Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Padmini    06/02/2017    5 recensioni
Ciao a tutti!
Prima di iniziare questa storia vorrei fare una piccola premessa.
Stavo pensando di scrivere qualcosa sulla nuova generazione, ma anche i tempi in cui Harry e i suoi amici frequentavano Hogwarts mi hanno sempre attratto … poi … l'idea geniale! (almeno spero).
Mi sono sempre chiesta come Harry abbia iniziato ad amare Ginny. Insomma, prima era preso completamente da Cho e poi, all'improvviso, si accorge di lei? Cosa è successo? Si dice che i viaggi temporali cambino il corso della storia … e se gli avvenimenti dell'epilogo fossero dovuti proprio a questo cambiamento?
Una tranquilla mattina a Godric's Hollow, Teddy e Lily, tanta nostalgia per la mamma e il papà e un incantesimo involontario ...
Buona lettura, spero che vi piaccia!!
---------------
“Se dovessi aver bisogno di qualsiasi cosa ...”
“Ti chiamerò, non temere. Adesso vai o farai tardi!”
Harry sorrise, poi finalmente uscì di casa. Con un sospiro Teddy andò a sedersi sul divano. Era felice, euforico. Si sentiva finalmente degno di un così importante incarico e il suo grado di orgoglio era pari solamente a quello delle guardie Yeomen, che sorvegliano i gioielli della corona della Regina babbana. Lily era preziosa e lui ne era consapevole.
Genere: Avventura, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Potter, Ginny Weasley, Harry Potter, Lily Luna Potter, Teddy Lupin | Coppie: Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ecco un nuovo capitolo! Non vi allarmate, ciò che leggerete potrebbe sembrare assurdo, ma ha un suo perché, che verrà svelato alla fine della storia.

Chi azzecca la citazione (molto facile) avrà un premio speciale!

Buona lettura

Mini

 

 

Eliminato l'impossibile

 

 

 

 

Mezz'ora prima

 

Molti studenti si erano ormai svegliati e si stavano dirigendo verso la Sala Grande per la colazione. Era un giorno come tanti, pieno di lezioni, esercizi, domande a cui rispondere e lunghissimi temi da scrivere, ma per qualcuno non sarebbe stato così. Innanzitutto non lo fu per gli studenti che, percorrendo il corridoio che portava alle stanze del preside, incrociarono Lily. Non era insolito vedere un primino più basso del normale, ma tutti coloro che la sorpresero nel suo vagabondare in cerca della mamma non poterono confondersi. La bimba correva a destra e a sinistra, per quanto glielo permettessero le sue gambine, chiamando la madre e cercandola in ogni angolo.

“Mamma? Mamma? Dove sei mamma?”

Si era svegliata presto, era sempre stata molto mattiniera ma, abituata a trovare la mamma nella stanza accanto, una volta scesa dal letto si era resa conto che non si trovava in nessuna delle stanze vicine, così si era disperata e, con un altro scoppio di magia involontaria, aveva aperto la porta che l'aveva condotta al corridoio, dove aveva incontrato molti studenti che la guardavano stupiti. Non si era accorta di essere al centro dell'attenzione e aveva continuato a correre, rossa in viso per il pianto e lo sforzo.

“Mamma! Mammina! Non ti trovo!”

Tra tutti gli studenti, solo una biondina dai grandi occhi grigi e che indossava la divisa di Corvonero si avvicinò a lei.

“Ciao piccola!” esclamò, inginocchiandosi per essere alla sua altezza “Come ti chiami?” chiese poi. Non voleva spaventarla e, sebbene avesse molte domande da porle, pensò che fosse meglio iniziare con calma. Lily si spaventò inizialmente, ma riconobbe la sua madrina e smise di piangere.

“S-sono L-lily!” rispose, come se fosse ovvio e, anzi, chiedendosi perché non l'avesse riconosciuta.

