Anime & Manga > Yuri on Ice
Segui la storia  |       
Autore: Lunaticalene    14/01/2017    1 recensioni
« No, » è la risposta pronunciata contro la sua guancia che viene sfiorata con il naso « Tu sei Victor Nikiforov, tre volte campione del mondo e stella del pattinaggio internazionale. Un Re può essere spodestato sempre. Una leggenda rimane immortale. »
« E tu credi che io sia una leggenda? »
« La domanda è un'altra Vitya: vuoi essere una leggenda? »
Cosa si nasconde dietro la maschera che una leggenda ha ormai imparato ad indossare? Dietro quel sorriso magnetico, dietro quegli occhi di ghiaccio apparentemente impossibili da spezzare? Cosa succede quando quella leggenda è chiamata a fare i conti con se stessa?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Christophe Giacometti, Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Masquerade - Frammento Indaco

We never said "our love was evergreen"
Or "as unchanging as the sea"
But if you can still remember,
Stop and think of me1

 

Scatta a sedere sul letto stringendo le mani nelle lenzuola e respirando a fatica. La gola secca, le guance salate. La ferma consapevolezza di aver gridato e pianto nel sonno. La punta delle dita che sfiora la fronte, mentre il torace si alza e si abbassa, nudo e coperto di sudore. Deglutisce a vuoto e sobbalza quando una mano si appoggia sulla spalla e cinque dita, dolcemente, premono contro le ossa cesellate. Lentamente solleva il volto, gli occhi azzurri spalancati nel buio, in cerca del volto che va a sedere davanti a lui. Fino ad ora è stato perfetto. Fino ad ora è stato magnifico. Fino ad ora la maschera è rimasta dove doveva stare. Sbatte le palpebre nel buio scuotendo il capo e sfoggiando un sorriso disonesto e ricercato.
«Va tutto bene Yuuri. Ho solo avuto un incubo»
«Ansia?» domanda, e il tono della voce usato disegna l'arco delle sue sopracciglia inarcate e un velo preoccupate.
«No.» mente allungando le dita in ricerca del suo volto, accarezzando appena il profilo della guancia morbida e fresca «O forse sì. In effetti è ansia doppia la mia. Come allenatore e come pattinatore. Non ci avevo ancora pensato sai?» bugie. Leggere e delicate come farfalle.
«Beh. Se non pattino dopo di te almeno hai il tempo di riprenderti e farmi un discorso...no?»
«Uhm. Forse dovrei registrarlo?» ride appena nel tono, ma non ride in alcun altro. Lo vede. Fermo nell'ombra. Il fantasma nero siede ai piedi del letto e ride. Una lama di silenzio al suo fianco mentre scivola piano sulle coperte, appesantendole ora che lui gli è vicino. Deglutisce, ma nel farlo sposta il capo di lato, quasi temesse di essere scoperto nonostante il buio che lo circonda, ovattando i dettagli. Lo osserva, in quella punta di contorno che l'oscurità non assoluta gli concede. Un respiro.
«Ok. Io te lo devo dire» inizia umettando le labbra tra loro «Domani devi puntare necessariamente all'oro per essere sicuro di qualificarti. Alla Coppa di Cina l'argento è una buona posizione ma in questo caso l'argento è molto difficile da raggiungere. Chris, Michele, Emil, sono tutti possibili medaglie d'argento.»
«Ma tra me e l'oro ci siete tu e Yurio»
Deglutisce. Di nuovo.
«Si. Ma siamo solo in due e…»
«Victor.» lo ferma, guardandolo dritto negli occhi, anche se non riesce a vederli. «Tu devi prenderti quell'oro.»
Parole che lo gelano sul posto. Il fantasma nero che adesso gli accarezza pigramente le braccia. Si avvicina al suo orecchio, sussurrando le parole sbagliate.
«Io...io farò il possibile per l'oro, per qualificarmi per la finale ma tu...nemmeno per un momento devi pensare al mio oro invece che al tuo.»
Il fantasma è lì, accarezza le sue labbra socchiuse con le dita cercando di sfiorare i denti bianchi.
«Io…»
