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Autore: piccolo_uragano_    16/03/2017    8 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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"... che non eri mica stanco, 
che nessuno mai è pronto 
quando c'è da andare via."
(Luciano Ligabue, Lettera a G)



A Kayla Lily Black, in quindici anni di vita da pura Serpeverde, era capitato pochissime volte di pentirsi di una scelta. Primo, perché in quanto appartenente alla casa di Salazar, aveva sempre adoperato la furbizia, l’astuzia e la capacità di adoperare qualsiasi mezzo possibile per raggiungere i suoi obbiettivi. Per questo, difficilmente era rimasta delusa, e sicuramente mai si era sentita come in quel momento.
Nell’ultima settimana, aveva scoperto cosa volesse dire pentirsi. Si pentì di non riuscire a dire a Fred, il ragazzo che amava, quanto in realtà lo amasse, si pentì di saper dimostrare di avere un cuore solo in situazioni di estremo pericolo, si pentì di essere così simile a suo padre e a tutti i Black in questo, e, in mezzo al corridoio che conduceva allo studio di Silente, si pentì di non aver dato ascolto a suo fratello Harry.
La scena che le si parò davanti, fu una cosa ai limiti dell’assurdo: mai aveva visto Robert con un’espressione del genere dipinta in viso. Camminava a pochi millimetri dal muro di pietra, e Kayla sentì chiaro e forte l’impulso di correre verso di lui per aiutarlo a stare in piedi, per aiutarlo a rimanere intero, il che era paradossale, visto che Robert era almeno quindici centimetri e dieci chili in vantaggio rispetto a Kayla. Più si avvicinavano, più lei si rendeva conto che mai, mai nella vita avrebbe pensato di vederlo ridotto in quel modo. Harry, invece, si fissava le scarpe e, come suo solito in situazioni difficili, non tradiva emozioni. Era solo sporco di terra e di sangue.
Le era chiaro, ancora da prima di vederli, che qualcosa di grave era successo. Le era chiaro dall’aria tesa che si respirava, dal silenzio insolito che avvolgeva il castello, dagli uccellini che non avevano cantato. Le era chiaro, e ora, davanti ai suoi fratelli, quella chiarezza le chiuse lo stomaco.
In quel momento, vedendo parte della sua famiglia ridotta in quello stato, Kayla si pentì di non aver dato ascolto a Harry solo qualche ora prima.
Qualcuno è in pericolo, Kayla, io l’ho visto.
Smettila, Harry. Vedi solo ciò che lui vuole che veda.

“Avrei dovuto darti ascolto.” Disse, quando ormai la distanza tra loro era ridotta a pochi metri.
“Avresti decisamente dovuto.” Rispose Harry, tradendo un tono di voce tremante che non gli apparteneva affatto.

