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Autore: Nami93_Calypso    25/01/2017    2 recensioni
MazeRunnerAU
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Immaginate di svegliarvi al buio, non vedete niente ma percepite che la stanza si muove verso l’alto, forse è un ascensore.
Non sapete come siete arrivati lì e, soprattutto, perchè. Ma, cosa ancor più inquietante, non ricordate nulla: chi siete, quanti anni avete, da dove venite, qual è il vostro aspetto fisico. Ricordate unicamente il vostro nome.
Quando finalmente la stanza si ferma degli adolescenti vi danno il benvenuto nella Radura, il posto in cui loro vivono e hanno creato una società dopo esser giunti lì esattamente come voi, con quell’ascensore e senza ricordi.
Vi guardate intorno e l’unica cosa che vedete sono alte mura di cemento che circondano l’intera Radura.
È quello che è successo ai protagonisti di questa storia.
Chi sono?
Come sono arrivati lì?
Li ha mandati qualcuno?
Perchè non ricordano nulla?
Riusciranno ad andarsene?
Genere: Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: ASL, Mugiwara, Nefertari Bibi, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Angolo di Calypso
Questo capitolo è un po' più lungo degli altri perchè questo è IL CAPITOLO! Ciò signiica che è giunto il momeno che voi abbiate tutte TUTTE le risposte alle vostre domande.
Perciò sedetevi, silenziate il telefono, tenetevi forte e godetevi la lettura!
Questo avrebbe dovuto essere il capitolo conclusivo (in pratica la storia sarebbe finita con un finale aperto megagalattico) ma mi sono resa conto che mi avreste tipo ucciso perciò ho scritto anche un epilogo che sarà il prossimo nonchè ultimo capitolo, non temete.
Mi scuso per il ritardo nell'aggiornamento ma gennaio porta esami.
Buona lettura e alla prossima in cui mi dilungherò tantissimo con le note !

 




Risposte

-USOP!-
Bibi si lanciò di corsa verso il corpo del ragazzo disteso a terra. A un paio di metri di distanza scivolò sulle ginocchia verso di lui sfruttando la sostanza oleosa che ricopriva il pavimento.
-Usop-
Lo prese per le spalle così da sollevargli il capo e scuoterlo leggermente; ma lui non reagiva. Non c’era più nulla da fare. Abbassò lo sguardo sul suo addome dove la maglietta beige che era solito indossare era tinta di rosso.
Lo lasciò andare delicatamente sul pavimento e i suoi occhi si riempirono di lacrime. Era morto per colpa sua, per la sua stupidità. Si era distratto per aiutarla, per dirle cosa fare, per dirle di premere il bottone, e quella distrazione gli era stata fatale, aveva subito un colpo mortale dal Dolente.
Sentì la mano di Marco posarsi sulla sua spalla in un gesto di conforto e di vicinanza e le lacrime scivolarono incontrollabili sulle sue guance.
Mentre piangeva il suo dolore, si rese conto che i rumori della battaglia erano cessati anche nel Labirinto. Nessun suono proveniva da sopra le loro teste.
Risoluta si alzò in piedi, asciugandosi frettolosamente gli occhi e le guance con le mani. Avrebbe rimandato a dopo i pianti e il dolore. Non avevano ancora finito. Dovevano ricongiungersi a tutti gli altri e uscire da quella stanza, andando così incontro ai Creatori.
Si voltò verso Marco e vide il viso e le braccia ricoperti di tagli rosso vivo, i pantaloni sporchi di sangue là dove era stato colpito mentre correvano verso la Scarpata. Fortunatamente sembrava una ferita superficiale.
Gli strinse rapidamente un braccio in un muto gesto di ringraziamento per l’appoggio nel momento esatto in cui qualcuno faceva il suo ingresso dall’alto.
I due si voltarono appena in tempo per vedere Zoro entrare nella stanza e atterrare di culo sul pavimento. Corsero ad aiutarlo ad alzarsi e a spostarsi prima che qualcun’altro entrasse. Dopo di lui toccò a Sanji.
Bibi aveva paura a porre loro qualsiasi domanda, a chiedere com’era andata. Per il momento si lasciò inondare dalla felicità di vederli sani e salvi e sia lei che Marco li abbracciarono rapidamente prima che entrasse qualcun’altro.
