2 - Aneliti del cuore
La vita è davvero strana e
imprevedibile, pensi, mentre riponi le due spade nella loro sede
addossata alla parete.
Sei nato servo, questo ti
prospettava un’esistenza semplice, una moglie affettuosa e dei bambini, una
vecchiaia tranquilla e serena accanto ad un focolare.
Sai che non sarà mai così, non
per uno come te.
Per la più incredibile delle
sorti, sei l’attendente di una donna singolare, nobile di nascita, che per curiosa
ironia, spesso condivide le tue medesime esperienze, come se ostinatamente,
ciascuno volesse seguire le orme dell’altro.
Ma affrontarle da uomo o da
donna è una cosa diversa.
Diverse complicazioni. Diverse
le reazioni.
Gli angoli delle labbra si piegano
appena, mentre pensi che, se vi unisce lo stesso percorso, forse un giorno
riuscirete a vivere un amore felice e corrisposto.
Magari insieme.
Per fortuna, sai dove finisce il
sogno e comincia la realtà.
Non confondi mai le due cose, e
hai imparato da tempo a tenerle separate.
Fersen è proprio a cavallo di
quel confine, l’elemento che contamina il vostro mondo e lo mette in crisi, in
maniera drammatica per la prima volta, e ancora non sai dire in che maniera
finirà.
Qualche volta provi anche ad
immaginarlo… l’ipotesi peggiore di tutte… se Oscar e il conte di Fersen un
giorno lontano e disgraziato diventassero amanti… al solo pensarci ti assale un
violento conato di vomito.
Lo svedese viene a Palazzo
Jarjayes di frequente.
Tu sai cosa viene a cercare qui;
la sua amicizia con il Colonnello Oscar è leale e molto schietta, perfino
troppo, pensi, perché complica le cose in un modo che il conte non può
neppure immaginare. Di fatto, lei è l’unica vera amica che abbia qui in
Francia. Tutte le altre amiche o presunte tali, soddisfano esigenze un
po’ diverse. In realtà, da qualche tempo è diventato un personaggio molto
impopolare, non solo a corte.
Viene qui è conversa
tranquillamente con lei, si misura con lei con la spada, assumendo
l’atteggiamento tipico di quel cameratismo che si ha fra uomini.
Ma lei non è un uomo.
È sorprendente con quanta
facilità il conte riesce a dimenticare questo dettaglio; sarà per questo
che non lo hai mai considerato un vero rivale, stemperando la tua gelosia in
una gentilezza un po’ forzata.
Si chiama fare buon viso a
cattivo gioco.
La tratta da uomo, permettendosi gesti e linguaggio che non si userebbero mai con una nobildonna, omettendo tutte quelle accortezze sottili che intercorrono fra dame e gentiluomini; fa tutto questo e non si accorge che è una donna innamorata. Quel che è peggio, a volte le confida i suoi tormenti del cuore, lo struggimento per un amore clandestino che infiamma l’anima e i sensi, che dà gioie unite a inevitabili rimorsi.
È come gettare brace calda sul
fuoco.
Ti chiedi come faccia ad essere
così cieco e ottuso; forse è colpa del suo amore per la regina.
Quando puoi, ti allontani, per
non vedere lo sguardo di Oscar in sua presenza; gli ha concesso una confidenza
che non ha mai dato a nessuno prima, e cerca di darsi un contegno trattandolo
amichevolmente, in maniera perfino cameratesca, ma i suoi occhi tradiscono
altre emozioni, che per fortuna, solo tu sai decifrare.
Ora anche lei è consapevole di
quel che sente.
Ora anche lei sa cos’è l’amore e
la pena che ne deriva.
E mentre Oscar cerca
disperatamente di soffocare i suoi sentimenti, tu vedi e senti il suo tormento,
come fosse il tuo… è anche il tuo.
Lui viene qui e parla della loro
storia d’amore, ormai sulla bocca di tutti. Bisbigliano le dame e i signori di
palazzo, pregustando il sapore piccante dello scandalo, pietanza saporita che
condisce la noia del vivere a corte; la regina di Francia non ha ancora messo
al mondo un erede al trono, ma senza pudore, allaccia una relazione
sentimentale con uno straniero affascinante che viene dal Nord Europa.
