una pessima sensazione mi diceva che dovevamo assolutamente ritrovarlo.
Ainu si oscurò: “Quindi, non era stata catturata? Questo è un problema, non possiamo affrontarla in questo posto, saremmo in netto svantaggio. Hai idea di dove possa essere stato portato?”
Scossi il capo: “No, ma dobbiamo trovarlo. Ho una gran brutta sensazione a riguardo …”
Jakhaal si grattò il capo, visibilmente combattuto: “Si, però … caspio, dobbiamo anche supportare Faust e gli altri. Non abbiamo molto tempo da perdere e questo posto è enorme … già così abbiamo perso un’ora a cercarti, e non ci vorrà molto prima che qualche altro pezzo grosso ci noti e si metta in mezzo.”
Sospirai: “Fortunatamente, ho sentito che sia Apophis che Tartaros sono stati richiamati altrove. Anche se forse non è proprio un bel segno, questo significa che essenzialmente gli unici ostacoli che potremmo incontrare sono Lilith e la Guardiana dell’Acqua.”
I due si guardarono, poi fecero un sospiro rassegnato.
“Beh … forse un modo c’è, mahhh … non ho mai tentato di raggiungere il mio Stato di Elementale prima d’ora.”, fece lei, incerta.
La osservai, senza capire.
Fu Jakhaal a chiarire i miei dubbi: “Le Guardiane della Foresta sono, tra tutte, quelle più legate alla vita. Quando raggiungono il loro massimo potenziale le loro capacità percettive aumentano esponenzialmente, permettendo loro di seguire anche la più impercettibile delle auree. Purchè sappia da dove partire, ovviamente. Però è vero, non si è mai spinta così in là prima d’ora.”
Gli occhi di lui si posarono sulla compagna, preoccupati, al che dissi: “Pensi di poterci riuscire?”
Quella abbassò il capo: “Ehm … può darsi. Non sono come Castiel, o Jakhaal, tecnicamente, proprio grazie al mio carattere, dovrebbe essere più difficile per me perdere il controllo …”
Annuii, incoraggiandola, al che fece un profondo respiro.
“Tranquilla.”, le disse Jakhaal, sorridendo appena, “Andrà tutto bene.”
Un lieve alone verde la avvolse, mentre la sua aura di espandeva a dismisura, fino a racchiudere in sé tutte le segrete.
Diversamente che con gli altri, la sua mutazione non ebbe nulla di violento, o rabbioso, forse a causa del tempo che aveva trascorso come Guardiana e dell’esperienza accumulata in materia.
Comunque, lentamente il corpo iniziò a mutare.
Le orecchie si allungarono, così come i capelli che presto si trasformarono in una chioma composta da un intrico di foglie di quercia, dalle accese tonalità verde smeraldo, mentre boccioli di rossi come il sangue fiorivano sul suo capo, formando quasi una ghirlanda di fiori naturale. Gli occhi divennero due fosse verde smeraldo, accese e piene di vita, mentre la carnagione si scurì, fino a raggiungere le calde tonalità marroni delle cortecce di quercia. L’aria si riempì dell’aroma di resina e miele, fiori e fragranze tropicali.
Alzai un sopracciglio, guardando prima lei e poi Jakhaal.
Quella aprì gli occhi, chiedendo preoccupata : “Ehm, tutto bene? Ho fatto qualche errore?”
“No.”, risposi, “Come dire … beh, siete parecchio diversi.”, notai, accennando prima all’aura dolce e delicata di lei e poi a quella decisa e irruenta di lui.
Sorrise, arrossendo appena: “Meglio andare ora, o faremo tardi …”
Annuimmo, seguendola mentre, decisa, si indirizzava verso i piani superiori, e una lieve scia di fragranza di rose veniva lasciata alle sue spalle.


(Castiel)
Io-odio-i-castelli!
Ecco, l’ho detto!