Dodici ore prima.
“Ne sei davvero convinta?”  Harry sembrava davvero furioso.
“Sì.” Affermò lei. Era la prima volta, da settimane, in cui riuscivano a parlare faccia a faccia. “Non posso dirti come o perché, ma ho avuto modo di fare ricerche più approfondite sull’Occlumanzia, la Legilmanzia e chi è in grado di padroneggiarla. Questa … questa connessione tra te e lui, insomma, non …”
Voldemort!” esclamò lui, alzandosi. Il tramonto illuminava il Lago; la pelle candida di Kayla avrebbe sfruttato naturalmente quella luce come aveva sempre fatto, ma era talmente stanca e triste, negli ultimi giorni, da sembrare semplicemente di marmo. “Per Merlino, Kayla, chiamalo per nome!”
Kayla non si alterò: sembrava non aver assolutamente notato quanto Harry fosse emotivamente provato. Fece un respiro profondo. “Questa connessione tra te e Voldemort, Harry, non è del tutto normale. Non ho mai letto di una cosa del genere. Te lo giuro, Harry, è ai limiti dell’assurdo, e credo che lui la stia sfruttando a suo favore.”
Harry scosse la testa. “Non mi interessano le tue ricerche in qualche reparto nascosto della biblioteca della scuola, Kayla, diamine, ti sto chiedendo aiuto e in questo momento non ho tempo per ascoltare quanti conti non ti tornano.”
Di nuovo, Kayla sembrò assolutamente indifferente all’improvvisa cattiveria del fratello. Si alzò e si parò davanti a lui. “Hai detto di aver visto che ha preso qualcuno. Chi hai visto? Chi ha preso?”
Harry scosse la testa. “Non lo so.”
“Stai mentendo, Harry. So bene quando menti.” Contestò, incrociando le braccia.
“E allora saprai anche perché mento.”
“Tu e Robert dovete smetterla, okay, dovete smetterla con questa idea di dovermi proteggere ad ogni costo, cazzo, sono una persona che sa tener testa ai problemi della vita! Tu, lui, i gemelli e quei due stronzi! Cosa ho scritto in fronte, per Salazar, si può sapere?”
“Quei due stronzi chi?”
Kayla gonfiò il petto. “Nessuno.”
“Io ti starò anche mentendo, ma tu stai nascondendo qualcosa di davvero grosso.”
“E tu stai evitando l’ipotesi che Voldemort ti stia semplicemente usando come burattino. Chi è messo peggio?”
Harry si passò una mano nei capelli. “Vuoi aiutarmi o no?”
“No!”
“Va bene!” rispose, girando sui tacchi e andandosene.
Kayla, facendo una smorfia che tradiva rabbia, tirò un sasso nel Lago. “Vaffanculo.” Disse.
“Ti ho sentita!” gridò Harry, ormai lontano.
“Bene, Harry, vaffanculo!” disse, più forte.
Harry non rispose, sentendo chiaramente Robert, avvolto nel Mantello nell’Invisibilità, camminargli accanto.
“Perché non le hai detto che è papà?”
“Perché reagirebbe anche peggio di te.”

“Kreacher ha detto che a casa non c’è nessuno! E allo Specchio non rispondono!” sbraitò Harry.
Robert si passò una mano sul viso. “Non può essere. Harry, andiamo, non può essere che sia successo qualcosa e non ci abbiano avvertito. Siamo i loro figli!”
“Chi dovrebbe avvertirci, Robert?!” rispose il minore. “Silente e la McGranitt sono fuorigioco, e Hagrid è sparito! Ti aspettavi che mandassero un gufo?”
“C’è sempre Piton.” Rispose Hermione, mostrandosi calma. “Martha si fida di Piton.”
“Beh, Martha sbaglia.” Replicò Harry.
“Dimmi una sola volta in cui si è sbagliata.” Replicò Ron. “Conosco Martha da prima di te, Harry, forse non ci sono così legata, però ti giuro che non si è mai sbagliata.”
Harry parve davvero infastidito da quanto il suo amico avesse appena detto. “Ho bisogno che voi siate con me in questo.” Ammise. “Non abbiamo tempo per aspettare Piton, o chi per lui. Se Sirius è in pericolo, non mi riesce difficile pensare che Martha sia con lui, e voglio assolutamente escludere l’idea che lei sia già …” l’espressione di Robert lo bloccò. “Che le sia già successo il peggio.”
Neville Paciock, in quel momento, sorprese tutti. “Allora” disse “come li raggiungiamo in tempo?”