Un altro paio di ragazzi entrarono dopo di loro, entrambi malconci proprio come i due Intendenti e Marco. Tutti riportavano ferite e segni evidenti della battaglia.
Bibi vide entrare Nami, il volto e i capelli sporchi di sangue e terra, che prontamente si spostò e guardò in alto per veder entrare Law che atterrò gemendo e tenendosi il braccio destro con l’altra mano. Il sangue fluiva copioso sulla manica e Nami lo aiutò a spostarsi per evitare di venire schiacciato dagli altri radurai in arrivo. Zoro e Sanji corsero subito in suo soccorso e dopo averlo lasciato nelle mani dei due Nami corse incontro e Bibi e le due si abbracciarono strette, senza dire nulla.
Intanto altri radurai che Bibi non conosceva stavano entrando.
Le ragazze si separarono appena in tempo per veder entrare Rebecca che non appena le vide corse da loro, piangendo.
Rufy entrò dopo di lei aiutando Chopper che veniva dopo di lui.
Un altro paio di persone entrarono prima di udire il piccolo medicale urlare.
-Usop!-
Lo videro correre verso il corpo inerme dell’amico e chinarsi sopra di lui.
Bibi, con il groppo in gola, si congedò dalle sue amiche per raggiungerlo. Era compito suo consolarlo perchè era stata colpa sua se era morto.
Lo vide aggrapparsi alla maglietta del ragazzo steso per terra mentre con gesti febbrili cercava di controllare le funzioni vitali.
-Chopper- lo chiamò la turchina, in piedi dietro di lui -è tutto inutile. Lui-
-NON DIRLO!- la interruppe bruscamente il ragazzino senza voltarsi a guardarla e proseguendo la sua ricerca di segni di vita.
-Non dirlo. Non dirlo. Non dirlo- prese a mormorare tra sè dopo qualche secondo, dondolando avanti e indietro, piangendo tutte le sue lacrime sul corpo dell’amico.
Bibi chinò il capo, triste e piena di rimorso.
Avrebbe voluto dire o fare qualcosa ma non ci riuscì. Rimase lì ferma a fissare quella scena straziante.
Che stupidi che erano stati a pensare che ce l’avrebbero fatta tutti, che non avrebbero subito perdite. Quei mostri erano troppo per loro, troppo per chiunque.
Perchè mai i Creatori, la WICKED, facevano passare delle cose simili a dei poveri ragazzini? Davvero non c’era altro modo per ottenere quello che cercavano? Sentì risvegliarsi in lei la stessa rabbia, lo stesso dolore, la stessa indignazione che l’aveva spinta a ribellarsi.
Si voltò con le mani che tremavano per la collera.
In quel momento entrò un altro raduraio e lei si guardò intorno.
Erano circa una quindicina.
Quindici sopravvissuti sui trentasette che erano partiti.
Ma mancava ancora qualcuno.
La collera sparì lasciando spazio al terrore. Dov’era Sabo? Si avvicinò all’apertura fissando in alto in attesa di veder entrare qualcun altro. Il velocista aveva detto che si sarebbe assicurato che tutti entrassero nella Tana quindi era probabile che avesse deciso di entrare per ultimo.
E se invece non fosse mai entrato? Se non ce l’avesse fatta? Probabilmente nel tentativo di difendere qualcuno aveva avuto la peggio contro un Dolente.
Bibi sentì di nuovo le lacrime pizzicare gli angoli degli occhi.
Questo sarebbe stato troppo da sopportare, davvero troppo.
Ancora nessuno entrava.
Intorno a lei i radurai stavano iniziando a raggrupparsi e chiedere a Marco cosa fosse successo laggiù.
Lei si guardò intorno alla ricerca di una scala, qualsiasi cosa che potesse utilizzare per rientrare nel Labirinto e controllare.
Se Sabo era morto aveva bisogno di vederlo con i suoi occhi per potere accettare la cosa, per soffocare ogni minimo barlume di speranza.
Mentre ancora cercava con lo sguardo, qualcuno entrò dall’alto e atterrò proprio di fronte a lei.
Bibi guardò ai suoi piedi e vide un Sabo dolorante che si massaggiava il fondoschiena su cui era atterrato.
