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Autore: Nao Yoshikawa    01/03/2017    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se non vi fosse stato alcun sortilegio?
Molti di voi diranno: "beh, non sarebbe esistito Once Upon a Time".
Io invece voglio provare a vedere come le cosa sarebbero potute andare, in compagnia dei personaggi che tanto amiamo.
Quindi, questa è la storia della principessa Emma, delle sue avventure e del suo grande amore.
Ma non solo...
Riusciranno i nostri eroi a vivere per sempre felici e contenti?
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EmmaxBaelfire
RumplexBelle
ReginaxRobin
Genere: Fantasy, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Un’unica realtà

 

Scappare. Nella testa di Emma vi era solo quella parola. Scappare, sopravvivere, per lei e per suo figlio.

Si insinuò dentro quella che sembrava una grotta, buia, umida, in cui sperava di trovare riparo.

Andò avanti, avvertendo il rumore delle gocce che cadevano al suolo roccioso, sentendo il respiro divenire sempre più irregolare e il cuore battere all'impazzata. Non è che avesse smesso di essere coraggiosa, solo non poteva permettere che una vita innocente venisse messa in mezzo.

Camminò ancora nel buio, sperando di trovare la luce al più presto. In fondo però sapeva che neanche questo sarebbe bastata per salvarla da Regina.

Quest’ultima infatti, che l’aveva inseguita senza troppi problemi, le apparve alle spalle, silenziosamente. La prima cosa che Emma avvertì fu la paura, la consapevolezza di non essere al sicuro.

Poteva percepire la sua presenza e Regina fu lieta di sapere che la cosa la terrorizzasse.

“A quanto pare, alla fine sei finita con le spalle al muro, principessa!”

La bionda si guardò intorno.

“Dove ti nascondi?”

“Sono proprio qui, dietro di te” - nel dire ciò si era però avvicinata tutt'insieme. Emma si voltò di scatto e nel vederla non poté fare a meno di indietreggiare.

“Cosa succede? - domandò Regina divertita – non ricordavo fossi così codarda”

“Ti prego – supplicò Emma – non farmi del male”

“Tu preghi me? E cosa ti fa credere che questo dovrebbe fermarmi?”

“EMMA!”

La voce di Baelfire risuonò all'interno della caverna. La principessa sollevò lo sguardo, e potè vedere il ragazzo arrivare dal lato destro.

“Bae” - sussurrò.

“E’ meglio che stai indietro – fece Regina – oh, ma tanto morirete comunque… Allora, principessa… sei pronta ad avere la fine che ti spetta? Non preoccuparti, non sarà troppo doloroso, dopotutto, hai già sofferto abbastanza”

Baelfire era immobile, con gli occhi sgranati. Avrebbe voluto far qualcosa, ma sapeva che qualsiasi tentativo sarebbe stato fermato proprio da Regina.

Emma allora si voltò a guardarlo con le lacrime gli occhi e poi rivolse la stessa occhiata alla sua rivale. Non voleva credere che in lei non ci fosse pietà. Forse sarebbe stato solo un vano tentativo odi aggrapparsi a qualcosa, ma doveva provare.

“Ti prego – ripeté – non faresti male soltanto a me…”

“E adesso che vai blaterando?”

“Sto dicendo – alzò la voce – che aspetto un bambino”

Baelfire udì immediatamente le sue parole,e fu colto da un senso di emozione, misto ad incredulità, felicità e paura.

Sentì gli occhi divenire immediatamente lucidi, poi si portò una mano sul viso.

“Emma… è vero…?”

“Sì – sussurrò lei – mi spiace, avrei voluto dirtelo prima. Se adesso mi uccidi – si rivolse a Regina – ucciderai anche l’anima di un bambino innocente. Io non posso, non voglio credere che tu sia senza cuore. Altrimenti Robin non si sarebbe innamorato di te”

Udendo quel nome, Regina avvertì un fastidioso nodo allo stomaco. Un cuore ce l’aveva, un cuore che batteva d’amore per quell'uomo.

