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Autore: EyeInTheDark    16/01/2017    2 recensioni
Non ero mai stato niente di eccezionale, nè avevo mai fatto niente di eccezionale nella mia vita.
Ma quella notte, tutto cambiò.
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Questa è una AU di poche pretese, che prevede Daryl Dixon come protagonista. Non so ancora cosa e come sarà la trama di per sè, visto che improvviserò di capitolo in capitolo, ma spero possa essere di vostro gradimento.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Carol Peletier, Daryl Dixon, Rick Grimes, Un po' tutti
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3 : Piccolo il mondo



Non era stata una mossa intelligente. Non che di solito fossi particolarmente saggio, ma attaccare un uomo armato era sicuramente una cavolata da aggiungere alla mia lista delle stronzate fatte. Non ero un esperto di armi da fuoco, sebbene mi fossi trovato a maneggiarne parecchie, ma ne sapevo abbastanza per capire di dover stare dalla parte del calcio. Ed io ero all'opposto. Pregustavo comunque l'attimo in cui le mie nocche si sarebbero scontrate sulla sua faccia, rompendogli l'osso del naso. Non mi importava di beccarmi un proiettile, mi premeva di più massacrarlo. Magari avrebbe potuto approfittarne per poi farsi fare qualche ritocchino. Quando le nostre braccia si intrecciarono, qualcuno si intromise, rovinandomi la festa.

"Wowo ragazzi, easy!"  un uomo con una mazza da baseball si avvicinò a noi, piegando le labbra all'insù fino a mostrare tutti e trentadue i denti. Aveva il sorriso più inquietante che avessi mai visto "Agente Walsh, è tutto a posti qui?"

Shane contrasse la mascella. Non era felice. Come me avrebbe voluto scazzottarsi, ma avere un testimone non era l'ideale per la sua carriera.

"Sì, è tutto okay"  recitò, fissandomi come per farmi intendere che la faccenda non fosse finita "Ora scusatemi, ma ho del lavoro importante da fare"

Tipo pestare qualche altro povero sfigato, immagino. Mi ero appena dato dello sfigato. Autostima alle stelle. Si allontanò, facendoci un cenno con la testa.

"Ci si becca in giro, agente" salutò lo sconosciuto in tenuta da baseball, con tanto di maglia azzurra dei Royals. 

Shane non rispose, guardandolo torvo. Mh, un altro nemico. Stava collezionando un bel po' di rivali. L'uomo fischiettò, piegandosi leggermente all'indietro con aria divertita.

"Fiuù ragazzo, te la sei vista brutta"

"Chi cazzo saresti? Non ho bisogno di una balia"

Continuava a sorridere, irritandomi. La barbetta incolta brizzolata, gli occhiali da sole, il berretto. Una faccia da schiaffi. Che fossi una calamita per gli stronzi? Possibile che le merde attirassero altre merde.

"Che maleducato, non mi sono presentato" offrì la mano, poggiando la mazza sulla spalla "Sono Negan"

"Negan come?"

"Per te soltanto Negan, se non ti spiace" 

Fai pure il prezioso. Bah che tipo. 

"Bene, soltanto Negan" gli afferrai la mano, anche se ero un po' sospettoso "Io mi chiamo Paul, Paul Rovia"

Non mi fidavo abbastanza per rivelargli il mio nome, non che potesse farci chissà che cosa con una informazione del genere, ma a pelle non mi stava molto simpatico. Dovevo dargli una chance, visto che avevamo un nemico comune, ma avevo imparato a muovermi coi piedi di piombo nella conoscenza delle persone. Più volte lo avevo preso nel culo, metaforicamente, sottolineiamo. Perciò, meglio mettere nella probabile merda Jesus.

"Bella stretta, Paul! Sei uno a cui piace stare in forma"

"Mh, si direbbe lo stesso di te. Anche se sembri un fanatico vestito così"

Ridacchiò, per l'ennesima volta, dondolandosi all'indietro. Cos'era, un tic nervoso?

"Beh ragazzo, diciamo che lo sono" roteò la mazza, prima di giocarci come se fosse un golfista "Come mai stavate bisticciando?"

"Devo andare"

Odio gli impiccioni.

"E dai, mica mordo"

"Non ti conosco"

Si morse il labbro, guardando di lato come se stesse riflettendo. Alquanto singolare come tizio, ma continuava a non ispirarmi fiducia. Probabilmente anch'io se mi fossi visto allo specchio, non mi sarei fidato di me stesso.

Fece schioccare le dita allegro ed alzò gli occhiali, infilandoli sulla visiera del cappello. 

