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Autore: _Fedra_    04/03/2017    5 recensioni
Versailles, 1764
La piccola Oscar viene invitata a un ballo in maschera in cui gli invitati avranno un unico dovere: presentarsi con gli abiti del sesso opposto.
Che cosa sceglierà l'erede del generale de Jarjayes? Manterrà saldi i propri principi o asseconderà, anche solo per una sera, la sua natura femminile?
E, soprattutto, chi è Lia de Beaumont, una ragazzina tanto sveglia quanto impertinente che sembra voler portare a corte degli ideali mai sentiti prima, che appaiono a un tempo affascinanti e pericolosi? Un'intrigante sovversiva o la sua futura migliore amica?
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4.

IL DUELLO


*

 
 
 
 
La notizia della sfida venne subito comunicata a Messer d’Eon, il quale convocò immediatamente Monsieur Teillagory, il maestro di scherma di Lia, affinché desse le disposizioni per l’incontro. Nessuna delle due giovani sfidanti, infatti, avrebbe dovuto rimanere ferita: su questo c’era poco da discutere.

Teillagory era un uomo ormai anziano dalla fronte rugosa e i lunghi capelli argentei che gli arrivavano fino alle spalle. Sin dal suo ingresso nella ricca sala, Oscar intuì di avere di fronte una persona speciale. Il suo sguardo profondo incuteva una sorta di timore reverenziale, come se fosse il riflesso delle mille battaglie che l’uomo doveva aver affrontato in gioventù e dei mille segreti dell’arte della scherma che egli aveva appreso e affinato nel corso di tutta la sua vita. Persino Lia sembrava aver perso momentaneamente la sua lingua fin troppo lunga, attendendo pazientemente le disposizioni del maestro.

“Seguitemi, vi prego”, ordinò questi, rivolgendosi anche a d’Eon e André, rimasti accanto alle due sfidanti.

Uscirono all’esterno, raggiungendo un giardino nascosto sul retro della casa. Lì, in mezzo alle fontane e alle aiuole, Teillagory schierò le due giovani, porgendo alla piccola Oscar una spada che fosse alla portata del suo braccio.

“Vostro padre ha chiesto esplicitamente di non dare spettacolo con queste esibizioni”, disse con voce severa, rivolto a Lia. “Per questo, la sfida avverrà qui, alla presenza di vostro fratello e del giovane paggio della vostra ospite. L’incontro finirà quando una di voi due resterà disarmata. Tutto chiaro?”.

“Sì,  signore”, risposero le due ragazzine, quasi all’unisono.

“Perfetto, allora. Salutatevi”.

Entrambe entrassero le spade. Subito, Oscar provò una sorta di ebbrezza, che aumentò a dismisura nel momento in cui andò a cozzare con il senso di straniamento causato dal fatto di non indossare la sua tenuta da combattimento.

I suoi occhi caddero sull’arma che brandiva Lia. Era poco più grande di una spada normale e aveva un’impugnatura finemente cesellata che terminava in due ali, quasi come se si trattasse di una versione modificata di uno spadone a due mani. Era come se la piccola de Beaumont se la fosse fatta forgiare su misura.

Le due sfidanti si avvicinarono l’una all’altra, scambiandosi il saluto. Poi si voltarono, preparandosi allo scontro. Ma non fu Lia a colpire per prima. La ragazzina rimase in guardia, aspettando che Oscar facesse la prima mossa con un sorriso sereno, per poi accoglierla nel suo abbraccio di ferro.

Le lame si incontrarono con un forte stridore, per poi separarsi e tornare all’attacco subito dopo. Lia colpiva con incredibile grazia e precisione, sicura di sé, mentre Oscar appariva sempre più nervosa man mano che le sue stoccate venivano respinte. Era come se ogni fendente che non andava a segno smantellasse, attimo dopo attimo, anni e anni di duro addestramento. Il tutto per mano di quella novellina. Il vestito, ormai lordo di terra, la rallentava in maniera insopportabile, alternandole il respiro e l’equilibrio.

