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Autore: Padmini    05/02/2017    1 recensioni
Ciao a tutti!
Prima di iniziare questa storia vorrei fare una piccola premessa.
Stavo pensando di scrivere qualcosa sulla nuova generazione, ma anche i tempi in cui Harry e i suoi amici frequentavano Hogwarts mi hanno sempre attratto … poi … l'idea geniale! (almeno spero).
Mi sono sempre chiesta come Harry abbia iniziato ad amare Ginny. Insomma, prima era preso completamente da Cho e poi, all'improvviso, si accorge di lei? Cosa è successo? Si dice che i viaggi temporali cambino il corso della storia … e se gli avvenimenti dell'epilogo fossero dovuti proprio a questo cambiamento?
Una tranquilla mattina a Godric's Hollow, Teddy e Lily, tanta nostalgia per la mamma e il papà e un incantesimo involontario ...
Buona lettura, spero che vi piaccia!!
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“Se dovessi aver bisogno di qualsiasi cosa ...”
“Ti chiamerò, non temere. Adesso vai o farai tardi!”
Harry sorrise, poi finalmente uscì di casa. Con un sospiro Teddy andò a sedersi sul divano. Era felice, euforico. Si sentiva finalmente degno di un così importante incarico e il suo grado di orgoglio era pari solamente a quello delle guardie Yeomen, che sorvegliano i gioielli della corona della Regina babbana. Lily era preziosa e lui ne era consapevole.
Genere: Avventura, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Potter, Ginny Weasley, Harry Potter, Lily Luna Potter, Teddy Lupin | Coppie: Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Ciao a tutti! Prima di tutto voglio ringraziare tutti quelli che hanno letto i primo capitolo. Spero che vi sia piaciuto e che il seguito non vi deluda. Ho aggiunto un particolare importante, ovvero la data, in modo da potersi orientare anche nei prossimi capitoli tra presente e passato. Spero di aver azzeccato la data

Buona lettura!

Mini

 

 

 

Speranza dal futuro

 

 

 

Hogwarts, 1996

 

Passarono alcuni istanti prima che Teddy riuscisse a ritrovare la parola. Aveva già visto Albus Silente, in fotografia, nelle figurine delle cioccorane e in qualche libro, ma mai e poi mai si sarebbe aspettato di vederlo di persona, dal momento che era morto da diversi anni.

“Vedo che sei piuttosto confuso, giovanotto” disse il vecchio, osservandoli bene “In questo momento lo sono anch'io e, te l'assicuro, non mi capita molto spesso.” concluse, esibendo un sorriso che contagiò anche lui e sembrò in qualche modo calmare Lily, la quale si rilassò tra le sue braccia.

“I-io non so come siamo finiti qui ...” mormorò Teddy “Stavamo ...”

“Direi di andare nel mio studio, che ne dite?” chiese l'uomo “Staremo molto più comodi e potrete raccontarmi per filo e per segno tutto quello che vi è successo.”

Sempre tenendo Lily, Teddy annuì e lo seguì lungo il corridoio. Si diede mentalmente dello sciocco per non aver riconosciuto subito i sotterranei di Hogwarts, ma d'altra parte non li frequentava se non per le lezioni di pozioni e in quel momento mai avrebbe pensato di essere finito proprio lì. Silente li accompagnò attraverso la scuola, che era vuota in quel momento.

“Gli studenti sono tutti nei dormitori.” spiegò Silente, prima che lui potesse aprire bocca “È molto tardi.”

Teddy annuì ancora.

“Teddy?” lo chiamò Lily, sussurrando per non farsi sentire “Dove siamo? Chi è lui?”

La bimba era spaventata, anche se la fiducia che Teddy sembrava riporre in Silente l'aveva almeno in parte tranquillizzata.

“Siamo a Hogwarts” spiegò lui “Però non ho capito perché ...”

Finalmente arrivarono di fronte all'ingresso dell'ufficio del preside. Teddy vi era entrato poche volte, ma lo ricordava bene. Quando furono tutti e tre seduti di fronte a una tazza di tè fumante, Silente riprese a parlare.

