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Autore: Signorina Granger    25/01/2017    8 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
Agli occhi di molti la Cimmeria Academy è solo l'ennesima scuola privata, con le sue divise perfette e i suoi brillanti e ricchi studenti. La scuola ospita i figli delle più influenti e importanti famiglie di tutto il mondo, i ragazzi più promettenti e destinati a ricoprire ruoli di spicco nella società, come i loro genitori.
Ma mai giudicare un libro dalla copertina: la Cimmeria è molto di più e nasconde dei segreti, come alcuni suoi studenti già sanno... e presto anche altri se ne renderanno conto.
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Night School '
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Capitolo 11: Interrogatori e dubbi
 
Sabato 28 Novembre


“Te lo ripeto... rilassati. Non ti mangio mica.” 

Sono rilassata.” 

Certo, come no. Se lei era rilassata, Jefferson era dolce e amorevole... 
Francisca continuò a tormentarsi le mani, a disagio per la situazione in cui si trovava: già tutte quelle domande non le piacevano per nulla, se poi a farle era una persona con cui non aveva mai avuto molta confidenza... e c’era anche da considerare un piccolo, insignificante dettaglio: non sapeva come, ma l'aveva data vinta a Sebastian e alla fine aveva acconsentito a farsi interrogare dal compagno proprio nella sua camera. 

Era seduta sulla sedia posta davanti alla scrivania, mentre il ragazzo si era comodamente sistemato sul suo letto e stava scarabocchiando sul suo rotolo di pergamena, lanciandole di tanto in tanto un’occhiata quasi divertita. 

“D'accordo Frankie... dimmi, doveri la sera del 31 Ottobre? Subito prima di cena.” 

La ragazza si accigliò leggermente, corrugando la fronte mentre cercava di ricordare quella sera: aveva un ricordo confuso di quei giorni, in effetti. Tutto quello che aveva preceduto la morte di Jackson le sembrava vago e lontanissimo, quasi come se fosse appartenuto ad un’altra vita. 

“Non... non ricordo con precisione, immagino che fossi con... Alexa.” 

“Non ricordi niente di più preciso di quel giorno? Prima del ritrovamento, naturalmente.” 

 “No, mi dispiace. Davvero, non ricordo niente di rilevante.” 

“Ok... e dimmi Frankie, Alexandrine come ha reagito alla morte di Jax?” 

“Non benissimo, ovviamente. Lo sai che non erano amici, ma è comunque una cosa che ti tocca molto da vicino, no?” 

La ragazza abbassò lo sguardo, puntando gli occhi verdi sulle sue mani e sulle gambe che stava facendo dondolare distrattamente, cercando di non pensare alla sua amica. 
Le stavano facendo venire tanti di quei dubbi... aveva iniziato a riconsiderare tutto fin dall'inizio dell'anno, portandola a chiedersi se per caso Alexa non fosse stata preoccupata senza dirle nulla, se lei non si fosse malauguratamente accorta di qualcosa che la disturbava.

“Non ti è mai sembrata strana, diversa? Preoccupata?” 

“No. Era sempre... lei.” 

Un lieve sorriso le comparve sul volto e Sebastian esitò prima di continuare a parlare, abbassando di nuovo gli occhi sulle domande che doveva ancora fare alla compagna: un po’ gli dispiaceva, sapeva che era difficile per lei... ma lo doveva fare, non aveva molta scelta nemmeno lui.

“Ok... se ne sei sicura.” 

“La conoscevo bene. O almeno, credo. E non mi è mai smembrato che ci fosse qualcosa che la turbasse... ma forse era solo brava a mentire, più di quanto non credessi, probabilmente.” 

“Ci hanno insegnato a recitare Frankie, ricordi i primi mesi alla Night School? Per loro la recita conto molto... ad ogni modo, sai dirmi dov’eri invece la sera del 21 Novembre? E sai dov'era Alexa, o Etienne?” 

“Lo sai dov'ero Sebastian. Ero con te, alla riunione... mi hai visto, mi avete vista tutti. E prima, studiavo. Prima in Biblioteca, poi in Sala Comune. Quanto a lei... immagino che non saprò mai con certezza che cosa le è successo quella sera.” 

Era strano pensare che fosse passata solo una settimana, in realtà. Era abituata a stare con lei tutti i giorni... le sembrava che fosse trascorso molto, molto più tempo.

“Magari sì, chi può dirlo. Ok dolcezza, tanto lo sappiamo tutti che tu non centri un bel niente. Credo che abbiamo finito.” 

“Posso andare?” 

Frankie alzò lo sguardo sul ragazzo, che inarcò un sopracciglio con lieve divertimento di fronte al tono sorpreso della compagna, come se avesse creduto che quella conversazione sarebbe stata molto più lenta e dolorosa.

“Beh, naturalmente se vuoi restare sei la benvenu-“

“Ok. Vado. Ci... vediamo in giro, ciao!” 

Francisca scattò in piedi alla velocità della luce, raggiungendo in fretta la porta della camera del ragazzo prima di uscire, lasciandolo solo e sorridente. Il ragazzo ripose il fascicolo dove aveva scritto tutto quello che gli aveva detto Frankie sul suo comodino, assolutamente certo che l’innocua e timida Francisca Lothbrock non avesse nulla a che fare, almeno non direttamente, con quello che era successo.

