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Autore: 365feelings    14/01/2017    0 recensioni
10. modern au in cui Arianna è in fuga; modern au in cui si rispettano le tradizioni legate al vischio; modern au in Arianna chiede a Dioniso di mettere fine ai litigi della sua famiglia
(scritte per il drabble event: 12 days of christmas)
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Arianna, Bacco
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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prompt: Arianna/Dioniso, modern!AU (sì poteri divini), angst, fluff, lime: mentre la neve cade, Arianna è inseguita da dei tipacci. Ad un tratto, un fascio di luce li stende e davanti alla giovane compare un ragazzo dall'aspetto rassicurante e un grazioso sorriso, che subito la conquista...


Non sente altro che il battito frenetico del proprio cuore e la supplica disperata dei propri polmoni. Fermati, fermati, fermati. Ogni falcata è una sofferenza, ma continua. Con disperazione. Senza mai voltarsi indietro.
L’unica cosa che conta è mettere quanta più distanza tra se stessa e i suoi inseguitori – emissari di suo padre.
Quando si è resa conto di essere stata trovata, di nuovo, ha iniziato a correre senza pensare ad altro e questo, considera ora con angoscia, potrebbe rivelarsi un errore fatale. Non ha idea, infatti, di dove si trovi né di dove stia andando: non conosce la città. È così lontana da casa, così lontana. Senza un soldo, senza un amico, con la fame di giorni a rallentarla sempre di più.
Dopo una brusca e improvvisa svolta a sinistra, la supplica del proprio corpo stremato viene infine ascoltata. Si ferma, davanti a lei c’è un muro. Ha imboccato un vicolo chiuso. È solo allora che si accorge di tre cose: ha perso il cappello, sta piangendo e in un momento imprecisato della sua sconclusionata fuga ha iniziato a nevicare.
Sta solamente fioccando, in realtà, ma non ha mai visto la neve, se non da lontano. Non l’ha mai sentita su di sé. Assomiglia molto alla pioggia, considera. Sulla punta delle sue dita, sul tessuto del suo spolverino beige è solo acqua.
Il rumore di passi in avvicinamento la riscuote bruscamente e le ricorda che si trova in trappola. Si guarda attorno alla ricerca di un posto in cui nascondersi, ma è troppo tardi. 
Alle sue spalle «Eccola!» risuona come una sentenza di morte e la sua fuga termina in un vicolo. Chissà che ordine ha dato suo padre: ucciderla o riportarla a casa? Sinceramente, non sa cosa sia peggio. Forse la seconda, si decisamente la seconda. È arrivata troppo lontano per tornare indietro e allo stesso tempo ha visto così poco, ha vissuto così poco. Che cosa non darebbe per un assaggio in più di quella libertà che non è sempre bella, non è sempre indolore ma è vera. 
Il lampo di luce che improvvisamente investe il vicolo è completamente inaspettato e nonostante la curiosità, esista prima di voltarsi. Non ha idea di cosa sia successo o del perché e ha più paura di prima.
Quando alla fine lo fa, non c’è traccia dei suoi inseguitori e davanti a lei invece c’è un ragazzo. O un uomo. Non riesce a dirlo con esattezza: sembra avere la sua stessa età e allo stesso tempo sembra molto più grande.
Forse è lo sguardo (diretto e penetrante, lo sguardo di un predatore, lo sguardo di chi ha visto molte cose e conosce molte cose), forse è l’aureola di riccioli scuri (spettinati, più di un ciuffo ribelle sulla fronte), forse è il contrasto tra le labbra rosse e la pelle chiara. Arianna non sa cosa sia, ma non riesce a smettere di guardarlo, di studiarlo, di trovarlo affascinante.
«Chi sei?» domanda, cercando di mantenere un tono di voce fermo nonostante la fatica e la paura, di trasmettere controllo e autorità nonostante immagina che il suo aspetto sia alquanto misero. 
«Dioniso» si sente rispondere e nemmeno per un istante dubita dell’identità che le è stata rivelata.
«Dioniso» ripete lentamente, prendendo tempo mentre cerca di capire quale sarà la prossima mossa «Mi farai del male?»
«Chi lo sa, chi lo sa» replica lui con leggerezza «Forse sì, forse no».
Arianna è consapevole più di mai di essere effimera e fragile, giusto un pugno di ossa friabili e organi delicati. Dioniso potrebbe schiacciarla con la stessa facilità con cui spreme un acino d’uva per fare il suo vino.
Invece di supplicare o piangere, però, sorride. Forse è impazzita, forse la fame, la stanchezza e tutto ciò che ha passato si stanno facendo sentire, forse sta avendo una crisi di nervi. O forse non è mai stata meglio. Arianna sorride e le labbra rosse di Dioniso si increspano come fossero uno specchio.
Ha chiesto un altro assaggio di libertà, un altro sorso di vita – 
«Andiamo?»
– e gli dei hanno ascoltato la sua richiesta.
Annuisce.