-
La regina Maria Antonietta ha un amante.
È il pettegolezzo maligno e
volgare che passa dalle lavandaie sudaticce e sguaiate di Parigi, alle massaie
sulla piazza del mercato; è un amore infelice cantato da un menestrello triste,
al suono di una fisarmonica.
- Versailles è un
fantasma lontano; della bella regina austriaca e del suo amore per il conte di
Fersen, noi non sappiamo niente… noi viviamo solo per un misero bicchiere di
vino.
È un libello osceno e
diffamatorio che circola addirittura in caserma tra le Guardie Reali, ed è
arrivato sulla scrivania del Colonnello Oscar, che se potesse passare a fil di
spada tutti quelli che parlano di loro, lo farebbe molto volentieri.
“André fai sparire dalla mia
vista questa porcheria!” Ha ordinato con tono perentorio e seccato, mentre
stracciava il foglio di carta in tanti piccoli pezzi, che tu facevi sparire tra
le fiamme del camino.
Se non fosse una situazione
imbarazzante, forse ci troveresti del comico nell’atteggiamento di Oscar.
In rari momenti, avverti una
pena sincera anche per Fersen, in fondo vive un grande amore che gli dà più
sofferenza che gioia.
Lo sberleffo a te e a lei viene
risparmiato. Non le insinuazioni, però. Per fortuna, Oscar di quelle non si è
mai curata. Fanno parte del gioco… Il gioco imbastito dal signor Generale, che
vede voi, soli protagonisti, ma di cui non ha previsto gli sviluppi.
Tu lo sai che a volte si deve
soffocare l’amore, per non far soffrire chi si ama; l’amore chiede sacrifici.
È un padrone esigente.
Un pomeriggio qualunque, simile
a tanti che avete trascorso in questo palazzo, mentre le foglie rosse e gialle
del parco bruciano alle ultime luci d’autunno, ne parli con lei, dopo che
Fersen se n’è andato, rifiutando il suo invito a restare a cena.
Hai pensato che dovesse correre
ad un appuntamento segreto con la regina, e sei quasi sicuro che Oscar abbia
avuto un pensiero identico al tuo. Fersen ha avuto la delicatezza di non
confermarlo, in fondo è un uomo discreto.
Attraverso l’esperienza di un
altro, le parli di te stesso e le confessi il tuo amore, certo che lei non
possa cogliere il senso vero celato dietro parole innocue.
“A volte, è meglio nascondere i
sentimenti… Ci sono persone che amano qualcuno tutta la vita, senza che l’altra
persona lo sappia.”
Il tono pacato tradisce una nota
triste. In realtà, non vuoi turbarla, vuoi solo provare ad alleggerire il tuo
fardello, e sentirti, almeno per un momento, libero.
La luce del tramonto investe voi
e le cose attorno, fa brillare l’argento degli arredi, colora d’oro il
pavimento e le pareti intonacate della stanza.
Sei seduto al tavolo e trattieni
una mela tra le mani, Oscar è in piedi davanti alla vetrata, da cui ha
osservato Fersen montare a cavallo e allontanarsi, e ti dà le spalle. Da
interminabili minuti, guarda ostinata il cielo rossastro e non parla.
Sei sicuro che ti abbia sentito
benissimo, ma lei resta immobile, rigida… ti sembra che esiti
impercettibilmente, non si volta; abbassa la testa e la rialza verso il cielo,
come fosse in cerca di un appiglio, o forse una via di fuga. La mano giace
abbandonata lungo il fianco, ma le dita appena nascoste dal ricco polsino
ricamato, si muovono attraversate da un guizzo nervoso che fa vibrare il
tessuto.
Il silenzio si fa pesante, e tu
hai paura di aver detto qualcosa di troppo. Ti penti immediatamente di esserti
sbilanciato; il vostro equilibrio sta diventando precario, ne avverti i primi
segni.
All’improvviso, si volta verso
di te, con decisione.
Sussulti quando incontri il suo
sguardo.
La sensazione che hai dura il
tempo di un brivido lungo la schiena; i vostri occhi si allacciano per pochi
istanti, e la malinconia, la dolorosa tristezza che passa in quei pozzi celesti
la senti tutta attraversarti l’anima.