E poi… un bambino. Ciò che lei avrebbe sempre voluta, una famiglia, dei figli d’amare… il pensiero di poter togliere a qualcun’altra questo privilegio la fece rabbrividire. Anche se si trattava di Emma, anche se si trattava della figlia di Biancaneve… forse non meritava di soffrire fino a questo punto. Emma poté vedere un cambiamento d’espressione nel viso di Regina.

Ella infatti indietreggiò. Sapeva che lasciarla andare dopo tutto quel tempo sarebbe stato da stupidi, ma il suo punto più debole era stato toccato.

Non le era mai importato nulla delle ingiustizie contro gli innocenti… ma i bambini, loro erano angeli dall'anima pura, non poteva arrivare a tanto.

Quando la principessa la vide indietreggiare, solo allora, osò tirare fuori un sospiro di sollievo.

“Grazie...” - sussurrò impercettibilmente, chiudendo gli occhi.

“Non voglio un tuo ringraziamento” - sbottò l’altra.

Era così, dunque, che finiva tutto? Lei che la lasciava vivere e che probabilmente si sarebbe convertita al bene?

Ci aveva pensato tante volte, eppure… adesso era tutto più reale.

Emma si voltò verso Baelfire un’altra volta, ma questa volta stavano sorridendo entrambi.

Il ragazzo fece per andarle incontro, ma fu frenato da qualcosa che né lui né nessun altro si sarebbe aspettato.

Gideon gli era arrivato alle spalle e gli aveva afferrato il cuore con cattiveria e semplicità. Il più grande avvertì un dolore immenso, e quando si voltò e incrociò gli occhi del fratello, impallidì.

“Gideon...” - sussurrò.

“Proprio io – rispose l’altro compiaciuto – e adesso chi è il più forte?”

“No! - esclamò Emma – lascialo stare!”

“Non ci penso neanche – rispose freddamente – sono arrivato fin qui e non ho intenzione di rinunciare a ciò che voglio!”

I quattro vennero immediatamente raggiunti dalle sue famiglie e da Robin. Tremotino sgranò gli occhi quando si rese conto che uno dei suoi figli stava tenendo tra le mani il cuore dell’altro.

“Emma! - esclamò Biancaneve – Emma, stai bene?!”

“Io sto bene! Ma Bae! Gideon, ti prego, è una follia!”

“Tu! - esclamò Tremotino rivolgendosi a Regina – sei stata tu a convincerlo, maledetta!”

Gli andò contro, ma venne bloccato da Robin, il quale si mise in mezzo.

“Non toccarla!”

“E tu cosa vuoi? Osi ancora difenderla?”

“Sta calmo – disse Regina con fare annoiato – se la principessa è viva è solo perché ho deciso di lasciarla in vita”

“Davvero? - domandò Robin voltandosi a guardarla – cosa ti ha fatto cambiare idea?”

“Beh – fece spallucce – diciamo soltanto che la vostra Emma aspetta un bambino ed io non volevo un peso del genere sulla coscienza per tutta la vita”

Quella frase arrivò immediatamente a Biancaneve, la quale si portò una mano sul cuore: sua figlia sarebbe diventata madre? Sapeva che prima o poi sarebbe successo, ma non immaginava così presto.

“Ah, e così? - domandò Gideon, stringendo ancora il cuore del fratello – ma pensa, non ti credevo in grado di rammollirti!”

Baelfire, intanto, stava cercando di controllare il respiro, per quanto difficile gli riuscisse. Sentiva che sarebbe morto, e non voleva.

“Non provocarmi, ragazzino. A questo punto è inutile, non mi servi più”

“Ti sbagli, non è inutile! Pensavi davvero che mi sarei semplicemente fatto sfruttare da te? Io adesso ho il potere tra le mie mani, ho il potere di poter decidere sulla vita altrui… potere che mi renderà invincibile”

Aumentò la presa sul cuore di Baelfire, il quale urlò dal dolore. Emma strillò forte, e a quel punto Tremotino e Regina si mossero all'unisono, combattendo, per la prima volta, per lo stesso obbiettivo.

“Ora basta, Gideon. Hai scherzato troppo” - disse il primo.

