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Autore: martinapedrazzini8    06/01/2017    1 recensioni
Storia camren, crossover grey's anatomy da come si può intuire dal titolo. Si tratta della mia prima ff. Beh, buona lettura.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Pov. Camila

 

È ormai una settimana che Lauren non si presenta a lavoro, a quanto ne so si è presa un periodo di malattia.

Nessuno sa quale sia il motivo, ma io penso di averne un’idea.

 

Mentre sto camminando tra i corridoi dell’ospedale immersa nei miei pensieri, una mano mi afferra il braccio fermando la mia avanzata.

Mi giro trovandomi di fianco Normani.

-Ehi ciao Camila, posso parlarti?- mi chiede sorridendomi.

-Ehm, si certo, tanto ho quasi finito il turno. Dimmi.- le rispondo.

-Vieni pure nel mio ufficio, così è più tranquillo.- detto questo mi limito ad annuire seguendola.

 

Una volta arrivate apre la porta e mi fa sedere sopra una delle due poltrone, poste frontalmente alla sua scrivania, per poi accomodarsi anche lei.

 

-Volevo chiederti una cosa.- inizia la ragazza di colore.

-Dimmi.- le dico semplicemente.

-Come avrai notato Lauren non si presenta a lavoro da ormai una settimana, ma non è da lei, assolutamente. Ho provato a chiamarla, ma non risponde, a presentarmi sotto casa sua, ma non ne vuole sapere di farmi entrare.- mi dice e io non capisco dove voglia arrivare a parare.

-Si, ma non capisco io cosa c’entro.-

-Beh, Dinah mi ha raccontato che ultimamente te e Lauren siete molto unite e quindi pensavo che tu avresti potuto aiutarmi nel saperne qualcosa.- dice guardandomi speranzosa.

-Non so cosa ti abbia detto Dinah, ma stai parlando con la persona sbagliata, mi dispiace.- le rispondo alzandomi dalla sedia e uscendo dall’ufficio.

Devo assolutamente parlare con Dinah.

 

Pov. Lauren

 

Sono seduta sul divano mentre guardo un film qualsiasi, senza prestarne particolare attenzione, quando sento bussare alla porta.

-Lauren smettila di fare l’idiota e apri questa dannata porta.- urla quella che riconosco essere Normani.

-No Mani, lasciami in pace.- le rispondo di rimando.

-Alza il culo Jauregui.- insiste lei.

-No.- urlo semplicemente.

-Va bene, non importa, tanto ho io le tue chiavi di scorta brutta stupida che non sei altro e ora sto per entrare.- afferma prima di aprire la porta.

-Allora perché non sei entrata subito?- le domando alzandomi dal divano.

-Volevo rispettare la tua privacy, ma poi mi sono rotta le palle.- prende una pausa prima di continuare a parlare.

-Si può sapere che ti succede? Non sei mai stata a casa così a lungo e da quel che vedo non sei ammalata.- conclude squadrandomi cercando di trovare la causa del mio malessere.

-Non succede nulla, semplicemente avevo bisogno di fare una pausa dal lavoro.- mento risedendomi sul divano e invitando la mia amica a fare lo stesso.

-Pensi che io sia stupida? Hai sempre amato il tuo lavoro fin da quando eri al primo anno di specializzazione, figuriamoci adesso che sei uno strutturato.-

-Ti dico che sto dicendo la verità.- affermo cercando di essere il più sicura possibile.

-Bah, come ti pare. Comunque oggi ho parlato con la tua protetta, sembrava strana.- cambia argomento la mia amica.

-La mia protetta? Di cosa stai parlando?- le domando confusa.

-Sto parlando di Camila, oggi le ho chiesto se sapeva cosa avessi e lei mi è sembrata strana, è successo qualcosa con lei? Avete litigato?- chiede curiosa.

-Non so di cosa tu stia parlando.- rispondo vagamente.

Normani si limita ad osservarmi senza dire niente.

-Smettila di guardarmi in quel modo.-

-Per quale motivo? C’è qualcosa che vorresti dirmi Lauren?- continua fissandomi.

-Fanculo non ce la faccio più. Ho baciato Camila per poi dirle che non volevo niente al di fuori di un rapporto lavorativo e mi sento una merda quindi ho deciso di starmene a casa perché non riesco a guardarla in faccia senza morire un po’ dentro.- dico velocemente.

La mia amica mi guarda senza dire niente per un momento che sembra essere infinito.

-Mani, ti prego, di qualcosa.- la supplico.

-Tu? Lei? Voi cosa? Spiega bene e soprattutto perché non me lo hai detto prima? Stupida!- esclama tirandomi una sberla sul braccio.

-Ahia, mi hai fatto male Normani.-

-Ma smettila e muoviti a parlare.- taglia corto la mia amica sedendosi più comodamente sul divano.

-Beh, tutto è iniziato quando è arrivata la prima volta in ospedale.- inizio a raccontare.

-Quando Dinah ha avuto l’incidente?- mi domanda Normani.