“Lily! Che bel nome! La mamma di un mio amico si chiamava così, però ora è morta, come la mia mamma. Hai fame, Lily? Andiamo a fare colazione?”

La bimba si limitò ad annuire, poi si voltò verso la direzione da cui era arrivata.
“Teddy? Dov'è Teddy?” chiese, tornando a rivolgersi alla ragazza.

“Non lo so.” rispose Luna, pensando che Lily si riferisse al suo orsetto di pelouche “Poi andremo a cercarlo, ma per adesso hai bisogno di fare colazione. Spero che ci sia la torta alle mele ...”

Lily si fece prendere in braccio da Luna, e insieme raggiunsero la Sala Grande. Luna non si accorse nemmeno per un istante di tutti gli sguardi che la sfiorarono mentre scendeva le scale e attraversava i corridoi, abituata da sempre ad essere additata per il suo modo di vestire o per il suo sguardo sognante, perciò non si avvide nemmeno che quel giorno, invece che su di lei, gli sguardi erano puntati sulla piccola bimba dai lunghi capelli rossi e gli occhi castani. Quando entrarono finalmente nella Sala Grande, la reazione fu più tiepida, in quanto gli studenti erano troppo occupati a servirsi la colazione. Luna si sedette al solito posto, al tavolo dei Corvonero, e subito i suoi compagni di classe si voltarono, sconvolti.

“Luna, chi è quella bambina?” le chiese Anne, una sua compagna di corso “Dove l'hai trovata?”

“Si chiama Lily. Era tutta sola, vagava per i corridoio e ho pensato che avesse fame.”

“Ho fame e voglio la mamma!” esclamò lei, comodamente seduta sulle gambe di Luna.

“Oh … ma … non ne hai parlato con nessuno? Insomma, non mi sembra normale che una bambina di … quanti anni hai, piccola?” chiese a Lily, sporgendosi per vederla meglio.

“Ho tre anni!” rispose lei, fiera.

“Tre anni, eh?” chiese Anne, fingendosi sorpresa “Ormai sei già così grande e vuoi ancora la mamma?”

Il tono della ragazza era scherzoso e fece ridere sia Lily che Luna. All'improvviso però la bimba si fece seria. Il suo sguardo era stato attirato da qualcosa o, meglio, qualcuno, seduto al tavolo vicino. Capelli rossi, occhi castani, sorriso dolce, lentiggini sul naso … era la sua mamma!

“Mamma! Mamma!”

Ignorando la fetta di torta che Luna le aveva posato davanti, scese dalle sue gambe e corse verso Ginny la quale, incuriosita come tutti dalle sue grida, si voltò per vedere di cosa si trattasse. Lily, inconsapevole del fatto che sua madre non sapesse ancora chi fosse, si gettò su di lei, abbracciandola per quanto la sua bassa statura glielo permettesse.

“Mamma! Mamma! Avevo tanta paura mamma! Sei qui! Mamma!”

Ginny, ovviamente, restò immobile, colta di sorpresa da quella bambina che la chiamava mamma.

“Hem … credo che tu ti sia sbagliata, piccolina ...” le sussurrò, cercando di allontanarla.

“No! Sei tu la mia mamma! Sei la mamma più bella di tutte!”

La giovane Grifondoro, rossa in viso per l'imbarazzo, si guardò attorno, spaesata. Esattamente come lei, anche Hermione, Ron, Neville e Dean erano stupiti dall'apparizione della bimba e soprattutto quest'ultimo stava arrossendo per il disagio.

“Mamma, ho fame! Mi fai le frittelle?” chiese Lily, cercando di sedersi accanto a lei.

“Piccola, non so chi tu sia, ma non sono la tua mamma. Io mi chiamo Ginny, tu come ti chiami?” le chiese, sperando di ottenere la sua fiducia.

“La mia mamma si chiama Ginny!” protestò lei, che ormai stava iniziando a stancarsi di quello che per lei era solo un brutto scherzo.

