LA
STAGIONE
DELLE PIOGGE
Erano passati dieci giorni dalla scomparsa di Taichi e Sora.
-Mi
manca mia madre. E la mia casa. E la biancheria pulita.
Scommetto che ci stanno ancora cercando. Dici che si sono arresi?- la
ragazza
continuava con le sue paranoie isteriche mentre incideva una X
sulla
pietra posta all'ingresso della capanna.
-Tu
continueresti a cercare un oggetto che pensi di non trovare
mai più?-
Taichi
c'era andato giù pesante, ma stava davvero iniziando a
demoralizzarsi. Ciononostante la ragazza lo riprese alzando il tono
della voce:
-Ma
non siamo mica oggetti, Taichi!-
Però
il ragazzo invece di rispondere cambiò discorso.
-L'accendino
è andato! Stavolta è arrivato davvero il momento
di
imparare ad accendere un fuoco. Mi aiuti a prendere un po' di legna?-
Risero
all'unisono e iniziarono a recuperare diversi pezzi di
legna fino a quando l'urlo della rossa allarmò l'amico.
-Che
succede?- Urlò
il moro
precipitandosi verso la ragazza, che affondò
subito la
testa sul suo petto. Quando si voltò
a guardare
nella direzione in cui un'istante prima Sora stava raccogliendo la
legna scorse
uno scheletro in mezzo al fogliame caduto.
-Oh
mio Dio! Per quanto tempo è stato qui a fingere con
sé stesso
come noi che lo avrebbero ritrovato?- sentì le lacrime di
Sora bagnargli il
petto. La strinse forte a sé.
-Noi
non siamo lui Sora. Forse era un indigeno o qualcuno che non
aveva nessuno. Noi abbiamo delle famiglie che ci amano e che non
smetteranno
mai di cercarci.- La rincuorò, nonostante nemmeno lui era
convinto di quelle
parole.
-E ancora di più...- continuò
-Io ho te... e tu hai me... e questo è più di
qualcosa. Ce la caveremo, Sora.
Andrà tutto bene. Non ti succederà nulla, te lo
prometto.-
Quegli
occhi, gli occhi di colui che quattro anni prima aveva
capito di amare, e quelle parole dette con un tono così
dolce riuscirono a
rassicurarla.
Taichi,
avvicinò la mano al viso della ragazza accarezzandolo
dolcemente fino a ritrovarsi ad un centimetro di distanza dalle sue
labbra.
Un
bacio, tenero ed innocente, ma che fu in grado di cambiare
totalmente l'atmosfera tragica che si era creata attimi prima.
Quella
notte dormirono abbracciati. Sora, tra quelle
braccia che tanto aveva desiderato si sentiva talmente bene
che crollò
quasi all'istante.
Mentre Taichi prima di addormentarsi continuò a pensare a
quel bacio per
diverso tempo fino ad arrivare ad una sola certezza: nel momento in cui
le loro
labbra erano entrate in contatto si era sentito attraversare da una
scossa
elettrica che lo aveva convinto che quell'emozione sarebbe durata per
sempre. In
quei quattro anni aveva solo omesso la verità facendo finta
di non provare
nulla e facendo sì che il rancore nei confronti di Sora
avesse vinto.
Però quel bacio aveva ribaltato completamente la situazione.
***
Svegliata dall'aurora, Sora, sorrise rendendosi conto di aver passato
la notte
abbracciata al suo amato e ripensando al dolce bacio che si erano dati
arrossì.
È
vero, non era stato un bacio lungo e passionale come quelli che
si vedono nei film ma era stato meraviglioso a modo suo.
Ma soprattutto ripensò a come lui fosse tornato ad essere il
Taichi di una volta,
forse ancora più dolce.
Nonostante
erano stati divisi per quattro lunghissimi anni, il
destino anche se in un modo subdolo, aveva fatto in modo di regalargli
una
seconda chance.
Forse le loro anime erano destinate a stare insieme.
Sorrise a quel pensiero.
***
Un
mese dopo...
-Ad un mese esatto dalla scomparsa di Sora Takenouchi e Taichi Yagami,
i due
studenti di Tokyo, dispersi a largo della costa tra l'oceano Pacifico e
il mar
Cinese orientale sono state ufficialmente sospese le ricerche.
