Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: eliseCS    03/04/2017    1 recensioni
(Il titolo è provvisorio al 39,4%)
-
A 15 anni Eltanin Narcissa Malfoy scatena un incendio nell’aula di Pozioni e si ritrova a dover frequentare una scuola completamente nuova per imparare a controllare quei poteri speciali che hanno causato lo scottante incidente.
.
A 15 anni anche Ella inizia a frequentare una nuova e strana scuola e scopre di essere quella che viene chiamata Quintessenza.
-
In sintesi:
un rancore covato per anni, un Potter (volete indovinare voi quale?), veri amici e vecchie conoscenze; ed Eltanin ed Ella capiranno che alla fine sono più simili di quanto pensassero.
Ah, e non dimentichiamo il salto temporale, ma siccome l’autrice vuole fare la misteriosa non vi dice dov’è collocato e dovrete capirlo da soli...
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
! Attenzione !
Nell'introduzione è stato nominato un salto temporale di cui non verrà specificata la collocazione.

Leggere attentamente il capitolo :)
 
 
 
Capitolo 3
 
 
 
Eltanin riprese pian piano conoscenza.
Si sentiva a pezzi, come se fosse stata trafitta in tutto il corpo da aghi affilatissimi, come se il fuoco che si era propagato nell’aula di Pozioni le fosse entrato dentro e l’avesse bruciata dall’interno.
 
Aprì gli occhi non sorprendendosi più di tanto nel ritrovare se stessa distesa in un letto dalle lenzuola bianche e asettiche.
Solo che quella non era l’Infermeria di Hogwarts, quella era una stanza del San Mungo, l’Ospedale per le Malattie e Ferite Magiche.
 
“Eltanin?”
Alla ragazza si strinse il cuore nel sentire la voce di suo padre così carica di preoccupazione, quasi disperata, come non l’aveva mai sentita.
Si ritrovò a piangere senza rendersene conto.
Il signor Malfoy si affrettò a raggiungerla lasciando la sedia dove era rimasto seduto fino a quel momento, sedendosi sul letto e stringendola in un abbraccio cercando di tranquillizzarla.
“Shh… va tutto bene adesso, non piangere. Ti sei svegliata e questo è l’importante. Io e tua madre stavamo morendo dalla preoccupazione, persino Scorpius! Quando ci hanno detto che non riuscivano a svegliarti…”
“C-cosa?” balbettò lei tra un singhiozzo e l’altro.
“Hai dormito sette giorni, Eltanin. Oggi è il trenta dicembre” spiegò pazientemente l’uomo.
La ragazza sbarrò gli occhi: “Cos’è successo?” domandò, cominciando a temere per la risposta nel momento in cui l’ultima parola abbandonò le sue labbra.
“Hai perso conoscenza, nell’incendio. I Medimaghi sospettano sia stato per un’intossicazione dovuta dai gas rilasciati dalle fiamme. Sei rimasta miracolosamente illesa, ma quando hanno cominciato a somministrarti le pozioni per farti risvegliare nessuna ha avuto effetto…” la voce gli si spezzò verso la fine del discorso.
Eltanin si sporse di nuovo verso di lui: era sveglia, come aveva detto poco prima andava tutto bene.
Non avrebbe lasciato la sua famiglia, non così.
 
“E gli altri?” domandò con timore con il viso ancora premuto sulla camicia che il genitore indossava.
Quello sospirò prima di rispondere: “Solo tre sono stati portati al San Mungo per ustioni gravi, ma stanno bene” precisò subito prima che la figlia potesse pensare al peggio. “Gli altri se la sono cavata quasi tutti con qualche scottatura che è stata guarita nel giro di poche ore. E, oh, non immaginerai mai chi altri è rimasto illeso – a parte il bernoccolo per quando è svenuto – oltre a te” aggiunse in tono quasi divertito.
Eltanin inarcò le sopracciglia a rispondere che non ne aveva la più pallida idea.
“James Potter”
 
La risposta del padre le arrivò come un pugno allo stomaco.
 
James Potter.
 
James Sirius Potter, l’unico della cui sventura lei sarebbe forse stata contenta era l’unico che, oltre a lei, era uscito dall’incendio senza un graffio - più o meno.
 