Però si stava chiedendo a chi fosse stato assegnato... non gli avevano ancora fatto sapere nulla.
Si distese completamente sul suo letto, puntando gli occhi sul soffitto. Sorrise leggermente, certo che si sarebbe divertito molto se ad interrogarlo fosse stata una determinata persona... chissà, magari le sue preghiere sarebbero state esaudite. 
 

                                                                                   *


Aprì la porta della sua camera sbadigliando, decisamente sollevato che fosse sabato: aveva decisamente bisogno di rilassarsi un po’ e prendersela comoda... alzarsi senza dover fare tutto di corsa era stata una specie di benedizione, quella mattina. 

Adrianus si chiuse la porta alle spalle e fece per avviarsi lungo il corridoio del Dormitorio maschile per raggiungere la Sala da Pranzo... ma la fame lasciò il posto ad un gigantesco buco nello stomaco di fronte a ciò che vide:

 probabilmente tutti i ragazzi della Cimmeria, ormai anche quelli del primo anno, erano abbastanza abituati a vedere una ragazza uscire dalla porta di Sebastian Ryle, specialmente nel weekend... e in genere Adrianus tirava dritto senza farci troppo caso, non avendo alcuna voglia di ficcare il naso negli affari di quell’idiota.

Ma non quella mattina. 
No, perché conosceva molto bene la ragazza bassina e mingherlina che era appena uscita dalla camera di Sebastian... e per un attimo rimase immobile, quasi pregando di essere nel pieno di un’allucinazione.

Si, perché quella non poteva essere Francisca Lothbrock.
No, non poteva e non doveva. 

“Frankie?” 

La vide bloccarsi di colpo e guardarlo quasi con orrore prima di diventare viola, mentre lui al contrario era probabilmente sbiancato di colpo: doveva essere un incubo per forza.

“Steb? Emh... ciao!” 

“Che ci facevi in camera di Ryle? Anzi, no, no non lo voglio sapere. Anzi si, dimmelo!” 

“V-veramente devo andare... ci vediamo in giro, ciao!” 

Franscica se la diede a gambe alla velocità della luce, e per un attimo il ragazzo si chiese come potesse muoversi così rapidamente... ma smise di pensarci in fretta, ribollendo leggermente e ritrovandosi all’improvviso combattuto, tra il piazzarsi davanti alla porta di Sebastian per strangolarlo o il correrle dietro.

Alla fine, benché avesse molta voglia di fare la prima cosa, optò per la seconda.


                                                                                    *

Si versò il caffè nella tazza senza smettere di sorridere: quel sabato mattina gli stava piacendo particolarmente, forse perché nel pomeriggio avrebbe dovuto interrogare Isabelle... e chissà perché, non vedeva l'ora di potersi divertire un po'.

La sua faccia sorridete stava attirando diversi sguardi curiosi, ma ovviamente Jude continuava a starsene seduto in un angolo, senza avere intenzione di dare spiegazioni a nessuno.
In effetti era abbastanza certo che Isabelle lo stesse guardando male dall’altra parte della Sala, forse perché aveva intuito il motivo della sua felicità e lei al contrario era decisamente poco allegra. 

Il flusso di pensieri e di sorrisi dell’ex Serpeverde venne però interrotto da qualcuno che, dopo aver scostato rumorosamente la sedia vuota accanto a lui, prese posto al suo tavolo con un’espressione cupa, quasi arrabbiata, dipinta in volto.

“Buongiorno anche a te. Come mai così di cattivo umore?” 

“Preferisco non dirlo ad alta voce, potrei rimettere la colazione ancor prima di mangiare.” 

“Dovresti conoscermi meglio degli altri Adrianus visto che eravamo in classe insieme anche ad Hogwarts... così sono solo più curioso. Che è successo?” 

Jude inarcò un sopracciglio, improvvisamente ancora più di buon umore e molto curioso: per completare il quadretto gli mancava solo qualche divertente, nuova storiella da aggiungere al suo repertorio.

Steb sbuffò, prendendo la forchetta e infilzando un pezzo di bacon... lo guardò come se ci stesse immaginando una faccia al suo posto, mentre borbottava qualcosa di appena comprensibile alle orecchie di Jude:

“Frankie? Ryle? Adrianus, smettila di parlare in ostrogoto!” 

“Ma non sei tu quello che parla settecento lingue? Non mi va di ripeterlo... ho visto... lei uscire dalla SUA camera poco fa, prima di scendere. JUDE, MA CHE CAVOLO SCRIVI?” 

“Mh? Ah no niente, non fare caso a me... continua pure, ti ascolto.” 

Adrianus roteò gli occhi, lanciando un’occhiata esasperata al ragazzo che, non si sapeva come, aveva tirato fuori penna e il suo quaderno nero e ci stava scarabocchiando qualcosa sopra.

“Non c'è altro. Lei se l’è filata, ma esigo di sapere cosa sta succedendo.” 

“Perdonami, forse non vuoi che sia io a dirtelo... ma non so quanto sia difficile da capire, come situazione.” 

“ZITTO. Non ci voglio pensare.” 

