Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Monkey_D_Alyce    05/01/2017    1 recensioni
Sherlock Holmes: consulente investigativo, sposato col lavoro, amico dell'unica (forse) persona che riuscisse a sopportarlo senza scannarlo a suon di pugni per ogni sua deduzione assolutamente precisa e... padre.
Bisogna dire, però, che quest'ultimo "fatto" non era stato programmato.
A dire il vero, lui non sapeva nemmeno di avere una figlia!
Quella ragazza gli aveva semplicemente scaricato un fagotto, avvolto da una coperta, tra le braccia e se ne era andata, dicendo solamente: "Voglio che ti assuma le tue responsabilità!".
Come se salvare le persone da assassini e ceffi della peggior specie fosse una passeggiata... anche se si stava pur sempre parlando di Sherlock Holmes.
Essere padre sarebbe stata la stessa cosa?
LA STORIA E' VISIBILE ANCHE SU WATTPAD
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, John Watson, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes, Sig.ra Hudson
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

3. Callie alla riscossa!

 
 
“Callie, torna subito qui!” esclamò Sherlock camminando a passo svelto verso la figlioletta, che non ne voleva proprio sapere di fermarsi dal suo gattonare.
John, nel frattempo, stava leggendo e rispondendo alle recensioni ricevute sul suo blog, gustandosi la sua tazza di tea caldo.
 
Dopo pochi secondi, il consulente investigativo riuscì ad acciuffare la piccola, scatenando le sue grida e il suo pianto degni di una commedia.
“Smettila di frignare come una poppante!” tuonò il riccioluto, mettendola a sedere sul sofà, ponendo fine ai suoi lamenti.
Inclinò la testolina da un lato, osservando con curiosità mista ad altezzosità(?)  il padre, per poi fissare il medico, boccheggiando un poco.
 
“Papà?” tentò di chiamarlo, agitando entrambe le mani, attirando l’attenzione del biondo.
 
Per Callie non c’era assolutamente nulla di strano avere due papà e, anche se John e Sherlock non avevano mai dato prova di stare insieme come coppia, se non lavorativa, pensava che si amassero a proprio modo o, comunque, come lei provava affetto incondizionato per loro due.
D’altro canto, a Sherlock non creava alcun problema il fatto che Callie considerasse John come membro della famiglia… anche se il medico stesso la considerava ancora una stranezza.
Non poteva fare a meno di pensare che la figlia di Sherlock lo considerasse come il fidanzato del padre biologico o, peggio ancora, il marito.
Le prime volte non capiva e boccheggiava come un pesce fuor d’acqua appena il detective gli ribadiva che la piccina si riferisse a lui.
Non c’era altra soluzione che stare al gioco e spiegargli la situazione appena fosse diventata più grande.
 
“Dimmi Callie!” le rispose John distogliendo lo sguardo dallo schermo del pc per posarlo su quello della piccola.
“Fame!” articolò quella con estrema sicurezza compiendo piccoli balzi sul posto, esasperando Sherlock.
“Spero tu stia scherzando! Hai mangiato cinque minuti fa!” la rimbeccò infastidito il consulente investigativo, mettendosi le mani nelle tasche e cominciando a camminare su e giù per il salotto.
La bimba gonfiò le guance indispettita e gli rivolse uno sguardo truce, ritornando a prestare attenzione a papà John.
Lui era l’unico che la ascoltava!
“Papà, fame! Fame, fame, fame, fame, fame, fame!” cantilenò tentando di alzarsi sul divano, per poi cadere come un sacco di patate.
Ancora non riusciva a capire come potessero riuscire le altre persone che le stavano attorno a stare in equilibrio sue due gambe.
Lei preferiva di gran lunga andare gattoni!
“Sherlock ha ragione, Callie. Hai appena mangiato” decretò il medico dando ragione al riccioluto, facendolo sorridere trionfante.
Posò lo sguardo sulla figlia e le sorrise compiaciuto, irritandola non poco.
Scosse la testolina vigorosamente, come a non volersi arrendere, per poi ripartire all’attacco, più agguerrita di prima.
 
“Pa-pà!” lo richiamò un’altra volta, facendo sospirare il biondo dalla frustrazione.
Voleva bene con tutta l’anima a quella bambina, ma certe volte era come avere a che fare con uno Sherlock in miniatura e in versione femmina.
In parole povere non voleva nemmeno immaginarsi la sua adolescenza.
Nonostante fosse una bambina di un anno e qualche mese, era dannatamente intelligente e scaltra, “indossando” una maschera d’innocenza e dolcezza per nascondere la sua vera natura.
Con molta probabilità sarebbe diventata una sociopatica iperattiva con i fiocchi, tale e quale al padre.
D'altronde, era colpa dello stesso Sherlock se Callie cercava d’imitarlo: egli, infatti, non si premurava di trattenere il suo istinto da perfetto arrogante egoista in sua presenza.
Trattava con sufficienza Lestrade, umiliava Donovan (non che lei non se la cercasse), battibeccava con Anderson e impartiva ordini alla povera Mrs. Hudson come se fosse la loro governante.
Non era certo il padre modello da cui prendere esempio, ma John doveva ammettere che si stava impegnando ad instaurare un rapporto più profondo con la piccola, anche se i “litigi” tra i due non mancavano.
Più che litigi, capricci, considerando il fatto che quando i due erano discordanti su una questione, anche la più futile, dovevano fare a gara sul capriccio “migliore”.
No.
Sherlock non era per niente un padre modello.
 
