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Autore: hawkingbirdx    26/01/2017    0 recensioni
Chloe Greene è leader di un campo di sopravvissuti all'apocalisse. Ci troviamo in Georgia, ad alcuni chilometri da Atlanta, più precisamente ai piedi di un bosco. La locazione del Campo della Speranza, così chiamato dai bambini, è all'interno di un ex campo d'addestramento militare. Ma si sa, quello della Greene non è l'unico gruppo sopravvissuto, e con un caratteraccio come il suo è facile farsi dei nemici... — — — personaggi inventati ma ispirati alla serie tv The Walking Dead.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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chapter two ; ;


Se vi era qualcuno capace di calmare l’irritabile e scorbutica Chloe Greene, anche solo per qualche minuto, questa era proprio sua figlia Lizbeth. Medico dalle doti considerevoli, era una delle migliori nel suo campo nonostante la cecità e la giovane età. Ella sembrava aver ormai preso così tanta dimestichezza con il corpo umano e con i propri sensi rimanenti che ricucire una ferita o fermare un emorragia era facile come bere un bicchier d’acqua. Ormai erano trascorsi due anni dall’incidente e sia madre che figlia sembravano aver fatto pace con sé stesse ed essersi lasciate alle spalle i sensi di colpa. Lizbeth non si crucciava più di tanto, preferendo pensare al presente e ai suoi pazienti piuttosto che al passato mentre Chloe aveva imparato a trattare sua figlia come faceva prima, come se la sua cecità non la indisponesse in nessun modo.
Seppur la parentela fra le due fosse diretta, Lizbeth era esattamente l’opposto della madre. Dolce, gentile, amorevole, paziente, erano in molti a domandarsi da chi avesse preso la giovane fanciulla, vista anche la natura alquanto discutibile del padre.
Chloe amava stare con sua figlia, poteva mettere in mostra la parte più bella di sé senza temere d’essere giudicata. Si lasciava alle spalle per qualche istante le pressanti responsabilità dell’essere leader e la devastazione che aveva portato con sé il virus per spendere del tempo prezioso con la persona più importante che le era rimasta. Dal canto suo, Lizbeth apprezzava l’impegno della madre e la passione che metteva per far sopravvivere la propria gente, e, quelle poche volte che si concedeva una pausa, la faceva rilassare quanto più possibile.
 
« Sarai pur sempre mia madre » riprese qualche istante dopo Lizbeth, aggrottando le sopracciglia ed indicando l’entrata dell’infermeria. « Ma sai bene che nessuno verrà ad aggredirmi nel bel mezzo del campo, per cui puoi smetterla di mandare Dean a controllarmi due volte al giorno. »
« Come fai a sapere che si tratta di Dean? »
« Riconosco il suo passo pesante e la tosse dovuta al troppo fumo. »
« Mh-mh. Dovrei fare a meno quando quel Carter trova sempre un motivo per rimanere qui da solo con te? Vedo come ti guarda, e non mi piace affatto. » Chloe scosse il capo contrariata prima che Sierra fece letteralmente irruzione nell’infermeria.
Aveva il fiatone e delle grosse chiazze rosse sulle guance dalla fatica. Entrambe le Greene si voltarono di scatto, ed il sorriso sulle labbra di Chloe scomparve in pochi istanti alla vista del volto disperato della ragazza. La leader scattò sull’attenti, raggiungendo a grandi passi la ragazzina.
 
« Sierra, che cosa c’è? »
« Kane— Kane è tornato. Ha… Queenie è ferita. E’ stato— è stato lui. »
« Mamma, no! »
 
La voce implorante di Lizbeth venne soffocata poco dopo dalle urla di Queenie, che si contorceva fra le braccia di Kane come un verme appena infilzato. Le mani dell’altro erano lorde di sangue, la fronte imperlata di sudore e sporcizia.  Stavano venendo verso l’infermeria.
 