“Non credo sia del tutto sicuro cavalcare qualcosa che non posso vedere.” Protestò Robert, mentre Harry cercava di spiegargli come salire a bordo del Thestral.
“Devi soltanto fidarti.” Ribatté Luna, sorridendogli.
“Sto comunque per cavalcare qualcosa che, secondo i miei occhi, non esiste.”
Hermione, già fiduciosa a bordo del suo destriero, si avvicinò a lui. “Guarda me, Robert.”
Era sorprendentemente divertente vederla a cavallo di qualcosa di assolutamente invisibile. Alla luce del fatto che Hermione fosse la persona di cui più si fidava al mondo (alla pari con sua madre Martha, che probabilmente in quel momento era in grave pericolo), riuscì a seguire le indicazioni di Harry, e fidandosi del niente riuscì a cavalcare qualcosa che non riusciva assolutamente a vedere. Quando sentì di essere in sella, si lasciò sfuggire un sorriso.
Ginny, a bordo del suo quasi-cavallo invisibile, si avvicinò a lui. “Dove sono Kayla, Fred e George?”
Robert scosse la testa. “Sono mesi che quei tre hanno in ballo qualcosa, qualcosa di grosso.”
“E tu non hai idea di cosa sia?” domandò Hermione.
“Io no, ma sono quasi sicuro che tu lo sappia.” Disse lui, tranquillo. Lei abbassò la testa. “Il fatto che tu non stia negando conferma il tutto.”
“Non mi pare questo il momento adatto per parlarne.” Rispose lei, cercando di domare il Thestral.
“Hermione, guardami.” Le disse Robert, raggiungendola a fatica. “Guardami in faccia e dimmi che mia sorella e i miei amici non corrono pericoli.”
“Sicuramente non corrono pericoli grandi quanto il resto della tua famiglia in questo momento.”
A quelle parole, con un solo leggero tocco della mano, Robert riuscì ad alzarsi in volo.

“Mi sono fidato, Harry, perché sei mio fratello e mi fido di te: mi sono fidato, ho visto Ron aggredito da un cervello che sembrava un polipo, ho visto Hermione che non riesce più a parlare, ho una targhetta sul maglione con il mio nome e scritto Missione di Salvataggio, però adesso guardati attorno.”
Robert mostrò con un gesto della mano il posto che li circondava: bui scaffali altissimi zeppi di sfere che portavano nomi e cognomi dei destinatari.
“Non ho idea di cosa siano queste cose, davvero, ma la cosa di cui sono sicuro è che mamma e papà non sono qui.”
Harry si guardò attorno furioso. Poi, istintivamente, allungò le mani verso la sfera con il suo nome. Evidentemente, si disse, era lì per un motivo, e non aveva la minima intenzione di tirarsi indietro. Con la certezza che Martha e Sirius non fossero lì, che non fossero in pericolo, si sentì più sicuro di sé e meno vulnerabile. La certezza che, comunque fossero andate le cose, Robert gli avrebbe coperto le spalle, gli diede la spinta per afferrare quella piccola sfera, aspettandosi che succedesse qualcosa. Sentiva il disappunto di Robert e degli altri davanti a quel suo gesto, ma, si disse, che se c’era il suo nome, nulla di male sarebbe potuto accadere.
Non accadde niente. Percepì il fatto che Robert fosse tornato a respirare, mentre toglieva la polvere dalla sfera, quando una voce fredda risuonò dietro di loro.
“Molto bene, Potter, molto bene, adesso, da bravo, voltati e dammela.”
Robert ringraziò Merlino che Kayla avesse egoisticamente scelto di non seguirli: era sicuro che, dinnanzi al padre di Draco, avrebbe avuto paura e al contempo voglia di mostrarsi troppo forte.
“Dammela, Potter.”
Harry gonfiò il petto mentre, in pochi secondi, vennero circondati da velocissime nuvole nere che in pochi istanti diventavano persone. Non solo erano in trappola, ma in netto svantaggio numerico.
“Non costringermi a ripetere le cose più di due volte, Potter.” Lo incitò Malfoy, per poi piegare le labbra in una smorfia che, presumibilmente, avrebbe dovuto ricordare un sorriso. “Oh, ti stai chiedendo dove sia il tuo padrino, vero? Eppure, il tuo amico te lo aveva detto chiaro, prima: loro non sono qui. È giunto il momento di crescere e apprendere la differenza tra realtà e sogno.”
“Non osare pensare che si piegherà a te.” Rispose Robert.
“E tu non osare parlarmi, sei la vergogna di ogni Purosangue. Dammi la profezia, Potter.”
Decisamente, per Kayla decidere di non seguirli era stata la cosa migliore, si disse Robert mentre scuoteva la testa.
“Profezia, la chiami?” riprese Robert, con i piedi fermi paralleli a quelli di Harry. “Direi che ci devi giusto un paio di spiegazioni, caro Lucius.” Allungò di pochissimo la mano verso Harry, che capì all’istante e gli passò la sfera di cristallo. Lui, da ottimo giocatore di Quidditch, se la passò da una mano all’altra come se non pesasse e non fosse di vitale importanza per nessuno.
Una donna, che assomigliava al ritratto di Walbruga Black, sembrò spazientirsi. “Accio profez-“
“Protego!” urlarono sia Harry che Hermione. Robert sorrise, facendo definitivamente perdere la pazienza ai due.
“Vedo che sapete come giocare.” Disse di nuovo Lucius. “Benissimo, allora.”