Senza nemmeno dargli il tempo di guardarsi intorno o ambientarsi si lanciò su di lui e lo abbracciò stretto, quasi soffocandolo.
Dopo un primo momento di confusione, appena ebbe riconosciuto la chioma azzurra che aveva occupato il suo campo visivo, Sabo ricambiò la stretta con forza, trascinandola verso di sè obbligandola così a sedersi anche lei sul pavimento sporco.
-Bibi- le sussurrò all’orecchio mentre le accarezzava i capelli, incapace di dire altro davanti al tumulto di emozioni contrastanti che si agitavano in lui.
-Sei vivo- bisbigliò lei tra le lacrime, affondando il viso nell’incavo del suo collo.
Rimasero in quella posizione finchè non furono interrotti dalla voce di Marco.
-Dov’è Ace?- chiese.
Bibi si separò dall’Intendente per guardare prima uno poi l’altro. Vide Sabo abbassare lo sguardo e scuotere appena il capo. In quegli occhi lesse una tristezza infinita, una tristezza dovuta a tante cose diverse: al dolore dovuto dall’aver perso un amico tanto caro, quasi un fratello. Il dolore per non essere riuscito a salvare uno dei suoi compagni. Il dolore dovuto al senso di colpa. Ace era un raduraio, un suo amico, un suo sottoposto. Era compito suo portarlo fuori di lì sano e salvo. Aveva fallito.
Bibi provò una gran pena per lui. Capì come poteva sentirsi: come lei si sentiva per Usop. Come lei si sentiva per tutti loro.
Si voltò e vide Marco passarsi una mano sul volto a nascondere l’espressione ferita e le lacrime imminenti. Rufy cadde in ginocchio, la bocca spalancata in un’espressione di puro terrore. I radurai si avvicinarono ai due per dargli il loro sostegno mentre Zoro si avvicinava a Bibi e Sabo per aiutarli a rimettersi in piedi.
-E Brook?- domandò al velocista il quale scosse il capo e mormorò un “mi dispiace” appena udibile. I due Intendenti appoggiarono la mano uno sulla spalla dell’altro come ad appoggiarsi a vicenda in quel dolore, condividendo insieme il peso di quella colpa.
-Fagio- sentendo la voce provata dallo sforzo di Law, Bibi si voltò e si ritrovò davanti il medicale sorretto da Nami con una smorfia di dolore in volto -E ora?-
La turchina si voltò verso l’altro capo della stanza e indicò nell’oscurità.
-Dopo aver inserito il codice ho sentito una porta aprirsi lì in fondo. Da lì arriveremo dai Creatori-
Law annuì, e il gesto sembrò costargli un immenso sforzo fisico.
Sabo e Zoro si scambiarono uno sguardo di intesa.
-Andiamo avanti noi- fece il verde superando Law e dandogli una pacca sulla spalla sana, seguito a ruota da Sabo che lo imitò.
Bibi si avvicinò a Marco, il volto ancora deformato dallo shock, era evidente che stesse cercando di darsi un contegno per poi sfogarsi in un secondo momento, e lo prese per un braccio tirandolo dolcemente.
Nami si incamminò sorreggendo Law, mentre Rebecca aiutava Rufy a rimettersi in piedi e Sanji faceva lo stesso con Chopper.
Il gruppo si incamminò verso la porta e, una volta superata, si trovarono in un’angusta anticamera dove, nella parete di fronte, li attendeva un foro circolare grande abbastanza perchè una persona vi entrasse seduta.
Zoro vi infilò dentro la testa per controllare.
-Sembra uno scivolo- comunicò agli altri voltandosi verso di loro.
Dopo aver scambiato un’occhiata e un’alzata di spalle con Sabo si infilò nell’apertura e si lasciò cadere giù.
Lo sentirono scivolare e subito il biondo lo seguì, non riuscendo però a trattenere qualche grido come aveva fatto Zoro.
Scesero tutti dal lungo, scuro e claustrofobico scivolo finchè non si ritrovarono ammassati gli uni sugli altri in una stanza totalmente differente da quella precedente. Un po’ più piccola, pareti, pavimento e soffitto bianchi, luci bianche che, dopo tutta quella oscurità, era accecante.
