Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: lisa76    05/06/2009    4 recensioni
Un vampiro può avere mal di testa? Il nostro caro Ed può sopravvivere ai pensiri di Volterra. Da qui parte la mia idea, i personaggi sono quelli della Meyer. Per me è la prima volta siate clementi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'antidoto

Cap. 1 – Partenza

 

< Papà sei sicuro? > chiesi, per l’ennesima volta, mentre con la valigia in mano scendevo le scale, pesava un sacco chissà cosa ci aveva messo dentro Alice, possibile che in questa famiglia io non riesca mai a fare qualcosa da sola se si tratta di vestiti, le mie sorelle sono ossessionate dai vestiti, io no e quindi mi trattano come una bambola, mi vesto, mi pettinano, mi comprano vestiti e mi fanno le valige quando parto. Quando Carlisle, mio padre o meglio mio creatore, aveva comunicato che saremmo andati a Volterra a prendere Lui, Alice si era fiondata a comprare cose inutili ed aveva preparato la mia valigia impedendomi di vedere cosa c’era dentro. Chissà cosa aveva visto quella nanerottola veggente. Ogni tentativo di persuasione era stato inutile, in più alla fine ci si era messo anche Jasper, marito della cara Alice, che con il suo potere mi aveva calmato. Si avevamo tutti e tre dei poteri, tre vampiri dotati, come diceva papà, tre mostri anomali come dicevo io. Il mio era un potere pressoché inutile nella vita di tutti i giorni, ero uno scudo psichico, ma era utile quando si aveva a che fare con altri vampiri, a già siamo vampiri dimenticavo di dirvelo, vampiri come LUI che a sentire mio padre sapeva leggere la mente.

< Si Bella sono sicuro, ha bisogno di noi e noi l’aiuteremo > rispose serafico mio padre. Quel noi in quel momento stava ad indicare me. Io sbuffai sonoramente ed Esme, colei che per noi era una mamma e per Carlisle una moglie, mi abbraccio forte < Ce la farai piccola, noi contiamo su di te. >

Si certo ce l’avrei fatta, come no, non sapevo neanche se ero in grado di fare quello che mio padre mi chiedeva, in più ancora non capivo che senso aveva andarlo ad aiutare l’aveva scelta lui quella vita, che ne pagasse le conseguenze, aveva abbandonato papà ferendolo, lui non lo avrebbe mai ammesso, ma io lo sapevo.

Fu il mio fratellone Emmet a dare voce alle mie perplessità  < Ma scusa Carlisle, ma non l’ha scelta lui quella vita, cosa ti fa credere che accetterà la tua proposta, e che Aro terrà fede alla sua promessa? > e bravo l’orsottopotto. < Lui sta male Emmet, molto male, ha bisogno di noi, ha bisogno di una famiglia e di un po’ di tranquillità, ma prima tua sorella deve dargli un po’ di pace, perché possa riprendersi > Eh si tutte le fortune a me! Il piano di papà era semplice: io e lui andavamo a Volterra, io schermavo la mente di Lui per dargli un po’ di pace, papà gli spiegava che poteva venire a stare con noi, dove io potevo tenere schermati gli altri di casa, consentendogli per la prima volta in vita sua di non essere costretto a sentire i pensieri altrui, a quel punto la palla passava a Lui, poteva accettare e per la gioia di mamma avremmo avuto un nuovo fratello o rifiutare per la mia gioia, già due fratelli erano abbastanza, e il profondo sconforto di mio padre che sarebbe stato di nuovo rifiutato da quello che in pratica era il suo primogenito.