È ormai
convinzione delle autorità, a maggior ragione dato l'inizio
della stagione
delle piogge, che le ricerche siano ormai inutili.-
Erano
tutti sconvolti e senza parole davanti ai Notiziari delle TV
locali. I genitori dei ragazzi, Hikari, le compagne di Sora e il resto
del
gruppo dei Digiprescelti non si erano disinformati un attimo
dell'accaduto e
non potevano davvero credere a quella notizia.
Le famiglie Yagami e Takenouchi decisero quindi di continuare le
ricerche in
modo autonomo, di certo loro non si sarebbe arresi così in
fretta.
***
Ormai, dopo un mese, si erano abituati alla vita da naufraghi.
O forse si erano anche rassegnati.
Si
erano trasferiti in una caverna che avevano scoperto proprio
dietro la cascata della laguna, per ripararsi viste le piogge senza
sosta.
Ma
Taichi era stanco.
Lui era uno spirito libero e stare sempre chiuso dentro quella caverna
buia lo
stava facendo impazzire così uscì sotto lo
sguardo confuso di Sora.
-Basta
far finta di nulla! È questo il trucco.- La rossa rise.
-Tu
sei pazz...-
Ma Taichi la bloccò prendendola dal braccio e tirandola
verso di lui.
-Posso
avere l'onore di questo ballo, signorina Takenouchi?-
-Sì,
confermo sei pazzo!-
Ballarono
per ore sotto la pioggia, proprio al centro della
laguna, tra inchini giravolte e baci.
Avevano
trovato la serenità.
Iniziarono
a cantare a squarciagola e senza rendersene conto
cantarono una canzone che li aveva accompagnati nella sua intensa
amicizia.
Avevano sempre amato quella canzone senza capirne davvero il
significato.
Finalmente adesso iniziavano a capirlo.
"Where
there is desire
There
is gonna be a flame
Where
there is a flame
Someone's
bound to get burned
But
just because it burns
Doesn't
mean you're gonna die
You've
gotta get up and try
try try
Gotta
get up and try try
try"
Try-Pink
-Non
sapevo che la pioggia ti mettesse di buonumore.-
-Non
sai molte cose di me a quanto pare, cara Sora.- La sfidò il
ragazzo.
-E
poi, io ho sempre amato la pioggia, anzi ho sempre amato i
temporali. Tuoni, pioggia, scarpe bagnate, pozzanghere. Non chiedermi
perché ma
tutto è bello sotto la pioggia. Da piccolo mi sentivo come
un supereroe a
cavallo della mia bici sull'asfalto pericolosamente scivoloso.-
-Un
supereroe pieno di cicatrici.- lo riprese ridendo la ragazza.
-Scema!-
Borbottò lui per poi proseguire il discorso.
Stranamente quel giorno era un chiacchierone.
Sora pensò che la pioggia doveva per forza piacergli davvero
tanto.
-I
temporali mi facevano sentire come un’emozione elettrizzante.
E
tu, mi facevi venire le vertigini come la sinfonia di un temporale.-
La
rossa rimase spiazzata da quella confessione inaspettata e
detta in modo così naturale.
Non riusciva a parlare.
Ma Taichi continuò quella confessione sconvolgendo ancora
più la ragazza. Aveva
tante cose da dirle, una volta per tutte.
-Eri
la mia tempesta in un giorno di sole, il mio lampo in un
cielo noioso senza nuvole. Mi ricordo che appena sveglio divoravo la
colazione,
per venire a bussare alla tua porta, stare insieme a te tutto il giorno
e
tornare a casa solo per mangiare e dormire. Giocavamo a calcio, a
nascondino,
ti spingevo sull'altalena, ci arrampicavamo sugli alberi.
A Digiworld cercai di starti più vicino possibile, e quella
volta che Datamon
ti portò via da me mi sentii un essere piccolo e inutile e
pur di salvarti
avrei dato la mia vita.
Stare con te e farti da spalla mi rendeva felice e non desideravo
nient'altro. Poi,
arrivò quel giorno dove appresi del tuo flirt con Yamato e
il mio bellissimo temporale divenne
improvvisamente come la siccità. Mi hai spezzato il cuore.
Mi mancavi
immensamente e solo allora mi resi conto di amare quel temporale
più della mia
stessa vita. Vita, che cambiò radicalmente da quel giorno
fino al momento in
cui ci ritrovammo sperduti in quest'isola.-
La
ragazza che stava piangendo presa da quel racconto decise che
era arrivato il momento di dire qualcosa anche lei.