Senti il cuore accelerare
incontrollato, quando sospetti non sia per Fersen quel dolore. L’idea ti
sconcerta, finché quello sguardo torna ad essere duro e affilato come
l’acciaio.
Forse ti sei ingannato.
Lei non sa.
Lei non può aver capito.
E tu devi stare più attento alle
parole che ti lasci sfuggire.
Oscar ti ordina di prendere la
spada: vuole combattere ancora, e con una strana fretta, si allontana verso
l’uscita del parco.
Senza battere ciglio, con calma,
la segui.
“André, questa volta faccio sul
serio!” Dice energica, mentre lancia fendenti nell’aria.
Certo Oscar, mai stato più
serio, [1]
sussurri piano senza farti sentire. L’allenamento scarica la tensione, anche
quella sessuale, un’altra di quelle cose che sapete ma non dite.
Quanti duelli tra voi, per
gioco, per sfida, per rabbia; è l’unico modo in cui potete toccarvi, e tutto
passa attraverso sguardi infiammati, fiati corti e sudore, appassionata
espressione del tumulto delle vostre anime, e il cielo nel rosso del tramonto
sembra infuocato e ardente come i vostri due cuori.
*******
Il conte di Fersen ha rotto il
suo fidanzamento, creando anche qualche imbarazzo. Ti ha spiegato con onestà
disarmante che non può sposare una donna e amarne un’altra.
Meglio non appartenere a nessuna, ha
detto.
Lo sapevi! Che nobiltà d’animo.
Avresti meno stima di lui, se
avesse agito come tutti gli altri nobili degenerati e ipocriti che conosci, che
si curano di salvare la faccia in società, e fanno mille altre cose
disonorevoli per soddisfare il proprio ego personale.
Fersen è un uomo meraviglioso e
il tuo cuore esplode d’orgoglio.
È meraviglioso il suo essere
fedele a se stesso e ai suoi sentimenti per lei. Con l’anima, il pensiero e il
cuore, non la tradirà mai.
Col corpo… non lo sai. Forse non
t’interessa saperlo; è un’altra di quelle cose che preferisci ignorare, ma sai
quello che si dice di lui. Perfino André te lo ha confermato, senza troppi giri
di parole.
Andrè non ti risparmia mai la
verità, se non quella troppo scomoda che riguarda voi due.
Da un po’ avverti che è cambiato
qualcosa, e ciò ti preoccupa.
Una volta hai sentito dire da
una cortigiana, che gli uomini non possono restare fedeli fino in fondo ad una
donna, perché loro godono dell’amore che ricevono, mentre le donne, di quello
che possono dare. [2]
Per questo, per una donna spesso
l’amore è fonte di sofferenza.
Non sai se sia veramente così,
non sai molto di queste cose.
Potresti chiedere al tuo amico
André dei chiarimenti, in merito alla fedeltà maschile. È un uomo, ne saprà
qualcosa.
Non sei sicura sia una buona
idea, toccare con lui certi argomenti, non dopo quello che ti ha detto.
Non ricordi sia mai stato così
diretto.
Non doveva, André.
Non doveva alludere in quel modo
a voi.
Hai tremato, quando lo ha fatto.
Dovresti riportarlo dentro i
ranghi, ma non sai come farlo, senza ferirlo. Basterà mostrarsi gelida e indifferente,
continuare a fare finta di nulla, ignorare gentilezze, mezze frasi, allusioni,
sfuggire impietosa, sguardi verdi carichi di troppa tenerezza.
Temi che potrebbe fare breccia,
superare le barriere che vi siete imposti, insinuarsi fra le crepe della tua
corazza che scopri fragile. E sarebbe un disastro per i vostri cuori.
E allora sarai dura, lo farai
per il bene di entrambi. Sei un soldato, e tuo padre ti ha insegnato che le
emozioni non appartengono alla tua vita. Debolezze concesse a tutte le donne,
ma non a te.
Invece, l’amicizia tra un uomo e
una donna può essere più preziosa dell’amore, più sincera e altrettanto grande,
importante e profonda. Per questo, faresti di tutto per difendere e preservare
quella che hai con André.
In fondo, è solo una diversa
forma d’amore, e non fa male.