“Sì, Callie?” le rispose un’altra volta con pacatezza e fermezza, fissando negli occhi la bambina, sentendo il cuore fare una piccola capriola.
Ecco lo sguardo che temeva e che lo mandava in bestia!
Lo stesso sguardo che “assumeva” il padre per ottenere qualcosa, fingendosi un angioletto, quando invece era il diavolo in persona!
Non doveva cascarci, non poteva!
“Fame!” esclamò quella in risposta, accennando un piccolo sorriso, battendo le piccole manine.
“No” replicò con assoluta rigidità il medico, tradendo la fiducia della bimba.
Si sentiva arrabbiata, delusa, ferita!
Fissò lo sguardo al pavimento, mentre un’adorabile broncio le incorniciava il viso, accompagnato dai suoi splendidi occhi lucidi, pronti ad un pianto disperato.
Tempo nemmeno due secondi e il salotto divenne teatro di grida disperate e nasino gocciolante, mentre i due poveri ragazzi si tapparono le orecchie dallo strazio(?).
Quello non era una bambina che piangeva; era una vera e propria sirena d’allarme!
 
Attraversata dall’istinto materno, Mrs. Hudson accorse al piano superiore per aiutare ancora non sapeva chi, tenendosi un lembo della sottana per andare più veloce.
“Che sta succedendo?” chiese cercando di sovrastare il pianto della piccola, riprendendo fiato.
“Questa mocciosa vuole ancora nutrirsi! E poco fa ha finito di mangiare quasi tutti i biscotti! È un pozzo senza fondo!” sbottò Sherlock irritato, cominciando a camminare nervosamente per l’intero salotto.
“Ma è normale che abbia fame! Deve crescere, sana e forte!” la difese a spada tratta la signora, facendo smettere di piangere Callie.
Forse aveva qualche probabilità di arraffare qualcosa da sgranocchiare…
“Mrs. Hudson, dandole ragione diventerà una bambina viziata!” commentò aspramente il riccioluto, facendo ghignare John.
Chiuse il portatile e incrociò le braccia al petto, continuando a sorridere, guadagnandosi un’occhiata carica di significato non tanto gentile da parte dell’altro.
“Io non sono così!” protestò senza che il biondo dicesse una parola, ma fu abbastanza affinché potesse fargli alzare un sopracciglio dallo scetticismo.
“Ma davvero?”
“Sì. Callie deve aver preso da sua madre!”
“Oh, sì, certamente! Non lo metto in dubbio…”
“Dico sul serio”
“Ti credo!”
“Non è vero!”
“Sì, infatti. Non ti credo” gli diede ragione alla fine Watson, alzandosi dalla sua sedia, facendo sbuffare Sherlock dal nervoso.
Possibile che dovesse essere sempre così incompreso?!?
 
Non fece in tempo nemmeno a voltarsi verso la figlia per dirgliene quattro che già l’anziana signora l’aveva presa in braccio e si stava dirigendo al piano di sotto, lasciandolo sbigottito.
“Mrs. Hudson, devo farla desistere dal suo intento! Sta consegnando a Callie la vittoria su un piatto d’argento” tentò di dissuaderla seguendola come un mercante impazzito desideroso di vendere la sua merce per oro colato.
Peccato che Mrs. Hudson fosse così “debole di cuore” nei confronti dei bambini.
“Caro Sherlock Holmes:  ribadisco che la piccina deve crescere, non fare una dieta da modella anoressica!” lo rimproverò risentita, scendendo nella sua cucina, appoggiando la piccola sul tavolo per prendere un qualche frutto e anche qualche dolcetto, non perdendola di vista con la coda dell’occhio.
Era una attimo che potesse cadere e farsi male perché curiosa di scoprire il mondo!
 
Nel frattempo, sul viso paffuto di Callie spuntò un enorme sorriso trionfante che fu ben felice di mostrare al padre come per dire: ho vinto io, mi spiace.
L’unica cosa che però ancora non sapeva del padre è che poteva essere molto vendicativo.
I suoi occhi di ghiaccio si piantarono in quelli della bambina, mentre le sue labbra sottili si tirarono lievemente all’insù, quasi in procinto di dargliela vinta.
Apparentemente.
 
