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Autore: Theresa    14/02/2017    0 recensioni
Ad Hogwarts e nel mondo magico la guerra è ormai presente mentre a Londra ed in Inghilterra la crisi economica fa da padrona.
In questo enorme caos la vita dei malandrini, uno in particolare, e di una particolare ragazza si intrecceranno nel cercare la salvezza.
Dal 1° capitolo:
-Si,sono un Black.- aveva iniziato Sirius -Non ho scelto io di esserlo, ma insomma, sono meglio di tutti voi, nobile casata dei miei boccini, messi insieme.- Si era alzato e diretto in camera deciso ad andarsene...
Si calò dalla finestra e disse addio a quella casa, il nottetempo lo aspettava e lo avrebbe portato lontano...
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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UNA SERPE COMPLESSATA

 

 

Where have all the flowers gone?
Long time passing
Where have all the flowers gone?
Long time ago
Where have all the flowers gone?
Girls have picked them every one
When will they ever learn?
When will they ever learn?

 


Wolf era stanca, tremendamente stanca.
Non era solo una stanchezza fisica, non era causata dalle notti insonni che aveva cominciato a passare da quando Dean aveva deciso di andarla trovare nei suoi sogni. Sarebbe stato meglio definirli veri e prorpi incubi da cui si svegliava urlando e sudata. No, la sua stanchezza proveniva da qualcosa di pù profondo, derivava dalla stanchezza della maschera che era obbligata a indossare, un maschera così spessa che le toglieva il fiato.
Un giorno aveva accennato a Narcissa degli incubi, che la stavano tormentando sempre più spesso, così aveva scoperto e Kathrina ne aveva sofferto nei primi anni della sua vita ad Hogwards -Ricordo che per insonorizzare le tende del tuo letto abbiamo dovuto chiedere aiuto ad Andromeda.- Dopo quella frase le due erano rimaste in silenzio per qualche secondo prima di cambaire frettolosamente argomento. Narcissa si era impegnata a cancellare dalla sua vita la sorella maggiore eppure, a volte, Andromeda vi si insinuava nuovamente e senza preavviso.
Wolf ripose la penna nel calamaio, poi prese la bacchetta e la puntò verso il foglio, quello si piegò su se stesso fino a dare forma ad una scimmia che saltellò per la stanza fino a che la ragazza non gli aprì la finestra.
Tornata alla scrivania Wolf continuò ad occuparsi del suo carteggio, Kathrina scriveva molto e proprio per questo Wolf aveva imparato ad imitare alla perfezione la sua scrittura e il suo stile in modo da mantenere i rapporti e non destare sospetti.
Sebbene la corrispondenza avesse un ruolo centrale nella giovane Parkinson, le arrivavano un minimo di cinque lettere giornaliere, Wolf aveva trovato conservate solo le ultime lettere.
Si spostò i boccoli corvini dal viso prima di riprendere la lettera in mano. Sospirò prima di concentrarsi per rispondere ad uno dei tanti amanti della ragazza, la donna che aveva voluto vederla nella terrazza la sera della festa di fidanzamento di Zabini era una di loro, Katrhina doveva averla lasciata recentemente data l'ultima lettera che aveva ricevuto da lei.
Wolf era abituata a fingere, lo aveva fatto per tutti i suoi anni di scuola ma ora era decisamente diverso, allora poteva ancora identificarsi con la persona, con la maschera che indossava, doveva solo nascondere alcuni aspetti della sua vita, allora rischiava solamente l'isolamento sociale, ora rischiava la sua testa in ogni singolo momento della giornata.
Calcolava ogni suo gesto nella paura di essere scoperta mentre tutto quello che voleva era tornare alla sua vita, se si poteva chiamare tale, visto che negli ultimi tempi era stata caratterizzata da un lavoro mal pagato ed una insana ossessione alla ricerca di Regalus. Ma era sempre meglio che vivere circondata da mangiamorte.
Malocchio continuava a ripeterle che mancava poco e avrebbero messo qualcun'altra al suo posto, qualcuno di davvero preparato a tutto quello, ma ormai Wolf ne dubitava, forse avrebbe dovuto recitare la parte per tutta la sua vita fino ad arrivare ad un punto in cui lei non si sarebbe più distinta da Kathrina e viceversa.
