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Autore: Alexiel Mihawk    27/05/2009    5 recensioni
- Scusa se Hitomi è un nome normale! – ringhiò Zoro, infischiandosene beatamente del fatto che si dovrebbe essere gentili con una donna incinta.
- E secondo te Lakisha non è normale come nome? Sai quante Lakisha conosco io?! –
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Morning has Broken
Fandom: One Piece

Autrice: Alexiel Mihawk
Pairing: Zoro x Nami
Note: Il titolo della fic è il titolo di una canzone di Cat Stevens. Questa fic si è classificata 4°su 11 al contest della maternità indetto dal CoS.
 
 
 
 
MORNING HAS BROKEN
 

- Che razza di nome sarebbe Hitomi? – borbottò Nami rossa in viso.
In quel periodo il sangue le affluiva al volto facilmente e le gote le si imporporavano di un color pomodoro acceso che si intonava perfettamente con i suoi capelli.
Si portò una mano sul fianco, sbilanciandosi leggermente a causa del pancione.
- Scusa se Hitomi è un nome normale! – ringhiò Zoro, infischiandosene beatamente del fatto che si dovrebbe essere gentili con una donna incinta.
- E secondo te Lakisha non è normale come nome? Sai quante Lakisha conosco io?! –
Lo spadaccino spalancò gli occhi.
- Conosci qualcuno che si chiama così? Oddio. In ogni caso non farò andare in giro mia figlia con un nome del genere, si suiciderebbe a tre anni! Perché non chiamarla Ciglione II a questo punto? –
- Ehi! Guarda che quel nome era originale ed era perfetto per quel cammello! –
Erano venti minuti che continuavano in questo modo e oramai Usopp stava raccogliendo le scommesse per vedere in quanto tempo Nami avrebbe steso lo spadaccino con un cazzotto e se tutto si fosse risolto in dieci minuti ci avrebbe guadagnato un bel gruzzolo.
Fu Rufy che, senza malizia alcuna, disse la frase che fece sfumare qualsiasi possibilità di vincita da parte di chiunque.
- E se fosse un maschio? –
I due litiganti alzarono le spalle contemporaneamente, poi sempre in sincrono dissero:
- Ray –
E inaspettatamente la conversazione si concluse lì.
 
Erano da poco passate le due e la nave avanzava tranquilla nella notte scura.
Le onde cullavano dolcemente la chiglia della Thousand Sunny e facevano da sottofondo al riposo dei naviganti.
La porta della cucina si aprì leggermente e Nami, con passo furtivo, si avvicinò al frigorifero.
Mancava solo un mese alla nascita del bambino e le capitava sempre più spesso di svegliarsi nel cuore della notte con delle voglie strane e in quel caso chi ne risultava danneggiato era il povero Sanji.
Vista la sua mania di chiudere il frigo con il lucchetto, la navigatrice doveva ogni volta scassinarlo, cosa che non le risultava troppo difficile vista la sua abilità di ladra, tuttavia quello era già il sedicesimo lucchetto che dovevano ricomprare e nonostante questo nessuno aveva pensato che fare una copia della chiave e darla alla rossa sarebbe stato incredibilmente più semplice.
Ma come diceva sempre Franky nessuno usava il cervello su quella nave.
- Se continui così a quel povero cuoco verrà un infarto –
Nami sobbalzò. Non l’aveva visto.
- Tanto alla fine pago io, no? – borbottò avanzando faticosamente tra le sedie rovesciate per arrivare fino al frigo.
Zoro le si avvicinò e con gentilezza le prese la mano evitandole di andare a sbattere da qualche parte.
- Grazie – sussurrò dolcemente la rossa.
 
Il cielo era terso, limpido come poche volte lo avevano visto, e Nami era stata spesso alzata la notte a controllare la rotta, ma mai aveva visto così tante stelle.
- Non dovresti alzarti di notte, camminare troppo non ti fa bene –
Nami sorrise.
A volte Zoro si preoccupava per delle sciocchezze.
Era come un bambino che aveva paura di tutto, ma non per sé stesso, temeva solo che le persone a cui teneva di più si facessero del male. Non era mai stato così iperprotettivo, forse solo all’inizio della gravidanza, quando lei aveva scoperto di essere incinta.
Lì sì che erano state le comiche.
Aveva iniziato a rubarle la birra, poi il vino e quindi il Sakè, le aveva impedito di avvicinarsi agli alcolici e anche al cuoco, con la scusa che il fumo delle sue sigarette era dannoso per il bambino, aveva anche cercato di non farla camminare, di no farla alzare la notte per controllare la rotta e di farla dormire il più possibile, ma aveva rinunciato dopo che si erano persi due volte.
- Sto bene, davvero, stai tranquillo –
Disse appoggiando il volto alla sua spalla.
Erano seduti contro il parapetto della nave e stavano osservando il cielo, Nami mangiucchiava delle fragole e Zoro le accarezzava con tenerezza i capelli.
- Bellmer –
- Cosa?! – esclamò la rossa scostandosi di scatto.
- Se sarà una femmina la chiameremo Bellmer – continuò lo spadaccino.
Nami sentì le lacrime solleticarle gli occhi.
- Ne sarebbe stata così orgogliosa – sussurrò piano.
Zoro sorrise e l’attirò a sé.
- Sarà una bambina molto amata – le disse posandole un bacio tra i capelli – Come sua madre -


   
 
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