Jude si trattene dal ridere, guardandolo quasi con lieve compassione: povero Steb... non gli poteva dire che magari si erano visti per l’interrogatorio, anche se ovviamente lui non sapeva se erano stati messi insieme da Oldman e Jefferson... però poteva perfettamente essere una spiegazione, anche se Adrianus non lo poteva immaginare.

“Si, beh... chiediamolo a lei. Ehi, Francisca!” 

“EH? Taci, deficiente!” 

Adrianus cercò di zittirlo ma senza grandi risultati, lasciando che attirasse l'attenzione della ragazza che stava trotterellando davanti al loro tavolo proprio in quel momento, facendo per uscire dalla Sala senza aver mangiato. In un altro momento Steb l'avrebbe rimproverata, le avrebbe detto che nel giro di una settimana la divisa aveva iniziato a starle larga... ma non lo fece, desiderando solo di sprofondare o che un fulmine colpisse seduta stante Jude Verräter:

“Ciao Frankie... sai, e io Steb qui ci chiedevamo se per caso vai a letto con Ryle...” 

 “MA TU IL TATTO NON LO CONOSCI, VERO?” 

“Scusa Steb, non ci so fare con i giri di parole in certi casi...”.  Jude sfoggiò un sorrisino innocente di fronte allo sguardo assassino di Adrianus, mentre davanti a loro Frankie diventata bordeaux per la seconda volta nel giro di venti minuti: ecco, le mancava solo quella.

E come sempre in quelle situazioni, oltre ad arrossire iniziò anche a balbettare:

“C-che? Io e... cosa? Ma quando? Ma come... come vi viene in mente? Steb, pensi davvero che io sia così? Vergognatevi... PORCI!” 

Riuscì a dire con chiarezza e voce ferma solo l'ultima parola prima di girare sui tacchi e uscire dalla Sala a passo di marcia, con Adrianus alle sue spalle che prima sbuffò e poi si alzò per seguirla:

“Ma Frankie, aspetta! Io mi preoccupo per te! Jude, dopo facciamo i conti!” 

Jude però sorrise, limitandosi a salutare il ragazzo con un cenno della mano e un ghigno beffardo stampato in faccia. 
Già, la Cimmeria a volte era proprio divertente. 


                                                                         *


“Non vorrei metterti ansia, perché non so quanto la cosa sia positiva... ma Verräter sta sghignazzando allegramente e lancia occhiate verso di noi. In genere non è una cosa che porta bene.” 

“Rilassati Al, lo sai che si diverte da morire nel ficcanasare... probabilmente ha solo visto Francisca uscire dalla mia camera stamattina, niente di cui preoccuparti.” 

Il tono di Sebastian era calmo e rilassato, come se stesse informando l'amico del tempo, ma Alastair si voltò comunque verso di lui, guardando il ragazzo con gli occhi sgranati:

“Cosa? Francisca?” 

“Non farti strane idee Al... Non c'è niente tra me e Frankie Lothbrock, anche se è indubbiamente carina.” 

Alastair rivolse all'amico un’occhiata dubbiosa ma poi annuì, capendo che si stava riferendo agli interrogatori. Lui avrebbe dovuto interrogare Jude, ma doveva ancora dirlo al compagno... non ne era particolarmente felice in effetti: non gli era mai stato molto simpatico, anche se da una parte l'idea di saperne di più di lui non gli dispiaceva. Era sempre stato piuttosto riservato ed enigmatico, nemmeno Adrianus sembrava sapere molto di lui... E il motivo per cui si era trasferito alla Cimmeria un paio d'anni prima non era ancora del tutto chiaro a nessuno, nemmeno a Steb. 

Quanto a chi dovesse interrogarlo, era stato assegnato a Phebe.

“Si, Francisca è carina, ma... io ne starei fuori, Bas.” 

“Perché? Non mi risulta che stia con qualcuno.” 

“Non fraintendere, non sono informato sulla sua vita privata, non siamo amici... ma Steb è amico di entrambi, e anche se non credo che sia impegnata forse in un certo senso lo è comunque, non so se mi spiego.” 

Sebastian guardò l'amico con aria accigliata per un attimo prima di sfoggiare un gran sorriso, molto divertito e che non prometteva nulla di buono:

“Aspetta un po’... mi stai dicendo che a Stebbins piace Francisca?” 

“Sono più propenso a credere il contrario, anche se potrebbe anche essere come dici tu... sono molto legati.” 

“Anche tu ed Isabelle. Ma non vuol dire che tra voi ci sia qualcosa... no?” 

Sebastian inarcò un sopracciglio, guardando il ragazzo seduto accanto a lui con espressione dubbiosa mentre pronunciava l'ultima parola. 
Alastair invece sollevò gli occhi di scatto dal suo piatto, guardandolo come se si fosse messo a bere già di prima mattina:

“Che? Cosa? Io e Belle? No! Insomma, è come una sorella per me. Le voglio molto bene, ma non... non mi piace in quel senso.” 

“Non scaldarti tanto Shafiq, era solo per fare un esempio. Comunque, io non sono sicuro che a Francisca piaccia Adrianus. E se così fosse, allora peggio per lei. Non so perché, ma Stebbins non mi sopporta da quando è arrivato qui! Eppure non gli ho mai fatto niente di male...” 