Interpretare quella parte aveva portato la ragazza a dover raggiungere compremessi che non avrebbe voluto raggiungere, aveva fatto cose che non avrebbe nemmeno voluto ricordare ma ogni suo singolo ricordo veniva posto sotto un telescopio dal ministero. Ormai aspettava solo di spezzarzi, di sentire la voce di Dean che intonava "Gimme Shelter", di vedere la figura incappucciata con la bacchetta in mano e che tutto andasse semplicemente in pezzi.
Una bussata frettolosa -Il Signor Zabini l'aspetta al pian terreno.- la voce di Holland che la convocava con una punta di terrore.
Wolf si alzò, si infilò il lungo mantello nero che aveva lasciato sul letto e scese. Zabini l'aspettava già sulla porta.
Non si dissero niente ma uscirono risoluti dalla porta, camminarono per qualche tempo prima che uno dei due cominciasse la conversazione.
-Mi ha risposto.- iniziò lui.
-Cosa ti ha detto?-
-Che le sue ricerche la hanno portato ad una grotta ma non vi ha trovato niente di niente. Mi ha inviato le coordinate.-
-Hai intenzione di andarci?- chiese lei calandosi meglio il cappuccio sul volto.
-Non ho niente da perdere.- rispose lui, Wolf rimase in silenzio per qualche secondo.
-Ci andrai da solo?-
-Potresti venire con me.-
-Per me va bene, quando hai intenzione di andarci?-
-La prossima settimana, Martedì.-
Tornarono in silenzio e continuarono a camminare, in una squallida strada laterale svanirono nel niente per poi riappire in una vecchia fabbrica abbandonata, Wolf non riuscì a fare a meno di pensare che non era molto lontana da quella dove lavorava suo padre.
Non aveva notizia di Xavier e Jack da così tanto tempo che cominciavano a diventare un ricordo lontano e sempre più doloroso, quella guerra stava distruggendo tutto quello che c'era attorno a lei, ma lei stava facendo tutto quello per loro, perchè potessero d nuovo vivere le loro vite alla luce del sole e forse per riuscire finalmente a rincontrarli. Scriveva regolamente a Xavier, lettere che non pensava nemmeno di spedire ma l'aiutavano a sentirlo vicino, le aveva nascoste in una scatola da scarpe nello squallido Hotel dove il ministero le aveva messo a disposizione una stanza. Aveva scritto anche una lettera a Jack, nel caso fosse morta.
Nel fabbricato vi erano altre sei persone, mangiamorte, l'unica altra della loro età era Bellatrix, ma Wolf sapeva che anche Piton e Lucius Malfoy avrebbero preso parte di quell'attacco. Gli altri erano tutti più grandi di almeno una decina d'anni se non venti.
Ferrir srotolò sopra una tavolo traballante un foglio di pergamena con una mappa, spiegò in cosa consisteva il piano, poi concesse loro qualche minuto,
-Kat, ti posso parlare?- Wolf annuì a disagio, aveva già partecipato a 4 diverse missioni per conto dei mangiamorte, nella seconda era riuscita ad aiutare gli auror a prendere Tom Poppy, accusato di aver massacrato una famiglia babbana fino alla morte, ma ogni volta si trovava in una situazione difficile da gestire. Malocchio le aveva detto di fare sempre di tutto per proteggere la sua copertura ma questo voleva dire colpire gli stessi auror per i quali stava lavorando, voleva dire colpire i buoni, che, dopottutto, combattevano contro di lei per ucciderla non sapendo che lei stava dalla loro parte.
Nell'ultima missione aveva ferito gravemente un uomo e per poco non aveva ammazzata una donna.
A peggiorare la situazione c'era il fatto che da qualche giorno girava la voce che vi fosse una talpa nelle file del Signore Oscuro così non si fidava più della informazioni che le venivano dette, soprattutto di quell'ultima missione.
Aveva avvisato Malocchio riguardo ciò che le avevano detto, ma la portata dell'attacco l'aveva capito solo quella sera e non vi era più tempo per avvisare nessuno.
-Ferrir me lo ha appena detto, dopo questa missione riceverai il marchio.-
 

