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Autore: strayheart00    06/01/2017    1 recensioni
Quando, in una normale giornata di luglio, Logan Stuart si era svegliato non credeva che di lì a poche ore sarebbe diventato amico di Sam Ferrari. Non si aspettava nemmeno che nel corso dei mesi avrebbe perso la testa per lei fino a consegnarle il suo cuore. E di certo non poteva mai sospettare che quella ragazza gli avrebbe cambiato totalmente la vita, facendo crollare ogni sua certezza. Peccato che nella vita niente va come ci si aspetta e il destino ha sempre in serbo qualcosa. Così Logan si ritroverà coinvolta in una storia che lo porterà a toccare il cielo con un dito per poi fallo sprofondare nel gelo dell'inferno.
*Tratto da uno dei capitoli:*
«Vieni qui e guardiamo il sole sorgere brontolo. La nostra notte folle è finita» detto questo venne di nuovo a sedersi accanto a me e insieme guardammo il sole svegliare la città che non dorme mai. E insieme al sole si svegliò anche qualcosa dentro me.
Che fosse il mio cuore?
Sam Ferrari mi era entrata dentro più di quanto mi piaceva ammettere.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Badboy vs Goodgirl '
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Quel maledetto ascensore non ci aveva mai messo così poco per salire, sembrava quasi che anche lui congiurasse contro di me. Quella serata stava minando alla mia salute mentale, già molto fragile di natura. L'ansia mi attanagliava lo stomaco, avevo la gola secca come il deserto del Sahara e per finire mi scappava la pipì. Le gambe iniziarono a tremare quando sentì il "ting" dell'arrivo, ci mancava solo che mi mettessi a vomitare e poi sarebbe stato proprio il momento perfetto per aprire il mio cuore alla donna della mia vita. Dopo che le porte si furono aperte uscimmo, Sam davanti che mi trascinava per la mano. Si buttò sul divano «Logan vuoi sederti o no?». Ovviamente volevo sedermi accanto a lei, concludere quello che avevamo iniziato in camera sua, ma questo significava starle troppo vicino quando, dopo averle confessato la verità, mi avrebbe respinto.
«Ti ho già detto che sei bellissima stasera?» volevo provare ad addolcirla prima di dirle la verità.
«Giusto un paio di volte. Adesso puoi sederti accanto a me come fai sempre?» si capiva benissimo come il mio comportamento la irritasse. Senza rispondere mi andai a sedere finalmente su quel fottuto divano perché ormai era arrivato il momento di iniziare a raccontare.
«Per me è ancora assurdo averti così vicina, sai?» Sam mi guardava con quei suoi occhioni.
«Logan non cercare di cambiare discorso» certo che non le scappava proprio niente, eh.
«Ok... ok... adesso devo raccontarti alcune cose. Cose che potrebbero far cambiare tutto, vuoi davvero ascoltarle?» pregavo Dio che mi dicesse di no.
«Ti prometto che non cambierà niente» e come non potevo credere a quegli occhioni? Presi un respiro profondo e iniziai.
«Avevo tre anni la prima volta che mi sono rotto un osso del corpo. Non ricordo niente di quella notte se non il dolore lancinante e lo sguardo divertito di mio padre. Lui mi stava facendo male e si divertiva.» le avevo raccontato quell' episodio perché per me rappresentava il momento in cui tutto era cambiato. «Lui era cattivo. Ogni volta che tornava a casa puzzava come una distilleria e avevo gli occhi iniettati di sangue. Mi nascondevo nell'armadio per non essere trovato perché avevo paura che mi uccidesse...» mi stavo perdendo nei ricordi del passato, quelli che tenevo custoditi sotto chiave «Tutto è peggiorato quando avevo nove anni. Non gli bastava più l'alcool così iniziò con la droga. Si faceva di metanfetamina è divenne ancora più violento. Non gli bastava picchiarci a quel punto. Violentava la mamma, la notte sentivo le urla, le grida e la mamma che lo pregava di smetterla. lui invece continuava fino a quando non si sentiva più niente. Solo dopo che sentivo la porte di casa sbattere uscivo fuori dal mio nascondiglio e andavo da lei... non puoi immaginare quante volte le ho dovuto curare le ferite ed aiutarla» quelli erano i momenti che più facevo fatica anche solo a riportare a galla perché erano ancora ferite da cui sgorgava sangue «Un giorno mamma scoprì di essere incinta, io fui la prima persona a cui lo raccontò. Aveva paura che se lui lo fosse venuto a sapere avrebbe dato di matto, e aveva ragione. Una settimana dopo, quando tornai da scuola, trovai la casa vuota. La cercai in ogni angolo della casa, della strada, in ogni fottuto negozio e vicolo, ma non c'era... Se ne era andata e mi aveva lasciato lì...» dovetti bloccarmi e ricacciare indietro le lacrime che premevano per uscire. Sam mi strinse la mano così riportai il mio sguardo su di lei. I suoi occhi azzurri erano fissi nei miei e mi guardavano con così tanto amore che non mi sembrava possibile. «Era notte fonda e fui costretto a tornare a casa. Non volevo aprire quella porta perché sapevo già cosa mi aspettava, però la speranza che la mamma fosse tornata a riprendermi era troppo forte. Una volte entrato non feci nemmeno in tempo a chiudere la porte che lui mi buttò a terra. Prima calci, seguiti dai pugni mentre mi chiedeva dove fosse la mamma e ogni volta che non rispondevo continuava a picchiarmi più forte. Ricordo che le forze mi stavano abbandonando, mi faceva male ogni singolo punto del corpo, quando lui cacciò una pistola. Prese la mira e sentì solo lo scoppio prima di perdere i sensi, vidi solo il pavimento ricoperto del mio sangue» nella mia testa potevo sentire ancora il rimbombo del colpo che partiva e la paura di morire «Mi svegliai due giorni dopo in ospedale, con tre costole e una gamba rotte e una cicatrice lungo il fianco. Mamma era accanto a me e piangeva, diceva che non voleva abbandonarmi, che mi amava e che mi sarebbe venuta a riprendere. Ho voluto credere alle sue parole perché amo mia madre e non volevo perderla» le lacrime ormai mi scorrevano sulle guance e pur volendo non avrei potuto fermarle «Mio padre venne arrestato per tentato omicidio e maltrattamento di minori. Mia madre però fece cadere tutte le accuse, disse che era stato pestato mentre ero in giro di notte. A quel punto venne rilasciato e io non lo vidi più.» a quel punto scoppiai. Il cuore mi faceva male, la testa rimandava in sequenza scene che ancora mi tenevano sveglio la notte. Il dolore mi bloccava, come accadeva ogni volta che osavo anche solo ritornare brevemente a quei momenti. Aver ricordato tutto, aver avuto il coraggio di dirlo ad un'altra persona, mi aveva completamente devastato. Ad un tratto sentì due braccia sottili stringermi forte: Sam mi stava abbracciando. Si avvicinò al mio viso e con tanti piccoli baci asciugò le mie lacrime come non aveva mai fatto nessuno prima. Anche quando il volto era asciutto non mi lasciò andare, anzi mi tenne stretto a sé per un tempo che mi parve infinito. Facendomi coccolare dentro di me i demoni scomparvero e sentì il cuore finalmente in pace. Avrei potuto passare la vita tra quelle braccia sentendomi ogni giorno come un bambino, che in fondo non ero mai stato.