“Io non ho scherzato affatto. E tu non puoi dirmi quello che devo fare, io...”

“Emh, emh, scusa, ti dispiace?” - domandò Regina con molta nonchalance.

Lei, che era padrona del fuoco, avvolse Gideon in quest’ultimo, il quale a quel punto fu costretto a lasciare il cuore.

“No, ti prego! - esclamò Belle – non fargli del male!”

“Non gli sto facendo del male, sto solo cercando di mettere un freno alla sua insolenza!”

“Tu! - esclamò Gideon rabbioso – noi eravamo d’accordo! Hai scelto di essere debole, perché mai?”

La donna lo guardò, pensando a lungo una risposta.

“Non ho scelto di essere debole. Ho solo… scelto di essere coraggiosa – rivolse uno sguardo a Robin, il quale ricambiò – e tu… tu dovresti imparare ad essere molto meno influenzabile”

Nello stesso istante, Emma era scivolata verso Bae, aveva preso il suo cuore e lo aveva rimesso al suo posto. Il ragazzo sospirò, aggrappandosi a lei.

“Emma! Oh, Emma! - esclamò, abbracciandola – stai bene!”

“No, tu stai bene – sussurrò – avevo paura di perderti!”

“Fatemi capire bene – disse James a quel punto, confuso – Regina adesso è diventata buona?”

“Non esageriamo. Diciamo che… nella vita c’è di meglio che dannarsi” - rispose. Biancaneve a quel punto si sentì in dovere di avvicinarsi.

“Io… ti ringrazio, per aver risparmiato mia figlia – mormorò – è vero, non eri costretta a farlo, ma l’hai fatto. So che mi odi per il male che ti ho causato ma posso assicurarti che se poetssi tornare indietro… non lo rifarei. Per questo… io ti chiedo scusa...” - concluse chiudendo gli occhi.

Tutti i presenti, e Regina compresa, rimasero sorpresi da quelle parole.

La persona che più di tutti sentiva di odiare… le stava chiedendo perdono.

Un perdono che non credeva sarebbe mai arrivato. Accettarlo, avrebbe significato mettere fine a tutta la sua rabbia, a tutta la loro rivalità.

Fece un leggero cenno con il capo, leggerissimo, ma ciò bastò a Biancaneve per capire.

“Bae… oh Bae – sussurrò Emma – ho temuto il peggio...”

“Non preoccuparti, Emma… Sono qui...” - disse accarezzandole il viso.

Lei allora, piena di felicità, lo abbracciò. Gli altri rimasero a guardarli, capendo quanto effettivamente fosse grande il sentimento che li univa.

E a Regina, per la prima volta dopo tanto tempo, le si scaldò il cuore. Fare qualcosa di giusto, alle volte dava più soddisfazioni che fare qualcosa di sbagliato.

Dopo un po’, le due famiglie uscirono da quella caverna, con la consapevolezza che sarebbero stati legate per sempre.

Gideon, che era ancora in preda alla rabbia più totale, fu chiuso in una stanza del proprio castello con un incantesimo, in modo che non potesse uscire e che potesse calmare la propria ira.

Le prime ore erano state quelle più terribile, ma poi pian piano l’ira era scemata, lasciando posto al vuoto più totale: era cattivo? C’erano davvero le tenebre nel suo animo?

Poi ripensò a ciò che stava per fare: uccidere suo fratello. Il pensiero adesso lo faceva tremare, ma da un lato continuava comunque a sentirsi infastidito. Ciò non cambiava la sua situazione, né i i suoi sentimenti.

E ancora una volta nessuno capiva.

Dopo qualche giorno di solitudine, qualcuno finalmente bussò alla sua porta.

“Chi è?” - domandò seccato.

“Gideon… Sono Bae...” - sussurrò il fratello dall'altro lato.

Il più piccolo sorrise amaramente. Fra tutti, proprio lui era venuto a cercarlo.

“Non dovresti essere qui. Potrei farti di nuovo del male...”

“No, io sono certo che non lo farai. Sono insieme ad Emma. Possiamo entrare?”

“Se proprio insistete” - borbottò facendo spallucce.