I radurai si rimisero in piedi non senza qualche difficoltà e barcollarono cercando di mettere a fuoco quanto li circondava.
Quando ebbe riacquistato la vista Bibi studiò lo spazio in cui si trovavano. Una stanza quadrata bianca, alle loro spalle lo scivolo, davanti a loro uno schermo gigante. Alla loro sinistra una porta blindata da cui provenivano colpi e voci attutite, alla loro destra una parete argentata opalescente. Vortici in movimento ricoprivano l’intera superficie come se non fosse del tutto solida bensì formata da un materiale denso e viscoso.
I radurai si strinsero gli uni agli altri, spaventati e indecisi sul da farsi.
L’attenzione della turchina fu catturata da un grande cerchio rosso lampeggiante che spiccava nel mezzo del grande schermo. Il mal di testa consueto la colse e lei, senza pensarci, si staccò dal gruppo e premette quel pulsante rosso sullo schermo touchscreen.
Il pulsante sparì e fu rimpiazzato dall’immagine di una donna sui trentacinque anni, bella, lunghi capelli neri e setosi, occhi azzurri di ghiaccio, una divisa bianca con la scritta WICKED in nero sul petto. Era la stessa donna che Bibi aveva ricordato nella Mutazione. Fece qualche passo indietro per tornare vicino agli altri e l’immagine, fino a quel momento statica, prese vita.
-Salve soggetti del Labirinto A- parlò la donna con voce chiara e decisa -Sono la Cancelliera Nico Robin a capo della WCIKED e vi comunico con gioia che l’esperimento del Labirinto è terminato-
La donna fece una pausa prima di proseguire.
-Ho molte cose da dirvi, cose che voi non sapete perchè vi sono state rimosse dalla memoria, perciò vi chiedo di prestarmi la massima attenzione perchè non le sentirete una seconda volta. Questo è un messaggio preregistrato e, purtroppo, non posso comunicare con voi di persona-
Un’altra pausa.
-Cominciamo dal principio-
L’immagine della donne si ridusse alla metà sinistra dello schermo mentre su quella destra presero a scorrere le immagini che descrivevano ciò che lei diceva.
-Anni fa il nostro pianeta è stato colpito dalle eruzioni solari, un fenomeno atmosferico impossibile da prevedere. Le eruzioni sono state così potenti da bruciare completamente tutta la zona di terra compresa tra i tropici del Cancro e del Capricorno lasciando dietro di sè soltanto morte e un vastissimo deserto dove è impossibile vivere. Il clima del resto del pianeta è stato completamente sconvolto e l’equilibrio degli ecosistemi totalmente devastato-
Le immagini mostrarono deserti, oceani sconfinati, temporali potentissimi.
-Come se non bastasse, un virus ha preso a diffondersi per la popolazione, un virus che è stato denominato virus dell’Eruzione. Chi lo contrae si ammala di una malattia degenerativa che porta alla pazzia. Il virus attacca gli esseri umani nel cervello, che noi chiamiamo Zona della Violenza. I primi sintomi sono irritabilità, scoppi d’ira, mancanza di lucidità. Chi si ammala non ha via di scampo, è destinato a impazzire lentamente e diventare quello che viene comunemente definito uno Spaccato-
Uomini e donne con abiti a brandelli, occhi folli, ferite aperte che lasciavano intravedere le ossa del cranio, che in alcune scene si azzuffavano tra loro passarono sullo schermo terrorizzando i ragazzi.
-I governi sopravvissuti alle eruzioni solari si sono uniti nel tentativo di trovare una soluzione al problema e da tale collaborazione è nata la nostra associazione, la WICKED, la World In Catastrophe: Killzone Experiment Department. Il suo scopo è quello di trovare una cura al virus dell’Eruzione così da poter risanare il mondo e per questo ha iniziato vari esperimenti e investito tutte le sue risorse nel progresso tecnologico. E qui entrate in gioco voi-
Le immagini furono rimpiazzate da scene della Radura in cui venivano anche inquadrati i radurai, attimi di vita ripresi dalle scacertole.