«No, Victor.» le dita del fantasma e quelle di Yuuri si toccano, mentre il giapponese lo zittisce quasi troppo audace con l'indice «Ci ho pensato a lungo a come mi sarei sentito a vincere l'oro al tuo posto ed è una sensazione terribile. Così come sarebbe terribile non vincerlo. È tremendamente complicato. Ma te l'ho promesso.» lo vede, in quei contorni interrotti sollevare la mano sinistra «e anche se ho davanti a me la più grande leggenda vivente del pattinaggio io non posso arrendermi senza aver combattuto con tutto me stesso. Te lo dico perché non vorrei che ti venisse in mente una cosa stupida come quella di lasciarmi vincere o il sentirti in colpa per avermi stracciato. Domani sul ghiaccio sei il mio avversario e io sono il tuo. Voglio solo che sia così. E so che non mi avresti mai fatto un discorso del genere per la mia ansia ma davvero. So che vincerà il migliore» e lui capisce che lentamente suggerisce un “Victor”. È il sussurro di quel fantasma nero. E un crick, inudibile, della maschera che si rompe. In quel silenzio che non risponde, semplicemente scivolano le lacrime. Le stesse di quel sogno. Mentre il fantasma nero lo avvolge e lo stringe in un abbraccio perpetuo che lo porta ad allungare le dita vero il giapponese.
«Scusami» pronuncia, quasi che lui non possa sentirlo. «для не подумав2». Parole che l'altro non può comprendere. Parole che scavano nell'egoismo e tracciano il solco indecente del confine tra un abbraccio e il momento in cui sfiora la sua pelle con le labbra. Un punto del collo, in cui si nasconde. In cui ricerca il suo profumo con le narici, fino a confondersi con il battito del suo cuore. Catturando ogni frammento di tempo da quando le mani del giapponese scivolano tra i suoi capelli per sfiorarli, accarezzandolo delicatamente. Costringendolo a sollevare il volto da quella fuga apparente, ma mal letta.
«Dovrei smettere di farti piangere»
«Non smettere mai di farmi piangere» è un sussurro, contro la bocca del fantasma nero. Mentre schiude le labbra sopra quelle dell'uomo che ha davanti, respirando la sua stessa aria per la frazione di un secondo. Prima di allungare le mani verso le sue guance, allungando la punta delle dita in direzione della nuca a sigillarlo, immobile, nello spazio. Gli occhi chiusi, mentre il fantasma nero allunga la lingua nella sua bocca, in una doccia gelida e terribile. Mentre si insinua definitivamente sotto pelle, allungando le dita in ogni angolo di quel corpo accaldato, che si fa lentamente di lato, occupando una sola porzione del materasso, trascinando con sé il corpo fresco di Yuuri. Il fantasma bianco della vita è dannatamente facile da sconfiggere. Il fantasma nero dell'amore è infame e terribile. Attende in silenzio e sa esattamente dove porre la propria radice ultima. In quel respiro. In quel principio di contatto in cui esplora una bocca che desidera. Io sono leggenda. Io sono tornato per essere quella leggenda. Un sospiro e un gemito, generato dai suoi denti che affondano nel labbro inferiore, a cui lui concesso. Un momento di distacco. Un respiro ad occhi che si aprono lentamente.
«Dormi con me» un sospiro rubato alla notte. Il movimento leggero delle coperte e le braccia, silenziose, che lo stringono, una volta che si è girato di fianco. La guancia destra sul cuscino.
Perdonami Yuuri. Non ho mai pensato di lasciarti vincere.  
 


1. Think of me, A. Lloyd Webber
2. «Per non averlo pensato»

N.d.A.
Quello che trovate in russo così me lo ha detto Google Translate. Potrebbe esserci scritto "Mangio piccioni per colazione" per quanto, purtroppo, ne so io. Sig.
Grazie a chi di voi ha letto la FF fino a qui, davvero. Grazie infinite <3
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yuri on Ice / Vai alla pagina dell'autore: Lunaticalene