****
«Ad un certo punto dovrai dire qualcosa sai?». Ero stato io ad interrompere quel silenzio, perché non ne potevo più. Sam si allontanò da me, sul volto il chiaro segno di chi non ne può più. Era arrivato il momento, stava per lasciarmi. Sentivo già il freddo penetrarmi nelle ossa, mentre lei continuava a guardarmi negli occhi «Perché me lo dici ora? Perché non quando le cose iniziavano ad essere serie?». Come potevo spiegarle che avevo paura? Paura che lei scivolasse tra le mie dita dopo averle dette la verità.
«Non sapevo fino a che punto potevo fidarmi di te». Sam alle mie parole diventò triste «Cos'è cambiato adesso?». Senza neanche rendermene contro mi ritrovai a sorridere »Mi sono innamorato di te». Questa volta la sentì trattenere il respiro «Dillo di nuovo». Avvicinai il mio volto »Ti amo Sam Ferrari». A quel punto si buttò su di me stordendomi con mille baci.  Dio, come potevo stare così bene semplicemente sentendo il suo corpo contro il mio? «Mi rendi così felice Logan! Non puoi nemmeno immaginare come mi senta adesso». Sam si era allontanata dal mio viso per poggiarsi sul mio petto. «Potresti fare felice tu me adesso...». Non dovetti aggiungere altro che subito la sua bocca fu sulla mia. Baciare Sam mi faceva provare sempre nuove emozioni come le farfalle nello stomaco e la pelle d'oca. Era come toccare il cielo con un dito per poi entrare dritto in paradiso. «Sam fermati se non vuoi che la cosa degeneri». Ovviamente la mia ragazza continuò con il suo assalto. La feci stendere sul divano in modo che fosse sotto di me. Mi staccai con fatica da quelle labbra rosee e iniziai a lasciarle mille baci lungo il collo, alternando ai baci dei morsi. Piccoli gemiti uscivano dalla sua bocca e ciò mi fece diventare ancora più sadico. Come se avessimo tutta la vita a disposizione le mie mani cominciarono la risalita sulle sue gambe arrivando fino a quel sedere che ormai veneravo. Nel frattempo la mia bocca era arrivata alla scollatura del suo vestito dove era intenzionata a fermarsi per un po'. «Log... Sm... Smettila» il suo sussurro mi fece alzare il volto fino ad incrociare il suo sguardo. Il viso del mio brontolo era tutto rosso, gli occhi lucidi e respirava a fatica. Che visione! «Dimmi amore» la mia di voce era invece roca dall'eccitazione. «Stai... Cercando di distrarmi!... Stronzo» a quell' insulto segui anche un piccolo schiaffo sul braccio. Scoppiai a ridere perché era impossibile non farlo di fronte ad una scena del genere. «Non so di cosa tu stia parlando» ripresi allora il mio assalto, voglioso di sentirla gemere ancora per me, solo per me. Sam però mi bloccò, allontanandosi dal mio corpo. «Non puoi fare così! Non puoi pensare al sesso in un momento come questo». Sorrisi «Oh ma io non penso  al sesso in generale tesoro, ma quello stratosferico che faccio con te». La mia uscita la fece arrossire. «Come fai ad essere così tranquillo dopo avermi raccontato la tua storia?». Mi fermai ad osservare il suo volto e, accarezzandole piando la guancia, mi feci di nuovo coraggio. «Perchè tu sei ancora qui. nonostante tutta la merda che ti raccontato, tu sei ancora con me e mi guardi come se non fosse cambiato niente... e questa mi fa uscire di testa! Sam saresti dovuta scappare a gambe levate da me, senza mai voltarti indietro... Non riesco a capirti». A quel punto si alzò dal divano, furiosa come non l'avevo mai vista. «Come puoi pensare che io ti lasci? Tu sei tutto per me Logan! Quello che mi hai raccontato sulla tua vita non potrebbe mai farmi allontanare da te... forse il contrario: mi fa capire la persona forte e coraggiosa tu sia, perchè ti hanno strappato il cuore e ridotto a brandelli ma questo non ti ha impedito di amarmi come nessuno ha mai fatto prima». Quando finì di parlare mi sentì come se mi avessero messo gli organi interni a fare la centrifuga. Non capì più niente e mi ritrovai a stringerla più forte che potevo, come a volere fondere il mio corpo con il suo.  «Se me lo permetti mi prenderò cura io del tuo cuore adesso, puoi fidarti di me». La voce di Sam era attutita dal contatto della sua bocca con i miei vestiti. «Lo so. Grazie». La mia invece era roca per le lacrime che premevano ancora per uscire. Ero totalmente innamorato di quella ragazza che senza accorgernene mi aveva aiutato nel ritrovare me stesso, qualcosa che avevo perso tempo fa.

