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Autore: Julia Weasley    27/05/2009    11 recensioni
Regulus Black sta per iniziare il suo sesto anno a Hogwarts: suo fratello Sirius è appena scappato di casa, nella comunità magica è scoppiata la guerra con i Mangiamorte, e Regulus si ritroverà a compiere la scelta che gli cambierà per sempre la vita.
In questa storia, Regulus subirà un enorme cambiamento, da semplice studente con grandi progetti a Mangiamorte al servizio di Voldemort a, infine, eroe solitario che affronterà l'estremo sacrificio a testa alta. Tutto questo sullo sfondo di un rapporto fraterno piuttosto complicato e di un amore sofferto ma eterno.
Storia vincitrice del premio Best Saga dei Never Ending Story Awards.
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mangiamorte, Nuovo personaggio, Regulus Black, Sirius Black, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Ultima sfida

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“Volete spiegarmi cos’è questa storia?”

Voldemort stavolta non era arrabbiato, ma semplicemente irritato, cosa che gli succedeva ogni volta che un piccolo impedimento lo distoglieva dai suoi malvagi progetti.

“Non lo so, mio Signore” rispose Bellatrix agitata. “L’altro ieri sono andata a chiedere a mia zia se sapesse qualcosa. Mi ha detto solo che Regulus è uscito una sera e non si è più fatto vedere. Non ho chiesto a mio zio perché sta molto male in questo periodo e non può sentir parlare di questa…”
“Sì, certo, certo…” la interruppe Voldemort annoiato. Poi puntò gli occhi scarlatti su Lucius, che impallidì. “Tu ne sai qualcosa? Tua moglie ha visto Black ultimamente?”
“Non che io sappia” rispose Lucius Malfoy. “Narcissa non l’ha più incontrato da prima che lui si unisse a voi, Signore”.

Voldemort lo fissò attentamente, scrutando dentro l’uomo con l’aiuto della Legilimanzia, ma a quanto pareva era sincero.
Chissà se la signora Malfoy lo fosse stata altrettanto…

Quando mandò a chiamare Minus, il ragazzo si presentò subito, mangiucchiandosi le unghie per il nervosismo.

“Dunque, Minus” esordì il suo padrone. “A quanto sappiamo, una settimana fa è stata diffusa la notizia della morte di Regulus Black, per opera mia o di qualcuno di voi. Ora, stranamente stavolta io sono estraneo ai fatti, ma se è stato uno di voi, per gelosia o rivalità personale, lo dica adesso o taccia per sempre”.

Lui tremò ma riuscì a rispondere:

“No, non sono stato io. Però suo fratello mi ha detto che… l’ha visto ultimamente, e che lui gli ha raccontato di aver cambiato idea su… su di Voi”.
“Come sospettavo. Quel ragazzo non è mai stato adatto alla vita da Mangiamorte. Voglio sperare che non abbia rivelato il tuo doppio gioco…”
“Anche se lo avesse fatto, Sirius non gli avrebbe creduto. Si fida troppo di me”.
“Buon per te. Ascoltami bene, Minus. Io non ho tempo da perdere per cercare quello che probabilmente è un traditore. Ma poiché in questo periodo la tua utilità è pari a zero, ti affiderò l’incarico di portarmi qui chiunque sappia qualcosa, esclusi quelli dell’Ordine della Fenice: non vorrei compromettere la tua copertura”.
“Ma… ma… potrei essere scoperto lo stesso!”
“Farò in modo che questo non accada. Ora vai e non m’infastidire ulteriormente”.

 

***

“Reg…”

Rachel non poteva credere ai propri occhi. Regulus era proprio lì davanti a lei e la guardava, senza dire o fare niente.
La ragazza gli si avvicinò lentamente.

“Allora non mi hai lasciato…”

Tese il braccio, nel tentativo di toccarlo, ma non le fu possibile, perché la figura di fronte a lei era impalpabile, come se fosse fatta d’aria…

Un attimo dopo si svegliò.