« Lizbeth, prenditi cura di loro. Sierra, vai a chiamare Harriet, Jane e Jean. Il suo giro alle giostre finisce ora. »
 
Il passo imperioso di Chloe, il volto sfigurato da un’espressione iraconda servirono ad attirare l’attenzione di Neela e Jake, i quali, udendo le urla di Queenie, erano accorsi.
In pochi istanti, i più fidati di Chloe si raggrupparono attorno a lei.
Neela, Jake, Terry, Charles, Oscar e Kara. I suoi sei soldati migliori, non v’erano uomini (e donne) più affidabili all’interno del campo.
 
« Al quartier generale. » abbaiò Chloe, e nessuno dei sei osò ribattere. Allontanandosi dall’infermeria, il piccolo gruppo raggiunse il secondo edificio, decisamente più grande, che torreggiava nel campo.
La Sala delle Conferenze era abbastanza spaziosa da ospitare quaranta persone. Al centro v’era un tavolo ovale, su cui si trovava ancora il fucile di Chloe smontato ed il bicchiere di gin. In fondo ad un piccolo corridoio c’erano due porte.
Una, costantemente sorvegliata e chiusa da una catena, era l’armeria, mentre l’altra, abilmente chiusa da un lucchetto, era la stanza di Chloe. Non appena i sette arrivarono come un tornado nella Sala delle Conferenze, raggiunsero i propri posti, Chloe a capo del tavolo.
Nella stanza regnava il caos: Neela era fuori di sé e gesticolava ampiamente a Terry, che guardava l’indiana con sguardo insicuro. Jake si passava continuamente la mano fra i capelli, imprecando volgarmente assieme a Oscar, che scuoteva il capo. Per attirare l’attenzione di tutti, Chloe dovette mollare un pugno sul tavolo talmente forte da farne vibrare la superficie. Immediatamente, la stanza divenne silenziosa come un cimitero. Sei paia di occhi fissavano la propria leader, in attesa di elaborare un piano d’azione abbastanza soddisfacente da placare la propria sete di vendetta. La prima a parlare fu Kara, una trentenne dalla pelle color ebano, l’espressione truce e i lunghi rasta tenuti in ordine da una fascia colorata.
 
 
« Penso che tutti siamo d’accordo sul fatto che non si possa permettere a quel pagliaccio di fare tutto ciò che vuole. Dobbiamo agire. »
« Con cosa vuoi agire, esattamente? Coi soldati che non abbiamo? Il suo campo è tre volte grande il nostro ed ha il triplo delle nostre munizioni ed armi.» ribatté Oscar immediatamente, Terry e Jake che annuivano con convinzione.
« E allora? » a questo punto intervenne Neela, poggiando entrambi i palmi sul tavolo e sporgendosi verso Oscar, fulminandolo con lo sguardo. « Dobbiamo rimanere a subire le insolenze di quel cafone pompato solo perché ha più armi di noi? Io non ci sto. Solo nelle ultime settimane abbiamo perso quattro uomini per colpa dei suoi galoppini e dei loro scherzi, se Queenie dovesse morire sarebbero cinque. »
« Dovremmo essere cauti. Stiamo pur sempre parlando di Gabriel, uno psicopatico che parla ad una mazza da baseball come se fosse vera. » azzardò Terry, e Neela fu rapida ad intervenire.
« Oh, andiamo Terry! Proprio tu dici così? Ti ricordo che Simon ha aperto la gola a tua moglie davanti a tuo figlio piccolo, tu più di tutti noi dovresti desiderarlo! »
Prima che Terry potesse ribattere aspramente alla provocazione di Neela, Chloe batté un secondo pugno sulla superficie vitrea del tavolo, riportando nuovamente ordine fra i sei.
 