Detto ciò, i due entrarono, mano nella mano. Stavano veramente bene, insieme.

“Gideon… - chiamò la principessa – come stai?”

“Oh, divinamente. Perché, non si vede?” - domandò sarcastico.

“Ah, vedo che non hai perso il tuo spirito” - scherzò Baelfire.

“Perché sei qui? Dovreste odiarmi tutti e due. Ti ho quasi ucciso Bae. Volevo ucciderti”

“Per l’appunto, volevi. Io non so perché ti sia convinto ad agire così, ma di una cosa posso assicurarti: tu non sei inferiore a me. Tu sei… bello a modo tuo...”

Gideon sollevò lo sguardo. Era la prima persone che gli avesse mai detto una cosa del genere.

“Sei il bambino timido, adorabile e gentile che mi ha regalato dei fiori – disse Emma – se solo avessi saputo dei tuoi sentimenti prima, sarei stata attenta a non calpestarli. Ti chiedo scusa, Gideon...”

Anche queste, le scuse, erano qualcosa di nuovo per il ragazzo.

“Anche se voi adesso mi perdonate…. Non cambierà nulla. Il resto della famiglia mi odia, e sento che questo non è il posto che fa per me”

“Non è vero che il resto della famiglia ti odia, Gideon. Vedi, è questo il problema, tendi sempre a sottovalutarti e ad incolparti. Insomma… può capitare di sbagliare, ma questo non significa che non troverai l’amore… nostro padre né è la dimostrazione...”

“Sì – sussurrò – beh… grazie, Baelfire. Avevo bisogno di sentirmi dire questo. Io non sono sicuro di voler essere cattivo”

“Infatti non lo sei” - sorrise incoraggiante. Poi gli poggiò una mano su una spalla e lo abbracciò, sancendo finalmente la pace fra i due fratelli.

Emma sorrise commossa, per poi unirsi a quell'abbraccio.

“Io comunque sento che davvero questo posto non mi appartiene – disse poi – sento che devo andar via, trovare la mia strada...”

“Se è questo che vuoi… io non ti tratterrò, anzi. Ma credo che prima dovresti risolvere il tuo conto in sospeso” - disse alludendo al suo rapporto con la famiglia. E il pensiero fece star male Gideon. Non solo aveva quasi ucciso suo fratello, ma aveva fatto del male a suo padre e a sua sorella ed era andato contro sua madre. Temeva che il loro affetto fosse diminuito.

Gideon fu liberato l’indomani, sotto consiglio di Baelfire. Il ragazzo si sentiva un po’ un criminale, ma d’altronde non poteva dare loro torto, Diede alla sua famiglia la notizia che sarebbe voluto partire.

“Credo che un po’ di tempo lontano da casa mi farà bene – sussurrò – a me… e a voi...”

Tremotino e Belle, che erano stretti in un abbraccio, si strinsero ancor di più. La prima a muoversi fu proprio lei, che con gli occhi pieni di lacrime, andò incontro al figlio, abbracciandolo.

“Se vuoi andare, vai. Ma sappi che ovunque andrai, rimarrai sempre mio figlio” - sussurrò.

Lui allora ricambiò l’abbraccio, soffocando un gemito strozzato.

“E tu sarai sempre mia madre”. Dopodiché, le sua attenzione si rivolsero a Rose, che aveva sempre trattato tanto male, senza alcun motivo.

La sorella adesso lo guardava fisso.

“Rose – chiamò sorridendo – spero che quanto tornerò… tu vorrai gicoare con me. Lo so che non l’ho fatto mai fatto, in dodici anni della tua vita. Ma forse non è tardi per cominciare… no?”

La più piccola sentì un nodo alla gola. Quelle parole sarebbero valse più di qualsiasi cosa. Dimenticò tutto quello che c’era stato, e gli corse incontro, abbracciandolo per la prima volta. Gideon fu felice di ciò, del fatto che Rose non gli portasse alcun rancore.

Rimaneva solo Tremotino. Non aveva proferito alcuna parola, ma il suo sguardo parlava da sé: sembrava fiero di quel figlio che gli somigliava più di chiunque altro, ma che allo stesso tempo era anche terribilmente diverso.