A quel punto, vedendo che l'amica era in seria difficoltà, intervenne Hermione.

“Lei non può essere la tua mamma, piccola. È troppo giovane.” sussurrò, cercando di non suonare troppo aggressiva. Lily, sentendo la sua voce, si voltò verso di lei.

“Zia 'Mione!” esclamò, poi vide anche gli altri “Zio Ron! Zio Neville!”

Il silenzio calò sulla tavolata e anche su quelle vicine. Tutti quelli che potevano ascoltare si erano girati per vedere lo spettacolo di quella bambina che asseriva di essere la figlia di Ginny Weasley.

Mentre Ron e Neville guardavano alternativamente lei e Ginny, sconvolti per essere stati chiamati in causa e Dean fumava di rabbia per essere stato escluso, Hermione, come sempre, riuscì a mantenere la calma

“Ascolta …” iniziò, leggermente a disagio “Deve esserci un errore, noi ...”

“Eccoti!!”

La voce di Teddy, che era appena entrato nella sala, risuonò su quel silenzio. Il ragazzo, seguito da un altrettanto preoccupato Silente, si accorse che tutti si erano voltati verso di lui.

“Oh … hem … scusate ...”

Rosso come un pomodoro, corse verso Lily.
“Sei qui! Perché sei scappata? Non puoi andare dove vuoi!”

Lily, che si sentiva rifiutata dalla madre e vedeva che anche gli zii non la riconoscevano, scoppiò in lacrime.

“I-io v-volevo l-la m-mia m-mam-mamma!!” strillò “V-volevo c-cercare la mia mamma e il mio papà!”

Fu silente a prenderla in braccio.

“Su, su … te l'ho promesso, giusto? Tornerai dalla tua mamma e dal tuo papà, ma per adesso ...”

Il preside si interruppe, notando in quel momento gli sguardi indagatori dei presenti.

“Vi ha detto qualcosa?” chiese, temendo che la piccola si fosse già esposta, chiamando “mamma” Ginny.

Non fecero in tempo a rispondere perché proprio in quel momento Harry entrò in sala e Lily, tra le braccia di Silente, lo vide subito. Capelli neri, spettinati. Occhiali rotondi. Cicatrice sulla fronte. Era lui, era il suo papà. Iniziò ad agitarsi tra le braccia dell'uomo.

“Papà! Papà!!” gridò, dimenandosi per essere messa giù, ma il preside non la lasciò.
“Il tuo papà non è qui, ma lo vedrai presto ...” cercò di rassicurarla lui, sperando di riuscire a risolvere la situazione senza danni, ma lei era decisa ad abbracciare suo padre e a farsi consolare da lui.

Harry, assonnato dopo una lunga notte di studio, si avvicinò sbadigliando agli amici, stupito da quel silenzio e dalle grida della bambina, non capendo che era proprio a lui che si stava riferendo.
“Cosa suc-”

“Papà! Papà! Papà!” gridò ancora Lily, sporgendosi verso di lui, che ormai era arrivato ed era alla sua portata “Papà! Voglio papà!”

Silente guardò Harry, poi si rivolse a Lily e sospirò. Avrebbe dovuto portare subito Harry e Ginny in una stanza appartata e spiegare loro la situazione lontani da sguardi e orecchie indiscreti, ma ormai tutti avevano visto, tutti avevano sentito e il suo istinto gli diceva che stava facendo la cosa giusta. Lanciò a Harry un'ultima occhiata, quella che il giovane mago conosceva bene. Con quello sguardo gli chiedeva di fidarsi di lui, di lasciarsi andare al corso degli avvenimenti. Harry si limitò a ricambiare lo sguardo senza capire cosa volesse e Silente, interpretando quel silenzio come un assenso, tornò a guardare Lily.

“Va bene, piccola monella!” borbottò, fingendosi arrabbiato “Lasciatelo dire, sei identica a tuo nonno James. Con quegli occhioni da cerbiatta ottieni sempre quello che vuoi, vero?”