 
*



prompt: Arianna/Dioniso, slice of life, fluff: non è Natale senza un rametto di vischio e questo Arianna lo sa bene... ma Dioniso?!
note: Enea accede all’Ade grazie ad un ramo d’oro che si ritiene essere un ramo di vischio. Qua e là ci sono headcanon, tipo l'amicizia tra Dioniso e Demetra.



È dicembre e dall’altro lato del telefono Demetra si è nuovamente persa in una delle sue filippiche contro Ade e l’ingiusta prigionia di Persefone. Dopo tutto quel tempo non le è ancora passata.
Dioniso, appoggiato alla testiera del grande letto, non prova nemmeno a trattenere uno sbadiglio. Vuole bene alla dea, ma ha sentito quel discorso così tante volte che potrebbe quasi recitarlo al suo posto – e probabilmente durante qualche baccanale lo ha fatto.
Sarebbe ora di accettare la realtà dei fatti, ma si guarda bene dal suggerirglielo: l’ultima volta che hanno provato a farla ragionare, beh, non è andata bene e l’Irlanda ne ha ingiustamente pagato le conseguenze. Così la lascia parlare. Tanto comunque non ha grandi piani per quella mattina o quel pomeriggio, qualsiasi parte della giornata sia.
Si deve ricredere, però, quando nota Arianna appoggiata allo stipite della porta. Ha i capelli raccolti in una spessa treccia e i piedi scalzi, le unghie dipinte di un nero lucido e brillante. Il nodo che chiude la corta vestaglia di raso è morbido e la scollatura profonda, sotto non ha nulla.
«…la mia bambina, la mia bambina nelle mani di quel disgraziato…» prosegue imperterrita la dea, ma Dioniso ora non ha attenzione che per la sua sposa.
«Demetra» la interrompe «Ti devo lasciare».
«Come ha potuto – eh? Cosa?»
«Ciao Demetra» ribatte, chiudendo la chiamata e abbandonando il telefono (ingegnosa invenzione umana, veramente) tra le lenzuola leopardate.
«Interrompo qualcosa?» domanda Arianna, un sorriso leggero sulle labbra e le mani dietro la schiena, mentre avanza nella stanza fino a sfiorare con le gambe il bordo del letto.
«Nulla che non sia già stato detto e ridetto negli ultimi secoli» risponde, sporgendosi verso di lei. La sonnolenza che lo aveva preso durante la telefonata con la madre di Persefone lo ha completamente abbandonato, sostituita dalla curiosità e dall’interesse.
Le posa una mano su una guancia e un bacio sull’altra. Con il tempo ha preso il suo odore, quello delle vigne in autunno, ma riesce ancora ad avvertire il sentore della spiaggia di Nasso, salsedine e fiori selvatici. E poi una flebile traccia, quasi un ricordo, degli oli di Creta.
Mentre le labbra di Arianna si posano sulle sue, sente qualcosa sfioragli il capo e con la coda dell’occhio nota che la donna tiene in mano un ramoscello.
«Vischio?» domanda senza capire «Stiamo andando a trovare Ade e Persefone?»
La risata che segue è bassa, quasi sommessa, dura solo una manciata di secondi, ma ha un suono così bello che è tentato di farle il solletico per non farla smettere.
«No» risponde «Anche se potremmo» e continua «Per i celti – ricordi i celti? – è di buon auspicio baciarsi sotto il vischio».
Al momento non ricorda bene quali sono (erano?) i celti, ma è sicuro che Arianna non avrà problemi a rinfrescargli la memoria. Dopo.
Prima si seguono le tradizioni.