Era nel letto della sua camera, con la mano destra alzata come per afferrare qualcosa o qualcuno.

Di colpo tutto il peso della dura realtà le crollò addosso. Ogni volta era la solita storia. Quando dormiva, riusciva ad avere una sorta di tregua ma poi, da sveglia, tornare a soffrire diventava ogni giorno sempre più doloroso.
Il vuoto incolmabile che aveva dentro di sé la sopraffece e Rachel sentì il proprio viso riempirsi di nuovo di lacrime. Avrebbe voluto dormire tutto il giorno ma non era possibile.

Quasi automaticamente, cercò a tentoni sotto il cuscino, e tirò fuori il biglietto che avrebbe dovuto dare a Silente.

Regulus non avrebbe voluto che lei lo leggesse, ma Rachel non aveva saputo resistere all’impulso di vedere ancora una volta la sua scrittura.
Lo lesse di nuovo. Ormai le cose orribili che vi erano scritte e che la prima volta la avevano terrorizzata, non le facevano più né caldo né freddo. Vedeva soltanto la grafia che conosceva così bene e poteva anche immaginare Regulus intento a scrivere quel messaggio.
Sapeva bene che avrebbe dovuto consegnarlo a Silente il prima possibile, ma era da una settimana che non trovava nemmeno il coraggio di uscire dalla propria stanza.

In quel momento qualcuno bussò alla porta e i suoi genitori si affacciarono, cauti.

“Rachel, come ti senti oggi?” chiese Diane.

Lei neanche rispose. Come pretendevano che stesse?

“Senti” le disse Perseus, “abbiamo appena saputo che tua nonna non sta molto bene. Non vorremmo lasciarti qui ma dobbiamo andare da lei. Ascoltami. A quanto pare ci sono dei Mangiamorte infiltrati al Ministero, quindi gli incantesimi di protezione qui intorno potrebbero saltare. Se senti anche il minimo rumore, raggiungici immediatamente”.

Rachel annuì.

“Cerca di mangiare qualcosa, oggi, per favore” aggiunse sua madre. “Non puoi andare avanti così. Lo so che sei distrutta, ma sappi che ti vogliamo bene e ti siamo vicini”.
“Grazie…”

Cinque minuti dopo, i suoi genitori erano usciti, lasciandola completamente sola. Si sentiva quasi in colpa per quanto li faceva preoccupare, ma non poteva farci niente.
Tuttavia sapeva che avessero ragione: non poteva andare avanti così.
Era convinta che la sorte ce l’avesse con lei a tal punto da non volerle concedere di morire a sua volta, ma lei non avrebbe più fatto il suo gioco, crogiolandosi nella disperazione. Regulus non avrebbe mai voluto vederla in quello stato.

Lui era morto da eroe e non sarebbe stato giusto ricambiarlo così.
Doveva portare quella lettera a Silente quella mattina stessa.

Così, per la prima volta dopo sette giorni, varcò la soglia della sua camera. Dopo aver fatto colazione ed essersi vestita, già sarebbe voluta tornare a seppellirsi.

Lo faccio per te, Regulus. Poi dirò a Sirius di Peter, ma dopo basta.

Il vestito ormai le stava largo, per tutto quel periodo di digiuno quasi totale ma Rachel non vi fece caso. Prese la bacchetta, infilò la lettera in tasca e scese di sotto.

Si era assicurata che tutte le finestre fossero ben chiuse ma, quando la sua mano sfiorò la porta d’ingresso, improvvisamente fu investita da una ventata d’aria gelida che la fece rabbrividire.
Impallidì, perché non era possibile che il vento soffiasse dentro casa. Rimase immobile per alcuni secondi, senza sapere se essere spaventata o no.
Sembrava stupido, ma quel fatto inspiegabile le era parso una sorta di avvertimento di non aprire quella porta.
Ma più passava il tempo più si convinceva che fosse stata un’allucinazione creata dal suo inconscio desiderio di sentire la presenza di Regulus accanto a sé.

È morto, e niente potrà farlo tornare indietro. Fattene una ragione.