-Voi eravate soggetti che partecipavano all’esperimento del Labirinto. Eravate costantemente tenuti sotto controllo, non solo attraverso le nostre telecamere; anche il vostro cervello era tenuto costantemente sotto controllo attraverso dispositivi che vi sono stati impiantati prima di essere inseriti nell’esperimento. Persino il dolosiero era un modo per controllarvi, un modo per evitare che comunicaste agli altri i ricordi recuperati. Come ho detto il virus dell’Eruzione intacca il cervello, la Zona della Violenza, perciò per noi era fondamentale monitorare e analizzare i vostri schemi cerebrali, le vostre reazioni di fronte alle variabili che vi sottoponevamo, i vostri, per l’appunto, Schemi della Violenza-
Immagini dei Dolenti e del Labirinto passavano sullo schermo.
-Tutto ciò che avete vissuto erano variabili sapientemente messe a punto dai nostri scienziati. Tutto: le mura, le Porte che si chiudevano regolarmente, il clima stabile, la Scatola, i rifornimenti, il fatto che non aveste dei ricordi, le mura del Labirinto in movimento, la Mutazione, i ricordi ottenuti da essa. Tutto. Per stimolare gli Schemi della Violenza era necessario che voi viveste la violenza, ecco perchè il Labirinto era così spaventoso, ecco perchè era infestato dai Dolenti, ecco perchè essi vi attaccavano in determinate occasioni. Era tutto studiato. Tutto messo a punto per analizzare le vostre reazioni. Tutto.-
Le immagini sulla destra cessarono e il volto della donna tornò ad occupare l’intero schermo.
-Ci sono ancora delle cose che dovete sapere. Vi domando di prestare ancora attenzione prima di lasciarvi alla vostra nuova vita-
Fece una breve pausa in cui sospirò appena sbattendo le palpebre.
-È giusto che sappiate chi siete. Voi siete tutti orfani, tutti figli di persone morte a causa delle eruzioni solari o impazzite a causa dell’Eruzione. La WICKED vi ha accolto e, in cambio di avervi salvato da morte certa, vi ha chiesto di impegnarvi nei nostri esperimenti. Ma voi non siete solo questo. Voi siete anche immuni. Questo significa che il virus dell’Eruzione vive in voi ma non si manifesta. Siete immuni all’Eruzione. Non impazzirete mai. Per questo avevamo bisogno di voi: volevamo capire perchè il virus non aveva effetti sul vostro cervello, avevamo bisogno dei vostri Schemi della Violenza-
I ragazzi fissavano lo schermo imbambolati, incapaci di reagire in alcun modo, troppo impegnati ad assimilare ed elaborare le informazioni ricevute.
-Ora posso finalmente svelarvi cosa vi aspetta. Il mondo verte in una situazione critica, oserei dire disperata. Il 70% della popolazione è composta da persone affette dall’Eruzione, di cui più della metà hanno già raggiunto l’ultimo stadio della malattia: l’Andata. Il restante 30% ha creato degli insediamenti, delle metropoli, in prossimità dei poli e delle cime delle montagne dove vive nella paura, nel terrore e nella consapevolezza che prima o poi contrarrà la malattia che si diffonde per via aerea. Di questi solo l’1% è, come voi, immune-
La donna rimase zitta per una manciata di secondi durante i quali i ragazzi poterono percepire solo i loro respiri e i colpi attutiti che ancora provenivano dalla porta blindata alla loro sinistra.
-Il nostro motto è “la WICKED è buona”. Ed è vero. La nostra associazione nasce con un nobile obiettivo, quello di salvare la popolazione cercando una cura. Grazie a voi abbiamo ottenuto innumerevoli dati preziosi, ma ancora non abbiamo una cura. Di fronte a questo che alcuni ritengono un fallimento molti dei miei collaboratori erano dell’idea di proseguire con gli esperimenti, di andare più a fondo, di inserire nuove e sconvolgenti variabili: questo è il motivo per cui le Porte non si sono più chiuse, il sole è sparito e i rifornimenti non arrivavano più. Volevano spingervi al limite per ottenere nuovi Schemi della Violenza. Ma io sono dell’idea che il vostro contributo sia stato sufficiente e prezioso e che sia ora di mostrarvi la dovuta riconoscenza per il vostro sacrificio. Purtroppo sono davvero pochi quelli che la pensano come me. I più vorrebbero che voi collaboraste con noi e prendeste parte a un nuovo ciclo di esperimenti. Fortunatamente sono riuscita a rendere sicura la stanza in cui vi trovate, ma non so assicurarvi per quanto tempo non riusciranno a raggiungervi-
Molti dei radurai si voltarono verso la porta.