Non era giusto.
Non era corretto nei confronti degli altri studenti, dei suoi compagni di Casa, che non avevano colpa.
Perché era colpa di Potter se nell’aula di Pozioni era divampato quell’incendio.
Era colpa di Potter che aveva tirato troppo la corda, ancora più del solito, e le aveva fatto perdere il controllo.
Era colpa di Potter se lei aveva dato origine al fuoco e a tutto ciò che ne era conseguito.
 
Quella rivelazione le fece mancare il fiato.
Lei aveva appiccato l’incendio?!
Ma come?
 
Non ebbe, per fortuna, tempo per approfondire i suoi ragionamenti – se l’avesse fatto probabilmente sarebbe scoppiata di nuovo in lacrime – perché in quel momento la porta della stanza si aprì e lei si ritrovò stretta nell’abbraccio di sua madre e suo fratello.
 
 
 
§
 
 
 
La fecero uscire dall’ospedale che era il tre gennaio.
Aveva insistito con Guaritori e Medimaghi affinchè la dimettessero prima – lei stava benissimo, non aveva bisogno di restare in osservazione! – ma con suo grande disappunto le sue richieste non erano state ascoltate ed era dovuta rimanere a letto finchè non le avevano dato il via libera.
 
Si era annoiata parecchio in quei giorni.
 
Aveva insistito affinchè i suoi genitori non rimanessero chiusi con lei in quella stanza per tutto il tempo - gli aveva già rovinato abbastanza le feste - e suo fratello Scorpius aveva il suo giro di amici con cui intrattenersi.
Di sicuro erano molti di più di quelli che aveva lei, visto che solo un paio di persone si presentarono a farle visita.
 
L’incontro più strano non era però stato nemmeno quello con il signor Potter che era venuto a sincerarsi delle sue condizioni e ad augurarle una pronta guarigione.
Prima di andarsene le aveva addirittura detto di non preoccuparsi: James stava benissimo.
Pff, come se a lei gliene fosse importato qualcosa…
Aveva comunque sorriso educatamente e ringraziato l’uomo per il suo pensiero.
 
No, strana fu la visita che ricevette la sera del primo gennaio prima che si mettesse a dormire, nel corridoio le luci del reparto erano già state spente.
 
 
 
Inizio flashback
Un uomo entrò silenziosamente nella camera, che lei ovviamente non condivideva con nessuno, facendole prendere un mezzo infarto.
In un primo momento pensò addirittura che fosse di nuovo il signor Potter, ma quando l’uomo si avvicinò ulteriormente al suo letto venendo illuminato dalla luce accesa sopra la testiera, Eltanin scoprì che non si sarebbe potuta sbagliare più di così.
 
Tutto sommato era un bell’uomo, sembrava leggermente più giovane dell’Auror ed era vestito completamente di nero.
I capelli erano molto scuri ma color dell’ebano, non corvini come quelli del signor Potter.
Gli occhi scuri quanto i capelli, le labbra piegate in un leggero sorriso e il naso appena deviato verso destra, come se qualcuno glielo avesse rotto tirandogli un pugno e quello non si fosse riaggiustato in modo completamente corretto.
 
Trascinò la sedia accostata al tavolino della stanza sul quale consumava colazione, pranzo e cena vicino al bordo del letto e si sedette, quasi stravaccato: la schiena inclinata all’indietro appoggiata allo schienale, le gambe accavallate e le mani abbandonate in grembo.
 
Eltanin lo osservò senza emettere una sillaba quando in realtà stava pensando a quanto forte avrebbe dovuto urlare per farsi sentire dalle Guaritrici che erano sicuramente nella guardiola del reparto.
Alla fine però fu lui a rompere il silenzio.
“Buonasera Eltanin. Sono lieto di vedere che ti sei finalmente ripresa, ci hai fatti preoccupare” la salutò con voce pacata e cordiale.
Forse non ci sarebbe stato bisogno di urlare, forse.
“Chi sei?” domandò la ragazza dopo qualche istante senza perdersi in giri di parole, cercando allo stesso tempo di non lasciare trasparire la curiosità che aveva nei confronti di quell’uomo misterioso.
L’interpellato si lasciò scappare una breve risata.
“Siamo curiose, eh?” domandò retoricamente. “Temo che per il momento sia tu quella che deve rispondere alle domande”
Eltanin scosse la testa.
Lo sconosciuto voleva giocare?
Molto bene, sarebbe stata al gioco.
 
Per il momento.
 