Where have all the young girls gone?
Long time passing
Where have all the young girls gone?
Long time ago
Where have all the young girls gone?
Taken husbands every one
When will they ever learn?
When will they ever learn?


Wolf continuava a strofinarsi il braccio mentre camminava di tutta fretta, le occhiaie erano sempre più profonde sotto i suoi occhi grigi che sembravano sempre più spenti.
Quanto sangue aveva nelle sue mani? Avrebbe voluto cancellare quello che ora marchiava la sua pelle ma non sapeva come farlo. Indossava ancora i vestiti di Kathrina, aveva ancora il suo viso e i suoi boccoli neri, indossava un berretto scuro ben calato ed un maglione scuro per coprire quanto possibile la sua identità.
Non molto e l'effetto della pozione polisucco sarebbe svanito completamente e lei avrebbe riacquistato il suo aspetto, Sirius l'avrebbe raggiunta all'hotel.
Si strinse con forza il polso portandolo davanti il seno, poi cominciò a camminare più veloce.
Voleva vederlo, voleva essere abbracciata e credere che tutto sarebbe andato bene, voleva credere che il giorno seguente, a quella maledetta caverna dove era già stata, sarebbe andato tutto bene.
Voleva credere che finalmente qualcuno avrebbe preso il posto di Katrhina e lei avrebbe lasciato quel mondo, che avrebbe potuto vedere Pako ora che avevano entrambe finito la scuola, vederla studiare medicina mentre lei avrebbe iniziato a fare un corso da auror.
Sirius era l'unico spiraglio di luce nella sua vita in quel preciso istante, ma viveva in un mondo troppo instabile per permettersi in uno spiraglio di luce, se qualcuno avesse rotto le sue difese cosa ne sarebbe stato di quel piccolo angolo di paradiso? La ricerca della talpa stava diventando sempre più ossessiva, ogni minimo gesto veniva analizzato, sembrava di essere il mondo di 1984.
Non vedeva l'ora di fare una pausa da quel mondo scuro e opprimente, non si sarebbe piegata, piuttosto si sarebbe spezzata, ma forse spezzarsi non era la cosa migliore.
Lei e Sirius non avevano ancora avuto un vero appuntamento ma a chi interessava? A Wolf bastavano quei fugaci momenti che condividevano che li trasportavano al di fuori di tutto e lontano da quella guerra che stava diventando sempre più aperta, aspra e sanguinaria.
Il signore Oscuro possedeva un vero esercito e non mancava molto perchè arrivasse la battagglia, quella che avrebbe decretato la fine o l'inizio. Il sangue scorreva nelle strade, finiva nei tombini, abbandonava i corpi dei morti per mescolarsi con l'acqua delle fogna.
Nessuno era più al sicuro, nessuno poteva più fingere di esserlo, quindi perchè non approfittare di quei momenti?
Momenti che passavano troppo in fretta ma che avevano un sapore dolce di baci, che valevano di più perchè erano quei momenti che facevano andare avanti entrambi, erano quei momenti che la facevano sperare in un futuro, ma solo per un secondo, perchè il futuro era troppo incerto per potervisi soffermare per più tempo, troppo orribile.
Così entrò nell'hotel stringendosi il braccio per cancellare il sangue che aveva sulle mani e il simbolo di nero inchiostro che vi era impresso come fuoco. Così raggiunse la sua stanza con il lieve sorriso di aspettativa di uno spiraglio di luce in quella cortina scura di nubi temporalesche, solo uno raggio che si facesse strada.
Così entrò nella stanza e si tolse il capello, si sedette sul letto in attesa mentre il suo viso lentamente cambiava tratti, eppure l'eco del pericolo non l'abbandonava.
Come l'aveva guardata il proprietario, distogliendo lo sguardo così in fretta, il rumore della porta che si chiudeva velocemente. Qualcosa non andava, qualcosa era cambiato nella locanda, in quello squallore si respirava paura e morte.
Wolf si alzò dal letto e recuperò la sua di bacchetta, non quella di Kat, ma la sua perchè solo con quella poteva davvero difendersi dal demone che stava arrivando.
I vetri della finestra si frantumarono con un sibilo, intorno a lei si materializzarono cinque figure incappucciate, indossavano lo stesso mantello con il quale lei stessa si era vestita e indossavano la maschera di teschio che lei aveva messo, ma li riconosceva tutti sotto quella maschera perchè lei aveva parlato con loro, per quanto fosse strano ed inquietante aveva anche riso con loro.
Si smaterializzò nella stanza ma invece di ritrovarsi nella vecchia fabbrica, il primo posto che le era venuto in mente, si ritrovò nella strada appena fuori dall'hotel. Che stava succedendo? Perchè non poetva smaterializzarsi?
 