“Dunque, ora siamo tutti a nostro agio e direi che sono pronto per ascoltarvi.”

Teddy, che teneva sempre Lily seduta sulle sue gambe, annuì.

“Non so di preciso cosa posso dirle, Professore. Da quello che ho capito, noi veniamo dal futuro e non so quanto possa rivelare ...”

“Non preoccuparti” gli rispose Silente, abbozzando un sorriso e accarezzandosi la mano destra “Non lo dirò a nessuno, e se lo riterrai opportuno, potrai dirmi solo le informazioni strettamente necessarie affinché io possa aiutarvi.”

C'era una strana malinconia nei suoi occhi e Teddy riconobbe in quell'istante il nero della maledizione che si espandeva sulla sua mano. Avevano davvero viaggiato nel tempo ed erano arrivato poco prima della morte del preside … ma quanto prima? Se davvero stava per morire, avrebbe portato nella tomba quel segreto. Non era un bel pensiero, ma Teddy si sentì più tranquillo e libero di confidarsi.

“Allora … da dove posso iniziare?” chiese, rivolto più a se stesso che a lui “Io mi chiamo Teddy Lupin e sono il figlio di Remus Lupin e Ninfadora Tonks.”

Si fermò un istante, sopraffatto dall'emozione. Pensare ai suoi genitori lo turbava. Si sentiva triste e felice insieme, una sensazione difficile da spiegare. Era orgoglioso di loro per quello che gli avevano fatto e suo zio Harry gliene parlava spesso, ma questo non toglieva che ne sentisse la mancanza, anche se non li aveva mai conosciuti.

“Sono morti poco dopo la mia nascita” spiegò, prima che Silente potesse interromperlo “Non credo che sia il caso di raccontarle come e perché. Lei invece è Lily Luna” continuò, accarezzando la testa di Lily, che arrossì sentendosi chiamare “Figlia di Harry Potter e Ginny Weasley. Harry è anche il mio padrino, ma io lo chiamo zio, anche se … be', mi piacerebbe chiamarlo papà perché lo considero tale e anche Ginny è per me come una mamma e James, Albus e Lily i miei fratellini … Ah! James Sirius e Albus Severus sono gli altri due figli di Harry, ma sono più grandi di Lily ...” aggiunse, per spiegarsi meglio.

“Capisco … Be', è una gioia conoscervi, potervi incontrare prima di morire. Questo mi dà speranza per il futuro ...”

Silente era davvero felice, il suo sorriso era sincero e aveva spazzato via quel poco di malinconia che era apparsa poco prima. Teddy annuì ancora, a disagio. Era stato bello poterlo conoscere, ma doveva a tutti i costi tornare nel suo tempo o le conseguenze avrebbero potuto essere disastrose, per essere ottimisti.

“Spiegami cosa è successo, credo di potervi aiutare a tornare indietro.”

“Be' ...” era a disagio, in realtà non sapeva nemmeno lui cosa era accaduto “Lily stava facendo i capricci perché voleva la mamma e il papà, che erano al lavoro, così le ho fatto vedere qualche foto di Ginny e Harry quando venivano a Hogwarts, ma non è bastato, anzi!” rise piano, ricordando il modo buffo in cui la piccola si era agitata “Ha iniziato a piangere e a prendere a pugni la foto e … si è rotta. Non ho mai visto una foto magica rompersi così, si è spezzata come se fosse stata di vetro … poi … poi siamo stati avvolti da una luce e ci siamo trovati nei sotterranei.”

Silente ascoltò con attenzione, annuendo di tanto in tanto.

“Molto bene. Giovane Teddy Lupin, sei stato molto esaustivo. Credo che tu abbia già intuito che si tratta di un incantesimo involontario di Lily. Hai con te la foto?” chiese, leggermente allarmato.

“La foto … sì … sì … credo di ...” Teddy cercò in tasca e ne tirò fuori la foto. Era ancora intera, ma l'immagine era rovinata da una crepa profonda “Devo averla messa in tasca prima, quando ci siamo ritrovati nel corridoio.”