Ora, sarà perché in quei posti ci ho passato più di metà della mia inestimabile esistenza, e quindi ne avrò, a mio parere anche giustamente, le tasche piene, comunque decisi che avrei odiato quella cavolo di Fortezza di Zaffiri nel momento esatto in cui vi entrammo, e ad accoglierci trovammo un allegra e calda nebbiolina spettrale, di quelle che ti aspetteresti di beccare in un camposanto di notte.
Faceva un freddo cane, e non a causa del mio amico refrigerato, che tra l’altro aveva da poco ripreso le sue sembianze normali, ma proprio perché quel posto sembrava un freezer in versione magnum!!!
Tremai, sfregandomi le mani sulle spalle, mentre percorrevamo veloci i corridoi ormai deserti (qualcuno c’era, ma erano tutti cadaveri coperti di proiettili di roccia, segno che il nostro amico nerboruto non ci era andato leggero con loro), seguendo l’aura fin troppo riconoscibile dei nostri compagni, che ci condusse presto in una stanza circolare, con un tavolo mozzafiato nel mezzo.
E questa è la parte da mozzare il fiato …
Passiamo a quella da spararsi, ossia che in quel posto non c’era solo Lilith, stranamente pallida e tremante (ma chi li capisce poi, quei Figli di Nidhoggr) ma anche un altro figuro, che a giudicare dall’aura alquanto potente doveva essere un altro, l’ennesimo, Generale degli Inferi.
Differentemente che dal suo compagno, con questo si che ci sarei potuto uscire.
Insomma, era così divinamente sexy che avrebbe potuto, a dispetto del sangue demoniaco, far convertire all’altra sponda chiunque, e dico chiunque.
I capelli color dell’oro gli cadevano sui fianchi come grano maturo, mentre gli occhi magnetici, di un acceso color verde erba, parevano quasi adombrarsi di rosso, mentre si guardava attorno altero. La carnagione era rosea e delicata, e il fisico quasi femmineo, tuttavia emanava un potere non indifferente, che avrebbe potuto metterlo su un piano persino superiore di quello di Belfagor. Il capo era coronato da una schiera di piccole corna verde smeraldo, mentre la coda demoniaca saettava nell’aria alle sue spalle, e candidi canini bianchi sporgevano dalle labbra.
Se non ci fosse stata Elayne, giunta lì poco dopo di noi assieme a Jakhaal e Ainu, ad assorbire tutta la mia attenzione molto probabilmente avrei fatto come gli altri miei compagni, che lo guardavano come si fa con una gemma di straordinaria bellezza.
Poi vedemmo il giovane che teneva, deciso, bloccato a terra, e che doveva essere, dall’aspetto, il fratello di Shyral.
Cercammo di entrare, di accedere a quello che poi scoprimmo chiamarsi l’Altare degli Abissi, ma un muro invisibile parve bloccarci, al punto che fummo costretti a guardare quasi con sconcerto il breve scambio di battute che stava avvenendo di fronte a noi, impotenti.
“Il mio signore è stanco delle tue azioni prive di decisione e carattere, Venerabile Lilith. Avete commesso un terribile errore permettendo che l’Eletta fosse liberata e che i suoi compagni penetrassero in questo luogo, l’ennesimo, e questa volta non sarete perdonata altrettanto facilmente.”, fece il giovane, con una voce tanto suadente quanto furono gelide e distaccate le sue parole.
Manco stesse parlando del tempo. E io che credevo che fosse Belfagor a essere un coglione, non mi ci voleva chissà che per capire che quello sarebbe stato almeno mille volte peggio.
Quella fremette, osservando virilmente terrorizzata l’atlasiano: “Cosa vuoi dire, esattamente?”
Quello sorrise. Dio, avrei fatto gli incubi per il resto dei miei giorni.
“Semplice. Non possiamo permettere che uno dei nostri capi supremi si prenda un’insulsa cottarella per un patetico mortale, sarebbe una macchia inestinguibile sul nostro curriculum e una vergogna di fronte a tutti coloro che sono caduti per la nostra divina causa. Per cui gli ordini di suo padre sono chiari.