Non ha conseguenze. È
consolante, tiepida come una coperta calda che ti avvolge la sera, e fa sentire
al sicuro.
Pensi davvero che l’amore
passionale, quello che scatena il desiderio degli amanti, sia solo il modo più
certo d’essere infelici.
André con noncuranza, ti
racconta degli incontri segreti tra Fersen e Maria Antonietta organizzati alle
ore e nei luoghi più impensati. Non ci sono testimoni, eppure tutti ne parlano
come se la Francia intera li avesse visti; pare che Sua Maestà, quando la
nebbia avvolge ancora il mattino, rientri silenziosa nei suoi appartamenti,
mentre ancora alla reggia tutti dormono. Ha smesso anche di andare a Parigi a
divertirsi, per vivere ogni momento possibile, della loro passione.
Se sapesse quanto le sue parole
ti fanno male, forse starebbe zitto. Probabilmente lo sa, e lo fa di proposito,
per qualche oscura ragione che non comprendi.
Eppure, non hai il coraggio di farlo smettere, perché nonostante quello che provi, lo strazio del cuore per un sentimento che non ti puoi concedere, sei avida di sapere, di capire che cosa sia questa forza ancestrale che li attira uno verso l’ altra, a cui è impossibile resistere.
- Ho
l’impressione di non essere capita neppure da voi, Oscar… potete comprendere il
cuore di una donna? [3]
Ossessionanti, ti tornano in
mente le parole accorate di Maria Antonietta.
Così, mentre ascolti la voce un
po’ malinconica di André, ti sembra di vederli: ogni gesto, le voci, i sospiri
e i fremiti divisi tra pena e piacere, gli occhi e le labbra che si cercano, le
mani che s’intrecciano, le lacrime di gioia e di dolore, e alla fine il triste
momento della separazione.
La tua non è malsana curiosità, ma hai bisogno di immaginare cosa provano, come si sentono; solo attraverso loro puoi conoscerlo, viverlo anche tu, sentire lo spasimo del cuore che freme nell’attesa dell’amato.
Immaginare i baci appassionati,
le carezze, l’abbraccio ardente dei corpi, le parole sussurrate all’orecchio,
le promesse infinite.
Senza enfasi, André racconta di
loro, e ti chiedi come sarebbe da donna, essere tra le braccia forti di un
uomo, vivere un sentimento come quello. Essere riamata.
Comprendere il cuore di una
donna.
Comprendere il tuo cuore di
donna.
Ma le parole tra voi,
ultimamente sono diventate pericolose.
Troppo per ignorarle.
“Sai Oscar, non vorrei essere al
posto di Fersen, però un po’ lo invidio, e in fondo, lo capisco. Dev’essere
bello stringere con tenerezza fra le braccia la donna che si ama, anche quando
si vive un amore difficile e impossibile… un’ora sola con lei, può valere una
vita intera.”
Tremi, mentre il cuore accelera
spaventato; sei abituata a governare le tue emozioni come fossero un plotone di
soldati da tenere in riga, ma non è mai stato così difficile.
In realtà, con André è sempre
stato più difficile che con altri, e lo sai. Lui ti gira attorno guardingo,
paziente aspetta che esponi il fianco indifeso, e dopo ti colpisce dritto al
cuore.
Ridi lieve, come se volessi
schernirlo, e non ti sei mai sentita così cattiva. Devi esserlo e non ti piace.
“Non ti facevo così
sentimentale, André…”
Un sorriso franco, ma rassegnato
gli distende le labbra e accende il suo sguardo che si posa su di te, per un
istante.
È bravo a non far vedere il suo
tormento, solo qualche anno fa non avresti saputo indovinarlo.
Ma ora sai, ora è tutto fin
troppo chiaro; siete cresciuti insieme, e non ci sono mai stati misteri tra
voi, ma prima era più facile camminare insieme, fingere che nulla potesse
cambiare tra te e lui.
Ora non sai cosa potresti
dirgli, e hai paura… una dannata paura di rovinare tutto, e di perdere molto.
Non lo hai mai sentito parlare
così… prima.
Perché adesso? Cosa è cambiato?
Devi farlo smettere. Subito.
