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Autore: thestoryreader    21/01/2017    1 recensioni
La storia si basa sull'esperienza vissuta da Sara, sorella di Merle e Daryl che si ritrova a dover lottare per la sua vita e per ritrovare i suoi fratelli. La storia di the walking dead vista da un punto di vista diverso.
Genere: Avventura, Azione, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Si risveglia la mattina presto. Sempre nello stesso letto, sempre con la solita luce che le scalda il viso. Le viene in mente una canzone che ascoltava sempre quando andava al college mentre camminava verso la classe, la mattina presto, ma se ne dimentica subito vedendo la schiena di Isaac rivolta verso di lei. Vede il petto alzarsi e abbassarsi con regolarità: sta dormendo ancora. Gli passa un braccio intorno alla vita e gli appoggia la testa sulle scapole sentendo il suo battito.
“non lasciarmi” pensa.
Sono passati quattro anni da quell’avvenimento, da quando Sara ha ucciso il marito di Jesse. Ne sono successe di cose ma forse la più importante è la morte di molti del suo gruppo, i più cari.
Anche lui è sveglio adesso.
“ciao bellissimo” gli dice.
“ciao Sara” le dice lui con un sorriso sulle labbra.
“hai dormito bene?”
“come sempre”
Si gira e la accoglie tra le sue braccia e si sente come se tutti i brutti ricordi possano scivolare via e andarsene.
“stavi pensando a lei?” le chiede lui
“come sempre la mattina presto” gli risponde.
Con la mano raggiunge il ciondolo della collana e se lo passa tra le dita.

Si alzano circa alle 8 e Sara scende in cucina. Sente bussare alla porta e si avvicina, vede una piccola sagoma dietro la tenda: Judith.
“ciao piccolina” le dice aprendo la porta e prendendola in braccio
“hai un po di cioccolato?” le chiede lei tentennando un po’ con le parole
“certo! vuoi anche un po di latte?” le chiede
“no”
Sara le stampa un bacio sulla guancia e si dirige in cucina. “il tuo papà sa che sei qui?” le chiede
“no” dice prima di portarsi le mani alla bocca ed emettere un risolino.
Sara ride ma poi la rimprovera: non dovrebbe allontanarsi da casa senza dirlo a nessuno anche se abitano molto vicino. Comunque sia, Judith prende il suo cioccolato e va a casa non prima di aver ringraziato e sbattuto la porta. Sara ride un po’ pensando a quanto sia buffa. Poi sale in camera di nuovo dopo aver bevuto un bicchiere di latte. Isaac è in bagno e Daryl starà ancora dormendo. Si dirige così nella camera di Peter.
Anche lui sta dormendo nel suo lettino. Ha il ciuccio in bocca e ogni tanto lo morde, probabilmente i piccoli denti che gli stanno spuntando gli danno fastidio. Sara gli accarezza la fronte. Le assomiglia così tanto. Ha i suoi stessi occhi azzurri e i capelli biondi. Le sembra anche di scorgere il nasino all’insù che aveva lei. Si siede sulla poltrona della cameretta aspettando che il bambino si svegli per dargli la sua razione di latte caldo mattutino. Chiude gli occhi e ritorna a quel giorno.

Era il giorno di San Valentino di 2 anni prima, faceva freddo ma quando si sostava sotto i raggi del sole dal colore freddo si riusciva quasi a sentire la primavera arrivare. Caroline richiamò l’attenzione di Sara.
“ehy segugio. guarda qui. Un altro albero di mandorle. Non ne posso più di torte con la frutta secca.” Sara ride.
“meglio delle pesche sciroppate che abbiamo trovato l’altro giorno. Scadute da mesi e tu hai insistito per mangiarle perchè secondo te “erano ancora buone”. Ti rendi conto che dopo ho vomitato l’anima?” ridono insieme.
“tutto questo però è sicuramente meglio degli opossum che porta a casa tuo fratello. Quello sono il peggio”
Sara si accascia a terra ridendo e tenendosi la pancia e Caroline si appoggia a un albero con le lacrime agli occhi “basta ok. Siamo lontane da casa da almeno 3 ore e direi di tornare...ormai è quasi sera” dice Caroline passandosi la manica della maglietta sotto gli occhi.
“Poteva venire qualcun altro lo sai se avevi fretta” la punzecchia Sara
“Nahh. avevo bisogno di uscire da lì. l’unica faccia che vedo è quella di Peter. Di sicuro ci sarà del latte in polvere che Tara gli potrà dare”
Sara annuisce con comprensione. “ti capisco”
“e poi avevo bisogno di stare con te. è un sacco che non usciamo da sole noi due”
Sara la guarda e arrossisce un po’ “formiamo una grande squadra mi hai sempre detto”
“si. è vero” le dice Sara.
“quanto vorrei che Walter fosse qui” disse poi Caroline con una punta di amarezza.
Sara non disse niente. non sapeva che rispondere.