“Ora basta!”, esclamò Oscar a un certo punto, calciando via le graziose scarpette che portava ai piedi, incontrando subito il morbido prato.

In tutta risposta, Lia le rivolse un candido sorriso, per poi ritornare alla carica.

“Cosa c’è,  non vi aspettavate che sapessi combattere così bene?”, domandò.

“Maledetta!”, gridò Oscar, scagliandosi su di lei con rabbia.

Anche quell’ennesimo affondo venne parato  con grazia.

“Vi state agitando per un nonnulla”, proseguì Lia senza perdere la concentrazione. “Scommetto che questo non è il vostro abituale modo di combattere. Perché? Avete forse paura di farmi male? State tranquilla, perché io non ne avrò!”.

Che razza di impertinente!, pensò Oscar con rabbia, mordendosi la lingua fino a farla sanguinare. L’umiliazione ora bruciava più che mai.

La ragazzina non aveva ancora finito di formulare questo pensiero, che Lia scattò in avanti. Maledicendosi per essersi distratta per rincorrere le sue impulsive frustrazioni, Oscar tentò di parare l’affondo con tutte le sue forze, ma gli ampi strati di gonne le bloccarono i movimenti, facendole perdere l’equilibrio e cadere all’indietro.

Si ritrovò lunga distesa sull’erba, stringendo spasmodicamente l’impugnatura della spada come il più prezioso dei tesori. Lia torreggiava su di lei, l’arma improvvisamente abbassata.

“Per me basta così”, disse, porgendole la mano. “Ho avuto ciò che volevo”.

Oscar non riusciva ancora a crederci. Era stata sconfitta, come una novellina qualunque. E, per di più,  da un’altra ragazzina come lei, che sapeva misteriosamente maneggiare la spada meglio di un soldato. Di colpo, tutto sembrava bruciare. La rabbia. La vergogna. Lo sguardo di André  su di lei. Le lacrime che lottavano per uscire. Ma lei non glielo avrebbe permesso. Non questo.

Si tirò in piedi, rifiutando la mano che Lia le stava porgendo. Abbandonò la spada sull’erba e raccolse le scarpette abbandonate sul prato, facendo per andare via.
“Che state facendo?”, domandò la giovane de Beaumont, cambiando repentinamente l’espressione del volto.

“Cosa volete che faccia? Mi avete umiliata e sconfitta. Avete avuto il vostro divertimento. Ora, se permettete, vorrei tornare a casa”, fu la secca risposta di Oscar.
“Ma non potete andarvene così!”.

“Ho perso il duello e con esso anche il diritto di prendere parte alla festa. Che cosa volete ancora da me?”.

“Non era sconfiggervi la vittoria che volevo”, intervenne Lia. “Voi vi siete conquistata il diritto a entrare. Avete dimostrato a me e al mio maestro di non saper combattere senza la vostra divisa. Almeno per ora. Per questo, fino a quando non sarete pronta ad affrontarmi di nuovo, consideratevi la mia ospite più attesa”.

Oscar si voltò, incredula. Il suo sguardo si spostò prima su Lia, poi su Teillagory, infine su André.

“È uno scherzo?”, chiese in tono ostile.

“Se mai avessi voluto umiliarvi sul serio, allora vi avrei sfidata davanti a tutti gli invitati e non in un luogo nascosto agli occhi indiscreti, in modo tale da risparmiarvi dai pettegolezzi una volta finito. So quanto voi che tipo di persone frequentano la corte”.

Quelle parole la lasciarono di sasso. In tutti quegli anni non aveva mai udito un nobile parlare in quel modo.

“Chi siete voi, in realtà?”, domandò.

Lia sorrise.

“Una figlia del nostro tempo come voi, Madamigella Oscar”, fu la risposta cortese.

Le tese nuovamente la mano, sorridendo solidale.