“Non ci metterei la mano sul fuoco Bas, ma credo che ad infastidirlo sia più che altro il tuo... atteggiamento generale.” 

Sebastian stava per chiedergli di spiegarsi meglio ma non ne ebbe il tempo, perché una voce familiare giunse alle sue spalle, attirando immediatamente l'attenzione sia sua che di Alastair:

“Beh, non è l'unico. Buongiorno.” 

“Ciao.”  Alastair sorrise ad Isabelle, che gli si avvicinò per dirgli qualcosa a bassa voce:

“Ti dispiace lasciarci solo per un attimo? Devo parlare con Ryle.” 

“Certo. Bas, metti le tue moine da parte e non importunarla.” Alastair scoccò all’amico un'occhiata carica di avvertimento mentre si alzava. Isabelle sorrise, mormorando che sapeva benissimo tenerlo a bada prima di dare un bacio sulla guancia dell'amico. 

Quando Alastair si fu allontanato uscendo dalla Sala Isabelle sedette sulla sua sedia vuota, puntando gli occhi verdi e perfettamente seri sul ragazzo che le stava di fronte, che invece sfoggiò come suo solito un sorriso:

“Ciao Van Acker. Dimmi, di che cosa vuoi parlarmi? Non sprecare fiato, se devi dirmi che mi adori.” 

“No Sebastian, non pensavo a niente del genere. Volevo solo dirti che mi hanno assegnata a te, questa storia degli interrogatori si sta rivelando molto ironica nei miei confronti. Comunque, appena puoi fammi sapere per favore, non vorrei tirare questa storia troppo per le lunghe... non appena avrai finito di intrattenere qualche ragazza, s’intende.” 

“S’intende. Ma dimmi, perché parli di ironia? Chi ti dovrà interrogare?” 

“Non posso dirlo, lo sai bene. Ti basti sapere che non so quanto sarà piacevole... ci vediamo in giro.” 

Isabelle si alzò, allontanandosi senza quasi dargli il tempo di dire qualcosa. Lo sapeva, non potevano dire niente in giro sugli interrogatori... ma era curioso, Isabelle non stava certo parlando di Alastair, Phoebe o sua cugina Faye se aveva usato quelle parole. 

Sebastian si alzò a sua volta, raccogliendo la borsa per imitare la compagna... ma se qualcuno l'avesse osservato bene, forse avrebbe scorto un lieve sorriso sul suo volto.


                                                                                   *


“Hai intenzione di fare l'arrabbiata per sempre?” 

“Si.” 

“Davvero? Per sempre? È tanto tempo... non ci riuscirai.” 

Adrianus sorrise, osservando Franscica con aria divertita mentre invece la ragazza sbuffava, chiudendo il libro di Storia per lanciargli un’occhiata torva:

“Come hai potuto pensare che io... con Ryle! Per chi diamine mi hai presa? So che tipo è Adrianus, non sono stupida anche se forse a volte sempre un po’ ingenua!” 

“Lo so che non sei stupida... ma cosa avrei dovuto pensare? Insomma, sei uscita dalla sua stanza alle 9 nel mattino! E sembravi strana.” 

“Penso che a volte le persone giudichino il prossimo “strano” con troppa facilità.” 

Frankie strinse la presa intorno alle sue gambe, appoggiando il mento sulle ginocchia con una nota piuttosto cupa negli occhi. Ad Adrianus ci volle un attimo per capire a cosa si stesse riferendo prima di annuire, sospirando:

“Scusa. Non volevo, ovviamente. Lei non era strana, lo sai tu e lo so io. Mi dispiace solo che non abbia potuto dimostrarlo a tutti.” 

"Anche a me.”

Frankie sfoggiò un sorriso tetro che lo spinse ad abbracciarla, mentre lei mormorava qualcosa a mezza voce:

“Grazie Steb. Sono ancora mortalmente offesa da quello che mi hai detto stamani, ma grazie. Mi spieghi perché spettegoli di me con Jude Verräter, comunque?” 

“Io non spettegolo, è lui che è curioso! Mi ha visto arrivare a colazione con una faccia strana e mi ha chiesto di raccontargli, tutto qua.” 

Francisca si scostò leggermente dal ragazzo per poterlo guardare in faccia, sorridendo leggermente per la prima volta dopo giorni:

“Perché avevi una “faccia strana”?” 

“Scherzi? Ero mezzo traumatizzato! Mi giuri che non c'è niente tra di voi?” 

“Assolutamente. È un bel ragazzo ovviamente, ma non mi piace. Ma perché eri traumatizzato?” 

“Beh perché...” 

Adrianus si interruppe, sfoggiando improvvisamente un’espressione confusa: già. Perché quando aveva visto Frankie uscire da quella porta aveva improvvisamente sentito il pavimento svanirgli sotto i piedi?

“Perché... insomma, lo sanno tutti che fama ha, no? E tu sei poco lucida ora, non vorrei vederti soffrire ulteriormente cedendo alle moine di quel deficiente.” 

“Non è che sei geloso, vero Steb?” 

“Geloso? No! Insomma... no. È solo che non sopporto Ryle, tutto qua.” 

