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Autore: trenodicarta    29/03/2017    1 recensioni
Simone e Viola si avvicinano, lui le offre la sua amicizia e lei la accetta con diffidenza. Lei nasconde una storia tormentata e lui un segreto doloroso. Lei è ferita, lui è l'ultimo che possa guarirla. Il loro rapporto si fortifica ogni giorno sempre di più, fino a quando Viola non scopre la vera identità di Simone, da quel momento ogni sua certezza si distrugge, di nuovo.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 13


E tu sei la ragazza che ha mandato in galera mio figlio, se non sbaglio. 

Quelle parole le rieccheggiarono nella mente per un tempo che le sembrò infinito.

- Come scusi? - Sperò di aver sentito male, ma quella speranza fu vana: le parole di Luigi erano fin troppo chiare.

Quell'uomo non era solo il patrigno di Simone. Era il padre di Riccardo. Era colui che l'aveva salvata quella notte, colui a cui avrebbe dovuto mostrare riconoscenza. Ma come poteva ringraziare un uomo che l'aveva appena incolpata di aver mandato in prigione un folle?
Viola non aveva più voluto sapere nulla del processo, nemmeno l'esito. Sapeva che avrebbero mandato dentro Riccardo, quello era scontato dopo tutto ciò che le aveva fatto, ma non aveva mai voluto conoscere la durata di tale pena. Nessuna quantità di anni avrebbe reso giustizia a ciò che le era accaduto.

- 15 anni. - Si limitò a mormorare amareggiato Luigi, come leggendole nel pensiero.

Viola non si sentì sollevata, ad ogni modo fu lieta che anche a Riccardo fosse stato portato via qualcosa: il tempo.

- Riccardo non è un cattivo ragazzo. Non voleva fare quello che ha fatto. - Erano frasi incoerenti, dette da un uomo che cercava in tutti modi di convincere se stesso di aver cresciuto un bravo figlio. - Lui parla ancora di te, è dispiaciuto. -

Viola alzò un sopraciglio, assumendo un'aria scettica davanti a quelle farneticazioni. 

- è dispiaciuto per cosa? Per avermi quasi uccisa? - Quel dialogo stava prendendo una piega del tutto errata e quel tono amaramente ironico utilizzato dalla ragazza non fece che peggiorare le cose. 

- E se ti fossi sbagliata? - Insinuò Luigi, osservandola con occhi lucidi e speranzosi. Sperava che lei rispondesse: "Certamente, è stata colpa mia, suo figlio è buono". 

- Come, scusi? - Nuovamente Viola sperò di non aver compreso bene quell'atroce domanda.

- E se lui avesse bevuto? - Ipotizzò a quel punto l'uomo, come a voler giustificare l'accaduto incolpando l'alcol. - L'hai dipinto come un mostro possessivo. Eppure tu l'hai tradito, è normale che fosse geloso. - Quelle accuse infastidirono Viola, la quale fece un passo indietro decisa ad andarsene prima che tutto degenerasse. Così come accadde entro pochi istanti, quando Luigi pronunciò un'ultima dolora frase:

- Forse sei stata tu a provocarlo. - 

Viola si portò una mano al petto. Era come se una lama si fosse conficcata nel cuore.
Era stata lei?
Lo aveva provocato?
Era colpa sua? 
Si era meritata tutto ciò? 
Senza rendersene conto alzò una mano e poco dopo sentì il palmo bruciarle. Aveva tirato uno schiaffo a Luigi. 

- Lo sa, volevo dirle grazie per quello che ha fatto, se non fosse per lei io non sarei qui. Però...dopo tutto ciò che mi ha appena detto mi rendo conto di non doverle nessun ringraziamento. Lei non merita nulla. Suo figlio è uno psicopatico, non era ubriaco. Era sobrio. qualsiasi condanna gli abbiano dato non sarà mai abbastanza. Dovrebbe accettare il fatto di aver cresciuto un mostro e andare avanti. -

Luigi la fissava con occhi spalancati, non riuscendo a capacitarsi di quanto fosse accaduto. Non era l'unico lì dentro a sentirsi spaesato, a Viola sembrò quasi di star soffocando in quella stanza dove solo l'astio poteva trovar spazio. La ragazza diede le spalle a quello sconosciuto, fuggendo via  quasi correndo, mentre qualche lacrima le scorreva lungo le guance. 
Lei non piangeva mai, lei si teneva tutto dentro, ma quella volta le fu impossibile, era troppo da sopportare persino per lei. 
Si passò una mano al di sotto degli occhi lucidi, scacciando le lacrime nella speranza che nessuno si accorgesse di qualcosa. Avrebbe voluto salutare la madre di Simone, ma andò diritta verso l'uscio, chiudendosi la porta alle spalle e traendo un profondo respiro prima di avviarsi verso la macchina di Simone, che paziente la attendeva davanti al vialetto. 