“Tu sai chi sono, come mi chiamo” ribattè. “Mi sembra equo che anche io sappia almeno il tuo nome” non si preoccupò nemmeno di avergli dato del tu.
L’uomo sembrò studiarla.
“Sferzante come il vento e profonda come l’acqua…” mormorò, così piano che la ragazza non poteva essere sicura al cento per cento che l’avesse detto davvero.
“Per adesso puoi chiamarmi Mister G. ragazzina” disse poi usando un tono di voce normale.
La ragazza alzò un sopracciglio, poi scosse la testa incredula: “Intanto mi chiamo Eltanin, non ragazzina. Mi sembrava di aver capito che lo sapessi il mio nome. E poi… Mr. G.? Fa sul serio o mi prende in giro? Le sembra un nome quello? Cos’è: devo tirare a indovinare finchè non azzecco quello giusto partendo dall’iniziale?”
Stranamente Mr. G. non sembrò irritato dai suoi commenti, anzi, il suo sorriso si allargò ulteriormente.
“… e anche concreta come la terra…” commentò, stavolta senza curarsi di tenere basso il tono.
“Ma lo sappiamo tutti e due che in realtà sei soprattutto irriverente come il fuoco, non è vero Eltanin?” la provocò infine rivolgendosi apertamente a lei e calcando volutamente sul suo nome e la parola fuoco.
Sentì un brivido correrle lungo la schiena mentre di colpo la bocca le diventò secca: non sarebbe stata in grado di rispondere a quello.
Mr. G. sembrò cogliere il suo disagio visto che riprese a parlare cercando di sdrammatizzare: “Oh, andiamo, capita a tutti di perdere il controllo ogni tanto. Tu l’hai solo fatto nel momento e nel posto sbagliato”
“Davvero hai il coraggio di sminuire così il fatto che avrei potuto uccidere un’intera classe di persone?” replicò lei gelida.
L’uomo si raddrizzò di scatto sulla sedia protendendosi verso di lei con aria attenta: “Allora ammetti e sei consapevole di essere stata tu a dare origine all’incendio?” chiese senza un’inflessione particolare nella voce.
Eltanin aprì la bocca per rispondere e la richiuse.
 
Cosa sarebbe successo se avesse detto di sì?
E negare sarebbe servito a qualcosa arrivati a quel punto?
Mr. G. sapeva qualcosa, se lo sentiva.
 
Venne distratta dai movimenti dell’uomo che tutt’a un tratto aveva infilato la mano all’interno della giacca per poi sfilarne qualcosa.
Lunga e sottile, di legno scuro quasi tendente al nero, un po’ irregolare all’estremità e più levigata verso l’impugnatura: quella era la sua bacchetta.
Gliela strappò di mano senza troppi complimenti cominciando poi a rigirarsela davanti agli occhi per osservarla da vicino.
Non c’erano dubbi, era proprio la sua.
 
“Non funzionerà” disse Mr. G. nello stesso momento in cui Eltanin impugnava la bacchetta per provare un incantesimo, facendola bloccare con il braccio sollevato a mezz’aria.
“Come scusa?” domandò lei di rimando cercando di non far tremare la voce.
Mr. G. sospirò: “Non funzionerà. Come non ha funzionato dall’inizio di quest’anno e come non funzionerà in futuro. È inutile che ci provi” rispose.
Eltanin abbassò il braccio.
Era sotto shock? Probabile.
 
“Ma… non è possibile! Io sono una strega!” provò a ribattere. “Deve funzionare!”
L’uomo scosse la testa: “Non funzionerà” ripetè serio.
“Ma…” non concluse la frase, non sapeva neanche lei cosa dire.
Ad un certo punto però qualcosa scattò nella sua testa.
 
“Come ho fatto ad accendere il fuoco?”
 
Il sorriso tornò sulle labbra di Mr. G.: “Non lo so, Eltanin. Come hai fatto ad accendere il fuoco?” ripetè quasi a pappagallo, risultando particolarmente irritante.
La ragazza fece una smorfia e provò a concentrarsi.
Si ricordava bene quanto fosse disperata per il fatto che avrebbe fatto, di nuovo, la figura dell’incapace davanti a Potter.
Poi la disperazione era diventata rabbia.
 