Gideon gli rivolse uno sguardo, sorridendo appena.

“Non avresti mai pensato che sarei andato via, vero?” - gli domandò.

“In realtà no. Ma ultimamente mi hai piacevolmente sorpreso. Solo adesso mi rendo conto di quanto effettivamente mi somigli”

“Beh – disse con voce piena di ammirazione – se davvero ti somiglio, anche solo la meta, allora diventerò un grande uomo”

Quella era forse una delle poche parole gentile che suo figlio gli avesse mai concesso. E solo per questo, tutti i suoi sbagli gli furono perdonati.

Perché tutti avevano bisogno di una seconda possibilità, e lui lo sapeva bene.

E poi anche loro, si lasciarono andare ad un abbraccio. Gideon aveva ancora molto da scoprire e imparare, e lo avrebbe fattoa modo suo. Ma sapeva che avrebbe sempre avuto una famiglia da cui tornare, una famiglia che lo stimava, contrariamente a quanto aveva sempre pensato.

“Mi raccomando – disse Baelfire – torna in tempo per conoscere tuo nipote”

“Lo farò, non preoccuparti. A presto”

Così andò via, non troppo silenziosamente in realtà. Chiunque lì avrebbe sentito la sua mancanza, in quei lunghi mesi.

Emma si strinse a Baelfire, mentre lo osservava allontanarsi verso il tramonto. Tutti loro erano cresciuti, ma il cambiamento più grande lo aveva fatto proprio Gideon.

 

Anche Regina guardava con molta malinconia il tramonto. Era stata per così tanto tempo dalla parte del male, che adesso non aveva idea di cosa ne sarebbe stato di lei e delle sua vita. Poteva davvero passare dal lato della “luce” come se nulla fosse?

A distrarla dai suoi pensieri furono i passi di Robin, il quale pareva molto allegro.

“Hei...”

“Robin...” - sussurrò malinconica.

“Perché fai quella faccia? Dovresti essere felice, hai salvato ben due famiglie. Questo ti fa onore”

“Questo lo so. Ma adesso, io cosa sarò? Chi sarò? Perché per anni sono stata semplicemente la Regina Cattiva. Adesso…?”

“Te lo dico io – sussurrò accarezzandole il viso – sarai una donna forte, indipendente, ma che ha imparato nuovamente ad amare. Regina… so che hai sofferto e non voglio avere la presunzione di poter cancellare tutto. Ma voglio stare con te. Io ho sempre creduto in te, più di chiunque altro. E alla fine ho avuto ragione”

“Oh, Robin...” - sussurrò.

“Sì… - rispose nervoso – e adesso… devo farti una domanda molto importante...”

Regina inarcò un sopracciglio. Quando lo vide inginocchiarsi davanti a lei, il suo cuore perse un battito. Quello era il momento che credeva non avrebbe mai avuto.

“Regina. Vorresti sposarmi?” - domandò guardandola negli occhi.

Ella sentì gli occhi pizzicarle. Quello avrebbe segnato un nuovo inizio, una nuova vita, una nuova se stessa.

L’amore le scoppiava dentro il cuore, e non avrebbe potuto esserne più felice. Cercò di darsi un contegno, per quanto possibile.

“Io… accetto...” - rispose con voce tremula. Robin, a quel punto, felice, si sollevò, e la baciò. Lì, Regina si lasciò finalmente andare, e ricambiò senza avere ormai più paura di voler sparire.

Da quel momento la sua nuova vita iniziava. E come testimoni di quell'evento, vi erano Baelfire ed Emma, che li avevano visti ed avevano pensato bene di non interrompere il momento.

“Ah, alla fine ce l’ha fatta a chiederglielo. Sembrano felici. Secondo te Regina sarà contenta se le chiediamo di diventare la madrina di nostro figlio?”

“Io… ho l’impressione che sarà molto felice – disse Emma stringendosi a lui – non avrei mai pensato di poter avere tutto questo”

“Ma adesso ce l’abbiamo. E durerà per sempre...” - sussurrò posandole un bacio sulla fronte.