“Amiche?”.

Oscar la fissò lungamente, quasi come si trattasse di un serpente velenoso. Poi, con estrema lentezza, tese la sua in avanti, stringendola appena.

“Vi tengo d’occhio”, fu la timida, glaciale risposta.
 
*
 
Il generale de Jarjayes consultava febbrilmente le sue carte asserragliato nel suo studio, la fronte corrugata e il pugno sinistro stretto convulsamente. Di fronte a lui, due uomini dalle parrucche incipriate. Il loro aspetto apparentemente innocuo celava le loro reali identità di fedeli informatori all’interno delle mura dorate della reggia di Versailles.

“Ebbene, sono vere le voci?”, domandò improvvisamente, levandosi in piedi.

“Sì,  signore”, rispose il primo dei due uomini, “Messer d’Eon è in realtà un Assassino e ha trovato il modo di insediarsi a corte”.

“Tuttavia, le sue intenzioni non sembrano quelle di uccidere il re o il delfino”, proseguì l’altro.

“Ciò non toglie che un uomo come quello sia riuscito a introdursi a corte senza il minimo sforzo”, intervenne bruscamente il generale. “La domanda è come...”.

Le sue dita si strinsero convulsamente alla croce d’argento che portava al collo.

“Pare che l’influenza di una donna come Madame de Pompadour sia arrivata al punto da manipolare il re nella scelta dei suoi consiglieri”, osservò una delle due spie.
“Quella gran puttana ha infine affondato l’ultimo colpo prima di spirare per tubercolosi”, ringhio il generale con rabbia. “Che cosa facciamo?”.

“Per ora direi di non eliminarlo, ma di tenerlo d’occhio costantemente. Non sappiamo di preciso quale sia il suo scopo, né di quali macchinazioni politiche sta effettivamente tenendo i fili”, osservò il suo interlocutore.

“Ovvio che sono chiare! Guardate voi stessi la corte: tutti questi strani costumi che si stanno diffondendo tra i nobili, questi assurdi discorsi di libertà e uguaglianza tra tutti gli uomini, persino sciocchezze come permettere alle donne di avere uguali diritti rispetto ai loro mariti…e il re non fa nulla per impedirne la diffusione, anzi, sembra addirittura chiudere gli occhi di fronte a questi fuochi rivoluzionari che, ne sono certo, un giorno finiranno per annientare la monarchia!”.

“Chiedo venia, signore, ma temo siate un po’ troppo precipitoso nelle conclusioni. È vero, in tutta Europa si respira un’aria di cambiamento la cui origine non ci è ancora del tutto chiara”.

“È ovvio che si tratta degli Assassini. Libertà. Libero arbitrio. Questo veleno dell’anima può essere solo opera loro”, intervenne il generale con rabbia.

“Ma non ne abbiamo le prove”, ribatté la spia. “Simili ideologie sembrano non essere più una prerogativa dei soli Assassini. Anche il duca d’Orleans sembra perseguire gli stessi obiettivi, anche se nel suo caso sembra voglia proporsi come un’alternativa al re, a cui sappiamo vuole strappare il regno a ogni costo. E poi c’è la Fratellanza Rivoluzionaria, che anch’essa trama di rovesciare il regno. Fino a quando non avremo la certezza dei piani di de Beaumont, credo che ci sia più utile da vivo, che da morto”.

“Senza contare che l’ordine dei Templari non è più unito come un tempo”, proseguì il secondo uomo. “I crescenti fanatismi di alcuni tra i nostri adepti sta diventando sempre più preoccupante. Pare che vogliano assassinare il re e il delfino per vendicare il nostro antico Gran Maestro, mandato a rogo  come eretico. Si dice che mentre le fiamme lo lambivano, egli avesse profetizzato la fine della monarchia in Francia”.