Where have all the young men gone
Long time passing
Where have all the young men gone
Long time ago
Where have all the young men gone
Gone to soldiers, every one
When will they ever learn?
When will they ever learn?

FELPATO

Sirius entrò nell'uficio, la porta si chiuse dietro di lui cigolando quasi sinistramente.
Nella piccola stanza quadrata vi erano solo due scrivanie ed un'altra porta, dietro ad una scrivania stava seduta una donna bionda con una permanente quasi ridicola e che stava ridacchiando alla battuta di Tayrisha.
Sirius salutò la donna con un complimento per la sua nuova permanete mentre fece a Tayrisha solo un cenno prima di prendere alcuni moduli sull'altra scrivania e cominciare a compilarli.
Tayrisha ora stava con Lupin, pochi giorni dopo che Wolf intrapendesse la sua missione, la ragazza aveva chiamato Remus fuori dal bar e lo aveva baciato.
Lunastorta sembrava quasi ubriaco quando era entrato, ma ora tra i due vi erano i primi problemi, soprattutto a causa dell'articolo che Tayrisha aveva scritta riguardo il recente attacco al ministero. La ragazza aveva sottolineato l'incompentenza degli auror e muovendo critiche a quei "giovani e inesperti" che si dichiaravano difensori quando non riuscivano nemmeno a rimanare vivi.
Sirius aveva preso la critica sul personale, lui aveva rischiato in prima persona quella sera, e come lui anche James, e avevano visto morire i loro compagni. L'ultima cosa che voleva era parlare, o anche essere lontanamente gentile, con chi aveva sparso fango sui loro nomi, ma Lupin aveva chiesto a tutti di fare del loro meglio per non peggiorare le cose, ci teneva davvero a quella lingua lunga.
Sirius consegnò il modulo alla donna che vi diede una lunga occhiata prima di consignarli in cambio un cartoncino color prugna con un timbro argento.
Sirius uscì dalla stanza utilizzando l'altra porta, il corridoio che percorse era abbastanza stretto, a malapena potevano incamminarvi due persone affiancate. Parete, pavimento e soffito erano ricoperte di piastrelle nere e lucide mentre un luce verdognola li illuminava.
Entrò nella prima porta che incontrò, dentro vi era un uomo grasso e dai spessi occhiali intento a colsutare qualche fascicoo, quando lo vide gli sorrise. I due parlarono per qualche minuto, Sirius gli chiese come stava suoa moglie e se il piccolo Mick era riuscito a stare sulla scopa per più di dieci minuti.
Poi l'uomo gli consegnò il fascicolo e Sirius si rincamminò lungo il corridoio, deviò a destra, ora le piastrelle erano di un azzurro marino ma la luce era sempre la stessa, di un verde quasi marcio.
Il corridoio finiva contro una parete di piastrelle blu, un vicolo cieco, senza farci molto caso il ragazzo vi camminò incontro e attraversò il muro, era come entrare in un muro di gelatina.
Quando ne uscì si avvicinò alla scrivania che era posta pochi metri più in là, ora il corridoio era molto più grande ma ricoperto delle stesse piastrelle.
-Hey Jack, come va con Ian?- chiese quando arrivò alla scrivania dietro alla quale sedeva un uomo sulla trentina abbronzato come se fosse appena tornato da una vacanza.
-Il permesso, Black.- rispose lui indicando il cartoncino che il giovane auror teneva in mano.
Sirius glielo passò -Comunque va bene, mi ha chiesto di trasfermirmi da lui.- Disse mentre esaminava con attenzione il permesso.
-Fantastico!- esclamò il ragazzo.
-Non so, amico. Non è che io sia tipo da trasferirmi in una casa. Amo la mia casa, amico.-
Jack gli tornò il cartellino – E' davvero una bella casa, ci ho messo anni ad arredarla. Sei da solo?-
-Si. Ian sembra quello giusto,Jack.-
-Lo so, amico, e il mio fascino non durerà per sempre.- sospirò -lo so che è difficile crederlo. Stanza 245-
Black cominciò a percorrere il corridoio di nuovo, fino ad arrivare ad una parete con cinque porte, si diresse verso quella centrale, sopra vi era scritto 200-299, mentre sulla porta campeggiava un 215. Sirius vi puntò la bacchetta e il numero divenne 216 poi 217 e così via fino a fermarsi a 245.
Aprì la porta ed entrò chiudendosela alle spalle.
Ora si trovava di una stanza quadrata completamente bianca ma caratterizata da una luce verdognola, Kathrina era seduta in un angolo, appena entrò alzò lo sguardo su di lui. Ma non disse niente.
-Sono qui per farti qualche domanda.- la ragazza continuò a guardarlo con ostilità.
-Hai intenzione di parlare oggi o vuoi che tornino i dottori della mente.-
-Non avete preso abbastanza.- chiese, le parola le uscivano dalla bocca con disprezzo, come se gli sputasse addosso.
-Non sono io che decido, ho qualche domanda da farti.-
-Non c'è più niente da chiedermi!- Kathrina si alzò -Avete preso tutto, ogni singola parte della mia mente è stata violata da queli pezzenti!-
-Come ho detto non sono io che decido, evidentamente devi avere qualche informazione che vogliono.-
-Informazione.- sputò di nuovo lei -quante informazioni pensi che abbia, Black, mi conosci, ho finito scuola solo un anno prima di te e non sono nell'elite del signore oscuro, ci sarei arrivata ma voi vi siete messi in mezzo.-
-Se risponderai alle mie domande-
-Mi lascerete andare?- chiese lei ironicamente tornandosi a sedere a gambe incrociate – Avete messo un'altra al mio posto, no? Ora vi servo solo per la pozione polisucco, no?-
- Quando hai visto per l'ultima volta Regalus Black.- Kathrina sorrise.
-Allora sei qui per affari personali. Credo di averlo visto a natale, ma girava voce che fosse stato fatto fuori, da voi.- rispose.- Svegliati, Sirius. Non siete tutti buoni e innocenti qui. Ho sentito dell'attacco al minestero, le guardie ti passano il giornale se sai cosa dargli in cambio. Ha partecipato anche la mia sostituta perchè hanno fatto prorpio un bel lavoro nel eliminare la feccia, ne dovete aver messo una brava. Ha ucciso più di qualcuno? Ma la cosa interessante è stato l'articolo di quella Tayrisha Jhones. Auror che non sanno nemmeno restare vivi...