Il sole tramontò. E l’indomani non fu più pieno di incertezze.

 

Un anno dopo…

 

Rose era concentrata. Con un ultimo sforzo, scrisse l’ultima parola. Poi prese un sospiro e sorrise.

“Rose! - esclamò David entrando – ah, ecco dov’eri! Dai sbrighiamoci, stiamo facendo tardi!”

“Arrivo. Guarda David, ho finito il mio libro”

Il principe allora si avvicinò.

“Però, non male! Come mai hai scelto questo titolo?”

“Perché mi sembrava il più adatto. Sono certa che “Once Upon a Time Emma from Enchanted Forest” farà un successone. Ma ovviamente, tu sarai il primo a leggerlo”

“Lo farò, ma adesso è vermanete tardi! Dai andiamo!” - esclamò prendendola per mano.

Al piano inferiore, si potevano udire delle voci. Regina, con al dito una sfavillante fede nuziale, stava cullando un neonato paffuto e dagli occhi azzurri, che rideva di gusto.

“Ma come sei carino! - esclamò – sei il bambino più bello del mondo!”

“Ma insomma! - esclamò Gideon seccato – tu sarai pure la madrina, ma io sono il suo zio preferito, quindi fammelo tenere in braccio!”

“Tu non hai familiarità con i bambini. Io invece sì”

“Ragazzi, insomma, cos'è tutta questa confusione?” - domandò Emma.

“Chiedilo a lei! - borbottò il ragazzo – perché deve essere lei la sua madrina?”

“Perché è un ruolo che mi calza a pennello. E poi ho scelto anche un bellissimo nome. Non sei d’accordo, Henry?”

Il bimbo a quel punto prese a muovere le mani, come se avesse capito.

“Va bene, ma spostate a dopo i litigi – disse Baelfire – abbiamo un battesimo a cui non possiamo mancare. Dove sono gli altri?”

“Eccoci! - esclamò David, trascinandosi dietro Rose – siamo qui!”

I due ragazzini erano insieme, Robin stringeva Regina e Baelfire ed Emma stavano accanto a loro volta.

“Oh, Gideon. Avresti potuto portare una delle tue tante ragazze” - scherzò Baelfire.

“Silenzio – disse arrossendo – quella che è la mia vita amorosa non ti riguarda”

James e Biancaneve osservarono i figli da lontano. Avevano sempre sognato tutto ciò, e alla fine era arrivato, anche se con un giro un po’ più lungo.

“Loro sono felici – sussurrò la seconda – e lo siamo anche noi. Era questa la vita che volevo”

“Anche io. Il perfetto lieto fine per una favola stupenda” - rispose James, avvicinandosi alla sue labbra.

“Scusate, coppietta felice, ma avete una certa età per fare certe cose”

“Tremotino! Scusatelo, a volte non ha senso del romanticismo” - esclamò Belle.

“Non preoccupatevi. Piuttosto – esordì James – c’è qualcosa di cui dobbiamo parlare. Adesso abbiamo un nipote in comune, e direi che voi siete d’accordo con me se dico che sarà un perfetto principe”

“Non pensarci neanche. Henry imparerà a usare la magia – ribatté Tremotino – che è sempre meglio che essere un melenso principe in calzamaglia”

“Come dici?! Credi di essere migliore di me solo perché sei il Signore Oscuro?!” - esclamò l’altro stizzito, facendo ridere Belle e Biancaneve.

Di certo i loro battibecchi non sarebbero finiti lì, ma andava bene così.

Le avventure di Emma non erano finite, anzi, cominciavano proprio da lì.

Da quel momento, ella visse, insieme all'amore della sua vita, suo figlio e la sua grande famiglia, per sempre felice e contenta.

Nota dell'autrice
Questo è il finale che avevo pensato ancora prima di iniziare la storia (sì, io ragiono al contrario), spero che vi sia piaciuto. Almeno qui, tutti i nostri personaggi hanno un lieto fine, i Rumbelle, Regina e Robin, Emma e Bae... tutti insomma.
Ringrazio chi ha seguito fin qui, spero sia stato un finale degno, alla prossima!

   
 
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