Lily rise e, una volta libera, andò ad abbracciare le gambe di Harry.

“Papà! Abbraccio papà! Abbraccio!”

Harry, ancora mezzo assonnato e sconvolto per la scena che si presentò di fronte, rimase a bocca aperta. Per qualche istante cercò con lo sguardo l'aiuto dei suoi amici, ma vide che erano più spaesati di lui. Tornò a guardare la bambina che gli tirava la divisa per essere presa in braccio.

Il suo viso era rosso e gli occhi, castani come quelli di suo padre, erano lucidi del pianto recente.

All'improvviso qualcosa scattò in lui. Non pensò al fatto che quella bimba lo aveva chiamato papà né che Silente avesse accennato a nonno James. Tutta quella situazione era assurda, lui non si era mai avvicinato a una ragazza, non in quel senso almeno, ed era impossibile che lei potesse essere sua figlia, tuttavia si chinò e la prese in braccio e la strinse, chiudendo gli occhi. Ripensò a se stesso, il se stesso di molti anni prima o di pochi mesi prima, o addirittura di quella stessa mattina. Se stesso in cerca di una famiglia, di un padre e di una madre da abbracciare, da cui farsi consolare nei momenti di difficoltà. Aveva rivisto in lei quel bambino con gli occhiali rotti, chiuso in un polveroso sottoscala, solo e senza amore. Non gli importava chi lei fosse, voleva semplicemente che avesse ciò che a lui era stato negato per tanto, troppo tempo. Sentiva l'amore della bimba, incondizionato e puro e per un momento sperò che tutto quello fosse vero.

Non avvertì i commenti, maligni o semplicemente sorpresi, sussurrati per tutta la sala, ma quando Ron parlò, si risvegliò da quel dolce momento.

“Harry? Tu ne sai qualcosa?” chiese. Tutto il suo viso era rosso per la collera e le mani erano strette, pronte a sfogarsi con un pugno sul naso del suo migliore amico, probabilmente aiutato da Dean, che fremeva al suo fianco, pronto a saltargli addosso per fargli del male.

“No, non ne so nulla.” si limitò a rispondere lui, ignorando i loro sguardi assassini e cercando invece quello di Silente, per ricevere spiegazioni.
“Quella bambina ha chiamato te papà, ma poco fa si è buttata su Ginny, chiamandola mamma! Come me lo spieghi?”

Harry restò a bocca aperta e guardò Ginny, le cui guance erano diventate della stessa tonalità dei suo capelli. Era confuso, così come tutti i presenti, ma seppe mantenere un autocontrollo invidiabile.

“Credi che sia vero? Ron, usa il cervello, questa bambina avrà tre, al massimo quattro anni …”

“Ho tre anni, papà!” lo interruppe lei, accoccolandosi sul suo petto.

“Ecco, appunto. Tre anni fa io ne avevo tredici e tua sorella dodici. Credo che ti saresti accorto se fosse rimasta incinta, no?”

Ron e Dean si guardarono, senza trovare nulla da ridire. In quel momento arrivò Luna che, avvicinatasi alla piccola, le accarezzò la testa.

“Io credo che sia possibile invece. Non so come, ma lei è vostra figlia.” disse, rivolta a Harry e a Ginny. Tutti si voltarono verso di lei.

“Non è possibile, Luna” spiegò Hermione, sospirando come quando la sentiva parlare del Ricciocorno Schiattoso.

“Eppure sono convinta che è così.” disse lei, serissima “L'hai sentita, no? Ha detto che sua mamma si chiama Ginny e ha riconosciuto Harry come suo padre. Insomma, lui è molto facile da riconoscere, soprattutto per la cicatrice, e credo che non sia facile scambiarlo per un'altra persona, no? Inoltre lei ha i capelli rossi come Ginny e il Professor Silente ha velatamente suggerito che il padre di Harry avesse gli occhi di della sua stessa sfumatura di castano. Per non parlare del fatto che si chiama Lily – me lo ha detto lei stessa, poco fa – e sono certa che, se Harry avesse una figlia, la chiamerebbe con il nome di sua madre.”

