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Autore: Princess_of_Erebor    12/03/2017    15 recensioni
May è una giovane donna che vive nel XXI secolo. Un giorno si ritrova magicamente nella Terra di Mezzo, vedendo così realizzato il suo sogno più grande. Si unirà alla Compagnia dei Nani di Thorin Scudodiquercia e combatterà al loro fianco; vivrà esperienze uniche e incontrerà l'amore della sua vita.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Fili, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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CAPITOLO IV

Il sangue dei Tuc






 
“Non l’hai ancora firmato?!”.

May aveva in mano il contratto di Bilbo e lui la fissava con un’aria vagamente colpevole; stavano finendo di fare colazione con quel poco che era rimasto in dispensa. I nani se n’erano andati senza salutarli – per non svegliarli – e avevano riempito i bagagli (e le pance) con tutto ciò che di commestibile erano riusciti a racimolare, così da non dover soffrire la fame nei primi giorni di viaggio.

“Non posso andarmene in questo modo, mia signora… Sono un Baggins di Casa Baggins!” puntualizzò Bilbo, con un certo orgoglio nella voce.

“Soltanto per metà. Dimentichi il sangue dei Tuc che scorre nelle tue vene! Lo spirito d’avventura alberga in te, signor Baggins, che la cosa ti piaccia o meno!”.
Bilbo la guardò sorpreso: quella giovane donna sapeva sul suo conto più di quanto si sarebbe aspettato.
Sebbene May avesse ragione, egli non era disposto a cedere; ci aveva già provato Gandalf a convincerlo, la sera prima, senza risultato alcuno.

“Come vuoi”, concluse May. “Vorrà dire che, se non parti tu, non parto neanch’io”.

La fanciulla posò il contratto sullo scrittoio e, forte del piano che aveva in mente, frugò tra le carte di Bilbo, proprio sotto il naso de lo hobbit; scelse un foglio di cartapecora che le pareva adatto e, intinta la penna nel calamaio, cominciò a disegnare. I suoi occhi si spostavano continuamente dal foglio a Bilbo e viceversa, mentre lo hobbit la osservava con finta aria indifferente, sorseggiando la sua tazza di caffè davanti alla finestra aperta che dava sul giardino.

“Ecco fatto! Tieni!”. May aveva finito.
Bilbo allungò la mano per prendere il foglio e – meraviglia! – si ritrovò ad ammirare una perfetta copia di se stesso. “Per tutte le Foglie di Pianilungone, questo è il più bel ritratto che io abbia mai visto!”, esclamò con stupore. “Dunque è questo il tuo mestiere? Sei un’artista?”.
“Oh… Beh… Sì, qualcosa del genere!”, replicò la giovane con poca convinzione. “Ma non è questo il punto…”.
May prese il ritratto dalle mani de lo hobbit e lo appoggiò sulla mensola del camino, accanto ad un piccolo quadro appeso alla parete.

“Il punto è: lo vedi il ritratto del tuo proprozio? Lui era un Tuc e tu conosci meglio di me le sue gesta, Bilbo. Egli avrebbe potuto benissimo tirarsi indietro, invece cosa fece? Montò a cavallo, andò in battaglia e tornò vincitore! Del resto, se Gandalf ha scelto te per questa missione, una ragione ci sarà… Tutti i nani contano su di te, caro signor Baggins. Sei assolutamente certo che non ti pentirai della tua decisione per il resto dei tuoi giorni?”.

Bilbo sospirò. Guardò nuovamente il ritratto di May, poi quello del suo antenato, e ciò fu sufficiente per ridestare quel coraggio che dormiva in lui da molto, troppo tempo.

“Siamo ancora in tempo per raggiungerli, mia signora?”.
“Naturalmente! Ah, Bilbo…”.
“Sì?”.
“Chiamami May!”.

Prepararono i bagagli in fretta e furia e, prima che avessero il tempo di domandarsi se avevano scordato qualcosa, si ritrovarono a correre giù per il sentiero, alla massima velocità consentita dai loro piedi. Nonostante Bilbo avesse le gambe più corte rispetto a quelle di May, correva più in fretta e la fanciulla gli stava dietro a fatica.

“Hey, dove andate?”, gridò uno hobbit dal largo cappello.
“Non possiamo fermarci, è già tardi!” rispose Bilbo senza voltarsi, sventolando il contratto con la mano.
“Tardi per cosa?”.
“Stiamo partendo per un’avventura!”.





 
 
  
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