“D'accordo. Quindi se dovessi avere una relazione con chiunque altro non batteresti ciglio.” 

“No, non batterei ciglio.”  

Bugiardo, ti viene da vomitare solo all'idea. 

Adrianus però rimase impassibile, cercando di essere credibile mentre Frankie lo osservava prima di annuire con un lieve cenno del capo, scivolando giù dal suo giaciglio sulla finestra.

“Perfetto. Ora scusa, ma devo andare.” 


“A fare cosa? Frankie!” 

Provò a seguirla, ma quando svoltò l’angolo non c'era traccia di Francisca. Sparita nel nulla. 
Adrianus sbuffò, chiedendosi dove accidenti si fosse cacciata... e sopratutto se aveva usato le parole giuste parlando con lei.


                                                                           *


“Ti vedo allegro. Nuova conquista? Ho sentito qualcosa su Francisca.” 

“In questa scuola non c'è mai niente di riservato? L'ho già detto ad Alastair, non c'è niente tra me e lei.” 

Faye sorrise leggermente, guardando il cugino con aria divertita. Sebastian era stravaccato sul suo letto, gli occhi fissi su una rivista... ma Faye sapeva che non realtà la stava ascoltando, lo conosceva meglio di chiunque. 

 
“Capisco... beh, ti credo, non smentisci mai le tue avventure, quindi non vedo perché dovresti farlo ora.” 

“Meno male che ci sei cuginetta, almeno qualcuno che mi capisce. Hai già interrogato qualcuno? Non fare nomi, so che non si può... voglio solo saperlo.” 

“No, ma ho già subito il mio. Tu invece?” 

“Contrario... io ho interrogato la mia “vittima” stamani.” 

Sebastiano rivolse un'occhiata eloquente alla cugina, che annuì nel capire il riferimento a Frankie. 
La ragazza inclinò leggermente il capo, osservando il cugino con aria quasi divertita:

“Bas?” 

“Mh?” 

“Sbaglio o sei allegro?” 

“Non sono allegro... sono rilassato, è diverso. Perché continui a chiedermelo?” 

Sebastian sbuffò, sforzandosi di lanciare un'occhiata scocciata alla cugina che rise leggermente mentre si alzava per avvicinarsi alla finestra. 
Eppure, le parole di Faye ebbero comunque effetto sul ragazzo, che si chiese se per caso non avesse ragione e non fosse allegro sul serio... infondo lo sapeva, ma continuava a scuotere il capo e voltarsi dall'altra parte. 

Faye invece spostò la sua attenzione sul parco della Cimmeria, puntando gli occhi su una figura che camminava a passo svelto sull'erba... Non era del tutto sicura vista la distanza, me credette di vedere una sua compagna di corso nonché amica: Isabelle Aan Acker. 

Per un qualche strano motivo, la ragazza passava molto tempo all'aperto ultimamente... e con il freddo che faceva, chissà cosa la spingeva a farlo. 


Aveva provato a parlare dei suoi dubbi con il cugino, una delle poche persone con cui si confidasse davvero, ma Sebastian aveva sempre sbuffato e si era voltato dall'altra parte, comportandosi come se non gli importasse. 

Ma Faye Cassel era curiosa, e Isabelle era sua amica... e dopo ben tre morti nel giro di un mese, ormai aveva iniziato a prendere sul serio qualunque cosa.


                                                                                    *


Jude si chiuse lentamente la pesante porta alle spalle, cercando di attutire il tonfo che spesso e volentieri produceva.
Il ragazzo si guardò intorno, chiedendosi se lei era già arrivata... E un lieve sorriso gli increspò il volto nel scorgere una figura seduta su una panca in terza fila.

“Non ti facevo così freddolosa.” 

Jude sorrise leggermente mentre si avvicinava alla ragazza, con la sua voce che echeggiò per tutta la Cappella... e Isabelle alzò lo sguardo su di lui solo quando se lo trovò davanti, scoccandogli un’occhiata torva:

“Beh, fa freddo! Tu piuttosto, come fai ad essere vestito così?” 

Jude si strinse nelle spalle mentre prendeva posto accanto a lei, in netto contrasto per l'abbigliamento rispetto alla compagna: lui si era semplicemente infilato la giacca, mentre lei se ne stava rannicchiata sulla panca con sciarpa a coprirle metà volto e anche i guanti. 


“... sembri una talebana conciata così.” 

“Fai il serio! Dai, cominciamo... prima la finiamo e meglio è.”    Isabelle sbuffò, cercando di mostrarsi scocciata anche se in realtà si stava trattenendo dal prendere e scappare a gambe levate, lontano da lui, dalla sua lingua biforcuta, dalla sua curiosità insistente e dal suo sguardo attento e penetrante. 

La ragazza seppellì il viso nella sciarpa grigia mentre Jude si rigirava i fogli tra le mani con una nonchalance quasi snervante... e Isabelle era certa che lui si stesse divertendo da morire, mentre lei sentiva di essere sul punto di vomitare tanta era l’ansia che provava. 
Ovviamente però non poteva farlo vedere, altrimenti Jude non l'avrebbe più lasciata respirare. Bastava un passo falso e tutto sarebbe andato a rotoli.

“D’accordo Isabelle... che rapporto avevi con Jackson Wilkes?” 