"E allora conosciamoci, no? Ti offro una birra! Sotto questa discesa so che c'è una tavola calda, ci sei mai stato?"

Ovunque ma non lì, ne ero appena uscito ed ero più sudato di prima.

"Non credo sia il caso"

"Sai, Paul" disse, circondandomi le spalle in un secondo "Non sono abituato ai no come risposta"

"Puzzo"

Rise di gusto, incamminandosi dando per scontato che l'avrei seguito.

"Anch'io, ma siamo uomini"

Lo seguii, anche se mi sarei potuto impuntare, rifiutando l'invito. Ma credo ne fossi sotto sotto incuriosito. Aveva un atteggiamento singolare che mi costringeva a volerne sapere di più. Quando arrivammo davanti al locale, cercai con lo sguardo Carol. Non volevo che le sfuggisse il mio nome, dovevo avvertirla in anticipo in qualche modo, ma Negan continuava a fissarmi con aria divertita. Entrammo e non appena la campanella vibrò, Carol si affacciò dalla cucina con uno straccio bagnato.

"Una birra per me ed una per Paul, il mio nuovo amico"

Carol mi lanciò un'occhiata fugace annuendo sorridente e prese due bottiglie di birra ghiacciate. Sedemmo al bancone, mentre ci stappò le bevande. Appena ci passò le birre, Negan sfiorò di proposito la mano di Carol.

"Se avessi saputo che ci lavorava una donna così attraente, sarei venuto prima"

Lei finse di essere in imbarazzo e a me salì un conato, che affogai nel luppolo. Era quindi anche un donnaiolo. Particolare antipatico, visto che odiavo questo genere di smancerie. 

"Paul!" esordì ironica Carol "Non mi avevi detto di avere un amico tanto affascinante"

Cercai di non strozzarmi con il liquore. La sua faccia era una maschera perfetta. Non riuscivo a capire se stesse scherzando o meno. C'era un motivo se mi batteva spesso a poker. Beh, almeno si riprendeva i suoi soldi. Negan mi lasciò una pacca sulla schiena, rischiando di farmi rovesciare la birra addosso.

"Paul, dannazione. Voi due vi conoscete e non ti passa per la testa di presentarmela? Una donna così non si vede da tutte le parti"

Oh Cristo, che qualcuno mi spari un dardo in fronte.

"Non farci caso, Paul è un tipo sulle sue"

"Ah l'ho notato, ma mi sta già simpatico il ragazzo" disse, sporgendosi per sussurrarle "Non dirglielo però"

"Volete piantarla? Sono qui, che cazzo" 

Mi guardarono entrambi. Com'è che all'improvviso erano due contro uno. Quella bastarda, si stava prendendo gioco di me.

"Ed è anche particolarmente permaloso" aggiunse Negan, finendo la birra. 

Si presentarono, finalmente, ignorandomi. Dal momento che la bottega era vuota, Carol rimase con noi a chiacchierare. Diciamo con lui, visto che rimasi escluso dalla conversazione. Negan sembrava un uomo alla mano, caparbio e sicuro di sè. All'apparenza avrei detto gentile, ma i suoi occhi neri nascondevano qualcosa. O forse ero troppo paranoico ultimamente. Chissà perché, ma non me ne andava bene una. Ad un tratto, la porta si spalancò con forza. 

"Daryl!"

Jesus era visibilmente rosso in volto. Era furioso ed io ne ero la causa. Negan si voltò automaticamente verso di me, sollevando le sopracciglia.

"Chi è Daryl?"

Stavo per rispondergli scazzato, l'avevo capito il gioco, ma Rick entrò in quello stesso momento, affiancando Jesus. Non volevo crederci. Era uno scherzo della vita molto poco divertente.

"Ehi Paul, tutto bene con la tua amica poi?" lo sceriffo ci salutò con un cenno di mano.

E Negan se la rise fragorosamente, trattenendosi la pancia. 

"Quindi sei tu Paul Rovia!" esclamò. Jesus parve dimenticare l'incazzatura, osservando confuso il tipo con la mazza alla mia sinistra, mentre Negan mi tirò a sè, sussurrandomi all'orecchio "Tranquillo ragazzo, l'avevo capito che mi stavi prendendo per il culo. Per tua fortuna non sono un tipo rancoroso"

Mi lasciò la spalla, alzandosi allargando le braccia con fare amichevole in direzione di Rick. 

"Negan! Non ti avevo visto"

I due si abbracciarono come buoni amici.

"Rick, conosci questo cazzone?"

Lo sceriffo mi linciò con lo sguardo.

"Questo cazzone è il coach di Carl"

"Piccolo il mondo, eh Daryl?" Negan mi sorrise, ancora con quella dannata espressione affatto rassicurante.