Un segnale sbagliato da parte
tua, e tutto il vostro mondo dove solo voi potete vivere, dove nessuno può
farvi del male, crollerebbe.
Anche lui ha il cuore stretto
nella morsa di un amore difficile.
Sei tu, che lo fai penare. Sei
tu la donna che vorrebbe stringere tra le braccia, ma tu non hai mai pensato a
lui in quel modo.
Non lo puoi fare.
Quando immagini l’uomo che
potresti amare, è solo il conte di Fersen che ti viene in mente, un miraggio
irraggiungibile.
Andrè è l’amico, il fratello che
non vuoi perdere.
Non sarebbe lecito tra voi.
Sarebbe troppo complicato… e
sarebbe sbagliato.
Sei sicura che lui lo sa quanto
te.
L’amore non è altro che una
lenta e triste agonia; se non puoi evitarla a te stessa, la eviterai a lui. Gli
negherai qualsiasi illusione.
******
L’hai accompagnata a Versailles.
La regina l’ha mandata a
chiamare per una questione delicata e importante; il motivo della convocazione
poteva essere solo il conte di Fersen, lo hai sospettato subito. Non ti fa piacere
che venga coinvolta nelle manovre di quei due, ma non puoi farci nulla.
Puoi solo assistere, mentre un
lieve risentimento ti rode in petto. Ti dispiace davvero per la situazione
dolorosa in cui si trova la regina, ma Maria Antonietta dovrebbe imparare a
diventare responsabile, capire che le scelte hanno delle conseguenze, e quelle
di una sovrana non coinvolgono solo lei.
Capisci perché la Regina Maria
Antonietta è ricorsa ad Oscar; in una corte piena di nemici, di chi altri
potrebbe fidarsi? La nota amicizia tra Oscar e il conte di Fersen è
un’opportunità provvidenziale, che la regina sfrutta senza malizia alcuna.
Aspettavi Oscar nel cortile
della reggia sul retro, mentre tenevi a bada i vostri cavalli; quando è tornata
dall’udienza privata, era pensierosa e triste. Quanto ti manca il suo solito
cipiglio fiero; sempre meglio dell’aria corrucciata che ha da un po’ di tempo a
questa parte.
Pochi minuti dopo, ormai lontani
dai cancelli di Versailles, ti ha solo detto di tornare a casa, mentre lei galoppava
verso la pianura, come se dovesse seminare dietro sé il suo peggior nemico.
Sai benissimo da chi è andata.
Il Colonnello delle Guardie
Reali del Re di Francia è diventato il messaggero d’amore tra gli amanti
infelici. La sola idea t’infastidisce. Per quanto appare beffardo, è una
situazione assurda! Ruolo più inadatto per lei non potrebbe esserci.
Quando dopo un’ora, sei arrivato
a casa senza di lei, tua nonna ti ha fatto subito il terzo grado, oltre a
rimproverarti per averla lasciata sola.
“Non preoccuparti, Oscar tornerà
presto.” Rassicuri l’anziana donna, e tenti di convincere te stesso.
I minuti passano lenti, mentre
speri di vedere il suo cavallo bianco profilarsi presso i cancelli della tenuta
dei Jarhayes.
Invece, dalle alte finestre che
si aprono sul vasto viale di ghiaia, vedi solo il cielo che s’incupisce invaso
da nuvole scure.
Mentre aspetti, il cuore diventa
sempre più pesante.
Pensi a lei, di fronte a Fersen,
e immagini parole difficili da dire.
Quanto ci vuole a riferire un messaggio?
È passato troppo tempo e il
cielo promette di aprirsi in una cascata d’acqua. Tua nonna congiunge le mani
al petto, sempre più ansiosa. Non puoi resistere oltre. Il tuo cavallo è già
pronto nella stalla dove lo hai lasciato; non hai tolto neppure la sella e i
finimenti.
“Vado a cercare Oscar, prima che
la sorprenda il temporale.”
La tua tranquillità è solo
apparente.
Prendi il suo mantello ed esci
deciso a raggiungerla.
******
Faresti di tutto per la tua
regina, ma in questo caso avresti preferito non ricevere una simile incombenza.