« Adesso basta, bisticciare come dei stupidi ragazzini è insensato e controproducente. Non vi ho portati qui per discutere ma per eseguire i miei ordini. Sono stanca di dovermi sentir dire che siamo in pochi e che non possiamo fare un cazzo, non permetterò a quel fottuto bastardo di toccare un altro dei miei uomini. » rabbiosa, Chloe, con il suo tono rude e diretto, tenne in sospeso i sei.
« Quindi voi ascolterete i miei ordini senza fiatare. » la Greene rivolse ai suoi uomini un ultimo sguardo, come per vedere chi osasse dissentire, prima di cominciare ad esporre il proprio piano.
« Terry, tu rimarrai a capo dei sopravvissuti con la consulenza di Lizbeth e Charles. Kara, Neela, Oscar e Jake, voi verrete con me al campo di Gabriel. Qualsiasi sia il mio ordine, voi lo ascolterete, non voglio obiezioni. Se sarà necessario, dovrete improvvisare. »
 
Cenni di assenso, persino sorrisi di sfida, il piano di Chloe sembrava accontentare tutti. Con mani rapide, finché gli altri cominciarono a discutere fra loro, la donna ricominciò a montare il proprio fucile, pezzo per pezzo. Vuotò il bicchiere di gin, prima di attirare l’attenzione dei suoi compari con un suono metallico.
 
« Si parte domattina all’alba. Nessuna garanzia di ritorno. »
 
 
Negli ultimi tempi Sierra era diventata particolarmente brava ad arrampicarsi sugli alberi. Quando nessuno controllava la recinzione, o c’era Dale di guardia, usciva dal campo  e raggiungeva il bosco. Assieme a Sebastian, Jane e Jean aveva costruito una casetta di legno dove i quattro si rifugiavano quando la situazione nel campo si faceva più tesa del solito, il che, ultimamente, accadeva sin troppo spesso. Dopo aver convinto Dale a lasciarla uscire per un’oretta assieme agli altri ragazzini del campo, Sierra si arrampicò agilmente sul ciliegio su cui era posta la casetta. Aiutò le due gemelle, che cercavano in tutti i modi di non rovinare la gonnellina a fiori, e poi Sebastian, che era tanto goffo da rischiare di farla cadere ogni volta. Quando tutti e quattro furono su, Jean chiuse la porta della casetta e si sedette accanto alla sorella, di fronte a Sierra e Sebastian.
 