****

Dopo che la madre di Sam ci aveva chiamata allarmata e il padre mi aveva minacciato di morte eravamo tornati alla festa ο altrimenti la mia testa sarebbe saltata. Per fortuna però al nostro rientro la maggior parte Delle persone era già andata via così anch'io potei tornare a casa, non senza salutare prima i nonni e i genitori del mio brontolo. I suoi nonni erano stati davvero gentili con me e mi avevano addirittura invitato a cena a casa loro. Meredith mi aveva abbracciato e mi aveva anche detto, in un momento in qui nessuno ci guardava, che qualsiasi cosa io e sua figlia avessimo fatto nel frattempo lei approvava. Manuel mi aveva guardato talmente male che non avevo avuto il coraggio di avvicinarmi. Una volta nel mio appartamento non volevo altro che andare a dormire, ma dovetti cambiare programma alla vista di mia madre. Era china sul tavolo della cucina con una bottiglia tra le mani, di nuovo. Dal paradiso ero appena stato scaraventato nell'inferno. «Mamma... Che succede?». Ero terrorizzato dalla sua risposta ma lei sembrava totalmente distante per accorgersi di me. «Mamma». Spostai la sedia e presi posto accanto a lei. «Di qualcosa. Una qualsiasi cosa». Non so quanto tempo passò prima che lei si voltasse verso me. «L'ho trovata sullo zerbino». Mi diede una lettera che fino a quel momento non avevo notato, era una busta bianca senza destinatario o indirizzo . La presi senza esitazione. Tirai fuori il foglio con le mani che mi tremavano e, prendendo un respiro profondo, iniziai a leggere.

"Ti do cinque giorni per dire a Rachel che suo padre sta' tornando.
Assicurati che tuo figlio non ci sia al mio arrivo o potrei arrabbiarmi sul serio e sai cosa succede quando perdo la pazienza.".

Dio, quello era davvero l'inferno.
 






Angolo autrice
Finalmente ho pubblicato il capitolo! Con questo ne mancano 7 alla fine.
Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate.

 

   
 
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