Io, qui, Arioch di Dasos, Terzo Generale degli Inferi e Mano Oscura del Grande Padre, condanno a morte questo mortale. Per aver pansato di poter toccare uno dei nostri ufficiali di rango maggiore, tu Leonice di Atlantis, oggi morirai. Che la tua anima possa bruciare per il resto dei suoi giorni negli inferi.”, detto ciò, prima anche persino lei potesse intervenire, con un fendente deciso quello colpì.
Un istante dopo, il corpo del giovane si accasciò a terra, gli occhi vitrei, mentre non uno, ma ben due grida straziate ci giungevano alle orecchie.
A quanto pareva, Shyral era appena arrivata, e aveva visto ogni cosa …


(Shyral)
Ebbene, infine eccomi qui …
Anche io, come gli altri.
Lo confesso.
Sono sempre andata straordinariamente fiera del genio fuori dalla norma che madre natura pareva avermi donato sin dalla nascita. Non lo nascondevo, tutti erano perfettamente consapevoli che, assieme al mio innegabile intelletto, nel mio animo vi era e vi sarebbe sempre stato anche una non indifferente dose di arroganza e superiorità, dovuti al fatto che le mie abilità mentali mi permettevano realmente di spiccare sugli altri, e senza nemmeno dovermi impegnare molto, a dire il vero.
Semplicemente, mi veniva naturale, spontaneo.
Ove gli altri potevano impiegarci mesi, se non addirittura anni, per apprendere certe tecniche e discipline, a me bastavano solo poche settimane. La mia sete di sapere mi conducevano spesso a far ricorso a metodi di addestramento altrimenti impossibili da sopportare, e mischiati al mio intelletto fuori dalla norma e alla mia creatività mi permettevano di apprendere in breve tempo magie e saperi che in molti consideravano tra i più complessi e difficili da raggiungere.
Ricordo che fu quando avevo solo sette anni, che appresi le tecniche di base che quasi tutti gli stregoni, alchimisti o maghi dovevano conoscere, e tra queste anche il Tracciamento dell’Aura, che consente a chi possiede una discreta sensibilità spirituale di percepire il potere e il marchio spirituale di chi gli sta attorno con la sola concentrazione.
Solitamente, una persona normale limiterebbe tale abilità alle auree particolarmente potenti e vicine, io invece l’avevo perfezionata, in modo da permettermi di sapere sempre dove fosse e in che condizioni si trovasse quell’unica persona che per me valeva realmente la pena di proteggere: mio fratello.
Ho benedetto così tante volte quella tecnica, che nemmeno saprei elencarle.
Eppure, quel giorno, quando sentii la sua aura svanire, avrei veramente voluto non possedere quell’abilità.
Quando giunsi all’Altare degli Abissi, era ormai troppo tardi.
Il suo corpo giaceva lì, hai piedi di uno dei loro demoni, quelle creature deviate e abiette che in quei brevi giorni mi ero lentamente rassegnata a sopportare, ma che ancora mi causavano ribrezzo ogni volta che le incontravo.
Dopotutto, bastava sentire le loro auree, per capire che quelle creature erano totalmente contro natura, frutto di un qualcosa che non avrebbe dovuto compiersi. Bastava la loro sola presenza per insultare l’intero equilibrio cosmico che negli anni di apprendimento come maga e come alchimista mi avevano insegnato a rispettare e amare.
E il fatto che fosse stato proprio uno di quegli esseri immondi a porre fine alla sua vita fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Ero stata chiara sin dall’inizio, che se gli fosse accaduto qualcosa si sarebbero trovati contro la peggiore delle catastrofi che fossero mai stati costretti ad affrontare, ma a quanto pareva non era servito.
Evidentemente, si erano così abituati a vedere QUEL lato di me, tranquillo e razionale, che si erano completamente dimenticati come l’elemento che ero scelta per rappresentare possedesse anche un’altra faccia. E ora ne avrebbero pagato il prezzo, perché avrei scatenato su di loro la furia di cento uragani e di mille tsunami, pur di ottenere la mia vendetta.