Where have all the soldiers gone
Long time passing

Where have all the soldiers gone
A long, long time ago
Where have all the soldiers gone
Gone to graveyards, every one
When will they ever learn?
When will they ever learn?


Sirius uscì dal ministero nervoso ma decise di mettere da parte il mal'umore, Kathrina sapeva sempre come far incazzare chiunque, non ricordava quando quella ragazza era diventata così apertamente stronza.
-Hey, Codaliscia, come va il tuo lavoro sicuro?- Sirius alzò gli occhi al cielo -Ridi, Peter, era solo una battuta!-
Peter accennò un sorriso tirato senza però rispondere alla battutta, Sirius si divertiva a ricordare a Peter di non essere diventato un auror, dopo ever passato gli esami. La sua intenzione non era sminuirlo, faceva un ottimo lavoro per l'ordine come spia e nessuno poteva mettere in dubbio il suo coraggio, ma si era sentito quasi tradito quando Codaliscia aveva deciso di diventare un semplice commesso di un negozio di Diagon Alley, era inoltre convinto che lui potesse ambire a molto di più. Ma Codaliscia continuava a ripetere di stare bene dov'era e di non voler avere di più, lui voleva solamente una vita tranquilla. Tuttavia avere una vita tranquilla durante una guerra non era una cosa facile.
-Meglio che ci sbrighiamo, Arthur e Molly ci staranno aspettando.- Disse Peter accellerando il passo per raggiungere più velocemente una via laterale meno frequentata.
-Molly ci ucciderà se arriviamo dopo James e Lily.- amisse Sirius.
-Molly ti ucciderà comunque se fai un'altro apprezzamento sulla sua attuale taglia.- entrambi risero.
-Adesso che ci penso, Amy mi ha inviato una lettera per te.- Sirius estrasse dalla tasca del giubotto una lettera un po' sgualcita e gliela passo con aria di scuse per come era ridotta.
Peter la prese con un strano bagliore negli occhi prima di cacciarla nella tasca della felpa sorridente.
Sirius sorrise mentre imboccavano la via, Peter doveva ancora provare qualcosa per la ragazza. Era ovvio da come gli chiedeva sempre sue notizie. Amy gli scriveva quasi a cadenza regolare, non perchè stretti da qualche sorta di amicizia profonda ma perchè Wolf aveva pregato l'amica di indirizzare le lettere per lei a Sirius e così, alcune volte, insieme a quella per la serpe, la tassorosso ne aggiungeva una per lui, per sapere come stavano tutto.
Siriur era convinto che Amy se ne sentisse quasi obbligata a scrivegli ma gli faceva comunque piacere ricere le sue lettere, sopprattutto le ultime dove stava cominciando a lasciare perdere i convenevoli e cominciava a scrivergli semplicemente quello che stava pensando in quel momento, l'effetto collaterale era che le lettere erano sempre più lunghe.
Peter e Sirius si smaterializzarono e apparirono davanti alla tana, Arthur li aspettava davanti al piccolo cancello con un sorriso bonario per farli entrare.
Quando altrepassarono il cancelletto Arthur strinse la mano a entrabi mentre si informava sulla loro salute e informava loro dell'irritabilità di sua moglie dovuta al loro ritardo.
Insieme ad Arthur attraversarono le stanze della casa, quando arrivarono in cucina Molly si preoccupò di mostrare la sua furia minacciandolo con un mestolo pieno di glassa e con i pugni ben piantati nei suoi fianchi. Sirius la trovò incredibilmente buffa mentre li rimproverava dalla sua piccola statura, al sesto mese di gravidanza e con il grembiule macchiato.
Dopo essersi assicurata che i due avessero capito la gravità della loro azione li spinse fuori dalla cucina, nel giardino sul restro, dove erano già stati preparati tavoli imbanditi e dove piccoli gnomi birtorzoluti scappavano da due bambini dalla folta chioma rossa.
-Tonk!- chiamò Sirius vedendo l'uomo indaffarato con uno striscione.
-Sirius!- esclamò l'uomo stringendogli la mano e dandogli due pacche sulle spalle.
-Andromeda e Ninfadora?- chiese Sirius.
-Arriveranno tra poco, speriamo non durante la sorpresa.- rispose l'uomo con leggera inqiuetudine.
Sirius sorrise, non vedeva l'ora di vedere la piccola Ninfadora, quella bambina era un piccolo tornado dai capelli rosa.
-Mi aiuti con questo striscione?- aggiunse l'altro -Niente magia, Molly voleva farmi sentire utile.-
Sirius rise e con un semplice gesto della bacchetta lo striscione scivolò via dalle mani di Tonk e si librò nell'aria mostrando il suo contenuti: un cuore dore tra i nomi di James e Lily.
-Leggermente vomitevole.- commentò Sirius prima di dirigersi verso Frank ed Alice che lo stavano salutando.
Quando James e Lily arrivarono si mostrarono sorpresi, anche se Sirius era convinto che avessere già intuito tutto. D'altronde Molly era in febrillazione da quando i due avevano annunciato il loro fidanzamento.
-Sirius!- esclamò James leggermente ubriaco con un sorriso sornione e portando il suo braccio attorno alle spalle di Sirius.
Si avvicnò leggermente a lui -Lo sai che sarai il mio testimone, vero?- chiese come se gli stesse rivelnaod un segreto.
-Lo so, amico.- rispose Sirius ridendo, James glielo aveva chiesto il giorno in cui lo aveva illuminato con il suo piano per proporre a Lily di sposarlo.
Solo pochi giorni prima i due aveva trovato la casa dei loro sogni in un piccolo paesino chiamato Godric's Hollow, quando James aveva collegato il nome al fondatore dei grifondoro non aveva resistito, purtroppo la casa aveva un costo troppo elevato e per un po' di tempo avrebbero vissuto nell'appartamento di lui.
-Tranquillo James, io non me la prendo per non essere stato preso in considerazione.-
-Posso sempre averne più di uno!- rispose James mettendo l'altro braccio attorno al collo di Remus.
Quella fu una bella serata, un bella festa di fidanzamento. Sirius rise così tanto, tutti si divertirono.

C'era bisogno di speranza durante quella guerra e cosa poteva dare più speranza che un matrimonio e i progetti per futuro.
Sirius si allentò la cravatta mentre si sedeva sul divano, ripensò a quanto era successo nell'ultimo anno, dopo la fine di Hogwards. Tutti sembravano crescere troppo in fretta, tutto era stato caotico e veloce, erano successe così tante cose mentre l'anno precendente era sembrata statico, completamente incentrato in pochi momenti.
Ora che stava combattendo aveva capito come in una guerra non vi era realmente qualcosa di eroico. Diventare auror non era più il sogno di un ragazzino che voleva diventare un eroe per infastidire la sua famiglia e prenderne le distanze. Entrare nell'ordine non era più un gruppo di ragazzi che si riunivano per impare incantesimi e fantasticare.
Gatto gli saltò sulle gambe e fece le fusa, Sirius gli accarezzò la testa.
Alzò lo sguardo guardando la porta a vetri che dava sul terrazzo, anche se era consapevole dell'impossibilità della cosa, sperava che Wolf apparisse e bussasse, così, dal nulla. Sana e salva, senza nemmeno un graffio.
L'ultima volta che l'aveva vista era qualche giorno dopo la battaglia al ministero, l'aveva trovata così bella sebbene sembrasse così stanca ed esausta.
Si addormentò lì sul divano mentre si perdeva nel ricordo di quegli occhi chiari e profondi come pozzi dove l'anima ormai stava annegando.

Where have all the graveyards gone
Long time passing
Where have all the graveyards gone
Long time ago
Where have all the graveyards gone
Gone to flowers, every one
When will they ever learn?
When will they ever learn?


