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Autore: WhiteSkull95    02/02/2017    0 recensioni
Fafiction crossover [Harry Potter] [Hunger Games] [Magic The Gathering] [Le Cronache del Mondo Emerso]
Trailer: https://youtu.be/Ks6vZbVjwFo
Tre vite distinte, tre eroi diversi, tre avventure concluse.
Harry e Ginny hanno messo su famiglia, e sono all'apice della felicità.
Katniss e Peeta si sono appena trasferiti in una piccola fattoria poco fuori dal Giacimento, per riprendersi dall'orrore della guerra
Sennar è miracolosamente sopravvissuto all'assalto al Tempio di Thenaar, e si è ritirato a vivere da eremita nelle Terre Ignote.
Sembra che sia tutto quasi perfetto...
Invece sembra che il Destino, cinico e baro, si sia accanito contro i nostri eroi. Ben presto scopriranno che sono al centro di una cospirazione volta alla conquista dei loro mondi. E non solo dei loro...
"Dalla sua posizione il giovane riesce a vedere una nazione combattere con strani arnesi tecnologici, quando l’obiettivo ingrandisce su una ragazza armata di arco e frecce, che scaglia con precisione contro strani uccelli metallici."
[...]
"mentre erano occupati a colpire la sua illusione, lui è riuscito a vedere gli altri “soggetti” come li ha definiti la voce. E nell’ultimo guizzo di tempo si è impresso nella mente l’immagine di un giovane con una strana cicatrice a saetta..."
Genere: Erotico, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Trailer

Capitolo 4: Giochi pericolosi
15 agosto 2000
Quartiere di Grantchester
Cambridge, Piano terrestre numero 394