Ricacciò indietro le lacrime e aprì la porta, ritrovandosi faccia a faccia con Peter Minus, che teneva il pugno alzato, come se stesse per bussare.

Dopo un istante di sorpresa, quello esordì:
“Ehm… ciao… Mi ha mandato… Sirius. Dice che vuole parlarti, ma non può uscire di casa, così mi ha detto di portarti…”

Non proseguì, perché lo sguardo della ragazza gli suggeriva che qualcosa non andasse.

“Ti manda Sirius, eh?” fece lei, sentendosi invadere da un odio profondo nei confronti di quel traditore.
“Bè, sì…” mentì Minus, ancora ignaro.

Rachel non gli diede neanche il tempo di rendersi conto di cosa succedeva. Estrasse la bacchetta e lo colpì con un incantesimo, facendolo ruzzolare giù dagli scalini della villa.

Tutta la disperazione che la tormentava si era trasformata in furia omicida.

“Tu… schifoso… traditore! Lo so… che sei… un… Mangiamorte! Vigliacco… carogna…”

Ad ogni parola, pronunciava una fattura, mandando Minus a cozzare contro tutti gli angoli del giardino.

“Mi… fai… schifo!”

Minus strillava per la paura, col naso rotto, qualche costola incrinata e il viso pieno di graffi sanguinanti e lividi scuri che si allargavano a vista d’occhio.

“Aiuto! Ti prego… Non è vero!”
“Fa’ silenzio!”

Terrorizzato, Minus prese la bacchetta e posò la punta sul marchio Nero. Pochi istanti dopo, altri quattro Mangiamorte si Materializzarono accanto a lui.
Rachel sentì svanire di colpo l’ira vendicativa non appena essi la circondarono. Avrebbe dovuto immaginare che non fosse solo. Era in trappola, ormai non ce l’avrebbe mai fatta.
Così, invece di difendersi, estrasse dalla tasca il biglietto per Silente e lo distrusse, per evitare che finisse in mani sbagliate.

Un attimo dopo fu Schiantata.

***

 

Quando aprì gli occhi, si ritrovò per terra, in una sala semibuia. Era circondata da persone ricoperte da mantelli e cappucci neri; alcuni sghignazzavano, altri bisbigliavano tra loro, concitati.
Alla sua destra, Peter Minus era riverso su una panca di legno, talmente pesto da essere irriconoscibile, e si massaggiava una spalla forse distorta.

“… veramente patetico! Sei stato messo K.O. da una ragazzina” gli si stava rivolgendo una donna, provocando risate derisorie tra le fila dei Mangiamorte.

Rachel si sentì arpionare un braccio e rivoltare. Il viso sadico di Bellatrix Lestrange, a pochi centimetri dal suo, la fece rabbrividire.

“Si è svegliata?” chiese una voce fredda e serpentesca.
“Sì, mio Signore” rispose Bellatrix. “Cammina, tu!”

La costrinse ad alzarsi e la sospinse tra gli altri Mangiamorte, finchè Rachel non si trovò al cospetto di Lord Voldemort in persona.
Se all’inizio quegli occhi rossi e malvagi la terrorizzarono, subito dopo si accorse che il timore fosse stato sostituito dall’odio, di fronte al vero responsabile della morte di Regulus.

“Prima di tutto” esordì Voldemort con uno strano ghigno, “sappi che non ho nessuna intenzione di ucciderti. La tua è una famiglia Purosangue ed è un peccato versare sangue di strega. Se ti limiterai a rispondere a qualche semplice domanda, sarai libera. Come prova delle mie buone intenzioni, ti restituirò la bacchetta”.

Ad un suo cenno, McNair si avvicinò a Rachel e gliela rese. Lei gliela strappò con rabbia ma Voldemort non vi fece caso e proseguì:

“Mi riferiscono che i tuoi rapporti con Black fossero molto intimi. Ti volevo qui per chiederti che fine avesse fatto quel ragazzo, ma a quanto pare c’è qualcosa di più interessante che dovrei sapere. Mi hanno detto che poco fa, prima di essere catturata, hai distrutto quella che sembrava una lettera. Evidentemente, non volevi che finisse nelle mie mani. Di cosa si tratta?”