« Non mi piace la situazione che si sta creando, quello psicopatico sta mietendo sempre più vittime. Ultimamente anche Lizbeth fa fatica a stare dietro all’infermeria. » Sebastian fu il primo a parlare, seguito a ruota da Sierra.
« Concordo. Chloe è più aspra del solito, e questo è tutto dire. »
« Chloe è sempre aspra! » cominciò Jane con un tono infantile, la gemella che annuiva concitatamente.
« Sì, è vero! Quella donna mi mette paura. Sono sicura che potrebbe demolire Gabriel con un solo sguardo. » riprese Jean, sospirando teatralmente. Sierra riprese la parola.
« Non che i suoi Magnifici Sei siano tanto meglio, eh. Charles stamattina era così nervoso che gli usciva quasi il fumo dalle orecchie. »
« Per non parlare di Neela. Sembra piccola e gracile, ma in realtà vale più di tutti gli uomini del campo messi assieme. Oggi stava per mandare in infermeria per la seconda volta in due giorni Carter. » riprese poi Jean, ricevendo un’occhiataccia da Sebastian.
« La volete sentire una cosa davvero interessante, comunque? » domandò Jane con un sorriso furbo, attirando l’attenzione di tutti e tre. Li tenne col fiato sospeso per qualche istante prima di cominciare il proprio racconto.
« E’ la storia di Neela, del suo passato. Essendo lesbica e la ribelle che conosciamo, è scappata dall’India proprio davanti all’altare. Avendo una famiglia facoltosa suo padre voleva costringerla a sposare un uomo ricco, ma lei non voleva farlo e quindi, appena è iniziata la cerimonia, è scappata via. E’ venuta qui assieme a suo fratello maggiore e alla sua ragazza,da allora non ha più avuto contatti con la sua famiglia. Però poi la sua ragazza è morta. » Sebastian, durante tutto il racconto di Jane, aveva guardato la gemella più bassa con le sopracciglia corrucciate.
« Be’, perché la storia di Charles? Suo padre era uno psicopatico che ha passato più tempo chiuso in una clinica psichiatrica che fuori. Quando è riuscito a scappare l’ha quasi ucciso assieme a sua madre. E Charles aveva undici anni. »
« Non è vero! Ne aveva diciassette. »
« Come fate a sapere sempre tutto? »
« Ce l’ha detto nostra madre… » cominciò Jean, come se di questo ci fosse da esserne fieri.
« … o meglio, abbiamo sentito nostra madre che ne parlava con Queenie e Harley qualche settimana fa. »
« E il fratello di Neela? Che fine ha fatto? » domandò Sebastian.
« Boh, e che ne so? » rispose Jane con una scrollata di spalle.
« Forse è stato infettato, forse si trova dall’altra parte del Paese, forse è tornato in India. E’ un vero e proprio mistero. »
« Non vorreste essere come loro? » all’improvviso Sierra, che era rimasta in silenzio fino a questo momento, interruppe le chiacchiere dei tre amici.
« Come chi? » chiese Jean, la fronte corrucciata.
« Come Chloe, come Kara, come Neela. Sono donne così forti ed indipendenti, sono meravigliose. E anche Jake, Oscar… un giorno vorrei essere come loro. Vorrei essere come Chloe. » lo sguardo di Sierra era quasi sognante, tanto che i tre scoppiarono a ridere.
« Vuoi essere una schizzata temuta da tutti? E’ per questo che bazzichi sempre dov’è lei? » chiese Sebastian ridacchiando e guadagnandosi un pugno sulla spalla da parte di Sierra.
« Non è vero! Chloe è una grande leader. Ci ha tenuti tutti uniti per mesi, è riuscita ad affrontare delle minacce che nessuno sarebbe stato capace di affrontare e ha sempre cercato di garantirci una vita migliore e sicura! Solo perché tu ti caghi sotto quando ti rivolge la parola non vuol dire che sia una persona schifosa. » Sierra, mano a mano che parlava, era divenuta rossa in volto. I tre ragazzi la fissarono sbigottiti, prima che Sierra si alzasse di scatto ed aprisse la porta del rifugio.
« Voi non capite proprio niente. » mugugnò rabbiosa, e si calò dalla scaletta rudimentale costruita da lei stessa. Nonostante i richiami da parte degli amici, Sierra cominciò a camminare rapidamente in direzione opposta al campo. Sentiva il cuore pulsarle nelle tempie, i pugni erano stretti tanto che le corte unghie spezzate si conficcarono nella carne. Sierra sapeva di non potersi fidare di quegli stupidi ragazzini, nessuno di loro riusciva a capire quanto valesse realmente la loro leader. Tutti vedevano il lato freddo e rude di Chloe, ma Sierra era certa che sotto alla corazza dura che si era costruita nel corso degli anni c’era di più, molto di più.
Sierra stava correndo, correva talmente veloce e non se ne era neppure accorta. Il bosco sfrecciava rapido nella sua visuale; alberi, arbusti, radici, qualche raggio solare che, occasionalmente, sbucava nel sottobosco. Sierra fu costretta ad arrestarsi quando vide due walkers incastrati nel fango di un acquitrino. I loro versi disgustosi la fecero rabbrividire. La ragazza estrasse il proprio coltellino svizzero, unica arma che sua madre le permetteva di tenere, e lo brandì. Respirava a fatica.
 