-Si, è stata la prima volta che l’ho vista e mi ha subito colpita. Pensavo fosse bellissima e cose che non avevo mai pensato per nessun altro, figuriamoci per una ragazza. Tutto ciò mi confondeva.-

-Allora è per questo motivo che non hai mai voluto uscire con noi? Non riuscivo a spiegarmelo, mi dispiace per tutte le volte che ho cercato di obbligarti.- chiede scusa sinceramente.

-No, ehi, non è colpa tua, avrei dovuto dirtelo molto prima.- la interrompo prendendole le mani con le mie.

-Su questo siamo d’accordo entrambe, sono parecchio arrabbiata con te. Dai continua.- risponde stringendomi in modo giocoso le mani e incitandomi a continuare a parlare.

-Come stavo dicendo prima, ero confusa, molto, allora ho iniziato a chiudermi in me stessa. Poco dopo è successo che io e David siamo finiti a letto insieme, la prima volta perché eravamo ubriachi marci, ma poi ho continuato a farlo per cercare di levarmi Camila dalla testa. Poi, quando Dinah è stata dimessa, la fonte dei miei sogni e al tempo stesso incubi era sparita dalla mia vita. Inizialmente ero sollevata, pensavo che se non l’avessi più vista tutto sarebbe tornato alla normalità. Ma mi sbagliavo.- faccio una pausa prima di riprendere a parlare.

- Ho iniziato a sognarla sempre più intensamente, a sentire la sua mancanza a sperare che tornasse da me. Quando poi è successo, quando l’ho vista in mezzo ai nuovi specializzandi, ero così felice, mi è sembrato di tornare a respirare dopo un tempo infinito, era così bella e io stavo iniziando a rendermi conto che quello che provavo non poteva essere semplicemente amicizia o qualcosa di passeggero. Ho provato ad ignorarla, ma mi era impossibile, pensavo che se le fossi stata lontana tutto questo sarebbe magicamente scomparso, ma più mi allontanavo più una forza immaginaria mi spingeva verso di lei. Ero come stregata e così fottutamente spaventata. Poi è successo quello che avevo sempre cercato di evitare.-

-Vi siete baciate.- conclude la mia amica.

-Esattamente, ci siamo baciate, l’ho baciata e te lo giuro, mai in vita mia ho provato qualcosa del genere.- dico prima di alzarmi in piedi per poi continuare il discorso.

-Sai è stato come nei film, come lo descrivono nei più frivoli e scontati romanzi, un insieme di emozioni si sono sprigionate dentro di me senza che io potessi impedirlo. Il semplice tocco delle nostre labbra ha scaturito brividi lungo tutto il mio corpo, avevo il cuore che batteva a duemila all’ora e al posto delle farfalle nello stomaco, avevo un branco di rinoceronti inferociti. Mi sembrava di essere una ragazzina alla sua prima cotta.- concludo tornando a sedermi sul divano.

-E poi? Cosa è successo?- chiede la ragazza al mio fianco.

-Beh, semplice, la realtà mi è piombata addosso come un macigno. Mi sono resa conto che fra noi due non ci sarebbe mai potuto essere niente. Ci ho pensato a lungo, non è stata assolutamente una scelte impulsiva. Ho ragionato sui pro e i contro che questa ipotetica relazione avrebbe portato ad entrambe. E hanno vinto i contro. E poi cosa o chi mi dava la certezza che anche lei provava gli stessi sentimenti?-

-Assolutamente nessuno, ma questa è la parte migliore, non sapere come andrà a finire, ma nonostante ciò rischiare.- mi risponde.

-Non posso permettermi di rischiare. Sogno e realtà qua non possono esistere insieme.-

-E quindi ora? Finisce tutto così?- mi domanda la mia amica.

-Si, non vedo altre soluzioni, ho anche pensato di cercare di sistemare le cose, ma mi sembrava semplicemente una futile perdita di tempo.-

-Dimmi una cosa Lauren, stai scappando da una cosa che non vuoi o da una cosa che hai paura di volere?- mi chiede Normani.

-Io..- lascio la frase in sospeso allora Mani prende parola.

-Pensaci, però tieni a mente una cosa, Camila è una ragazza fantastica e non avere una persona del genere nella propria vita sarebbe proprio da idioti. Se proprio non riesci a costruire qualcosa con lei cerca almeno di esserle amica. Persone così non le trovi tutti i giorni. Detto questo andiamo a preparare qualcosa da mangiare che sto morendo di fame.- esclama iniziando a dirigersi verso la cucina.

-Come continui un'amicizia se, ogni volta, l'unica cosa alla quale pensi è quanto vorresti di più?- dico a bassa voce prima di sospirare e raggiungere la mia amica.

 

Finito di mangiare Normani è tornata a casa solo dopo che le ho promesso che da domani sarei tornata a lavorare.

 

Ora mi trovo a letto che cerco di chiudere occhio, ma come è ormai quotidianità, l’immagine della ragazza più meravigliosa che io abbia mai incontrato si fa spazio nella mia mente non permettendomi di dormire serenamente.

 

Strano come la stessa faccia possa farti sentire così giusta e portarti così tanto dolore.

   
 
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