“Bene, bene. Sei stato molto previdente. Temevo di non poterla ricostruire. Se riuscissi a riparare il danno, voi due tornereste indietro. Parlo al condizionale perché non ho mai visto un incantesimo del genere e posso solamente fare delle supposizioni, ma al momento non mi viene in mente altro.”

“Voglio la mamma.”

Albus Silente e Teddy si voltarono verso la piccola che, sentendosi trascurata, aveva iniziato a singhiozzare.

“Stai tranquilla, tra poco la vedrai ...”

“No! Io la voglio adesso! Adesso!” gridò lei, scoppiando a piangere.

Silente si alzò e andò verso un armadio, dal quale tirò fuori una scatola di latta che, una volta tornato indietro, posò sulla scrivania.

“Qui dentro ci sono dei cioccolatini, puoi prenderne uno, se lo vuoi. So che la cioccolata non può sostituire la mamma, ma vedrai che ti sentirai meglio, parola mia.” le fece l'occhiolino e questo bastò alla piccola per calmarsi e addirittura sorridere. Era incredibile come quell'uomo riuscisse a influire sui sentimenti altrui. Teddy aprì la scatola e prese un cioccolatino per entrambi. Dopo quello spavento, ne sentiva a sua volta la necessità. Quando si fu calmato e anche Lily, placata dal dolcetto, smise di piangere, si rese conto del problema in cui erano finiti. Cosa sarebbe successo se Molly, andando a prendere la nipote, avesse trovato la casa vuota? E sua nonna Andromeda? Come avrebbero reagito? Per non parlare di Harry e Ginny!

“Professore? Quanto ci vorrà per aggiustare la fotografia? Cosa faremo io e Lily nel frattempo?”

“Non preoccuparti, Teddy” lo rassicurò lui, servendosi a sua volta di cioccolato “Se ho ragione – e raramente accade il contrario – quando avrò riparato la fotografia ritornerete esattamente al momento in cui si era spezzata.”

Questa rassicurazione sembrò calmare Teddy, almeno in parte.
“Nel frattempo dovrete restare nascosti. Io tra non molto morirò, come probabilmente già sapete, per questo ho potuto custodire il vostro segreto, ma voi due non esistete ancora in questo tempo e se qualcuno dovesse vedervi, potreste scatenare delle conseguenze imprevedibili. Resterete nelle mie stanze, per tutto il tempo necessario.” concluse, con un tono che non ammetteva repliche.

Teddy annuì e si alzò.

“Mi scusi, Professore, ma ...” iniziò lui, leggermente a disagio, ma Silente sembrò intuire i suoi pensieri.
“Un po' di cioccolato non basta a placare la vostra fame, eh?” chiese l'uomo sorridendo “Beata gioventù! Siete così pieni di energia! Vi farò portare un po' di cibo nella mia stanza. Seguitemi.”

Teddy, stanco di tenere Lily in braccio, la fece scendere per farla camminare. La bimba era ancora spaesata e tremava, ma accanto a lui sapeva di essere al sicuro, tanto che gli restò appiccicata fino a quando non furono soli. Il preside si congedò per tornare nel suo ufficio e li lasciò a contemplare una succulenta cena. Il ragazzo prese alcuni cuscini dal letto e li mise sulla sedia destinata a Lily, incantandoli perché non cadessero, per permetterle di raggiungere il tavolo con facilità, ma lei sembrava ancora restia a mangiare.

“Cosa c'è? Non hai fame?” le chiese, prendendola in braccio e facendola accomodare.

“Sì … ma … voglio la mamma! Voglio il papà!” pigolò, rossa in viso per un pianto imminente.

Teddy sospirò, lievemente ferito dal fatto che lei non stesse bene con lui e che desiderasse tornare dai suoi genitori, ma dovette ammettere che per una bambina di tre anni era perfettamente normale.

“Non puoi, non adesso. Il Professor Silente metterà tutto a posto e potrai vedere la mamma. Te lo prometto.”

Una volta tornati a casa avrebbe portato Lily in redazione da Ginny, d'altra parte si trattava di un'emergenza no? Lily annuì, ricacciando indietro con molta fatica le lacrime e, attratta dal cibo invitante sulla tavola, allungò la mano verso una coscia di pollo.