Carol mi guardava trattenendo una risata, ma io non ci trovavo niente di divertente. Proprio niente.

"Daryl testa di cazzo Dixon" borbottò Jesus, superando i due piccioncini "Ho saputo che hai chiacchierato molto al corso"

"Sai come sono fatte le donne.."

"Adesso so come sei fatto te" disse, soffiandomi dalle mani la birra "Un bastardo egoista inaffidabile"

"Non è una novità, strano che tu non lo sapessi prima" si aggiunse Rick, spalleggiando Jesus. 

Che pezzo di merda, ma da che diavolo parte stava? Me la sarei legata al dito.

"Jesus, rilassati. Non ci sono andato pesante"

Ci ero andato pesantissimo, dettagli.

"Oh davvero? Strano, davvero strano" ridacchiò nevrotico "Perché tutta la classe si è disiscritta! Mi hanno annullato il corso"

Ops.

"Uoch, l'hai fatta grossa" ipotizzò Negan, tornando a sedersi accanto a me, seguito dallo sceriffo. 

All'improvviso mi trovavo al centro di un ciclone. 

"Vorrà dire che avrai meno clientela femminile al pub" cercai di metterla sullo scherzo, ma Jesus non la prese bene. 

"Incredibile, nemmeno ti dispiace"

Paul girò i tacchi per andarsene ed io mi alzai per fermarlo, ma non appena fui in piedi, cambiai idea.

"Se ti serve una mano in futuro, chiama"

Sì, sono uno stronzo. Uno di quelli grossi e duri da fare.

"Ah ah ah, simpatico Dixon. Grazie, ma hai già fatto abbastanza" 

La porta sbatté e Jesus scomparve dalla vista. Meno uno. Ricaddi sullo sgabello imbottito, chiedendo un'altra birra a Carol.

"Allora, cos'era questa stronzata del nome finto?" Negan poggiò la mazza sul bancone, accarezzandola. Non capivo se mi stesse minacciando in modo passivo. Come diavolo poteva trovarlo a posto Rick? Possibile che fossi l'unico a vederlo strano? Okay, forse cominciavo a vedere tutti come bastardi. 

"Non prendertela a male, ma non mi piaci"

"Daryl.." sospirò l'ex sceriffo.

"Oh tranquillo Rick, il ragazzo è soltanto sospettoso. Dopotutto non mi conosce, credo sia normale" pagò la mia ordinazione, facendomi l'occhiolino "Ma sei furbo, il che mi porta a volerti conoscere di più"

"E se non fosse reciproca la cosa?"

Rick, alle spalle di Negan, mi fece cenno di non fare lo stronzo, ma figuriamoci se gli davo retta. Ormai avevo capito come funzionavo. Mi mancava il cosiddetto filtro al cervello. Senza questo, ciò che pensavo veniva detto automaticamente. Sbagliato o giusto che fosse, bastardata o cattiveria, tutto veniva sputato. Non nego che questa caratteristica mi mettesse spesso nei guai. Ma credo che mi piacesse. Insomma, evitavo tanti fronzoli e giri di parole. Peccato che pochi apprezzassero la mia sincerità. 

"Cambierai idea, Daryl" replicò convinto "Domani sera siete invitati ad un barbecue della mezzanotte da me, non avete possibilità di rifiutare" prese un lungo sorso, guardando Carol "Ovviamente anche te, dolcezza" 

Carol e Rick accettarono volentieri la proposta, dato che l'invito fu allargato alle rispettive famiglie. Io d'altronde non avevo nessuna intenzione di passare una cenetta fra due famigliole più o meno perfette. Odiavo queste cose, forse perché non avevo mai fatto una cena normale in casa mia, da piccolo. 

"Sono occupato" ribattei.

"Ignoralo Negan" disse Rick, guardandomi intensamente come se fossi una pollastra "Sono sicuro che verrà" 

"Ci conto" 

Forse non era poi così terribile passare un sabato sera a mangiare carne grigliata gratuita. Avrei rimandato di un altro giorno il bisogno di far spesa. 

"Ci penso" mi arresi.

Negan sorrise entusiasta, mentre Carol mi guardava con occhi da gattino pietoso. Che palle, tanto sapevo come sarebbe finita. Ci sarei andato, per poi pentirmene subito.

"Insomma, Daryl.. hai fatto proprio lo stronzo con Paul" rimbeccò lo sceriffo, rimproverandomi "Era davvero necessario?"

Un pochino.