< Piccola mi compri qualcosa in Italia???> Rose, dolce egocentrica Rose, a lei non fregava proprio nulla di questa storia, lei voleva solo una borsa di Gucci o qualcosa di simile. Anche Alice voleva che le comprassi qualcosa in Italia, ma era troppo presa dalle sue visioni, mi guardava con un sorrisetto che non prometteva nulla di buono.  < Cosa? Alice, dimmi cosa vedi ti prego>  sorrisone e occhiolino confermarono i miei sospetti < Eh no cara non ti anticipo nulla, vedrai!!!>. Ok adesso ero terrorizzata, le cose che normalmente per lei erano elettrizzanti per me erano veri e propri incubi, come quando qualche ragazzo della scuola mi invitava ad uscire o tentava di baciarmi, ed io scappavo terrorizzata. Mamma diceva che forse ero stata trasformata troppo giovane, ed era per quello che non avevo mai trovato la mia metà, si in quasi 100 anni ero sempre stata sola, mentre nella mia famiglia l’amore scorreva come acqua in un ruscello. Papà aveva trovato Esme poco dopo avermi trasformato, era più morta che viva, l’avevano portata direttamente in obitorio, mi aveva raccontato che appena l’aveva vista aveva sentito di amarla. Era successo la stessa cosa a Rosalie con Emmet, mentre Alice aveva visto Jasper appena finita la trasformazione. Si li invidiamo parecchio, io mi sentivo sola, era una costante anche nella mia vita umana, ero sempre stata sola, mio padre era morto in guerra, mia madre si era ammalata di spagnola e mi aveva mandata da lontani parenti, spersa nella campagna, ci erano volute settimane prima che sapessi che mia madre era morta, era venuto Carlisle a dirmelo, era il suo medico, ma non sapeva dove trovarmi, ovvio ero immersa nel nulla. Poi un uragano aveva colpito la casa dove abitavo, ricordavo solo le urla della donna ed un dolore atroce, poi il volto di Carlisle che mi sorride e io che gli chiedo < Papà sono morta?> < No piccola adesso ti rimetto in sesto> poi solo dolore, tanto dolore. Questi sono gli unici ricordi umani che ho. Chissà perché l’ho riconosciuto subito come un padre, mio padre, infondo non l’avevo mai visto. Sono talmente persa nei miei ricordi che non mi accordo neanche che siamo già in macchina.

 

Il volo verso l’Italia è lungo e noioso, ascolto il mio i-pod mentre papà legge uno dei suoi tomi di medicina, ad un certo punto non ce la faccio più e gli chiedo di LUI, la so già la storia del mio presunto fratello, ma devo capire perché stiamo facendo tutto questo, LUI ci ha rifiutato, ha rifiutato la vita che gli offriva papà, ha scelto di essere un mostro, di diventare una guardia dei Volturi,  una delle loro punte di diamante. < Tesoro mio, non imporrei mai a nessuno di voi il mio stile di vita, siete sempre stati liberi di andarvene, lo sai. Edward è l’unico che lo ha fatto, non potrei mai biasimarlo per questo, ho rispettato la sua scelta allora, ma credo che ora sia pronto per un ripensamento> sono sbigottita, papà ha pronunciato il suo nome, dall’ultima volta che l’ha fatto non so quanti anni sono passati, è stato il primo natale che Alice e Jasper hanno passato con noi. Mamma stava preparando il solito pacco regalo che ogni anno gli mandano, più o meno da sempre, ed Alice è arrivata con un maglione ed un paio di pantaloni neri, al nostro sguardo allibito ha risposto
< Non lo so, ho visto solo questo> così papà gli ha raccontato del suo primogenito, di come l’avesse salvato trasformandolo in uno di noi, su insistenza della madre di Edward. Di come Elazar, che allora era ancora un Volturo, li avesse raggiunti poco dopo la trasformazione, chiedendo ad Edward di unirsi alla guardia dei Volturi, e lui aveva accettato, lasciando mio padre nello sconforto più totale. Quasi un anno dopo aveva trovato me.

Ripensare a queste cose mi faceva imbestialire, si perché nonostante i regali, e nonostante mio padre si fosse recato a trovarlo molte volte nella corso della nostra esistenza, LUI ci aveva sempre rifiutato, non voleva conoscerci, non voleva tornare con noi, non ringraziava neanche per i regali.

< Papà e se dicesse di nuovo di no? Ne soffriresti ancora, io non voglio, LUI non merita il tuo affetto, te lo ha dimostrato più volte> Mio padre corrugò la fronte, gli faceva male pensare a questa possibilità, ma io dovevo preparalo a quella evenienza, Jazz mi aveva detto che la speranza in lui era fortissima e altrettanto lo sarebbe stata la delusione, così mi aveva chiesto di tentare di prepararlo a quella evenienza, che per me era più che certa, non credevo che avrebbe rinunciato così facilmente alla vita che si era scelto, per quanto stesse male, lo consideravo solo un egoista ed un egocentrico, non un fratello come avrebbe voluto mio padre.

< Isabella ti prego, ha un nome cerca di usarlo e cerca di dargli almeno una possibilità, è tuo fratello e sono certo che andrete d’accordo> il tono era di rimprovero, lo sapevo che non sopportava la mia, più che giustificata, diffidenza.

< Farò del mio meglio papà, ma di fratelli io ne ho due e mi bastano, lui al massimo potrei considerarlo un cugino, lontano, di quelli che non si vedono mai e nessuno sopporta> dissi con un sorrisino falso. Scuotendo la testa sorrise anche lui, ero testarda e lui lo sapeva meglio di chiunque altro, ma ero anche capace di ammettere i miei sbagli ed era su questo che contava.

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: lisa76