“Questo è il cibo di Hogwarts” spiegò Teddy, servendosi a sua volta di patate e carne “Quando verrai a studiare qui lo potrai mangiare tutti i giorni! Vedrai, è buonissimo!”

Lily, affamata com'era, prese un grosso morso e, con la bocca piena, annuì, per la gioia di Teddy, che finalmente poté a sua volta godersi la cena.

 

Più tardi, quando ebbero finito, i piatti svanirono da soli, lasciando il tavolo pulito e ordinato. Prima del viaggio temporale per loro non era nemmeno mezzogiorno, ma la paura, il cibo che avevano mangiato e la consapevolezza che era notte, li fece sbadigliare. Iniziò Lily e Teddy la imitò, guardando con la coda dell'occhio il letto a baldacchino che sembrava chiamarli a sé.

“Che ne dici di dormire, Lily?” le chiese, prendendola in braccio e avviandosi verso il letto.

“Ho sonno.” ammise lei, che probabilmente avrebbe dormito lo stesso per il suo riposino pomeridiano “Mi racconti una storia?” chiese, anche se probabilmente ne avrebbe ascoltata meno della metà, prima di addormentarsi.

“Certo!” rispose lui “Una storia di Beda il Bardo o una babbana?” chiese. Sapeva di avere radici babbane e aveva voluto conoscere fin da bambino entrambe le culture.

“La Bella e la Bestia!” mormorò lei, accomodandosi sotto le coperte.

“La Bella e la Bestia sia!” esclamò, sistemandosi a sua volta accanto alla bimba “Dunque … vediamo se me la ricordo … In un paese lontano, viveva nel suo splendido castello un giovane principe. Era viziato, cattivo ed egoista. Durante una fredda notte d'inverno una vecchia mendicante si presentò al castello e chiese al giovane riparo dal freddo, offrendogli in cambio una bellissima rosa ...”

 

Quanto tempo era passato? Un minuto? Un'ora? Aveva smesso di raccontare la fiaba quando Belle entrava per la prima volta nel castello, rendendosi conto che ormai Lily si era addormentata. Anche lui, esausto per le troppe emozioni, si era lasciato andare al sonno e aveva dormito, dormito e dormito … per quanto tempo? Sbadigliò rumorosamente e cercò d'istinto Lily accanto a sé, ma si sentì mancare il fiato quando non la trovò.

“Calma. Calmati, Teddy. Deve essere qui vicino. Il Professor Silente ha detto di avere più di una stanza, sarà andata in esplorazione … Perché diavolo non mi sono svegliato? Che razza di babysitter sono?!”

Non avendo un pigiama non si era nemmeno tolto i vestiti che indossava, perciò si alzò di scatto e cominciò a cercare freneticamente la bambina, in tutti i buchi che gli venivano in mente. Cercò sotto il letto, negli armadi, dietro i mobili e perfino dentro i cassetti, ma della monella non c'era traccia.

“Lily?” chiamò “Lily, dove sei? Non farmi spaventare, vieni fuori! Per piacere!”

Pallido come un fantasma, andava avanti e indietro per quelle stanze che ormai avrebbe potuto attraversare a occhi chiusi, quando andò a sbattere addosso a qualcosa o, meglio, a qualcuno.

“Buongiorno!” lo salutò il preside.

“B-buongiorno! Mi scusi, non l'avevo vista!” si scusò Teddy, ora rosso per l'imbarazzo, senza smettere di guardarsi attorno.

“Non preoccuparti, giovane Lupin. Piuttosto … qualcosa non va?” chiese, intuendo il suo disagio.

“Sì ...” sussurrò Teddy, rivolgendo ora lo sguardo verso gli occhi limpidi del Professore “Ieri sera abbiamo cenato – tra l'altro il cibo era buonissimo, la ringrazio molto per avercelo procurato – poi ho letto una fiaba a Lily e quando lei si è addormentata ho dormito anch'io, ma ...”

“ … ma?” chiese il preside, celando egregiamente la preoccupazione che stava inevitabilmente contagiando anche lui.
“Lily è scomparsa!”

 

   
 
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