-Il mondo sta andando verso un declino inesorabile. Ma per voi immuni c’è ancora una possibilità. Dovete voltare le spalle a questo mondo e vivere la vostra vita. Dovete attendere che il mondo finisca a ricominci da capo per poi ripopolarlo. Per questa ragione ho disposto per voi una via di salvezza. Alla vostra destra vedrete un pass verticale. È un mezzo di teletrasporto di ultima generazione. Se lo attraverserete raggiungerete un’isola deserta e isolata che si trova nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico settentrionale. Lì nessuno potrà raggiungervi, nessuno potrà controllarvi, nessuno potrà obbligarvi a fare nulla. Potrete iniziare una nuova vita e permettere al genere umano di sopravvivere-
I ragazzi questa volta si voltarono a guardare la strana parete argentata.
-Avete cinque minuti di tempo per decidere di attraversarlo, dopodiche scomparirà, si autodistruggerà e nessuno potrà più raggiungere quell’isola. Spero sfrutterete la chance che vi ho dato-
Un count down rosso apparve nell’angolo in basso a destra dello schermo.
-Ho un ultima cosa da dire. Bibi-
La turchina sobbalzò sentendo il suo nome.
-Il tuo aiuto è stato fondamentale. Senza di te l’esperimento del Labirinto non avrebbe mai raggiunto una fine. Senza il tuo intervento così diretto i miei collaboratori non si sarebbero decisi ad accelerare i tempi della fine e io non avrei mai potuto agire come premeditavo da tempo predisponendo questo piano B per la salvezza dell’umanità. Mi dispiace per Koza-
Bibi perse un battito sentendo quel nome.
-Quando ha visto che eri entrata nel Labirinto è andato su tutte le furie. Si è opposto agli scienziati, voleva a tutti i costi raggiungerti, era riuscito ad arrivare alla Scatola ma nel tentativo di fermarlo è stato ucciso e sfruttato come variabile mandandolo nella Radura. Mi dispiace-
Robin fece un’ultima pausa prima di concludere.
-È giunto il momento di salutarci. Vi ringrazio per il vostro sacrificio e per l’aiuto che avete dato all’umanità. Sono fermamente convinta che nelle vostre mani sia racchiuso il destino del genere umano e sono certa che prenderete la scelta giusta. Vi chiedo solo di ricordare una cosa. Nonostante tutto il male che avete vissuto: WICKED è buona-
La donna rivolse loro un ultimo sorriso prima che lo schermo si spegnesse e tornasse nero, eccezione fatta per il countdown che segnava che mancavano ancora 3,42 minuti alla chiusura del pass verticale.
Conversazioni scoppiarono dappertutto tra i radurai: ognuno esprimeva i propri pensieri, dubbi e domande.
Bibi decise di prendere in mano la situazione e si staccò dal gruppo posizionandosi con le spalle al pass verticale.
-Ascoltatemi!- urlò e tutti si zittirono e si voltarono a guardarla -So che siete, siamo, confusi. Sono tante informazioni da metabolizzare, ma non abbiamo tempo da perdere. Lei è la Cancelliera Nico Robin, la donna che mi ha permesso di raggiungervi e di portarvi fuori dal Labirinto e ora ci sta offrendo la possibilità di una nuova vita. Io mi fido di lei-
Detto questo si voltò verso il pass verticale, decisa ad attraversarlo.
Fissò per un istante i vortici argentati che aveva di fronte, dopodiche chiuse gli occhi. Inspirò profondamente, sollevando le spalle, e lasciò andare lentamente il fiato con uno sbuffo. Con gli occhi ancora chiusi sentì qualcuno che gli afferrava la mano sinistra e si voltò, aprendo gli occhi sorpresa.
Sabo la stava guardando, sorrideva mentre intrecciava le dita alle sue.
-Io mi fido di te- le disse.
Bibi non potè trattenersi dal sorridere.
Entrambi si voltarono verso il pass verticale, fecero due passi avanti e lo attraversarono.
La sensazione fu quella di attraversare una parete di ghiaccio.

 
   
 
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