Non che avesse mai dato molto peso alla cosa, ma che diamine!
Lei era Eltanin Narcissa Malfoy, discendente di una famiglia Purosangue da generazioni e generazioni, non era concepibile che non riuscisse ad eseguire un incantesimo tanto elementare.
E poi aveva sentito il tono pietoso con cui le si era rivolto Potter ed era scoppiata: non aveva bisogno della pietà di nessuno, men che meno di quella dell’Idiota.
Aveva scagliato la bacchetta per terra senza neanche preoccuparsi del fatto che avrebbe potuto rompersi e aveva fissato il calderone.
Quel maledetto fuoco doveva accendersi, perché così voleva lei. Punto.
Tutti dovevano vedere quello che era in grado di fare, tutti dovevano vedere quanto contava come strega, quanto era brava.
 
Lei era scoppiata, e con lei l’incendio.
 
 
Ricordare quello che era successo era stato come restare senza fiato sott’acqua.
Delle persone erano quasi morte perché lei doveva dimostrare qualcosa a se stessa.
“Cosa faccio adesso?” domandò spaventata. “Non posso controllarlo, non…”
“Calma, calma” la fermò subito Mr. G. “Pensi davvero di esser l’unica? Pensi che nessuno ci sia mai passato prima di te?” disse sibillino.
Eltanin non rispose invitandolo a proseguire.
“Io posso spiegarti tutto, ma prima tu dovresti giurare di non rivelare mai a nessuno quello che ti dirò. Lo so che come scambio non ti sembra vantaggioso, ma per come sono le cose adesso posso assicurarti che non te ne pentirai, che ci sono molti altri ragazzi nella tua stessa situazione e che possiamo aiutarti: aiutarti a controllare e a utilizzare di nuovo i tuoi poteri”
 
“Accetti?” chiese infine tendendole la mano destra come a sancire il patto con una stretta di mano.
Eltanin rimase a osservare la mano tesa per qualche istante.
“Non posso dire niente nemmeno ai miei genitori?” domandò dubbiosa.
“In questo momento dovresti pensare solo a quello che vuoi tu… ma se ti fa sentire più tranquilla, sì: in seguito, se vorrai, anche i tuoi genitori potranno sottostare al Giuramento ed essere messi al corrente” rispose Mr. G.
A quel punto non aveva più motivi per temporeggiare.
“Accetto”.
Fine flashback
 
 
 
E così adesso Eltanin sapeva tutto: Antiques, l’Accademia, gli Elementi.
 
Complice il fatto di essere nata e cresciuta in una famiglia di maghi, Purosangue per giunta, che l’avevano subito indirizzata all’uso della bacchetta, il suo dono era rimasto sopito per tutti quegli anni.
Rafforzandosi però con il tempo aveva cominciato a far sì che la bacchetta, che come si sa è costruita con materiali magici, non svolgesse più il suo ruolo di catalizzatore e diventasse tutt’al più un tappo.
Ecco perché non riusciva più ad usarla: chi controlla la Magia Elementare non ne ha bisogno.
 
Avrebbe frequentato l’Accademia, non aveva senso discuterne: avrebbe imparato a usare quei suoi nuovi poteri e fatto sì di non poter nuocere più a nessuno perché non riusciva a controllarli.
Ancora però non riusciva a decidere come dirlo ai genitori.
Se dirlo ai genitori.
Già cambiare scuola di per sé sarebbe stato un colpo da ricevere e accettare, se si aggiungeva anche tutto il resto del non poter più usare la bacchetta…
 
Aveva preso la sua decisione.
 
Come le aveva spiegato Gabriel (Mr. G. aveva finalmente un nome) aveva già quindici anni, i suoi genitori non erano obbligati a trasferirsi con lei ad Antiques visto che lei avrebbe alloggiato presso i Dormitori della scuola.
E per quanto la riguardava non era necessario nemmeno che sapessero tutto.
Si sa però che le bugie migliori sono quelle che si basano su un fondamento di verità…
 
 
Le facce dei coniugi Malfoy quando la figlia, al fianco di Gabriel, aveva detto loro che da quell’anno non riusciva più a usare la magia con la bacchetta furono lo sconvolgimento fatto a persona, quasi di più di quando aveva confessato che era stata lei a causare l’incendio durante la lezione.
Prima che uno dei due - o entrambi - finisse ricoverato d’urgenza al San Mungo per uno stato fulminante di shock la ragazza e l’uomo si erano affrettati a precisare che quella era solo una cosa passeggera, più comune di quanto si potesse pensare.
Ma quel che contava era che c’era una soluzione al problema.
Eltanin avrebbe cominciato a frequentare questa nuova scuola che “Davvero signori Malfoy, è molto più simile a Hogwarts di quanto potreste pensare” e alla fine del percorso non avrebbe più avuto problemi a usare la magia.
I due non avevano potuto fare altro se non dare il loro consenso e aggiungere che si sarebbero inventati qualcosa per spiegare questo improvviso cambio di scuola da parte della figlia: il fatto che la ragazza avesse problemi con la sua stessa bacchetta non doveva venire fuori.
Scorpius prese abbastanza male la notizia: non voleva che la sorella se ne andasse.
A lui Eltanin non aveva detto nulla riguardo la vera motivazione che la spingeva verso tale decisione, ma l’insistenza del ragazzo l’avevano alla fine portata a dare come motivazione che ormai con Potter non ce la faceva proprio più.
 