- Ehi ci hai messo un po', trovato la borsa? - 

Viola annuì silenziosa, mentre fingeva di guardare fuori dal finestrino. Non le andava di parlare, perchè sapeva benissimo che se avesse aperto bocca, sarebbe scoppiata in lacrime.
*** 

Il silenzio non servì a nulla, ben presto Simone si accorse dello stato d'animo tormentato della ragazza. Dopo aver messo piede dentro l'appartamento del poliziotto, Viola si era seduta sul divano, fissando un punto davanti a sè nel vuoto, prendendo a rispondere  solamente a monosillabi, circondata da un alone di apatia che ben presto snervò Simone. 

- Ho fatto qualcosa che non va? - Chiese di punto in bianco. - Sembri arrabbiata con me eppure mi sembrava che stesse andando tutto bene. Vuoi parlare o devo leggerti nel pensiero? -

Viola si voltò ad osservarlo sorpresa, come se si fosse accorta solo in quel momento della sua presenza. Pian piano la sua espressione mutò, prese difatti a scrutarlo con una luce che Simone non le aveva mai visto negli occhi.  

- No, non voglio parlare... - Dichiarò decisa, mentre con altrettanta determinazione si muoveva verso di lui. Quando lo raggiunse gli gettò inaspettatamente le braccia al collo e lo baciò con trasporto, stringendosi a lui con forza. Aveva così tanto bisogno di sentirlo vicino in quel momento.

Quel bacio era passionale quasi quanto quello che si erano scambiati per la prima volta settimane prima, ma questa volta non era ubriaca, non di alcol perlomeno. 
Era sobria mentre con decisione muoveva le proprie labbra sulle sue, ed era altrettanto sobria quando si ritrovò a sussurrare all'orecchio del poliziotto: - Voglio fare l'amore con te. -

Un brivido percorse la schiena di Simone, il quale rimase sbalordito davanti a quella confessione. Era incredibile come Viola potesse passare da un estremo all'altro con tale facilità, un secondo prima a malapena riusciva a rivolgergli parola e un secondo dopo era in grado di dire quel genere di cose con una disarmante naturalezza.

- Anche io. - Sussurrò a sua volta il poliziotto, senza nascondere una leggera nota di eccitazione nella voce. Un sorriso sereno spuntò sul viso della ragazza, convinta di poter ottenere ciò che aveva appena implicitamente domandato.

Le mani di Viola vagarono sul petto di Simone, prima di prendere a sbottonargli con decisione la camicia. Si bloccò solo quando sentì le mani le mani del ragazzo circondarle il viso, sollevandolo di modo che i loro occhi si potessero incontrare.

- Non posso farlo. - 

Per quanto Simone avesse utilizzato un tono cauto nel pronunciarle, quelle parole la colpirono con una violenza disarmante, ferendola quanto avrebbe fatto uno schiaffo in pieno viso.

- Come sarebbe no? - Domandò ferita Viola, facendo un passo indietro. Perchè la stava respingendo? Perchè le stava facendo così male?

Rifiutarla non fu semplice nemmeno per Simone. Quest'ultimo la desiderava con tutto se stesso, andare a letto con lei avrebbe voluto dire abbattere ogni barriera, sentirla finalmente vicina, ma era quello il momento giusto? 

- Perchè vuoi farlo proprio ora? - Chiese a quel punto il ragazzo, dando voce ai suoi pensieri. - So che c'è qualcosa che non va Viola e so anche che sei abituata a tenerti tutto dentro. Però ora ci sono io e sono stanco di essere tagliato fuori dai tuoi pensieri. - 

Com'era nel suo stile, Viola non rispose, al contrario si allontanò maggiormente da lui. Simone però cominciava ad essere stanco di quell'atteggiamento, fu per questo che esasperato affermò: - Ti prego parla perchè...- Si bloccò immediatamente quando la vide sfilarsi silenziosa i vesitti che stava indossando. - Che stai facendo? -

Era lì, seminuda, con il solo intimo nero addosso. Era più magra di quanto avesse immaginato, con la pelle olivastra, morbida e ... eccitante. Le pupille di Simone si dilatarono e non solo i suoi occhi reagirono davanti a quella visione. 
Eppure l'eccitazione passò in secondo piano, per quanto possibile, quando notò che Viola teneva la mano sul fianco destro, coprendolo come a volergli celare qualcosa.