“Questa domanda non è sulla lista.” 

“Vero. Ma posso chiederti qualcosa di extra.” 

“Nessuno l'ha accordato.” 

“Giusto, ma nessuno NON l'ha fatto... ergo, ripeto: che rapporto avevi con Jackson Wilkes?” 

Isabelle sospirò di fronte al sorrisetto di Jude, esitando per un attimo prima di parlare:

“Eravamo amici, lo sai già. Sia io che lui eravamo qui dal primo anno, ci conoscevamo da tempo... a volte gli dicevo che era solo un idiota, ma gli volevo bene.” 

“E che mi dici di Alexandrine Darwin?” 

“Lei è arrivata al terzo anno, se non ricordo male... non sono mai stata una fan di quelli che la prendevano in giro e la trattavano male, ma non siamo neanche mai state grandi amiche. Però era in gamba, alla NS se l’è cavata molto bene.” 

Un lieve sorriso inclinò le labbra di Isabelle, che improvvisamente ripensò ai ganci ormai vuoti... ganci dove nessuno avrebbe più appeso niente, quelli di Jax e Alexa.


“Dov’eri ad Halloween?” 

“Studiavo, se non ricordo male... e prima di andare a cena sono andata a cercare Alastair.” 

“Perché sei andata proprio lì sotto, dove ci alleniamo? È una domanda che mi sono fatto molte volte Isabelle.” 

Perché ho trovato un biglietto sulla mia scrivania, che in pratica mi suggeriva che qualcuno era appena morto. Dimmi, tu saresti andato a mangiare come se niente fosse? 

Ovviamente non poteva rispondere così... Ma Isabelle aveva passato ore a fare discorsi articolati davanti allo specchio, nei due giorni precedenti. 
Perché non poteva sbagliare, non poteva dire niente di troppo.

Stava mentendo a tutti, lo sapeva. Lei sapeva tutto, eppure non diceva nulla. 
Ma se avesse parlato, ci sarebbe stata una quarta e forse anche una quinta vittima alla Cimmeria prima di Natale. 

Rimase impassibile, rispondendo con un tono di voce neutrale e una lieve scrollata di spalle:

“Volevo stare un po’ con lui, così sono andata a cercarlo. L'avevo incrociato un paio d'ore prima, e mi aveva detto di star cercando Jackson... io gli dissi che era sceso ad allenarsi. Quindi sapevo che probabilmente sarebbe andato da lui, pensavo che l'avrei trovato lì. E così è stato, no?” 

“Già. Però il tuo tempismo è stato ironico, no? Sei arrivata subito dopo di Alastair sulla “scena del crimine”.” 

“È stato un bene, non hai idea di come... di in che stato fosse.” 

Isabelle contrasse leggermente la mascella, abbassando lo sguardo. Provò una strana sensazione di vuoto, quasi di senso di colpa nel ricordare a come avesse trovato Alastair... 
Continuava a pensare a quanto dovesse aver sofferto, e le dispiaceva immensamente. 
Da una parte si sentiva quasi responsabile, ma dall’altra si diceva di non poter uscire da quella situazione, anche se avrebbe voluto. 

Jude osservò la compagna con cipiglio scettico prima di abbassare lo sguardo sul foglio, parlando a mezza voce:

“È quasi come se tu sapessi.” 

“Ancora? Stai insinuando di nuovo che ho ucciso io Jax?” 

“No, non l'hai ucciso tu. Non uccideresti mai nessuno. Ma credo che tu sappia più di noi Isabelle... sai, ho letto Il Principe. E ho capito che la frase che hanno trovato sul braccio di Jackson è di Machiavelli... è per questo che hai scelto quel libro?”

“Si.” 

“Perché?” 

“Non lo so neanche io. Mi sembrava quasi giusto così. Anche se, qualunque sia stato il fine, è stato un mezzo inutile e crudele... È il motto della scuola oltre che una frase di Machiavelli Jude, ma abbiamo potuto constatare che non sempre può essere applicata alla realtà.” 

“Secondo te perché l'hanno scritta sul suo braccio?” 

“Prenderci in giro, forse. Magari per portarci a credere che sia stato qualcuno di interno alla scuola...” 

“Io credo che il punto sia proprio questo. Non credo minimamente che Etienne Lacroix abbia ucciso Jax... è tutta una scusa che il Preside ha afferrato al balzo per salvare la scuola dalla paura, dallo scandalo e dal terrore.” 

“Perché ne sei così sicuro? Non lo conoscevi, sappiamo che è stato espulso da Beauxbatons ma nessuno sa bene il perché.” 

“Io credo che tu lo sappia Isabelle... non può essere stato lui. Perché come hai fatto notare tu, la frase che è stata incisa sul braccio di Jackson Wilkes non è stata scelta a caso, è il motto della scuola. E Etienne era appena arrivato... davvero possiamo credere che ci sarebbe arrivato? Che lo sapesse? E poi non aveva il movente per fare quello che ha fatto. 
Ma stiamo divagando... dimmi Isabelle, avresti potuto avere un motivo per uccidere Jackson, Etienne o Alexandrine?” 

“Assolutamente no.” 

“Neanche qualcosa a che vedere con il tuo comportamento mutato rispetto all'anno scorso?” 