“Petrifucus Totalus!”
Era la voce di Robert, Martha ne era sicura. I riccioli corvini che aveva davanti a lei, erano di sicuro quelli del suo bambino, che era cresciuto troppo in fretta. Lei, Sirius, Rose, Remus, Tonks ed il resto dell’Ordine si erano appena Smaterializzati nell’Ufficio Misteri, trovandovi il caos: una scarsa decina di adolescenti che teneva testa a una ventina di Mangiamorte, e Merlino solo poteva sapere da quanto stessero combattendo.
“Bel colpo, pulce!” Gli sussurrò Sirius all’orecchio, con il suo solito tono pacato, mentre il ragazzo cercò di nascondere il sollievo alla consapevolezza che suo padre stesse bene. Si rese conto in quel momento di essere terribilmente stanco, pieno di sangue (probabilmente in parte suo) e, guardandosi attorno,si rese conto di quanto seria e tremendamente grave quella situazione fosse.
“Avery! Da quanto tempo!” aveva già strillato Martha, pochi attimi prima di Evocare con un leggero movimento della bacchetta una corda e legandogli polsi e caviglie, facendo sì che cadesse a terra.
Fece giusto in tempo a voltarsi per vedere Robert che puntava la bacchetta contro Lucius Malfoy, accanto a sua zia Rose e a suo padre, mentre Harry e Remus si trovavano faccia a faccia con Bellatrix, Tonks aveva appena Schiantato Mulciber. Neville, Hermione, Luna, Ginny e Ron erano a terra, sfiniti.
Martha aveva sempre avuto la caratteristica di rimanere perfettamente lucida e distaccata anche in situazioni come quella: era per quello, si era sempre detta, che era riuscita ad essere un buon Auror. Avrebbe fatto i conti con il carico emotivo di quella battaglia solo quando ogni mago o strega presente in quella stanza avesse abbassato la bacchetta, sano e salvo. Sfortunatamente si accorse che Robert non aveva quella stessa caratteristica: nei suoi occhi, infatti, c’era il panico totale.
“Vattene, Robert: non sei lucido.” Disse Rose, fornendogli un Sortilegio Scudo da un Mangiamorte rimasto incappucciato che lo stava attaccando alle spalle.
Martha fu più veloce: Schiantò Lucius e si parò davanti ai suoi figli. “Andatevene.” Ordinò, poi notò la mancanza della terzogenita. “Kayla è ferita?”
“Kayla è rimasta al castello.” Rispose Harry. “E noi non ce ne andremo.”
“Ora è anche la nostra battaglia.” Aggiuse Robert.
Martha, memore degli allenamenti del primo Ordine della Fenice, riuscì a sentire passi dietro di sé, voltandosi e lanciando un Protego non verbale alla Cruciatus di Mulciber.  “Colpisci una donna alle spalle?” Lo provocò. “Sei sleale, oltre che codardo.” Detto questo, gli lanciò una Fattura Ustionante prima che Kingsley potesse difenderla, e notò che Rose e Sirius, a tre metri di distanza, stavano tenendo testa a cinque figure incappucciate, mentre Bellatrix ordinava a Harry di darle la profezia e Malfoy si stava lentamente riprendendo.
Subito dopo, Macnair prese alle spalle Harry, premendogli un braccio attorno alla gola, ma prima che Martha potesse correre a difenderlo, un Mangiamorte sconosciuto la attaccò. Lei si difese con un Sortilegio Scudo non verbale giusto in tempo, riuscendo a comprendere anche i ragazzi. Prima che lui potesse contrattaccare, lei lo Schiantò senza battere ciglio, dirigendosi a grandi passi verso Macnair.