«Harry? Harry, mi senti?» disse Hermione
Harry si sollevò, mettendosi a sedere di scatto ed una nuova fitta alla testa lo fece quasi svenire. «Fermo, fermo, stai buono» disse subito Hermione, applicandogli una pezzetta sulla fronte
«Co… Cosa è accaduto?» chiese Harry, spaesato.
«È quello che ci domandavamo anche noi. Non ti ricordi nulla?» chiese Hermione. Al suo segno di diniego, lei spiegò: «Eravamo a cena, ricordi? Stavamo mangiando lo stufato, ricordando i vecchi tempi della scuola. Poi di punto in bianco sei diventato pallido, hai iniziato a tossire. Temevo di aver esagerato con la paprika nel brodo, ma né io né Ronald abbiamo sentito nulla di strano. Poi ha lanciato un grido e sei caduto a terra, in preda alle convulsioni.» concluse
«Volevamo portarti al San Mungo, ma poi abbiamo pensato di aspettare un attimo. A parte il colorito non sembravi stare così male. E, per la cronaca, sei gelido. Hermione ti ha coperto con il piumone invernale e ti ha fatto degli impacchi caldi, mentre io ho acceso il camino. In AGOSTO.» disse Ron, dopo una fugace occhiata i due fissarono Harry con apprensione.
«Io… grazie. Non so… non ho ben chiaro cosa sia successo» disse Harry ancora spaesato. Gli faceva male la testa, come se una lancia gli si fosse piantata nella…
No. Un brivido gelido gli percorse la schiena. Non era possibile. Erano passati anni. Perché ora?
«Harry, cos’hai? Stai per svenire di nuovo?» chiese Hermione
«Tanto, a questo punto…» ammiccò Ron con un mezzo sorriso. Hermione gli rivolse un’occhiataccia.
«La cicatrice…» disse solo Harry. Immediatamente i due si voltarono verso di lui, con espressioni spaventate.
«No Harry, non è possibile! Magari è solo un capogiro che ti ha fatto male alla testa!» disse Hermione, pratica.
«Oltretutto sono anni che non senti niente.» disse il rosso
«Magari hai solo bisogno di riposo» rincarò la ragazza.
«Ragazzi, ragazzi, non so cosa mi sia successo, ma so di sicuro che sono svenuto a causa della cicatrice.» disse Harry «ora, non ho idea del perché né di cosa fare. È una ferita magica unica nel suo genere, magari mi brucia per quello… o magari è altro» concluse, confuso.
«Harry… tu non credi che… insomma in passato è successo…» iniziò Ron.
«Ron, sai benissimo che non è possibile riportare in vita i morti.» disse Hermione, ritrovando la sua aria da studentessa modello «oltretutto Harry non parla più il serpentese, e dopo lo scontro in cui tutti lo credevano morto non è stato più in grado di sentire i pensieri di… i Suoi pensieri» disse Hermione. Anche se era passato del tempo, nella comunità magica molti ancora faticavano a pronunciare il nome di Voldemort.
«È vero Hermione, ma la cicatrice mi ha fatto male fino a che non l’ho sconfitto» disse Harry, pensieroso. I due si guardarono un attimo negli occhi, poi Ron imprecò e se ne andò di sopra mentre Hermione fu scossa da un lieve fremito. Harry disse «Ragazzi, mi dispiace un sacco»
«Harry, nessuno ti dà la colpa… è solo che stavamo tanto bene, stiamo in pace da quanto, due anni? Eravamo tutti sicuri che fosse finita…» disse Hermione. Harry si rese conto che aveva gli occhi lucidi, stava trattenendo a stento le lacrime. Si alzò dal letto dove si trovava e l’abbracciò.
«Andiamo a vedere dove si è cacciato Ron» disse Hermione, dopo un momento. Salirono le scale dell’appartamento fino al piano superiore, dove c’era il letto dei due. Ronald era seduto da un lato, accanto ad un comodino, reggendo una fotografia con una mano. Harry la riconobbe. Era la foto di quando lui e la sua famiglia erano andati in viaggio in Egitto.
«Ron…» disse Hermione, avvicinandosi a lui e cingendogli dolcemente il collo.
«Due anni. Sono passati due anni, Harry. Avevamo finito, no?» disse Ronald, contemplando l’unica foto che aveva della sua famiglia al completo. «abbiamo passato l’inferno. Abbiamo cercato i maledetti Horcrux, abbiamo attaccato il Ministero, svaligiato la Gringott e siamo scappati su un fottuto DRAGO.» Disse, con voce atona, come se fosse in trance. «Per cosa?» chiese poi, guardandoli.
«Ron, io non ho idea di cosa sia successo, onestamente. Ma temo di sapere cosa dobbiamo fare.» disse Harry
«Non dovremmo avvisare il Ministero?» disse Hermione
«È inutile. Lui in teoria è morto, chi vuoi che ci creda?» disse Ron alzandosi. Detto ciò guardò Harry negli occhi, con una determinazione che di rado gli si era vista. «Harry, io sono con te, lo sai. Ma questa volta voglio vederlo ridotto in pezzi, miseriaccia!».
I tre si fissarono negli occhi l’un l’altro, poi si abbracciarono. Poi, senza il minimo preavviso, l’appartamento implose.




Giorno imprecisato, anno imprecisato
Regione delle paludi
Ex Frammento di Jund, Piano di Nuova Alara