“E ora questi fanatici vogliono prendere alla lettera queste parole, ignari che la loro attuazione non farà altro che portare la Francia nel caos e nel terrore”, proseguì il generale. “Capisco. Quindi, mio malgrado, sono costretto a lasciare in vita il conte de Beaumont. Non avrei mai creduto di vedere un Assassino come unica garanzia di sicurezza per il re e l’ordine che egli garantisce”.

“È probabile che anche de Beaumont sia giunto alle stesse conclusioni. Ecco spiegato il motivo del suo interesse nei nostri confronti”.

“Forse spera in un nostro appoggio. Ma non possiamo permetterci di diventare suoi alleati”, tagliò  corto de Jarjayes. “No, per questo ho già un piano”.

I suoi occhi si posarono sul ritratto di famiglia appeso alla parete.

Oscar, non hai idea di quale grande destino è stato pensato per te. Presto potresti reggere tra le mani il futuro della Francia intera, pensò, lo sguardo cupo che tremolava alla luce della candela.




Buongiorno a tutti! :) Come state?
Eccomi qua con il quarto e penultimo capitolo di questa mini-long. Delusi? Non preoccupatevi: questa sarà solo la fine dell'inizio, perché la long vera e propria è attualmente in fase di lavorazione e presto potrebbe apparire su Efp! Avrei voluto passare direttamente alla storia principale, ma avevo da tempo l'antefatto in mente e stava diventando un po' troppo lungo come prologo... Spero che questa decisione vi sia stata comunque gradita non solo per vedere insieme un pezzo dell'infanzia di Oscar, ma anche per iniziare a conoscere da vicino i protagonisti di questa nuova avventura, prima di ritrovarli anni dopo, con Maria Antonietta in arrivo e tutte le mille e più vicissitudini che immagino già conosciate. In caso contrario, voglio rassicurarvi: cercherò di fare in modo che anche fatti e personaggi ancora "sconosciuti" vi siano chiari anche se provenienti da altre opere.
A proposito, avete visto la parte dedicata ad Assassin's Creed? Per chi conoscesse il videogioco (che tra l'altro sto giocando proprio in questi giorni al fine di rendere la trama più realistica possibile) mi sto ispirando al capitolo dedicato alla Rivoluzione francese. Per chi non lo conoscesse, la trama narra degli scontri secolari tra due influenti società segrete, gli Assassini e i Templari, che si contendono il mondo. Da una parte ci sono gli Assassini, difensori della libertà di pensiero, dall'altra i Templari, che vogliono controllare il libero arbitrio delle menti. Entrambi ambiscono alla pace, ma con fini diversi, e per questo si affrontano all'ultimo sangue, nella speranza di schiacciarsi l'un l'altro in modo definitivo... Questa è la trama a grandi linee, poi i dettagli li scoprirete in seguito XD

Prima di salutarci (almeno per questa settimana) volevo ricordarvi due piccole cose che avevo tralasciato nello scorso aggiornamento.
Primo, eventuali tracce di yuri in questa storia. Mi spiace, no, almeno non in senso non strettamente platonico in alcuni passaggi: come nell'originale, Oscar si innamorerà prima di Fersen per poi scoprire i sentimenti verso André, mentre Lia avrà anche lei un amante che si rivelerà poi decisivo nella long (e anche nell'anime). 
Per quanto riguarda la marchesa de Pompadour, sarebbe morta di tubercolosi proprio pochissimo tempo dopo la fine della nostra storia. 

Detto questo, non mi resta che augurarvi un buon finesettimana! :)
Grazie come sempre a tutti coloro che stanno leggendo e recensendo questa piccola fanfiction: mi fa sempre piacere sentire la vostra vicinanza, anche se spesso silenziosa, ma presente come non mai!
Se avete voglia di fare quattro chiacchiere potete comunque trovarmi sulla mia pagina Facebook: https://www.facebook.com/LeStorieDiFedra/

Un abbraccio e a presto! <3

Vostra,

Fedra

 
 
 
 
 
 
   
 
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