"Ehi, mica è colpa mia se quelle galline hanno la mente chiusa" 

"Sai ragazzo, più parli più mi ricordi quel cazzone di tuo fratello"

A Carol quasi cadde un piatto di mano, mentre Rick rimase immobile a fissarmi nel caso fossi scattato in malo modo. Mi feriva la sua poca fiducia. Ormai avevo fatto passi da gigante nella gestione della rabbia, più o meno.

"Cosa ne sa uno come te di Merle?"

Era diventato famoso? Sollevò le spalle, ancora con le labbra inclinate. Credo ci trovasse gusto nello stuzzicarmi. Forse avevo trovato pane per i miei denti.

"Sai com'è, c'è sempre qualche ragazzino che nel doposcuola si diverte a prendere un po' di pasticche per fare il figo sul campo da gioco" spiegò spolverando la mazza con le dita "Non è che si facesse poi tanti scrupoli a vendere la roba a degli adolescenti" 

Sì, sembrava conoscerlo bene. 

"Beh, vendere era uno dei suo lavori. Ed era pure maledettamente bravo. Riusciva a farsi pagare della merdaccia come se fosse oro colato, polvere pregiata" 

Una dote che a me mancava, non ero molto bravo con le parole. 

"Ne sembri orgoglioso" 

"Affatto. Mio fratello, è la più grande testa di cazzo che abbia mai conosciuto"

"Buffo" ridacchiò dondolando sulla sedia "Di te diceva che eri il dolce, il tenero fra i due" 

Appunto, uno stronzo. Avrei voluto sapere di più sulle informazioni che Negan aveva di mio fratello, ma ciò mi riportava al discorso con Shane. Forse avrei dovuto fare una visitina a quel pazzoide. Mi doveva delle spiegazioni. Carol, fortunatamente, cambiò discorso e Rick smise di tenermi d'occhio. A volte mi pareva di essere trattato come un bambino. 

"Sai Rick, ho assunto l'amica di Jesus. Domattina sarà già qui" sbuffò stringendo il nodo del grembiule "Almeno non dovrò dividermi fra cucina e sala"

"Fantastico, è un'ottima notizia!"

"Ci sono io" precisai "Se avevi bisogno.. potevo occuparmene io"

"Credimi, Daryl. Apprezzo il pensiero, ma so che odi questo posto"

"Odio il posto, mica te"

Negan annuì fischiettando.

"Visto? Merle aveva ragione. Sei un tenerone"

Mi frizzava la mano dalla voglia di colpirlo. La mazza da baseball era così vicina. Avrei potuto afferrarla e piantargliela sul cranio. Una, due, tre volte. Avrei affondato il legno nella sua faccia finché non ne sarebbe rimasta poltiglia. 

"Come mai quest'urgenza di trovare lavoro?" la voce di Rick mi distrasse, aiutandomi a tornare lucido "Dopotutto si è trasferita soltanto oggi"

"Non ho capito bene, qualcosa per un accordo col padre. Le ha dato il permesso di stare qui per la pausa invernale, a patto che si trovasse un lavoretto, credo"

Che personcina diligente. Poteva anche mentire. Mh, forse non sarebbe rimasta a lungo. Dopotutto, sapevo essere insopportabile già di mio. Figuriamoci se mi ci fossi impegnato. Avevo una speranza.

"E questa piaga, dove starebbe?"

"Jesus la sta ospitando" rispose Carol in un sospiro. 

Sapeva che avrei tentato di metterle i bastoni fra le ruote. Ancora non era detto, dipendeva dall'impressione che mi avrebbe fatto. Già il dettaglio che fosse amica di Jesus, però, la penalizzava. Rick spesso mi dava dell'autistico per prendermi in giro, ma che ci potevo fare? Odiavo i cambiamenti. Odiavo non avere il controllo dei miei spazi, delle mie abitudini. Che rottura. Mi alzai, andando verso la porta.

"Nemmeno saluti, ragazzone?"

Alzai il dito medio a Negan e salutai gli altri due con un cenno di testa, in tempo per udire Carol urlare alla mie spalle "Fatti una doccia"

Non che dove avessi intenzione di andare ci avrebbero fatto più di tanto caso, ma sì, dovevo lavarmi o uccelli e fiori sarebbero appassiti e marciti al mio passaggio.



*angolino*
Rinnovo i ringraziamenti, davvero grazie mille a chiunque stia leggendo e seguendo la storia! Adesso che ho pubblicato anche 'Rumore Bianco', sono piena di paranoie. Ho paura che possano annoiarvi ^-^' In questo capitolo infatti non succede chissà che cosa, è l'ennesimo di presentazione personaggi, più che altro di ingresso per Negan. Spero di averlo reso bene xD Nel prossimo giuro che arriva la 'piaga' eheh

   
 
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