Sirius imboccò la strada, non mancava molto all'hotel dove vi era la camera di Wolf.
Aveva deciso che l'avrebbe portata fuori, magari al mare o dove lei preferiva e poi le avrebbe fatto ascoltare quel nuovo vinile che si era procurato dopo la loro ultima chiaccherata.
Sapeva che Wolf ne sarebbe stata entusiasta, lui non aveva mai ascoltato Joan Baez, fino a che la ragazza non gliene aveva parlato non sapeva nemmeno dell'esistenza della cantante, e non vedeva l'ora di farlo.
Da come gliela aveva descritta la serpe doveva possedere una voce stupenda, ma si era trattenuto e aveva deciso di ascoltarlo con lei.
Si sarebbero seduto su quel tappeto bianco, l'avrebbe stretta tra le sua braccia e sarebbero semplicemente rimasti lì ad ascoltare quel vinile finchè la puntina non sarebbe saltata dopo l'ultima nota.
Voleva affrirle un vero appuntamento, cosa che non avevano mai avuto. Non ne avevano mai avuto la possibilità, la situazione corrente non permetteva a nessuno dei due di vivere realmente quello che stava succedendo tra loro, tutto sembrava momenti all'infuori della realtà, troppo felici per essere veri in quei tempi.
Wolf si era rifiutata di dare una definizione a quello che stava succendo, non riusciva a non vivere alla giornata, in quel preciso momento non riusciva a pensare a un qualsivoglia futuro e lui poteva capirla.
Anche lui aveva cercato di frenare la fantasia, di vivere semplicemente il momento come aveva sempre fatto ma alla fine si era ritrovato ad immaginare un futuro insieme a lei, o meglio immmaginare che vi fosse una possibilità di un futuro con lei. Di uscirci per un vero appuntamento, di andare insieme a concerti e festival, di passare un'intera notte insieme, di andare a trovare James e Lily insieme.
Forse quello che aveva in mente non era qualcosa di ben delineato, non stava progettando di mettere su famiglia o le loro nozze, ma sicuramente l'avrebbe voluta portare con sè al matrimonio di James.
Il suono dell'esplosione lo colse all'improvviso e gli fece svanire il ghigno che aveva in volto.
Senza nemmeno pensarci si mise a correre, in pochi secondi arrivò davanti all'hotel, vide di sfuggita Wolf correre e imboccare una strada laterale.
Vetri erano sparsi sulla strada, alla finestra della camera della ragazza vi erano due figure affacciate che si smaterializzarono in quel momento.
Sirius si diresse nella stessa direzione della ragazza con la bacchetta sfoderata.
Era davanti a lui di una ventina di metri ma non lo aveva visto. La vide smaterializzarsi davanti ai suoi occhi mentre lui inviava una richiesta di aiuto alla sua squadra.
Uno dei magiamorte si materializzò davanti a lui, Sirius gli schiantò contro un cassoneto ma quello si samterializzò prima.
Per qualche secondo rimase in silenzio cercando di capire se ve ne fossero ancora lì intorno, poi, con una serie di poccoli pop, si materializzarono James, Bane e Jo, metà della sua squadra.
Appena arrivarono si sentirono altri schiantesimi in lontananza, imboccarono la stradina alla loro destra che sboccava in una più grade.
Non molto più avanti sulla sinistra Wolf era bloccata da tre mangiamorte cercando di tenergli testa.
Jo si smaterializzò accanto alla ragazza, le afferrò una spalla e si smaterializzò di nuovo ma riuscì solamente ad allontanarsi di qualche metro dai mangiamorte.
Un'anatema sfiorò l'orecchio di James. Puntò la sua bacchetta contro i nemici, Bane cominciò a preprare una qualche sorta di palizzata dietro la quale potersi difendere e fornire aiuti ai feriti.
Altre quattro figure si uniro ai già presenti mangiamorte.
La squadra si mosse come era abituata a fare, aprirono un varco tra i nemici in modo da riunirsi e potersi coprire le spalle a vicenda mentre Bane chiedeva nuovi rinforzi.
Anatemi e incantesimi continuavano a scontrarsi, la differenza numerica stava favorendo i sosteniroti di Voldemort.
Jo venne colpita ad una gamba da un incantesimon tagliente, le cedette la gamba da dove usciva coppiosamente del sangue.
Sirius riuscì a schiantare uno dei due mangiamorte con cui stava combattendo, Wolf riuscì a lanciare un incantesimo di difesa per proteggerlo da una fattura mentre James e Jo lanciava un incantesimo stordente e Bane continuava a pronunciare formule per riuscire a formare un perimetro di sicurezza attorno a loro.
Fu in quel momento che successe, Sirius incontrò gli occhi di Wolf nel momento in cui lo scudo di scontrò con l'anatema, lei fece un piccolo ghigno, uno di quelli che significavano che ora le doveva qualcosa, e il fulmine verde la colpì in pieno petto.
In un attimo i suoi occhi divennero opachi, come offuscati da un velo, e cadde a terra pesantemente senza più una scintilla di vita nel suo corpo.
Per un attimo Sirius rimase immobile nel vederla cadere, la bacchetta scivolarle tra le dita e rotolare sull'asfalto. Non sentiva i rumori della battaglia, ma solo silenzio. Sembrava che niente avrebbe mai interrotto quella assenza di suoni, ma nella sua mente si intromise a forza una risata stridula, sadica. Una risata troppo alta, forte e compiaciuta perchè potesse essere ignorata. Una risata familiare, la rista di qualcuno che conosceva.
Sirius ricominciò a cobattere, avrebbe ucciso chi era stato. Avrebbe ucciso tutti loro per quello che avevano fatto, quella stupida, inutile guerra gli aveva portato via la sua speranza.
Con la ristata di Bellatrix impressa a fuoco nella sua mente, un'anatema dopo l'atro continuò a combatterre.
Non ci volle molto che arrivarono i rinforzi, il resto della loro squadra insieme ad altri 4 auror.
I mangiamorte batterono in ritarata non avendo più il vanatggio numerico.
Quando anche l'ultimo si smaterializzò sul campo di battaglia rimasero solo gli auror, si contavano qualche ferito e un morto.
Sirius voleva prendere a pugni qualcosa "Sei una mago, lo sai? Potresti semplicemente far esplodere qualcosa senza ferire te stesso."
Fece esplodere un cassonetto, poi un'altro e un'altro ancora mentre una leggera pioggia comiciava a cadere.
Si voltò in cerca di quaclos'altro da far esplodere ma vide solo lei, ancora per terra. Avvolta nel golf di lana scuro sotto il quale indossava ancora i vestiti di Kathrina, le calze strappate, i capelli biondi sparsi attorno al suo volto. Gridò avvicinado a lei correndo, la chiamò e negò la sua morte ma non servì a niente.
Cadde in ginocchio affianco a lei, i suoi occhi erano ancora aperti ma ormai non vedevano più niente.
Non sapeva cosa fare, gridare non sembrava abbastanza, gli avevano portato via il suo futuro e un'altra parte della sua famiglia. Non era giusto, Wolf aveva solamente 18 anni, non aveva vissuto nemmeno un terzo di quella che poteva essere la sua vita. Era stata una ragazza così coraggiosa, l'unica cosa che voleva era la sua famiglia indietro invece si era trovata colpita da un'anatema su una strada.
Il volto di Sirius si deformò in una smorfia di dolore, la prese delicatamente tra le braccia e la strinse al petto mentre il suo torace cominciava sussultare e le lacrime a rigargli il viso. Non c'erano parole per descrivere il dolore che stava provando, se qualcuno gli avesse strappato il cuore dal petto avrebbe fatto meno male.
Continuò a stringerla perchè non sapeva che altro fare.