“Le persone cambiano Jude. Non posso essere ritenuta una criminale solo perché mi trovate diversa.” 

“E allora dimmi una cosa... credo che sarà la mia domanda più difficile.”

Grandioso. Ora mi chiede qualcosa che mi manderà in crisi

“Dimmi perché eviti Alastair Shafiq, il tuo migliore amico con il quale prima stavi sempre, Visto che “va tutto bene” e “non sono diversa”.” 


 Isabelle esitò, osservandolo per un istante mentre i pensieri nella sua testa svanivano di colpo, lasciando il posto al vuoto più totale.
Quella si che era una domanda difficile.

“Non... non c'entra con tutta questa storia. Non sono affari tuoi.” 

“Secondo me invece in qualche modo c'entra. Ti senti per caso in colpa per qualcosa Isabelle? Gli hai fatto qualcosa alle spalle?” 

“No.” 

Isabelle si alzò e lo superò a passo svelto, mentre lui la seguiva con lo sguardo quasi con aria annoiata:

“Non abbiamo finito, Isabelle.” 

“Si invece. Io non ho fatto niente di male. Non capisco perché ti accanisci così.” 

“Perché mi diverte. E la tua reazione mi spinge solo ad essere più curioso... e abbiamo finito solo quando lo decido io, non dimenticarlo.” 


Isabelle non replicò, uscendo dalla Cappella e immergendosi di nuovo nel freddo. 
Sospirò prima di incamminarsi quasi di corsa verso la Cimmeria... non faceva altro che scappare, ne era consapevole.
Ma non vedeva molte altre via d'uscita, anche se forse infondo era solo una perfetta codarda. 


                                                                               *


“Dovresti pensare ad altro.” 

“Lo so. Ma non ci riesco. Continuo a pensare a quello che hanno detto... non è stato lui. Lo so.” 

“Non ci credo nemmeno io Mat... è vero, ha sbagliato in passato, ma non era cattivo. E poi tu hai detto che era sempre lo stesso, no?” 

Mathieu annuì con un debole cenno del capo alle parole di Camila, che gli rivolse un lieve sorriso mentre il francese continuava a ritornare indietro, a quel pomeriggio in Biblioteca. 

Possibile che Etienne avesse cercato di fargli capire qualcosa? O si era semplicemente preoccupato senza nessun motivo nascosto? 

Non sapeva cosa pensare.


“Si. Ma l'ultimo giorno era preoccupato. Aveva paura che potessero accusarlo di aver ucciso Jackson, ironico, no?” 

“L'hai detto a qualcuno? Di questa conversazione che avete avuto, intendo?” 

Adrianus, seduto di fronte a lui ad un tavolo in Biblioteca, lo guardò con aria leggermente accigliata: ovviamente alla fine non stavano studiando un bel niente, parlando deliberatamente di tutt’altro.

“No. Perché se lo dicessi, confermerei questa stupida, folle idea. Si sono solo aggrappati alla prima soluzione facile.”

Mathieu contrasse leggermente la mascella con rabbia, certo che Etienne non potesse aver ammesso di aver ucciso qualcuno... forse il vero colpevole l'aveva solo costretto.

“Probabile. Ma non possiamo provarlo, immagino... si sentono al sicuro, ormai. Ma non è giusto accantonare così questa storia, nei confronti di chi non c'è più ma nemmeno nei vostri. Tu stai da schifo, e Francisca non è presa molto meglio.” 

“Tante grazie!” 

“Con affetto, s’intende.” 

Mathieu sbuffò, provando a fare l’offeso ma finendo con cedere di fronte al sorriso di Camila, che gli fece roteare leggermente gli occhi mentre anche Adrianus annuiva con aria sconsolata:

“È un brutto periodo per tutti... c'è chi sta male ma non lo da a vedere. Alastair si diverte e fingere che sia tutto normale, ma infondo sappiamo che soffre anche lui... e Frankie non è più la stessa.” 

“Sono sicura che starete tutti meglio presto! Ma non posso più vedere tutti questi musi lunghissimi... Mat, sorridi un pochino o ti faccio il solletico di nuovo!” 

“Non ci provare, ci siamo già beccati una super strigliata l'altro giorno!” 


Mathieu sbuffò mentre Camila ridacchiava, anche se la sua mente era molto distante... continuava a pensare ad Etienne, all’interesse che aveva sempre dimostrato per la Night School, morendo dalla voglia di saperne qualcosa.

Aveva iniziato a chiedersi se loro non centrassero qualcosa... forse Etienne aveva ficcato il naso dove non avrebbe dovuto addentrarsi? 

Il problema però era uno: non aveva idea di chi fidarsi, per quel che ne sapeva lui chiunque avrebbe potuto far parte della Night School.

L'unica cosa che sapeva era che qualcuno, da qualche parte, stava ridendo alle loro spalle... forse le due per prime, perché non avrebbe mai creduto che Etienne potesse davvero aver ucciso due persone. Non ne aveva il motivo... purtroppo però il suo passato non giocava a suo favore: lo avrebbero usato contro di lui, Mathieu ne era certo.