Rachel si affrettò a distogliere lo sguardo da lui. Ora capiva perché Regulus avesse insistito tanto per non farle sapere nulla. Non aveva la minima pratica di Occlumanzia. Perché l’aveva letta?

“Fidati di me, Queen. Non ti farò niente…”.

Lei ragionava in fretta. Se Voldemort avesse fatto uso della Legilimanzia, sarebbe stata la fine e Regulus sarebbe morto invano.
Così prese la sua decisione: doveva fargli saltare i nervi e impedirgli di continuare a interrogarla…

“Non ti dirò niente!” sbottò.

Nei suoi occhi scarlatti scorse un lampo che la fece tremare, ma non cambiò idea. Era troppo importante tenerlo all’oscuro del fatto che il suo segreto fosse stato scoperto. Le dispiaceva solo che Silente non sarebbe stato avvertito. Ma era certa che alla fine l’avrebbe saputo lo stesso.

“Prego?” chiese Voldemort in tono minaccioso.
“Sei diventato sordo, per caso? Vediamo se con questo il concetto ti sarà più chiaro… Sectumsepra!”

La sua mossa giunse così inaspettata che nessuno, neanche Voldemort, potè prevederla. L’incantesimo lo colpì a un braccio, e uno schizzo di sangue andò a macchiare la sua veste nera.

La maggior parte dei presenti era inorridita.

Furibondo, Voldemort la disarmò, mandandola a sbattere contro la parete opposta. Dolorante, Rachel guardò l’Oscuro Signore raggiungerla e fermarsi a poco più di un metro di distanza.

Sapevano tutti che quell’azione fosse stata folle. Voldemort era stato umiliato alla presenza dei suoi seguaci, ferito come un qualsiasi comune mortale.

“Tu non hai la minima idea di cosa hai appena fatto…”
“Ah, no?” replicò lei, sprezzante. “Credevo di averti fatto un brutto taglio…”
Crucio!”

Rachel urlò e si contorse per il dolore che la assalì, fino a che Voldemort non abbassò la bacchetta, lasciandola libera di respirare.

“Questo” disse “è quello che accade a chi osa sfidarmi. Te lo ripeto per l’ultima volta. Puoi dirmi cosa fosse scritto in quella lettera, o ti caverò fuori la verità a forza”.
“Non credo che ti piacerebbe se te lo dicessi in questo momento. A proposito, i tuoi schiavetti qui lo sanno che sei uno di quei cosiddetti schifosi Mezzosangue che tanto detestano?”
“Basta! Te la sei voluta tu!”

Voldemort le puntò la bacchetta in mezzo agli occhi, stentando quasi a prendere la mira per quanto era furioso. Desiderava solo di veder morire quella provocatrice.

Rachel si morse il labbro, cercando di concentrarsi.
Non dovrebbe fare male. Un secondo e poi sarà tutto finito… si disse.

Ma Voldemort non la colpì. Al contrario, scoppiò a ridere malignamente.

“Povera sciocca, ormai hai deciso di morire. Potevi unirti a me e continuare a vivere. Non mi serve sapere ciò che stai cercando di nascondere. Dimentichi che stai parlando con Lord Voldemort, che sa sempre tutto. Non ho bisogno di te, lo scoprirò da solo. Ma prima che ti uccida, toglimi questa curiosità. Cosa ti spinge a voler morire così?”

Rachel riuscì a fare una parvenza di sorriso insolente.

“Una cosa che non potrai mai capire” disse. Qualcosa che è molto più potente di te, e che sarà la tua rovina”.

Voldemort rise ancora di più, facendola rabbrividire.