- Vuoi che ti parli e ti dica cosa sento? Va bene, lo farò. - Proruppe lei ad un certo punto. - Ti giuro che ti dirò tutto, potrai farmi qualsiasi domanda e io risponderò. Puoi chiedermi di Riccardo, di come l'ho conosciuto, di come io mi senta quando penso a lui. Ti dirò qualsiasi cosa Simone, lo prometto. Io voglio che tu sappia quello che penso o quello che sento, però ti prego non ora. Devi sapere una sola cosa ora... - Fece una pausa di qualche istante, sospirando piano. - Credo di amarti. - A quel punto avanzò verso di lui, fino a ritrovarsi di fronte al suo viso come poco prima. - E voglio stare con te, ho voglia di stare con te, ne ho bisogno. Ecco perchè voglio farlo ora...ti basta come spiegazione? -

Il poliziotto sorrise annuendo appena, stava quasi per rispondere ma lei fu più veloce nel parlare. 

- Però... - Ovviamente c'era sempre un però quando si trattava di Viola. - Se tu vorrai rifiutarmi lo capirò. -

Simone non comprese e confuso le rivolse uno sguardo perplesso, davanti al quale Viola si limitò a rispondere mormorando: - La mia cicatrice. -  Gli occhi di entrambi si spostarono sulla mano magra della ragazza che copriva il proprio fianco. - Non è molto eccitante, quindi se tu non... -

- Viola, sta' zitta. - Quella frase sorprese entrambi, specie perchè venne pronunciata da Simone, il quale lentamente le si fece più vicino, fino ad inginocchiarsi davanti a lei. Il suo volto era all'altezza del bacino della ragazza, che senza alcuna protesta lasciò che la sua mano venisse scostata, rivelando la ferita che aveva celato fino a quel momento.

Era una linea biancastra, lunga qualche centimetro. Nemmeno si sarebbe notata, se soltanto non avesse avuto bordi rossastri a risaltare sul pallido corpo di Viola. Quest'ultima fece per aprire bocca, ma alla fine preferì rimanere in silenzio. Simone nemmeno se ne rese conto, troppo concentrato ad osservare quella linea che fastidiosamente le rovinava i bei fianchi. Istintivamente il poliziotto allungò un dito, percorrendo la cicatrice appena sporgente col polpastrello. Brividi intensi si crearono sulle pelle di Viola, forse fu per le fredde mani del ragazzo, o forse per il timore che Simone stesse per fare un doloroso commento.
Eppure quest'ultimo non disse nulla, ma quello che fece in seguito fu più potente di qualsiasi parola esistente al mondo: le baciò quella traccia indelebile del passato. Viola percepì charamente le labbra carnose e calde del ragazzo sulla cicatrice e tutto ciò le fece uno strano effetto. 
La lingua di Simone si mosse sulla sua pelle candida, passando a sfiorarle il ventre, poi l'addome, il solco tra i seni per poi arrivare alle sue labbra dolci.
I loro occhi si incontrarono e per il loro corpo fu lo stesso, in quanto Simone la afferrò per i fianchi stringendola nuovamente a sè. 

Ritrovarsi su un letto con il corpo di un uomo sopra di sè le sembrò surreale, specie considerando l'identità di quell'uomo. Dopo i primi tocchi e i primi baci però, la sensazione di disagio svanì totalmente, lasciando spazio all'eccitazione e al desiderio. L'uno esplorava il corpo dell'altro con ardente curiosità. Viola passava i polpastrelli sui muscoli tesi del ragazzo, mentre quest'ultimo accarezzava con le proprie labbra ogni centimetro della pelle della ragazza. 

- Sei sicura? - Le sussurrò Simone quando furono entrambi nudi, spogliati di ogni vestito e anche di ogni incertezza, vista la risposta che Viola gli diede. 

- Mai stata più sicura di qualcosa in vita mia. - 

In effetti era così e non appena sentì Simone entrare dentro di lei, ricevette la conferma di aver fatto la scelta giusta. 

Angolo autrice
Chiedo scusa per averci messo così tanto ad aggiornare, spero di poter essere più presente in futuro. 
Scusate anche per lgi eventuali errori.
Grazie a presto <3


   
 
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