                                                                         *                                     


Si chiuse la porta alle spalle prima di trascinarsi alla scrivania, lasciandosi cadere sulla sedia quasi pesantemente. 
Si massaggiò leggermente le labbra con un dito, sollevata di non dover più sorridere. 

Era davvero faticoso... non aveva mai dovuto sforzarsi prima d'ora, ma forse quel momento prima o poi arrivava per tutti. 
Eppure, sentiva di stare meglio. Sentiva di pensarci meno. 

Spostò gli occhi sulla fotografia che teneva sulla scrivania, osservando lei e Alexa ridere insieme. 
Contorse la mascella mentre sospirava, chinando il capo e prendendosi la testa tra le mani.

C'era un biglietto con lo stemma della Cimmeria davanti a lei, ma non le importava di leggerlo.
Non le importava della Night School o degli incontri, non in quel momento.

“Scusa.” 

Ci stai pensando troppo poco. Dovresti stare più male, non inscenare teatrini con Sebastian Ryle o Steb! 

Lo so, lo so

“Mi dispiace.” 

Le lacrime iniziarono a scendere, di nuovo. 
Perché si sentiva in colpa, stava troppo poco male.

Smettila di pensare alle cretinate, o a Steb! 
Dovresti stare male.

Lo so

Avrebbe dovuto essere più triste, probabilmente. 

“Hai visto Alexa, parlo da sola... forse non eri tu quella strana, alla fine.” 

Una lieve risatina nervosa, molto diversa da quella che le usciva di solito, riempi la stanza... e Frankie prese il biglietto per strapparlo a metà, guardandolo con orrore ricongiunsi da solo poco dopo.

Scherziamo? 
Non ho tempo per pensare a voi... devo pensare a lei, non è giusto non stare male.

Alexandrine era morta, dopotutto. 
Non poteva prendersi il lusso di non soffrire quando lei non c'era più per provare qualsiasi emozione.


                                                                             *


“È questo che vuoi, vero? Vuoi che non ci fidiamo più di chi ci circonda.” 

“La sfiducia sta alla base del crollo, della rovina di ogni società... porta agli scontri, all’odio, talvolta alla vendetta. Guardati intorno mia cara, la Cimmeria che conosci potrebbe cambiare presto.” 

Sfoggiò una smorfia, scostando rapidamente il capo dalla sua mano, che le aveva stretto per un attimo il mento con due dita. 

“Non toccarmi.” 

Si trattenne dal colpirlo quando sentì la sua risata, roca e beffarda. Come se la trovasse divertente. 

“Come siamo suscettibili... l'interrogatorio è andato male?” 

“No, ma neanche troppo bene. Jude Verräter è testardo. E curioso.” 

“Senza dubbio sta iniziando a capire che c'è qualcosa sotto, e che tu sei coinvolta. Presto comincerai a vedere il cambiamento, Isabelle... nessuno si fiderà più di nessuno, di questo passo. E la colpa è tua.” 

“Nessuno si fiderà più di nessuno... a cominciare da me, immagino. Sono il tuo capro espiatorio, dopotutto.” 

“Beh, ora è il momento della tua mossa, Isabelle... ma il tempo passa. Tic, tac, tic, tac... sai cosa succede quando tocca a me. Perciò sbrigati, o la situazione peggiorerà.” 



Isabelle puntò gli occhi sul cielo completamente oscurato, sul bosco buio e sul lago che si estendeva davanti a lei, ormai difficile da scorgere vista la scarsa luce.
Quando si voltò di nuovo realizzò di essere sola... e come ogni volta sentì il macigno sollevarlesi dallo stomaco, almeno fino alla visita successiva. 

Faceva freddo, sí, ma Isabelle restò comunque appoggiata alla finestra aperta, lasciando che l'aria entrasse nella sua stanza. 

La strada che stava percorrendo probabilmente l'avrebbe portata ad allontanare molte persone... forse alla fine davvero avrebbero tutti sospettato seriamente di lei.

Come poteva cercare di limitare i danni? 

Chiuse gli occhi, sospirando mentre cercava di capire cosa fare, come comportarsi... avrebbe voluto avere un consiglio da qualcuno, ma purtroppo doveva cavarsela da sola.

Quando riaprì gli occhi Isabelle li puntò sulle finestre del Dormitorio maschile, mentre un pensiero si faceva strada velocemente nella sua testa: forse doveva lei per prima iniziare a fidarsi di chi non si era mai fidata, per limitare i danni di quella storia.














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Angolo Autrice:

Buonasera! Eccomi di ritorno con una specie di papiro... spero che vi sia piaciuto e che non sia stato troppo pesante da leggere.
Ho diviso il capitolo un po’ in due, perché sarebbe stato troppo lungo altrimenti... nella 
prossima parte approfondirò personaggi che qui sono stati meno presenti. 

Anche questa volta, ho una domanda per voi: 

il vostro OC come se la caverebbe con le armi Babbane? (Phebe tu sei esonerata dal rispondermi, circa me l'hai già detto nella scheda XD) 
In più... se avete richieste per le coppie ditemi pure, visto che siamo a circa dieci capitoli mi metto in moto anche su questo aspetto... esclusi Steb e Frankie, ovviamente! 

Spero di aggiornare preso, buonanotte! 

Signorina Granger 

   
 
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