 

Where have all the flowers gone?

 

 

Amelia guardò il giornale, un grande foto di Sirius Black spiccava sulla copertina, non sembrava nemmeno lui con il cartello che stringeva spasmodicamente tra le mani dove vi era il suo numero da carcerato *390.
Si rifiutava di credere a quello che la gazzetta del profeta diceva, lei lo aveva conosciuto, Sirius Black, e non avrebbe mai ucciso i suoi migliori amici. La Skeeter poteva continuoare a scrivere quello che voleva ma lei non ci avrebbe creduto.
Suo marito la passò una mano sulla spalla per darle conforto.
Amelia sorrise mentre si sistemava meglio sulla panchina della veranda eppure il suo sguardo si rabbuiò non appena posò nuovamente lo sguardo sul giornale. Semplicemente non ci poteva credere, nemmeno dopo un'anno dall'accaduto si era messa il cuore in pace per quella storia.
Xavier prese il giornale e lo spostò, poi baciò la moglie -Neanche io posso crederci.- disse lui, quello stesso ragazzo aveva fatto si che gli arivvassero le lettere che Wolf aveva scritto quando non potevano più comunicare.
Non avrebbe mai creduto che l'uomo che la sua migliore amica amava fosse un'assassino.
Amelia sorrise nuovamente al marito. Si sentì miagolare spavantato un gatto da dentro case e subito un felino color panna sfrecciò tra le loro gambe seguito da un bambino paffutello dai capelli color sabbia che rideva come matto.
-Dean, lasciare stare il gatto.- disse Xavier per almeno la decima volta quella giornata e prendendo in braccio per mettere il salvo Einstein. -Mao.- disse semplicemente il bambino continuando a guardare il felino divertito.
-Se sarà un'altro maschio spero che corra di meno.- disse Xavier mentre Dean continuava a dimenarsi per riuscire a raggiungere il gatto.
- Che ne dici di Terrence?- chiese Amy prendendo il figlio dalle mani del marito. Xavier sembrò pensieroso per un momento. Amelia ammirò il marito, con i capelli color sabbia ancora sparati con un qualche gruppo punk, i grandi occhi tondi e il viso spigoloso.
-Non sarebbe affatto male, tesoro.- Xavier si avvicinò per depositare un baccio sulle labbra della miglie quando sentì un fischio, Jack e la sua ragazza erano alla porta della veranda.
Gli aprì e i due entrarono, Jack abbracciò Xavier, si sfilò la sciarpa dei colori della sua casata, nero e giallo, appoggiandola sul basso tavolino davanti alla pancha e salutò Amelia.
-Come stai sorellina?- chiese mentre scompigliava i capelli del piccolo Dean.
-Sono più grande di te.- rispose la ragazza -comunque bene.-
-Jack.- lo chiamò con una punta di nervosismo la giovane ragazza che era con lui dopo aver scambiato qualche parola con Xavier.
Jack sorrise, le si avvicinò e le prese la mano, poi si grattò la testa.
-Giusto.- disse annuedo -Non siamo qui solo trovarvi. Anche per quello, insomma. Voi sapete quanto vi vogliamo bene.- Jack fece un'altra piccola pausa mentre i suoi occhi vivaci scandagliavano la stanza.
-Vi ho mai detto quanto siete bravi e vi stimo. Avete un bambino e ne avrete un'altro tra un po' ma state continuando a studiare e Xav, tu... hai anche un lavoro. Vorrei essere intelligente come te...-
-Jack, vuoi che glielo dica io?- chiese Meredith.
Jack guardò la ragazza che avava accanto, indossava un vestito primaverile a fiori e non sembrava per niente spaventata dal futuro, le strinse la mano e la sentì ricambiare.
-Che è successo?- chiese Xavier cominciando a preoccuparsi.
Jack chiuse gli occhi -Meredith è incinta. Avremo un bambino.- disse tutto ad un fiato.
Poi aprì lentamente un occhio per vedere la loro reazione, perchè l'unica cosa che aveva sentito era stata la risata di Dean ed il miagolio di un gatto spaventato.
Il bambino ora correva per la stanza inseguendo Einstein. Amelia era rimasta semplicemente pietrificata dalla notizia tanto che aveva lasciato la presa salda che aveva sul figlio, mentre Xavier sembrava confuso dalla situazione.
Meredith si sistemò i capelli color del grano -Lo so che siamo troppo giovani per avere un figlio ma ne abbiamo parlato e vogliamo tenerlo.- disse strattonando leggermente la mano al ragazzo che finalmente aprì anche l'altro occhio.
Sapeva che se Wolf, sua sorella, fosse stata ancora lì avrebbe ricevuto una lavata di capo di quelle che non si sarebbe mai scordato e si aspettava che da un momento all'altro Xavier ne avrebbe fatto le veci.
Xavier si passò una mano sul viso e scosse la testa sconsolato con un sorriso -Credo che allora dovremmo farvi le congratulazioni.- disse infine porgendo la mano a Jack con un sorriso.
Il ragazzo la prese e la strinse mentre Amelia si alzava lentamente e raggiungeva per congratularsi.
-Vi aiuteremo in tutto.- disse mentre abbracciava Meredith.
-Credo che Jack ora si debba preoccupare di dirlo ai nostri genitori.- disse Amelia fermando il piccolo Dean.
Jack di nuovo si grattò la testa a disagio al pensiero di affrontare sia i Sender che gli Osborne.
-E i miei che credevano voi due dei piccoli angeli.- disse la ragazza ridendo -Volete un po' di torta?-
Alla risposta affermativa Amelia entrò in casa seguita da Mer che si era offerta di aiutarla mentre i due uomini rimasero sulla veranda.
Jack si sedette ed estrasse un pacchetto di sigarette, ne offrì una a Xavier che accettò di buon grado sedendosi poi affianco a lui.
-Chi lo avrebbe mai detto, tu che diventi padre.- disse Xavier dopo aver acceso la sua.
-Già.- rispose portandosi la sigaretta alle labbra -Non lo avrei mai detto nemmeno di te eppure lo sei già da due anni.-
Xavier sorrise -Sarai un ottimo padre, lo sai?-
Jack si strinse nelle spalle prendendo un boccata di nicotina.
-Senti, Xav. Stavo pensado che se mai fosse una femmina vorrei chiamarla... Taylor.-
Xavier sorrise -Lei ti avrebbe ucciso.- rispose.
-Lo so.- rispoe Jack, poi fece un piccolo ghigno divertito degno della peggiore delle serpi, quel ghigno sembrava essere qualcosa di famiglia.