Sperava solo che quello non avrebbe comportato nessun dissapore tra suo fratello e Albus, anche perché in realtà lei stessa trovava piacevole la compagnia del secondogenito dei Potter, ritenendolo una persona intelligente e degna dell’amicizia di suo fratello.
Le sarebbe davvero dispiaciuto se avessero litigato per colpa sua e per giunta per una cosa che non era del tutto una bugia ma nemmeno tutta la verità.
Lei voleva solo che le cose si mettessero a posto e tornassero come prima.
Il più velocemente possibile.
 
 
 
§
 
 
 
Il giorno della partenza era stato quello prima del rientro dalle vacanze per Hogwarts, così che Eltanin era riuscita a salutare un’ultima volta anche Scorpius, pur lasciandosi con la promessa che sarebbe comunque ritornata a casa per le vacanze di Pasqua.
Sapeva che casa sua e la sua famiglia le sarebbero mancate da subito.
 
Non poteva sapere che invece a Pasqua non sarebbe affatto tornata al Manor, immersa com’era in quella nuova realtà che aveva avuto il potere di affascinarla e incantarla ancor più di quanto era successo quando aveva varcato le soglie di Hogwarts per la prima volta.
C’era così tanto da sapere, da imparare; così tanto con cui doveva mettersi in pari che il primo periodo si diceva tra sé e sé che aveva a mala pena il tempo per respirare.
Ma tutto quello, nonostante tutto, non le pesava.
Anzi.
E questo poteva essere spiegato da una sola e semplice parola: amici.
 
Eltanin aveva sempre avuto un carattere tendenzialmente chiuso e riservato, sembrava quasi avere una propensione all’isolamento, soprattutto se paragonata a Scorpius che al contrario era sempre stato piuttosto esuberante.
Anche a Hogwarts le persone che chiamava amiche potevano contarsi sulle dita di una mano, e se si aggiunge il fatto che quasi la metà degli studenti della scuola la riconosceva come una figlia di Mangiamorte le cose non miglioravano di certo.
Ad Antiques le cose era cambiate: aveva incontrato così tante persone speciali, più grandi ma anche più giovani di lei, che da subito si erano premurate di non farla sentire a disagio dichiarandosi disponibili per qualsiasi cosa avesse bisogno che sarebbe stato impossibile non chiamarle con quell’appellativo che fino a quel momento aveva usato così poco.
 
Ovviamente poi i vari rapporti si erano meglio definiti, non a caso Eltanin aveva ben presto imparato la differenza tra semplice amicizia e vera amicizia, ma la ragazza si era ritrovata ad ammettere che non era mai stata così aperta e ben disposta verso gli altri in vita sua.
 
In pochi mesi di scuola che aveva frequentato si era accorta di quanto fosse cambiata.
E il bello era che quello era solo l’inizio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Buon pomeriggio a tutti!
Siccome sono tanto buona ho deciso di allietare questo lunedì con un nuovo capitolo :)
 
Una cosina veloce-veloce che vorrei puntualizzare: all’inizio vediamo un Draco Malfoy preoccupato per la figlia che magari a qualcuno potrebbe sembrare un po’ ooc. L’ho pensato anch’io, ma d’altra parte stiamo parlando di un padre che non sapeva cosa stava succedendo alla figlia che non si svegliava, quindi alla fine ho deciso che poteva starci.
 
E niente, ringrazio come sempre tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate e _purcit_ che ancora una volta mi ha fatto sapere cosa ne pensa ♥
Mi piacerebbe tanto fare come qualcuno qui su EFP (anche se ovviamente dubito di avere gli stessi risultati...).
Se dicessi che pubblicherò il prossimo capitolo quando questo avrà almeno due recensioni? Dai che ci tengo!
Al prossimo capitolo
E.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: eliseCS