Camminarono ancora per un po’. Sostarono in una radura. Si guardarono intorno e pensarono cosa fare. Proprio come un film videro un cervo, alto e possente, con i palchi vellutati sostare nella radura e brucare l’erba. Entrambe le ragazze erano paralizzate. Caroline senza distogliere lo sguardo e senza parlare avvicinò piano la mano alla spalla della rossa che la guardò. Caroline alzò impercettibilmente il fucile e lei annuì nello stesso modo.
Puntarono entrambe il fucile. Ma non fecero in tempo. Uno dei vaganti si tuffò sopra l’animale che cominciò a bramire con dolore quando lo zombie lo morse al collo.
“merda” sussurrò Caroline prima di lanciarsi sul cervo. Lo zombie le notò ma fu subito annientato da una fucilata. Caroline si inginocchiò vicino all’animale e prese il coltello.
“forza se tagliamo la testa forse c’è qualche speranza di salvare il resto” urlò.
Sara corse verso di lei. Affondò il coltello nel collo dell’animale appena sotto il morso e cominciò a far pressione per spezzare l’osso. Prese anche il calcio del fucile e iniziò a colpire. Sara giunse vicino al corpo del cervo e si inginocchiò con il volto rivolto verso quello dell’amica. Sfilò il coltello e iniziò a tagliare e non vide assolutamente niente di quello che capitò dopo.
Venne catapultata fuori dal suo stato di concentrazione da un urlo. Alzò la testa di scatto e vide Caroline con un’espressione di dolore in viso che descriveva perfettamente il suo stato d’animo. Come era possibile che non lo avesse visto e sentito? Uno zombie era avvinghiato alla sua spalla e mordeva, lacerava e mangiava. Sara prese il coltello dalla punta e lo lanciò verso lo zombie penetrandolo in un occhio. Poi si sollevò di si diresse verso l’amica, prese lo zombie per i capelli e lo scaraventò a terra. Caroline non aveva neanche la forze di parlare e singhiozzava. Anche Sara piangeva e riuscì solo a dire “forza torniamo a casa. Forse possiamo fare ancora qualcosa”. Prese il braccio sano e la sollevò portandoselo dietro le spalle. Cominciarono a camminare più velocemente possibile con il cuore che batteva forte in gola a entrambe.
Dopo 30 minuti Caroline riuscì a parlare e dire qualcosa tra i singhiozzi “Lasciami qui. Uccidimi non c’è speranza”
Sara si arrestò e cominciò a piangere portandosi la mano alla bocca, cercò di farsi forza e le mentì “SmallC non è così grave è un piccolo morso magari riusciamo a isolare la ferita e tagliare via qualcosa”
“se fosse possibile lo avresti già fatto Sara” disse lei con un sorriso amaro.
Sara la guardò con gli occhi innondati di lacrime e capì che la sua amica aveva capito, aveva capito che le aveva mentito e che la situazione era molto più grave di quanto avesse raccontato.
“devi vedere il tuo bambino Caroline. Lo devi vedere starà morendo di fame in questo momento”
Caroline cominciò a piangere “forza” le fece coraggio Sara “andiamo a casa”

