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Autore: Lola1991    25/02/2017    1 recensioni
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« Tornerai da me stanotte? » chiese raggiante, guardandolo negli occhi.
« E tu mi aspetterai? » disse lui, perdendosi nel mare verde dei suoi.
« Io ti aspetterò sempre. »
« E io tornerò sempre da te. »
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Una punizione esemplare

Seppero di essere nei guai prima ancora di riconoscere la figura di Thráin. Questo li prese per i gomiti e li trascinò fino alla Sala Grande, davanti al trono in cui sedeva Re Thrór, scarmigliato per essere stato svegliato così presto e per questioni così futili. Vicino a lui stavano in piedi la madre di Thorin e poco distante quella di Laswynn, Heron, il cui sguardo si posò furibondo su quello della figlia.
 
« Volete dirci, di grazia, dove diavolo vi eravate cacciati? » chiese seccato il re, scrutando i due giovani e indugiando in modo particolare sullo sguardo del nipote.
Thorin fece per aprire bocca; nel breve tragitto fino alla Sala aveva pensato a una serie di scuse da rifilare al padre e poi al nonno. Nessuna gli sembrava abbastanza veritiera per giustificare il suo comportamento, ma se avesse avuto fortuna avrebbe quantomeno potuto evitare una punizione esagerata.
 
Laswynn, però, parlò per prima. « E’ stata colpa mia » disse, guardando a testa alta il re e assumendo uno sguardo dispiaciuto.
« Volevo raggiungere il bosco e osservare le celebrazioni degli Elfi silvani di questa notte e mi sarei persa, se non fosse stato per Thorin. Ha cercato di impedirmi di uscire e di riportarmi indietro » affermò cupa, evitando accuratamente di non guardare il principe, che invece la osservava, a metà tra lo sconvolto e il sollevato.
« E da dove sei passata, ragazzina? Il portone principale era sigillato e ci sono guardie che lo controllano ad ogni ora della notte » chiese con cipiglio minaccioso Thráin, premendo forte la mano sul gomito della giovane.
« Dal passaggio dell’Ala Est » affermò lei convinta, tentando di divincolarsi dalla presa.
 
La mente di Thorin lavorava veloce. Laswynn aveva mentito e così facendo aveva assicurato la copertura del passaggio e Thorin stesso; se avesse detto la verità, infatti, sarebbe apparso immediatamente chiaro che era stato il principe a condurla fuori da Erebor, grazie alle sue conoscenze dei passaggi e dei tunnel presenti.
Oltretutto, l’Ala Est era poco sorvegliata e si trovava inoltre non molto distante dalla camera del principe, cosa che avrebbe reso lecito un incontro casuale tra i due giovani.
 
« Se non fosse stato per il principe Thorin non sarei riuscita a tornare indietro. Mi scuso per la mia sfrontataggine, ma se cercate qualcuno da punire, allora quella sono io » continuò Laswynn, tenendo gli occhi fissi sul re ed evitando soprattutto quelli della madre, che era diventata rossa per la rabbia.
 
« Ti assicuro che una punizione ci sarà e in futuro comportamenti del genere non saranno più ammessi; non ti sarà permesso di uscire da Erebor neanche di giorno e confido nel fatto che tua madre sia d’accordo con il mio giudizio ». Re Thrór si alzò dal trono, chiudendo il discorso e la vicenda.
 
« Vattene in camera tua e restaci finché non te lo dico io » sentenziò Thráin al figlio, allontanandolo dalla ragazza, che, nel frattempo, era stata raggiunta dalla madre. Thorin non se lo fece ripetere due volte. Cercò di intercettare lo sguardo di Laswynn, di farle capire che le era enormemente grato per quella menzogna, ma questa aveva lo sguardo basso mentre Heron la trascinava lontano.
Thorin si voltò e si incamminò velocemente verso le sue stanze.
 
Il giorno seguente alla scorribanda notturna, Thorin stava percorrendo i corridoi di Erebor. Suo nonno non gli aveva perdonato la faccenda della sera prima, anche se in parte era stata giustificata dalla menzogna di Laswynn. Il principe era stato costretto a lucidare da solo tutte le asce dell’armeria, ed era lì che si stava dirigendo.
Prima di recarsi al piano superiore, tuttavia, intravide la sagoma della giovane; era seduta scomposta su una panca di legno e stringeva una benda su entrambe le mani.
 
Per un momento pensò di allontanarsi, ma doveva ancora ringraziarla per averlo salvato di fronte a suo nonno, pertanto si avvicinò. Laswynn aveva gli occhi arrossati e si vedeva chiaramente che aveva appena pianto.
Non alzò lo sguardo su Thorin, perché aveva già riconosciuto il suo passo e non avrebbe voluto che lui o nessun’altro, nemmeno la madre, la vedessero in quelle condizioni.
La mano destra tremava mentre fasciava il palmo della sinistra. Thorin non disse nulla e si sedette di fronte a lei. Con delicatezza prese la lunga benda e gentilmente prese a fasciarle prima la mano destra e poi la sinistra, mentre Laswynn chiudeva gli occhi per il dolore. I palmi portavano i chiari segni della bacchetta usata per la punizioni e la pelle era arrossata e lacerata a causa delle continue stoccate.
 
Non c’era bisogno di parole o spiegazioni, perché anche il principe aveva conosciuto la severità e la vergogna delle punizioni naniche; Laswynn non ringraziò il principe per quel gesto ed evitò accuratamente di guardarlo negli occhi. Dal canto suo Thorin osservò per qualche istante il volto della giovane; si mordicchiava le labbra che erano diventate rosse e gonfie, in netto contrasto con il pallore che la contraddistingueva. Asciugò con il pollice l’unica lacrima che si era lasciata sfuggire e che ora le solcava la guancia, quindi si allontanò e si diresse a passo svelto verso l’armeria.
   
 
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