« D’accordo… non dev’essere difficile, Neela ce l’ha mostrato decine di volte… Punta alla testa, una pugnalata rapida e sono morti del tutto. Il rumore li attira, quindi niente urla… forza, Sierra, puoi farcela… »
 
In realtà, Sierra era spaventata a morte. Riuscì a malapena a compiere qualche passo verso gli walkers, che allungavano le braccia putrefatte per afferrarla. Fu con un impeto di coraggio, la cui provenienza era ignota, che permise alla fanciulla di trafiggere l’occhio del primo zombie. Questo si accasciò a terra, ma Sierra non fece in tempo a tirare un sospiro di sollievo che l’altro riuscì a liberarsi dal fango. Questa volta, Sierra non riuscì a trattenere un urlo spaventato. Il campo era lontano e nessuno poteva sentirla lì. Stupida, stupida! Attirerai altri zombie e poi sarai spacciata, si disse, indietreggiando fino ad inciampare su una radice sporgente. Per riuscire ad attutire la caduta, Sierra perse il coltellino e, a questo punto, si riteneva spacciata. Lo zombie la sopraffece, e stava per staccarle la carne dal braccio quando si udì uno sparo. Sierra non osò aprire gli occhi, sentì solamente il sangue freddo dello walker spruzzato sul viso.
 
« Chi diavolo è? » una voce rude, maschile, e in pochi secondi lo zombie venne sollevato dal corpo dell’adolescente. Sierra non osò aprire gli occhi, non ancora.
« Una fottuta ragazzina. Ehi, ragazzina, ti ho salvato la pellaccia. Un grazie sarebbe più che gradito. » stava parlando con lei? Lentamente, le iridi color nocciola di Sierra vennero scoperte e si puntarono sull’uomo che torreggiava su di lei. Aveva folti baffi scuri e i capelli disordinati, brizzolati.
« Chi… chi siete? Che cosa volete? » mormorò spaventata Sierra, alzandosi rapidamente in piedi ed allontanandosi dal suo salvatore. L’uomo rise, guardando un tizio dai capelli biondi poco più in là. Aveva metà volto sfigurato, ed era serio.
« Chi sei tu, piuttosto? La Frigida lascia scorrazzare i suoi ragazzini così? Da soli e senza armi? »
«  La… cosa? »
«  Oh, andiamo. Come diavolo è che si chiama? Chloe, sì. Il capo del vostro gruppetto di sopravvissuti. Sappiamo che vieni da lì, e temo che tu debba venire con noi. Il capo vorrà vederti. »
« Il… il capo? »
« Ma certo! Gabriel, e chi sennò? »
 

author corner ; ; 

ed eccomi nuovamente qui! avevo pronto da un po' il secondo capitolo, che aveva bisogno solamente di qualche piccolo ritocco, ed ho deciso di pubblicarlo poco dopo il primo. 
ebbene, diciamo che questo è un po' un capitolo di passaggio, che introdurrà le scene principali che vedremo nel prossimo capitolo. intanto, ecco qui i nuovi personaggi che abbiamo incontrato stavolta:

sebastian ( gaten matarazzo ) - 
http://cosmouk.cdnds.net/16/30/768x393/gallery-1469463179-dustin-strahnger-things.jpg
jane & jean ( freya mavor ) - http://www.channel4.com/media/images/CorporatePortal/Benji/2014/Drama/New%20Worlds%20Press%20Pack/NW1EP1%20Beth%20(FREYA%20MAVOR).jpg 
kara ( danai guirira ) - http://www.etonline.com/media/photo/2016/02/24217135/1280_Walking_Dead_Michonne_Danai_Gurira.jpg
oscar ( steven yeun ) - http://cdn1.thr.com/sites/default/files/2015/10/the_walking_dead_s06e03_steven_yeun_still.jpg
simon ( steven ogg ) - http://vignette1.wikia.nocookie.net/villains/images/c/c1/Lead_Savior.png/revision/latest?cb=20160607152421
dwight ( austin amelio ) - http://static2.businessinsider.com/image/56f891c7dd089527748b4596-1190-625/this-the-walking-dead-actor-is-ready-to-be-the-most-hated-man-on-the-show.jpg

spero vi sia piaciuto questo capitolo, recensioni e commenti sono sempre i benvenuti!
 
   
 
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