Erano quasi alle mura.
“lo sai ti devo dire delle cose prima di andarmene” disse con le lacrime agli occhi. Era sempre più debole e a ogni passo arrancava e si appoggiava a ogni tronco. Sara era stremata ma l’adrenalina la aiutava non poco a proseguire. Sentiva le gambe cederle. Sara restò zitta in attesa che dicesse qualcosa.
“sei stata la migliore amica che io avessi mai desiderato. la migliore compagna di vita che potessi sperare e la ragazza più cazzuta dell’universo. Ho imparato tanto da te e non potrò mai descrivere a parole quello che provo nei tuoi confronti.”
Sara sentiva il cuore batterle nel petto. Vedeva le mura in lontananza. Mancava poco. Cominciò a urlare a Sasha di aprire le porte.
Caroline però continuò “Voglio che tu sappia che anche se ora me ne andrò e non tornerò mai più…”
“smettila ti prego” Sara iniziava a barcollare. Sentiva la mano bollente dell’amica nella sua. Urlò di nuovo per farsi sentire da qualcuno ma erano ancora troppo distanti
“...anche se non tornerò mai più voglio che tu sappia che mai avrei pensato di sopravvivere così tanto e di trovare qualcuno che mi parasse il culo come hai fatto tu. ti ringrazio”
A quel punto caddero insieme. Sara cercò di mettersi davanti e fare scudo all’amica con il suo corpo. Poi la girò sulle spalle e la guardò. Grosse lacrime le scesero dal viso e caddero sulle guance dell’amica. “così mi annaffi” disse Caroline. Aveva la febbre altissima.
Sara si illuminò. Prese il fucile e sparò un colpo in aria: quello dovevano per forza sentirlo. Caroline prese la mano dell’amica “non fa niente Sara. non piangere. Io non sto piangendo più”
Sara cercò di fare un sorriso ma non ci riuscì “caspita avresti dovuto vederlo da qui. era bruttissimo del sorriso” Risero fino a che lei non iniziò a tossire convulsamente. Sara tornò seria. Sentì il cancello che si apriva e borbottii di gente che arrivava. “stanno arrivando Caroline” disse lei. “stai tranquilla”
“voglio che ti prendi cura del mio bambino e che lo cresci come se fosse tuo. Fai solo questo non ti chiedo altro.”
Sara promise. Sapeva che ogni volta che avrebbe guardato gli occhi del bambino ci avrebbe visto lei. “tutto quello che vuoi Caroline. Ma me la dici una cosa? come mai l’hai voluto chiamare così?” cercò di tenerla sveglia in qualsiasi modo mentre gli altri arrivavano. Caroline però non rispose mai a quella domanda. Quando Sara se ne rese conto, quando si rese conto che era morta, prese la sua testa fra le mani e la strinse al petto singhiozzando. Rick fu il primo ad arrivare. Sara piangeva e singhiozzava pronunciando il suo nome. Lui le posò la mano sulla spalla e cercò di allontanarla. Lei si girò e lo guardò. “ti prego dimmi che è tutto solo un sogno, che domani mi alzerò nella mia stanza del college e che non accadrà nulla di tutto questo. Ti prego dimmelo Rick.” non disse una parola ma la staccò dolcemente dall’amica e la sorresse mentre la portava dentro.
“ce l’avevo quasi fatta, l’ho quasi portata dentro per vedere il suo bambino era l’unica cosa che mi importava in quel momento. non ci sono riuscita” diceva Sara tra i singhiozzi. Rick la sorreggeva. Quando giunsero alla porta Isaac era lì ad aspettarla e c’era anche Tara con Peter in braccio. Si staccò velocemente da Rick per raggiungere Isaac.

Viene di colpo portata alla realtà dalla vocina di Peter. “mamma” le dice.
“ciao tesoro. Hai dormito bene?” dice lei alzandosi con un sorriso e andando da lui.
“sai che giorno è oggi?”
“il mio compleanno?” dice lui
Sara ride e dice “no è il giorno di San Valentino. dobbiamo andare a salutare la zia”
Lo prende e lo tira fuori dal suo lettino. Lo posa a terra e inizia a camminare verso le scale.


Incontrano Daryl e Isaac. svegli tutti e due e seduti al tavolo della cucina. Appena Daryl lo vede si alza e lo prende in braccio “ciao spaccaculi”
Sara lo guarda sottecchi “cosa ti ho detto approposito di quel soprannome Daryl? sei anche poco originale. Quel soprannome è riciclato” ride lei
Daryl la guarda e le sorride. poi posa a terra il bambino e va ad abbracciarla. “so che giorno è oggi.” le sussurra nell’orecchio. Lei chiude gli occhi e lo stringe più forte. Poi si stacca e si siede vicino ad Isaac. Ha tolto l’anello, forse dovrà andare a cacciare nel pomeriggio. Quando esce se lo toglie sempre per non perderlo.

Sostano vicino a una croce fatta di legno. Il bambino gioca con un fiorellino e con Judith. Sara ha la giacca addosso, fa freddo fuori ma se ti metti sotto i raggi senti la primavera arrivare.
   
 
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