“Povera illusa! Niente e nessuno può sconfiggermi! Tuttavia, poiché sono misericordioso, farò in modo di esaudire il tuo desiderio…”

Rachel gli lanciò un’ultima sfida, continuando a guardarlo impassibile negli occhi mentre lui pronunciava l’anatema mortale.
Non sentì le parole, perché di colpo tutto intorno a lei si fece ovattato e nebuloso.

L’ultima cosa che vide fu un lampo di luce verde.

 

 

 

*Angolo autrice*

Prima che qualcuno di voi venga qua e mi decapiti, premetto che l’epilogo lo pubblicherò stasera, primo perché sarà una sorta di consolazione per tutti voi che avete seguito questa storia, secondo perché so di non potervi lasciare così, terzo perchè sarà più corto dei capitoli, e non voglio farvi aspettare troppo.
Cercando di mantenere la storia fedele alla trama, dovevo per forza fare in modo che nessuno sapesse né di Minus né degli Horcrux prima del tempo, spero che mi capiate. Però è stata una sofferenza lo stesso scrivere questo capitolo.
Almeno, ho sfogato i miei istinti repressi contro quello schifoso traditore di Minus, come alcuni mi avevano esplicitamente chiesto. E sinceramente, ho goduto quando Rachel ha ferito Voldemort, era proprio una lezione che si meritava quel…!

Alohomora (sì, Sirius si sente in colpa ma, come hai detto tu, la vera colpa è della loro famiglia e delle loro manie…è veramente un peccato che questi due fratelli siano stati separati per delle stupide credenze sui Purosangue e non…)
Pan_Tere94 (meno male, come ho già detto, non ero tanto convinta della reazione di Rachel ma ora che mi hai detto che sia la sua sia quella di Sirius sono molto reali, mi sento sollevata. Sarà che mette tristezza, ma a me la pioggia ispira moltissimo queste scene drammatiche…)
Hermione Jean Granger (grazie per il sostegno, la fiction alternativa non mancherà, anche se al momento conto di prendermi una pausa per schiarirmi le idee)
dirkfelpy89 (grazie, e su, facciamoci forza: lo so che è triste, ma spero che l’ultimo capitolo ti risollevi un po’ il morale)
MEISSA_S (non so perchè, ma mi sono commossa anche leggendo la tua recensione! Forse perché hai centrato il problema di Sirius, sempre quel maledetto orgoglio dei Black. E soprattutto il fatto della vita ridotta in cenere come la lettera…è una cosa che hai notato più tu di me che l’ho scritta: a me è venuto spontaneo)
lyrapotter (è vero, ho voluto proprio alludere al fatto che è come se anche il cielo piangesse. La prima parte dello scorso capitolo tra l’altro l’ho scritto molto tempo fa, in un’orrenda giornata di temporale, e in cui ero davvero depressa…ed ecco il risultato)
malandrina4ever (grazie per aver letto tutti i capitoli fino a quell’ora…O_O Come hai fatto?! Anche io ho cominciato ad amare Regulus dopo il settimo libro, è diventato praticamente il mio personaggio preferito. Comunque, anche a me succede che tutti i personaggi che preferisco facciano una brutta fine: oltre a Regulus amo Tonks, Fred&George e Andromeda, e quest’ultima secondo me è la più sfortunata di tutta la saga… Ma si può, dico io?)
_Mary (la lezione alla pantegana è arrivata, se l’è proprio meritato, secondo me. All’inizio Rachel non ne vuole proprio sapere di reagire, ma quando si trova davanti a Voldemort, più o meno pensa le stesse cose di Harry nel quarto, quando decide che, se proprio deve andarsene, non lo farà implorando o avendone paura)
Basta_MarySue (a chi lo dici…io sarei rimasta chiusa nella mia camera per sempre, altro che una settimana e basta)
Pervinca Potter 97 (ti credo che sei bloccata, anche io lo ero quando dovevo scrivere questi ultimi capitoli...)
LMP (grazie mille, in questo capitolo spro di aver reso giustizia anche a Minus... una bella punizione era quello che si meritava, secondo me)

Ci sentiamo tra qualche oretta, con l’epilogo…

  
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