“Oh, Callie Jessica, hai veramente tanta fame?”- gli chiese con tono falsamente dolce, facendo annuire convinta l’ingenua figlioletta- “Spero tu possa scusare il tuo papà per non averti dato ascolto!”.
“Già, Sherlock ha ragione. Ti chiedo perdono pure io. Siamo veramente stati cattivi!” gli diede man forte John apparso all’improvviso, dando qualcosa in mano al riccioluto che Callie, però, non riuscì ad identificare.
“Imperdonabili!”
“Quasi sadici!”
“Oh, John, hai completamente ragione! Come abbiamo potuto commettere un crimine simile?!?”
“Siete impazziti, per caso?” chiese Mrs. Hudson guardandoli allarmata, non capendo ciò che stava succedendo.
“Oh, no, cara Mrs. Hudson. Ci siamo resi conto che nostra figlia ha davvero fame. Quindi, per farci perdonare, diamo soddisfazione al tuo piccolo stomaco senza fondo!” esclamò Sherlock con teatralità, appoggiando difronte alla bambina una mela.
Una semplicissima mela.
“Ci voleva così tanto dargli qualcosa?!?” sbottò l’anziana incrociando le braccia sotto al seno, mentre la piccola sgranò gli occhi.
Non di certo dal piacere, però.
 
I suoi genitori si erano presi gioco di lei!
Erano riusciti a raggirare la docile vecchietta e adesso era nei guai fino al collo.
Lei era affamata di biscotti, non di quella… mela… che le faceva pure ribrezzo la sola vista!
Fregata come un allocco.
Il digiuno non le sembrava tanto male.
 
“Cosa c’è, Callie? Ti è passata la fame?” le chiese strafottente Sherlock, mentre John se la rideva sotto i baffi.
La piccola s’imbronciò in modo adorabile, voltando lo sguardo in un punto indefinito nella stanza, per poi essere sollevata di peso dal padre assieme alla mela, che se la mangiò con gusto per farle un ulteriore dispetto.
Avrebbe ottenuto la sua vendetta, ne era certa!
 
“Su, non te la prendere. Oggi pomeriggio potrai avere tutti i biscotti che vuoi” la rassicurò l’ex soldato, carezzandole dolcemente la testa dopo che erano ritornati nel loro salotto, facendo ridere gioiosamente la vittima dell’inganno.
“No, non tutti” rovinò il momento il riccioluto, guadagnandosi una tirata di capelli da piccole mani oramai familiari.
Ma, nonostante tutto, la vendetta era solo un ricordo lontano…
 
§§§
 
“Sherlock… stamattina… hai detto nostra figlia…” cominciò John un poco turbato, mentre l’altro cercava di staccarsi di dosso la piccola che si era addormentata avvinghiata al suo collo come una piovra.
Solo l’aiuto di John riuscì a non fargli compiere un completo disastro e un possibile risveglio urlante da parte della piccola.
L’adagiò delicatamente nel lettino e le rimboccò le coperte, per poi allontanarsi e osservarla per qualche attimo in religioso silenzio, mentre l’altro attendeva impazientemente un qualsiasi cenno.
 
Quel batuffolo è sangue del mio sangue… ancora non riesco a capacitarmene… però devo dire che è una Holmes coi controfiocchi: pianificatrice, curiosa e sono sicuro che un giorno sarà molto intelligente. Non che non lo sia, ma accrescerà questo pregio… anche se non supererà mai il sottoscritto… ed è anche viziata, ma è colpa di quella donna” pensò impassibile, per poi voltarsi verso il suo amico.
 
“Scusa, puoi ripetere ciò che hai detto? Ero preso a staccarmi da quell’azzannatrice” si giustificò il consulente investigativo, anche se era tutta una scusa.
Voleva solo sentirgli ripetere la parola “nostra”.
Gli piaceva.
“Beh, ecco… stamattina hai detto… nostra figlia… perché?” domandò un’altra volta, passandosi una mano trai capelli con fare nervoso.
Particolare che non sfuggì a Sherlock, anche se non riusciva a dedurre se dall’ansia della paura di avere in un qualche modo una figlia, anche se adottiva, o ansia… piacevole, ecco.
Poteva lasciarsi, dunque, andare a “sentimentalismi”?
Dire qualcosa di pateticamente dolce?
O doveva cercare di mantenere le distanze?
 
“Ho detto nostra figlia perché lei ti chiama papà, quindi credo che in un qualche modo sia anche tua, mettendola su un piano sentimentale che coinvolga l’affetto tra genitore e figlio…”- cominciò il discorso con massima serietà, notando, poi, un fugace guizzo da parte dell’altro di delusione, forse?- “E poi… ciò che è mio è anche tuo… nel senso che mi farebbe piacere se anche tu vuoi far parte della famiglia, ecco…”.
Ok, forse aveva un po’esagerato… ma poteva andare, no?
Non si era certo sbilanciato così tanto… non aveva incluso una relazione sentimentale tra loro due, anche se non gli sarebbe dispiaciuto.
O forse sì?
Con quella frase lo aveva “costretto” in un rapporto che andava oltre l’amicizia?
No, gli aveva lasciato una scelta, in fin dei conti.
Poteva benissimo accettare Callie come figlia ma non lui come… partner o quel che era.
E gli sarebbe andata bene lo stesso: avere John vicino, anche se solo come amico.
 
“Vado a chiudermi nel mio Mind Palace. Sono sicuro che George verrà qui dicendomi di non riuscire a far luce sul nuovo caso. D’altronde, è di Scotland Yard che stiamo parlando” disse poi uscendo dalla sua camera, lasciando John perso nei suoi torbidi pensieri.
 
 
 
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Monkey_D_Alyce