«Aaaaaaaaaaaa!!!!» strillò Katniss ruzzolando tra le sterpaglie. Non aveva idea di cosa fosse successo, né del perché, ma il suo istinto agì per lei. Dopotutto, anche se era a riposo da un po’, era sopravvissuta a due diverse edizioni dei Giochi. Scattò in piedi e prese l’arco, guardandosi intorno. Si trovava in una strana foresta, calda ed umida, completamente soffocata dai rampicanti. Non c’era una sola pianta che riuscisse a riconoscere, nonostante la sua immensa esperienza nel campo botanico. I suoi pensieri sulla flora vennero interrotti da un sibilo. Fece appena in tempo a scansarsi che una palla di fuoco che scosse tutti gli alberi nelle vicinanze guizzò a pochi passi da lei. Il mezzo-diavolo emerse dal fogliame, con l’onnipresente ghigno sadico stampato in faccia.
«Mi vuoi spiegare chi accidenti sei e per quale ragione ce l’hai con me?» gridò Katniss, con l’intensione di prendere tempo. Si era appena resa conto che non aveva più la sua faretra, ma solo una freccia, a poca distanza da lei. Non era un problema da poco, se avesse avuto un po’ di tempo sarebbe riuscita a costruire qualche freccia, ma allo stato attuale se non trovava qualcosa da scagliare contro il nemico, sarebbe finita arrosto.
«Oh oh, ma come? Non hai sentito il tuo ragazzo? Io sono il Diavolo!» ridacchiò sguaiatamente Tibalt
«Peeta!» dise Katniss di getto «cosa gli hai fatto?»
«Oh, io nulla. Ma si era attaccato alla mia gamba per il salto, e io l’ho preso a calci. A quest’ora sarà morto, se ha fortuna. Se è sfortunato probabilmente si sarà materializzato all’interno di una roccia. L’ho visto succedere sai? Dicono sia orribile, ihihihihi!» rispose l’altro, materializzando un’altra palla di fuoco. Katniss, decise che ne aveva abbastanza e si fiondò nella vegetazione, sperando di seminarlo. Corse veloce come il vento, schivando palle di fuoco, incurante dei rovi che le graffiavano le braccia. Svoltato un angolo, si ritrovò faccia a faccia con qualcosa che non era preparata ad affrontare. Era una specie di albero, coperto di muschio e funghi, che stava camminando, ondeggiante, verso una piccola pozza d’acqua stagnante. L’essere si girò, fissandola (ammesso che potesse effettivamente fissarla), poi, appurato che non era un pericolo, iniziò a bere dal piccolo stagno. Katniss si rincosse da questo strano incontro, girandosi in cerca di un riparo. Vide una grossa pianta e ci si nascose dietro, appena in tempo per evitare l’ennesima palla di fuoco scagliata dal suo inseguitore… che si schiantò contro l’essere che si stava abbeverando nello stagno.
Il Fungus1 lanciò un acuto strillo di dolore, seguito da un secondo urlo di pura rabbia. Il demone, incurante lo continuò a bersagliare, finché non lo ridusse ad una carcassa annerita. Scese il silenzio nella piccola radura. L’aria, Katniss si accorse, era assolutamente immobile. Nonostante quella foresta fosse apparentemente equatoriale, non c’era un solo insetto o uccellino. Non un alito di vento muoveva le fronde di quel luogo. Tibalt continuava a guardarsi intorno. Dove accidenti era finita la ragazzina? Poi all’improvviso, un lieve tremore scosse gli alberi vicini. Poi un secondo. Katniss, rimanendo immobile si sporse per osservare la scena, rimanendo stupefatta. Sembrava che dal folto della foresta stessero uscendo…. Cespugli? In realtà non aveva la più pallida idea di come considerarli. Erano esseri delle dimensioni di una lepre ma fatti di liane, di legno e foglie. Si stavano radunando in gran numero, evidentemente attirati dai rumori della lotta appena finita.
«Oh merda. Fottuti Saprolingi2» esclamò il mezzo diavolo, poi iniziò a colpire le creature simili a piante. Tuttavia, sempre più ne arrivavano, uscendo dal fogliame a dozzine.