“Lascia stare il ragazzo, bastardo.” Ringhiò, puntandogli la bacchetta contro, conscia che, se avesse attaccato, lui avrebbe usato Harry come scudo.
“Altrimenti che mi fai?” sorrise lui.
“Temo proprio dovrei ucciderti, Macnair.”
“Tu non uccideresti mai nessuno, Redfort. Nemmeno tuo padre era in grado di fare del male ad una mosca, infatti guarda come è morto …”
Non lo lasciò finire: vide che Harry stava soffocando, e, senza pensarci, si rese conto che era abbastanza vicina da spaccargli il naso con un pugno alla babbana, senza mai tradire in volto emozioni diverse dal disgusto. Quando lui si piegò indietro, con le mani sul viso coperto di sangue, lo Schiantò e accarezzò la testa di Harry.
“Prendi gli altri e andate via.” Gli disse. “So che non vuoi, so che ti senti sicuro, pronto e grande abbastanza e un sacco di altre cose, credimi, lo so davvero, ma ti sto pregando di salvarti.”
Harry rimase stupito. Martha lo stava pregando? Amava lui e Robert a tal punto?
“Noi restiamo con voi!” rispose il ragazzo.
“Potter!” lo chiamò Malfoy, ma Martha gli si parò davanti, proteggendolo con entrambe le braccia.
“No, vattene, Lucius: gli avete già portato via troppo.”
“Oh, che scena commovente!” sorrise l’uomo. “Ti ricordo, Redfort, che l’ultima donna che ha protetto così quel ragazzo è stata freddata dal Signore Oscuro in persona.” Fece per puntarle contro la bacchetta nera e lunga, ma venne Schiantato alle spalle, di nuovo.
Sirius, con la bacchetta ancora puntata, venne a sua volta puntato da Bellatrix, bloccata da Remus.
“Harry, raduna gli altri e vattene!” gridò il licantropo, immediatamente distratto dalla visione di uno degli sconosciuti che attaccava Tonks. Martha, seguendo il suo sguardo, attaccò l’uomo con una seconda Fattura Ustionante, e Tonks rimase a guardare l’uomo contorcersi per il dolore.
Harry si lasciò convincere da uno sguardo di Hermione e Robert, che si erano appena caricate in spalla Neville.
Martha avrebbe voluto dire loro moltissime cose (che li amava, di mettersi in salvo, di correre via e non voltarsi indietro, di avere cura di Kayla e Anya, di correre sempre, di vivere al massimo, di ricordarsi tutto ma non rimpiangere mai) ma non fece in tempo a dire loro niente: sentì Bellatrix ridere in un modo che conosceva fin troppo bene.
“No!” gridarono lei, Rose e Robert all’unisono.
No.
Lei e Rose si misero tra Bellatrix e Sirius, nel momento esatto un cui lei lanciò un perfetto Anatema Che Uccide verso il petto del cugino.
Martha si sentì morire ancora prima di saltare.



Vi prego vi prego vi prego di non disperarvi. 
So che è cattivissimo come finale aperto, me ne rendo conto, ma vi prego di considerare che niente è mai come sembra. Mai. 
Okay, detto ciò propongo un grazie in coro a Benny aka Always_Potter, primo per il banner fantastico, e poi perchè, con la pazienza di una mamma e l'amore di una sorella, mi aiuta moltissimo (anche) in questo. 
Detto ciò, non avevo assolutamente in mente di pubblicare oggi, ma viste le vostre ultime recensioni mi è tornata voglia di scrivere, sistemare e pubblicare in un pomeriggio. Quindi il merito di questo aggiornamento va a voi. 
Vi anticipo che la seconda parte di questo colpo al cuore è pronta da settimane, quindi non dovrei metterci tanto a pubblicarla. 
Stay tuned.
C xx 
   
 
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