Brusio di sottofondo era cessato perché tutti avevano voluto ascoltare il discorso di Lunatica Lovegood, ma quando lei finì la sua spiegazione, che in effetti non faceva una piega, il caos ricominciò. Harry guardava Ginny mentre il panico tra i loro amici cresceva vertiginosamente. Sembrava che fosse appena scoppiata una bomba, ma la cosa divertente era che Lily, tranquilla tra le braccia del padre, non ci faceva minimamente caso. Ciò non si poteva dire per il preside, che alzò le braccia e la voce leggermente sopra quella degli altri.

“Basta così.” disse, brusco e autoritario “Signor Potter, signorina Weasley, seguitemi, vi devo parlare … in privato.”

“Possiamo venire anche noi?” chiese Ron, guardando la sorella con fare iperprotettivo.

“No.” rispose Silente “So quali sentimenti ti hanno spinto a fare questa richiesta, ma per il momento ho bisogno di parlare con loro due senza interferenze, se non quella di Teddy.” aggiunse, guardando il ragazzo, che annuì.

Non aggiunse altro e semplicemente si allontanò per uscire dalla stanza. Teddy, che finalmente si trovava di fronte a coloro che considerava al pari di un padre e una madre, iniziò a cambiare il colore dei capelli per l'agitazione, facendoli diventare prima verdi, poi rosa e infine azzurri, sotto lo sguardo stupito dei presenti.
“F-forse è meglio andare ...” mormorò, per poi seguire Silente.

Harry e Ginny si fissarono, poi lo seguirono, mentre sala fu nuovamente invasa dalle voci degli studenti.

“Tu ci stai capendo qualcosa?” chiese Ron a Hermione.

“No, assolutamente, ma Silente sembra sapere quello che fa e io mi fido di lui.” rispose lei, tradendo invece una certa inquietudine.
“Ha detto che è loro figlio!” sbottò Dean “Cosa vorrebbe dire?! Ginny sta con me!”

“Secondo me quella bambina e quel Teddy vengono dal futuro.” sentenziò Luna, più seria che mai.

“D-dal futuro?” chiese Ron, diventando ancor più rosso.

“No, non è possibile. Io e Ginny ci amiamo! Perché dovrebbe mettersi con Harry in futuro?!”

“Luna. Sii seria. Non è possibile che venga dal futuro. Nessuno può viaggiare nel tempo così. Anche avendo una giratempo - cosa impossibile dal momento che sono state tutte distrutte – avrebbero dovuto girarla un'infinità di volte e, da quello che ho visto, anche loro sembrano non capire perché si trovano qui.”

“Forse è stato un incidente. Teddy sembrava molto spaventato. Se non sanno nemmeno loro cosa li ha portati qui vuol dire che non si è trattato di una giratempo.”

“Allora come?” protestò Hermione “Non c'è altro modo di viaggiare nel tempo, ergo loro non lo hanno fatto.”

“Invece sì.” rispose placidamente Luna “È l'unica soluzione a tutti gli indizi.”

“È impossibile!”

Luna si alzò. Amava Hermione, ma a volte la vedeva troppo chiusa e limitata, priva di immaginazione.

“È improbabile, non impossibile, ed eliminato l'impossibile, tutto ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità.”

Così, mentre Hermione scuoteva ancora la testa, parzialmente convinta dal suo ragionamento ma troppo orgogliosa per ammetterlo e Ron aiutato da Neville cercava di placare l'ira di Dean, Luna trotterellò via, felice, consapevole che la presenza di Lily e Teddy non portava caos ma speranza per il futuro.

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Padmini