Sfiancato dall’inseguimento, alla fine Tibalt desistette, scappando nella direzione opposta, imprecando. Improvvisamente tornò a regnare il silenzio surreale di prima. Katniss uscì dal suo nascondiglio, con cautela. Gli strani esseri si erano raccolti intorno alla carcassa dell’albero vivente bruciato. Con orrore Katniss si accorse che lo stavano divorando. Senza esitare, ancora scossa, si allontanò dallo stagno, decisa a trovare una via d’uscita da quel bosco. Camminò per un paio di minuti, evitando i fitti roveti e gli alberi immensi. Ogni tanto trovava piccole pozze scure, che gorgogliavano. Con stupore si accorse che non erano piene d’acqua ma ribollivano di catrame, che fuoriusciva dalla terra. Il cielo, o meglio, quel piccolo fazzoletto che riusciva ad intravedere, era in qualche modo illuminato ma sembrava ricoperto di nuvole. D’ improvviso, così come era comparsa la piccola radura con lo stagno, la foresta si interruppe, lasciando spazio ad un precipizio che dava su di un immenso canyon. Il cielo, come aveva intuito, era completamente coperto da un manto grigio, ma non erano affatto nuvole: erano ceneri, prodotte da un vulcano in eruzione a diversi chilometri di distanza. Per la prima volta dall’inizio di quella follia, Katniss si sentì prendere dallo sconforto. Non solo era molto lontana da casa, ma sembrava che non fosse più neppure sulla Terra. Aveva letto, di quando in quando, qualche libro sullo spazio e sugli alieni ma all’epoca le erano sembrate fantasie, sciocche superstizioni. Invece adesso pensava di essere davvero capitata su un pianeta alieno, lontanissima da casa… lontanissima da Peeta. In prenda all’angoscia, si accasciò a terra, singhiozzando. Per la prima volta si stava rendendo conto dell’assurda e tragica situazione nella quale si trovava. Il destino era davvero beffardo. Era trascorso così poco da quella loro guerra maledetta. Non avevano sofferto abbastanza. Avrebbe voluto gridare, avrebbe voluto battere i piedi per terra, lasciarsi andare alla crisi di nervi. No, no, doveva stare calma. Inspira, espira, inspira, espira. Non poteva arrendersi. Non poteva, non dopo tutto quello che era successo. Lo doveva a Peeta e a sé stessa. Doveva tornare indietro.
Si alzò, colma di una nuova determinazione. Anche se l’idea non la allettava, doveva ritrovare il demone che l’aveva trascinata in quel posto e costringerlo a riportarla indietro. Ok, ma prima doveva trovare dell’acqua, l’aria calda e umida la stava facendo respirare a fatica, ed era già madida di sudore. Forse sul fondo del canyon avrebbe trovato un fiume o un ruscello. Si spostò sul limite del precipizio per osservare meglio la situazione.
Sembrava che in fondo al canyon vi fossero altri boschi e foreste; valeva la pena di andare a dare un’occhiata. Persa in questi pensieri non fece in tempo ad accorgersi che dietro di lei qualcosa aveva mosso il fogliame. Se ne accorse solo quando due zampe artigliate la afferrarono, spingendola giù oltre il baratro.  Katniss si ritrovò a penzolare attaccata ad una strana lucertola…. No, un attimo, le lucertole non hanno ali… anche se le sembrava impossibile, quando la creatura la osservò come un gustoso bocconcino, e ruggì, producendo una piccola fiammella, ogni dubbio cessò di esistere. Stava planando verso la valle, trasportata da un drago.




Un saprolingio ed un Fungus



1 I Fungus sono un’esemplare di flora tipica delle foreste di MTG. La loro principale caratteristica è quella di generare spore che diventano piccoli Saprolingi.
2 I Saprolingi sono piccoli esseri a metà tra un animale ed una pianta. Non sono molto pericolosi, ma tendono a riunirsi in gruppi di diverse centinaia. Di norma sono molto amichevoli con i Fungus, ma data la peculiare natura di Jund (o mangi o vieni mangiato) episodi di cannibalismo come quello che ho descritto diventano la norma.

<--- Jund



Piano dell'autore
Bentornati! Ed ecco che finalmente torno a pubblicare. Mi dispiace per tutto questo altalenarsi ma, sapete com'è *coff coff* esami, università, rogne *coff coff*. Ma poco importa! Finalmente la trama sta entrando nel vivo, Katniss è sola su jund e Peeta è disperso. Il trio invece... che cosa gli sarà successo?
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