 
*


prompt: Mitologia, Dioniso/Arianna, Modern!AU, Nel bel mezzo del pranzo di Natale con tutta la famiglia dell'Olimpo, a Dioniso viene la brillante idea di spiaccicare sulla faccia di Arianna una torta.
note: oltre ad essere una modern au è anche una mortal au. Anche Persefone e Ade litigano perché qualcuno (Demetra) ha ricordato a Persefone la storia di suo marito con Menta.


Lo sguardo di Arianna, dall'altro lato del tavolo, è inequivocabile e cristallino. Per sicurezza però gli manda anche un messaggio.
Fai qualcosa. Ora. Subito.
Ma cosa? Tutti i Natali è la stessa storia, non importa quanto Atena cerchi di mediare e Estia si ingegni con la disposizione dei posti: alla fine Zeus dice sempre qualcosa che farebbe meglio a non dire e Era non aspetta mai altro, Demetra riparte alla carica con la storia del matrimonio di Persefone e in men che non si dica stanno tutti litigando con tutti. Quell'anno sono durati fino alla fine della prima portata e ora che sono al dolce la situazione è definitivamente sfuggita di mano.
Probabilmente tra poco i vicini chiameranno la polizia per disturbo della quiete pubblica.
Mentre invia, sente qualcuno fare il suo nome. Più volte. Decide di ignorare la voce e di bersi un bicchiere di vino – «Ecco, sì, bravo bevi, tanto non sai fare altro».
Ad Arianna non piace la risposta che compare sul suo schermo né il tono con cui Apollo gli si è rivolto prima di tornare a litigare con Ermes per una storia vecchia di anni.
È la tua famiglia scrive Vedi di darti una mossa.
Prima che Era e Demetra accoltellino tuo padre, prima che Artemide e Afrodite arrivino alle mani, prima che Poseidone rompa il tavolo a suon di pugni, prima che Persefone chieda il divorzio: il messaggio non lo dice, ma Dioniso coglie il sotto inteso.
Sospira e si riempie il bicchiere, per pensare meglio. Il vino è squisito (ma d'altronde proviene dalle sue cantine) ed è un peccato non poterlo gustare come si deve.
Estia e Ebe nel frattempo provano a far ragionare Ares, senza successo, ed Era si dimostra in grado di litigare contemporaneamente con Zeus e con Eracle e di aver anche il tempo per redarguire Efesto.
Mentre beve l'ultimo sorso nel bicchiere, lo sguardo gli cade sulla fetta di torta appena iniziata e un'idea prende forma nella sua mente.
Beh, gli dice Arianna con lo sguardo e Dioniso le sorride. In occasione del pranzo di Natale ha raccolto i capelli in una morbida acconciatura che le lascia la fronte scoperta e si è truccata con più attenzione del solito. È molto bella. È sempre molto bella.
«Togli la collana» la avverta e lei, con aria perplessa, lo asseconda.
Non appena il collo di sua moglie è libero, Dioniso prende in mano la torta, si sporge sul tavolo e gliela spiaccica sulla faccia. Alcuni pezzi finiscono sulla scollatura del vestito, altri macchiano la tovaglia. Il suo gesto è stato così inaspettato e rapido che la donna non ha avuto tempo di reagire.
All'improvviso sulla tavolata cala il silenzio e gli sguardi di tutti sono prima su Arianna e poi su di lui.
Ecco fatto, pensa, rimettendosi a sedere. Non fa in tempo, però, a sistemarsi che scoppia il putiferio e pezzi di torta iniziano a volare da tutte le parti.

«Ci ho provato» si giustifica quando è tutto finito. Una mano è sul fianco di Arianna, seduta sulle sue gambe, e una mano regge la bottiglia di vino che è riuscito a salvare.
La donna gli allaccia le braccia attorno al collo e annuisce. Crema e glassa le sporcano ancora l'attaccatura dei capelli e il naso.
«E ci sei quasi riuscito» replica lei «Sono piuttosto sicura di aver sentito ridere i tuoi fratelli».
«Lo sai vero che l'anno prossimo Era mi rinfaccerà di averle distrutto la casa?»
Arianna annuisce e gli depone un bacio leggero sulle labbra, una scusa per leccare lo sbafo di cioccolato lasciato da una delle torte.

«Infatti l'anno prossimo andremo da qualche altra parte».
   
 
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