Lo farai perché non sai negarle nulla, perché l’hai vista nascondersi il volto
tra le mani come una donna comune, e piangere di vergogna.
Stasera non potranno vedersi.
L’amore uccide anche l’orgoglio
di una sovrana, lo schiaccia sotto l’umiliazione dell’alto tradimento.
Ti sgomenta vedere fin dove
l’essere umano può arrivare per rubare qualche ora di felicità, e quanto
potente dev’essere tale estasi per mettere a rischio tutto il resto, l’onore,
il prestigio, il rispetto, perfino la vita stessa.
Gli ideali che appartengono alla
nobiltà ti sono sempre sembrati più importanti, superiori a tutte le umane
debolezze, così ti ha insegnato tuo padre. Non sai più se sia davvero così.
Soffre di più chi ama senza
essere riamato…
Inevitabile associare lo stesso pensiero ad André, ma che valore ha la tua sofferenza, lo sai solo tu.
Non hai braccia che ti consolino, né puoi dare conforto a chi ami, che sia la regina, il tuo amico d’infanzia, oppure Fersen, perché ti senti impotente.
Dall’amore non ci si può difendere.
Le tue lacrime mai versate, frutto di un dolore confuso in mezzo ad altri, finiscono sulla riva di un fiume dove hai frenato la corsa solitaria del tuo cavallo.
Né sai dove si perdono le
lacrime di André.
Forse anche in questo è più bravo
di te, e le trattiene tutte dentro il cuore, trasformandole in un distillato
d’amore devoto e silenzioso, che non chiede nulla per sé.
Per un momento, ti chiedi se c’è
qualcosa di più nobile, ma non ci sono medaglie per André.
Riacquisti il controllo di te
stessa, rimonti in sella e lentamente ti avvii verso Parigi, presso il palazzo
dove vive Fersen.
Senti che sta per piovere, ma
non t’importa: la pioggia laverà via dolore, pensieri tristi e lacrime.
È quasi buio e sei fradicia
quando arrivi da lui.
Non scendi neppure da cavallo.
I capelli sono incollati al viso
e la tua divisa intrisa d’acqua è pesante come un’armatura di metallo.
Sullo scalone esterno, Fersen è
un po’ sorpreso di vederti, ma bastano poche parole sintetiche a chiarire il motivo
della tua visita: il messaggio della regina Maria Antonietta.
“Tutto è rimandato al ballo
della settimana prossima…”
Il conte ti ringrazia mentre
sostiene il tuo sguardo con i suoi occhi seri. Se prova qualche imbarazzo, lo
nasconde bene.
Tu resti in silenzio sotto
questa pioggia che ti sembra gelida, così fitta che assomiglia ad un muro
grigio d’acqua che confonde forme e contorni in una massa indistinta.
Tiri le redini per girare il
cavallo e andartene, ma la voce di Fersen ti blocca.
“Aspettate Oscar! Sta
diluviando, fermatevi qui per questa notte, altrimenti vi prenderete un
malanno. Manderò un messo a Palazzo Jarhayes per avvisare che siete rimasta
bloccata dal temporale.”
La richiesta ti lascia
interdetta; esiti, mentre pensi che non puoi restare, ma lo vorresti
con tutta l’anima.
La verità è che non riusciresti
ad ascoltare il suo lamento d’amore per lei.
Non stasera.
Il cuore fa troppo male.
Però, Fersen insiste di nuovo, e
forse, tu sei troppo stanca per resistere, e troppo debole per affrontare una
pioggia gelida quanto la disperazione.
Hai bisogno di asciugare il
cuore.
“Vi ringrazio, Fersen… accetto
volentieri, solo per questa notte…” sussurri, e lui ti sorride, sollevato.
La pioggia sembra meno fredda.
Continua…
Ebbene sì, ci sarà
un altro capitolo. La storia sta prendendo una piega un po’ imprevista, e
voglio vedere dove mi porterà. Non è mia intenzione andare troppo lontano e non
era nei piani originari, ma si è aperta una strada che vorrei percorrere.
Spero che vorrete
accompagnarmi.
Grazie a tutte voi
per l’attenzione e l’apprezzamento, spero di non deludervi, ma come sempre,
terrò conto delle eventuali critiche che vorrete farmi. Un saluto a tutte.