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Autore: little_psycho    20/01/2017    0 recensioni
Raccolta di flashfic/one shot | Solangelo | Slice of life, Fluff, Demenziale
Dopotutto, era solo colpa di quel biondo da strapazzo se tutti e due si trovavano in spiaggia. Il figlio di Ade gliel’avrebbe fatta pagare cara, già pregustava il dolce sapore della vendetta.
Genere: Demenziale, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Will Solace
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Di case (non) assolate e vecchiette sagge

Nico di Angelo, grazie ai viaggi nell’ombra, era stato in parecchi posti.
Volente o nolente.
Come per esempio quando era finito nel fiume Giallo – esperienza che non augurava a nessuno –, o nella Galleria dell’Accademia a Firenze – durante l’orario di chiusura.
Il primo posto in cui si era riuscito a teletrasportarsi di proposito, senza rischiare svenimenti, era stato il Portogallo.
Meta insolita il Portogallo, ma francamente gli era piaciuto.
La giornata passata lì era stata calda e piacevole, come le piccole crocchette tipiche del luogo che aveva comprato in un negozietto nella periferia.
La pietanza era a base di merluzzo – pesce mai mangiato prima d’allora –, croccante all’esterno e morbidissima all’interno.  
Mentre stava camminando per le strade principali – cercando disperatamente un cestino dove buttare il cartoccio da dove prima aveva mangiato le crocchette –, aveva visto un’anziana signora guardare con gli occhi socchiusi il sole di mezzogiorno e dire: «Na casa onde o Sol entra não entra o médico.»
All’inizio era rimasto incuriosito da quella frase, ma non era stato in grado di tradurla – per comprare il cibo ci era voluta tutta l’abilità da mimo di Nico.
Solo dopo, quando una guida aveva tradotto la stessa frase a dei turisti americani, aveva potuto capirne il significato.
“Nella casa in cui entra il Sole non entra il medico”
All’inizio aveva scrollato le spalle davanti all’effettiva traduzione della frase – si aspettava qualcosa di più filosofico, come si addice ad una saggia vecchietta sconosciuta e rugosa.
Poi,  tanto tempo dopo, si era ritrovato a provare dei sentimenti per Will Solace, e la frase aveva avuto nella sua mente una significato nuovo, prezioso e saggio – già, non si sbaglia mai a origliare le vecchiette.
La frase era diventata il suo stile di vita – stile di vita disapprovato da Will.
Ogni volta che il ragazzo lo visitava perché “Era troppo pallido e di sicuro aveva qualche rara malattia dal nome impronunciabile che colpisce l’uno percento della popolazione mondiale”, alla fine entrava sempre nella Cabina Tredici e spalancava le tende nere dicendo che se avesse fatto entrare il sole nella Casa lui non avrebbe dovuto visitarlo così spesso per rassicurarsi della sua salute.
E Nico ghignava tutte le volte dicendo che le avrebbe aperte se quello significava non averlo fra i piedi.
Ghignava, perché se Will avesse mai saputo cosa lo portasse a non far entrare il sole in casa, di sicuro gli avrebbe tolto il saluto – e un paio di denti.
Ovviamente il ragazzo non sapeva che ogni volta che se ne andava Nico chiudesse le tende con una precisione maniacale, più simile ad un vecchio eremita che ad un adolescente in un campo estivo.
Gli piaceva sapere che Will si preoccupasse per lui, e se non far arrivare il sole in casa sua significava avere il dottore intorno, l’avrebbe fatto con piacere.
Aveva preso il significato della frase alla lettera – come sua solito, del resto –, ma “ il piano” per riuscire a vedere più volte Will stava riuscendo.
¯
Will ormai aveva preso l’abitudine di non bussare più alla porta della Cabina Tredici, l’apriva e basta, incurante delle condizioni in cui poteva trovarsi l’abitante della Casa.
Nico era steso tranquillamente a pancia in giù sul suo letto – ritirato nel suo regno di oscuro terrore – ad ascoltare della musica dalle cuffiette dell’MP3.
«Perché, perché, col sole alto che c’è in questo momento nel cielo – tutto merito di mio padre, fra parentesi –, ti sei rintanato nel buio più totale?!» la voce di Will era arrivata ovattata alla orecchie di Nico, che non aveva neanche alzato lo sguardo.
Il ragazzo si avvicinò al letto dell’altro, e gli tolse una cuffietta dall’orecchio destro, per puoi urlargli: «Lo sai che ascoltare la musica ad un volume così alto può portare ad una leggera sordità in futuro?»
«Sono sicuro che il volume della tua voce mi porterà alla sordità molto prima di quello della musica!» rispose Nico, ancora mezzo frastornato per l’intrusione di Will nella sua oasi di pace.
«Devo rifarti la domanda di prima o sei riuscito a sentirmi col tuo udito da pipistrello?» chiese sarcastico Will, internamente contento di aver avuto l’attenzione di Nico.
«Puoi andartene, per favore?» chiese Nico, per poi aggiungere sotto voce, «Stavo riposando.»
Will scosse il capo rassegnato, dirigendosi verso la porta come se essa fosse un patibolo.
In non si sa quale accesso di follia suicida, Nico gli urlò dietro: «Na casa onde o Sol entra não entra o médico!»
Il moro riuscì appena a vedere un sorriso bianco – simile ad una mezza luna – balenare nell’oscurità della camera, prima che la porta si richiudesse dietro l’irritante stregatto proprietario del sorriso.
 
Notes
I’m back!
Sono davvero dispiaciuta di non aver aggiornato prima, ma abbiamo avuto un compito in classe dietro l’altro (due a sorpresa!), e l’ispirazione era andata a farsi una vacanza.
Avevo pensato di fare uno “speciale di Natale”, ma è in fase di stallo.
E quindi volevo farmi perdonare con questa cosetta fluffosa, sperando che sia effettivamente fluffosa e non solo strana.
Il proverbio portoghese l’ho letto sul libro di geografia di mia sorella, e mi è venuto un “colpo di fulmine” per una fan fiction.
Le crocchette a base di merluzzo che Nico mangia si chiamano Pastéis de bacalhau.
Non sono mai stata in Portogallo, mi sono attenuto ad un sito di ricette portoghesi.
Spero davvero che troviate carino questo mio regalino di scuse per l’assenza.
P.S: il fatto che Will conosce il portoghese è un mio Headcanon. Lo zio Rick non l’ha mai detto in nessuno dei suoi libri.
Alla prossima
little_psycho ♥
 
   
 
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