 

Così è tutto finito.
Non scriverò nessun seguito di una futura prossima generazione, sebbene abbia già diverse idee, ma Jack dovrebbe morire per riuscire a dare un certo background alla figlia che porterebbe a una serie di eventi e mi rifiuto di farlo.
E' la prima volta che finisco qualcosa, ho una marea di racconti iniziati e lasciati a metà.
Molte parti non sono venute come avrei voluto, altre rasentano la decenza ma scrivendolo ho imparato parecchio, prima di tutto come sia fondamentale avere una scaletta e soprattuto dealinare una trama solida attorno a cui svilupare qualcosa. Non che sia riuscita a farlo in questa storia ma almeno lo ho capito.
Ho anche imparato quanto avere una scaletta sia limitante e come mi sembra di scrivere meglio quando semplicemente assecondo l'ispirazione (se così si può chiamare). Scrivere da più punti di vista tende a rendere tutto più confuso ma limitarsi ad uno solo porta a non riuscire a svilluppare bene gli altri personaggi, tuttavia credo che utilizzare uno o al massimo due prospettive sia la cosa migliore.
Ci sarebbero state tante altre cose che avrei voluto aggiungere a questa storia, ma non ve ne era lo spazio, non so se vi sembra sensato.
Comunque è stata una bella esperienza e mi dispiace di aver finito, odio i finali. Tendo a bloccarmi quando so che qualcosa sta raggiungendo la fine, mi succede con tutto quello che scrivo o leggo o con le serie tv. Semplicemente smetto per non arrivare al momento dell'addio, e credo sia stato così anche per questo racconto.
Avevo deciso la morte di Wolf fin dall'inizio, eppure arrivare alla fine è... non ci volevo arrivare.
Non mi piace come ho impostato la scena, me la immagino nella mia testa piena di dettagli ma quando è venuto il momento di scriverla non sapevo semplicemente cosa scrivere.
Vi volevo far vedere come Wolf alla fine sia stata una vittima della guerra, non cercava fama e non voleva essere eroica....
Solo alcune ultime informazioni di servizio:
La prima canzone che cito "gimme shelter" è dei rolling stones dell'album Led it Bleed del 1969.
l'altra canzone è di Peter Seeger ed è "where have all the flowers gone?" ed è del 1961.
Joan Baez è una cantante pacifista degli stessi anni di Bob Dylan e credo abbia una voce stupenda, trovo particolarmente bella la sua versione di "where have all the flowers gone".
Avrei voluto aggiungere più musica ma non ho una conoscienza così vasta di quegli anni anche se sto cercando di migliorare.
Questo è l'ultimo disegno che ho fatto di Wolf, se avrete voglia forse tra un mesetto (sono sotto esami e senza licenza per la tavola grafica) potrete vedere nei capitoli senza copertina e questo la copertina che ho pensato.
E infine, perchè sono pessima, volevo ringraziarvi per aver letto quasta storia (se così si può chiamare).
Ok, ho scritto anche abbastanza, credo sia ora di dire addio a Wolf.

 

  
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