-Scusami
Taichi! Ero solo una ragazzina. Non avevo mai capito
nulla dell'amore e delle sue sfaccettature. Vedere tutte le ragazzine
innamorate di Yamato, il chitarrista misterioso dagli occhi blu mi
aveva
confuso le idee. Volevo sentire le farfalle nello stomaco
o qualsiasi altro
volatile. Mi sono accorta solo dopo averti perso che Yamato non mi
faceva
sentire come mi facevi sentire tu. E quando hai cominciato ad ignorarmi
totalmente è stato ancora peggio. Non avevo più
voglia di venire a scuola. Mi
sentivo a disagio a stare in classe con te. Proprio quando
avevo capito di
amare qualcuno, quel qualcuno era sparito, e al suo posto era rimasto
un odioso
e insopportabile pezzo di merda che non mostrava un briciolo di
rispetto nei
miei riguardi.-
Il
ragazzo le asciugò le lacrime per
poi baciarla.
-E’
tutto finito!- La rassicurò.
Ormai
i baci sotto la pioggia erano diventati sempre più
passionali, e di certo quelle confessioni avevano reso
l'atmosfera ancora
più intensa.
Senza
rendersene conto, Taichi, sollevò la ragazza e continuando a
baciarla la portò dentro la caverna.
La adagiò delicatamente sempre senza staccarsi da lei in
quello che attualmente
era il loro letto fatto di fogliame.
Cominciò
a baciarle il collo bagnato dalla pioggia e piano piano
si poggiò sopra di lei.
Cercò ancora la sua bocca per approfondire il bacio.
Con
maggiore desiderio la accarezzò con la mano, partendo
dall'interno coscia salendo sempre più in alto, facendo
gemere la rossa.
-Sei
perfetta, Sora!-
-Baciami, ti prego non ti fermare!- Lo zittì lei presa ormai
troppo dal
desiderio.
Con
le mani ferme abbassò la zip sfilandole lentamente gli
shorts
per poi tornare subito nella posizione prona.
-Adesso
sì che posso baciarti ovunque.-
La
baciò con fervore, prima le labbra, poi il collo, e infine i
seni
spostando il bikini, l'unica parte vestita della ragazza.
Sora
gemette più forte quando il ragazzo prese i capezzoli tra le
labbra e inarcò la schiena affondando le dita nella chioma
bagnata del ragazzo.
D'improvviso
lui avvicinò il suo viso a quello della ragazza.
-Sicura di volere continuar..-
-Sì!- lei non aveva alcun dubbio.
Taichi
sorrise e si alzò per togliersi i vestiti bagnati, per poi
tornare su di lei e sfilarle il bikini.
Si
baciarono ancora intensamente.
Poi Taichi scivolò lentamente dentro di lei facendo
attenzione a non farle
male, baciandole il palmo della mano che stringeva tra la sua.
Quando
anche lei cominciò a muoversi, Taichi aumentò il
ritmo fino
a raggiungere insieme l'apice del piacere.
Non
appena ripresero fiato la guardò per qualche istante notando
il suo viso rosso dall'imbarazzo.
Era bellissima. E sorridendo le baciò quelle guance rosee.
L'amore.
Sora aveva fatto l'amore con l'unico ragazzo che aveva da
sempre amato.
E nonostante si erano separati per anni, adesso erano
lì: nudi,
abbracciati, i loro corpi sudati sotto il riflesso dei
raggi di luna che erano iniziati ad entrare
nella caverna.
Continuavano
a guardarsi estasiati, scordandosi completamente di
essere due naufraghi.
"'Cause
all of me loves all of you
Love
your curves and all your edges
All
your perfect imperfections
Give
your all to me, I'll give my all to you
You're
my end and my beginning
Even
when I lose, I'm winning
'Cause
I give you all of me
And
you give me all of you, oh"
John
Legend - All Of Me
Note
dell'autrice:
E
come promesso ho postato il capitolo, che dovrebbe essere il
più completo (lo spero almeno).
C'è il bacio, la confessione e la parte leggermente
più spinta che qualcuno
aspettava (considerando il rating giallo non potevo andare oltre.) XD
Rimane solo il capitolo finale.
Spero di non metterci secoli a scriverlo perché ho un'altra
long Taiora in
progetto!
Grazie come sempre a chi legge e recensisce.
E chiedo scusa come sempre per gli errori. :*
Wendy