Bastarono pochi istanti.
Come i miei occhi incrociarono quelli di lui, sentii il cervello spegnermisi, mentre vedevo la lama del demone calare impietosa sulle sue carni, trapassandolo da parte a parte.
Mi parve di affogare, mentre il dolore mi impediva anche solo di ragionare decentemente, e lo shock mi sconvolgeva le membra, fino a mutare in un male quasi fisico, un male opprimente e tenebroso, che mi soffocava fino a perdere i sensi.
Un male che mi annebbiava il cervello, mentre mille aghi di ghiaccio si conficcavano impietosi nel mio cuore e i miei occhi continuavano a fissare, colmi di calde lacrime, quelli ormai freddi e vuoti di lui, steso a terra nel sangue.
Vidi il suo corpo raffreddarsi e spegnersi, lui che era stato sempre un sole unico e inestinguibile, lui che aveva illuminato i miei giorni come nessun altro aveva mai saputo fare, lui che per me era stato più di un fratello, era stato un amico, un confidente, un mentore.
Lui, per il quale avevo venduto anche la mia libertà, nella speranza che potessero risparmiarlo.
Eppure, nonostante tutto, nonostante tutti, alla fine non era servito a nulla.
Io, che avrei dovuto possedere il potere di tutte le acque del mondo, non ero nemmeno riuscita a reagire.
Poco importava che anche lei stesse versando lacrime di dolore, io non vedevo che una promessa infranta, e tutto a causa sua.
Sentii il sangue ribollire nelle vene, poi, il buio.


Note dell'Autrice:
Rieccomi di nuovo!
E con questo siamo a tre, con i capitoli "regalo" che vi avevo precedentemente promesso per la fine dell'anno.
Un bel 2016, non c'è che dire, a Ottobre, quasi, ho iniziato a scrivere questa serie e, lo confesso, inizialmente il mio progetto non era nemmeno così ambizioso. Volevo fare qualcosa di semplice e non troppo pretenzioso, che potessi seguire facilmente e senza particolare impegno, ma alla fine, aggiungendo un dettaglio qua e uno la, mi sono ritrovata in mano qualcosa di più complesso e originale di quanto avessi immaginato ehhh ... beh, ormai mi ero innamorata troppo dei miei cari Guardiani per poterli abbandonare.
Quindi acceomi qui, a scrivere una triologia che Dio solo sa quando avrò modo di finire, con tanto di spin-off dedicati ai vari personaggi al seguito!
Ringrazio come sempre tutti i miei lettori e recensori, ma voglio fare anche una dedica particolare, visto che è la fine dell'anno. Anzi, forse anche più di una.
La prima, anche se probabilmente non verrà mai letta dalla diretta interessata, va alla mia sorellina, Margherita, che è ormai ufficialmente diventata la mia consulente per questa storia! Quindi, se l'auto consegna di Elayne ai nemici non vi è piaciuta, prendetevela pure con lei!!! Scherzo! Comunque, le devo veramento molto, perchè lei pià di tutti mi ha accompagnata in questo progetto, non saprei proprio cosa fare senza di te, piccola peste.
La seconda, va alle mie due migliori amiche, che sono anche qui sul sito e certamente sapranno che mi sto riferendo a loro. Vi ammiro veramente tantissimo, ognuna di voi ha dei pregi unici e irripetibile che spesso vi invidio persino, e che mi permettono di seguirvi sempre e comunque ... siete fantastiche e non saprei proprio cosa fare senza di voi.
La terza, va invece a tutti i miei scrittori preferiti, a quegli artisti che hanno fatto la mia infanzia facendomi appassionare a questo genere unico e senza eguali, e a cui devo molto. Solo leggendo le loro opere ho avuto modo di sviluppare uno stile mio e solo mio, e quindi penso di dover loro tantissimo. Vi adoro!!!
Detto questo, penso sia giunto il momento di salutarci.
Mi sono prolungata abbastanza.
Alla prossima!
Teoth

 
   
 
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